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<<TATTICA INGORDA, INSAZIATI APPETITI»

Il Corriere della Sera ha una corrispondenza da Par:igi, a firma di quel Guglielmo Emanuel che preparò, nei -conciliaboli ancora molto nùsteriosi di Londra, il Patto di Roma. I1 povero fulminato dalla .realtà, scrive:

« Nel consiglio d'oggi la Delega2.ione ha esposto le rivend icazioni territorialì della Jugoslavia. Secondo essa l'Italia avrebbe combattuto la sua aspra guerra d i tre anni e mezzo per ottenere Gradisca e portare il confine orientale all'lsonzo e a Cormons, contentandosi più a nord dell'antico confine italo-austriaco. Tutte le terre insanguinate dal più generoso sang ue, tutto ciò che è frutto de ll a guerra. e della vittoria, oltrecché essere italiano di gente, di t rad izioni e di storia, dovrebbe essere tolto a lla madre Italia per<M possano essere JoddiJ/alli gli instJZiali appelhi del/'imperialiJmo urbo-croato-1/oveno ».

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È certo penoso constatare questa abdicazione del buon senso da parte di un Governo che più che ogni altro deve la sua costituzione agli sforzi militari i:taliani, alla nostra guerra. e alla n ostra vittoria, come anche ieri gli ricordava un giornale americano.

«Questo prova la tattica ingorda che accompagna una illimitata avidità a una assoluta incapacità politica, il più delirante imper ialismo esterno alla più melanconica impotenza statale. Era prevedibile, a causa dell'artificiosa formazione del nuovo Stato jugoslavo che scambia la violenza verbale per potenza reale, e, dopo essersi per due te-rzi battuto contro gli Alle-ati, oggi vorrebbe rica· vare dalla vittoria italiana i frutti più fantastid , quasi che fosse lui i l vincitore e noi fossimo i vinti. Ma forse non è inuti le, pe.r il trionfo della buona causa., che i portavoce ufficiali del nuovo Stato serbo-croatQ-5loveno abbiano assunto questo atteggiamento i nescusabile dinanzi a lla pubblica opinìone mondiale; esso deve far dubitare della loro maturità politica anche i più benevolmente disposti ».

E non si limitano i cari amici jugoslavi a rivendicare le terre ita. Iiane che erano politicamente austriache. Quelle non bastano alla loro fame. Vogliono anche un vasto territorio della Italia, cioè la valle dd Natisone, per cui i:l confine jugoslavo, richiesto u.fficialmenJe dai diplomatici jugoslavi, andrebbe a cinque chilometri da Udine. Scrive l'Emanuel:

« Trumbié e Zolgar presentarono, a sostegno della lor() tesi, delle carte, che rivelano l'affrettata preparazione e le modificazion.i i ntrodotte all'ultima ora nel programma, contrariamente alla esposizione verbale, sicché comprendevano fra i territori rivendicati anche un peno dell'Italia entro gli antichi confini, cioè la valle d el Natisone».

« SIC TRANSIT ».... TRU MBIC

Per mesi e mesi, il s ignor T r umblC godé in Italia la fama di essere fra gli uomini politici jugoslavi il più conciliante verso l"Italia. Insieme con l'an. Torte preparò H « concordato >> di Roma, nel quale le q uestio ni territmiali veniv ano rinvi ate alla pace, ma si faceva circolare la voce che l'an. Trumbie a vc;sse <<rinunciato» i n camera ç!Jarif alis a Gorizia, Trieste, Fola. Un bel g iorno si scovarono alcuni martiri croati di ue secoli fa (noi n e abbiamo di più recenti....) e il signor parlò . ìn un teatr o di Roma. Il suo passato anti-it aliano n o n lo raccomandava molto, ma si dicevano meraviglie d el suo ptesente. I n una ripresa delle polemiche jugoslave, n oi che pure avevamo p artecipat o al congr esso di Ro ma, chiedemmo esplicitamente al Tru rnbie di p arlare. Ma· Trumbie rion fiatò. Non voleva impeg narsi. Non p oteva. Egli dissimulav a semplicemente il suo imperialismo . Ora quello stesso Trumbie d el p atto dì Roma, constata co nicame nte il povero Campolong hi, quellO stesso Trumbit zato , intervistato, incensato dalla stampa r inunciataria, quello stesso Trumb ie sostiene i postulati 9ella Panjugoslavia colla formula « l'I sonzo al Vardar >>. Il povero Ca mpolo ngh i non vuole r ecitare un atto di contrizione. O h, no l Non glielo chiediamo. L uigi Campota nghi dev e soltanto permetterei di ripor tare alcuni brani della sua prosa.

«Dalle notizie in app resso il lettore vedrll non senza m eravig li a a quali princip i di megalomania sia no infonnate le rivcndica:zioni serbe ».

G iustissimo Ma chi le h a incor aggiat e l e megalomanie serbe ?

Il signor Camp o longhi se non vuoi r ecitare l'atto di faccia almen o un esame di coscienza.

Vedia.f!10 le « notizie in appresso )) del Campolonghi.

« Come è facile vedere, ·dando un'occhiata alla carla, il confine su descr itto lascer ebbe la Jugoslavia padrona di tutto il Carso, di Gorizia, di Trieste, del· J' lstria, d ella Dalmazia, del Montenegro, di Scutad e di tutte le isole. E l' Italia otterrebbe, oltre Gradisca (un palmo di terreno) solo l'isola di Pelagosa! Mi dispenso da ogni commento. N oto solo che, come ho già detto, l' incarico di esporre Je rivendicazioni oei rigua rd i d ell'Italia fu assunto dal Trumbié, dallo st esso TrumbiC del' patto di Roma ».

Anche noi ci di spensiamo da ogni commento, per la semplice r agio ne c he li abbiamo .... anticipati. N on abbiamo at teso il discorso di Trumbit per boliare l' imperialismo jugoslavo. Non era, dunque, una nostra fantasia, una nostra esagerazione polemica. Esisteva ed esiste e in tutta la sua ridicola go nfiezza e laidezza e in tutto il suo livore anti-italiano, ·La conferenza lo ha sttoncato. Non poteva toccargli un diverso destino. L'Italia non ha ingorde brame di teL.ritorì altrui, ma nessuno che non sia pazzo o idiota può pensare che abbia fatto quaranta mesi di guerra semplicemente per « redimere » Pelagosa.

Mussolini

Da Il Popolo N. 20 febbraio 1919, VI.

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