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EDMONDO DE AMICIS
La morte itnplacata e inattesa lo ha raggiunto nel cuore della notte. come un assassino che nelle tenebre tende l'agguato; lo ha colpito aUe porte della primavera, di questa primavera ligure così precoce alla quale egli chiedeva ogni anno una breve sosta all'opera quotidiani. Nell'aria già passano i novi effluvi, una languida febbre di crescenza pervade uomini e cose, la natura innalza l'inno eterno alla vita, ma il cuore di Edmondo De Amicis, non batte più, il suo labbro è muto, il suo occhio è spento.... per sempre. Dopo l'attacco improvviso, poche ore di agonia.... poi Ja fine .... poi_ l'eterno silenzio e l'eterno mistero. All'annunzio fera le abbiamo sentito una stretta al cuore, abbiamo provato l'angoscia sottile e ineffabile di chi perde un vecchio amico provato, un amico dell'anima, un amico che ci aveva compreso nelle nostre virtù, nelle nostre debolezze, nelle nostre piccole e grandi passioni, che ci aveva sorretto nelle alterne vicende cl.ella vita e ne aveva tratto i motivi di un'arte sincera e profondamente umana,
In quest'ora di con fusa tristezza e di penoso raccoglimento le memorie ci opprimono. Il nostro pensiero ritorna quasi meccanicamente al passato, agli anni della nostra infa nzia. Cuore era allora il nostro libro preferito. Oh! l'ingenua e ardente ammirazione per i piccoli eroi di quel libro insuperato e insuperabile! Essi ci occupavano nelle veglie e nei sogni e quale strano, g randioso risalto prendevano nelle nostre anime le figure deJ Piuolo tamburino J.ardo, della Vedetta Lombttrda, dello Scrivano fio1·enJino !
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D'allora abbiamo cominciato ad amare De _Amicis Egli si era chinato a noi, aveva descritto il nostro mondo, aveva dischiuso i nostri ruori alle idee purissime del dovere, del sacrificio, ci aveva detto: fan. ciulH, amatevi, compatitevi, consideratevi come fratelli; ci aveva accompagnati alle soglie dell'avvenire lasciandoci col gesto amoroso, col sor• riso melanconico del padre che saluta i - suoi figli migranti in cerca di più libero pane.
Molti anni sono passati. la vita colle sue lotte, i suoi dolori, · le sue tempeste ha disperso le ridenti illuSioni della prima età.. L'anima ha traversato terribili crisi e parve qualche volta soccombere sotto la gelida negazione di un disperato pessimismo. Ma allorquando - sospinti dcli~ nostalgia. delle cose passate per sempre - siamo ritornati p er un momento alla primavera della nostra vita, la risurrezione di quei giorni attraverso le nostre memorie si è sempre associata a un libro, al CN ore. Anche dopo, De Amicis è rimasto il nostro autore, abbia.Mo continuato ad amarlo, lo abbiamo sc,guito, abbiamo sofferto dei suoi dolori, partecipato delle sue gioie. Lo abbia.ffio amato pe r la. sua vita di la\•oro indefesso, peè la sua modestia, per la sua bontà, per l'arte sua ·vera, sana, potente. Un'arte che non conosce i preziosi e ricercati lenocini della frase voluta; un'arte,sorta dd popolo e fatta per il popolo, un'arte traversata e materiata. da un vasto soffio d'umanità.
Umano! Questa se:mplice parola riassume e sintetizza De Amicis nell'uomo e nell'opera letteraria. Umano!
E questo suo squisito senso di pietà, questo suo bisogno d ' amore lo fece volgere nell'età matura al socialismo. F.gli comprese tutta la poesia e la bellezza di questo ideale rinnovatore destinato a sopprimere tutte le convenzioni, le ipocrisie, le iniquità del vecchio mondo. Coll'entusiasmo di un apostolo fece sua la causa deg li · umili e d egli oppressi, non ebbe per questi sacrificati il sorriso schernitore dei superuomini dell'individualismo. Umano! Egli scese invecè ne' quartieri operaì, volle avere il contatto diretto col mondo del lavoro, unl il suo canto a. quello della fraterna plebe. .
E ben giusto dunque che le bandiere proletarie avvolgano la salma compianta.
Le forme mortali passano, i corpi seguono le t rasformazioni infinite della materia unica, eterna, indistruttibile, ma i puri spiriti, le anime elette che compresero e realizzarono un sogno virginale di bellezza e d'amore gioiscon.o di Ufla seconda vita.
De Amicis non è morto! Egli continua a vivere in noi, la Stia memoria si perpetua attraverso la posterità. Finché g li uomini avranno il culto dell'arte, finché gli uomini saranno capaci di nutrire una spcrann; di sentire una fede, di lottare per un 'idea, il nome di De Amicis non sarà dimenticàtq. E qualora. le menti fossero conquistate completamente dall' affarismo idiota e bottegaio, qualora in un futuro più o meno prossimo la vita non avesse altro scopo che il soddisfacimento dei bisogni materiali noi - ultimi pellegrini dell'ideale - trarremo alla Tebaide lontana a custodir.vi nella solitudine e nel silenzio dei deserti sconfinati le ultime speranze, le supreme illusioni, le memorie dei nostri morti.
MUSSOLINl BENITO
D a La U ma, ~. 10, 14 marzo 1908, XVI.