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NE L'ATTESA

A Pietroburgo, i futuri ospiti de1la terza Roma, preparano le valigie. In Italia !"imminenza del viaggio solleva passionate discussioni in merito ai Jischi, che dovranno accogliere lo czar.

I fogli seri li hanno già condannati in nome dei nostri commerci agm· mari. - Le gazzette che vivacchiano, poppando al le mammelle inesauste dei fondi segreti, fanno l'apologia di Monsignor Giovanni della Casa, Altri, propugnano la neutralità, doè la parte di Pilato. Infine, si disegna fra i socialisti, una tendenza contraria a qualunque manifestazione.

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Di qu~to avviso è anche Guglielmo Ferrere. - L' illustre sociologo in una lettera in~irizzata aJI' Avanguardia 1o(ià/iJta, esprime il dubbio che l'agitazione anticzarista, se causerà, come è probabile, dei disordini, possa fornire un pretesto alla reazione e un diversivo dannoso alla campagna cosi felicemente iniziata da Enrico Ferri contro la p lutocrazia succhiona del militarismo marinaresco e territoriale

Ferrero propone, quindi - con ingenuità sl _ r idicola da far torto alla sua fama - di votare.... degli ordini del giorno di simpatia. pei rivoluzionari russi, plateo, e 1 pudlcbt lavacn del11. ta.rtufcna d1plomahca. - Noi, a Pilato i preferiamo Erode. - E .fischieremo.

Arturo Labriola condivide le idee di Ferrero, si preoccupa del pericolo che l'ostilità anticzarista possa degenerare in una dimostrazione costituzionale e fa r corpo a una sottile distinzione : si Jàsci tranquillo lo czar e si dimostri invece a favore d ei suoi perseguitati.

Constatiamo, adunque, con rammarico ch e "coff approssimar.si del 24 ottobre, dileguano e si disperdono parecchi degli entusiasmi suscitati dalla proposta Morgari.

Solo l'Av,mJi!, tra il gracidar delle rane vendute alla forca, j sequ estri e le restituzioni del ministero liberale, i diJtinguo legulei di molti rivoluzionari, solo l'A vanti! è rimasto sul!a breccia per l'antica idea, raccogliendo attorno a sé, l'assenso vibrante e l'anonima solidarietà de l'anonima folla.

E noi, della folla, fischieremo. Perché fischieremo? Perché siamo romantici, sentimentali. - la nostra m etafisica ha progredito scandaliz· zando i positivi, i pratici.

,,.i. La psicologia ha dimostrato che i sentimenti sono motivi dinamici delle azioni umane. Il sentimento di solidarietà per le vittime. dell'autocrate russo, ci spinge ad un'azione di protesta. Protesta sibilante atta ad equilibrare e coprire l'applauso della daq«e dinastica, e fatta per essere intesa da chi di ragione. Sotto qual'altra forma il popolo potrebbe dimostrare la sua avversione alla politica dello czar? 11 fischio , sarà monito ai due cugini. Suonando esecrazione per i massacri d i Kiscinetl, di Boston, di Tiflis, Baku, Kiew, sarà condanna anche per quelli di Berra, Candela, Giarra· tana, Putignano, Torre Annunziata. l due sistemi saranno egua.Lnentc colpiti. Senza gridare « Viva la Statuto! » espressio ne che, dt:I resto, a quell'epura ve rri incriminata, il popolo di Roma dimostrerà, col fischio, che è sul passaggio degli unii non per cospargere di fiori i loro carri, ma per esecrare i loro governi. Che le anime abbiette plauda no, che gli ignavi s'astengano, i liberi fischieranno.

Dal giorno in cui Morgari - tra l'incredula ilarità di Montecitorio - lanciò, ammonitrice al governa, la sua minaccia, nulla è venuto a porci nella possibilità d'abbandonare il proposito fatto.

L'assolutismo dei Ramanaff ha miet uto altre vittime, i cosacchi hanno fustigato' altri corpi; mentre scriviamo, forse, i contadini ribelli di Charkov pendono impiccati. Ieri le regioni petrohfere del Caucaso e rano rosse di fuoco è 'di sangue Domani e sempre, finché l'insurrezione non a vrà trionfato, d'altri purpurei battesimi andrà. o nusta Ja n uova civiltì. slava,

A coloro che lottano per questa dolorante germinaiione , riesce gradita Ja solidarietà dei fratelli lontani che comprendono e ricordano. Spirituali simiglianze stringono il popolo itaUano e il popolo russo. La causa comune è reciprocamente sentita, La gioventù rivolu2ionada d'Ita. lia conosce gli oscuri eroismi della Santa Russia, e augura il vasto in. cendio di una vasta palingenesi. L'Italia morta, inchini la sua gcandena p igmea a piè dello cur e festeggi l'uomo che incarna un regime negazione di Dio. M~ il popolo vest irà a gramaglie in quei giorni, e col fuchio sul passaggio dei regi cortei e con altre forme dari proVlt. d ella simpatia che lo unisce ai sacrificati d i tutti i paesi.

Gli applau,i raccolti da Nico la 11 a Parigi, addolorano i rivoluzionari russi. Parve a loro che nessun popolo li comprendesse, che nella terra dell'S9 i tiranni potevano trovare festosa ospitalità..

Non cosi a Roma . Nicola deve sentire il sibilo dell'ostilità socialista e con lui Spiombi.

Noi sappiamo che le nostre dimostrazioni non cambieranno la poli, tica assolutista dello czar, ma a noi preme . di differen~iarci e contrapporci alla bordaglia alta e bassa che farà pagare, in soldoni, l'appJauso.

