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PER COLORO CHE TORNANO !
Continuare anco ra con lo stesso impet o dei giorni scorsi nella po· lemica contro i rinunciatari, equiv arreb be a incrudelire sui vinti . I t i· nunciatari sono stati battuti clamorosamente. Il loro colpo è fallito . Hanno tentato di prov ocare una crisi di Governo in materia di politica est era. N on ci son o riusciti.
D opo la fie rissima p at:ola del Poeta che li b olla con un march io indelebile, n oi p ossiamo rivolgere la n ostra attenzione ai problemi di p olitica interna, non meno formidabili di quelli di politica estera. C'è una nuova crisi d i Governo; ma il fatto che l'a n Sonnino resta a Pari gi, basta a sig nificare che nel nuo vo ministero, .rifatto ex nouo o «impastato», la politica estera sarà ancora guidata da lui. Che l'an. Orlando debba darci un G overno degno e capace di fro nteggiare la delicatissima situazione i ntei:na, è opinione generale. Non b isogna tingere a colori troppo foschi questa situazione interna, come amano talun i, forse per alimentare le speranze croate in una «rivolta » italiana; ma non bisogna nemmeno chiudere gli occhi per non vedere e bisogna soprat tutto comincia re a mantenere le tro ppe promesse fatte ai combattenti l
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È da tre anni che n oi gridiamo agli uomini del G overno : « gnoti, andat e incontro sp onta neamente, generosamente a qaelli r it orneranno dalle t rincee l Non abbiate paura di pa rere t roppo audaci l Siate grandi n elle v ostre parole e soprattutto n ei v ostri fatti, perch é l'ora, i bisogni, le sp eranze, le fedi sono g ra ndi l »
È da tre anni che noi an diamo pro clamando la necessità di dare un conten?to (( sociale interno >' alla g uerra, non solo per ricompensare le masse che hanno difeso la Nazione, ma per legarle anche venire alla Nazione e alla sua prosperità.
L a smobilitazione è incominciata. Quindici classi sono state gedate. Tornano i reduci. Tornano alla spicciolata. Non hanno nemmen o la soddisfazione estetica e spirituale di vedersi .ricevuti mente, come meriterebbero i soldati che hanno letteralmente lito «uno dei più p otenti eserciti del mondo>>
Le « tradotte » rovesciano nelle n ostre città il loro carico umano. Il soldato si svest e e t orna cittadino E cco ch e le d olenti n ote inço- minciano. Il soldato che colla soddisfazione intima di aver compiuto il ptoprio dovere - il che gli permette di guardare dal· l'alto coloro che questo dovere obliarono- cerca lavoro e n on ne trova. Denaro per vivere non ne ha e difficilmente ne trova. In ogni caso, è infinitamente triste che degli uomini che spianarono il fucile contro l'austtiaco e il tedesco, siano costretti a stendere la mano per il soccorso che può alleviare i bisogni immediati, ma non risolvere il problema. È infinitamente triste che degli uomini che furono pronti a morire, non trovino, oggi _che la Patria è salva, il necessario per vivere!
Signori del Governo, signori delle classi dirigenti, ascoltateci l . Se volete, vi manderemo pacchi di lettere che d ocumentano ciò che affermiamo. Sotto quest'articolo pubblichiamo appunto una petizione che deve fare seriamente riflettere. Ascoltateci, sig nori del Governo t Ogg i è ancora possibile quello che non sarebbe, e non sarà più possibile domani. Tutto quello che potrete dire, non vale contro questo che diciamo noi; è inconcepibile che molti, moltissimi soldati reduci dal fronte, si trovino nella più squallida miseria. ' Bisogna provvedere l
Non lo si è fatto, perché la pace è «.scoppiata)). Ma sono oramai tre mesi che la pace è « scoppiata)). Quanto tempo dovrà passare ancora, prima di affrontare e risolvere il problema? Non può più passare un mese, né una settimana, né un giorno; bisogna, senza indugio: o dar ordini perché la polizza, o parte delli polizza Nitti, sia riscuotibile, o stabilire il premio di trincea.
Che cosa ha fatto la Francia ?
La Francia ha stabilito unica di<( uscita di campagna)) u guale a 2.jO lire p er tutti i militari, nessuno escluso. Questa « buon'p.scita )) aumenta di un t anto in relazione: a) ai mesi p assati in trincea; b) alle citazioni all'ordine del giorno; c) ai bisogni speciali delle famiglie numerose.
Si può calcolare che un soldato che ha fatto la g uerra dal primo giorno all'ultimo, t o rna a casa con un discteto peculio.
Queste provvidenze e previdenze per i soldati importeranno una maggiore spesa di I6j6 milioni. Nemmeno due miliardi!
In Italia, la Commissionissima del dopo-guerra aveva avanzato una proposta più modesta: dare dieci lire per ogni mese passato in trincea o in zona d'operazione. Non era gran cosa, ma, infine, i reduci non sarebbero tornati a casa, come tornano, in istato d' indigeru:a totale 1
Quella p roposta non è g iunta in porto. Pe rché ? Rispondono gli ufficiosi: necessità di bilancio . Ma noi ripetiamo: se la guerra foss::= du- uta ancora qualche mese, sino - come si prevedeva - all'estate del 1919, li avreste o non li avreste trovati i miliardi necessari? Li avreste trovati, perché una defezione dell'Italia, per ragioni finanziarie, non era nemmeno pensabile Li avreste trovati all'interno o all'estero, ma li avreste trovati. Ebbene, fate oggi, in periodo di armistizio e in vista della firma della pace, quello che avreste fatto durante la guerra. Rivolgetevi alla Nazione. Lan ciate il Prestito della P ace. Il Prestito per i Combattenti l Non indugiate, come sempre. Non aspettate i l domani. Non costringeteci a ritornare sui discors i, a riesumare le vostre promesse, a r isbandierare le vostre esaltazioni. Il combattente che s'infangava e s'infangava nella trincea v i h a creduto. Aveva il dovere di credervi Ora, che la vittoria è venuta, e con essa, in anticipo di molti mesi, la pace, i reduci non chiedono se non il necessario per d prendere, per r icominciare, per rivivere.
Signori del Governo, le nostre pa role n on aggiu ngono nulla all'eloquenza d el documento che segue. Leggetelo e passate ai fatti Ì
J.WSSOLINI
Da li Popolo d' I1alia, N . 16, 16 gennaio 1919, VI.