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LA MALATIIA DEL SECOLO

Su di un quotidiano parigino del 16 maggio si leggeva quanto segue:

<> kri, Emilio Loubet, figlio del Piesidcntc della Repubblica Francese, ha fatto la Prima Comunione a St. Philippe du Roule. Nel medesimo tempo la facev a alla chiesa di Neu illy, il figlio di Rou,·ier, ministro delle Finanze. A St. Louis di Antis, si comunicava il giovane Dckust, figlio del Ministro degli Affari Esteri.

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« Quanto prima, anche il picoolo Combcs, riceverà i l sacro pane Eucaristico in una de lle principal i chiese di Puigi ,.

La cronaca merita qualche commento.

Potremmo, anzitutto, cominciare dal discutere, sul diritto che questi ed altri padri di famiglia s'arrogano d'imporre un culto ai fanciulli che - per l'età d'incoscienza in cui si trovano - non comprendono la portata degli atti che compiono. Potremmo aU,ora affermare - nel nome della reazione, clericale e dinastica [sicJ.

Or, se vi sono uomini per cui la coscienza debba essere imprescindibile dovere, Combes e · i suoi colleghi sono ciuelli.

Quando per togliere la ragione al cieco dominio dell'assurdO si agita in alto la fiaccola della verità; quando i liberi muovono contro alle nere falangi che da XX secoli fanno ddla men2:ogna Io scopo della vita - è necessaria la rigida e integrale armonia fra le a2:ioni del militante e quelle del cittadino; è necessario che il carattere non si pa.rta, bifronte come il vecchio dio pagano.

O 1~ forti individualità - penetrate dell'Idea - che nella vita pubblica e nella domestica sono specchio di correttezza civile, o Girella.

E vien fatto di pensare.ail'eroe del poeta di Valdinievole, al buffone che per ogni caso teneva pronte da dieci a dodici coccarde in tasca, riJevaodo l'esempio di questi Mfoistri Repubblicani che mentre ferve la lotta contro il Clero mandano i figli nei pestiferi covi dell'immoralità.

Da un'~ttihldine cosl ipocrita balza ev:idente la contraddizione.

Perché combattere con tanto fervore i ministrj della religione cattolica, quando si trova g iusto che la famiglia ne pratichi i riti?

Dato che si ritenga deleteria l'influenza del prete sulla gioventù perçbé ~dare i ragazzi a quel culto?

La stridente contradizione fa esultare La Croix. L'organo clericale parigino può ben dire che il Ministero Combes è ateo coi ,ocialisti e bigotto coi cattolici. Son là a dimost rarlo le Comunioni di questi giorni. Chissà se il parroco di Pbilippe du Roule non abbia raccomandato al Presidente Loubet i milioni ddla Chartreuse, come Pecd nella sua ineffabile e maliziosa ingenuità senile raccomandò alle figlie di Cocco Ortu la salute spirituale del padre, chiaro che l'atto da essi compiuto non dev'essere che l'esponente d'un ordine d' idee, il segno d'una strana situazione.

Spogliamo i ministri della loro li vrea, della loro responsabilità che ad essi viene dall'alto grado e consideriamoli come semplici unità dell'aggregato sociale.

Se è vero che l'uomo non può sott"rarsi all'in8uenza sana o no, dell'ambiente cui •;ive, ne risulta che il dualismo verificato ndla coscienza in dividuale è l'indice d'un più grande dualismo fra cui si dibatte la coscienza moderna.

I Loubet, i Rouvier, i Delcassé, i Btilow, i Cocco Ortu, i Nathan, i Combes mostrano quanto e come sia elastica la morale del n0;stro tempo.

E allora noi sorgiamo ad esaminare il fenomeno in tutta la sua complessità. - Max Nordau con frase caratteristica l'ha chialTlato: La MalaJlia deJ Secolo.

