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UN'ALTRA REQUISITORIA

Ieri, l'organo del Partito Socialista Ufficiale, nell'edizione di Torino, più accesa, per ragioni dell'ambiente locale, di quella madre che si stampa a Milano, cosl commentava con un titolo su sei colonne il discorso Turati: Il Parlamento borghese respinge le ÙJJiti/i p ietose profferle luratiane. C(JfJ/ro ogni conmtbio ilproletariato grida:'' Sovièll''. Turati è giudicato e condannato. La frase «'inutili, pietose protferte » è di significato non dubbio. Quanto al proletariato, esso non grida '' SotJìèJ!" se non fra i suoi elementi t essetati, che rappresentano una quantità assolutamente trascurabile, dì fronte all'enorme massa lavoratrice.

Sta di fatto che la Confederazione Generale del Lavoro - proletaria - non accetta la dittatura sovietistica del proletariato. Curioso, ma vero l La dittatura del proletariato è apologizzata dai non proletari. Gli autentici proletari non ne voglion sapere. Quella del giornale torinese è, dunque, una esagerazione per ciò che riguarda il pr oletariato; è invece una verità per ciò che riguarda i tesserati del pu.r italiano, che fra tutt e le possibili tendenze del socialismo hanno sposato quella « leninista , Tutte le volte c:he i misfatti del lerùnìsmo sono stat i denunciati al m ondo civile, i socialisti del pus italiano h anno confortato i loro Genouen col dire che t rattavasi di me nzogne inventate dalla lurida stampa borghese Ora, altro fatto singolare, ma vero l, il regime leninist a se ha trovato dei d ife nsori, li ha trovat i fra i g iotnalisti borghesi, mentre i più implacabili atti d 'accusa contro l'estremismo moscovita sono partiti da autentici socialisti coine l"Axelrod, l'Alex.insky e qud Souckhomline. altrimenti conosciuto col nome di ]1mior, che per lunghi mesi esaltò sulle colonne dell'organo del pus la rivoluzione russa. Eduardo Bernsteio ha scritto delle pagine feroci contro il .regime -leninista. Né meno spie tato di Bernstein è stato Kautsky. Altrettanto categorico è stato Ieri recavamo su queste colonne il pensiero di VaoKol. veterano del movimento socialista o landese, I quarantards di Francia, cioè i 43 deputati socialisti che si sono separati dagli altri,. hanno dichiarato solennemente in un manifesto che « illerùnismo non è altro che la cad catura del socialismo ». L a condanna del leninismo parte soprattutto dagli u omini del socialismo, i quali .. t emono, non avventatllmente, che H disastroso esp erimento russo Iiveibeti s ul ·socialismo internazionale, il quale ora.mai è diviso in due grandi frazioni che si combattono a parole nei paesi.... borghesi e a cannonate fraterne in quelli.... socialisti.

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Un d ocumento che abbiamo sott'occhio getta altra luce su quel lenirùsmo c he. è ora.... sotto inchiesta del socialismo intèrnazionale congregatosi recentemente a Berna. Si tratta d i un manifesto del Partito social-democratico russo o menscevico, firmato, fra gli altri, da Mario w. L' Huma!lité, ogg i zimmerwald ian a, lo riproduce con queste paro le : Eneore un document décùif. Veramente, diciamo noi pure : è decisivo. Si tratta di una protesta contro l'intervento militare degli Alleati in Russia. Ora, è da notare subito che i menscevichi non protestano g ià per il fatto che l'intervento militare deg li Alleati .spazzerebbe via quel paradiso di delizie che è H·IeiDnismo ; no, i menscevichi respingono l'intervento militare perché paventano un p ossibile ulteriore consolidarsi del le ninismo, nella lotta cont.t:o gli invasori dell'Intesa.

I giudizi che sul reg ime leninista dànno questi a utentici socialisti zimmer waldiani .e internazionalisti, sono decisivi.

«La democrazia russa - essi dicono - protestando con tutta la sua energia contro l'intervento militare straniero, agisce come rappresentante d ella parte operaia russa che sì oppone alle basi del regime bolscevko fan eJto alla politica wcia/iJta ».

È chiaro ? Sembra.

«L'intervento degli Alleati - dicono i fi rmatari del manifesto in questione - n on farebbe che prolungare ed approfondire la crisi di cui il popolo muore l>

Il popolo russo non nuota, dunque, nel benessere; n on gioisce, dunque, della libertà, come favoleggiano i zelat ori bolscevichi d'occidente. Ecco la verità terribile: Il popolo rH.Iso muore Muore dl fame, di tifo, di colera e.... dì p io mbo. A nche di piombo. il ffianifesto parla di « tendenze terroriste » che dominano nella Russia sovietista. I chiedono all'Intesa la cessazione del blocco per « dare .ag li elementi della classe operaia non affetti dalle illusio ni massirnaliste e anarchiche il mezzo di lottare con successo per il risanamento del regime politico della Russia sovietista, per il ristabilimento della libertà politica e per il trionfo di una p olitica economica corrispondenti alle condizioni sociali del nostro paese »

Dal che risulta che il regime leninista è corrotto, è putrefatto, ha bisogno di essere risanato; che la libertà politica non esiste e che la p olitica economica del So * ci ò Ìlon è scritto da. penne

• Lacuna nel testo borghesi, ma da penne di autentici. socialisti, che hanno conosciut o, nei tempi dello czar nero e anche in quelli dello czar rosso, la prigione, l'esilio, la miseria.

