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4. LE NUOVE SFIDE DELLA FORMAZIONE
Nelle Professioni Della Musica
Quando, nel 2000, il dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università Cattolica di Milano, pensò ad un corso di alta formazione per le professioni musicali, fu un azzardo. L’anno dopo, con la definizione da parte del Ministero dei criteri legali per il titolo in Italia, il corso diventò un master universitario di primo livello. Un azzardo perché, conformemente ai miti di cui si diceva in apertura, in Italia si pensava alle professioni della musica come qualcosa di lontano dalla formazione universitaria e culturale. Certo, le scuole di musica, e ovviamente i conservatori, sono sempre esistite. Ma si trattava (e si tratta) di scuole di formazione alla professione di musicista, non di colui che deve gestirne e promuovere il talento. Per di più, in quanto contenuto basso, l’università italiana nutriva diffidenza nei confronti della popular music, marginalizzata e poco trattata tanto nei corsi di laurea, quanto nell’alta formazione.
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Il risultato fu un corso che, primo in Italia, intercettò due richieste: quella delle aziende di avere a disposizione forze nuove, competenti e motivate da far crescere, e quella di studenti che volevano imparare i meccanismi della musica e formarsi in maniera completa per accedere ad un settore del lavoro visto come difficilmente raggiungibile. Nel corso degli anni alcune cose sono rimaste costanti. Nel frattempo è cambiata la nostra relazione con la musica, ma l’idea di poter trasformare una passione in un lavoro è ancora aspirazionale – nel nostro piccolo, lo dimostrano le richieste che ogni anno riceviamo per il Master, largamente superiori ai posti disponibili. In 18 anni abbiamo avuto più di 1500 domande di partecipazione, e più di 450 studenti.
Così come uguale è rimasto il gradino di entrata nel mondo della musica: la comunicazione. Le figure giovani più richieste dall’industria della musica attengono a quegli ambiti, e da lì può cominciare una carriera ed un percorso. Ovviamente, però, oggi “comunicazione della musica” ha un significato rispetto a 18 anni fa, così come le richieste del mercato del lavoro.
Continuano a venire richieste figure come gli uffici stampa, addetti alla promozione discografica, redattori di media musicali.
A cui si affiancano figure da Social Media Manager, gestione della distribuzione digitale. Le competenze di base rimangono: una conoscenza del mercato della musica, sia in chiave storica –per capire come si è arrivati alla situazione attuale – sia in chiave socioculturale, assieme a nuove competenze, la maggior parte incentrate sul digitale, per acquisire una visione a 360° del sistema. Tranne appunto le lezioni con taglio storico, la totalità del nostro Master verte sulla musica digitale, da corsi a laboratori agli incontri con operatori del settore.
Il bello e la sfida di un corso come questo sta proprio lì: nel raccontare, analizzare in diretta i cambiamenti. Metterli in una prospettiva culturale, come ci si aspetta da un corso universitario, ma rimanendo aderenti alla realtà dei fatti e del mercato del lavoro. Perché una cosa rimane valida –la musica è una gran passione, ed è un sogno trasformare questa passione in una professione, anche e soprattutto ai tempi del digitale.
Copyright © 2019 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. ISBN 9788891793546