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ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGUO NAZIONALE DELLE CORPORAZIONI*
Il capo del Governo riasmme la disr:ttssione e fa le Slie riserve circa l'affermazione dell'avvocato Roberti sul compito del Comigliò nazionale delle corporazioni, limitato a dqre direllive di ordine
Il capo dei Governo uamina la quntione rig11ardanle la competenza per risolvere le contro versie individuali e dice che è la natura del rappo rto che offre i mezzi per riJolverla, anche quaudo si tratti di prestazione di opera di Ent e pubblico: Se questa prntazione di opera sia data da chi è auistito da tmo stato giuridico di carattere pubblico1 di eJSo non potrà diswtersi cbe alla magiJtratura amministrativa; se invece_'si tratla di un com11ne rapporto di lavoro, regolato dal conlrttllo co//eJJivo, la magiJtralura competente 1arà quella appunto del lavoro.
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Il capo del (!averno afferma che si può .giudicare la bontà maggiore o winore del contra/lo colle/livo dal numero più o meno. grande delle controversie individuali che esJo avrà suscitato.
Afferma che il tentativo obbligatorio di conciliazione da parte delle Assocù1zioni 1indacali è molto importante, sopra/tu/lo agli effetti morali e dovrà essere [usat o dalla legge. · lA gitutizid1 afferma il Duce, per euere efficente, deve eJJere comoda e rapida; cioè chi chiede giwtizid non deve essere so ffocato da' troppe Complicale procedure e la giustiz(a deve nsere resd nei più breve tempo possibile.
Rileva che la magistratura del !.:woro ha compiuto il m o dovere · e dalla Jlld creazione ad oggi si è perfeziona/d.
Il capo del G overno conclude il J/10 dire affermando come 'n ella riforma che ora si sta dùcutendo si debbano tener presenti gli ·effètti morali1 politici/ economici, cbe il rhorso alla magistratura del lavo ro . ineviJabilmente porta con sé.
* A Roma, nella sede del ministero delle Corporazioni, la mattina dd 18 gennaio 1933, Mussolini presiede l'assemblea generale del Consiglio nazionale d elle corporazioni, che prosegue nella discussione (iniziatasi i l 30 noveml?re 1932) del secondo comma dell'ordine del giorno : Ri/Mma . d diJfJtnizioni rig11ardar11i le rontrovertit indi vid11alì d el latJO ro Al termine della di scussione, il · Presidente del Consiglio fa le dichiarazioni qui riportate in ria.ssunto. (Da Il Popolo d'Italia, N. 16, 19 gennaio 1933, XX)
ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGLiO NAZ IONALE
DELLE CORPORAZIONI *
A que.sto punto il capo del Go verno ria.s.sume brevemente la di.scu.s· Jione avvenuta in merito alla rif orma della l egiJiazione sugli uffici di wllocamento e ricorda che fin dal 1927 il Gran Consiglio del f asciimo Itabilì cbe gli uffici di collocamento do r:e.JJero trovare la loro naturale e logica sede pres.so l e organizzazioni sindacali.
Soggitmge che bisog na annullare ogni residua/e prevenzione contro il sindacato cbe noi ttbbiamo creato e cbe non d eve euere svuotato di qrulle che sono le StJe fun zioni essenziali, perché non ba.sta la tratttttiva e la Jtipulazi one del contratto wlleJtivo di lavo ro .solarmmte a giustificare l'e.sistenza del sindacatO stesso. Que.sto deve avere una funzi one educa· liva1 aniJtenziale e Jociale, d ire/la a formare eJJenzialmente la co.Jcienza d el produllore.
Il Partito deve intervenire ancbe nei problemi del ro/locamento, perché euo è come il sangue che deve cù·èolare Ùi tuili gli orga11i della v ita Jociale italiana.
Dopo aver illustrato la/uni aJpetti della situazione particolare del bracci antato . della valle Pada na, il capo del Govemo conclude:
I . - L'ufficio di co/locamento deve avere la StJa sede pre.JJO il .sindacdlo dei presldtori di operd.
2. - Il deve compiere ITtfJe le funzioni sociali che d al/d legge e d al regime gli Jono nel campe1 del contratJo, del collocam enlo, de/l'aJJÌJienztJ e profe.s sional e.
3. - Tutta atti vità d egli 11ffici deve esure contro/lakt dal miniJte,·o delle Corporazioni al centro, dai Con.Jigli provinciali del · l'economia corporativa alla periferia e deve cuere anchè vigilata dagli organi del Partito.
* A Roma, nella sede del ministero delle Corporazioni, la mattina del 19 gennaio 1933 , Mussolini presiede l'assemblea generale del Consiglio nazionale delle corpora:z.ioni, che prosegue nella discussione (iniziatasi il 18 gennaio 1933) del teno comma dell'ordine del g iorno, «relativo alla riforma della legislazione degli uffici di collocamento». A l termine della discussi one, il Presidente del Consiglio fa le d ichiaraz ion i q ui riportate in riassunto (Da Il Popolo d'ltJia, N. 17, 20 gennaio 193 3, XX).
335• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEl MINISTRI *
Su proposta del capo del Governo, primo minùtro, segretario di Stato, il Consiglio dei ministri ha approvato: ' l. - Uno schema di decreto con il quale si iJtituìJCe p er la M. V. S.N. una «croce di anzianità di servizio». In occaJÌone del d ecimo anniver.rario d ell'ùtituz.ione della hf.V.S.N., viene -iJtiJuita la «croce di anzianità di servizio», da concedeni agli ed alla ir(1ppa che hanno compiul6 dieci anni di effettivo servizioJ ctmmlando, se d el caso, il servizio in quafitil di camicia nera e di ufficial e. A coloro che vcugono decorati della <(croce di anzianità» e du contino cinque anni di effetti vo servizio preuo tm battaglioJZe di camicie n ere è, inoltre, conceua la facollà di apporre !Ili nMtrino 111M apposita .. La «croce di anzianità» è meritato premio dei servizi _resi a/Id nazione da/Ja Milizia.
2. - Un dùegll(J di legge concemente modificazioni al regio decreto legge 6 febbraio 1927, numero 68, per q11anto riguarda le categorie di ufficiali fra i quali può esure scelto il capo di Stillo Maggior "g enerale. 111 uguiJo alla istitHzione della carica di ammiraglio di .rql/(tdra designato d'Armata) wrrispondente a quella di gmerale comandante designato d'Armata del regio EJercito, è stato nece.IJarìo comprend ere Jra gli ufficiali che po.JJono eJJere rh•estili della carica di capo di Stato 111aggior getu-ra!e anche gli ammiragli di squadta designali d 'Armata come i pari grado del regio Esercito.
3 . - Uno uhema di provvedimento r ecanJe modifirazioni, agli articoli 16 e 20 del regolamento 16 Jelt emhre 1926, m11"nero per l' ordinamenlo e le fun zio ni dell'Opera nazionale com baJJmti. A llo 1eopo di rendere pùì rapida la procedura JJabilita vige11li disposizi oni per l'esproprio delle t erre da bonificare dell'Agro Pontino, viene Jtabilita /'abbreviazione, da quindici a dieci giomi, del t ermine per /' a!]isJione aJ/'alho prel orio comunale del sunto delle richiesl e di esproprio da parte d eli'Op"era nazionale combattenti, e, da a venti giorni, del termine per la notificazione di event11ali dirilli reali e per la presentazione di opposizioni da parte dei proprietari ÙJ/eressaJi.
Ire si dùp one la rùo luzione di diritto degli affini e degli alt ri contratti rigllarda,lti le t erre comprese nella zonu da bonificare, alla data di pubbli<azio ne del decreJo reale che t occa J!attribuzione delle terte stesse, senza attendere la scadenza d ell'am10 colonico in corso .
* il 21 gennaio 19H (ore 10-13.30). (Da Il PCJpo/() d' Italia, N. 29, 22 gtnnaio 19H, XX).
