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CAVALLINEIDE

Manovre E Calunnie

l processi in Italia, anche quelli per alto tradimento, non perdono mai il carattere di buffonate più o men o tragiche.

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Il 5 corrente si è iniziato a Roma il processo contro i compo-nenti Ja banda Cavallini.

Sia mo al 12. e in sette g iorni di dibattimento la causa .non ha avanzato di un passo. Siamo ancora agli incidenti proc-edurali, prospettati con serie di discorsi che non finiscono mai. In Francia (il processo Bolo informi) a questa ora Cavallini avrebbe ricevuto quel tanto di piombo che gli spetta; in Italia accade che Cavallini dirige, a mezzo dei suoi legali, quasi quasi il dibattimento e cerca i più miserabili dei « diversivi)> per dépitter la giustizia. Uno di questi diversivi è la rivelazione dell'avvocato Vairo, concernente l'ing. Pontre moli, direttore del Secolo, il quale secondo un rapporto confidenziale dello Stato Maggiore francese · in data. 18 ottobre 1917 avtebbe ricevuto mezzo milione di franchi da Bolo pa.scià a mezzo di un certo Astrue, che appare irreperibile, perché non esiste. Contro la calunnia che sarebbe grave, se non fos se soprattutto grottesca, protestava ieri il Se&olo con una nota vibrata ed esa urie nte. Vorremmo aggiungere, superflua. Nessuno beve a certe fontane. N essuno osa raccogliere certi rifiuti. E il pubblico è abbastanza intelligente per sventare il trucco, per comprendere che avvocati e clienti tentano di imbrogliare la matassa, perché se è difficile salvare un vivo, è ancora più difficile salvare un morto.

Per noi il Cavallini è un condannato: non solo, ma un fucilato. Che la sentenza non sia stata eseguita, poco importa; lo sarà, I n ogni caso è stata pronunziata.

Ora è semplicemente intollerabile che i processi italiani, invece di accettare e punire i colpevoli, prestino agli stessi l'occasione per diffamare i galantuomini e creare l'atmosfera me.fitica dello scandalo e del sospetto.

Noi non abbiamo bisogno attendere i risultati dell'inchiesta che il Secolo e giustamente reclama, per convincerci dell'as- soluta correttezza del vecchlo organo d ella democra2ia milanese che ha combattuto con noi e con impeto non inferiore al nostro la buona battaglia per l'intervento italiano: solo diciamo che è tempo di fin.ida con questi sistemi, che non salvano i traditori, ma non aumentano certo il prestigio della Giustizia italiana.

Mussolini

Da Il Po polo d'Italia, N. 343, 12 dicembre 1918, V.

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