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IL SINDACALISMO NAZIONALE PER RINASCERE !
Alcuni mesi fa, noi pubblicammo - unici in tutta la stampa italiana l - il progranuna econorrùco dei sindacalisti francesi, per l'immediato dopo-guerra. L'indirizzo generale segnato in quel programma, quando era nelle previsioni comuni un altro anno di guena, viene ripreso in questi giorni, ad armistizio firmato e, si potrebbe dire, a pace conclusa.
È di s o mmo interesse per noi seguirlo attentamente. La Balaille, organo quotidiano sindacalista, continua ad illustrare la tesi del sindacalismo nazionale. L'ultimo numero che ci è giunto, quello del 14 novembre, ha una pagina intera dedicata alla renovalion économique. Si noti: ri.nnova2ione, non rivoluzione. L'articolo di fondo dedicato all'industria francese edilizia è di Chauvin, che è il segretario delb Federazione nazionale edilizia.
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Si comprende che il primo articolo tta.tti il problema edilizio, di una importanza enorme e di una immediatezza per la Francia. L'articolo dello Chauvin comincia con una estesa rassegna di tutte le forze economiche che p osson o accelerare la rinascita della Francia.
Ci pula della Botta mercantile per la quale egli ritiene che « sia indispensabile procedere a una costruzione intensiva >>; accenna a Parigi, porto di al Calvados che dovrà scavare un canale industriale fra Senna e Oise, lungo le rive del quale « sorgeranno rapidamente le officine metallurgiche »; ai porti di Nantes e di S. Nazario; al canale del Mezzogiorno; alla linea d'acqua Svizzera-Rodano-Marsiglia; al « carbone bianco )>. delle Alpi e dei Pirenei che alimenterà le industrie.
Dopo questa rassegna di tutto ciò che può e dev'essere fatto perché la Francia abbia un essor economico di grande portata, lo Chauvin, sindacalista operaio,· cosi si esprime:
«La. necessità di condurre a termine quest'opera. immensa &he farà la PriiTI&ia bella, piM riua ' p;ù grmuie, non deve lasciare indifferenti i capi delle imprese. Il problema della mano d'opera e dei salari si pone già sin da questo momento e dovranno risolverlo al più presto, se non vorranno registn.re il l oro fal limento, ma anche il falli.mcnto delle legittime speranze della collettiviti ». ·
Quali sono le rivendicazioni della classe edile in Francia? Eccole: diminuzione delle ore di lavoro, igiene e sicurezza nei cantieri, ra lizzazione della legge sugli infortuni del lavoro, una base d i regolamento automatiCo per i .salari.
Dopo aver affermato c he se i padroni accetteranno la collaborazione operaia, i due fattori dell'attività industriale si urteranno poco, lo Chauvin conclude con queste parole, nelle quali è ·raccolta !"essenza di ciò che io chiamo « sindacalismo nazionale »:
«La classe operaia, cosciente del compito ch'essa sarà chiamata ad assolvere, vuoi lavontre e produrre. Ma vuole partecipare aJla elaborazione delle condizioni del lavoro».
E questo ci sembra perfettamente giusto. Dal canto suo, il giornale annuncia una serie di numeri destinati a studiare e sistemare i proble mi concernenti Ja renovation tconomique della Francia e o rganizza una inchiesta fra industriali e operai.
Vuol sapere dai primi quali insegnamenti hanno tratto dalla guerra e quali sono le loro disposizioni attuali circa i metodi da applicare e circa il posto ch'essi assegnano al lavoro•.
Vuol sapere dagli operai il loro pensiero circa i metodi industriali e circa il posto che il lavoro deve occupare nella nuova organizzazione.
« 11 <lup lice colpo di sonda che noi gettiamo nel paese - aggiunge il gioc· naie - ci pennetterà dì sapere tra poco qua.Ji sono le nostre reali possibilità di ripresa economica e quale aspetto prenderà domani, in Francia, la questione sociale&,
Nell'attesa di seguire questa inchiesta ci sembra che sia possibile di fissare le direttive essenziali della classe· operaia francese nell'attuale fase del dopo-guerra. Niente rivoluzione politica, niente est:s:emismo, niente espropriazione e n e mmeno lotta di classe, se i capi delle imprf;Se saranno intelligenti. Collaborazione intensa, armonica degli industriali e degli operai, nella produzione; soddisfazione alle « giuste :s:ivendicaz.ioni del lavoro organizzato ».