Poi il Co,zsiglio dei ministri, su proposta del capo del GotJeYno, mi· nistro degli Esteri1 ha appro vato i uguenti prot-•vedimenti:
1. - Un disegno di legge con cui il Governo viene a!Jiorizzato ad emanare il teJto unico delle d isposiziorri legillative sull'ordinamento e sul funzìol1amento delle scuole italiane all'eJtero.
2 - Uno schema di decret o per dare esecuzione a/J'accÒ rdo italo· costaricense del 21·23 dicembre 1932, che applica temporaneamente la clausola della nazioue pitì favorila ai rapporti commerciali di naviga· z ione e di stabilime11to tra i due pani
3. - Uno schm1tt di decrelo per dare esemzione allo Jcambio di note italo -britamtico, effetttUtiO in Ròma il 23 not•embre 19321 concer· 11ente ltt represJione del contrabbando dell'a11orio e del como di rinocerome tra la Somalia Italiana t la Colo,1ia britannica del Kmia .
4. - Uno .schema dì decret o per / 'iitituzione di seJJioni d i nami con valore legale nelle Jwole medie al fi estero affidale ad Enti, !Jtil11ti, Opere ed. Associazioni.
SULL'OPERA SVOLTA
DALLA MILIZ I A FORESTALE*
li capo d el Go11eruo, dopo a vere attentamente esaminata l'atti vità spiegata nei rimboschim enti1 • nella rico.strvzione dei bouhi deteriorati, neJle siltemazioni dei torrenti e nelle alt re opere montane anche a ca· rico del JotloJegretariato per la Bonifica integrale1 d ei miniJteri dei f.a. vori p"bblici e delle Comunicazioni, dei Comorzi di rimboJchim ento fra Stato e provincia, nelle migliorie dei beni terrieri dei comuni e d i altri Enti1 tra cui l'Azienda f oreste demm1iali, si è vivamente compia· ciuto per l'impulso impresso a tuili i lavori e particolarmente per l' unit à
• A Roma, a palazzo Venezia, il l O febbraio ·1933, Mussolini riceve « il ministro dell 'Ag ricoltura e dellt: Foreste, on Acerbo; il st:gretario dd Partito Nazionale Fascista, S. E. Starace; il generale T erut:z:i, capo di Stato Maggiore della Milizia; .ed il generale Agostini, della. Mili:zia Forestale, che g li hanno riferito sui risultati raggiunti da lla Milizia. Forestale nella complessa ed importante opera svolta nell'a nno X». Indi il P residente del Consig lio fa le dichiarazioni qui riportate. i n ri assunto. (Da Il Popolo d'[Jdlìtt, N. 11 febbraio 1933, XX) · di indirizzo e per lo Jl retto collegamento rhe vi ;{nota nella concezione e 11ella esecuzione.
In complesso, la Milizia Forestale, in base a progeJJi da eua compilati, ha la vorato in 1012 zone ed in otJanto/lo provimie, erogando nell'ultimo eurrizio finanziario circa ventinove milioni, che, in grandissima parte, per la natura Jteua dei lavori eseguiti in economia, sono stati .rpni per la mano d'opera' impiegando in. media eire! ollomila operai.
Riiu/Ja quindi che sono stati rimboschiti 9254 eJ/ari, cioè untt superficie corrilpondenJ e a quaJi tre volié e mezzo la media annua relativa al primo quinquennio fascisld (anteriore alla coiiituzione de/la Milizia Forestale) e dieci volle quella ,·iguardanle il cinqtlantennio prefaschta; e che, inolire, sono state colloc.::te a dim ora 49.742.700 piantine e circa 270.000 chilogrammi di semi, anche attrat'erso pri vllti rimboubim emi, degli alberi, parchi della rimembranza, bo.JChi del Littorio, frrtlto questo della be,nemerita opera di propaganda di A.rnaldo J1uuolini, continuata oggi dal iegretario del Partit o, preJidente del Com itato 11!1· zionale f orestal e.
Il capo del Govemo ha ancbe rilevato i't1tile e compleua opua comp;uta dalla Milizia ForeJtale per il riordinamenlo e per la tu tela economica del patrimo11io silvo-paJtorale dei comuni e di altri Enti morali, 111 circa quaJJro milioni di ettari di lavoro svolto per la compilazione dei regolamenti forestali provù1eiali, che sono J/at.i approvttti e che sono già in vigore in tutte le provincie del Regno; la sempre pitì om/ata e progredita gestione delle Foreste demaniali e l'impor/a,lta dei miglioramento dei pauoli montani1 per i quali Jotw stati approvati in quest'anno altri cento progelli, dell'imporlo di oltre Jelle milioni, venendo in tal modo ad Ùlleniiftcare questa attività, la q11ale, aumentando' la pro. duzione foraggera dei terreni paJ(o/it,i, mira alla protezione del molo, alla difesa del bosco ed all'incremento del patrimonio zootecnico, I lavori in coriO, riguardanti ii c111asto jol'estale, l'dpplicazione del nuovo vincolo forestale, le esercitazioni per l'add ertramento dei reparti ed il delicato iervizio della mobilitazione foresttlle hanno molto i nteressato iJ capo del Govemo, chi! è rimasto soddisfatto amhe per aver cousta/a/o come alla /emica non Vdda disgiunta una idonea preparazione militare. Un particolare encomio ha rivolto il capo del Govemo al comandante della M ilizia ForeJtale, per la perfezione raggiunta nel reclutamento del personale Cbe1 avvenendo con rigoroJi concorsi ed atJraverso la selezione delle JCllole allievi ufficiali di Firenu, allievi sollufliciali di V allomhroJa, allievi militi «Arnaldo Muuo/ini » di Ci/là D11cale, è da riteneni pienamente ri!pond mte ad una efficentiuima preparazione lemico ·mi/itare degli ufficiali c d ella truppa.
Il disagevole e pericoloso servizio di polizia compiuto quest'anno (nel quale la camicia nera Avalla ne Francnco J stata ucciia in confiitto , un'altra camicia 11era, BIIJolini Silvio, è morta per causa di ser· vizio, ed altre trenta sono rimaste ferit e od infortunate) è stato vivamente elogiato dal Duce, che ha constatato l'altiuimo sentimento del dovere ed il profondo spirito di -sacrificio che anima questa operosa Milizia.
336• RIUNIONE
DEL CONSIGLIO DEI MINISThi *
I n principio di .redzda, il capo del Govern o ha fallo una breve re· sugli ultimi ttvvenimenti di politica ester.:1 ed ha dichiarato che l e notizie portate alla commissione degli Esteri de/la Camera frtmcese circa tm esistente ·trai/alo di alleanza italo -tedesco-magiaro, sono inventate di sana pianta e che se non foJJero state fatte i11 quei/a sede, non varrebbe la pentt di smentir/e.
Poi, su proposta del cdpo del Go vemo, ministro degli A ffari Esteri, il Comiglio dei ministri ha appro vato i uguenli provvedimenti:
J, -Un dise.rwo di legge per l'app rovazione della convenzione itala-svizzera, firmata a Roma il 3 gennaio 1933, relativa al riconoJCi· mento ed all'esecuzione delle Jentenzc in maieria civile e commerciale .
