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l'Italia e le guerre balcaniche
Ma la questione macedone avrebbe continuato a tenere viva l'attenzione degli osservatori e finisce comunque per essere al centro degli interessi politici della Bulgaria. Nel giugno 1912 l'organizzazione interna macedone decide di riprendere in pieno l'attività terroristica in Macedonia e la propaganda in Bulgaria (9). Riunioni, relativamente segrete, tra ufficiali bulgari confermano quali e quante siano ormai le spinte verso una guerra contro la Turchia. Particolarm ente attivo, in questo tipo di propaganda, il partito stambulovista, al quale, in definitiva, appartengono, quasi tutti gli ufficiali dell'esercito.
Il giornalista e uomo politico Simeon Radev, in via confidenziale, conferma all'ufficiale italiano che "un trenta-quaran ta ufficiali dell'esercito attivo da qualche giorno, si riuniscono segretamente: sono ufficiali della guarnigione di Sofia e delle provincie. Vanno alle riunioni con abito borghese e la maggior parte di tali ufficiali era nelle bande macedoni nel 1902" (10).
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Gli avvenimenti in Macedonia (gesti terroristici etc.) dimostrano ben presto la rinnovata attività del Comitato bulgaro-macedone mentre gli scontri tra le bande ribelli e i turchi, gli atti terroristici che avvengono nella regione macedone più vicina a quella dove si svolge l'insurrezione albanese, la relativa tranquillità della zona ad oriente destano le preoccupazioni dei bulgari-macedoni: "e infatti - qualora si formasse un unico grande vilayet d'Albania, e questo grande vilayet comprendesse la zona di maggior rivolta attuale e tutto il territorio a destra del Vardar - la Macedonia di aspirazione bulgara rimarrebbe inghiottita dagli albanesi in buona parte. Si ricordi che il confine della Grande Bulgaria di Santo Stefano passava a occidente di Dibra, a sud di Monastir, un po' a nord di Salonicco e poi raggiungeva la costa del Mar Egeo che seguiva fino a
"Fréres Rouges", residente in Macedonia. Associazione segreta che fa capo al tenente colonnello Nikoloff per la regione macedone a sud della frontiera bulgara. Associazione nel 1erritorio di Uskiib. Mancanza, nelle bande macedoni, di bulgari nati in Bulgaria. Aumento di forza dell 'esercito bulgaro al di là della sua frontiera in caso di guerra. Politica turco/ila dell'attuale gabinetto bulgaro. Disinteresse, nel momento presente, del popolo bulgaro nella questione macedone. Sguardo sintetico alla situazione politico -militare degli Stati balcanici; previsioni per la prossima primavera, r. 19.
(9) Merrone , Sofia 11 giugno 1912, l'azione del comitato interno macedone in Bulgaria, r. 19.
(10) Mcrrone, Sofia 20 luglio 1912, Riunioni segrete tra ufficiali bulgari; ID., Congresso a Sofia dell'organizzazione interna macedone, (Sofia 22 luglio 1912), r. 19.
Antonello Biagini
Dedeagach [Alexandroupolis]".
Se dunque sono in fermento i bulgari di Macedonia ancor più Io sono quelli di Bulgaria appartenenti a quei partiti che hanno invocato a più riprese la necessità di un'azione decisa del governo per risolvere la questione macedone: "forse ( ... ) tali partiti sentivano istintivamente che l'intelligente e continuo lavorio dell'Austria in Albania e in Macedonia si sarebbe avvantaggiato - come si è di fatto avvantaggiato - della nuova caratteristica a base nazionali stica ed autonoma della rivoluzione albanese di quest'anno". All'Austria, infatti, intere~sa costituirsi la strada "meno malagevole possibile" verso Salonicco. E quindi interesse della monarchia asburgica che la Bulgaria, "la più potente forza militare nei Balcani, non po ssa avanzare più alcuna pretesa nella zona del Sangiaccato di Novi Pazar. Se tale zona fosse stata tutta dell'Albania, semplice provincia turca, l'Austria avrebbe potuto continuare il suo "lavorio" con propagandisti e denaro. Analogamente se l'Albania fos se divenuta provincia autonoma o completamente indipendente, l'Austria avrebbe potuto estendere "la sua alta e ferrea protezione". In sostanza, conclude l'addetto militare italiano, l'Austria è riuscita ad ottenere dalle più varie situazioni diversi numerosi vantaggi per la sua politica di espansione ( 11) .
