
3 minute read
L'Italia e le guerre balcaniche
Il primo marzo alla Turchia non rimane che rimettersi completamente alle Potenze per la conclusione della pace; 1' 11 marzo gli alleati balcanici dichiarano la propria disponibilità a trattare sulla base delle condizioni stabilite a Londra con l'aggiunta di una indennità di guerra: la prosecuzione delle ostilità, infatti, determinando ulteriori sacrifici richiede nuove concessioni.
Il 17 marzo gli ambasciatori a Londra comunicano le condizioni da sottoporre agli Stati balcanici:
Advertisement
1) la frontiera tra la Bulgaria e la Turchia deve e s sere stabilita sulla linea Enos - Erghene - Midia;
2) la Turchia deve rinunciare ai suoi diritti su Creta;
3) le Potenze sono arbitre nella delimitazione dei confini in Albania e nell'assegnazione delle isole;
4) la Turchia non deve pagare alcuna indennità mentre si può discutere la partecipazione degli Stati balcanici ~ù debito pubblico ottomano;
5) in caso di accettazione, immediata sospensione de lle ostilità (32).
L'attesa della mediazione delle grandi Poten z e crea una sosta nelle alterne vicende della vertenza bulgaro- romena; anche se n o n ci si nasconde che se la città di Silistra dovesse rimanere alla Bulgaria si aprirebbe per la Romania una crisi interna dai risultati imprevedibili. Il governo - già instabile a causa dei contrasti interni - non resisterebbe certo all'insuccesso relativo alla perdita dei compensi e verrebbe soppiantato dal partito liberale che, in una riunione tenuta a Bucare st, ha proclamato che la Romania non può rinunciare al minimum delle pretese formulate, cioè a Silistra.
Le Potenze mediatrici non hanno dunque un compito facile, anche perché la disputa si focalizza sull'assegnazione dell'abitato di Silistra che, per la sua configurazione, non si presta a una possibile divisione ,
(32) Exposé
Sur La
question d'indemnité de RUerre qui doit étre imposée è la Turquie, Royaume de Bulgaric, Dircction dc la Dette Publique et dc s Dcttes GaranliC$ par l'Ètat, Sofia 1913. Gli alleati balcanici non avrebbero dovuto insistere eccess ivamente sulle indennità di guerra da parte della Turchia - in una s ituazione particolarmente difficile in quel momento - in quanto ampiamente compensati dalle ces sioni territoriali. Per gli alleati al contrario la Turchia doveva l'indennizzo economico dei danni provocati dalla guerra essendo la Turchia l'unica responsabile de l conflitto. Exposé sur la question de la part contributive des Ètats Balkaniques dans la Delle Publique Ottomane (Ibidem). Gli Stati balcanici sono disposti a finanziare una parte del debito pubblico ottomano anche se ancora non se ne conosce l'ammontare. Gli Stati balcanici, in altri termini, per garantire i diritti dei creditori della Turchia sarebbero disposti a coprire i proventi derivanti dai territori che la Turchia dove va cedere.
Antonello Biagini
essendo racchiuso entro una antica cinta bastionata. D ' altra parte - al di là delle effettive divergenze - la questione è soprattutto di ordine morale, e dunque ancor più difficile da risolvere pacificamente.
Non è del tutto esclusa la possibilità che la Romani.a non aderisca alle decisioni delle Potenze e a tal fine essa continua dispendiosi preparativi militari. D'altra parte - come riferisce l'addetto militare italiano a Bucarest, colonnello Zampolli - l'errore iniziale è stato dei bulgari. Questi, dopo avere ammesso ufficialmente che ai romeni spettava un compenso (in occasione del viaggio di Danev a Bucarest), avrebbero dovuto offrire subito delle concessioni che prevedessero come ultimo limite insuperabile le alture a sud di Silistra, escludendo la città; in tal caso, la questione, verosimilmente, sarebbe stata facilmente risolta. Ritardando e tentando di dare poco, dopo aver riconosciuto in via di principio il buon diritto del governo romeno, hanno determinato quella posizione rigida che vede il possesso di Silistra quale conditio sine qua non, in quanto la opinio ne pubb lica ha finito per farne una questione di prestigio nazionale (33).
Il generale Averescu, capo di Stato Maggiore deJl 'esercito romeno, sostiene che le circosta nze costringeranno la Rom ania a dichiarare guetrn ai bulgari, per evitare la formazione di una grande Bulgaria: e la questione dei compensi potrebbe costituire un pretesto valido per la gu e rra.
Anche se nell'ambito della politica internazionale si pensa che inducendo la Bulgaria a cedere Silistra si possa assicurare la pace, secondo Averescu ciò non è del tutto vero; certo, in tale ipotesi, il governo romeno e il paese tutto non sfiderebbero l'Europa con una guerra ma resterebbe il risentimento dei bulgari, obbligati a cedere Silistra, "che non dimenticherebbero, come i romeni non hanno dimenticato la Bes sara bia e come nessun popolo riesce a dimenticare ciò che gli è sta to tolto con la forza delle arrni e con l'azio ne diplomatica".
La Bulgaria avrebbe come obiettivo dominante della sua politica lariconquista dei territori concessi ai romeni: "meglio per noi - afferma A verescu - affrontarla su bito, non appena abbia concluso la pace con la Turchia ed è dunque in condizioni favorevoli per noi come forse non si presenteranno mai più in avvenire e se riuscissimo vittoriosi non Silistra sol a, ma ben più dovremmo pretendere, poiché esse ndo inevitabile avere contro di noi il sentimento irredentista bulgaro, tanto vale che ciò sia per molto che non per poco".
(33) Zampolli, Bucarest 28 febbraio 1913.