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E. DE AMICIS
Commemorato Da Angiolo Silvio Novaro
Sono le tre e minuti ventisette quando A. S. Novara accompagnato dal sindaco avv. Ennio Gandolfo e dall'assessore avv. Gissey avanza al proscenio. Il pubblico 1o sa.Iuta con un vivissimo applauso. Sul proscenio in uno sfondo verde di palme, fra due bandiere tricolori spicca un busto in gesso di Edmondo De Amicis, ~usto egcegiamente modellato. Notiamo inoltre una diecitia· di bandiere delle varie rappresentanze e pare<:chi importanti personaggi che completano la decorazione. La platea è gremita. Non cosi i palchi. Il loggione poi è quasi deserto. Il segreto per affollare il loggione non lo possiedono i commemoratori di De Amicis, ma gli eroi di Panfrtn Ja T11lifJt e le eroine dellà Gbeùa. Constatazione triste, ma vera. L'uditorio è sufli.centemente raccolto. A. S. Novara comincia.
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L'esordio è una rievocazione storica del compimento della rivoluzione italiana e della stanchezia psicologica che ne scgu.l. Le enetgie nazionali sembravano esaurite dal lunghissimo sforzo sigantesco. Dal '21 al '70, d ai primi moti napo letani e tori nesi alla breccia di Porta Pia, · tutte le volontà italiche non avevano avuto che uno scopo: l'un ità della patria. Scopo perseguito e raggiunto attraverso sacrifici enormi di ricchezze e di sangue. L'entrata in Roma de lle truppe nazionali e la conseguente caduta del potere politico dei papi chiudeva l'epopea del nostro risorgimento.
La terza Italia iniziava la nuova istoria in mezzo alla. stasi generale delle sue energie. La letteratura languiva. Manzoni era morto. Carducci non ancora formato. Gli spiriti vacillavallo fra la possente lirica foscoliana e il . pessimismo negatore di Leopardi. La musa patriottici. inspinva ancOra: dei versi non indegni a Giovanni Prati ma nelle canzoni di Alelrdo .A.leardi morivano gli ultimi echi delle battaglie in un lamento di pastore arcadico. Oltre alpe invece nascita di nuove for(J)e d'arte, e possenti manifestazioni di vita. Aubert compiva il suo
DI ciclo. Zola lo iniziava colla serie dei Rougon Maquart. De Amicis toccava allora i venticinque anni. Come ufficiale dell'esercito regolare aveva combattuto a Custoza e partecipato alla presa di Roma. In q uel torno di tempo furono pubblicati j Bozzelli Militari. Il libro ebbe: accoglienze lusinghiere non giustificate però dal suo valore intrinseco. La prosa è mediocre, i periodi fiacchi, monotoni come un bianco interminabile stradone di pianura. Tuttavia piacque e il giovane ufficiale iniziò coi BozzelJi la sua carriera letteraria.
All'indomani di Porta P ia lasciò l'esercito e datosi completamente alle l ettere pubblicò a breve distanza l'uno dall'altro Olanda, Spagna, Maroao, Co1tantinopoli. Libri che mancano di un'architettura interna, specìe di diari, epperò pieni di descrizioni che incatenano il lettore per mezzo di una rappresentazione dei luoghi, delle cose, delle persone, colorita, efficace, palpitante d i realtà.
Il pittore è ormai sicuro della sua tecnica, 1a sua tavolozza è ricca di colori, il suo pennello possiede già i segreti ~ell'arte. Questo p ellegrinauio attraverso l'Europa, !'.Africa settentrionale e parte dell'Asia comprende dicci anni della sua vita,
Il giovane s i è fatto uomo. H a imparato a scandagliare l'animo umano e a interpretare il suo segreto. NeJla seconda sede delle sue opere il pittore d iventa psicologo e come tale si volge a esplo rare, a indagare, a studiare i sentimenti, le passioni, gli odi, gli .amo ri degli uomini . Questo periodo ci dà Cuore, Suli'Oceano, il Rom(lnzo d' uit Mae1tro, Alle porle d'Italia.
Sull'Ocean o è un libro completo. Il contrasto fra i viaggiatori di 1' e di 3•, la sanguinante disparità fra coloro che molto possiedono e quelli che nulla hanno; fra coloro dte godono 1.. vita in tutte le sue manifestazioni più elette e quelli che debbono maledire la vita, il confronto doloroso fra i privilegiati e i saccificati non è cercato, non è voluto : balza invece spontaneo dagli a.~petti medesimi delle persone e delle cose.
Per la prima volta la questione sociale si affaccia alla mente di Dc Amicis. Ma corrispondente all'ottimismo fondamentale .della sua natura, De Amicis alterna alla nota tragica la nota esilarante ed eccelle ncll'affermare il comico di una situazione. Alternativa di tristezza e di dso. Umorismo bonario, sincero, innocente che solleva il lettore e non crea. una vittima. Il romanzo d'11n mae1tro appare un lavoro tecnicamente manchevole. .t una triste odissea che si snoda attraverso 600 e più pagine e stanca alla fine. Ma il libro si proponeva di essere la riabilitazione e l'elevazione ideale della classe degli insegnanti elementari e l'autore voleva nel contempo agitare davanti al gran pubblico i l delicato ed inquietante problema dell'educazione e della scuo la.
