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NON DILAZIONI !
Quel perfido e tenace nemico dell'Italia che risponde al nome di Wickham Steed, direttore del Times, ha tentato di vibrare contro di noi uno di quei colpi mancini, pei quali è già salito in grande e meritata fama. Ha mandato da Parigi al suo giornale una nota nella quale si lasciava divedere che la conferenza di Parigi avrebbe diviso i problemi della pace in due categorie: quelli urgenti e quelli che a giudizio dello Steed urgenti non sembrano. Pare che altri giornali dello stesso calibro e sostenitori del famelico imperialismo jugoslavo abbiano adottat o l'identico punto dì vista. I problemi urgenti sono quelli che si riferiscono alle frontiere tedesche tanto ad adente come ad occidente. Tali problemi, che interessano in particolar modo la Fnncia e l'Inghilterra, avrebbero la precedenza su tutti gli altri. Ci sar ebbe una prima pace, immediata, che fisserebbe le nuove frontiere germaniche fra pochi giorni, entro il mese; ci sarebbe fra sei mesi o fra un anno la seconda pace, queUa che dovrebbe sistemare tutio il resto d•Europa.
Questa procedura tortuosa, patrocinata dall'italofobo Steed, ha un solo scopo: quello di rendere sempre p iù complicate le situazioni nel sud-oriente eur opeo e di dare u n più lungo lasso di tempo ai jug oslavi per or ganizzare nuovi intrighi diplomatici o fors'anche per completare la loro preparazione militare contro l'Italia. Il nazionalista e imperialista Steed, che svalut a nelle colonne del suo giornale quel movimento egiziano che meriterebbe, almeno da parte italiana, una maggior simpatia, è capace di tutto. Ma noi speriamo che la delegazione italiana punterà i piedi e ricorrerà a tutti i mezzi se sarà questione di Subire o non subire questo vero, proprio e iniquo ricatto. Basta di diminuzioni e di sfottimenti all'Italia, che ha dato molto più sangue dell'Inghilterra l La pace italiana non dev'essere dilazionata. È ora di dire qualche forte verità a certi nostri alleati che ci guardano ancora dall'alto, come poteva accadere ai tempi di Lamartine l Si è detto - e tutti i giornali d "ltaJia lo hanno pubblicato - che le questioni riguardanti la Fn.ncia e l'Italia sarebbero sul tappeto verde contemporaneamente e che contemporaneamente sarebbero state risolte. E mai possibile che l'Italia.·sia esclusa dai preliminari di pace collo specioso pretesto che le sue rivendkazioni feriscono l'imperialismo della Serbia che ci fu alleata e di quei cari croati che, dopo averci massacrato pet si sono - sl e nO -con· fusi colla Serbia ? Questa ipotesi è veramente assurda, ma ulvolta la realtà è l'espressione di ciò che fu considerato assurdo. Sino a prova noi ci rifiutiamo di credere che l' Italia sarà umiliata e vilipesa
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2. tal segno.
La delimitazione delle frontiere italiane, non soltanto al nord, ma ad oriente, non deve soffrire indug i. È tempo di concludere. È tempo di sapere se i nostri diritti sacri- saranno mutilati - grazie a nche alla misteriosa canagliesca attività' dei rinunciatari italiani - o se invece, come pare, saranno rispettati. Se la Francia ha bisogno di vedere una buona volta fissati i preliminari di pace, tale bisogno è ancora più imperioso per l'Italia che deve riprendere a vivere e a lavorare perché sui cento miliardi della sua ricchezza nazio nale, ben set tanta li ha gettati nella fornace. Questa crisi fra guerra e pace non può « cronicizzarsi )), specialmente per noi. Se gli altri hanno fretta, noi abbiamo ancor più fretta. La nostra situazione alimentare non rassa· miglia nemmeno da lontano a quella francese o inglese. Noi soffriamo ancora quasi tutte le privazioni del tempo di guerra. Questo r egime d'armistizio che non accenna a finire paralizza tutta la nostra vita nazionale e solo un autentico nemico feroce dell'Italia, come Wickham Steed, direttore del Times, può pensare pazzescamente di prolungarlo per l'eternità. Noi pensiamo, con tristezza, chç lo Steed ha dei complici in Italia, ma tuttavia vogliaffio credere che il suo articolo sia stato una specie di colpo di sonda, perché se esso rispondesse a un dato di fatto e fosse realmente nell'intenzion e delle altre delegazioni di trattare l'Italia come la serva, si potrebbero piantar su a furia d i ·statuti tutte le società delle nazioni dell'universo, ma mancherebbe alla loro vita il calore dell'amicizia, 4ella simpatia e della lealtà. Il popolo italiano, che ha fatto il suo dovere e lo fa ancora, non vuol essere trattato da meno degli altri. Lo ricordino i nostri plenipotenziari e lo sappiano anche gli Alleati. MUSSOLINI