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« PREPARIAMO L'AVVENIRE D 'ITALIA »
I.
Questo libro - che l ' Autore Giuseppe Forastieri - dedica agli elettori pol itici, amministrativi e cameral i - è degno di un ampio e obiettivo esame. Non è la prima volta che un uomo d'affari - giunto alla piena maturità della vita - spezza ai suoi concittad ini o compatriotti o contemporanei il pane delle sue esperienze. Cosl Cam egie, il noto miliardario americano dopo a, er impiegato una parte delle sue imme nse riccheue a vantaggio di molti istituti scolastici des li Stati Unit i - ha scritto un libro dal titolo molto significativo: Il Vang elo della RICchezza - libro che dovrebbe essere una specie di vad e-mccum per tutti coloro che abbncciano la carriera degli affari, G iuseppe Forastieri ci raccoglie con un srido di battaglia e di speranza: prepariamo l'avven ire d'Italia. Il Jibro è breve - appena 205 pagine, ma non credo di esagerare affermando ch e v' è materia per 205 volumi.
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t un libro d'azione - se cosl" posso esprimermi. Anzi è un p rogramma. Un progranuna pratico. Destinato ad attuarsi in un termine di tempo cl\e tocca quas i l'ormai s imbolico 2000. E del g enere <e programma » il l ibro risente nella sua composizione. Il Forastieri ha sco· perto tutte le piaghe e additati tutti i rimedi . Non v'è problema naiionale - dalla coltivazione delle ba rbabietole agli scav i archeolog iciche non trovi una soluzione nel lib ro ùel Forastieri. Pe rché non parlare della pellag ra, della ma laria e della q uestione me cidionale ? Poche pag ine -t re leggi - qu alche centina io di mi lioni M a non ost ante il conte_nuto fara,gginoso di questo libro - nonostante certe superficialità nella tratiazionc d i alcune questioni -m alg rado frequenti scorrettezze di forma e di lingua ( eliminabili facilmente in una seconda edizione) debbo riconoscere che il Forastìeri ha colpito parecchie volte nel segno e il suo sano intuito di uomo pratico n o n l'ha ingannato nell 'acrusare l'origine di quasi tutti i mali che travagliano la Terza Italia . Il Forastieri appartiene a una borghesia nuova - ora in via di formazione. Una borghesia moderna, evoluta, progressista, avida di traffici, capace d' iniziative - fiJoneista per tutto quanto riguarda la tecnica indushialeuna borghesia che domani non avrà scrupoli a spezzare Ia compag ine stessa dell'istituto monarchico - se lo troverà d ' ostacolo all'espansione delle sue energie rinnovatrici. Questa borghesia grida a coJoro che reg. gono cosl malamente il ti':'lone della nostra barca nazionale : Svegliatevi e sopratutto « svecchiatevi » ! li.
A pagina 13 noi t roviamo un esatto e jmpressionantc quadro della nostra situazione alJ 'intcrno. Vale la pena di riportarlo testualmente:
« faaminarido infatti le diverse manifestazioni della vita nazionale emerge subito, che g li o rdinamenti amministrativi non corrispondono a [ loro retto fun zionamento perché o troppo complicati o difettosi; la scuo la non è riusdta ad assurgere all'altena della sua missione ; la giustizia k nta e incerta; il ~is1cma tributMio imgol.ue e vessatorio ; la rete ferroviaria incomple1a e i suoi str.·izì disordinaci; la vi2bilità defiunte; la navigazione interna e fluviale inesistente; le forze motrid naturali, quasi inerti; la terra trascurata e gran· parte in abbandono; le montagne d ilaniate; l'agricoltura in molte iegioni al lo stato primitivo; le industrie non sufficientemente svi luppate; il rommertio $Cnia ind irizzo; uno sbilancio impressionante fra l'importazione e l'esportazione ; le finanze comunali oberate; la d ifesa nazionale ordinata a concetti restrittivi ; i porti marittimi e gli approdi insufficienti; b mancaru:a di abita~ioni per le classi inferiori; le colonie p assive; infine le piaghe dell'emig raziooe, dell'accattonaggio e della caccia agli impieghi».
