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PRIMO DELL'ANNO PRIMA DIVAGAZIONE

Il confronto tra dò che è avvenuto i n questi giorni in I nghilte rra e in Francia e quello che è avvenuto in Italia ci riempie di umiliazione profonda. Osiamo credere che questo nostro senso di umiliazione sia condiviso da grandi masse di cittadini.

In Francia e in Inghiltecra, nella pri ma a mezzo del Parlamento, nella seconda a mezzo di una consultazione eletto rale a base totalmente universale, i dttadini si sono raccolti con un plebiscito attorno ai Governi che devono fra poco imprendere le trattative supreme di pace. I Governi stessi si presentano compatti, concordi, forti di questa immensa solidarietà popolare, alle as sisi imminenti.

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In Italia, invece, quale desolante spettacolo l Noi non sappiamo ancora per quali reali motivi l'an. Bisso lati abbia -rassegnato le dimissioni. L'an. Bissolati, che noi abbiamo invitato formalmente a parlare, non ba ancora parlato e forse non parlerà costumi politici l Si d irebbe che il gesto interessi soltanto il ministero e due personaggi di questo ministero. Si direbbe che si tratti di una faccenda intima fra l'an. Orlando e l'an. B issolati. L'an. Orlando ha ricevuto la lettera contenente i motivi de l grande rifiuto e se la tiene. .« Luq: l L uce l» si g rida da ogni parte, ma l'oscurantismo prevale e il sistema di tenerci completamente al buio su avvenimenti che turbano cosl vivamente la coscienza nazionale, non è stato ancora abbandonato . Ebbene, noi disapprov iamo nettamente il gesto dell'an. Blssolati e dissentiamo n on meno nettamente da lui. Se le dimissioni dell'an Bissalati vogliono essere una protesta contro l)imperialismo italiano, egli ha scelto male il bersaglio e tirato peggio il suo colpo; se le dimissioni sono una specie di protesta ideale contro il cosiddetto imperialismo ed inglese, allora possiamo discutere.

Ciò che accade è veramente fantastico l Da ogni parte si grida contro l'imperialismo italìano. L'imperialismo italiano è diventato il dada di tutti gli Steed e i Gauvain dell'universo, i quali non fanno che ripetere H vecchio trucco del ladro che lancia la folla all'inseguimento. del derubato. Sembra che di imperialisti in questo basso triste mondo non ci siano che gli italiani....

Tutto ciò è di una stupidità enorme. L'imperialismo italiano no n esiste. E non esiste nemmeno l'imperialismo inglese. Nemmeno quellb francese. Bisogna intenderei una b uona volta su questa parola «perialismo ». L'imperialismo è la legge eterna e immutabile della vita. Esso in fondo non è che il bisogno, il desiderio e la volontà di espansione che ogni individuo, che ogni popolo vivo e vitale ha in sé. È il mezzo con cui viene esercitato l'imperialismo, ciò che distingue, •sia negli individui come nei popoli, l'uno imperialismo dall'altro. L'imperialismo non è, come si crede, necessariamente aristocratico e militare. Può essere democratico, pacifico, economico, spirituale. In un certo senso, il presidente Wilson - e non è difficile dimostrarloè il più grande e il più fortunato degli imperialisti.

O ra, io non grido all'imperial ismo francese, quando sento i l capo dei radicali-s.ocialist i reclamare oltre all'Alsazia e la Lorena - Senza beninteso l'ombra dei plebisciti - il bacino carbonifero della Sarre, che fu tolto ai frances i cento e tre anni fa. Né grido a Fraokli nBouillon che ha detto <<male di Garibaldi)> quando sento che egli vu oi creare tra la Francia e la G ermania, sulle due sponde del R eno, un territorio neutralizzato, che sarebbe dal punto d i vista poJ itico una specie di no matl's land. Meno ancora lo grido Jismo francese, quando sento il ministro degli Esteri, P ichon, che dichiara solennemente di « riservarsi piena libertà riguardo alla frontiera dell'Alsazia-Lorena >> , perché considero non trattarsi affatto di" un'annessione, e più sotto di «vo lere tutte le riparazioni, tutte le garanzie, tutte le soddisfazioni, senza le quali la vittoria degli alleati non sarebbe che una lustra>>, e più oltre di «non permettere l'annessione dei tedeschi-austriaci a quelli. germanici.. .. )), Io non insorgo contro l'imperialismo france se quando sento dire dall'an. Pichon che «la Francia ha diritti incontestabili da tutelare, specialmente nel Libano, nella Siria e nella Palestina e anche nelle colo nie ex tedesche c al Marocco>>. E dopo Pichon - quale squillo gagliardo di tromba li l discorso di Clemenceau, specialmente quando lo si ponga a raffronto coi balbettamenti senili dei · nostri poveri donchisciotte << democratici l}}

