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FRA I NOSTRI FRATELLI RIMPATRIATI

La Mia Visita Al Campo Dj Gossolengo

·Sono andato anch'io al di Gossolengo, ormai -famoso in tlltta Italia, forse perché si trova a due o re da Milano. Non facci o della prosa descrittiVa. Sono stato in questo senso preceduto, egregiamente preceduto. Dò delle info rmazioni, deUe cifre. Voglio rassicurare coloro che attendono. Niente colore. Fatti. E dico .rubi/o che la situazio ne gen erale è 1/raordinariamenle migliorata e che i naufrag hi" della prima ora, gettati sulla n ostra spiaggia in condizioni miserrime, sono oggi dei g rigio-verde che hanno in tutto l'aspetto dei soldati d'Italia. Ho parlato col generale Ibbas, comandante del campo. È un uomo ancor giovane. Combattente .sul Grappa. Un bel petto di nastrini. Conosce i soldati. Egli mette, nella nuova funzione difficile e delicata che gli è stata commessa, tutta la sua energia, tutta la sua intelligenza, tutto il suo cuore. È coadiuvato efficace mente dal colonnello Scala, capo di stato maggiore.

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Riferisco quanto ml hanno detto. Nessuno ha il diritto . di dubitate della loro parola. Sono due ufficiali e due gentiluomini.

Tende Di Fanteria

Cominciamo dagli accantonamenti. Quando, nella prima quindicina di novemb re, i treni rovesciarono a Piacenza, a decine a decine di migliaia i nostri fratelli prigionieri reduci dall'Austria, non fu sibile accantonarli tutti. Furono piantate le tende di fanteria. Di notte, con quel telo sottile, faceva freddo. I soldati battevano i denti. Non avevano coperte. Non erano vestiti. Ogg i quasi tutti sono ricoverati in accantonamenti, che sono certamente meno comodi di una camera col termosifone, ma dove è possibile dormire senza pericolo di r imanere assiderati. Gli altri d ormono sotto le gran tende alpine, sulla paglia, a gruppi di venti o . trenta. La paglia delle vecchie piccole tende è stata bruciata. Si vedono infiniti quadrati di cenere nera su tutta la vasta superficie del campo. Il generale mi ha dato l 'elenco della slocazione di tutti i reparti, coi nomi dei cascinali dove sono alloggiati i soldati. Mi dispenso dal pubblicado.

Rancio

Siamo a posto. Il disordine dei primi giorni, inevitabile, è scomparso. Il generale Ibbas ha vuotato i depositi delle città limitrofe e raccogliendo tutto il necessario - dalla legna alle marmitte - ha piantato le cucine. I soldati, alla mattina, ricevono la solita tazza di caffè nero. Hanno quindi il rancio regolarmente come tutti gli altri soldati dell'esercito. La pagnotta è di 6oo grammi. Noto che le facce dei ritornati, non hanno più l'orribile pàtina della fame. Interrogo qualcuno e la risposta è unanime: ora, si funziona l

Disoplina

Il contegno di questi rimpatrìati è -ottimo. Nessun fermento « politico>> nella massa. Tanto è vero che non ci sono forze militari di sorveglianza. Di carabinieri non ci sono che i due adibiti ad ogni comando di reggimento e- qualche pattuglia che batte la periferia. Del resto l'atteggiamento dj questi nostri reduci è assolutamente esemplare. Attendono con calma e con fiducia perché sanno che il loro turno verrà. Chi è stato in trincea sa che cosa significa la parola È una parola «magica)), Ricordo che alcuni miei vecchi dell' 84, sapevano in gennaio a chi sarebbe toccata la guardia nella tal trincea, nel tal punto, nella tal « quota>>, di H a tre mesi. Non sbagliavano. Era la rotazione automatica del turno . Il «turno» era il dio. E si capisce l Voleva dire il riposo o il combattimento, la vita o la morte I Quando il « turno >) funziona, il ttincerista non ha più impazienze. Attende. Sa che la ruota girerà anche per lui l

Condizioni Sanitarie

Condizioni sanitarie buone. Sopra ·una massa che supera i 40 mila uomini, gli « spedaliz:zati »non sono mai più di trenta al giorno. Quelli che !< marcano » visita, variano fra i 1 oo e i xz.o quotidiani. POchissimi l Nei primi giorni, era tutt'altra faccenda. Ma era lo sfinimento del viaggio e la fame lungamente patita. Di malattie infettive, epidemie, come tifo, colera e qualche altro morbo nessuna traccia. La l ibe rtà è una gran 'medicina l La speranza del prossimo ritorno a casa, fa dimenticare tutti i dolod, anche fisici l

