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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
Su questo punto vi debbo dire la mia opinione:- io, non sono tanto favorevole all'eccessiva specializzazione. Non vorrei che, a fu ria d i guardare l'albero, si dimenticasse la foresta; non vorrei che, a guardare un lato, un elemento, un frammento del corpo umano .si dimenticasse . il complesso del corpo umano ( viVi.uimj applatm), il .quale, o signori, è unitario e totalitario come il regime fascista. (ApplauJi vivissimr).
Voi potrete rendere grandi servizi al regime con questa opera por· tata s'ul terreno morale: il medico qualche volta viene inte[rogato anche su questioni che non sono legate alla malattia; il medico dovunque, ma specie nei centri minori, è una autorità. Li gente non do. manda soltanto se la bronchite di un familiare passerà p iù o .meno presto, ma domanda magari se la crisi economica passerà più o meno presto. (IIarilà). Se antifascista, lascerà cadere quelle parole che scavano, una traccia delete da nell'animo d ella povera gente, ma se il medico ·è fascista convinto, non solo per la tessera, ma per la fede ( voci: . « beniJsimo l »), dirà le parole della saggezza e dirà che di crisi economiche ce ne sono sempre st:ite nel mondo; d irà che . questa è una crisi italiana, ma universale e potrà aggiungere che in Italia fino ad oggi ha avuto aspetti meno gravi che in altri paesi, anche infinitimente più ricchi del nostro e che il Governo fascista ha fatto, fa e hrà il possibile perché le conseguenze di questa crisi siano alleviate per il popolo italiano.
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Camerati! · f'=l
Ho finito. Portate l' eco di queste m ie parole a tutti i vostri colleghi raccolti nelle città e disseminati negli ottomila comuni d' Italia e dite loro chi: io conto anche e sovrattutto sui medici italiani per quanto riguarda Ja difesa del regime e g li sviluppi della rivoluzione fascista. (Viviuimi, prolung<1ti applmnr).
EMANUELE FILIBERTO DI SAVOlA . AL SENATO*
Signori sellatori!
Le alte, commosse parole pronunziate dal Presidente della vostra Assemblea hanno rievocato innanzi a noi Ja figura indimenticabile dell'augusto principe sabaudo, di colui che gli italiani combattenti conob-
• Discorso pronunciato al Senato, nella tornata del 3 dicembre 1931 (ore 1616.2}), in commemorazione di Sua Altezza Reale il principe Emanuele Filiberto di Savoia .. (Dagli Ani parlmn tlltari d ella Camera dd una/ori. Disnmioni. Leghla111ra XV/11 1n S euione 1929-'32. V olu me IV : dal 3 dicembre 1931 al 4 gi11gno 193-? - Roma. Tipografia del Senato, pagg, 4277-4278) bero, ammirarono e'd amarono soprattutto quale comandante della Terza Armata.
H Governo si associa al ricordo ed alla esa ltazione del grande Con· dottiero che fece tutta la guerra, nel senso. che a questo terribile verbo davano i soldati di fronte al nemico. U nome di Emanuele Filiberto rimane indissolubilmente legato alla nostra recente epopea nazionale, alla guerra combattuta per la prima volta dopo lunghi secoli di divisione e di servaggio da tutto il pOpolo italiano finalmente uno dalle Alpi alle Isole, dalle nostre montagne che diedero gli alpini : eroici del Monte Nero, dell'Ortigara, del Pasubio e dell'Adamello, aiie Isole che rivelarono le mirabili fanterie di tutte le battaglie.
Emanuele Filiberto di Savoia sentì profo ndamente il significato e l'immensa portata spirituale della guerra conibattuta e vinta, sentì che la nazione si era arricchita d i un inestimabile tesoro, frutto di tanto sacri· fiCio e di tanto sangue, e quando nel dopoguerra, come è accaduto altre volte dopo altre g randi guerre presso altri popoli, vide che. il tesoro di essere disperso, che la vittoria correva pericolo di essere vilipesa, soprattutto nella sua essenza morale, il Duca d'Aosta si volse ·verso il movimento fascista, al quale, specie dopo la marcia su Roma, diede numerose e solenni testimonianze di simpatia.