La verità è che la Francia non solo vuole conservare la sua posizione nell'Europa e nel mondo, ma vuole, attraverso la vittoria, valorizzarla e fortificarla. Non rinuncia a nulla. L'ideale «democratico», soi-disant democntico italiano, come appare meschino, di fronte a questo imperialismo della Fra ncia repubblicana, che non rinnega il famoso trinomio « liberté, egalité, f raternitl », ma vuole garantire a se stessa le ragioni e le fonti della vita l

Non io griderò all'imperialismo inglese, a elezioni compiute, quando milioni di elettori e milioni di combattenti hanno votato, non1già per quell'Asquith incline alle transazioni colla Germania, non già per queJl'Henderson che avrebbe voluto restituire le colonie alla Germania, non già per quei pochi . estremisti deila paix quekonq11e che sono stati massacrati a ·colpi di schede, ma per quel Lloyd George, e per q uei suoi ·amici che non vogliono saperne di libertà di ·mari, che non vogliono saperne di restituire le colonie ai tedeschi, che meno ancora intendono di rinunciare alla egemonia n3.vale inglese e si preparano a r eclamare una discreta indennità di guerra.

Delle due l'una e parliamo chiaro, perché il trucco ha durato fin troppo. Il d iscorso è rivolto ai rinunciatari italiani e agli amici stranieri dei «nostri )) rinunciatari. O quello che inglesi e francesi fanno è imperialismo, e allora bisogna insorgere contro il loro, come si insorge contro il nostro, quantunque s ia il meno vorace e pericoloso di tutti: o la p olitica francese ed inglese, che ha in questo momento l'adesione quasi unanime delle rispettive nazioni, è semplicemente e saggiamente nazionale, e allora è tempo di smettere di condannare l'Italia e soltanto l'Italia, perché fa quello che fanno gli altri.

Se la F rancia n on intende di rinunciare alla sicurezza strategica sulle rive del Reno, l'Italia non ha forse gli stessi diritti per ciò che concerne il confine alpìfio e quello adriatico? Se la Francia non ha scrupoli di:annettersi anche zone di popolazione prevalentemente tedesca, perché questi scrupoli dovrebbero fermare l'Italia che, nella eventualità massima, dovrà annettersi sl e no, mezzo·milione fra tedeschi e slavi? Se la Francia e l'Inghilterra non intendono di rinunciare alla conservazione e alla tutela e allo sviluppo delle loro posizioni mediterranee e coloniali, perché solo l' Italia e soltanto l'Italia dovrebbe adottare la politica cairoliana, che se non fu saggia nel 1878, sarebbe nel 1919 - oltre che disastrosa - supremamente imbecille?

Sento qualcuno che mi dice : (<E la guerra democratica?» Rispondo che la guerra ha già raggiunto i suoi obiettiv i « democratici» e ultrademocratici. Gli Imperi <;:entrali, che erano il baluardo della reazione europea, sono crollati e alloro posto sorgono le repubbliche. Sommovimenti più radicali e «democratici>> di questi non erano possibili Ma io mi doffiando: queste democrazie saranno « pacifiche» ? La repubblica di Zagabria è o sarà pacifica? Dai preludi non si direbbe. Ad ogni modo, quelli che credono di cattivarsi le simpatie dei croati, mollando città e regioni che furono e sono italianissime, sbagliano di grosso Se vdi cedete la Dalmazia, i croati vi saranno ostili per Fiume. Se cederete Fiume, vorranno Trieste, e se foste disposti a cedere Trieste, non m udetevi di aver satollato quella tribù. Essa vorrà scendere dal Carso giulio, accampare a Cividale e a Udine, spingersi sino alle rive del Tagliamento, se non a quelle del Piave ! È la fertilità delle nostre pianure, è l'azzurro del nostro cielo, che hanno nei seco li scatenate le cupidigie dei barbari l

Società delle nazioni, disarmo, arbitrato, tutto ciò è oramai patrimonio ideale delle genti, ma questi istituti giuridici ch e verranno devono consacrare i nostri diritti, non già violarlì. La consacrazione dei nostri dirit ti non esclude -e tanto l'on. Pichon come t•on. Clemenceau Vi hanno accennato - gli accordi e le transazioni sui dettagli. L:anno che si. apre oggi passerà nei secoli col nome d i anno della pace mondiale . IL còmpito del GOverno che parteciperà alle << terribili» discussioni dì Versailles è arduo quanto mai. Ma p erché la pace, oltre ad essere umana, nel senso latino della parola, sia anche come deve essere, italiana, c: assicuri alla Nazione le co nd izioni necessarie e sufficienti della vita mondiale, occorre che il Governo abb ia idee chiare e precise e che i cittadini - anche ministri -n on offrano involontariamente nuovi m otivi alla campagna di d iffamazio ne or ganizzata contro t•Italia.

MUSSOLINI

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