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IN. BUONA COMPAGNIA
Il mio articolo dell'altro giorno, CoslriiÌre nel tempo, ha ricevuto, nella sua tesi centrale, un'immediata conferma e delle più significative. Il signor Leon Bourgeois è certamente un democratico oltre ad essere un senatore. Il signor Leon Bourgeois, presidente della ;società francese per la Lega delle Nuioni, quindi personaggio autorevolis. simo io materia di « societarismo », ha fatto al signor Mario Borsa del Secolo alcune dichiarazioni che concordano pienamente con quanto io vado sostenendo da qualche tempo. L e trascrivo e_le segnalo ai v ari e svariati Perona della democrazia milanese.
« Noi crediamo e suggeriamo che si. arrivi alla Lega delle Nazioni attraverso tre fasi prima fase gli Alleati dovranne> anzitutto formare una Società. delle Nazioni fra di loro Ji:ssando condizioni e norme fondamentali ed impegnandosi ad osservarle. Naturalmente l'arbitrato obbligatorio e la limitazione degli armamenti debbono forrria.re l a base della Società delle Na'lioni degli Alleat i Nella seconda fase gli Alleati dovranno mettersi in comunicazione colla G ermania non allo scopo di invita.rla ad entrare immediatamente nella Lega, perché questo non potrà aVvenire fino a quando la G ermania non avrà soddisfatto a tutte le riparaz.ioni volute, ma semplicemente allo scopo di notific:arle le condizioni di pace formulate e decise dal congreSso. Finalmente nella terza. ed ultima fase, dopo il trattato di pace, si d ovrebbe indire una conferenza universale. A questa conferen:za g li Alleati renderanno note le obbligazioni che essi si sono impegnati ad osservare ed aprirebbero la porta della Lega alle altre Nazioni. Non immaginate, per altro, che per entrare nella Lega basterà. il consenso a lle obbligazioni stabilite. Occorreranno, a.l contrario, titoli e garanzie speciali che saranno attentamente esaminati e verificati specie nel cuo della Gennania. Q uesto, in sostanza. lo schema che noi abbiamo ideato eer la procedura e che abbiamo p;esentato a Oemenceau, come vi ho già detto ».
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Tutto ciò coincide, alla lettera, col mio punto di vista. Sono in eccellente compagnia. Dunque, per cominciare: formazione di un'alleanza di pace fra le cinque nazioni vittOriose, alle quali si unirebbero 112.tura.lmente le .minori belligeranti (Serbia, Belgio, Portogallo, Grecia) e le altre che hanno fatto la guerra diplomatica agli Imperi·Centrali.
Questo primo blocco si comporrebbe. di una ventina e più di nazioni disseminate in ogni continente.
Formata questa Lega della p ace, che cosa succede ? Il pensiero di Leon Bourgeois è in assoluto contrast o con quello di tal uni << societari » italianl. Secondo costoro, la Germania dovrebbe essere invitat a, preliminarmente e quasi pregiudizialmente1 ad entrare nella Lega. La sua ammis sione dovrebbe essere si multanea con quella delle altre nazio ni. Solo dei cervelli spappolati non avvertono l'enorme pericolo di questa procedura. Ma Leon BourgeÒis, pur essendo uno .dei più quotati e « venerabili » campioni della democrazia francese , non è cos·l ingenuo o inintelligente come i nostri democratici. E gli è p iù intransigente di me. Non solo egli esclude la Germania dalla Lega che si costituirà nel primo t empo , ma anche nel secondo tempo la German ia rimarrà alla porta. U n « co ntatto )) dovrà stabilirsi, dice Leon Bourgeois , fra gli Alleati e la G e rmania, non per invitarla ad entrare nella Lega, ma semplicemente per « notificarle le cond izion i ·di pace formu late dal congresso ».
T erzo tempo. La Lega fra g li Alleati spalanca le port e a tutte le nazioni che vorranno aderire , compresa la Germania. ·M a il semplice atto d ' adesione, specialmente nei confronti della Germania, non basterà. Ci vorranno, dice sempre Leon Bourgeois, « t itoli e garanzie speciali-, che saranno ittentamente esaminati e verificati».
Come si vede, la procedura che Leon Bourgeois, gran democratico al cospetto di tutti i grandi orienti, occidenti ed accidenti l'uni verso, è piuttosto complicata. No·n è cosl sbrigativa, cosi spiccia come la v orrebbero gli imbonito ri del bazar democratico italiano. Si fa presto a gridare: « Tutti nella Lega! Viva la Legai Viva gli Stati Uniti del Mondo l >l, m:1 q uando si tratta di concretare bisog na mette rsi sul terreno della realtà
Insç>m ma, illustri signori, qu i si tratta di sapere se la c reatura che voi volete mettere alla luce sarà vitale o non sarà invece un aborto da aggiu ngere alla serie degli altri. La vita e la storia inseg nano che le improvvisazioni hanno una d ura ta effimera . C'è, oggi, un « dato » che no n è p iù un'improvvisazione. Abbiamo u na grande p ietra angolare sulla quale basare il nostro edificio. C'è un'alleanza di guerra che può diventare un' alleanza di p ace. D a questa alleanza di pace, comprendente la quasi unanimità delle nazioni del mondo, si può passare all'altra universale, che le comprenderà tutte, ma quest'opera immensa non può essere compiuta in un g iorn o. Infine, noi non lavoriamo su un terreno nuovo. D obb iamo te ne r conto di una infinità di elementi.
Fra noi e H passato c' è un legame che n on si spezza. Non illudiamoci di poter creare il mondo de toulu p ièttl, p oiché il vecchio mondo parla ancora co i su oi odi, coi suoi interessi, colle sue passioni, e potrebbe risorge re dalle rovine sotto forme impensate e che oggi appaiono crepuscolari.
Infine: perché si vuole costituire la Lega delle Nazioni ? Per evitare, si dice, le guerre. Perché questa combattuta sia veramente l'ultima guerra. Bene. Ma per evitare la guerra è proprio necessario che sin dal primo momento facciano parte di questa Lega i miUecinquecento milioni di abitanti del pianeta, nessuno escluso ? No. Non è necessario. Ora, un'alleanza, conclusa per un lungo periodo di anni, sufficiente alla risurrezione del mondo, fra gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Francìa, l'Italia e il Giappone, non sarebbe, nel primo t empo, una formidabile garanzia di pace? Chi oserebbe scendere in armi, contro questo blocco, al quale aderirebbero immediatamente alcune dozzine di altre minori -nazioni ?
La tesi di Leon Bourgeois concilia perfettamente l'idealismo wilsoniano colle necessità nazionali. Non solo il presidente della Lega francese per la Società delle Nazioni è ostile all' ammiss ione Germania nella Lega, ma non risulta nemmeno· ch'egli sia un « rinunciatario ». Leon Bourgeoi s, da buon francese, aderisce a tutte quelle misure che il governo di Clemenceau pensa di attuare per le garanzie strategiche della Francia, E. solo in Italia, attraverso alla stolida mentalità della nostra democrazia, che il pensiero « societario sta diventando una grottesca mìstiE.cazione. I wilsoniani di Francia esigono la quarantena per i tedeschi, quelli d'Italia vogliono « fraternizzare )), I wilsoniani di Francia arrivano al Reno, quelli d'Italia rinunciano all'Adriatico.
Che anche Leon Bourgeois sia un imperialista ?
Da Il Popolo d'Italia, N. 11 gennaio 1919, VI.