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La grande passione per l'aerotecnica

LA GRANDE PASSIONE PER L'AEROTECNICA

Il maggiore Moris, diventato comandante della Brigata Specialisti, acquartierata al Forte Trionfale di Roma, accrebbe la sua libertà di azione soprattutto perché ottenne l'appoggio incondizionato del Generale Durand de la Penne.

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L'aerodinamica non era ancora diventata una scienza; essa traeva le prime leggi dall'idrodinamica da cui mutuava anche i metodi investigativi e di sperimentazione; per questo motivo alcuni ricercatori si dedicavano alla costruzione di idroplani, imbarcazioni dotate di alette idrodinamiche, capaci di "volare" nell'acqua; si trattava degli antenati degli attuali aliscafi.

A Milano, l'ing. Forlanini, ex ufficiale del genio, aveva costruito un idroplano propulso da un'elica marina ottenendo un certo successo. Moris decise di battere la stessa strada per acquisire esperienza nel campo dell'idrodinamica e conseguentemente della aerodinamica; il suo idroplano doveva rappresentare un passo avanti rispetto a quello di forlanini e doveva essere propulso da eliche aeree e non marine.

Egli scelse due valenti ufficiali e li incaricò di realizzare l'idroplano lavorando segretamente in una baracca di legno innalzata a Vigna di Valle, sul lago di Bracciano.

La Sezione Aerostatica, dipendente da Moris, era usa svolgere le sue attività addestrative e sperimentali nel bacino dei laghi vulcanici in quanto dette conche, circondate dall'anello vulcanico del cratere, erano protette dalle brezze e dai venti, elementi questi di notevole disturbo per le ascensioni frenate dai palloni.

I laghi normalmente utilizzati per dette ascensioni erano quello di Nemi, queJJo di Castel Gandolfo e quello di Bracciano; Moris scelse il lago di Bracciano, distante una trentina di chilometri da Roma, perché facilmente raggiungibile seguendo la via Trionfale, la via Cassia e la via braccianese.

Vigna di Valle poteva essere una sede ideale per portare avanti la sperimentazione con i palloni costrniti, a partire dal 1905, nella officina

della Balduina e successivamente nello Stabilimento Costruzioni Aeronautiche della Caserma Cavour.

Dal 1 ° al 6 agosto 1904 si svolsero le prime attività sperimentali con i palloni frenati sulle rive del lago Bracciano.

Poiché il capitano Cesare Dal Fabbro, esperto di aerostati e capo ufficio materiali della Brigata Specialisti, fu richiesto a Milano per collaborare con l'ing. Forlanini alla costruzione di un dirigibile, il maggiore Moris chiamò il tenente Ottavio Ricaldoni a sostituirlo nell'incarico.

Croceo e Ricaldoni furono incaricati di progettare e di costruire l'idroplano lavorando segretamente nella baracca di Vigna di Valle. Croceo ormai aveva lasciato la Sezione Fotografica e si era trasferito alla caserma "Cavour" ove costruì una rudimentale galleria aerodinamica ed una vasca idrodinamica.

La Regina Margherita era appassionata di aeronautica; quando seppe dell'esistenza della galleria aerodinamica, volle andare in visita alla caserma Cavour.

L'austera sovrana, non più giovane, volle affrontare il getto del ventilatore azionato da un motore elettrico da 30 cavalli, ma fu talmente scossa da cadere quasi fra le braccia del collaudatore Gaetano Arturo Croceo.

ell'inverno 1906 Moris trasferì Croceo e Ricaldoni a Bracciano per lavorare nella misteriosa ed improvvisata officina in riva al lago; ad essi furono successivamente affiancati il tenente del genio .\1unari ed il meccanico Angelo Contin.

A Vigna di Valle l'ufficiale più anziano era Emilio Munari, nato a Crispino nel 1865; Croceo ed Ottavio Ricaldoni erano entrambi della classe 1877.

La signora Bice, moglie di Croceo ed autrice del libro; "Questa terra non ci basta", così narrò la nascita dell'idroplano: " ... li problema aereo allora appassionava i due emisferi. Si parlava di un premio di 100.000 dollari, stabilito dalla Esposit:ione di Saint Mouis, per l'apparecchio che avrebbe volato meglio. Piovevano infatti alla Brigata Specialisti progetti più o meno fantastici da esaminare; ed il tenente Croceo, che da quattro anni aveva avuto idee fondamentali sul "segreto del volo", pensava che fosse giunto il momento per realizzarlo e progettava esperienze e progetti costruttivi.

