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LA POLITICA NAZIONALE
Primo Squillo
In occasione del convegno a Milano fra industriali e operai per la questione delle o tto ore, la Co nfederazione Generale del Lavoro ha lanciato un appello ai lavoratori che merita alcuni rilievi. Li facciamo nella nostra qualità di cittadini italiani e di .sindacalisti nazion'ali. L"ap· pella comincia con una constatazione coraggiosa e spregiud icata. Uo mini che siano, come sono i dirigenti della Confederazione Generale d el Lavoro, a dire tto e quasi quotidiano contatto cogli uomini dell'industrh, sanno che c"è da speZ2ate il vecchio frusto cliché dei primi anni della propagand a socialista quando si parlava del padrOne come di un vampiro non mai sazio di sang ue e di sudore proletario. T utto ciò è fa lso. Il padrone non esiste più. N elle aziende indu striali . la proprietà privata si è già dilatata di tant o da assumere gli aspetti della proprietà collettiva. Una grande fabbrica, oggi, non ha più u n padrone, ne può avere diecimila, e fra costoro ci può essere anche qualche proletario. L'industriale ha oggi una figura econ omica e t otalmente diversa dal padrone vecchio stile. Di ciò si rendono conto gli organizzatori p roletari. Ecco p erché · i più intelligenti, i più coscienziosi di essi, ha nno in grande dispregio le « tirate >) della Vecchia r et orica. Ecco perché Joro appello si parla di un « industrialismo più intelligente e più operoso )) ch e sta in con t ra.sto « coi frastagli dell'industrialismo retrivo ». La borghesia n on è dunque un blocco solo, nel quale impossibile scorgere (e utilizzare) le differenze e Je antitesi. La essendo composta di uomini, ba nel suo seno i buoni ed i cattivi - moralmente ed economicamente parlando, gli intelligenti ed i retrogradi. Coi primi si tratta e si coHabora; cogli ultimi si impegna la battaglia
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Ciò c he l'appello dice a proposito delle otto ore, d trova pienamente consenzienti. Noi vorremmo che l o Stato legalizzasse la conquista ormai avvenuta. Ad ogni il rispetto delle nuove condizioni di lavoro sarà imposto d agli interessati. Tre mesi fa noi, su queste co lonne, abbiamo affermato che il lavor o .,;mano doveva perdere g li attributi che lo avevano accompagnato sino alle soglie della più intensa civiltà moderna: la-fatica t la mi.rtria. Siamo quindi d"accordo che « il lavoro non .dev:e più abbrutire nessuno, ma occorre che gli enti proletari" studino senza indugio H miglior modo per utilizzare la riduzione dell'orario ai fini << dcll"clevamcnto morale cd intellettuale delle classi lavoratrici ».
Casa, paltstra, teatro: in queste tre parole in sintesi la soluzione del problema:
Avremmo molte riserve e molte domande da fare circa l'alfermazione contenuta nell'appello che la necessità e il dovere del proletario sia quello « di assumere la gerenza della società e dello Stato }). Ma n on è il caso, vertendo l'appello su problemi d'immediatezza concreta, di ricominciare a cavalcar fra le nuvole degli ideali.
Un' affermazione importantissima dell'appello e sulla quale valeva la pena d'insistere un po' più diffusamente è questa: La produzione non dev'usere /imitala o pregiudkaia. Già. È lapalissiano che se la produzione non va o si istedlisce, diminuendo la quantità dei beni, diminuisce la p ossibilità di godimento e la nazione si avvia come in Russia alla miseria e al caos. Gli effetti del Jeninismo sul regime produttivo sono stati documentati da uomini che si chiamano Kautsky e Bernstein.
Un punto essenziale dell"appello va sottolineato. D opo aver insistito sulla conquista delle otto ore, che sarebbe la prima attuazione del progra mma . confederale, l'appello dice testualmente :
« Poi verrà l'attuazione dei postulati politici. Noi diciamo che le prossime elezioni non dovrannOo essere indette coi vecchi metodi e coi vecchi criteri. Vog liamo il suffragio universale diretto segreto per ambo i sessi, a rappresentanza p roporzionale. Le prOoSsime ele-zioni non debbono essere fatte col vecchio si· stema »
Evidentemente, questo è il primo squillo della diana elettorale oramai imminente. È molto sint omatico che sia la Confederazione la prima a scendere "in campo. Dal congresso di Bologna a questo appello v'è un•accentUazione « politica » in tutte le manifestazioni confederali. Qui si parla di postulati politici e di elezioni. L' appello non specifica, ma alcune domande sono legittime, anche per la sincerità che dovrebbe ispirare gli atteggiamenti di coloro che guidano le masse. La Confederazione Generale del Lavoro intende di impegnare la battaglia elettorale da sola, coi suoi « postulati >), coi suoi uomini ? O inviterà i suoi organizzati a votare per i candidati socialisti ufficiali?
E può la Confederazione Generale del Lavoro rivolgere questo invito ai su oi organizzati, dei quali solo un'iMma minoranza appartiene politicamente al Partito Sodalista? Non sarebbe, quello della Confede- razione Generale del Lavoro, un atteritato alla libertà di coscienza e un'offesa aiPapoliticità del sindacato di classe?
Che i 4oo.ooo organizzati della Confederazione Generale del Lavoro votino per i candidati della massa, è perfettamente giusto e logico; ma non sarebbe giusto e morale che i dirigenti della Confederazione G enerale del Lavoro facessero pressione sulle masse per indurle a votare per i candidati di un partito p olitico, qualunque esso s ia: cattolico o socialista, con relative divisioni e sfumature i n u fficiali, riformis ti, unionisti ecc. Il caso sarebbe ancora più complica to e grave, se esistessero differenze essenziali - come esistono infatti - fra confederati e bolscevichi del" Pus italiano.
Il periodo elettorale che si a vvicina sarà di un enorme interesse e di una reale ìmpotta nza per l'avvenir e della nazione e delle· classi che nella nazione e devono renderla grande.
Che cosa farà al momento buono la Confederazione Generale del Lavoro no n sapphm o, e, per il momento, n on c'inter essa mo lto di saperlo, anche per il fatto c he n oi siamo e ci manteniamo assolutamente estranei a tutti i partiti, a tutte le sette, a tutte Je org anizzazioni e a tutte le combinazioni. Ma c'è un problema pregiudiziale che no i porremo e che abbiamo :- o credia mo di avere - risolto. Il pro- · blema per Ja costituzione politica di d omani si pone in questi termini:
« Come dare uria più sincen rapPresentanza alle idee, come dare uria più diretta e tecnica nppresentanza agli interessi »?
I n quanto alle elezioni, noi proponiamo che siano indette nei quin- . dici giorni successivi alla firma dei preliminari di pace. Il che dovrebbe accadere nell'ultima decade di maggio o n ella prima di giugno.
Dilazioni u lteriori, non g iustificate da improvvisi avvenimenti esteri, costituirebbero un serio e forse irreparabile errore.
MUSSOLJN!