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IL TESTIMONE. LUCIO DIONISI

Responsabile media relation Gruppo Credem –

Credito Emiliano

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Quali sono oggi le principali caratteristiche del Media Relator? Relazionarsi con i giornalisti vuol dire prima di tutto sintonizzare il mondo dei media e quello dell’impresa, che spesso viaggiano su frequenze diverse. L’ufficio stampa è il raccordo di questo rapporto e deve fare in modo che sia fluido ed efficace per entrambi. Fondamentale è parlare la stessa lingua: in realtà càpita di sovente che molti accadimenti aziendali non siano notizie, con il rischio che non siano di interesse per i media. E qui il lavoro è mediare, filtrare, proporre soluzioni alternative inquadrando l’argomento, arricchendolo di dettagli, dati e informazioni: in questo ambito sono fondamentali tutte le attività di coordinamento delle varie anime aziendali, insieme all’alta direzione. Il ruolo primario è quindi la mediazione tra l’interno della struttura e l’esterno, mettere in contatto e gestire due soggetti/entità che hanno caratteristiche molto diverse in professionalità, interessi, in tempi, ma anche in visioni differenti: i giornalisti da un lato, le esigenze e i tempi dell’azienda dall’altra. I giornalisti scrivono notizie, vogliono certe informazioni dalle aziende che non sono sempre e necessariamente quello che le aziende desiderano sia riportato o chiesto. Anche i tempi sono diversi: le aziende sono abituate a ragionare in tempi più “lunghi”, le notizie vanno invece a flusso continuo. Anche qui si tratta di mediare tra le richieste dei giornalisti e le legittime aspettative dell’organizzazione.

In che misura e in che ambito questa figura professionale ha subito cambiamenti negli ultimi cinque anni?

I nuovi paradigmi digitali hanno profondamente cambiato le regole del gioco, con nuovi tempi di reazione, differenti modalità di azione e nuovi destinatari finali, fortemente eterogenei. Il cambiamento certamente è stato radicale ma ha portato moltissime nuove opportunità. Si sono creati nuovi canali ed opportunità e la capacità di leggere questi fenomeni e di trovare nuove soluzioni ha portato anche nuovi successi. Dobbiamo comunque sempre ricordare che nonostante tutti i cambiamenti al centro c’è sempre la persona, a cui bisogna sempre guardare per comprendere i fenomeni, i fatti, le organizzazioni e saperle comunicare. Quindi bisogna saper sposare bene gli ormai certificati cambiamenti nella diffusione delle notizie e la viralità delle stesse che si muovono con tempi veramente rapidi. Oggi il metro di misura e “i cronometri” che si usano sono certamente più orientati ai minuti che alle ore o ai giorni. Però non bisogna mai dimenticarci di chi sei veramente e dove vuoi andare, una delle sfide più importanti in un momento di grandi trasformazioni.

Quali nuove professioni sono apparse? Quali professioni sono al contrario scomparse o stanno scomparendo?

C’è una maggiore attenzione a tutte le dinamiche digitali che rimangono un aspetto determinante. Dobbiamo comunque sempre pensare che al centro ci sono i contenuti e ci sono le persone. Bisogna adeguare i modi e gli strumenti che dobbiamo utilizzare; ripensare anche il modello di servizio, quindi sono scomparsi tutti quei modi di interagire dove non si è evoluto il modello di servizio, adeguandolo ai nuovi paradigmi. Più quindi di nuove figure, parlerei di nuove competenze che si devono necessariamente sommare a quelle precedenti, attribuendo correttamente il reale valore ai diversi canali e relazioni, senza farsi influenzare eccessivamente dalle mode, perché non tutto quello che è importante è misurabile, e non tutto quello che è misurabile è importante (questo lo sosteneva Einstein). Pertanto non dobbiamo mai dimenticare che ci sono molte innovazioni

Copyright © 2019 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy. ISBN 9788891793546 che hanno una capacità reale di incidere sui risultati e ci sono molte attività che sembrano tradizionali ma che in realtà se giustamente mixate con adeguati supporti tecnologici possono essere ancora più efficaci di prima. Chi è riuscito a capitalizzare tutto questo e a dare un peso e una priorità senza dogmatismi è sulla buona strada per gestire i cambiamenti.

Quali sono oggi le caratteristiche e le qualità dei professionisti delle media relation?

I professionisti devono avere sempre a mente che la relazione è tra persone. L’aspetto tecnologico è fondamentale. Certamente bisogna essere molto curiosi, bisogna imparare a comprendere e a leggere i nuovi fenomeni evolutivi e tecnologici, riuscendo a capitalizzarli nella maniera giusta, a soppesarli in modo tale da poter sempre massimizzare l’effetto e l’impatto sul nostro target finale che, ripeto, sono sempre le persone: quindi grande consapevolezza delle evoluzioni ma anche fermezza e gambe stabili sul nostro vero obiettivo che è quello di gestire una relazione con persone.

Che genere di qualità e caratteristiche personali risultano premianti del nuovo scenario professionale (competenze di natura tecnica, di esperienza lavorativa, di natura caratteriale)?

Certamente la resistenza allo stress prolungato, la capacità di leggere i fenomeni e, come dicevo prima, di dare loro un peso. Non tutto pesa allo stesso modo, non sempre 1 vale 1. Le caratteristiche personali sono sicuramente la curiosità, il sapersi mettere in gioco, che sembra una banalità ma a volte significa trovare soluzioni originali in controtendenza, che non vuol dire necessariamente cavalcare il nuovo di per sé, ma valutare e capire la reale portata delle innovazioni rispetto alle prassi già utilizzate e riuscire a comprendere dove sia il nuovo e dove siano le sinergie: quindi anche sperimentando, non avendo timore di sbagliare. Sperimentare per poter poi trarre insegnamenti dalle conclusioni, riprovare e ricominciare da capo.

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