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[AI BERSAGLIERI DI TRIESTE] *

Compagni d'anm l

Io non avrei osato parlare a voi, se non fossi stato uno dei vostri sui campi di battaglia. Sento di aver compiuto come tutti voì il mio dovere di soldat o. La guerra è finita, la pace sta per sopraggiungere e sarà pace giusta, pace vittoriosa, pace da vincitori. Perché, è· bene che lo sappiate, perché è "bene che io ve lo ripeta, noi e i vostri compagni abbiamo vinto da soli l'esercito p iù fort e che ci fronteggiava, · abbiamo sconquassato d a soli l'Austria che minacciava dì travolgerei, abbiamo, per virtù di b:ùo nette e d i cuore, rotto le ginocchia all'Impero più feroce del mondo che ci premeva lo stom aco e d strozzava la gola da più che cinquant'anni. Tutto ch'era possibile fare - voi e noi - lo abbiamo fatto. Tutto eh"era possibile soffrire -voi e n oilo abbiamo sofferto. Tutto quello che era possibile di dare - noi e voi -lo abbiamo dato. E la battaglia dei tre anni fu vinta. La p iccola baionetta italiana ha trionfato del pesante cannone e .della corda austriaca. Presto ritornerete a casa. E come sarete in pace, come ripren derete le feconde e pacifiche g are del lavoro, voi ritroverete subito i parassiti, i vigliacchi, g li imboscati, coloro che rimasero imboscati mentre morivate di fuoco e di freddo, che tenteranno di svalutare la vittoria, che tenteranno di svalutare il vostro sforzo, che cercheranno di convincervi che v i siete battuti per i sig nori, per ì padroni, per ingrassare gli ignavi. ·Ebbene, no. Reagite. Passate a vie di fatto. Ricacciate nella gola dei vili l'insulto e l'insinuazione.

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In sintesi rapida e chiara l'oratore upone quindi i motivi che ci .rpùuero di pieno diritto-a metterei dalla parie dei combattenti, per la libertà dei popoli e p er la giu!litfa i rievoca i morti del Car!o, descrive gli !forzi eroici del nostro popolo, ed upone i dirit# che - oggi - tkvono avere i ·:omballenli della buona battaglia.

• Riassunto del disco-rso pronunciato a Trieste, nel cortile della caserma «Guglielmo Oberdan »,sede della rv brigata beuaglieri, la mattina del 21 dicembre 19 18, dieuo invito del comaridante la brigata, generale Coralli, (Da Il pqpolo d'llalia, N. 356, 25 dicembre 1918, V).

Avete spesa la b uona e sacra moneta del sangue, e avete a,cquistato dei diritti. Io vi prometto so lennemente che nessun o te nterà di xubarvi quanto è vostro. Vi prometto sole nnemente che io difenderò, colla penna e con ogni altro mezzo , quanto vi appartiene. Prima voi, dopo g li altri. Il lavoro Vostro n on potrà più essere quello di ieri. Dovrà essere un -lavoro senza mise ria, una fatica senza abbrutimento I parassiti della guerra dovranno çedervi il passo. E se in Italia quelli che non h anno combattuto o ra si agitano per arraffare quanto voi avete diritto di avere, io e voi glie lo impediremo ad ogni costo, perché il sangue versato deve domani pesare sui diritti e sui doveri di ogni cittadino.

Compag11i !

Ricordatevi sempre dei morti. Ricordatevi sempre del vostro martirio. Ricordatevi sempre che hoi siamo un grande popolo intelligente. E t ali dovremo sempre essere anche in pace. L'Italia è il paese del- . l 'avvenire. E l'avvenire è nelle vostre ·mani e nella vostra anima di soldati (U11 applaliiO .fcrouia,te' rcoppia dalla itJ1mensa folla an11ata che invade ìl cortile Malgrado la tenuta di gfterra e il fucile, i soldati acda111ano il direi/ore del « P opolo » entnsia.rlicai1Jenle. Il generale Coralli gli offre un garofano rouo. Sifllbolo audace e gentile che· Mus.rolini accella sorridendo> , C01!11!1bS.!O).

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