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LA NECESSITA DELLA POLITICA SOCIALISTA IN ITALIA
Tale il titolo d'un opuscolo scritto da Costantino laizari e p ub,. blicato dal Sorgete/, giornale socialista del Lodigiano. Il momento abbastanza sintomatico della sua comparsa e il nome dell'autore ci spingono a farne parola su queste colonne.
Anzitutto, nell'uomo, che se non ingiustamente certo spieta.tamentc fu condannato, ammir iamo la serenità dei giudizi e lo spirito animatore della critica scevra di quelle punte velenose ch'cscono dalla triste fucina del personalismo.
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li suo opuscolo comincia con una lunga disamina della nuova tattica di Filippo Turati, del « metodo rivoluzionario» di Enrico Ferii, del socialismo astensionista jn politica e beatamente radicale in economia di Saverio Medino e della « pregiudiziale variante >> di Arturo Labriola, [l Lanari si domanda: Qual'è stata la causa generatrice di questa diversità di vcdllte che haonp provocato non l'equivoco, come vorrebbe il buon Dinale, ma tendenze spiccatamente diverse?
« Una pretesa rivoluzione parlamentare » e cioè la salita al potere della sinistra costituzionale con un programma - restato finora programma - di libertà.
Certo, dopo un decennio di reuione - incarnata in tre uomini : Crispi, Rud ini, Pelloux, seminatori di stragi e di lutti per le contrade d' Italia - la formazione di u n ministero che dichiara le "associazioni econer mid1e dei lavoratori aver diritto di $Ciopero p erché essi posuno vivere da 11,nani, è Wl fatto confortante che merita di essere shldiato.
Ma studiandolo, senza preconcetti di idealismo politico, noi vediamo che la « famosa rivoluzione» si. riduce ad un' abile manovra delle classi dirigent i le quali - incab:ate dalla marea dei tempi nuovi - capirono che andando a ritroso con un potere alla Pelloux od alla Crispi rischiavano di giocare - con sicurezza di perdere - la vita del sistema Non le schede di fiducia gettate neU'urne ministeriali dall'Estrema Sinistra, m a una grande forza morale sviluppatasi in tutto il paese « costrinse » chi molto può a volgere il timone della barca politica verso le prode (6nora semplicemente intraviste) di un savio governo. E persistendo, a112i fortificandosi vieppiù l'energia monle nella coscienza delle masse orga- nizzate, la rotta della barca sarebbe stata più decisiva, se l'Estrema Sinistra non avesse blandito amabilmente la vecchiaia degl' incerti nocchieri, ma l i avesse invece fustigati con un'accanita po litica di opposizione e di guerra.
A questo punto sen tiamo dirci: Voi avreste, cosl operando, perduto il primo m in istero liberale ( ?) che l' Ita lia abbia avuto dopo il '70 e avreste favo rito la scalata del potere agli uomi n i della forca, a i compari del ·94 e del '98.
:B una strana allucin azione di politicant i, dice i l Lazzari, quello di vedere un m in istero liberale laddove g li uomini che lo compongono sono le volp i della reaz ione. I fatti poi smentiscono q uesta pietosa leggenda d i liberalismo che la democrazia parlamentare colla sua condotta aveva creato e diffuso tra il popolo. Noi pensiamo che il ritorno della reazione terroristica sia molto improbabile, se non impossibile. Gli uomini che ebbero il pote re nei tristi periodi in cui furono manomesse l e pubbliche l ibertà e il sangue proletar io corse pe r le st rade, non furono ca paci di conservare le livree dei ministri e caddero sopraffatti dall'esecrazione di t utto un popolo. Per loro son chiuse le v ie del ritorno. E ad ogni modo n oi preferiamo una reazione sfacciata a questo genere di reazione ipocritamente p ud ibonda che illude quelli ch e non dov rebbero illudersi.
Filippo T urati fu costretto a verifi care che la polit ica d el ministero attuale va a zig-zag; proprio come quella del gruppo socialista. E va a zig -zag la pol itica del G io litti perché vuol riusci re a contenta r due settori : la d estra di cui rappresenta gli inte ressi e la sinistra di cui gabba i voti e la fiducia.
Ora noi comprend iamo che le frazion i radica li appoggino il « governo delle leggine inconcludenti», ma non poss iamo approvare la massima pe r cu i i ra ppresentanti d el prol etariato danno continuo suffragio di aiuto a un potere borghese che - finché tale - ci è sempre nemico, tentando poi di giustificare l'incoerenza manifesta con abili logomachie che conducono sino alla sfrontatezza di chiedere l'autonomia nell'azione parlamentare del grnppo. Di questa politica a base di compromessi il popolo h a ormai ragione di diffidare; e se fu trad ito le cento volte dai dom inatori ha i l diritto di non essere turl upinato da coloro ch e si professano suoi amici Esso ha bisogno, urgente bisogno di una sana politica socia lista che « come fanfara d i guerra sq u illi sempre per il cielo ital iano soverchiando i p iccoli rumori dei vari partiti borghesi».
