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4.2 LE PROFESSIONI DEGLI EVENTI CULTURALI di Luca Monti

1. LA FILIERA

La Nuova Agenda Europea per la Cultura presentata dalla Commissione Europea nel maggio 201818, indica tra i suoi obiettivi: “Sostenere l’occupazione e la crescita nei settori culturali e creativi, promuovendo l’arte e la cultura nell’istruzione, aumentando le competenze pertinenti e incoraggiando l’innovazione”. Nelle conclusioni del piano di lavoro per la cultura 2015-2018 del Consiglio dell’Unione e dai Rappresentanti dei governi degli Stati membri, si dice: “Disporre di statistiche culturali affidabili, comparabili e aggiornate è la base per la definizione di solide politiche culturali, e dunque le statistiche costituiscono una priorità intersettoriale nel piano di lavoro…

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”19 Creative Europe, il principale programma per la Cultura della Commissione Europea, nel periodo 2014-2020, lamenta una scarsità di informazioni e dati comparabili sulla cultura; difatti il Rapporto ESSnet-Culture20 pubblicato nel 2012, a cura della stessa Commissione, indica tra le priorità la necessità di studi sull’occupazione culturale coordinati dall’Ufficio Statistico dell’Unione Europea (Eurostat).

18 A new european agenda for culture, Brussels, 22 maggio 2018; https:// ec.europa.eu/culture/news/new-european-agenda-culture_en. La Commissione Europea presentò nel 2007 la prima agenda dedicata al settore, L’Agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione. Il provvedimento avviò importanti processi di cooperazione e diede luogo a tre cicli di Piani di lavoro: 20082010, 2011-2014, 2015-2018.

19 Conclusioni del Consiglio e dei Rappresentanti dei governi degli Stati membri,

Più che in altri settori dell’industria culturale e creativa la ricostruzione della filiera, del mercato e dei suoi attori e delle professioni legate all’organizzazione di eventi culturali appare dunque un’operazione complessa e che richiede preliminarmente una più precisa delimitazione di campo. Cominciamo con il dire che per le successive riflessioni intenderemo per organizzatore di eventi non tanto l’Event Manager del mondo aziendale, corporate e per la comunicazione, ma chi opera prevalentemente nel mondo delsu un piano di lavoro per la cultura (2015-2018) - Priorità e Metodi, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 23 dicembre 2014.

20 ESSnet-CULTURE-European Statistical System Network on Culture, Final Report, 2012; Il documento è il risultato finale del progetto ESSnet-Culture, cofinanziato dalla Commissione Europea.

Copyright © 2019 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. ISBN 9788891793546 lo spettacolo (dal vivo e riprodotto) e nell’ampio mondo dell’arte (design ed eventi espositivi, mostre, istallazioni), nonché al servizio della valorizzazione di siti e beni culturali. Tale insieme di attività tendono ad essere inserite a vario titolo in più ampie categorie ricomprese nei settori delle industrie culturali e creative, la cui definizione e le cui tassonomie sono in continuo divenire (Gallina et al., 2018). In Italia la fonte principale di riferimento è l’ISTAT Istituto Italiano di Statistica con il suo Cultura in cifre. Si annoverano tuttavia complesse serie di dati, non tutti disponibili e utili, e una certa dispersione delle fonti che non sono interconnesse. Un sistema che tenta di armonizzarli fu avviato nell’ambito del Progetto Orma, promosso dalla Conferenza delle Regioni e dal MiBAC21, con l’obiettivo di potenziare gli Osservatori regionali della Cultura e dello Spettacolo (Taormina, 2012). Tra le realtà impegnate in Italia sullo studio dell’economia dei settori culturali e creativi in relazione al lavoro va altresì menzionata la Fondazione Symbola, che ogni anno, in collaborazione con Unioncamere sulla base del Rapporto Excelsior, redige il rapporto Io sono cultura.

Secondo i dati del 2018 (su numeri del 2017), il valore del sistema culturale e creativo ammonta a 92,2 mld di euro, con circa 290 mila imprese che operano nell’ambito core della cultura. Il 42% degli occupati nel comparto culturale e creativo è laureato contro il 21% del resto del mondo produttivo generale. A titolo esemplificativo, le Performing Arts conta- no 140.800 lavoratori e danno luogo ad un indotto di 7,9 miliardi di euro; rispetto all’anno precedente (2016) il numero degli occupati è incrementato dell’8,7%e il valore aggiunto vede un incremento del 9,5%. Le imprese nello spettacolo sono 12.827 (+4% dal 2016), di queste 2.812 a conduzione femminile e sono concentrate in Lombardia, Lazio ed EmiliaRomagna22 .

È diffusa la presenza di formazione (universitaria, professionale, di alta formazione artistica e musicale, post-laurea), ma diverse imprese lamentano la mancanza di nuovi collaboratori che rispondano alle esigenze imposte dalle trasformazioni in campo socio economico e tecnologico emergenti, che investono tutti i processi lavorativi, in particolare l’uso dei nuovi media e dei canali di comunicazione digitale.

Per ciascun settore ATECO23 , si è in grado di ottenere informazioni sul territorio, sugli addetti, le imprese attive e le unità locali riconducibili a settori considerati come culturali. Questi possono includere o escludere un ventaglio di attività molto diverse. Secondo la distinta ATECO2007 i settori riconducibili ad attività culturali corrispondono ai seguenti codici: 58 attività editoriali; 59 attività di produzione cinematografica, di video e televisione, di registrazioni sonore e musicali; 60 generiche attività di programmazione e trasmissione; 90 iniziative creative, artistiche e di intrattenimento; 91 attività di bibliote-

22 Dati Istat.

21 Il “Progetto Interregionale per la realizzazione di Osservatori Regionali nel settore delle politiche per lo spettacolo”, ORMA, fu attivato nell’ambito del “Patto per le Attività Culturali di Spettacolo per il triennio 2007-2009”, sottoscritto nel gennaio 2007 tra il MiBAC, la Conferenza delle Regioni, ANCI e UPI.