2. - Un d i.segno di legge peY l 'approvazione del trdltato di amicizia, di commercio, di 11avigazione e di stabilimento tra il R egno di Italia e la Repubblica d el Pertì, stip11lato Ù l Lima il 6 febbrai o 1932. Successivamente, il Consiglio dei ministri, su proposta d el capo d el Governo, ministro dell'Interno, ha approvato i seguenti provve· dimenti:
I. - Un disegno di l egge recante modificazioni di aggiornamento e perfezionamento ai/d legge m/l'Opera nazionale per la protezione della mat ernità e. dell'infanzia. L'Opera 11dzionale per la protezione della maternità e. dell'infanzia, istituita con la 10 dicembre 1925, numero 2277, ha, nei sette anni della sua vita, svollo vasta ed efficace azione neli'adempimenlo delle me alte finalità, direJte ad assicurare l'in· cremento della natalità ed il miglioramento della rllzza, al/rdverso la JuJela igienica e morale della madre e del bambino. Peraltro, seJie anni di nperienza banuo meuo in l'opp orltmità di dare un migliore aJJelto aJ/a organhzaziom de/l'Jstiluto, per auicumrgli una maggiore orga11icità e snellezza di movimento onde rmderlo sempre più rùpondente alle esigenze d ei tempi. A tale scopo, il provvedimento appro vato oggi dal Consiglio dei ministri stabilisce, fra l'altro: a) di ridurre il numero degli amministrato ri, sia al cetl/ro che a/Ja periferia (da trentoll o a tredici, per il Consiglio centrale, e dt:J venttmo e diciaue/le a IIOIJe, per i Comigli diretli vi d elle Federazioni provintidii),· b) di sopprimere le Gitmte esecutive preJSo le Federazioni eia/i e di ridurre da n ove a tre il mmz ero dei m embri della Gitm/11 e seçrltiva centrale; c) di coordinare, nelle provincie e nei co1mmi, le va;i e attività aJ· JÙtenziali a favore deJ/a madre e del f anciullo, t:Uidando la p residenza deJJe' Federazioni provinciali e dei Comitati cOJiliiJiali di pat ronato riJpeuivamenu .,i pruidi ed ai podeiià e ltt r:iceprnidenu alle .dirigenti d ei Faui f emminili; d) di obbligo alle Fed erazioni provi n ciali ed ai Comitati d i pa· lrona/o di vale ni, p er la l oro gntione, dei ugrelari e d egli impiegati amminùlrttlivi provincia/; e comunali.
. "Tenutasi il 15 febbra io 19}} (ore (Da Il Popolo ti' IJalia, N 40, 16 febbraio 193 3, XX}.
Il provvedimento allesta il vigile ed elficart! intereHameu/o del G overno jaicÌJ/tt per tutto quanto attiene alla dije111 della Jlirpe.
2. - Un dù egno di l egge retante modifictJ alle vigmti norme Juli'ordiname111o del urvizio di aJJÌJienza ai fanciulli illegiuimi abban· donali od npo!ti all'abb11ndono. Il provvedimento, ùmo r:ando ùi parte le dùpoJizioni che riguardano la competenza circa l 'onere della Jf'eJa per tale urvizio, è diretto a rtt/Jorzare e mig liorare, anche in queJio campo, l'azione (!//ammte umanitaria e Jociale Jvolta daii'Opèra nazionale per la protezione della maternità e. della ìnfanzùt_
3 . - Uno Jchema di decret o col quale si imerùce, nelJ'articolo 253 del teJto unico della Finanza locale, una norma integratìva diretta a conJelllire ai comuni, che, anteriormente alla .legge 12 lr1glio 1896, 1111mero 303,· avevano dùciplinato il urvizio della f ognat ura con p ropri regolamenti, imponendo il contributo di coJtmzione e di manutenzione, di contintl(!re ad applicarl i , anche dopo l'entrata in fJigo re del tnto unico anzidetlo D el provvedimento potrà beneficiare il cmmme di Milano, rilraendone i mezzi neauari per completare la importante re/e della JUa f ogJMfura.
DARIO LUPI*
Con le sue commosse parole, il Presidente dì questa Assemblea ha interpretato il sentimento.
li nome di Dario Lupi, fedde camicia nera della rivoluzione, deve essere ricordato da noi con memore simpatia. La sua memoria sia onorata.
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI ,DI LEGGE**
Mi onoro di presentare alla Camera i seguenti disegni di legge : norme per Ja repressione della propaganda illecita per lo smercio delle specialità medicinali; .
distacco dalla provincia di Savona dei comuni di Cogoleto e di T iglido e loro riaggregazìone alla provincia di Genova; rico stituzione del comune di Monteferrante in provincia di Chieti ; conversione _in legge del regio d ecreto legge 27 dicembre I93 Z, numero 1717, recante modificazioni agli articoli 31 e 54 della legge elettorale politica (testo unico 2 settembre 1928, numero 1993); conversione in legge del regio d ecreto legge 6 gennaio 193}, numero 2, contenente norme relative ai servizi del ministero delle Corporazioni.
Spie E Cannoni
La volontà di pace della Francia è manifesta e d ei suoi preparativi è flagrante.
L'altro giorno duecentoquaranta cannoni, usciti da una famosa fabbrica d'armi, situata in Cecoslovacchia, ma controllata dalla fin anza e da llo Stato Maggiore francesi, paSsavano non abbastanza segretamente
* Parole pronunciate alla Camera dt>i deputati, nella tornata d el .1.5 febbraio I9 H (ore 16-18.30), dopo la commemoruione del d eputato Dario Lupi ( 28 marzo 1B76 - 14 dicembre 1932) tenuta dal Presidente dell'Assemblea (Dagli Alli Jd . italitmo. Camera dri ùp11ta1i. Legislatura ril. Sn sione dt. Dimmioni. Volume VII, pag. 7602)
• • P:uole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata dd 15 febbraio 1933. (Dagli Alli del P(lrltmlento it(l/itrno, CamrrtJ dei deputati. Legi· slaJKra ril. Seuù:m e rit , Ditrunionì. Volume" VII, pa.g. 7610.
Opera Omnia Di Benito Musso Lini
in Serbia attraverso iJ territorio ·romeno; quas i in Austria veniva scoperta una pericolosa organizzazione di spionaggio, che sembra facesse capo a ll'addetto militare francese a Vienna.
· Anche il professar Eydoux aveva ·rivolto le sue attenzione verso il confine itala-austriaco prima di cad ere neiJc mani dei carabinieri italiani. Cannoni e spie fra ncesi ci rcolano con frequenza e con insistenza da ·Praga a Vienna, a Bucarest, a Belgrado, e tutto questo traffico f a capo a Parigi, è moSso, regolato, disciplinato da Parigi.
O ra l'Austria, che non si è lasciata ricattare dalle p rom?se di prestiti, ·né dalle minacce di ritiro dei crediti e delle adesioni fra ncesi ai piani di assistenza finanziaria; che non· sembra essersi g ran che rommossa per l'artificiosa montaturi delle armi mandate a Hirtenberg in riparaz ione, attira le attenzioni e suscita le preoccupazioni del servizio spionistico _francese perché il territorio delb Repubblica si incunea per tutta la lung hezza della sua frontiera no rd e sud orientale fra la Cecoslovacchia e la Jugoslavia. Questa interru zione di cont inuità fra i due Stati vassalli reitde evidentemente difficoltoso c complicato lo sviluppo dei p iani dciio Stato Maggiore f rancese, che in quel settore d'Europa prevede azioni militari d ei massimo interesse ai fini di una man ovra aggirante diretta contro !"Italia. Se, per esempio, l'Austria non esistesse, i duecentoquaranta cannoni Skoda passati alla Serbia non sarebbero stati costretti a fare un giro lungo e vizioso per arrivare a destinazione.
L' Aust ria dunque; così come è oggi, ostacola Io svi luppo e p regiudica il successo rapido deila manovra offensiva contro l'Italia; e Weygand ha fretta.... di di mostrare all'evidenza lo spirito pacifico della Fra ncia.
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE*
Mi onOro di p resentare alla Camera il seguente disegno di legge: assimilazione alle cartelle di credito fondiario delle obbligazioni emesse dalla sezione finanziamenti dell'Istituto per la ricostruzione industriale.
• Parole pronunciate alla Camera d ei deputati, nella to rnata del 24 febbi"aio 1933 (ore 16-18.45), (Dagli Alli Jet Parlamento iJaliano. Camera dei deputali, Ugislatura oil. Seuione dt, V ll, pag 7837)
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE*
Ho l'onore di presentare alla Camera il seg uente disegno di legge: approvazione degli accordi ìn materia di circolazione stradale, stipulati, tra l'Italia ed altri Stati, in Ginevra, il 28-30 mar'zo 1931.