Ed è il dissidio fra quanto si predica e quanto si pratica, fra il pensiero e l'azione - è la viltà che ci schiaccia sotto l'uso, la mOda, l'abitudine - è un falso, ridicolo, assurdo rispetto di uomini e di tradizioni che fi acca le tempre gagliarde - è il voler seguir Ja nJrrenle per non rendere invisa la propria personalità ad una qualsiasi parte fossilè del genere umano.

2 la tattica dell'arrivista che per salire s'appoggia al tricorno e àl triangolo - del politico che si bilancia con astuto equilibrismo fra i partiti del borghl!Se che ama star in pace col prossimo e non- vuol cimentare il suo fosforo cerebrale nella difficile scelta d'una opinioneè la tattica, in.fine, di tutti coloro che per natural ignavia o studiato caJco!o non sanno abbracciare-un' Idea è, per essa, affrontare, sorridendo, dolori e battaglie.

I.a Malatlia del Secolo è il Gesuitesimo [sic] che si rivela nella man· canza di coraggio civile.

Non sappiamo se oggi i Gesuiti siano i confideoti delle regine, i consiglieri del re, i dominatori misteriosi di certe sitw.zfoni; non sap- reggono 1 destm1 de1 popoli - Noi però possiamo afferma re che 11 Gesu1hsmo, scacoato come setta, nv1ve ne1 costumi del nostro tempoe possiamo aggiungere che la morale co rrente, la morale degh uomini éosidetti dell'ordine è quella di Loyola.

Oggi si transige colle proprie convinzioni; si insorge da ·una parte contro il passato e lo si subisce stupidamente dall'altra.

N on è curioso vedere i Liberi Pensatori battezzare i figli ? M a possibile che Combcs, il primo dei Ministri di Francia, creda a certe ridicole assurdità del rito cattolico?

E come si spiega allora il suo agire senza ammettere o una grande ipocrisia o una grande viltà ?

Dolorosamente il male non si limita solo agli alti strati sociali, ma lo r itroviamo anche nei bassi. -Anche molti ribelli ne sono tocchi.E non giova dire che si è costretti all'incoerenza.

Poiché questa d ipende da non aver ancora rad icate convi nzioni nell'animo da opporre all'ambiente corrotto e ille vecchie consuetudini,

[nfine la Malatt ia d el Secolo non è da confondersi coU ' inquietezza propria delle epoche di trapasso, né col dubbio alitante suUa coscienza delle moltitudini - stimolo e guida alla serena investigazione del pen· satore.

L'an ima coUettiva non è ancora interamente formata e si dibatte fra il vecchio e il nuovoi fra gl'ideali moderni e le credenze antiche.Ma se si può spiegare l'incertezza come proveniente dalla stessa arduità dei problemi, non s i può che deplorare la. viltà f rutto del compromesso e della tn1nsazione coli' idee professate.

Intanto la scienza cammina e, colla ricerca paziente, si propone di trovare i principi supremi da opporre vittoriosi a qualunque altra ipotesi o concezione dell'assurdo.

BENITO .MUSSOLINI

Da Il Prolrlario, N. 23, 6 giugno 1903, VIII•.

• li PrD l r111,io, G iornale Settimanale dei Socialisti Italiani negli Stati Uniti, si pubblicava a New York. Gli uffici erano in Carmine Stttet 19.

Quant unque lo stnso Mussolini lo affermi (215), non ci 1isuJta che egli abbi$. collaboiato all'edizione quotidiana de Il P,0Jt14,fo e ncj,purc, come hanno affermato alcuni bioa:ra6, 1 Il Prole1t1,io di Piladel.61, Giom alc Socialista Settimanale

Sport Di Coronati

I re oggi si producono corne le orizzootali dc:i caffè chantants

E, per far vedere al buon pubblico che essi non rubano, ma guadagnano la lista civile, viaggiano da una capitale all'altra per ripromettersi nei brindisi dì prunma.tica Ja pace e l'unione dei popoli.

Dopo Guglielmo H ed Edoardo VII vien di turno Vittorio Emanuele JIJ altrimenti chiamato lo Spiombi.