Egli, principe, non disdegnò di assumere la prima presidenza di quel grande istituto che è l'Opera nazionale dopolavoro e, insedìandone il primo D irettorio nell'ottobre 1925, egli si dichiarava fiero .di dirigere un'opera di pace che persegue una sublime di fratellanza, di amore e di civiltà. E due anni dopo, nel maggio del 1927, lasciando la carica, elevava un suo saluto ed un augurio ai lavoratori d'Italia, «ai quali -diceva- mi lega fraternità di armi e di affetti».
Poco prima di cadere ammalato, il 29 giugno di quest'anno, mandava un messaggio agli operai milanes i che in numero di quindicimila, guidati dai si ndacati fascisti, si reCavano in pell egrinaggio a Redipuglia.
Sentendo imminente la fine tracciò il suo mirabile testame nto spirituale e chiuse nella serenità della fede, nella visione· Qe11'Italia di domani, nel pensiero rivolto alla Maestà del re, la sua giornata terrena.
Tutto il popolo italiaflo ]o ha pianto, tutto il popolo italiano ne porterà nei secoli il ricordo e l'immagine nel Cuore.
PER L'ISTITUTO MOBILI ARE ITALIANO*
Eccellenze ! Camerati! Signori!
L'IsMuto mobiliare italiano inizia da· oggi la sua vita, comincia, da a regolarmente. La simpatia colla. qUale è s tata accolta non solo in Italia, ma anche oltre frontiera la creaziqne dell'Istituto mobiliare italiano, non andrà delusa. Ne sono profondamente convinto. Anzitutt o perché l'Istituto risponde ad una esigenza concreta e indilaziom.bile del momento attuale; in secondo luogo perché la legge che Jo costituisce ne precisa chiaramente il carattere e gli scopi; in ter zo, ma non u(tìmo luogo, perché a presi"ederlo ho chiamato voi, senatore Mayer, che alla conoscenza dottrinale dei fenomeni economici, aggiungetf.' un'esperienza viva e vissuta della realtà; che ad una s icwa f ede pa· triottica cimentata sino dai tempi della vigilia, agg iungete il disinteresse di· ch i, soltanto, è pensoso dei problemi ge nera li. '
La rapidità stessa con la quale è stato sottoscritto il capitale, è la riconferma che l'Istituto nasce compiutamente vitale.
Le molte ma modeste sottoscrizioni di Casse di Risparmio e di altri minori istituti sono importanti perché assolutamente spontanee e sop rattutto perché i rappresentanti di detti organismi potranno quot idianamente constatare con quale gelosissima cura sarà amministrato il capitale dell'Istituto.
Sono sicuro che l'Istituto non decarnperà da queste m ie seguenti e precise direttive, èioè: burocrazia ridotta al minimo possibile, niente impianti grandiosi, poche spese generali.
Quanto ai compiti dell'l stituto, essi sono g ià d elineati. Si tratta non di procedere a salvataggi di organismi decomposti o in via di decom· posizione; ma. di aiutare le forze e conom içhe sane, alle <JUali la crisi mondiale rende particolarmente p enoso il cammino.
Considerare l'Istituto mobiliare italiano come uno stnunento c reato onde promUovere trasformazioni nella struttura . economica delle società italiane è assurdo; ma considerare l'Istituto mobiliare italiano come un m ezzo per avviare energicamente l'economia italiana verso 1a fase corporativa è esatto, cioè a un sistema che rispetta fondamentalmente la proprietà privata e l'iniziativa privata, ma le vuole anch'esse
• A Roma, nella sede dell'Istituto mobiliare itt liano sita a palnro Salviati, il ' dicembre 19 )1, Mussolini insedia il Consiglio di amministrazione dell'lsti· tuto. In tale occasione, il Presidente d el Consig lio pronwKia il discor-so qui riportato. (Da Il Prtpolo d'llftlia, N. 290, 6 dicembre 1931, XVIII)
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AL PATTO A QUATTRO 65 dentro lo Stato che solo. può l'una e l'alt ra proteggere, controllare, vivificare.
Sono sicuro che l'odierna data dd dice mbre dell'anno X è da seg nare tra quelle propizie nella storia dell'economia italiana, In questa convinzione, dichiaro insediato il Consiglio di amministrazione dell' Istituto mobiliare italiano. (Le parole d el capo del Governo, seguite con religio1a allenz;one, 10no ·;late salutate alla fine da vivissimi applau11).