142" RIUN IONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erttno prnenli le U. EE. De Bo oo1 Balbo, De V eahi, Federzoni, Giuriati, D e Francisci, Jung, Ercole, .Acerbo, Ciano, Rossoni, Arpinati, A1arco flÌ, Rocco, Tringali , T emzzi, De Stefani, BollaÌj giì on ore voli . Bmni, Clavenzani, Razza, T assinari, ed il professar "'Iarpicati. Segrrlarìo, l 'an. Achille Assenti giusti ficati S . E . Grandi e l'an. Adinolfì.
Sul primo comma dell'ordine dei giorno : « Eutme della si111az ione intemazionale », il Dt1c"e ha parla/o per oltre due ore.
LA dùmssione, alla quale hanno pdrtecipato De Fr.ancisci, Balbo, D e B ono, Rocco, Jtmg, RoJJoni, Starace, Feùrzoni, Giuriali, ricwrmta dal Dua, s'è conchiusa con la seguente dichiarazione:
« Il Gran Consiglio del fa u ùmo, all'inizio della snsione dì primaVf!ra d ell'armo rmdccim o dell'era f auiJta, presa in esame la situazione, :om'è venuta determinando si in seguito ag li ultimi avvenimenti, d icbiara ancora u na volta, esplicilammtr, al popolo italùtno ed ai po-
• N ella solitudine d ella. n oa:a de lle Caminate, il 4 marzo 19H, M us· solini aveva scritto lo schema d i un patto fra le qu::.ttiO maggiori potenze europee, inteso ad assicurare un equilibrirl cont inentale attraverso la pacifica rev.isione d elle pi ù. ingiuste clausole dei trattati di pace. In sei articoli, quella sua prima stesura prevedeva l'impegno d ella Francia, Germania, Inghilterra e deii'Jtalia di rea.l izz:ue una effettiva politica di collaborazione per la pace, e di farl a adottare dai terzi, attraverso la conferma della revisione prevista nell'a rticolo 19 del patto della Società delle nazioni. Il principio sarebbe st ato applicato n ell'ambito della stessa Società, La parità di diritto, da attuare gradualmente, doveva essere riconosciuta alla Germania. U na linea di condotta comune doveva essere anche p er le quc.o;tioni extueuropee Rientrato a Roma, alla Camera dt'i deputati, nelb. tom-1ta dell' 8 marzo (ore · Mussolini p ronunci.a le parole qui riportate. (Dag li Atti d el it11lù:nq. C.:mera dti d ' p"t<tti. ùgiJ!atura cit t ir Dimmitmi Vq/ume V ii, pas;. 8:022) u T enutasi a palazzo Venezia il 9 marzo 19H ( ore 22-t;,o). {Da Il Popolo d'Iralia, N 60, 11 marzo 1933, XX). poli degli altri paesi, che la politica estera dell'Italia jaJCi.Jta è guidala da/ fermo proposito di non turbare la pace e di collaborare al politico, economico, morale dell'Europa;
« riliene che la conferenza del disarmo. non può giungete a riJ/Iltati positivi se non accogliendo le sole proposte concrete, che Jono quelle avanzate dall'Italia; ·
«riconosce nel moto fasciJta, che si sviluppa o/ire le frontiere d 'Italia, l'affermarsi di uno spirito nuovo, che, direllamenJe e indireJ/amente, trae alimento e guida da quel complesso solido di dollrine e di istituti per cui l'Italia ha creato io Stato moderno,· Stato di popolo, inlno, questo, nella sr1a effcJJiva realtà sJorica, organica, viventej
«invita le camicie nere dì 111/ltl /Jalia, alla vigilia dd XIV annuale d ella fondazione dei Fasci Italiani di Combattin?mto1 a sentire l'orgoglio e la grave respomabilità di quest'ora e a lavorare imtanoabilmenle per la po1enza della parria t per i 'npamione dello spirito fascista nel mondo».
337' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI :MINISTRI*
S11 proposffl del capo del Governo, primo ministro, ;egretario di Stato , il Comiglio dei ministri ha approvato :
1. - Uno schema di provtmlimmlo che coordina le dùposiziolli conJenute nei regi decreti legge 24 luglio 1930, numero 1094, e 6 no1Jembre 1930, mmuro 1559, circd la decadenzd de/la pensione in CdSO di perdita della cilladintalZ:t iJalùw a ed introd11ce alrune alle disposizioni stesse, ra vvisate necessarie in all'applicazione degli accennati regi decreti specie nei rig11ardi dei connazionali altestero
2. - Uno schema di provvedimento co11 il quale1 in andlogia a quanto 1Jenne dùposto per le assrmzio11i di personale nelle" varie carriere delle ammùiistrazioni dello Slato, il limite maSJimo di età previ!lo dagli OJdinaJI'Jmli per l'amminione ad impieghi preno le provincie, i comuni, istituzioni di beneficenza ed b 1fi di diri/Jo p11bblico, comunque sotloposti ttllct vigilanza dello Stato, è ele vato, per ooloro che ri111lt i no iurilli al Patti/o Nazionale Fasci!ta prima del 28 ottobre 1922, di 1m periodo pari al tempo in mi anteriorm ente a tale data appartennero al ParJiJ o.
• Tenutasi il 18 marzo 1933 10 -12). (Da ll Popolo d'ltalitJ, N. 67, 19 muzo XX).
Poi, il Consiglio d ei minùtri, SII proposta del "iapo del Governo, ministro degli .Affari Esteri, ha appro vato i seguenti provvedimenti:
1. --: Un disegno di legge per l'approvazione della convenzione con· cernente iJ lavoro forzato o obbligatorio adottata dalla conferenza. inter· nazionale del lavoro (Ginevra, 10-28 gi11gno 1930}.
2. - Un disegno di legge per della convenzione per la marct1!11ra delle 11ovtt nel commercio internazionale, firmata a Br11xelln trd l'ltttlia e altri Stati l'l l dicembre 1931.
3. -Uno schema_di decreto per l'e.secuzione nel Regno degli accordi internazionali in materia telegra fica, telefonica e radiotelegrtJfica, .stipultJti a M adrid tra l'Italia e altri Stat i il 9 ·e 10 dicembre 1932. dal Consiglio dei miniJtri sono stati approvati, Ili proposta del. capo del Governo, ministro dell'Interno, i uguenti provvedimenti:
·z. - Un disegno dì legge per il cqordinamento · e l'im egrazione delle norme dirette a diminuire le ctune della malaria. Secondo l e sta· tisticbe, i morti per l'endemia ma/arica dd 21 .033 11el 1887_sono scesi a 4.084 nel 1922 e a 2781 nel 1930. La •·iduzione della mortalità per malaria durante il regime fa.sciJta (trenta/re per cento), malgrado il concorso di ·rirro.stanze rhe aVrebbero potuto aggravarla, soprattutto J'adden.sanunto della mano d'opera impiegtfta nei vasti lavori di bon ift.ctt, è dov11ta alle tempestive ed opportune previdenze govemtltive, quali la riforma dei servizi sanitari, la ohbligtlto ric!à degli interventi anofeliri, Id •iorganizzazione dei Jerflizf antimalarici, ecc. Pe r continutJre con mag· giare coordinazione di criteri e di mezzi l'azione avviata con cosl tangibili riutltati, si è riten11to opportuno rivedere la legislazione al/ual e in materia, finora frammentaria e suddivittJ. A tali scopi mira il disegno di legge approvato oggi dal Consiglio d ei ministri, stabilendo, fr a l' altro: a) l 'istiluzione dei comitati provinciali nelle provincie dove esistono zone malariche, per la l otta antimalarica, con .rede presso l e amministrazioni provinciali;
.b) la pouibilità di ajJidtJrè /'aJIÌJlenza antimalarica "in alcune zone di· territorio a Enti riror;o.rciuti idonei tJtlo uopo solto la vigilanza del ministero dell'Interno; c) la fornilttra del chinino e dei medicintJ!i IIIJJidiari, nonché l'assistenza medica a domìcilio o in ospedale e la continuazione dell'assistenza medica a domicilio o in ospedale e· la continuazione dell'assistenza sanitttria pn- sei mesi SIICctSJifli aJ giorno della ceuazione Jet la11oro, anche quando· i colpiti si portino in z ona diversa dtt. q11e//a malarica,· d) la possibilità di estendere, 4nche a carico dei privati, l'obbligo delltt protezio11e meccanica delle ahi/azioni e dei rico veri d ei lavoratori in zona malarica e) la sùtemalica applicazione degli intervenli 411/Ìanofeliri, con partirolare rigmlrdo alle zone di territorio adiacenti agli aggregati urbani. Con lo stesro provvedimmto, inoltre, allo uopo_di porre termine alle divergeme sorte nella giurisprudenza e nella d ourina rirca la questione se la malaria costituisca inforllmio mi lavoro, mentre da tm lato si esclude dai casi di infortunio l'evento dannoJo derit·ante da infezione nutlarica, dall'altro si impongono agli imprnari di lavori pubblici in zo,u malariche /amllivi obblighi per la tutela della salute dei !at'OI"alori e sì assicura, nel contempo, in caso di morte per febbre pernirio.ra, mza speciale sovvenzione a favore degli aventi diritto e ciò (lnche se il colpito 11011 sia Jlttto a.Himrato contro gli infortuni, Il provvedimento, mira t1d tm miglioramento della salute pubblica in generale, ridonda, i n modo pdrticolttre, a beneficio dei lavoratm·i nei comprensori di bonifictt idrafllica e di trasformazione foudiaria che si estendono a oltre cinqùe milioni di ettari di tr:nw1.o.
