13 minute read
PER ANDARE INCONTRO A COLORO CHE TORNANO
« PER I BISOGNI DELLA PACE l »
Il nostro articolo di ieri Per coloro che Ìornano ha prodotto una viva impressione nella cittadinanza milanese. Senza aver chiesto nulla al nostm pubblico, che è di una sensibilità veramente squisita, ci" sono giunte subito ale1:1ne offerte anche cospicue, che noi abbiamo passato al Commissariato delle Opere Federate in via Quintino Sella, perché le distribuisca ai bisognosi. Il problema reduci o smobilitati, va affrontato senza indugio. B necessario che .Milano sia all'altezza della situazione e della sua fama. Bisogna aiutare seriamente coloro che tornano. Il nostro punto di vista è il seguente È necessario, in primo luogo, di fondere tutte le iniziative in una sola iniziativa ; tutti i COmitati in u n solo Comitato j è necessario coordinare gli sforzi, se non si vuoi perdere tempo, energie e denari. La situazione è questa: le Opere Federate - via Quintino Sella -presiedute dal maggiore nonché mutilato di guerra Bianchi, hanno già iniziato un buon lavoro. Hanno distribuito parecchie migliaia di lire di sussidi, hanno un'organizzazione, haMo, ci sembra, ' la possib ilità di esercitare pei co mbattenti, l'opera necessaria della solidarietà nazionale. Colla lettera che pubblichiamo più oltre, la presidente del Fascio nazionale femminile per la r egione lombarda, desidera di coordinare la propria attività con quella delle Opere Federate. G li stessi intendimenti nutre l'associazione dell'Omagg io al Combattente. La coordinuione degli sforzi è dunque un fatto quasi compiuto.
Advertisement
Presso le Opere Federate potrebbe sorgere e deve sorgere un « Comitato d'Assistenza per i reduci)). La assistenza per i reduci è quella che consiste nel trovar loro un'occupazione, ma poiché questo non sempre è possibile, bisogna ricorrere per le necessità immediate alla forma del sussidio o soccorso. Il Sindaco di Milano ba diviso i reduci in tre categorie : r. qudli che hanno famiglia e che riceveranno il sussidio come r ichiamati, ancora per 90 giorni. Quelli che sono disoccupati avranno un soccorso settimanale che integrerà» il sussidio 1 governativo; z. ci sono soldati che n on h anno famiglia e quindi non ricevono il sussidio governativo. Per costoro, se disoccupati, il Comune stabi· lisce un sussidio settimanale non inferiore a zo franch i;
3· c i son o finalmente j soldati di passaggio, convalescenti o in attesa di t ornare all'estero, u na massa fluttuante che è forse la più bi· sognosa di es;ere a iutata , Bisogna soprattutto non indug iare. Coordinati gli sforzi b isogna :
1. ottenere dai p rop rietari di casa il condono degli affitti arretrati a tutto il marzo del 1919; z. lanciare una grande sottoscrizione per i «bisogni della pace>>;
3· p remere sul Governo perché st abilisca il premio dì smobilitazione o permetta ai soldati, i n d eterminate circostanze, di realizzare l a polizza.
Tutto ciò non esclude quel complesso di misure secondarie che vediamo elencate nella lettera deUa Baronessa Colesia: luoghi di ritrovo, ristoranti economici per soldati, ecc.
Noi crediamo che lanciando un appello a Milano, si otterrebbero i fondi n ecessari per superare questo delicato periodo d i transizione.
M.ilano non ha dato o ltre venti milio ni per i bisogni della guerra ? Oggi che la guerra è vinta, ci son o, impellenti e g ravi, i « bisogni d ella pace ». La sottoscrizione cambierebbe titolo, ma avrebbe sempre lo stesso scopo : aiutare i combatte nti e le loro fa miglie. No i non intendiamo di apr ire p e! conto n ostro la sottoscrizio ne. È il Comitato Unico che deve lanciarla. Preghiamo coloro che vogliono offrire denaro per questo scopo di mandarlo d ir ettamente alle Opere Federate.
L'essenziale è di agire e p resto l
MOSSOLINI ( +)
LIEBKNECHT .ll STATO FUCILATO
La Prima Noti Z Ia
Zurigo, 16
Si ha da Berlino:
« Liebknecht è stato ieri anestato in casa di un suo amico. F u scortato al quartiere dello stato maggiore e poi in localit à sicura.