Altro elemento di grave perturbazione dell'equilibrio balcanico è costituito dall'instabilità politica interna del nuovo regime dei Giovani Turchi: l'annessione della Bosnia-Erzegovina ne ha scosso il prestigio; il fallimento della politica di superamento delle nazionalità, le continue rivolte in Alba nia e in Macedonia, la perdita della Tripolitania dopo il conflitto con l'Italia (12) hanno aggravato la crisi interna suscitando frequenti sedizioni fra gli ufficiali turchi che chiedono una politica più incisiva e il rispetto dei programmi formulati per la rivoluzione del 1908(13).
In questa congerie di problemi nasce, si svi lupp a e si concretizza l'idea di una Lega balcanica . Essa si deve all'iniziativa della Serbia e ha
(11) Mcrrone, Sofi a 6 agosto 1912, Bande bulgaro-macedoni in Macedonia e la questione macedone in relazione alla questione albanese, ivi.
(12) Mcrrone, Sofia 24 settembre 191 2, Ciò che si dice a Costantinopoli circa le trattativa di pace con l'Italia. Crisi finanziaria in Turchia; ID., Sofia 3 ottobre 1912, La Bulgaria e la pace tra l'Italia e la Tur c hia, ivi. In sos tanza in Bulgaria è be n viva la speranza di poter approfittare in qualche modo del conOitto italo -t urco.
(13) Mcrrone, Sofia 3 luglio 1912, Spedizione militare in Turchia; ID., Sofia 5 luglio 1912 , Ribellione militare in Turchia; ID., Sofia 26 luglio 1912, Situazione a Costa ntinopoli, ivi.
L'Italia e le guerre balcaniche un precedente nel tentativo operato nel 1868 dal principe di Serbia Michele Obrenovié. Dopo l'annessione della Bosnia appare chiaro in Serbia e negli altri paesi balcanici che solo un'alleanza può definitivamente eliminare il dominio ottomano sulla penisola; i contatti e le trattative con Bulgaria, Grecia e Romania si intensificano. Nel ge nnaio 1912 in Serbia è ancor ben viva la preocc up azion e per il prolungarsi della guerra italo-turca e si teme che una conflagrazione balcanica possa avvantaggiare l'espansione dell'Austria verso sud (14). Ipotesi questa da escludere in quanto, a giudizio dell'addetto militare in Serbia, non è interesse dell'Austria estendere la propria dominazione su altre popolazioni slave "le quali concorrebbero ad accrescere le difficoltà che creano al governo di Vienna quelle già facenti par te dell'Impero". L'unica regione che può realmente interessare la Monarchia asburgica è l'Albani a per una maggiore libertà di movimento della flotta imperiale (15).
Il 3 marzo 1912 Serbia e Bulgaria concludono una alleanza difensiva con riferim e nto implicito all'Austria. I due Stati si impegnano per un aiuto reciproco, in caso di attacco di un terzo St ato; per un 'az ione comune, nel caso qualche potenza avesse occupato territori b alcanici sotto la giurisdizione della Sublime Porta, e per la futura spai1izione della penisola. Alla Serbia sarebbero andati i territori della Vecchia Serbia ed il Sangiaccato di Novi Pazar, mentre alla Bulgaria i territori ad oriente della catena dei Rodopi e dello Struma. La Macedonia sarebbe divenuta provincia autonoma, secondo le as pirazioni della Bulgaria, oppure divisa: la parte settentrionale affidata alla Serbia, quella intorno ad Ochrida a lla Bulgaria e una terza parte da assegnarsi in base all'arbitrato dell a Ru ss ia (16). Successi vamente, il 29 maggio 1912, Grecia e Bulgaria, su iniziativa del presidente ellenico Eleutherios Venizelos, concludono un'alleanza difensiva in funzione antiturca e il 6 ottobre 1912 è il Montenegro a stabilire con la Serbia, la Bu lgaria e la Grecia un 'alleanza offensiva contro la Turchia.
(14) Papa, Belgrado 14 gennaio 19 I2, La Serbia e l'eventualità di complicazioni nei Balcani, r. 20. L'AusLria - Ungheria ha rinforzalo le proprie guarnigioni ai confini con la Serbia, il Sangiaccato di Novi Pazar e il Montenegro. In un colloquio il re Pietro esprime, all'ufficiale italiano, la propria preoccupazione per il prolungarsi delle o perazioni in T ripolitania e per gli eventuali co ntraccolpi nei Balcani.
(15) Papa, Belgrado 24 gennaio 1912, Austria-Ungheria, Serbia ed eventualità di complicanze balcaniche, ivi.