Che cosa sperano i menscev ichi ?

«Sperano che l' arrivo dei rappresentanti autorizzati della democrazia ocd· dentale apporti al proletariato russo un aiuto morale essenziale nei suoi tentativi per trovare una via d'uscita alla sua irrtollerabile situazione ».

Qui si parla chiaro l Sono dunque «calunniatori» dei SoviUs, anche q uesti autentiCi e autorevoli socialisti russi? Quel r egirlle che i pazzarellorii del nostro pus vorrebbero regalare g raziosamente al proletariato italiano è dichiarato semp licemente « inlollerabile » per il proletariato r usso .... Dopo di che non bisogna stupirsi se i giornali socialisti italiani «ignor eranno» il documento «dec isivo ·)> che la Humanill di Parigi ha stampato in prima pagina, previo un (< cappello » d i Cachin. È , in verità, t roppo decisivo, per i nostri pussisti, i quali hanno oramai preso un solenne dirizzone e in queUo san decisi a persistere anche a costo di come si romperanno , l'osso del collo.

Davanti a questo grido d'angoscia dci socia listi me nscevichi che vivono, come possono, n on nelle sezioni di Grottapelata o Radiconcoli, ma a Pietrogrado e a Mosca, spettatori quotidia ni delle t ragiche gesta dei S ouièiJ, si capisce perfettamente la n otizia che ieri è giunta . da ai g iorn ali italiani e che dice:

«Si è prodotta una notevole scissione nel partito socialista della sinistra. la grande maggioran za, con a capo dieci deputati rappresentanti dei minatori del nord, dei boscaiuoli, dei contadini e degli operai, ha categoricamente scon· f essato i l bolscevismo Si può prevedere che in due o tre anni i socialisti di sinistra sruniranno _ al socialismo di Branting II Gruppo socialista, che è solidale col bolscevismo, non ha alcuna influenza» .

Il socialismo più v icino, geogca.ficamente, alla Russia, e quindi in grado, per l'immediatezza dei contatti, di apprezzare al suo giusto v alore il socialismo « instaurato » da Lenin, si decide a sconfessarlo categoricamente, e, quel che conta., la sconfessione patte dai r-appresentanti dei minatori, dei contadini, degli operai, cioè da quelli che compongo'no l'autentica massa lavoratrice.

Con tutt:j. probabilità il gruppetto dei socialisti svedesi solidali col bolscevismo è for mato d a intellettuali o da politicanti di professione, come p oliticanti di professione sono stati e son o i signori· Uljahov e Bronstein, imperversanti a Mosca.

Morale desunta da.Ì fatti: il leninismo ha reso << into1ltrabile » la posìzione del proletariato tusso. Questo non ha avuto né il pane, e nemmeno la pace. Trotzky sta preparando una nuova grande offensiva militare su tutto il fronte.... MUSSOLINr

Da Il Popolo d'Ita/i{f, N. 67, 8 mano 1919. VI.

A QUANDO?

· La prima settimana di marzo doveva essere decisiva ai fini de1la conclusione della pace o dei preliminari di pace, secondo le affermazioni delle agenzie dei Governi. La prima settimana è passata, ma è stata la più insignificante eli tutte.

La frase di un giornale francese: « La conferenza discute, ma non cammina )>, risponde alla realtà, alla triste realtà Noi ci guardiamo bene dall'esasperare le impazienze individuali e collettive e ci rendiamo perfettamente conto che i proble mi da risolvere sono moltissimi e complicati, ma tuttavia ci permettiamo di constatare che i lavori della conferenza hanno avuto sino ad oggi un ritmo tatdo, che ha deluso un poco le moltitudini. I diplomatici haD.no avvertito questo stato d'animo e ci avevano promesso di accelcrare, ma la prima settimana di marzo non ha condotto innanzi nul1a

Sul tappeto è arrivata una questione soltanto, quella del Montenegro. D'altra parte il lavo ro delle commissioni non procede troppo speditamente, perché trattasi eli questioni di dettaglio, la cui soluzione ne presuppone un'altr.a d'insieme.

