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PER I SUPERMUTILATI

Il Pensiero Di Leonida Bissolati Contro Una Tesi Reazionaria

Alla lettera da noi direttagli pubblicamente, il ministro delle Pensioni on. Bissolati, risPonde colla lettera che ci affrettiamo a stampare. Sapevamo che non invano avremmo fatto appello al suo gran cuore e soprattutto al suo altissimo senso di venerazione e di simpatia per quei soldati d'Italia ch'Egli ha conosciuti; coi quali ha vissuto e versato il sang ue nelle gole e sulle vette del Monte Nero. N o i prendiamo atto e con noi prendono atto gli ultrainvalidi o supermutilati delia dichiarazione che la pensione attuale è tropp o meschina per essere considerata definitiva. Come ben scrive Bissolati, il « dovere e il sentimento nazionale » dovranno andare oltre nelle loro espressioni. Bisogna dare di più, molto di più. Le otto lire al giorno che qui sono state proposte, non devono essere considerate « dehnitive >> quantunque rappresentino il doppio dell'attuale pensione giornaliera. Non spetta a noi stabilire Ie cifre Noi , neJia nostra funzione di giornalisti combattenti e trinceristi, ci limitiamo a formulare il voto che i buoni propositi del ministro Bissolati non tardino molto a tradursi n ella realtà delle cifre. Non c'è denaro sufficiente a pagare il sangue. D'altronde i mutilati e supermutilati h anno una coscienza temprata alla scu ola del sacrificio e del dovere e n on chiedono l'impossibile. Chiedono di pòter vivere dignitosamente e tranquillamente, nella Patria ch'essi hanno fatta' più grande e ,più libera.

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Caro Mussolini, Voi sapevate, dirigendomi la vostra lettera pubblica per la ·soprapensione ai «grandi invalidi », che io non avrei p otuto, che nessuno potrebbe d issentire da q uel che avete scritto.

E benché ora quei martiri nostri abbiano assicurato il diritto non soltanto a11a modesta pensione da Voi indicata, ma anche all'assegno di assistenza, nonché a particolari forme di aiuti da parte dell'« Opera Nazionale per gli Invalidi di Guerra », sono convinto che queste non pouanno essere le definitive espressioni del dovere e del sentimento nazionale.

Vostro cordialmente

Romtt, l diumbrr 1918

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