« Iiebknecht, avendo tentato di fuggire durante il suo trasporto , è stato fucilato.
«Anche Rosa Luxembourg è stata arrestata 1>.
Zurigo, 16 notte.
Si ha da Berlino:
« Liebknecht .fu arrestato mercoledì presso un amico a Wilmersdorf e sotto scorta fu trasportato in automobile all'HOtel Eden ove si trovaVa il quartiere dello stato maggiore" della divisione della guardia. Egli aveva tentato d i negare la sua identi tà c he fu tuttavia constatata pe r mezzo delle lettere e dei monog rammi che si trovavano su lla sua biancheria. Ieri in automobile blindata Liebknecht fu condotto aJJa sede della residenza. d ell a polizia, dove fu avviato verso il luogo destinatogli.
«Secondo una versione, durante il per\otso l'automobile avrebbe avuto una panne ed un soldato della scorta chiesto a Liebknecht se vo leva attendere un'altra automobile oppure continuare a piedi. Liebknecht avrebbe scelto di continuare a piedi ed approfittato di q uesta occasione per tentare di evadere. Un soldato g li avrebbe sparato contro uccidendolo. Il Governo avrebbe ordi nato una inchiesta e dichiarato che se la guard ia aveva trasgredito ai regolamen ti sarà punita severamente. Secondo un'altra versione l'uccisione sarebbe avvenula d urante il trasporto di Liebknecht dalla casa del suo amico d ove f u arrestato al cauere preventivo. Sì dice che anche Rosa Luxembourg sia stata uccisa, però manca la conferma ufficiale. Secondo una versione Rosa Luxembourg doveva ·ieri essere condotta in automobile in prigione. Quando essa sali sull'automobile la folla si scagliò contro di lei wlpendola al capo. Rosa Luxemboorg si rovesciò sul sedi le ed un uomo saJtato sul predcllino dell'automobile le sparò a bruciapelo uccidendola ».
La notizia è attendibile. È ufficiale Viene da Berlino. Essa è la conferma decisiva che il movimento spartachiano è stato soffocato spietatamente nel sangue. Il governo socialista di Ebert. già sellaio, e dei suoi colleg hi, non scherza. Ma, evidentemente, Ebert e Scheidemann non avrebbero osato di colpire il capo delia rivoluzione leninista se n on si fossero sentiti oramai vincitori e sicuri. Sta di fatto, che gli spartachianl erano una minoranza infima, in mezzo al r esto della popolazione t edesca anche operaia. Se le elezioni che si svolgono a suffragio universalissimo, possono essere un indice della tendenza del popolo, esse dicono che in Germania le correnti sempliceme nte democratiche e ·anche conservatrici sono ancora fortissime. Nel Wurtemberg sono i partiti borg hesi quelli che hanno riportato il massimo dei suffragi e in Baviera i partiti b orghesi sono alle calcagna dei socialisti maggioritari, mentre i minoritari _sono alla coda e gli spartachisti non sono quasi rappresentati.
A Berlino la repressione è stata facilitata n on solo dalle truppe fedeli che si sono schierate sempre p iù numerose a fianco dd maggior itari, ma anche dal contegno della popolazione. SparfaCIIJ è rimasto isolato. Si è d ifeso disperatamente ma ha dovuto soccombere. Non è da escludere u o altro tentativo di rivolta, ma dopo questa prova che è stata lapiù difficile, il Governo ha i mezzi per soffocarla. l sette giorni di Berlino d dimostrano che il leninismo è un fenomeno veramente e puramente russo e asiatico, che non può acclimatarsi nel-l'atmosfera e" nel terreno della civiltà occidentale. In occidente non si t o llerano él..ittature. Meno ancora quella del numero e della violenza. La prima è stupida, la seconda è ste rile ed effimera.
Sarebbe interessante di conoscere un p o ' pi\1 da vicino lo svolgimento delle giornate spartachiste, specialmente nel periodo -finale della battaglia. Sarebbe interessante di sapere la parte che :Qanno avuto, nella repressione, gli elementi d ell'antico regime, dal maresciallo Hind enbutg sempre onnipresente, se non on nipossente in Germania, agli ufficiali del v ecchio esercito. Sta di fat to che la repressione ha avuto un carattere tragicamente milit:ue. Il ministro Ebert no n ha imita.to Kere nsky. Non ha battagliato con gli ordini del giorno e coi manifesti come l'ex-dittatore russo. Ha messo in opera mitragliatrici, artig lierie, lanciaE.amme e persino aeroplani. Si ha l'impressione che la Germania si riprenda.... Par di vedere che la Germania, dopo lo sfacelo m orale del novembre, s'inoltri sulla vecchia strada. Una domanda viene spontanea al labbro : no n c'è caso di veder rispuntare so tto il berretto frigio l'elmo a chiodo di un tempo ?