Costui sarà a Londra verso Ja metà del prossimo luglio. A Parigi verrà officialmente riverito dal governo repubblicano e dagii ignavi Epigoni di coloro che nel tragico '93 gittarono ai piedi dell'Europa sgomenta la testa di Luigi XVI.

La cortesia scusa gli odierni giacobini, tanto il berretto frigio e la corona. regia come il tricorno e il triangolo sono ormai la medesima cosa.

I potenti dunque si muovono, s'incontrano: la regalità sta diventando uno sport.... pericoloso.

Difatti, Guglielmo - il parolaio Attila tedesco - porta - a d ifesa del torso - una corazza d'acciaio appositamente costruita a Birmingham. Segno che la protezione di\1 ina è inferiore a quella dell'acciaio inglese; segno anche che in alto si trema e non di fre ddo.

Quando il viaggio è fissato, l'itinerario stabilito, la pubblica o p inione si desta, i crocchi degli h abitués ne fanno l'argomento all'ordine del giorno, e i gravi pubblicisti dei giornali seri cominciano a ponzare Je articolesse di fondo.

Per molti giorni i quotidiani rigurgitano della cronaca regia o imper iale. I solerti corrispondenti dall'estero si fanno un dovere di telegrafare in qual modo hanno sorriso gli ospiti; il loro atteggiamento, il nwnero d elle carrozze del seguito, dei soldati partecipanti all'immancabile rivista, il men11 del pranzo di gala.

Scrupolosa poi è la trasmissione dei brindisi. Figurarsi! le penne forti vi traggono l'oroscopo delle future reluioni internazionali e una semplice frase o una lieve dimenticanza in quei saluti recitati colla fredda cortesia che distin~e la regalità, bastano all'ufficioso diplomatico per determinare quale sarà il destino avvenire delle masse suddite.

Per noi, oscuri mortali - a cui non sempre è dato di poter fi ccare lo viso in fondo - questi v!aggi hanno ben poca importanza e costituiscono uno sport pericoloso - come abbiamo detto, - dispendioso, senza dubbio, ma innocuo, Ormai sono passati j tempi in cui il capriccio d'un monarca poteva spingere i popoli al macello. Sopra i re oggi stanno i banchieri. GI'interessi dell'alta Banca spiegano molte strane situazioni.

Se la borghesia greca non avesse posseduto cartelle di Rendita Turca forse la campasna del '97 avrebbe prodotto lo sfacelo de l fosco dominio della Meualuna. Ma Re Giorgio giocava al rialzo delle sue azioni e per tutti i patriottardi, coronati o no, la borsa vien prima e la patria poi. Il dolore della scon6tta fu mitigato dal rialzo dei titoli. Certo che scnu banchieri non si fa la guerra. Quando - or sono molti anni - parve che uno di quest i. sanguinosi conflitti dovesse scoppiare, Madama Rothschild interrogata; poté rispondere che nulla sarebbe avvenuto semplicemente perch~ il marito non prestava denaro.

Noi osiamo aggiungere che un'altra forza - da poco entrata sulla ~cena della storia, ma già. vibrante d'un ideale umano - s'imporrà ai re dalle corone a qudli della finanza.

Questa forza che trova la sua più bella ed eloquente espressione nel proletariato che asce nde a mete luminose di Giustizia; questa forza che miu ad umanizzare gli uomini di tutta la terra si è già. manifestata come sentimento che affratella, pensiero che fa ragione dell'altruismo, opera quotidiana di solidarietà.

Dal purpureo '71 - dal giorno in cui i lavoratori di Parigi strinsero spiritualmente la mano ai compagni d'oltre Reno e sopra agli eserciti proclamarono l'Internazionale; da quel giorno che attraversa come raggio di luce que' tempi di ombra - la guerra, almeno in Europa, è d ivenuta impossibile

E, se un demente megalomane sorgesse, il proletariato non si preste• rebbe più, armento tranquillo, all'olocausto.

Noi siamo disposti - ha detto Giulio Guesde - a porre contro gli eserciti in marcia Io Sciopero Generale, inizio della Rivoluzione Sociale.

