PREMESSA LA SITUAZIONE IN ITALIA DOPO LA GUERRA DELLA SUCCESSIONE SPAGNOLA.
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econdo i termini del trattato di Utrecht (1713) e della successiva pace di Rastatt (1714), che posero fine alla guerra per la successione spagnola1, l’Impero spagnolo venne spartito tra potenze maggiori e minori: gli austriaci ricevettero gran parte dei territori spagnoli in Europa (Italia e Fiandra), ma Filippo di Borbone mantenne la Spagna peninsulare e l’America spagnola dove, dopo aver rinunciato ai propri diritti sulla corona francese, regnò col nome di Filippo V, consentendo così il bilanciamento tra le potenze europee. Nel 1714 Filippo sposa Elisabetta Farnese. Vittorio Amedeo II, duca di Savoia in premio della sua fedeltà alla causa alleata contro i Franco-Spagnoli e delle sofferenze subite dai territori e dalle popolazioni del ducato ottenne, per la particolare benemerenza della regina d’Inghilterra Anna, il regno di Sicilia (che comportava l’agognato titolo di re a lungo inseguito) e acquisizioni nelle Langhe e nei territori ducato di Milano (tutte concessioni avversate dall’Imperatore d’Austria). L’Imperatore Carlo VI d’Asburgo dovette ritirarsi dalla Spagna (e avrebbe dovuto abbandonare le sue pretese a quel trono), ricevendo però gli ex possedimenti della Spagna in Italia, e cioè la Lombardia, ed i regni di Napoli e di Sardegna (ma non quello di Sicilia, a cui non voleva rinunciare), oltre anche agli ex Paesi Bassi spagnoli (coincidenti in gran parte con l’odierno Belgio). Nel 1715 l’Imperatore aveva inviato una poderosa armata in Ungheria e sui confini orientali contro i Turchi, che alla fine del 1714 avevano proditoriamente assaliti i possedimenti veneziani in Grecia e sulla costa dalmata. Il Papa chiese a tutti gli stati cattolici una sospensione d’ogni ostilità finché l’Impero era impegnato nella guerra e l’invio di soccorsi alla repubblica veneta in difficoltà contro un nemico dotato di forze soverchianti. 1 La guerra di successione spagnola fu uno dei più importanti conflitti europei combattuti nel XVIII secolo. Il conflitto si originò dalla morte nell'anno 1700 dell'ultimo re di Spagna, l'infermo e senza eredi Carlo II della casa d'Asburgo (in Spagna chiamati Los Austrias); la questione di chi avrebbe dovuto succedergli preoccupava i governi di tutta Europa, e i tentativi a livello europeo di risolvere il problema con una spartizione dell'impero tra i candidati eleggibili (in quanto parenti di Carlo II) proposti dalle casate di Francia (Borbone), Austria (Asburgo) e Baviera (Wittelsbach) fallirono. Sul letto di morte Carlo II decise di affidare tutto l'impero spagnolo al suo pronipote Filippo, nipote di re Luigi XIV di Francia (il Re Sole); con Filippo al governo della Spagna, Luigi XIV avrebbe ottenuto un notevole vantaggio per la sua dinastia andando a occupare due dei troni più potenti d'Europa, un fatto che avrebbe rotto gli equilibri della stabilità europea. Luigi XIV aveva le sue buone ragioni per spingere suo nipote ad accettare il trono spagnolo, ma compì una serie di mosse controverse per tutelare gli interessi di quest'ultimo: inviò delle truppe per occupare i Paesi Bassi spagnoli (la zona cuscinetto tra Francia e Repubblica delle Sette Province Unite, sostanzialmente il Belgio odierno) e, in Italia, il ducato di Milano ed il regno di Napoli; cercò di dominare il panorama delle colonie spagnole americane a spese dei mercanti inglesi e olandesi; si rifiutò di rimuovere Filippo dalla linea di successione francese, riaprendo la possibilità di unire le corone di Francia e Spagna in un'unica monarchia nel futuro (un incubo per molti stati europei). Per contrastare la crescente influenza di Luigi XIV, l'Inghilterra, la Repubblica delle Sette Province Unite e l'Austria, assieme ai loro alleati nel Sacro Romano Impero, riformarono la Grande Alleanza della Lega di Augusta (1701) e sostennero le pretese dell’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, sull'intero possedimento spagnolo per conto di suo figlio secondogenito, l'arciduca Carlo (conosciuto dai suoi sostenitori come Carlo III di Spagna); ciascun membro della coalizione cercò di ridurre per parte sua il potere della Francia, mantenendo la propria sicurezza territoriale e dinastica nonché restaurando e migliorando le opportunità di commercio. Inglesi, olandesi e austriaci dichiararono guerra alla Francia nel maggio 1702. Dal 1708 il duca di Marlborough e il principe Eugenio di Savoia ebbero assicurato la vittoria della coalizione imperiale nei Paesi Bassi spagnoli e in Italia, e sconfitto l'alleato di Luigi XIV, la Baviera. La Francia subì una serie di rovesci militari sul fronte occidentale, ma la sconfitta dei coalizzati in Spagna e l'aumento delle perdite umane e finanziarie spinsero l'Inghilterra a progettare l'uscita dal conflitto, in particolare dopo l'ascesa al potere nel 1710 del Partito Tory. Francesi e inglesi prepararono il terreno per una conferenza di pace da tenersi nel 1712; olandesi, austriaci e stati tedeschi continuarono a combattere per rafforzare le loro posizioni negoziali, ma vennero sconfitti dal maresciallo Villars e costretti ben presto ad accettare la mediazione anglo-francese. Nel 1713 si firmò il trattato di Utrecht, che pose di fatto fine ai combattimenti, e nel 1714 con la Pace di Rastat si fissarono le clausole definitive, che tutti i contendenti dovettero accettare; ma i due trattati non furono in grado di eliminare tutte le cause del contendere. L’Imperatore non accondiscese a rinunciare alle sue pretese sulla Corona di Spagna (e alla Sicilia) e, dal conto suo, Filippo V, senza quest’atto, si rifiutava di ammettere che l’Austria avesse diritto a mantenere le ex-province spagnole in Fiandra ed in Italia. Il re di Spagna acconsentiva solo ad una cessazione delle ostilità in Italia sino alla conclusione di una pace generale.
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