MUSSOLINI
Da Il Popolo à'llttlia, N. 17, 17 gtnnaio 1919, VI .
Equivoco O Malafede
L'interventismo italiano, che fu sino al giorno della vittoria un blocco fin troppo unanime e .concorde, è oggi diviso in due campi: rinunciatari e anti-rinunciatari. La sitUazione ci presenta questi «estremi» di fatto. Esiste una unanimità nella soluzione di alcuni problemi nazionali-territoriali che interessano l'Italia. Tutti, ad eccezione dell' an. Bisso lati e del salomista Steffenelli, bandito dal Trentina, siamo d'accordo nell'affermare che il confine politico nostro à l nord deve coincidere col confine naturale al Brennero. Le manifestazioni politiche che si susseguono nel Trentina, rivelano che p er i Trentini la questione deiFAlto Adige è una questione vitale sulla quale non si .può transigere.
Pubblichiamo qui sotto -i documenti della insurrezione trentina contro le rinuncie bissolatiane. Di « salomisti » in Italia oggi, che l'on. BissoJati: solo, isolato, sperduto. Nessuno si spinge sulla strada delle abdicazioni sino a questo punto incredibile. Esiste una unanimità circa il destino di Trieste e dell"Istria. Esiste ancora l'unanimità, nel .renso che tkv'euert italiana, circa Fiume. Esiste la quasi unanimità circa Zara, e diciamo «quasi» perché se tutti rico noscono 'che Zara dev'essere salvata all'Italia, non c'è l'accordo sui mezzi. Garanzie? Autonomie? Annessioni?
Dove il dissidio si rivela netto è sul destino del resto della Dalmazia. I <( rinunciatari » la regalano ai croati. Noi la vogliamo italiana almeno nella parte italiana, in base al nostro diritto e al diritto di autodecisione dei popoli ·
L'interventismo anti-rinunciatario non è unanime nel fissare geograficamente i limiti delle rivendicuioni dalmatiche. C'è chi. accetta il Patto di Londra, chi vuoi spirigersi sino a Spalato e chi arriva sino a Ragusa, a Cattaro e alle Dinariche.
Visto da lontano, il dissidio fra rinunciatari e non rinunciatari appare limitato soltanto alla Dalmazia. Come si spiega; dunque, la violentissima rivolta del paese contro la tesi dell'an. Bissolati? Con altri motivi. Primo : il tempo. Non è alla vigilia delle trattative di pace, che è lecito di gettare il paese in cosi acerbo conflitto. Secondo: il modo. Non è rivolgendosi in antecedenza al ·pubblico stranier o ·che si acquista il diritto di farsi ascoltare i n ogni caso dal pubblico
Terzo: Pestensjone inesplicabile delle rinuncie bissolatiane e la zione mercantile da lui prospettata della questione fiumana. Finalmente ciò che ha notato pubblico è stato tutto l'insieme del gioco: dal rettoscena parlamentare al tentativo di gabellare come un omagg io al pensiero wilsoniano l'assurdo, inutile sacrificio degli essenziali interessi italiani. Tralasdamo l'elogio al valore dei croati, la diffama:zìone a i Trentini, la confusione fra Alto Adige e Tirolo propriamente detto. ·
Quanto alla Società delle Nazioni o i rinunciatari equivocano o sono in malafede. Noi vogliamo la Società delle Nazioni. Il nostro penSiero in pro posito - e sfidiamo qualcuno a provarci il rio -no n ha avuto oscillazioni dall'assemblea iniziale del movimento italiano tenutasi al Conservatorio ad oggi. Ma l'unica, possibile, vitale Sodetà delle Nazioni, che o ggi si può formare e che - aggiungiamo - si sarebbe potuta e dovuta formare sin dall'intervento dell'America, è la Società fra le Nazion i Vittoriose, g randi e piccole, insieme a quelle che almeno diplomaticamente si sono schierate tro la Germania, Tale Società delle Nazioni potrebbe uscire anche oggj dalla c onferenza inaug urale della pace.