Queste sono le basi del « sindacalismo n azionale » Non dice tutto il fatto che H quo tidiano del sindacalismo francese si rivolge, per il suo .referendum, tanto ai produttori quanto ai produttori proletati?
Per « rinascere >> bisogna associare tutte le energie.
E in Italia ? C'è, fra le tendenze delle nostre organizzazio ni di mestiere, qualche cosa che rassomigli al « sindacalismo nazionale >> di Francia ? Credo di poter rispondere a.ffermativamente. Il recente con· gresso nazionale dei metallurgici ha stabilito queste affermazioni pro· grammatiche:
1. Il più alto rendimento dell'industria è un fatto da realizzarsi nello stesso interesse degli operai e nell'interesse della società; z. Gli operai vogliono il maggior rendimento dell'industria conciliato col maggior salario e il minore sforzo fisico p er essi;
3· I risUltati delJa guerra debbono accertare il realizzarsi delle condizioni atte ad instaurare un regime socialista; e una delle principali condizioni consiste nel risolvere felicemente H problema della maggior pro.duzione. Il socialismo deve essere, prima di tutto, un modo di riorganizzare i rapporti economici secondo la legge del loro massimo rendimento col minimo sforzo.
4· Nessuna compartecipazione degli operai a,i problematici redditi dell'industria, nessun azionariato proletario. I lavoratori debbono mirare alla incessante sopravalutazione reale, politica, morale e sociale del lavoro e allo sviluppo intenso delle loro capacità tecniche di produttori e di organizzatori del processo capitalistico, in maniera da trovarsi pronti a gestirlo per proprio conto appena le circostanze lo consentano.
Non ci sono in questi comma tutte o gran parte delle idee che io ho illustrato in questi ultimi mesi?
Ormai è chiarO che ci troviamo in p resenza di due fenomeni: c'è il socialismo politico ef.!1inentemente « distruttivo », c' è il sindacalismo nazionale «creativo». Vi sono da una parte i borghesi profes· sionali del socialismo, che pur di « sperimentare >) le loro tesi, non arretrerebbero dall'acuire la crisi economica e sociale provocata dalla guerra e farebbero, necessariamente, precipitare le società europee in pieno caos; vi sono, dall'altra parte, le organizzazioni della classe operaia che respingono le confuse e stolide « anticipazioni » della politiCa socialista, in quanto sentono che il capitalismo ha ancora una funzione da compiere e che l'avvent o del proletariato deve dal basso, non dall'alto, a colpi di decreti di un governo politico di socialisti tesserati.
Dinanzi a questa antitesi che si delinea netta, frà socialismo politico e massa operaia, la nostra linea di condotta è segnata. Combattere senza tregua il partito politico che continua la sua sordida spc- culaz.ione ai danni della classe e appoggiare, come dicono i sindacalisti francesi, le « giuste tivendìcazion.i del proletariato organizzato ». n socialismo politico, tremendamente battuto dalla concio· sìone vittoriosa della guerra, vottebhe sabotare la pace; le orgarùzzazloni operaie v ogliono invece lavorare, insieme colle classi industriali, perché sia sollecita la rinascita dalle rovine accumulate in cinque anni d i guerra mondiale. La malvagia genia dei socialisti ufficiali. tanto in Italia come in Francia, vorrebbe « nidificare >> sulle rovine; la classe Operaia, invece, rimbocca le maniche e chiede di riprendere in condizioni più umane l'opera di pace e di vita., Il « sindacalismo nazionale» è la campana a morte per tutti i parassiti, quelli del socialismo in: prima fila. È il sindacalismo nazionale che farà anche l'Italia più bella, più viva, più grandè.
Mussolini
Da Il Popolo d'IuJia, N . 319, 17 novembre 19l8, V.