Ordinamento Del Campo

L'ordinamento del campo mi sembra molto razio nale. L'abbiamo anche noi, quella famosa capacità « organizzativa>> che sembrava un privilegio esclusivo della razza botht . 11 campo è stato diviso tante sezioni, dislocate sopra un territorio vastissimo che tocca il Po e la Trebbia. Tutto funziona come in una grande unità mobilitata. Le sezioni dispongono delle loro rispettive sezioni di sussistenza e di sanità. Nelle sezioni i soldati vengo no raccolti secondo i distretti che sono serviti da determinate linee ferroviarie . Questo per facilitare l'invio in licenza. Le sezioni si compongono di r eggimenti, al c o mando di c olonnelli; e i reggimenti si dividono i n battaglioni e rispettivamente in compagnie, plotoni c squadre. Tutto ciò serve ad accelerare enor· memente il complesso di operazioni che vanno dal bagno alla vesti· zione, all' i nterrogatorio e terminano coll'invio in licenza.

Io sono un documentista. Ho documentato al generale Ibbas le cifre. Eccole. Sono confortanti. L'invio in licenza è cominciato col z9 novembre. Sino al 7 dicembre, i soldati partiti per la licenza etano esattamente 12.908. Ieri (8 dicembre) ne partivano 1739· La strada da Gossolen go a Piacenza era brulicante di soldati. I militari lavati e vestiti sono 27.320. QuelJi interrogati 2..4.839· Ogni soldato che va in licenza, riceve aUa mano lire so, pari a giornate 2.5 di trasferta, e il viaggio, naturalmente, g ratuito . Il generale lbbas mi assicura che la cifra di 1739 sarà superata· se aumenteranno le disponibilità ferroviari e. Intanto, o ltre alle tradotte, i rimpatriati vengo n o caricati anche su t reni ordinari, in tutte le direzioni. Molti hanno r aggiunto le loro case a piedi.

Colloqui

Non ho visto tutto il campo. Ci vuole u na giornata d'automobile. Mi sono recato nella sezione più vicina, quella dell'artiglieria da montagna. I soldati fanno gruppo. Escono dalle tende. Uno indossa un bel paio di pantaloni rossi. U no che si presenta con un berretto austriaco, viene urlato;

-Come va?

-Meglio.

- Come andava in Austria?

- Pasticci. Fame e legnate.

- Quali erano i più cattivi fra i vostri sorveglianti ?

- Ungheresi e bosniàci (mettono l'accento su ll'a).

- Che cosa vi davano da mangiare ?

- Broda nera alla mattina. Una zuppa a mezzogiorno, fatta non si sa come, Una pagnotta di zoo grammi. Per fortuna le donne delle terre invase d davano qualche pezzo di polenta. Bisognava lavorare giorno e notte come cani.

- Che cosa dicevano dell'Italia?

- Italia Knput ! ... (vinta, e rovinata).

-E adesso?

- Speriamo di tornare presto alle nostre case.

Quel Che Resta A Fare

La perfezione non è di questo mondo . C i sono altre questioni che interessano gli ex-prigionieri e che devono essere risolte. La questione della moneta è una di ·queste. G li ufficiali, ad esempio, sono stati raccolti a Parma e non vengono mandati in licenza. Perché? I nvochiamo un provvedimento che abolisca il divieto. Gli ufficiali, come i soldati, hanno diritto di avere i q, i 25, e 30 giorni di licenza. Credo anche che l'invio di conferenzieri al campo, sarebbe gradito e .utile al « morale >>. Ma bisogna mandar della gente della trincea, che conosca i soldati e sappia evitare di battere sui tasti stonati. L'« Imca » fa molto. Presto sorgerà a nche una <<Casa del soldato>>. Ci sono anche delle cantine.

Quello che mi preme di dichiarare con piena coscienza e previa v isione delle cose è che le autorità militari preposte al campo fanno H p ossibile e l'impossibile per rendere breve il soggio rno e per trattare i soldati con senso di camerateria e di umanità.

Deve finire la speculazione ignobile di certa gente che si è bUttata sugli ex-prigionieri alla guisa degli sciacalli immondi, t entando di deViare verso l'Italia quell'odio che i nostri fratelli sentono profondissimo e imperituro per l'Austria infame.

MUSSOLINI

Da Il Popolo tl'ltaiia, N. ;40, 9 dicembre 1918, V.

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