2. --:- Un disegno di legge recante norme per la sùttmazione giuridica di alcrme categorie di dentisti pratici. Jt provvedìmfnto, giusta una recente promessa fatJa dal GotJerno fascista alla Cmnera dei deputati, recd norme Jra m ilorie, c-he, pure smza ledere i principi informatori dell'ordinamento legislativo !lilla odontoitttrìa, comentono la revisione di alcuni cn1i particolari, apparsi meritevoli di rìguatdo, per 1111 d overoso semo di eqrtilà.
3. - Un disegno di legge recante dispo1izio1Ji per la disciplind del servizio di u grelerid nelle podes/erìe di Rodi e di Coo. Il provvedimento, auicurando una migliore attrezzatm·tl dei servizi m rmiàpali, verrà a contribuire allo sviluppo economico e turistico di q11ei due importanti retUri delle i1ole de/J'Egeo.
4. - Uno schema di provvedimento legislatit'O rectmle 11orme integrative delle diJposizioni JUi urvizio di ùzvesJigazione.
LUIGI DI SAVOlA *
Signori senatori !
Con alta c commossa parola il Presidente de11a vostra Assemblea ha testè .mirabilmente rievocato dinanzi a voi la vita e le opere del Duca degli Abruzzi.
• Il 18 ed il 19 marzo 1933, Mussolini si era incontrato con James Ramsay MacDonald, capo del Governo britannico, e con Sir John Sim'on. ministro degli Affari Esteri d'Inghilterra, venuti espressamente a Roma per d iscutere con il Presidente del Consiglio italiano lo schema del patto a quattro redatto
La sua figura di navigatore, di esploratore, di pioniere, d i scienziato è passata dinanzi al vostro spirito e insieme una serie di vicende gloriose che già riempirono le cronache del mondo e oggi sono consegnate per sempre alla storia.
Precursore ed incarnazione compiutissima egli fu dell'italiano nuovo, p er il quale il titolo, il nome, il passato, la tradizione hanno valore solo in quanto siano stimolo al compimento di più gravi doveri ed alla ri· vclazione di più forti virtù.
Dalle solitudini sconfinate c d eserte del Polo alle cime inaccessibili delJe montagne, dalle immensità tempestose degli Oceani alle inospitali lande africane, dovunque, il Duca degli Abruzzi espresse nello sforzo teso ad una conquista il suo animo di combattente, che, durante le lunghe navigazioni per tutti i mari , aveva appreso fin dalla adolescenza sog natrice l'arte del freddo ardimento e il metodo d ella te nace pazienza. Non solo l'obiettivo o il risultato felice delle imprese, ma il « modo )) sollevava i più g rand i e ntusiasm i fra il popolo italiano e fra tutti i popoli civili.
Egli m eritava il titolo di «eroe)> nel significato più vasto e profondo del termine. Spregiatore d egli agi, del riposo, delle futili se anche talvolta inevitabili cosiddette mondanità, egli amava il rischio con le sue incognite, il pericolo con le sue seduzioni, la solitudine con i suoi silenzi, che pongono fmal men tc l'uomo a cont:i.tto con l'essen· ziale e l'eterno.
Egli fece della sua vita una ininterrotta, severa mi liz ia e nelle opere di pace e in quelle di guerra preferl, al molle, il clima duro. Taciturno, come coloro che molto videro e molto compresero, schivo di clamori e di onori come i privilegiati che non sanno sostare nemmeno per raccogliere l'alloro d ella g loria, poiché una segreta ìndomita volontà li' sospinge ad andare più o ltre .
Anche morendo, egli ha rivelato la sua anima, chied endo di r imanere nella te rra somala da lui con sacrificio incessante, con quotid iano, umile lavoro, chiamata alla fertilità.
I gaglia rdetti abbrunati delle camicie nere si inchinano oggi, con atto di rc\"ercnza e di amore, sulla salma d el principe sabaudo. ·
Egli si J.vvia tra le grandi or:-bre, salutato dal nostro appello, che da quest'ultimo (199, 304). Al Stnato, nella tornata del 20 marzo ( ore 16- 16.20), in commemora:tione di Sua Alte:r:za Rea le Luig i di Savoia, duca degli Abruzzi ( 29 gennaio 1873 • 18 marzo 1933), pronuncia il discorso qui riportato. (Dagl i Alt i parlamentari Jella Camera Jei una/ori. D iusmion i U girl alllf"a à t . Sessione rit. Volume V, pagg. :5897·:5899). · echeggia potente dai lidi della madrepatria a quelli dell'Oceano Indiano. Il Duca degli Abruzzi è p resente fra noi e presente rimarrà nel memore, fedele cuore del popolo.
338" RIU N IONE DEL CONSIGL·IO DEI MINISTRI*
( +) Alla fiJJe della ud1ita, il capo del Governo ha f ;tto delle CO· municazioni circa i recenti incontri e l e co nver;azioni 111i problemi imefnazionali. {Il Comiglio dci m inùtri ha accolto con viva JoddiJfazio ne le parole del capo d el G overno) .
NEL QUATTORDICESIMO ANNUALE DELLA FONDAZIONE . DEI FASCI A PALAZZO VENEZIA**
Il D uce, do po avere rivo /lo il 1110 p rimo pemiero ai caduti f aschti, alle loro tJedove e ai loro orfani, MIuta i muti/alì ed i feriti della ri voINzione .
Quindi, parlando ai ;amepolcriJti, dic e lo ro che i quallordicì anni trauorsi dalla prima adm1111a ad oggi, hanno laJciato imani lo 1pirilo1 /' mJmiamJo, la fede, la d evozione a fl fl catt M.
Fra continue, appauionate inlermzioni di romemo e di plamo t11· luJiaJiico, il Dfl(e afferma che tuili i JamepolcriJJi 10110 degni della gran· dioJa, simpatica accoglienza fa t Ja lo ro Roma, che n oi stiamo resti· tumdo alla sua missione di cuore di fiauol a d el mondo.
Egli ricorda quindi cbe il perfello fascista deve uniformare 1·igoro· samenle ma vita, in Jlllli i m oi aspetti, agli ideali del f as cismo ed ai categorici imperativi morali della ri voluzi one jaJCista. (Le parole d el Duce sPscitano i n 1111/i i presenti una pro f onda commozione e sono Ja· Iuta/e alla fine da una vibrante ovazione, che si profrrte per alcuni minuti) .