(16) Qualche elem ento di questi accordi in Mcrrone a Pollio, Sofia 27 aprile 1912, Situazione politico -militare in Bulgaria; ID., Sofia 13 maggio 1912, ivi.
Antonello Biagini
a Bel grado sottolinea come "l'eccitazione recentemente delineatasi [per i fatti sanguinosi di Sienjca] contro il governo ottomano tanto in Bulgaria quanto nel Montenegro provocò in Belgrado un analogo risentimento il quale assume, almeno in apparenza, una forma piuttosto grave allorché s i diffuse la notizia che la gente di razza serba era stata massacrata a breve distanza dalla frontiera serbo-turca". Immediata la reazione con manifestazioni inneggianti alla guerra contro la Turchia. Il loro effetto è inferiore alle aspettative ma - insieme alle notizie riportate dai giornali e volutamente alterate per mantenere vivo lo spirito antiottomano - serve ad imporre l'immagine di un governo forte.
Viene così "spianata la via alla recentissima costituzione dell'attuale gabinetto Pasic", il quale offre comunque tutte le garanzie di prudenza e di moderazione. Pasié, sostenitore da sempre di una più stretta collaborazione con la Russia è in grado di accogliere i consigli di moderazione provenienti da Pietroburgo e di valutare il momento migliore per dare corpo alle aspettative del paese circa l'espansione territori ale e lo sbocco al mare.
L'armamento, l'organizzazione e l'istruzione dell'esercito serbo è ancora insufficiente: "l'esercito è conscio della difficile posizione in cui, nelle attuali contingenze, verrebbe a trovarsi il paese nel caso di una conflagrazione balcanica; epperciò s i prepara alla azione nella speranza che il momento di agire si delinei solamente quando la preparazione sarà più completa, e quando le circostanze generali saranno più favorevoli".
Le relazioni diplomatiche con la Bulgaria sono decisamente buone e se questa si fosse decisa ad una qualsiasi azione militare sarebbe stato inevitabile per la Serbia fare altrettanto, sempre che "una qualche grave minaccia dal nord non sopraggiunga a paralizzarne la progettata avanzata verso il sud". Tesi invece i rapporti con l'Austria-Ungheria per il movimento e concentramento di truppe adottato dalla monarchia asburgica presso la frontiera con la Serbia, apparentemente distesi quelli con la Turchia. Pur aspirando la Serbia ad espandersi proprio in territorio ottomano, mantiene un duplice atteggiamento: restaura le fortificazioni nella zona di Vranja, al confine ottomano, e consente il transito delle forniture militari prov enie nti dalla Germania per la Turchia. D'al tra parte la Turchia auto:.izza il transito del materiale da guerra serbo sulla ferrovia Salonicco-Uskub-Nis. Con il Montenegro, malgrado non esistano prove visibili, le rel azio ni non sono mai state eccessivamente cordiali. A Belgrado è, infatti, diffusa la preoccupazione che gli atteggiamenti del Montenegro possano causare complicazioni balcaniche dalle quali la Serbia non è in grado, in quel momento, di ricavare vantaggi .
I n conclusione il governo di Belgrado, consapevole della debolezza del proprio esercito, mantiene un atteggiamento pacifico, "corretto e di
L'Italia e le guerre balcaniche prudente vigilanza"; una guerra provocata da incidenti alla frontiera tra la Turchia e la Bulgaria o il Montenegro avrebbe comunque coinvolto la Serbia, e il suo esercito si sarebbe dovuto impegnare "o per la conquista di nuovi territori verso il sud o per tentare una resistenza a minacce provenienti dalla frontiera austro-serba, a seconda che le circostanze consiglieranno".
Nel concludere le sue note informative il maggiore Papa sottolinea come in quel momento l'azione della Russia sia rivolta interamente ad eliminare le discordie e le differenze che esistono fra i paesi slavi della penisola balcanica per agevolare così il loro reciproco riavvicinamento(17).
Per la prima volta le nazioni balcaniche si trovano legate in un sistema di alleanze e il reale pericolo è ben avvertito dalla diplomazia austriaca che sollecita la Sublime Porta a promulgare adeguate riforme mentre gli Stati balcanici, contraenti le alleanze, vengono preavvisati che, in caso di guerra vittoriosa contro la Turchia, non avrebbero ottenuto vantaggi territoriali.