Alle porle d'Italia è una pittoresca visione di luoghi unita da una narrazione drammatica. Nella Carrozza di IIJlli De Amicis torna l'umorista che ci ravviva il riso. Intanto siamo giunti aJ 1890. I!: il periodo più importante della vita di Dc Amicis. Il cittadino, lo scrittore, il poeta assurge alla dignità di popolo. Firma un libero p atto con medesimo e diventa socialista. Comincia a studiare la questione sociale e va al socialismo non per le vie dell"od io, ma per quelle dcH"amore. 11 socialismo è per lui una visione ideale di bellezza, di pace, di boati. 6 soci;a.lista, p erché umano.
Cuore è il libro della virilità. De Amici$ contempla l'uomo ;i.Ila radice e si volge al fanciullo. Non è uno sforzo per lui. Il poet2. non è forse un fan ciullo?
I cuori si aprono e come facili scrigni offrono i loro tesori. De Amicis ama, sospira, piange, ride col cuore dei suoi piccoli eroi Raramente il libro è triste e la tristezza subi tamente viene sommersa dalla bontà l preti e gli artisti si possono d ividere in due grandi categorie: da una parte gli agitalori, dall'altra i consola.tori. Fra l' ultra-evangelismo d i Tolstoi, la feroce negazione di Jbsen, il simbolismo penetrante d i :Maetedinck, l'amara bestemmia di Gorky, De Amicis volle più modesto com pito.
Si è rimproverato a Cuore di essere soverchiamente ottimista e irreale, ma i critici dimenticano che nella vita v'è pure una realtà non tangibile, la realtà dell'ideale, ed è quell a che r itrae ·oc Amicis nel C11ore. L'ottimismo è fratello dell'idealismo. Si è detto che C11ore è troppo molle, rugiadoso, arcadico per plasmare una generazione di forti. Falsa accusa! 11 mondo della bontà esclude i pervertimenti del male non le magnanime opere Cuore an che sotto questo rapporto resta un libro insuperato.
Rifuggi da lle g randi altezze, non conobbe i simbolici gh iacciai ibseniani, ig norò le f redde solitudi ni dove il pensiero giunge a distaccarsi dal resto deil'umanità.... Fu compagno all'uomo, a tutti g li uomini. Li comprese, li amò. Fu un divulgatore della nostra lingua, un celebratore delle belleize della nostra terra, un seminatore di bontà e di pace, Favoleggia Carducci di una isola delle belle e degli eroi. Se si può immaginare un' isola. dei forti - verde e luminosa in mezzo al maread essa ha approdato De Amicis e il g rande maremmano lo ha accolto coi versi del Camo
Noi JuJti [sic ] odiammo e so/ferimmo. A1fldte. Il be/io il mondo • I4'1io è l'1111v1nir.
A. S. Novara ha l etto il suo discorso con chiara dizione, ma con tono di voce forse troppo monotono. Ci sembra inoltre che la critica delle opere letterarie di De Amicis sia stata soverchiamente analitica, osiamo dire prolissa in rapporto al Romanzo di un MMsJro
Dopo aver spiegato il passaggio di De Amicis al socialismo, Novara ha taciuto affatto della produzipne letteraria - pur vasta e non sprovvista di pregi - che De Amicis h a tratto dalle idee socialiste Sono quindici ann i di attività quasi esdusivamente socialista che non si possono passare sotto silenzio. la deposizione di De Amicis ai T ribunali m ilitari del '98 ci dà l'anima de U'uoffi o come i libri SuJJ'Oceano o <:;11ou. Eccezion fatta di questi punti che ci sembrano .manchevoli, la commemoraz ione è stata d egna di De Amicis e cli Oneglia. la nobiltà dei concetti, la purezza della forma, la beltà delle immagini ci hanno procurato un 'ora d'intenso godimento intellettuale.
Felice la sintesi colla quale Novara ha fissato i caratteri europd delle ultime epoche l etterarie, e g li uomini che l e rappresentano neUe loro tendenze e ne Ua loro p ersonalità.
V era La distinzione fra gli spiriti che agitano, distruggono, creano e gli spirit i che consolano. 1 primi accessibili agli infaiati, g li ultimi a tutti. Di una s ingolar bellezza poetica la chiusa. P er cro naca diremo che il g ran pubbl ico rimasto freddo. Ma noi siamo g rati a N ovato, Non ci h a. tediato con nomi e date. Non ci ha fatto 1a biografia di un uomo, ma la storia di un'anima, di una grande anima.
Da lA Lima, N. U, 18 aprile 1908, XVI.