Siamo perfettamente d'accordo coll'Autore nel ritenere che l'Italia deve seguire una saggia politica di raccoglimento onde evita re una distrazione di forze e le sorprese amat issime delle avventure colonial i. Ma questa politica sarà possibile ? La storia ha sempre delle grandi incogn ite e « interdipendenti » sono i destini dei popoli. Qua l patto lega l'Italia alla Trip lice? Affacciamo queste doman de per avvertire che la politica del raccoglimento può subire un brusco arresto a cagione degli errori passati e del sistema di alleanze stipulate dalla Monarchia.
Nel capitolo che tratta della « scuola » il Forastìeri è stato di una brevità e superficialità eccessiva. La riforma deI1a scuola è un problema molto complesso. Lo dimostrano i poderosi volumi del Salvemini e i congre.5si degli insegnanti. I quali, tra parentesi, non hanno ancora çon eluso nulla.-·Benissimo per quanto riguarda l'istruzione religiosa. Noi sot• toscriviamò col Forastieri che « l'educazione confessionale dev'essere " totalmente" estranea alla scuola». La somma dei ,oo milioni che il Forastieri vorrebbe destinata alla lotta contro l'analfabetismo ci dimostra ch'egli comprende tutta la gravità del male e la vastità dell'opera. Ma non ci spieghiamo perché si dovrebbero abolire le tasse scolastiche in tutte le scuole secondarie, Forse per aumentare il numero de~ diplomati ?
Il capitolo sulla Riforma Tributaria è uno dei migliori del Lbro. Giustissima è la constatazione che il Forastieri fa a pagina 27:
• Il duio di consumo sui generi alimentari viene pagato ~er quattro quioti dalle classi povere e pes un solo quinto dalle rkchc ».
Una discussione sul sistema di « Imposta unica progressiva » che l'autore escogita qual onere da sostituire a tutti gli altri tributi più o meno irregolari e vessatori, mi porte rebbe a occupare troppo spazio. Però mi riprometto di esaminare la questione in altra e più opportuna sede.
Leggendo i rapporti fra capitale e lavoro - mi son ricordato delle famose «.Armonie» di Dastiat, La partecipazione del lavoro agli utili dell' impresa PllÒ essere un comma di un program ma er onomico dei radicali. Ma vuole illudersi ch i ritiene che il proletariato si fermerà a questa conquista, Né è giusto affermare in via assoluta che i conflitti fra capitale e lavoro siano es iziali al capitale. Lo sv iluppo prod igioso de lla manifattura inglese - specie nei cotoni - è stato accompagnato da una serie di scioperi e di lotte operaie. Non discuto sulle disposiz ioni legislative relative alla« partecipazione agli utili» perché non condivido - per le mie opinioni politiche - l'ottimismo fid ucioso che il Forastieri dimostra per ogni genere di « disposizioni legislative ».
Le vie di comunicazione hanno fo rmato oggetto particolare di studio da parte del Forastieri e qui egli ha rivelato più che altrove le sue qualità di uomo pratico, tecnico, innovt'ltore. Tutto ciò che rigua rda il programma ferr·oviario e cioè le disposizioni per il personale, la semplificazione delle tar:ffe, la classificazione delle merci, i prezzi di trasporto a principio unico, la classificaz ione delle linee, i meccanismi amm inistrativi, la riattivazione del materiale, l'armamento delle linee, il mate riale rotabile: - dovrebbe essere esaminato attentamente dalla Dim:ione Ge nerale delle Ferrovie. Vi sono delle felici innovazioni che potrebbero essere introdotte senia ulteriore indug io, se l'alta burocrazia ferroviaria coi piedi di piombo, non ostacolasse sordamente o apertamente ogni tenta· tivo di modificazione agli ingranaggi di questa gestione che è finanziariamente la più impo.rtante di ogni paese civile.
