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L'ATTUAUTA

Il Congresso Nazionale Pro Fiume E Dalmazia

ll Comitato organizzatore del congresso pro Fìume e Dalmazia ci manda questo importante comunicato:

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« JJ rongressOo pro Fiume e Dalmuia che si a Milano, per iniziativa del Fascio delle associazioni patriottiche, mercoledl, giorno 12 corrente, al teatro dell'Accademia dei fi lodrammatici, assume una i mportanza veramente eccezionale per il nwnero e la cospicuità delle adesioni.

«Esse sono pervenute a centinaia. Abbiamo già accennato all'intervento di Gabriele d ' Annunzio. Dei rappresentanti delle principali provincie ricordiamo quelli d i Venezia, Ancona, Piacenza, Ascoli , Lucca e dei più importanti comuni tra i quali Roma, Vene:zia, Genova, Sassui, Parma, Pisa, Bari, Lecce, ecc.

«Inoltre sono da segnalare le adesioni di moltissimi deputati, tra i quali, i vice presidenti della Camera, onoreVoli A lessio e Rava, gli on, Cocco-Ortu, Di Cesarò, Bianchi Leonardo, Mootresor, Giovanni Amici, Cottafavi, Benaglio, Dentice, Daneo, Montauti, Salterio, Pala, Gargiulo, Lembo, Orlando Salvatore, Pacetti, Berti Silvio, Sioli Legnani, Mareri, D i Frasso, Grabau, Petroni, Casciani, Somaini, Negrotto, Carboni, Mauro, Adino lfi, D i Francia, Belotti, Cotugno, Joele, De Sanctis, De Amicis, Libertini Gesualdo, Ciccarone. Faustini, ·Bianchini, Fracca(leta, Breui, Di Caporiacco, Lari:zza, Callaini, Coroiani, Venino.

« Son() siunte le: adesioni di Ernesto Nathan per la massoneria italiana, di quasi le U niversità del Regno, detla presidenza centrale dell'Associazione nazionale dei professori universitari e sezioni , dei consig li çentrali deJla "Dante Alighieri " e delJa " Trento e Trieste" e relative sezioni.

«Inoltre, tra le assodazicmi e gli ordini pcofessionali, i seguenti.: collegi degli avvocati e procuratori di Novara, Varallo, Caltanissetta, Castiglione, Chiavari, Sassari, Pavia, Ancona., Monza., Bergamo, Cuneo, Napoli, Livorno, Mondovi, Sondrio, Bassano, Milano, B usto, Padova, ForB, Vercelli, Ravenna, Casale Monferrato, ecc.; dei consigli notarili di Siena, Novi Ligure, Bergamo, Md.6, ecc.; degli ordini dei medici di Siracusa, Torino, Livorno, etc.; del collegio costruttori di Alessandria; Associazione monarchic:a di. Livorno; LiberaJe di Genova; Popolare di Milano; Pro suffragio femminile ; Fascio romano· per la difesa nazionale ; Associazione Madri e Vedove dei Caduti; Superstiti di Mentana; Fascio nazionale femminile; Tiro a segno naz.ìonale di Livorno; U n ione generaJe insegnanti italiani; Comitato lombardo; 1 Associu:ione magistrale femmi· n.ile di azione patriottica; ecc. Inoltre le cento associa zioni aderenti al Fascio promotore.

« Jl congresso si svolgerà in due tornate. Il giorno 12, all e o re 14, a.vranno luogo i di$Corsi di aperrura, indi incominceranno i lavori del congresso, che pro. seguiranno in seconda seduta alle ore 21 della stessa giornata. Vari relatori Hlustreranno il problema dal lato storico, geoog:rafico, etnico, economico e politico. l voti del congresso saranno .comunicati di presenza alla D elegazione italiana a Parigi».