L'an. Orlando, tiparte per Parigi, ha detto alla Camera italiana che entro questo mese saranno risolti i problemi fondamentali della pace. Lo speriamo Dopo cinque mesi dalla hrma dell'amUstizio non esig ere troppo. Quali saranno le linee della pace italiana non d dato conoscere esattamente dal discorso dell'an Orlando. Noi crediamo che l'Alto Adige sia fuori di discussione. Tutte le concessioni possibili - d'indole amminismi.tiva e culturale - siano Largite ai tedeschi dell'Alto Adige (che non superano, a calcoli fatti, i centoquarancimila), ma la frontiera italiana deve essere portata al Brennero. Se questo è stato deciso, e noi ci ri6utiamo di dubitarlo, occorre c he le autorità civili e militari eli occupazione nell'Alto Adige lo facciano chiaramente capire, onde « smorzare >> sin dal principio certe velleità di riscossa · tirolese.

Ad oriente il nostro confine non può che coincidere colle Alpi Giulie. E Fiume? Il destino di questa città appassiona in un modo indiscutibile gli italiani. Il discorso dell'an. O rlando Permette u n certo ottinùsrno, ma noi crediamo di sapere ch e la questione non sia stata ancora iuevocabilmente decisa. Noi ripetiamo, qui, per l'ennesima volta, che Fiu me pu ò e dev'essere soltanto italiana. Per riaffermare questa volontà le associazioni patriottiche milanesi h a nno o rgani:z:zato il congresso nazionale del 12. corrente c he riuscirà imp on ente.

Per quella parte della Dalmazia, contemplata dal Patto di Londn, non c'è discussione. Ma lasceremo Spalato romana in balia delle orde croate ? Dopo ciò ch'è avvenuto in questi g iorni, il problema di Spalato non comporta che la solw:ione italiana Quanto all'Albania, la formula ita liana è che l'Albania non può appartenere che agli salvo un protettorato, vorremmo dire quasi ideale, che deve essere esercitato, per un complesso di ovvie ragioni, dall'Italia.

11 problema del Mediterraneo orientale è anche italiano.

Non possiamo ammettere che l'Italia debba contentarsi dei quando le altre nazioni, specialmente Francia e Inghilterra; s'impadroniscono del più lauto bottino . Noi confidi amo ch e il problema territoriale italiano sarà risolto secondo il nostro diritto, secondo la n ostra vittoria e con giustizia per tutti. Il fa tto dell'abbinamento delle delimitazioni di frontiera italiane con le delimitazioni francesi è dì buon auspicio per noi. 1 due problemi son o messi sullo stesso piano. Segno che nel1a sostanza si equivalgono. Se ci decidiamo a discendere ()all"empireo nebuloso della metafisica sul terreno della realtà è più facile concludere la pace. La guerra non ha compiuto il miracolo di convertire gli uomini in angeli. Se non è possibile imbastire la pace degli angeli, per tutti i luoghi e per tutti ì tempi, la pace sempiterna, n oi ci contentiamo della pace degli u omini. Sistemare il mondo sul modello de ll'a ssoluto ideale non è cosa che si improvvisa in un paio di mesi. Bisogna, secondo ì1 nostro modesto pensiero, limitarsi a preparare le condizioni più idonee perché l 'ideale trionfi. Ma non si può pretendere di far t rionfare l'i deale, se non ·c'è stato quel tal dissodament o delle quella tal necessaria elaborazione di con-. dizioni oggettive. Crediamo che l'idealismo di Wilson n on astragga dalla realtà. Il Presidente non può illudersi c he d'ora innanzi gli uomini siano mondi di egoismo e che la « fraternità », parOla vuota per venti secoli, malgrado Cristo, diventi « carne », dopo essere stata inutilmente « verbo ». Il Presidente vuole creare il sistema più adatto per l'attuazione progressiva; sostanziale e duratura dei postulati della fraternità universale. In questo dev'essere intesa la « Società delle Nazioni ». Per comprenderla, bisogna aVvicinarla alla terra e alla nostta st essa umanità, la quale, put tendendo alla perfezione, nòn è perfetta e, secondo i pessimisti, non lo diventerà mai.

Mentre scriviamo quest e linee, Wilson viaggia sull'Oceano, di .ritorno in Eur opa. Non c'è più l'attesa della p rima volta. Si comprende.

Nel gennaio era opinione diffusa che Wilson avrebbe fatto concludere rapidamente la pace. Tale fiducia è stata delusa. Salvo H «progetto )> di Società delle Nazioni e il lavoro ano nimo e oscuro di u na serie di commissioni, i popoli non hanno visto nulla di concreto e sono ancora, per quel che riguarda la pace, in alto mare. Coll'arrivo imminente di Wilson, le speranze si riaccendono. È tempo di concludere la pace col nein.id.

Fissate irrevocabilmente le nu ove frontiere, fumati i preliminari di pace, i p op o li potranno attendere senza inquietudini le conclusioni de6.nitive; ma quel che appare urgente è che questa parola « pace » cominci a diventare, dopo quattro anni di guerra e cinque mesi di armistizio, un fatto e una realtà.

MUSSOLINI

Da 11 Popolo d'italia, N. 68, 9 marzo 1919, VI.

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