Sui doveri della Nazione verso Roma il Forastieri non dice nulla di nuovo. RPma porto di mare - grande porto di mare; ecco un vecchio programma non ancora attuato, E da ta la mentalità dei nostri governanti noo c'è da sperare che lo sia fra breve
Per quanto concerne la difesa nniona.le il Forastieri si dimostra un buon radicale. La sua ferma semestrale potrebbe essere una prima tappa verso la « nazione armata » come i repubblicani vagheggiano. Rinuncio a discutere sulle riforme che il Forast1eri avanza onde portare alla massima efficienza la forza dell'armata. E: un argomento che non mi sed uce Ma debbo invece soffermarm i sul progetto di « statizzazione della terra». Anzitutto porrò una pregiudiziale: l ' intervento diretto dello Stato nei fenomeni di ordine puramente economico è salutare? I liberisti delle scuole ing lesi lo negano. Alcun i giungono a combattere sino l'avocazfone allo stato dei servizi pubblici collettivi. E il Forastieri dà certamente prova di un felice ottimismo quando afferma che « nessuna obbiezione potrà essere sollevata, nessun ostacolo potrà essere frapposto alla statizzazione della terra quando esso si presenti , come si presenta, di facile attuazione». Le disposizioni legislative circa la statizzazione che il Forastieri elenca, non giungono a farmi credere q uesto progetto di cosl facile attuazione. Qualche volta avviene ch e le cose più semplici impiegano un tempo maggiore .a tradursi in realtà. t·otti mismo del Forastieri non si sment isce neppure nella conclusione: quando si augura che le materie da lui trattate formino l'oggctto di un programma di governo, quando rit iene che verrà una maggioranza parlamentare che lo imporrà al governo e anche al Capo detlo Stato.... No. Giuseppe Forastie ri s'illude circa la composizione dello Stato italiano, di questa « democrazia cesarea » come l'ha definita in un suo studio recente Arturo l.abriola. E la soverchia fiducia nei congegni parlamentari prepara delle ingrate delusioni
La « sfatizzazione dtlla terra >> appa rtiene alla dottrina economica di un certo« socialismo di stato)> che ak uni accademici professano dalla cattedra - giova aggiungere - senza alcun segu ito fra le masse ope raie interessate. La « statizzazione della terra » è, fino a prova contraria, una brutta frase. Infine, uno stato borghese può con un semplice decreto introdurre una sì profonda trasformazione economica? Ne dubito. Non è d unque un po' assurdo e forse comico ritenere che lo Stato, il nostro Stato così feudale, possa - senza nessuna esitazione - emanare le disposizioni legislative del Forastieri? lo sono un incorreggibile pessimista per quanto concerne il valore di tutte le leggi - specie nel campo economico - e cond ivido l'opinione del Buckle che affermava« essere buona una legge sol quando ne distrugge un'a ltra».
Il resto del volume del Forastieri è dedicato all'esame dei problemi attinenti l'agricolfu ra, l' industria, H commercio, le case popolari, il prestito ai comuni, l'a limentazione delle grandi città, i provvedimenti finanziari . L'A utore non ci dice cose assolutamente nuove. Sono problemi che vengono da tempo agitati nelle riviste, nella stampa quotid ia na, nei comizi e anche nel Parlamento, dove, come in tutti i consessi legislativi, abbondano g li avvocati, gli accademici, i polit icanti , persone cioè incompetenti a trattare questioni d'ordine tecnico.
Comunque io m'auguro che il libro del Forastieri trovi beneYoli e attenti let tori. Lo ripeto: malgrado il suo carattere enciclopedico questo libro è traversato da un senso di rea le praticismo: le sottili, pedanti e spesso inutili disquisiz ion i teoriche manona: vi sono delle proposte e delle cifre. V'è insomma materia da discussione. E fra il dilagare della prosa bislacca d'ogni genere, il Libro del Forastieri merita di essere segnaJato almeno come un tentativo qua e là riuScito.
MUS SOLINI BENITO
Da Il Pm,;e,o Romagnola, N . 52, 27 dicembre 1908, XV.