Non v'è dubbio che q uesto cong resso 'riusci rà - come deve riuscire - Noi invitiamo· tutti i nostri amici e lettori a parteciparvi in gr an numero e a farvi rappresentare le associazioni di cui fanno parte. È, in linea di tempo, l'ultima manifestuione della volontà italiana, prima che il destino di Fiume e della Dalmazia - per ciò che rigua rda i li miti della nostra annessione territoriale e per ciò che dev'essere stabilito circa la tutela del resto degli italiani eventualmente inclusi nel regno cosiddetto jugoslavo - 'sia irrevocabil mente deciso. Ci avviciniamo, secondo le stesse dichiarazioni di Orlando, alle giorn ate conclusive. Entro il mese sapremo se Fiume e Spa lato, o ltre Zara e Traù, saranno italiane. È questo il momento p er far sentire la voce n ostra, per far pesare suJla bilancia, di fro nte alle pazze ingorc,l..igie dell'imperialismo sud-slavo, la n ostra piena volontà, che si arma potentemente del nostro diritto e della nostra vittoria. Da Milano deve partire e partirà una voce che deve g iungere e giungerà a Parigi, come la voce di tutto il popolo italiano, unanime nel rivendicare ciò che gli appartiene, e questa voce sarà indubbiamente ascoltata.

Già si notano sempre più frequenti i segni della resipiscenza f rancese. A poco a poco il castello di carta e di menzogne, eretto d ai ttumbiciani in tre anni di frenetica e non contrastata propaganda antitaliana, crolla pietosamente. I n ostri buoni amici francesi s'accorgono dell'ettore grave che stavano per commettere anteponendo la non n ata Jugoslavia alla esistente, viva e v itale Italia.

Un o fra i m olti d ocumenti di q uesto simpatico revirement dell'opinione pubblica francese è un articolo r ecentissimo di Gustavo Hervé. In q uesto articolo H ervé dichiara che il p r oblema dell' Adriatico h a per l'Italia la stessa importanza che h a il problema dell'Alsazia-Lorena e della sinistra del Reno per la Francia. Agg iunge che dal punto di vista militare le coste occidentali dell'Adriatico non hanno un p orto solo degno del nome, mentre la costa orientale, specialmente in Dalmazia, un p orto solo e sicuro. Più interessante ancora è ciò che scrive Hervé mettendosi dal punto di vista occidentale :

« La costa orientale deli'Adriatico - egli dice - è latina o i tali da venti secoli; da. quando esiste una lingua italiana si parla italiano a Fiwne, a Za.ra, a Sebenico, a Spalato ».

Hervé conclude con l'affermare che (( i francesi non possono mettere la follia di creare fra l'Italia e la Francia nuovi malintesi e dei nuovi urti, per H piacere di accordare Fiume ai croati... ». Bravo Hervé l Cosl si comincia a ragionare e cosl si cementa quel blocco latino che sul continente, sul nostro ·continente europeo, è, insieme colla Società delle Nazioni, una delle più solide garanzie eli pace.

In questo momento, il congresso di Milano può dare un ultimo efficacissimo contributo a qUesto nuovo .orientamento della opinione pubblica alleata ed è quindi necessario _che riesca alto e solenne.

Noi non -abbiamo bisogno di- r espingere la stolida accusa degli sparuti gruppi superstiti rinundatari, e possiamo dire tranquillamente all'an. Treves che non abbiamo fame di territori. Abbiamo fame di giustizia. Il problema della Dalmazia è soprattutto un problema di giustizia e di solidarietà nazionale. Vi sono altri territori che appartengono geograficamente, storicamente e linguisticamente all'Italia, ma nessuno di noi li redama, per la semplice ragione che gli abitanti del Canton Ticino, della Savoia, della Corsica non hanno manifestato la loro volontà di essere compresi nel_Regno d'Italia. Se le popolazioni italiane della Dalmazia non avessero espresso - col sangue e colle parole - le loro asplrazioniJ molto probabilmente le semplici ragioni strategiche non ci avrebbero fatto abbracciare la tesi dalmatofila. Ma suil'altra sponda ci sono città, ' paesi, che invocano l'Italia, che cercano l'Italia, che vogliono essere a qualunque costo italiane. Andare Verso dì loro, con gesto d i umana pietà e di na2ionale fratellanza, è dunque un delitto d ' imperjalismo? Alla stessa stregua non può essere bollata d'imperialismo anche la rivendicazione di Trieste e di Gorizia? E quando la minaccia croata urge .ed esplode, chi può :rasseg narsi a subirla?

Nel congresso di Milano, al quale interverrà l'Intrepido, Yanima della nazione troverà la sua più forte e risoluta espressione.

Prima che i « dieci )) decidano, tutto .dev'essere tentato, perché la soluzione sia conforme ai nostri diritti sulle Alpi e sull'Adriatico.

MUSSOLINI

Da Il Popolo d'Italia, N. 69, 10 marzo 1919, VI.

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