23 Si tratta di una classificazione nazionale delle attività economiche in Italia, con una armonizzazione europea ed internazionale. L’ultima revisione è ATECO2007: la versione nazionale della classificazione delle attività economiche (Nace Rev. 2) scritta in ambito europeo e proveniente da quella definita a livello Onu (Isic Rev. 4). ATECO2007 rilegge le varie attività economiche raggruppate, in sezioni (21), divisioni (88), gruppi (272), classi (615), categorie (996) e sottocategorie (1.224).

Copyright © 2019 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. ISBN 9788891793546 che, archivi, musei ed altre iniziative culturali; 92 le lotterie, le scommesse, le case da gioco; 93 lo sport, l’intrattenimento e il divertimento. Per ognuna di queste macro-aree è possibile poi ottenere informazioni di dettaglio. Nelle occupazioni legate al mondo delle attività artistiche e di supporto: gli occupati italiani nelle rappresentazioni artistiche nel 2015 (ATECO 90.01) ammontano a 12.134 addetti con una differenza percentuale rispetto al 2012 del –8%24 .

Si assiste a una diminuzione percentuale delle unità locali che operano nel settore dell’uno per cento. Allo stesso tempo, gli addetti al supporto delle rappresentazioni artistiche (ATECO 90.02)25 nel 2015 sono 8.186, con una differenza percentuale rispetto al 2012 del +9%, aumentano le unità locali del 4%.

ATECO è strumento di approfondimento utile per effettuare analisi sul territorio, ma può dare informazioni riferite ad un livello di settore, ad un codice ATECO e non ad una professione. Possiamo sapere quanti addetti di un determinato settore economico sono in un Comune XY, come quello della categoria edizione di libri (ATECO2007 58.11) o gestione di teatri, sale da concerto e altre sale da concerto a attività connesse (ATECO2007 90.04.0), tuttavia non è possibile conoscere quali professioni culturali sono presenti in questi ambiti. Per quanto riguarda l’occupazione culturale, pertanto, queste informazioni, se utilizzate per fare analisi e confronti a livelli territoriali dettagliati nel corso degli anni, debbono es- sere sempre prese con cautela, considerando che non tutto ciò che rientra in questi “numeri” è occupazione culturale. Ad ogni modo grazie all’elevato livello di dettaglio, di esaustività e di completezza delle informazioni, derivato dal 2004 attraverso un processo di normalizzazione e integrazione delle informazioni provenienti sia da fonti amministrative, gestite da enti pubblici o da società private, sia da fonti statistiche, tale registro costituisce una fonte preziosa per quanto riguarda le informazioni sulle imprese culturali presenti nel nostro Paese.

Per osservare la filiera del mercato delle professioni degli eventi culturali si è scelto di utilizzare, come strumento critico, un percorso formativo che compie venti anni di attività: il MEC – Master in Ideazione e Progettazione di Eventi culturali dell’Università Cattolica26 .

In particolare, nel progressivo emergere di scenari di lavoro sempre nuovi nel mondo culturale, il MEC a cadenza annuale indaga domande e offerte, spazi di proposta, progettualità e strategie di enti pubblici e privati.

Analizzando i processi che caratterizzano la creazione e gestione di un evento culturale si possono identificare tre step interrelati:

1. processi di ideazione o creazione curatoriale o artistica, scrittura del concept di un evento culturale, cosa costruire e per chi. Un committente della pubblica amministrazione, un ente locale come un comune, enti territo-

24 Tra questi addetti rientrano gli occupati nelle seguenti attività: 90.01.01: Attività nel campo della recitazione; 90.01.09: Altre rappresentazioni artistiche.

25 Tra questi addetti rientrano gli occupati nelle seguenti attività: 90.02.01: Noleggio con operatore di strutture ed attrezzature per manifestazioni e spettacoli; 90.02.02: Attività nel campo della regia; 90.02.09: Altre attività di supporto alle rappresentazioni artistiche.

26 Per quanto il campione non sia rappresentativo, esso offre uno spaccato sintomatico dei cambiamenti che dal 2001 ad oggi sono intervenuti nel settore della produzione degli eventi e della valorizzazione dei patrimoni tangibili e intangibili: opere, imprese e istituzioni, territori.

Copyright © 2019 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. ISBN 9788891793546 riali, espressioni locali, da un territorio, oppure un’impresa o una fondazione o una azienda, esprimono in maniera diretta o indiretta un bisogno, una necessità cui l’organizzatore risponde con una idea, un progetto, una prima ipotesi di fattibilità;

2. processi di marketing: analisi di contesto, dei competitor, verificare e studiare strutture e realtà affini a quella del committente che hanno già realizzato eventi analoghi per dimensione e risorse; scandagliare possibilità di approfondimento e di revisione di iniziative esistenti, immaginare non un pubblico ma i diversi pubblici dell’evento;

3. processi di pianificazione e sviluppo: articolazione di una progettualità completa, anche con strumenti di pianificazione lineare, costruzione del budget, l’analisi delle risorse umane ed economiche, piani di fundraising, gestione degli adempimenti tecnico giuridici e amministrativi.

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