Noi l'abbiamo invocata. L'invochiamo. L'attendiamo. È possibile, oggi, realizzare l'universale Società delle Nazioni? Non è possibile. La Germania non può ogg i far parte della Società delle Nazioni. Primo, perché non ha anco ra pagato. Il regime in cui si trova di fro nte ag li Alleati è il regime d'armistizio. · Solo quando la Germania avrà soddisfatto alle richieste degli Alleati, restituito cioè l'Alsazia-Lorena alla Francia, la Posnania a i polacchi, indennizzato il Belgio e le altre nazioni invase dai suoi eserciti, solo allora la Germania avrà realizzato la prima condizione necessaria e sufficiente p er entrare nella Società delle Nazioni.
Come si può far entrare nella Società delle Nazioni la Germania, oggi che la rivoluzione non si è ancora consolidata e cristallizzata in una forma_ definitiva? Ci sarà domani una Germania repubblicana ma unitaria come ·il vecchio impero degli Hohenzollern, o non ci saranno, invece, diversi stati? E in questa ultima ipotesi avremo degli stati federati o indipendenti ? .
Quello che si dice per la Germania: vale per la Russia e p er la Turchia. Si tratta di stati e di popoli subiscono il tormentoso tra.vaglìo della rivoluzione in conseg uenza della disfatta. Non sappiamo che cosa so no, che cosa vogliono e soprattutto non possiamo prevedere quel che saranno .
Come si può ammettere nella Società delle Nazioni un socio che n on ha ancora una de:finita personalità politica e: statale? Quali garanzie può darci? A questi interrogativi b isogna rispondere, e allora, se si è in buona fede, bisogna co nvenire che la Società delle Nazioni da creare oggi, è queJla delle Nazioni che costituivano e costituiscono il · blocco anti-tedesco, ponendo co me dìchiarazione p rogrammatica e ideale di comprendervi successivamente tutte le nazioni del mondo. Chi vuole di più, oggi, è un insensato, un incosciente, e fa i l gioco dei tedeschi.
Dopo queste nostre dichiarazioni semplici, categoriche e inequivocabili, la malvagia genia dei rinunciatari, bollata col « parecchio > ) e delusa e inferocita per il colpo ministeriale mancato, p uò continuare a dipingerci come imperialisti e come avversari della Società delle Nazioni. Ce ne infischiamo, superbamente. I n fatto di sistemi p olemici i rinunciatari sono scesi molto in b asso. Mordano dunque all'inco rruttibile granito mazziniano di Ergisto Bezzi l Anche lu i è un siderurgico l Sbavino la loro miseria contro q uel D 'Annunzio che tutte le Nazioni ci invidiaqo ! Dicano e stampino su noi e di n oi quello che vogliono, Irridano al martirio dei dalmati e rubino, nella adulterazione delle statistiche, il mC:stiere ai lOro amici di Zagabria e di L ubiana.
V olevan o, alla vigilia dd congresso della p ace, rovesciare Sonnino, e Sonnin o è ancora ministro. Volevano «varare l> il ministero Bissolati e l'on. Bissolati è liquidato senza speranza. Volevano << ricattare >) col babau del bolscevismo la nazione e la nazione li sommersi nel fang o del loro tentativo assurdo_ e insidioso. MUSSOLINI gli uomini hanno in questo momento fissi gli occhi su Parigi. Il congresso della pace ha iniziato i suoi lavori. Si è tenuta, ieri, la seduta inaugurale, con un discorso del Presidente della Re- · pubblica francese. Il signor Pqincaré ha ,rievocato in rapida sintesi questi cinquanta mesi di guerra, nuovi nella storia del m ondo. Tutte le fasi diplomatiche e militari sono passate nel suo discorso. li Pre-· sidente ha insistito sul1e origini del conflitto e n ella determinazione delle responsabilità
Da 11 Popol o d'Dalia, N , 18, 18 gennaio 19 19, VI.
La storia ha già stabilito, senia appel.lo, da quale paese partl la scintilla del grande incendio . Gli stessi tedeschi, dopo la tivoluzione, hanno riconosciuto la colpa, n on soltanto del loro Kaiser, ma di tutto il loro popolo.
Non è superflua, come si pensa da taluno, questa rievocazione. La sanziOne morale del popoli è nel convincimento, ma è anch e nell'epilogo che sta per avvicinarsi. Non è da stupirsi se le passioni degli individui e dei popoli urgono alle Porte del Salone dell'Orologio.