Non è quindi la politica di ch i raccoman d a la tem peran za nelle agitazion i operaie per non mettere in pe ricolo la l ibe rtà.... che n on abbiamo; non è la polit ica dell '« appoggio cond izionato», prosaica formula che ridurrebbe il partito conquistatore del mondo ad u n a « bottegaia azienda di dare e avere»; né la politica ch e si compen dia n èll a pereg rina trov:lta del « meno peggio » perché la gradazione del cattivo come del buono non ha limite alcuno. Pelloux è p iù forcaiolo di Zanardelli, ma Terra.ca - poni caso - è più belva di Pelloux. Domani, caduto Zanardelli, OC· correrà appoggiare Pel!oux, per salvarci dal Torraca ! ! Queste le « defor. mazioni logiche » che d vorrebbero imporre i parlamentari.
Non è questa la politica che necessita in Italia.
• Noi ci basiamo - dice il Lazzari - su di una verità geometrica: la retta è la più breve distanza fra due punti. I due punti ci sono noti: la civiltà borghese presente, la civiltà. socialista avvenire. Più d allontaniamo da quella e più ci avviciniamo I que5ta. Se ci fermiamo a scuamucciare coUe varie frazioni borghesi, non solo perdiamo il tempo, ma rischiamo di perdere anche l'obbiettivo fimle che deve sempre risplendere chiaro per l'educazione della pubblica opinione e della pubblica coscienza ».
Noi non abbiamo formule, Solamente ci auguriamo che il partito nostro ritorni ai suoi metodi antichi di lotta, incalzi con una combattività implacabile i poteri costituiti senza mai discendere - in barba ai deliberati di congressi - a patti e a me~cature. La sua fi sonomia resterà intatta come la sua integrità morale che andrebbe miseramente perduta qualora continuasse a. battere una strada che lo confonde fra le frazioni della democrazia radicale e borghese e gli scema il prestigio sulJe moltitudini , La necessità della vecchia e corroborante politica socialista è sentita e noi speriamo che, insieme all'unità del partito, verrà affermata nel prossimo congresso.
Benito Mussolini
Abbiamo creduto nostro dovere d.i dare agli midui dell'A11ve11ire cognizione d.i ciò che la parte più intransigenti!! del partito - che nel Luzari, pet quan10 non pii.I iscritto, riconosce il suo antnignano - pensa della politica S("guita in Italia dalle sfere dirtttive del Putito Socialista.
Noi j,ei conto nostro diciamo schietto che la preoccupazione eccessiva che in Italia si è · avuta e si. ha ancora di un ministero di uazione, è un misconoscere questo gran fatto: che cioè la libertà il proletari ato la gode in tanto e io quanto ha Ja fon.a di farsi rispt11t1re dalla borghesia., è un misconoscere che se il tentativo puresco di Pelloux fu troncato bruscamente a mezzo della pa11rt.t dcli.a rivoluzione, tale paura - che deve essere, naturalmente, c,esciuta con l'aumento delle fon.e del proletariato - tanto più deve dissuadere prn,entemence gli arbjtri dei desti.o.i d'Italia. da qÙ.alunque provocazione criminosa.
Noi siamo convioti ehe il partito socia.lista - movtndo, nel suoi rapporti
Opera Omnia Di Benito M Ussolini
col governo borgheK, da questo punto di veduta - peserebbe sulla vitil pubblica italiana fo ~ p iù che non faccia ora.
Ma da questo a dire che il sruppo parlamentare socialista ha poco meno che tradito la causa proletaria, ci corre : e specia lmente non riusci3tn0 Il comprendere come da questa constatazione possa scaturire un disprezzo così ol impico per... le riforme.
Le riforme - che nel nostro prognmma non sono fine a se stesse, ma tramite per andare alla rivoluzione della società in senso co llettivista -non sono, secondo noi, a ltro che le fasi successive dell'evoluz..ione Deridere le riforme è d eridere I'l"voluzione; men tre, siccome la rivolu ?Jone non è che il momento critico de lla evoluzione, jJ punto in cui si passa da una fase di · sviluppo all'alu a, lo sntto della molla che - quando la sfera h a compiuto il giro del quadunte - annunzia l'ora nuova, è intuitivo che tutto quanto accel,ra l'evoluzione accdt ra anche la rivoluzio ni!'.
1:,a teoria della linea r etta non è a pplicabile al rnoriJo politico: la stor ia non ha mai p roced uto per linee rette.
Il cammino dtll' umanitit è p augonabilt all' ascension e d t ll'alpio ista, che - se volesse per linee rette arrivare a toccare le pi ù alte cime dei mon tidiffi ci lmentt riuscittbbt a far pochi passi dalla loro base
D 'altronde con q uesta teoria dovremmo metterci alla coda degli anarchici; i guaii appunto - scsueodo questo criterio logico - non riescono a capacitars.i per.:h,!, mai p l!'t rovesciati!' g li ordinamenti borghl!'si, pl!'r f are - insomma -la rivo luzione si debba andare nei pu lamenti e nei municipi Insidie della logica astratta, che forse oon a torto è stata chiamata da qua lche filosofo di spirito la prima nemica dell'uomo.
Da L' A vv, nire d,I L,n 1oralore, N. 165, 30 agosto 190 2, VL