La Germania, in quanto Stato nazionale, guarda con favore l'affermazione del nazionalismo balcanico, ma non è in grado di prevedere la reazione dell'Austria-Ungheria (con la quale non vuole contrasti) che, a seguito di un'eventuale sconfitta dell'Impero ottomano, si sarebbe sentita minacciata nella sua struttura plurinazionale. Consapevole di ciò, il governo di Vienna cerca di evitare la guerra convincendo le potenze europee per un intervento sulla Turchia limitato alla richiesta di una nuova linea politica di concessioni e di riforme. Ma gli altri paesi europei non condividono tale proposta e ciascuno di essi si muove individualmente a livello diplomatico, al fine di differenziare, in attesa di un chiarimento generale, la propria posizione.
Austria e Russia, 1'8 ottobre 1912, raggiungono un accordo - col quale si dichiarano disponibili a effettuare pressioni sul governo turco per la concessione di riforme in Macedonia- che, in sostanza, ribadisce la volontà di mantenere inalterati gli equilibri nei Balcani. Segue immediatamente una dura nota del governo bulgaro ( 16 ottobre) chea nome dei paesi alleati - informa le potenze europee che la richiesta di concessioni alla Turchia sarebbe "partita" dagli stessi Stati balcanici( 18).
(17) Papa, Belgrado 21 settembre 1912; La Serbia e la situazione generale balcanica, ivi.
(18) In concreto si chiedeva: a) autonomia amministrativa e nazionale delle province macedoni, con governatori cristiani (non musulmani) nelle stesse provincie; b)
Antonello Biagini
In assenza di segni di di sp onibilità da parte del governo turco , l'intervento militare, già iniziato dall'8 ottobre sul fronte montenegrino, si estende rapidamente, con evidenti ri su ltati favo revoli agli alleati: la Bulgaria penetra in Tracia; la Serbia nella Macedonia settentrionale, nella Ve cc hia Serbia, nel Sangiaccato (19). Dopo poco più di un me se, la Turchia chiede l'armistizio; il 20 novembre a Catalca com inciano le trattative c he ben presto s i mo s trano impraticabili. Il gov erno turco, infatti, pur disposto a concedere l'autonomia alla Macedonia , insiste nel c onservare Adrianopoli e Kirk Kili sse; g li alleati, al contrario, pretendono proprio Adrianopoli - co n Joannina e Scutari -e il ritiro delle trnppe turc he Cataldza.
L'accordo viene reso ancora più improbabile dalle im plicazioni internazionali, se mpre meno estranee alle vicende balcaniche: l'Austria, infatti, non è disposta ad accettare le conseguenze d e lla vittoria serba sul territorio albanese e sulla costa adri atic a e cominci a a mob il itarsi; di fronte all'atteggiame nto intransigente d e ll'Impero as bur g ico , la Ru ssia non pu ò non intervenire a favore dell a Serbia.
Il pericolo del conflitto tra Serbia e Austria e tra Rus sia e Austriache avrebbe finito con il co involgere gran parte dell'Europa - convince le potenze a sollecitare la Turchia per la ripres a de lle trattative con la Serbia e giungere così alla conclusione de ll'armisti zio d el 20 novembre. A tal fine viene indetta una conferenza della pace a Londra, che si conc lud e il 22 gennaio 1913: l'Impero ottomano cede ag li alleati balcanici Adrianopoli e le i so le dell 'Egeo e co nserva in Europa solamente Costanti no poli, oltre a una breve s tri scia di territorio lungo lo stre t to dei Dardanelli e que llo del Bos foro delimitat a dalla linea Enos-Midia (20). assemblee elettive; c) sos titu z ioni delle truppe tu rch e con mili z ie locali; d) possibilità di controllo sia eia parte delle po tenze eu ropee c he da parte degli Stati balcanici. Si veda per un qu ad ro generale E .C. Helmre ich , The Diplomany of the Ba lkan wars , Cambridge 1938.
(19) Gli ese rc iti alleati avanzano rapid amente: i serbi sconfiggono l'armata turca a Kumanovo (23 - 24 ottobre) ed entrano a Usktib (26 o ttobre), liberando la Vecc hia Serbia; i bul gari battono l'esercito turco in Tracia - vicino Kirk Kilisse, circondano Adrianopoli, minacciando la s tessa capitale; i monteneg rini ass ediano Scutari ; l'arm ata greca - rotta la resi s te nza turca a Samnt.a poros - assedia Joanni na cd en tra a Salonicco (8 novembre).
(20) La questione degli Stre tti - fino al XVIII secolo di cara ttere esclus ivamente co mmercial e - assume in seguito valenze di più va sta portata. Per la sol uzione dei prob lemi relativi a tale ques tion e, tre ipotesi poss ibili: a) l'ap e rtura tot.aie deg li Stretti; b) la loro c hiu su ra total e; c) la regolamentazione de ll a li be rtà di navigazione