Dal congresso, ·che si è aperto formalmente ieri, deve uscire la nuova Magna Carta p olitica, eco norrùca, morale del genere umano.
Le nostre speranze, di u o mini e di italiani, a ndraruto deluse:? Non. lo crediamo. Poiché i n ostri ministri n on hann o p arlato, siamo costretti a rivolgerei altrove p er conoscere qualche cosa di preciso sulla situazione, sulle intenZioni, sullo stato d'animo degli uomini che si accingono· a sistemare i popoli dell'Europa e del m ondo.
Il presjdente dei ministri di Francia, Clemenceau, in una recente seduta della Camera dei deputati, ha_ fatto dichiarazioni molto confar. tanti. Egli ha detto che:
« La conferenza degli Alleati ha cominciato i suoi lavori e li continua in uno spirito di conciliaz.iont assoluto Si è diffusa - egli ha soggiunto - la voce che esistevano delle divergenze alla conferenza. Signori, se queste divergenze non t$istt$sero, non varrebbe la pena di riunirla.... ».
Si comprende che non ci sia l'unanimità dei delegati su tutte le questioni, molte delle quali sono g randemente complesse. L'esserudale è che ci sia la b uona volontà dj raggiungere l'accordo . Questo sarà facilitato dal « blocco » dei v ittorio si che Clemenceau propugna.
«Noi siamo unanimi a pensare che nelle conferenze preliminari si tratta di mettersi d'accordo in modo di far b locco alla conferenza generale»
La procedura è buona, Clemenceau ha concluso con questa affermazione solenne:
« Il G overno non ha che un pensiero comu ne: lo strello a<cOYdo degli Alleati per l a realizzazi one dell'ide3le superiore dell'umanità» .
Questa frase, che appare un po' letteraria, n on può essere i nterpretata che in senso, diremo cosl, wilsoniano e cioè che la F rancia s'impegna di lavorare per la Società delle Nazioni. '
L'imp erialista.... Clemenceau ha fatto più volte affer mazion i di questo genere. Affermazio ni ·di « u manesimo )) nel senso più nobile e universale della p arola. È quello stesso Clemenceau che non è « rinunciatario )), quando sono in gioco gl'interessi nazionali della Francia.
Quanto all'Italia, n oi sentiamo che i nostri interessi saranno fortemente tutelati. Certa stampa inglese continua vanamente la sua campagna anti-italiana. Ieri ci è capitat o dj leggere sulla Victoire una nota, dalla quale risultecebbe che Wilson sarebbe co ntrario non solo all'annessione delta Dalmazia all'Italia, ma anche all'annessione di Fiume. Crediamo che quella n ota sia tenden2iosa; a02i falsa.
La quesùone di fjume è già r isolta per i fiumani , per gli italiani e anche per il Presidente Wilson.
In quest'ora solenne, noi, come u omini e come italiani, eleviamo dal profon do del c uore il n ostro duplice voto. Come italiani ci au gu- · riamo che la confere02a della p ace sancisca la n ostra grandezza e r iconosca l'entità dei nostri sacrifici e il v alore decisivo della n ostra partecipazi one al conflitto. Ci auguriamo che tutti gli italiani, dalle Alpi al mare, entrino domani a fa r parte della nostra comune famig lia. Come uomini, noi ci auguriamo che dalla confe ren2a· di Parigi esca il nuovo assetto mondiale, che deve garantire a tutti i pop oli, grandi e piccoli, le condizioni del loro sviluppo, la sicurezza della loro esist enza.
Può essere che su certi argomenti ci sia alla conferenza della pace un gioco serrato. È comprensibile È umano. L'Italia, tacciata di im- · perialismo, non ne ha fatto e non ne farà a danno degli altri; ma ooi confidiamo che i plenipotenziari nostri e quelli alleati non ranno a ·chicchessia di faie dell' imperialismo ai danni dell'I talia, che è stata vittoriosa e che ha -lo si voglia o no - sul Piave e Sul Grappa la vittoria di tutti.
Nella comunità delle Nazioni, l'Italia ha diritto al suo posto. Libera fra i liberi. G rande nel suo passato. Grande. come noi la vogliamo, nel suo avvenire.
Da Il Popolo d'Italia, N. 19, 19 gennaio 1919, VI.