Ma c'erano difficoltà, scarsezza di mezzi, incomprensioni.

Lago di Bnicciano, anno 1907 ldroplrmo Croceo-Rica/doni in corsn n 70 km./1, ..

li maggiore Moris era sempre il suo buon genio ed interveniva a tempo giusto per procurargli i mezzi di lavoro; grazie a lui Arturo poteva concretare i primi studi sulla stabilità delle macchine volanti e progettare un aerodromo sperimentale dove si potevano compiere misure dell'azione dell'aria sui corpi in movim.ento ....

Arturo aveva deciso di affrontare personalmente l'Ispettore Generale Durand de la Penne con un fascio enorme di calcoli ed integrali, per cui S.E. si mostrava particolarmente tenero; dopo di chè questi, commosso, aveva estratto dal suo forziere segreto, di punto in bianco, mille lire, colle quali si sarebbe dato inizio subito alle esperienze aerodinamiche ....

Inviato a Vigna di Valle, Croceo, sollecitato da Moris, pose mano alla costruzione dell'idroplano; Io scafo fu ordinato alla ditta Baglietto; sotto di esso fu installata a prua, una aletta a forma di "V", ma mancante del vertice inferiore. La spinta fu fornita da due eliche a passo variabile a7ionate da un motore Clement Bayard di 120 HP ... ".

Intanto la lil Compagnia, in base agli ordini di Moris, proseguiva le sue esercitazioni con un parco aerostati agli ordini del tenente Ettore Cianetti; dal 27 giugno al 3 luglio la zona di esercitazione fu il lago di Ncmi; dal 5 luglio al 25 luglio il poligono di tiro di Artiglieria di S. Maurizio; dall'l l al 30 luglio il Forte Trionfale per esercitazioni aerofotografiche e fotoelettriche e dal 1 ° al 6 agosto il lago di Bracciano.

Il maggiore Moris era infaticabile nel seguire di persona le esercita7ioni, specie quelle aerostatiche e quelle aerofotografiche.

L'avvenimento più importante del 1904 fu l'inizio degli studi per la costruzione di un dirigibile militare; il maggiore Moris infatti aveva incaricato Croceo e Ricaldoni di progettare un dirigibile che risolvesse in modo completo ed esauriente il problema della navigazione aerea.

L'11 gennaio 1905 la Brigata Mista Specialisti del Genio ebbe l'onore di essere visitata da S.M. la Regina e dalle LL.AA.RR. il Duca di Genova ed il Principe di Udine; il maggiore Moris fece gli onori di casa e mostrò con orgoglio tutte le innovazioni introdotte nel campo dell'aerostatica, della fotografia e della radiotelegrafia.

Fu nel 1905 che Croceo completò la realizzazione presso la caserma Cavour del "Gabinetto di Aerodinamica" consistente in una vecchia tettoia, un ventilatore, una rudimentale galleria del vento ed una vasca idrodinamica del tipo "Froude" lunga 40 metri.

Nello stesso anno Croceo e Ricaldoni costruirono alcune eliche aeree, di due metri di diametro che, mosse da un motore FIAT di 24 cavalli, fornivano 160 chilogrammi di spinta girando alla velocità di 1200 giri al minuto.

Intanto il Conte Almerigo da Schio aveva ultimato la costruzione del suo dirigibile civile "Italia", prima aeronave italiana; egli chiese al Ministro della Guerra l'aiuto di qualche esperto ufficiale del genio e Moris distaccò presso il cantiere di Schio i tenenti Ettore Cianetti ed Emilio Munari.

La costruzione del primo dirigibile militare italiano ebbe inizio verso la fine del 1907, mentre a Bracciano si stava montando un hangar per dirigibili, cioè un vecchio capannone di legno acquistato di seconda mano all'Esposizione di Torino.

Il Re, Vittorio Emanuele II, messo al corre _ nte del progetto, si recò a _Vigna di Valle e, munito di macchina fotografica, scattò varie istantanee sia agli uomini e sia al loro strano battello idrovolante e sia alla baracchetta fatta costruire da Moris, quale embrione del primo cantiere sperimentale aeronautico italiano; con l'occasione la Regina Madre invitò Croceo a tenere una conferenza di soggetto aeronautico a Roma.

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