• Tenutasi il 21 marzo 19H ( ore 10-1 1.3 5) (Da lJ Popolo d'!Jalitt, N 69, 22 marzo 1933, XX).
•• A Roma, nella $ala Regia di pa la zzo Venezia, il 24 19H , alle 12, in occasione del quattordicesimo annun!e della fondazione dei Fasci Italiani di Combat timento, Mussolini riceve i sansepolcristi, i segretari federali, le madri, le vedove e le fami glie dei martiri fasc isti, i mutilati ·ed i feriti fascist i. Al sal uto rivoltogli a nome di tuili i presenti J al deputato Ach ille Starace, i l Presidente del Consiglio risponde con le paro le qui riportate in riassunto . (Da ll Popolo d'Italia, N 72, 25 marzo 1933, XX).
NEL QUATTORDICESIMO ANNUALE DELLA FONDAZIONE D EI FASCI AL SENATO*
·Ring razio il Presidente delle sue parole e l'Assemblea del suo sa luto. Ho fatto fin qui e continuerò a fare semplicemente il mio dovere.
NEL DECIMO ANNUALE DELL'AERON AUTICA* *
Il Duce incomincia quiudi il gran rapporto ricordando come la A erona11tica abbia il s11o decimo ammale rendendo omaggio alla
.Maestà del re e visitando poscia la 1\Iostra della rivoluzione.
Afferma che l'ala d'/lalia è risorta per merito escl11sivo d el fasci.rmo. S enza la rivoluzione, l'ala d' Italia non sarebbe .rtç;Ja rifo.rtmita.
Accennando al lavoro svoJJo nei primi dieci anni, il capo d el Governo ne ricorda l'imp ortanza e la vaitità; dùe che è merito di lltlli gli ufficiali c sollulfiriali e soprallulto dei ministro Balbo, che egli nominò nel 1926 souougretario e nel 1929 miniitro delle Forze aeree italiane .
Il generale Balbo - afferma il D11ce- ha. portato ne ll'aviazione il suo spirito di ardito di guerra e di squadrista, congiunto con la tenacia, con ìl senso dell'o rganizzazione e della discip lina, doti senza delle qual i nulla è possibile costruire. · il capo d el Governo ri v ol ge un elogio a JuJJi gli uffiàali e ciali per lo 'Jtile magn;fiw (Oi qiJ(Jle hanno Jfilttto nelle vie di Roma e nella via d el/' l mpei'O,
• Parole pronunciate al Smato, nella tornata del 24 marzo 1933 (ore 16-19.45), dopo la celebrazione dd quattordicesimo annuale della fondazione dei Fasci fatta dal Presidente dell'A5setnble-a. (Dagli Ani parlam emtJ:Ti della Ct:tm"a Jei senatori. Dùrunioni. UgiJ/aJura rit. Seui one àt. Volume V, pag. 5996).
• • A Roma, sulla via dell'Impero, il 28 marzo 19H, alle 10, Mussolini passa in rivista quattromila fra ufficiali e sottufficiali dell'Aeronautica., decora della medaglia d "argento la bandiera dell'A rma e consegna le medaglie alla memoria di alcuni caduti. Poi, su l Palatino, nello stadio di Domiziano, tiene a gran rapporto i quattromila aviatori. In tale occasione," dopo il saluto rivo!· togli dal ministro Italo Balbo, il Presidente del Consiglio p ronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (J?a Il Popolo d'lMlùr, N. 75, 29 marzo 19H, XX).
PREFAZIONE A «TESTIMONIANZE STRANIERE SULLA GUERRA ITALIANA»*
Nella vasta letteratura pro\'Ocata dalla g uerra mondiale - volumi quindicimila si.n qui, in tutte le lingue - ITtalia è rappresentata da una aliquota modesta e Comunqu e non certamente proporzio nata all'entità del nostro sforzo. Questa nostra «discrezione», sulle cui cause è inu· tile fare discofso, ha g iovato a tutt i coloro che p er motivi politici hanno cercato di svalutare il contributo di sangue dato dall' Italia alla vittori a degli Alleati :B questo uno dei motivi p er cui, a parte l'intrinseco, notevolissimo nlore dei libro, mi è grato di presentare ai lettori italiani - combattenti e non combattenti - il volwne del g enerale Adriano Albcrti, a\•cn te per obietti vo la raccolta e l'illustrazione delle testimonianze straniere sulla guerra italiana. 11 libro è diligentemente documcn· tato, bene congegnato come distribuzione della materia, scritto in una forma non ridond ante m:l. per ciò stesso più efficace; è u n libro che fa ricordare molt i C\'Cnti dimenticati, e imparare molte .cose, in g ran parte a da quasi tutti ignorate. F; un libro che rende piena, solare giustizia alla magnifica prova delle armi italiane e quel che più conta attraverso le parole degli ex-nemici. t un lib ro che d eve essere let to , d iffuso e me· ditata, non solo i;, ltali a, ma nel mondo, poiché ristabi lisce la verità offuscata per troppo tempo dalla diffamazione e dalla menzogna Non vog lio soffermarmi sulle p rime cinq uanta pag ine dedicate ai precedenti del nostrò intervento e a lle negoziazioni coll'Austria. Oramai da pa rte ex-nemica si è g iunti a lla convinzione ch e l'Ita lia non poteva marciare che l'Italia non pote\'a accettare il «parecchio» - offerto nell'ora estrema. Due sole testimonianze basteranno. Q uella di von Bi.ilow, il q uale nelle sue deplora la« scarsa lealtà di Berlino», le continue « oscillazioni)) dei Bcthmann, dei Berchtold e simili Burian; le «suscettibilità senili » per cui si erano sempre trattati gli aJleati ital ian i da quamité négligeable e di avere avuto mano libera q uando era ormai troppo tardi. Non esplicito è nelle sue M emorie il. principe di Windischgraetz, che fu dwante la guerra ministro del Vettovagliamento in Ungheria, il quale denuncia « la inettitudine di Burian, che negoziava coll'Italia senza mai g iungere a sapere quanto si doveva accordare e quanto rifiutue, il tutto conseguenza da parte nostra (austroungarica), della mancanza di un p rogramma e di assenza assoluta di onestà. Gli italiani dice il Windischgraetz - sapevano che nel caso in cui noi fossimo stati i vincitori, avremmo ripreso loro immediatamente quanto avevamo promesso >>. ttuppe del Carso - dice il generale Krauss - nei combattimenii p reli minari del 6 al 22 giugno doveuero r e.spingere quarantuno auacchi ; nei sed ici giorni poi della grande battaglia da l 23 giugno al 7 lug lio d ovettero ott:mtasei pericolosi attacchi. Molti di questi attacchi portarono, dopo il perman ere di intere unità sotto il fu oco di artiglieria pesante, dietro cattivi ripari, a mischie a corpo a corpo. In frequenti lotte di ore e ore, ovverG i n contrattacchi nottu rni, fu necessario respingere il nemico penetrato nelle nostre linee. Questa battaglia. sarà sempre il massimo onore per le truppe che vi hanno partecipato» ·
* MINISTERO DeLLA G UERM. COMANDO DEL CoRrO DI S TATO M AGGIORB - T estim(mian ze Jtra.niere sulla gue rra italimt4. 1915-1 9 18 Del generale Adriano Alberli - Edilo a cura del giorna le Le Forze A rmale, Roma, 1933, XI.
