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DAGLI ARMISTIZI ALLA CONFERENZA DELLA PACR 19
il Comando Supremo della marina austriaca cedeva la flotta al Consiglio nazionale jugoslavo. Noi ci spieghiamo l'atto del Comando austro-ungarico. Era l'ultima vendetta, l'ultima frode, l'ultimo dispetto. Ma non ci spieghiamo in alcun modo l'atteggiamento del Consiglio nazionale jugoslavo. Il quale accetta l'abusiva, fraudolenta donazione e fa issare su tutte le unità della flotta la bandiera jugoslava. È enorme l C'è di più. Sapete qual stato il primo atto diplomatico del Consiglio nazionale jugoslavo? È stato pubblicato dal D!mocrate, giornale sv izzero, che se ne dimostrava altamente scandalizzato: una protesta .formale al Governo italiano per l'affondamento della Viribsu Uniti!
La condotta dei comitati jugoslavi imperversanti nel Triestino, a Fiume, nell'lsuia, in Dalmazia, viene lllustrata in questi giorni dai quotidiani italiani e l'impressione generale è questa: che noi - come al solito incorreggibili ingenui e idealiSti - ci siamo scaldati nel seno una vipera velenosa alla quale bisogna ·strappare il dente mortifero.
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Noi non esageriamo le difficoltà, ma n on ce le nascondiamo. L'Ital ia deve parlare chiaro e forte: a a Parigi, a Belgrado e a Praga. Amicizia con tutti, ma sopraffitzioni e violenze da nessuno.
Ancora una vo1ta, e - ahimè l - non sarà l'ultima, chiediamo che il Governo governi e sia. all'altezza della situazione non solo a Roma, e d v uoi poco, ma a Gorizia, a Trieste, a Fiume, nella Dalmazia, dovunque sono giunte le bandiere d'Italia non a sventolarvi per un giorno o per un mese, ma per sempre.
MUSSOLINI
Da Il Popolo d'Jt(4/ùt, N . 321, lO novembre 1918, V.
PREOSIAMO!
La discussione. attorno alla «Costituente)) dell'interventismO italiano, che diverrà, per necessità di cose, la Costituente del popolo italiano che ha voluto, fatto, vinto la guerra, procede animatissima. Tutto ci permette di credere che l'iniziativa sarà coronata dal più g rande successo. Noi ci me ttiamo tutta la nos tra fede. Ma sin da questo momento, vogHamo chiarire il senso della parola Non si deve p ensare che noi vogliamo riprendere - sit el sùnplitiltril grido di Pantano. N on sì deve pensare che noi vogliamo dare un'etichetta repubblicana al m ovimento che stiamo creando. Non a bbiamo pregiudiziali e ci vantiamo di non averne. Non abbiamo pregiudiziali repubblicane e nemmeno monarchiche. Ci permettiamo di sorridere dinanzi a certe manifestazioni di per cui bisogna fare la repubblica semplicemente per non rimanere indietro alla Germania o all'Ungheria. Ciò è stolto. Noi faremo la repubblica quando il cambiamento nelle istituzioni· ci sembrerà necessario per assicurare lo sviluppo nazionale. Prima, sarebbe un inutile e pericoloso gioco. E allora che cosa è questa n ostra « Costituente» attorno alla quale lavoriamo con il solito fervore e Ja soHta passione?
1. La << Costitueflte·» è un'assemblea, che sarà convocata a Milano in epoca da fissare e che molto probabilmente, preceduta da convegni regionali dì preparazione.
2 A questa assemblea - le cui modalità e forme saranno bilite a suo tempo - potranno intervenire - singolarmente o come delegati di gruppi o di associazioni - tutti coloro che si trovano nel nostro di idee.
3· A que_sta assemblea saranno presentati i problemi e le zioni dei problemi fondamentali della vita nazionale.
4· Da questa assemblea uscirà l'antipartito, cioè una associazione che non avrà nessuno dei caratteri dei vecchi partiti. Quest'associazione diffo nderà, illustrerà, imporrà Ja soluzione dei problemi. Alla maggiore o minore capacità di adattamento delle vigenti istituzioni, ai nostri programmi rinnovatori, porrà quasi automaticamente, o non porrà, almeno per qualche tempo, il problema della forma p olitica dello Stato. ·
Ciò precisato, la questione di attualità impellente quella della partecipazione delle classi lavoratrici italiane aL Congresso della Pace. In massima siamo tutti d'accordo. Il lavoro, attraverso i suoi rappresentanti organizzati, non può essere tenuto lontano dall'imponente elaborazione della pace riazìonale e umana.
Noi proponiamo ed invitiamo il Fascio popolare di difesa nazionale a prendere atto della n.o stra proposta, che alla Missione italiana destinata a trattare la pace a Versailles, venga aggregata una Sezl_one del Lavoro. È chiaro che la Missione si dividerà in tante Sezioni quante sono le questioni singole da trattare al Congresso della Pace. Una di queste Sezioni può essere del Litvoro, cioè, dei rappresentanti delle classi lavoratrici organizzate.
I delegati del Lavoro, da aggregarsi alla Missione italiana, dovrebbero essere scelti : a) nella C. G. del Lavoro, nell'Unione Italiana dd Lavoro, nelle organizzazioni cattoliche; b) nelle orga"nizzazioni cooperative; t) nelle mutue. Cosl il lavoro organizzato nella sua triplice manifestazione, del1a resistenza, della cooperazione, della mutualità, sarebbe a fianco dei nostri plenipotenziari per la trattazione dei problemi interriazionali del lavOro. Il Governo potrebbe aggregare a questa Sezione del Lavoro alcuni studiosi del m ovimento operaio e della questione ·sociale.
Se a Versailles si dovessero discutere soltanto proble mi politici e militari, si potrebbe dissentire dalla nostra proposta: ma a Versailles è tutta la vita dell'Umanità, nei suoi molteplici aspetti, che dev'essere rielaborata dal profondo e in maniera duratura. Se le massse del popolo hanno dato infinito sangue alla g uerra e alla vittoria, è giusto ch'esse abbiano una loro diretta rappresentanza al Congresso della Pace. '
Se l'on. Orlando accetterà quest'ordine di idee, noi potremo salutare in lui l'uomo dei «tempi nuovi » l
MUSSOLINI
Da 11 Popo/() d'/Jaiia, N , 321, 20 novembre 1918, V,