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VERSO IL RICONOSOMENTO DEI NOSTRI DIRITTI SULL'ADRIATICO
LA <<LORO>> MODERAZIONE !
Tutte le volte che noi, grazie all'Ufficio Stampa del Consiglio nazionale di Fiume, abbiamo esibito ai rinunciatari itaLiani i documenti dell'abbondante e quotidiana letteratura ultra imperialista jugoslava, ci siamo sentiti rispondere che si trattava di elementi irresponsabili, che non bisognava prendere sul serio gli articoJi degli oscuri giornalisci di Zagabria e di Lubiana.. Agg iungevano, i signori rinunciatari italiani, che gli elementi « responsabili>> ripudiavano le esagerazioni pazzesche dei panjugoslavisti e cercavano, con sincerità e con lealtà, le strade del pacifico accordo coll'Italia. Questa duplice menzogna è stata sfatata, sugli stessi giornali che la propalavano a scopi polemici. Gli elementi << responsabili», cioè gli uomini che sono al potere a a Lubiana, a Zagabria, hanno parlato, e tutti, senza eccezione, dal prete cattolico Korosec all'ortodosso ProtiC, hanno riaffermato il diritto jugoslavo sui territori che vanno dal Tagliamento al Vardar. Non più tardi di ieri, il Secolo doveva con malcelata tristezza constatare che il discorso di Bissolaù, invece di suscitare un'eco simile in paese jugoslavo, aveva, a dispetto delle leggi della fisica, provocato le indegne escandescenze di un Korosec. Oggi, per i rinunciatari italiani che favoleggiano di spiriti co ncilianti jugoslav i,. è giornata di lutto ee di spavento. A Parigi i rappresentanti della Jugoslavia, e precisamente i signori PasiC, Trumbk, Vesnic hanno presentato conferenza i desiderata della nuova nazione. Quello stesso Trumbic che, nei colloqui priVati, affermava senza impegnarsi che la Jugoslavia avrebbe riconosciuto il diritto dell'Italia su Gorizia, su Trieste, su Pala, è firmatario oggi di un memoriale nel quale si reclama tutta la Dalmazia, Fiume, tutta l'Istria, Gorizia e il Goriziano é si escogita per Trieste l'autonomia sotto la Jugoslavia o l'arbitrato, non si sa bene di chi Ne consegue che l'Italia, se i criteri jugoslavi dovessero mai trionfare, avrebbe fatto la guerra per Vma Vicentina e Cervignano.... dato che i signori jugoslavi non vogliano spingersi, come vagheggiano molti . sloveni, sino alle rive del Tagliamento o a quelle del Piave.
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L'intransigenza di Trumbit, di questo uomo che passava per il campione dell'accordo, n on si spiega se non col dhcorso Bissolati • .il quale, grazie alla complicità non ben chiarita di un'agenzia u fficiosa, ha presentato un'Italia che esce dalla guerra terrorizzata per il « val ore croato>' e pronta a tutte le rinuncie più Vergognose, pur di non t ornare ad esperimentarlo.
Mentre il triumvirato Pasic, Trumbic, Vesnic, chiede:..__ con una disinvoltura che sarebbe- simpatica se non ci fossero di mezzo un milione fra . morti e stroncati italiani italiani, comprt.ti fra le Alpi e la Sicilia) - tutto l'Adriatico orientale, a Zagabria, a Lubiana, a Belgrado l'agitazione antitaliana non ha tregua. Potrei esibire al lettore un estratto di ciò che si stampa in quelle gentili contrade, ma non è necessario.
L'imperialismo jugoslavo, incivile e vorace, violento e sornione, austriaco nei fini e balcanico neg li atteggiamenti, satà certamente sconfitto alla confe ren za di Parig i, ma noi vorremmo che questo evento si veri ficasse senza indugio . Il problema dell'Adriatico pesa sulla conferenza più che quello dell'Alsazia-Lo rena. A questo proposito n on v'è discussione. Wilson ha parlato chiaro e ripetute volte, nel senso che l'Alsazia-Lorena dev' essere r estituita puramente e semp_licemente alla Francia. La questione dell'Adriatico è diversa. La contestazione territoriale non si verifica tra nemici, ma tra amici e, almeno ufficialmente, alleati. Ricordiamo che l'Italia è l'unica nazione che ·abbia riconosciuto la Jugoslavia. C'è un patto di Londra, ma w·ilson n on lo ha fi[mato, e i ju goslavi non lo riconoscono. Per tutto questo coni.pless·o di ragioni, alle quali se ne potrebbero aggiungere altre d ' ordine interno, - economico e politico - noi ci rammarichiamo vivamente che il problema delle rivendicazioni italiane e delle ambizioni jugoslovene non sia stat o affrontato e risolto.
Secondo una prima notizia, sembrava che la questione itala-jugoslava sarebbe stata risolta prima della parten za di Wilson; adesso semb ra differita al suO ritorno che avverrà fra molte settimane. Perché questo indugio ? Gli elementi della discussione esistono. Si pensa foi"se di applicare agli italiani il criterio adottato per il dif!érmd czeco-polacco ?
Ognun vede che la situazione dell'Italia è totalmente d iversa: Noi crediamo di renderei interpreti di un desiderio sentito vivamente da gran parte dell'opini one pubblica italiana, quello di veder definita presto e bene la questione dell'Adriatico. Non è possibile che la conferenza continui a << dilazionare» come ha fatto sinora L'Italia non può dilazionare. Bisogna .in un senso o nell'altro liberare gli .italiani di Fiume e della Dalmazia dalla lunga, estenuante, ardente passione che li brucia. L'Italia più della Francia e dell'Inghilterra non può indugiare nel tornare al lavoro, nel ricostruire, nd perché le ferite infette dalla guerra alla sua econo mia sono state gravissime c, appunto per questo, ha bisog no di veder stabiliti definitivamente i suoi conh.n.i e precisati chlaramente i rapporti coi popo li limitto6. Noi confidiamo che la conferenza della pace getterà sotto al tavolo il memOrandum jugoslavo; ma questo risultato non « sanerà)) l'opera di chi, scegliendo a bersaglio l'inesistente imperialismo italiano, ha incoraggiato tutte le follie dell'autentico imperialismo jugoslavo.
MUSSOLINI
Da Il -Popolo d'Italia, N. 39, 8 f ehhr-aio 1919, VI.