Ciò stabilito si può passare oltrè e vedere quale fu il valore dell' inten ento e per l'aiuto dato agli Alleati e per l'epoca in cui avvenne Per il ministro inglese Grey, l'intervento dell'Italia aveva un'« importanza enorme» e si verificava in un momento nel quale « le nubi si accumulavano e le aspettative si offuscavano sempre di più». L'intervento dell'Italia alleggerì immediatamente · la pressione austro-ungarica sulla front e russa, poiché ben diciotto divisioni nemiche si schierarono sull'lsonzo, divisioni allenatè da un anno di esperienza guerresca, ancor bene equipaggiate e animate da un alto morale, poiché, come ha detto Hindenburg, «contro la Russia l'esercito austriaco combatteva soltanto coll'animo, contro l'Italia, invece, anche col cuore». Siamo alla p rima battaglia dell'Isonzo, giugilo-luglio 1915. L'Austria ha in l inea duecentoventuno battaglioni e occupa i ciglioni del Carso. I combattimenti sono asprissimi. Le fanterie italiane p rodigano il ]oro sangue. Il generale nemico Krauss dà questa superba testimon ianza dello spirito aggressi\'O delle truppe italiane.
Dal maggio alia terza battaglia dell'Isomo l'Austria richiamava sei divisioni dalla fronte russa e otto da quella serba, fronte quest'ulti ma che diventò di« tutto riposo >> e di completa inazione. Nonostante l' inattività assoluta della Serbia e l'ammassamento delle divisioni nemiche sul froO.te dell'Isonzo, l'esercito italiano iniziava, nell'ottobre del 1915, quella che fu la terza battaglia dell' Isonzo. Battagia durissima per gli italia ni e che sottopose ad una sangu inosa usura le truppe austro·ungariche, come attesta il generale Krauss.
«Nella zona del monte N ero - scrive il genera le Krauss - opera\·ano g li ·ec<:ellcnti alpini: la fanteria italiana a Piava, su l Sabotino, sul Carso. D ell'energia colla quale procedevano gli italiani è prova il fa tto ·che essi. davanti un settore di battaglione diedero J'ass.o.h o sette volte !asciandovi ottocent o cadaveri. Sul Carso la cima dei San :M..ichde passò di mano in nuno e la lotta fu così acerba che il terzo reggimento honved perdctte il 31 ottobre mille uomini e le valorose truppe della ventes ima divisione ungherese erano cosi esauste che dovettero essere sostituite».
Quella che fu 1a quarfa battaglia dell'Isonzo, svoltasi dal lO novembre al 2 dicembre, è detto eloquentemente dallo stesso generale Krauss:
« In quar.-.ntasette giorni gli italiani avevano a ttaccato quindici volte il Sa· botino, quaranta il Podgora, trenta Oslavia Non meno furiosa era la lotta sul Carso. La didassettesima divisione austriaca dai ottobre :ti novembre p erc:lette d uccentocinquant3 ufficiali e undicimilaquattrocento uomini e contava al 17 n ovembre, ad onta dell'inco rporamento dei complement i d isponibi li, soltanto settemilacinquecento uomini »
Lo stesso austriaco è forzato a riconoscere che le fan· terie italiane «mostravano un notevole spirito offensÌ\'0 nel l'avanzata e un grande valore nei corpo a corpo)). Il 1916 comincia, in Francia, col grande attacco a Verdun. Il maresciallo Joffre chiede a un aiuto · i ndiretto. N el inarzo gli italiani attaccano infatt i nella zona del San chele. Cinque g iorni di aspra battaglia dall'll al 15 e g li austriaci ebbero non meno di tremibcinquecento morti e feriti. IL 1916 è l' anno della spedizione punitiva, cominciata con tante speran2e austriache e infranta dalla resistenza italiana. Il generale von Kuhl ammette, nella sua opera sulla guerra mondiale, che « il vertice della parabola era già sorpassato, le forze cominciarono a zoppica re e l'attacco m anguidl. La tanto ago· g nata calata a l piano, il colpo nella schiena degli italiani non dusd >).
Il maresciallo Pétain, nel suo libro sulla Battaglia di Verdun, riconosce il vigorè con cui fu condotta la controffensiva sull'altipiano d i Asiago e testualmente aggiunge :
• francese impegnato da solo e da tre mesi contro il grosso delle forze nemiche, il genemle Cadorna portava un primo aiuto colla bella resistenza e il contrattacco delle sue truppe »,
Il 1916 è anche l'anno della conquista di Gorizia, La manovra di Cadorna, che consisté nel rapido trasporto dalla fronte del T rentina a quella· dell ' lsonzo di circa tre-centomila uomini, appartiene alla grande strategia. Il generale Falkenhayn scrive:
<t La conquista di Gorizia p rodusse una grave e costrinse eziandio a to·s liere a lcune divisioni dalla fronte ori entale sosti tuendole con truppe germaniche. Questo fatt o ebbe una. sfavorevole influenza s ulla condona della guerra in ge- nerale. Le fatali conseguenze dell'impresa compiuta per suo conto dall'AustriaUngheria nel Trentino continuavano tuttora a manifestarsi e l'ultima., l'entrata in guerra della Romania a fi anco dell'Intesa, stava per verificarsi. ·Gli avvenimenti deli'Jsonzo furono decisivi a tale riguardo ».
Il generale von Pitreich , capo di Stato Maggiore dd maresciallo Boroevic, rileva «il furore col quale gli italiani, dopo la conquista di Gorizia, cercarono di allargare verso oriente la loro occupazione)>. Il generale von Kuhl ammette che colla presa dì Gorizia « Cadorna aveva ottenuto un gran success'o >). Il generale Alberti riporta quindi alcune bellissime pagine deùicate dal T revelya n alla espugnazione del Sabotino, alla conquista del Podgora, all'entrata in Gorizia. Si leggono con emozione, vi ritroviamo i nomi di Badogl io e di Baruzzi. Anche il colonnello d ' artiglieria francese Corda, ricordando dopo la p resa di Gorizia la settima, l'ottava, la· nona battaglia riconosce che il 1916, d:1l punto di vis ta guerra, si chiudeva briiiantemente per l'esercito italiano.
Dopo pochi mesi di sosta: invernale, nel m:1ggio-giugno del 19 17, cominciò la decima battaglia dell'Jsonzo sul fronte da Tolmino al mare. Quale e quanto spirito animasse i soldati it aliani è detto dal generale Pitreich, capo di Stato Maggiore di Boroevic.
« Con ostinazione - dice il Pitreich - che bisogna riconoscere, continuarono g li ita liani il 24, 25 e 26 maggio i loro sforzi di aprirsi a forza la via di Trìeste. Giorno e notte, specialmente sull'altipiano carsico, si combatt! furiosamente corpo a corpo. Se recare stupore l'ostinazione colla quale il ne· mico cercò, con 'ripetuti sforzi, di conquistare i suoi obiettivi, tanto nella l:Ona d i quota " 652" di monte Santo, quanto nella valle del Vipacco, d'altta pute anche gli auacchi in massa, contro !a salda difesa dell'altipiano di Comen, erano, per v("''O d ire, arditamente paueschi ».
Una magnifica pagina è dedicata da llo scrittore inglese Trevelyan a quelle giornate d i gloria e di sangue, nelle quali rifulse, in tutta la sua luce, l'eroismo dei soldati d'Italia.
« Dall'altra par te del fiume - scrive il T revelyan - la battaglia su monte Kuk. bene, Il fianco scosceso della montagna, insuperato per due anni, finalmente cadeva. Il bombardamento preliminare italiano aveva distrutto in poche ore i reticolati e le trincee austriache, come l'anno prima sul Sabotino. La fanteria, lanciata all'assalto, si anampic.ava in ordine serrato sul tratto più erto dd lungo pendio, e raggiunta la vetta. s'impegnava i n una serie d i attacchi e contrattacchi. T utte le armi, fant eria, genio, art iglieria g31eggiavano in bravwa Di notte, quella strada lungo la gola era soffusa di bellezza e d'incanto; i pinnacoli del Sabotino, alti fra le stelle, eruttavano fuoco dalla roccia; s'udiva accanto, unica voce nella vall ata, il fi ume invisibile e si sentiva la p.reseoza dei due eserciti silenziosi; i riflettori, lentamente erranti da cima a cima, ora illuminavano il nudo ba hurdo del San Gabriele, ora percuotevano l'ultimo ischetetcito avanzo del convent o sulla vctt.1 dd Santo, ora spingevano al dì là i loro fasci luminosi, 3bbagli.rnti Pi bia nche zza, fra la monta,;na nera e i l cielo n ero, sempre di r iUi e puntati, come l'indie<· sca rno e teso della morte».