Lo abbiam detto : noj siamo dei sentimentali. A noi pare, o meglio, noi amiamo supporre che il fischio stracciante le orecchie a l'ospite, sarà per voi, o fra tell.i russi, alito lieve di conforto.

Vi riuscirà più bello il continuare quando avrete la prova, che, al disopra de1le affinità solidali dei governi, vibra la fraterna intesa dei popoli

.A Roma, voi avrete l'apoteosi e sarete vendicati, o martiri della Santa Kussia l ·

MUSSOLINI BENITO

Di Il P,ol,1ario, N. 41, 11 ottobre 1903, VIII.

Socialismo E Movimento Sociale

Nel Secolo Xix

Sotto questo titolo, Werner Sombart, professore a l'Università di Breslavia, ba raccolte le conferenze da lui tenute a Zurigo nel 1898, Non mi par inutile riassumerle.

Egli, con lo sguardo profondo dello studioso, abbraccia in npida sintesi i tratti caratteristici e differenziali del movimento proletario, ne rileva le cause, l'intima struttwa, lo sviluppo, le finalità.

Comincia dall'ammettere incondizionato il principio della lotta di dasse. Ne allarga, anzi, i confini nel tempo e nello spazio.

La storia dell'umanità non sarebbe che una lotta continua per il pascolo o per la biada.

Semplice è la genesi di q uesto dualismo che divide e ha diviso - con forme progressfvamente meno selvaggie - il genere umano.

La differenza di classe produce un interesse di classe, lo interesse un contrasto, il contrasto antagonistico la lotta di classe.

Il movimento odierno è sociale perché creato da una classe, è socialista perché tende, nella produzione economica, a sostituire la comunità all'individuo.

Il proletariato, ·o la nuova classe, che imprime energia coscien te a questo moto - è la risultante deUa produzione capital ista; tende - come meta ideale del suo sforzo - al socialismo, perché questo germina inevitabile dai nuovi rapporti economici e da essi acquista forme di vita e di realizzazione storica.

P: bene insistere : senza il rapporto capitalistico-proletatio, gli ideali sociali sµebbero rimasti utopie sen2.a valore. Cosl, prima dello sviluppo deU' industrialismo borghese, il socialismo era una divinazione di poche menti elette, ma non poteva divenire necessità coordinatrice d'una azione pratica, positiva.

Per questo i sistemi dei prcausori socialisti furono impeifetti e non potevano non· esserlo dato il caJ>porto .sociale dell'economia contempo· canea. lntuirioni talvolta sublimi, mezzi sempre inefficaci.

Owen credeva togliere le cause della miseria riformando l'ambiente e correggendo, con l'educazione, i costumi del popolo; Lamennais in Francia e Kingsley in lnghilterra facevano conto sull'ideale etko e sullo spirito cristiano, Fourier, che fu pure uno spirito rivoluzionar io, aveva fra le altre, Ja candida ingenuità di aspettare da un capitaliùa la somma necessar ia per la costruzione del primo h.l~nstcrio.

L'utopismo d elle vecchie dottrine socialiste derivava, dice ff Somb:rrt, « da una sconfinata sottovalutuione della forza avversaria, originata dalla credenza che i detentori -della. ricchezza potessero cedere davanti alla semplice e pura predica.zione del bene».

Solo quando la borghesia ebbe sulle rovine del blasone, affermato il suo imperio - scomparso il medioevale rapporto economico corporativista - sorse il dualismo fra i detentori degli strumenti di produzione e i p roduttori. Ecco il proletariato moderno.

Scorti i criteri di questa nuova fase de lo sviluppo storico, il complesso dei loro studi, informati a rigidezza di metodo scientifico, diede corpo a nuove dottrine che, prendendo le mosse dal fio ndo della realtà economica, dovevano necessariamente essere comprese dalle foll e operaie, alle quali e per l'agglomerazione nelle grandi città e per l'insicurezza costante del domani riusciva più facile la concezione d' una società (Omunìsta.

Con Carlo Marx abbiamo il primo teor'ico del movimento sociale. Dalia premessa che l'uomo agisce in conformità dei suoi interessi e sotto 1o stimolo dei suoi bisogni, sorge la. concezione che se 9ualcosa si vuol ottenere al mondo, bisogna ch iamare a raccolta l ' interesse. All'interesse della classe capitalista non si può opporre l'eterno amore, ma alla forza si deve contrapporre una forza, una forza reale fatta solida dall 'interesse. Questa constataziooe - filosoficamente logica - conduce non solt anto alla teoria, ma anche alla pratica della lo tta di classe. Lotta di classe che diventerà sempre più acuta v ia via che l'armata proletaria andrà occupand6 le posi2ioni e acquirendo le attitudini ìndispensabiJi per il suo avvento al potere politico ed economico.

Somba rt non crede ad una espropriazione pacifica deila borg h esia e lascia supporre la fatalità della Riv0Io2ione Sociale. Però egli dedica 9ueste parole agli empi rici amatori del bel gesto:

• t passato il tempo dei colpi di mano, delle rivoluzioni condotte da piccole minoranze cosciC'nti, alla testa di masse incoscienti.

• Dove s.i tratta de lla completa trasformazione de l'organismo sociale, necessario avere con ,é k masse già conscie di che , i tratta e dd perché del loto coocorso. - Questo c'insegna la storia degli ultimi 10 anni. Urge quindi " preparar le coscienze " con lun&o, assiduo, tenace laYoro.... ,.,

L'ultima constatazione solleva l'animo anche a noi che apparteniamo alla derisa ala evangelica del pa1tito socialista.

MUSSOLINI BENITO

D a Il P,olaiario, N. 42, 18 ottobre 1903, VJIJ.

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