I re vanno perdendo prestigio. Dicono di regnare per grazia divina e volontà della .nazione, ma la scienza ha giA distrutto Dio e la nazione non riconosce più il privilegio di casta. I re - generalmente,ano delle nullità intellettuali,

Svizzera

Toglie teli dal campo milita.ce, dall'ambiente malsano di corte, .strappate loro la maschera della Maestà ed esaminate gli uomini. Dove un .solo che emerga pe r sapienu e virtù?

I coronati moderni non hanno neppure quel coraggio che rende simpatici gli antichi conquistatori.

O ·si dilettano di bravazzate, come Guglielmo 11, o vogliono fare dell'idealismo alla Nicola, o sono dei libertini come l'ex principe di Galles, o bigotti e reazionari come i Sàvoia. Sentono che v'è un popolo, wlo quando il muggito delle su~ collere passa sordo sul trono, La loro mentalità - del re.sto - è appem. sufficiente per la firma dei decreti. La carriera militare - ch'essi iniziano ancora bambini,l'educazione generalmente impartita dai gesùiti, l'etichetta stupida della corte finiscono p er schiacciare il cervello e renderlo impotente a pensare. Difatti i re hanno vedute corte, m isoneiste, tiranniche.

Odiano il progresso - perché sono costretti a subirlo. - Se bastasse un decreto, ricaccierebbero l' uman ità nell'assolutismo e nella barbarie.

Può dirsi ch'essi rappresentano la nazione, ma q uella parte rimasta ad uno stadio inferiore di coltura e pregna ancora di medioevo, Oggi si può stabilire il seguente assioma:

Vinutilità di una coJa o d 111_nd jNnzione accreJCt il suo valore spe, rifico. · - Appunto perché tutti i sovrani sono inutili, vengono profuma· tamente pagati dall'eterno pantalone spremuto. - Spiombi ci ruba 105 lire al minuto. - 11 più ladro f ra i ladri è jJ bieco carnefice della Neva, che ne ha 407.

Aggiungo - senz~ commenti - che la moglie di quest'ultimo per le feste di Pietroburgo, ha indossato un abito del costo di 15 milioni. Che importa, se i contadini della Santa Russia, si nutrono lunghi mesi .. di scorza di betulle?

Allah è grande!

Io rido - quando vedo certi pennaioli - in occasione_ delle regioimperiali mascherate - magnificare e moltiplicare l'entusiasmo della folla - Intanto - non si confonda la folla plaudente che si accalca dietro ai cordoni cacciata da morboso spirito di curiosità, coll'autentico popolo lavoratore che non diserta le officine per correre al passaggio degli 1m1i. la facile espansività esplosiva della tnassa entusiasta, si spiega come un ritorno atavico, E. l'influenza dell'ammirevole trucco coreog1a6co. li scintillar degli elmi, il lampeggiar delle corazze; la Corsa dei ca.valli, il policromismo deile unifor!Jli, gli archi barocchi. di trionfo eccitano quel senso d1ammira.2ione per l' appariscente che è una caratteristica del scJ. vaggio '

Non solo. - · Ma agli occhi del popolino alto e basso j re e j pen o· naggl del segujto assumono parvenze divine.

CoJJe divise dai colori chiassosi, i pett.i irti dì croci, di medaglie, d«orazioni e simili chincaglierie n azionali ed estcrè, cìrcondati d alia guardia scelta, seguiti da innumerevole stuolo di generali, ministri, fu nzionari passano custodi dell 'autdrità -acciecando il pubblico colla polvere e schiaffeggiandolo col loro lusso impudente.

Dopo le riverenze, i cortei, i discorsi, la rivista, i pr an~i, lo scambio delJe croci e delle cord e, le feste sono finite.

I giornali poi - p artiti gli ospiti - riportano con evidente compiacimento - i loro lasciti agli Istituti di Carità e ai poveri. 10, 20 mila li.re. - Un'elemosina che umilia! Il salario degli applausi!

Le briciole d 'Epulone !

Da li Pro/e1ari r1, N. 26, 29 giugno 1903, VIII.

MUS SOUNI BENITO

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