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L'Italia e le guerre balcaniche

Bulgaria quando si delinea l'avvicinamento di questi paesi all'Austria, e accresce, di conseguenza, la sua disponibilità nei riguardi dei serbi, che formano una solida avanguardia slava nei Balcani, nonché potenzia l'amicizia con la Romania. Con la Grecia, invece, la Russia non ha grandi affinità di vedute, ma non può rifiutarle il proprio appoggio per le questioni sul tappeto, cioè l'Albania e le isole dell ' Egeo. Il governo zarista, infatti, è decisamente contrario alla formazione del nuovo Stato albanese, ma non pone ostacoli, poiché lo ritiene un elemento creato artificiosamente che può diventare fonte di future complicazioni per gli interessi della politica asburgica (46).

Per tutto il mese di maggio continuano i problemi fra bulgari, greci e serbi in merito alla divisione del territorio macedone e- dopo il trattato di pace dei quattro alleati con la Turchia, siglato il 30 a Londra - la situazione si complica ulteriormente proprio sulla questione della Macedonia. Peggiora dunque la situazione politica e si preparano concretamente le operazioni militari. Sofia tra la fine di maggio e la prima settimana di giugno disloca quattro divisioni di fanteria nello scacchiere Vidin - Kjustendil, la XI divisione in quella di Serres, mentre la X comincia a partire da Catalca e una divisione di cavalleria si mette in marcia verso la vallata dello Stmma. Con battaglioni di deposito, si costituisce la V armata, che rimane a difesa della capitale, e due divisioni a cavallo sorvegliano le vie di accesso (47).

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(46) "Germania e Austria, Turchia e Persia, Cina e Mongolia, Manciuria e Giappone, Stati Uniti e Svezia formano - oltre agli Stati balcanici - un cerchio di frontiere sul quale in ogni settore si presentano problemi, tendenze e aspirazioni che la politica estera imperiale deve continuamente affrontare e, ove possibile, risolvere" (Ropolo, Pietroburgo 17 dicembre 1913).

(47) In merito, per l'aspra contrapposizione tra Bulgaria da una parte e Serbia e Grecia dall'altra, le relazioni dell'addetto militare a Sofia, colonnello Merrone, sono frequentiss i me, quasi giornaliere e circostanziate (14, 15, 16, 18, 20, 22 maggio) No n manca qualche rapporto sulla complessa s ituazione della finanza bulgara, dove in s intesi si evidenziano le gravi difficoltà che il paese deve affrontare anche su questo p iano. La Bulgaria esce dalla guerra contro i turchi già fortemente compromessa nella sua finanza e si prepara alla nuova guerra con gli ex alleati che richiede un nuovo, immane sforzo. Approssimativamente, Merrone calcola (sulla base di notizie e comunicazioni del ministero) la somma spesa in 500 milioni fra riserve di guerra, buoni di requisizione, buoni del tesoro, fondi dati al governo dalla Banca Nazionale (a loro volta provenienti da depositi, Casse d i risparmio, casse pensioni); "con la legge di requisizione il governo ha potuto prendere nella cassa del povero e de l ricco" dice Merrone, il quale rifer isce che dal momento della mobi l itazione tutto si paga con

Antonello Biagini

Nell'arco della prima settimana di giugno tutti i servizi raggiungono la zona di adunata del potenziale scontro con i greco-serbi, mentre ancora il governo e re Ferdinando cerca no ogni mezzo pacifico per ritardare il conflitto e i partiti di opposizione, al contrario, spingono semp re di più verso la gu erra . Il quadro comp lessi vo è preoccupante, tanto che a Sofia si arriva ad ipotizzare un accordo di buon vicinato con gli ex nemici turchi, in funzione antiserba. A tale scopo il gove rno invia ufficiosamente a Costantinopoli Grigor D. Nacovié, che gode della stima e della considerazione dell'ambiente diplomatico ottomano (48).

La Russia propone una conferenza fra i rappresentanti dei quattro alleati, affinché da questa possa scaturi re - se non un accordo.diretto abbastanza improbabile - almeno la decisione di ricorrere a un arbitrato per risolvere le questioni in contestazione; la sede proposta è Pietroburgo, che non viene approvata dalla Bulgaria, contraria pregiudizialmente all'ingerenza del governo russo intanto perché questo (da quanto si conosce in via ufficio sa), prima di addivenire a un arbitrato, ha intenzione di proporre il disarmo, e poi perché esso mira a delineare una frontiera che - pur lasciando Monastir ai bulgari - assegna quasi metà della Macedonia bulgara alla Serbia.

Sulla base di tali considerazioni proseguono i trasporti di trupp e bulgare per l'adunata contro i greco-serbi; in Bulgaria, all' int erno del paese, si innescano proteste contro il proseguimento della guerra in epoca di lavori agricoli, all'interno dell'esercito si verificano atti di indisciplina e ten sioni . L'esercito, ormai, è stanco, povero nei suoi quadri e male assortito: reparti di nuova costituzione si sono aggiunti ai deboli quadri preesistenti, formati in gran parte da ufficiali di riserva, accentuando differenze e diversità di sentimenti e attitudini. Da parte bulgara, ciò rende impraticabile un'attesa troppo lunga in vista dei complicati accomodamenti diplomatici: o si decide per la guerra o bisogna necessariamente procedere a una rapida smobilitazione (49>.

Mentre opera sul piano militare la Bulgaria intanto rispo nd e alla Serbia in merito alle proposte fatte da questa circa la smobilitazione e la rebuoni di requisizioni per un ammoni.are comp lessivo di circa 120 milioni (Sofia, 30 maggio 1913). Con la pace si conferma la perdila da parte della Turchia dei territori a occidente della linea Enos-Midia, Creta viene assegnata alla Grecia mentre rimangono insoluti i problemi connessi alla cessione delle isole dell'Egeo, i confini meridionali dell'Albania e, sop rauuuo, quelli dei nuovi confini tra gli Stati balcani ci.

(48) Merron e, Sofia 1 giugno 1913.

(49) Merrone, Sofia 4 e 6 giugno 1913.

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