Al VINCITORI
DEL CONCORSO NAZIONALE DEL GRANO*
Camerati rurali !
Questo è il nostro settimo rapporto nazionale. Il mio discorso non può avere tutti g li anni un pa rticolare rili evo: più importanti sono i premi che fra _poco avrò il piacere. di consegnare ai migliori agricoltori italiani e più importante ancora e tale da essere additato come esempio all'intera nazione è lo sforzo dei rurali, il progresso della loro tecnica, la loro imperturbabile tenacia; ingagliardi ta e non delimiyata dalle dif- · ficoltà del momento. Sulle quali non voglio in alcun modo soffermarmi. Troppo sj è parlato sulla crisi, fiumi di parole, montagne di carta: la · conclusione è che la crisi continua in tutta - l'economia mondiale.
Sulle cause di essa, sui suoi caratteri, sui suoi effetti e soprattutto sulla durata, si può dissertare all'infiflìto. L'essenziale è invece di domanda rsi: che cosa ha fatto nell'anno nono il Governo fascista, per sorreggere l'agricoltura italiana , che è e rimane la base della nostra eco· nomia? .
A questo interroga tivo è n ecessario rispondere perché mi sono con· vinto che la memoria di molti, di troppi italia ni 'è veramente di una deplorevole labilità.
Per sostenere il prezzo -del grano, il qual prezzo, nei mesi immediatamente dopo il raccolto, era mondialmente precipitato ad un prezzo fra venti e quaranta lire al quintale, il Governo fascista ha preso tempestivamente due provvedimenti, che han no avuto una considerevole efficacia: il decreto legge del IO giugno 1931, che faceva obbligo ai mugnai di macinare grano nazionale nella miswa del settaE.acioque per cento; ·obbligo che i mugno.i, con lodevole di disciplina e comprens ione del momento, hanno nella loro grande magliioranza perfct. rispettato, come è dicriostrato dalle impo rtazioni dì grano straniero che nei mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre, nOvembre, sono state irrilevantì: 1.256.746, contro quintali 8.580.213 dello stesso periodo del 1930
* A Roma, al teatro Argentina, la mattina del 6 dicembre 1931, Mussolini presenzia la cerimonia per la premiazione dei rurali vincitori del settimo concorso nazionale del grano. In: tale oc<"aSiC?Jle preceduto da vari il Presidente del Consiglio pronuncia it discorso qui r iportato. (Da Il Popolo d'ltttlitt, N. 291, 8 dicembre 1931, XVIII}.
5.. xxv.
Tengo a dichia rare fin da questo momento che tale obbligo di macìnazionc del grano nazionale permarrà nel prossimo come neg li anni venturi, .salvo la percentua le che sarà stabilita in relazione alla entità del raccolto. Quando verso la metà di agosto, ho veduto che, nonostante tale obbligO, i prezzi scendevano, ho, con decreto Legge del 16 agosto, awnentato il dazio da sessanta a s'ettantacinquc lire il quintale.
In queste ultime· settimane i prezzi del grano all'interno non sono stati eccezionali. ma in ielazio ne a quelli di altri paesi, possono .consi· dera rsi soddisfacenti. ·
Un altro cereale troppo trascurato in base a demagogici pregiu"dizi, è stato oggetto di misure da parte del Governo fascista; parlo del gra· noturco, per il quale, mn decreto legge del 21 agosto, il dazio d i entrata è stato _portato da quattro lire a trenta al quintale. ·
Ufl. prod8f:to agricolo Ja cui situazione minacciava di diventare CCO· nica, cioè il riso, che interessa fondamentalmente l' economia di alcune importanti zone della valle del Po, ha attirato l'attenzione del Go verno fascista. Il d.ecreto ICgge del 2 ottobre 1931 ha creato l'Ente nazionale risi, è ben diretto, ha cominciato a funzionare egregiament e ed è costituito sù tipica base corporativa.
Come vi ho detto altre volte, l'odierna cerimonia è un esame di tutta l'agricoltura italia na. Passiamo quindi dopo il pane, al vi no, dopo il g rano, all'uva. Anche qui il Governo fascista h a agito, con l a legge 6 gennaio per l' impianto di cantine sociali cd enopoli, colla legge
Il gennaio concerne nte i vin i tipici, dei quali ben undici sono già stati definiti. Un punto dolente. della situazione è sempe quello del bestiame, ma posso confermare che tra qualche settimana al massimo an che in questo settore si farannO sentire le del Governo fascista.
Non vi parlerò di altri provvediinenti concernenti la fru tticoltura., la pesca e la caccia, né mi atta rderò a illustrare l'attività sempre più benemerita delia Mi lizia Forestale.
Avrèi molte cose da .dire sulla sperimentazione agraria, che va sem· pre più perfezionandosi e sull'organinazionc comtnercia lc, che, da Messina a Verona, sta creando iJ!lpianti sempre più efficenti · e moderni. Ma ricorderò che nella riforma dei tributi locali, l' agr ì(olt ura è stata sgravata di ci rca quattrocento milioni nel vino, g raz ie a ll'abolizione dell'addizionale, che la tassa bestiame è stàta ridotta delJa metà e che le sovrimposte sui terreni sono state a lle&8,erite. Ecco una ·cosa che i cittadini, cioè gli abitatori "delle città e tutti devono ricordare. Non basta: per venire incontro agli agricoltori indebitati, e tuttavia benemeriti, il Governo faS<i st;l ha varato Ia legge sui debiti onerosi, della quale potranno beneficare circa milletreccnto aziende e la legge in data 15 maggio 1931, riguardante gli agricoltori benemeriti, attraverso la quale già centosettanta aziende hanno tratto giovamento e salvezza.
Con tutto ciò, il Governo fascista non crede di avere acquistato il diritto alla gratitudine e terna d egli agricoltori italiani, né di avere risolto la crisi. Ben lungi da ciò. Occorrono misure di portata ben più vasta, ma la ric\•ocazione ha soltanto Io scopo di far constatare che il Governo fascista ha energicamente agito e · non soltJ.nto su questo settore, malgrado le difficoltà generali, nonostante la siccità che ha distrutto i raccolti minori, ma tanto .importanti per l'alimentazione dei contadini e a nche pe.r il reddito d elle aziende.
L'agricoltura italiana anche nell'anno nono ha velocemente camminato. Ma quel .che più mi interessa di sottolineare è il fenomeno del disurbanamento, che comincia in molti paesi del mondo, non esclusi gli Stati Uniti; per cui molti illusi, che, abbacinati dalla città, avevano abla terra, cercano di ritornarvi qUantunque la cosa sia estremamente difficile.
Tutti coloro che hannp direttamente o indirettamente pa rtecipato alia battaglia granaria e agricola dell'anno nono, proprietari, contadini, maestri, tecnici, cattedratici, esperimentatoci, sacerdoti, meritano . il mio elogio. Gli agricoltori italiani possono avere questa certezza e cioè c he il Governo fascista li considera, li apprezza, è al loro fianco, specie nell'attuale momento e che tutto il possibile sarà t entato per l'ulteriore progresso dell 'agricoltura italiana.
I « veliti » della battaglia del ch C fra alcuni minuti riceveranno un tangibile premio, sono la che anche ne1l'a"gricoltura, come in qualsiasi altra impresa, accanto ai mezzi occorre tenacia di lavoro e Volontà di vittoria. (Le parole del del Governo danno luogo ad una rinnova/a, grandio;a dimo;trazione) *.
• «Il Duce procede alla consegna -· dei p remi, che si svolge fra continue manifestazioni di simpatia da parte dell"assemblta per i vincitori del con· · corso, i q uali, chiamati nell'ordine di classifica e a seconda della categoria alla quale appartiene la loro azienda, sfilano dinanzi al capo del Governo salutando romanamente e ricevendo dalle sue mani la ricompensa meritata dalla loro proficua fatica. Il D uce ha infine consegnato la medagl ia d'oro conferita al pro(es· sor Ferraguti per i lusinghieri ·risultati da lui conseguiti nella roltivaz.ione del grano i n brughiera ». (Da Il Pop olo d' ltttlùt, N. 291, 8 dicembre XVIIO