Mentre sulla fronte italiana si combatteva e si vince\'a, la fronte russa crollava' completamente e tutto l'intero esercito austro-ungarico si rovesciava mntro l'Italia. Dopo alcune settimane di sosta, aveva inizio al 17 agosto Ja undicesima battaglia dell'Isonzo, che sfondò il fronte nemico e conquistò tutto l'altipiano della Bainsizza. ·
N elle M em01ù, Ludendorff così valuta le conseguenze della vittoria italiana
« Sulb ddi'Jsomo - dice Lud endorfT - era cominciata alla fi ne d'ago.\to la u ndicesima bamglia dell' lsonzo, su sett:\n ta chi lometri di este nsione, terminata col d egl i italiani G li eserciti austro·ungarici avevano, per vero, t enu to ma le loro perdi te sul C:uso erano stati così gravi e il loro spirito n' era uscito talnlentc S(osso che, nei ' competenti circoli austro-ungarici, si comi nciava a credere che g li eserciti austro-ungarici non avrebbero potuto sostenere né un proseguimento della battaglia, né un dodicesimo attacco sull' Isonzo. L'armata austro-ung:trica su l fronte italiano aveva bisogno di aiuto da parte delle truppe tedesche >;.
Truppe tedesche furono mandate in forti cont ingenti p er -la do dicesima b attag lia deii'Isonzo, quella che è legata al nome dell'oscu ro paese, dove il primo sfondamento si verificò. Il gene ra le Alberti ded ica molte pag ine alla battaglia, scguendonc Jo svolg imento giornata per giornata, ora per ora. Si tratta di un rovesc io di natura assolutamente militare. Un successo tattico iniz iale del nemico, che p rovocò un risultato strateg ico di una certa portata. Lo sbandamcn to inevitabile f u una conseguenza, non una causa. E necessa ri o, una volta p er sempre , stabi lire ch e anche nelle g iorna te che vanno dal 24 ottobre al 9 ·10 novembre del 1917 le t!uppe italiane si batterono con alto spirito mili tare. Il nemico stesso Jo attesta n ei suoi comunicati, che il generale A ll:>erti non riproduce, ma che io stimo necessario fare conoscere agli italiani di ieri a quelli di oggi e a quelli di domani.
Ecco il bollettino austriaco del 25 ottobre : .
«Alle sette del mattino, le masse di artiglieria diedùo ini zio alla loro opera distruttrice. Un'ora pi\l tardi, fra bufera, nevischio, pioggia, la fan ter ia procedeVa all'assalto Tempo e monti sottoposero le truppe ad un cimento estremamente grave; il nem ico si difese strenuamente. Nella parte settentrionale dell'altipiano di Bainsizza, ie ri l'esercito italiano oppose ancora una violentissima resistenza ai nostri attacchi ».
Ed e<:co il bolletti no germanico di pari data, 25 ottobre 1917, firmato
Ludendorff :
« M algrado l'accanita difesa, le nost re truppe scalarono g li scoscesi pendi montani cd i mpetuosamente assalirono i punti d i :tppoggio avversari coronanti le alture. l a tenace re:sisten la degli italiani dovette essere in vario modo spezzata in aspri corpo a corpo »,
Bollettino austriaco del 27 ottobre :
«Sull'altipiano della B.1insizu g li ita liani hanno difeso il terreno palmo a p3 lmo».
Bollett ino germanico di pari
« Le divisioni germaniche e a ustro-ungariche han no progredito, rompend o a più riprese la t enace resistenza ».
Bollettino :mstriaèo del 29 ottobre :
«Gorizia fu redenta dopo aspri con1battime nti per le vie; più tardi nella sem fu risalito il Podgora. Il settore di Oslavia, il monte Sabotino, il Korada furono teatro di lotte accanite».
Bollettino germa nico del 6 novembre (Ludendorff):
« Verso il corso dd fiumt Fella, ieri le brig:He italiane tenevano ancora S31JO ».
Bollettino austriaco dcll'S novemb re :
«Le armate alleate dd maresciallo di campo arciduca Eugenio, con i nde· fesso inseguimento, hanno p untato ieri sino al fiume Livenza. Il nemico oppose dovunque la pi ù accanita resistenza al passaggio del fiume. Anche sui monti g li italiani offrironO i n numerosi pu nti accanita resistenza. A sud di Tolmezzo, diet ro la nostra fronte, con · l'appoggio delle opere di San Simeone, un va loroso gruppo italiano, sotto gli ordini del comandante la trentaseiesima divisione, poté soste· nersi, du rante parecchi giorni, cont ro gli :ttta'cchi avvolgenti delle nostre truppe da montagna e dei cacciatori germanici Solo ieri l'altro sera, le artiglierie ita· liane sospesero il loro fuoco; ieri il nemico, completamente tagliato fuo ri, fece saltare le opere di difesa e i suoi tmtativi per aprirsi un varco fa llirono. D o po onorevolt: lotta, l'avversario, f o rte di aJcune mig liaia di uomini, le armi».
Bolletti no germanico stessa data, 8 novembre:
« Le colonne d'assalto, mediante manovra agg irante, tagliarono la rit irata al nemico, che ancora si difende con accanimento s ul medio T:tgliamento fra Tol· mezzo e Gemona»
Questi comunicati nemici ristabiliscono la verità storica : quello di Caporetto fu un rovescio militare, sirrule a quello subito da altri eserciti. Nel marzo 1918 non fu «polverizzata. » la quinta armata inglese, comandata dal generale Gough? Che cosa accadde al diciassettesimo corpo d'ar· mata tedesco comandato da Mackensen a Gumbinnen? Sorprese da un fuoco tamburcggiante dCll'artiglieria russa, le t edesche, senza essere attaccate dai russi, fuggirono in preda ad un «Panico spaventoso )) a più di quindici chilometri dal campo di battaglia. La relazione ufficiale tedesca ammette che le truppe aveYano perduto la loro saldezza e la monografia ufficiale sulla battaglia di Tennenberg aggiunge che molti dispersi del diciassettesimo corpo d'armata furono rastrellati a Danzica, cioè a duecentocinquanta chilometri in linea d'aria dal campo di battaglia! E nel maggio dell'anno 1918, non ci fu allo Chc:min des Dames un terribile rovescio militare dei fra nces i, quando, come racconta il generale Mordacq, capo Gabinetto di Clemenccau, « unità intere, reggimenti, brigate e persino divisioni erano scompa rse ne lla bufera e le divisioni mandate a riparare la falla non tardavano anch'esse a sbriciolarsi e trasformarsi in Un anno prima, sempre in Francia, dopo l'offensiva di Nivelle, non c'era· stato un vasto moto di disgregazione dell'esercito frances"e, che aveva coinvolto ben settantacinque reggimenti d i fanteria c altri ventiquattro reggimenti di armi diverse? E che cosa accadde :ltl'esercito germanico, nell'agosto dd 191 8, se Ludendorff parJa di una giornata << nera »? ·
E qual'era lo stato d'animo, il «morale)) dell'esercito tedesco dopo la Marna? Ce lo dice il colonnello Bauer del Comando supremo germanico.
« Jl pjnico - egli dice -s'i mpadronì Jdl"intero esercito, ma le cose an. davano soprattutto al Comando supremo. Moltke era completamente affranto, sedeva pallido e apaticO dav:1nti a lla C3rta. Era un uomo finito. 11 generale Stein dichia rava invcro che non bisos,n3va perdere la testa, ma non inlet· veniva» .
Ora, Càdorna non pcrdctte la testa, ma riusd a condurre l' esercito oltre il Piave, dove l'affluire dei complementi e delle recl ute del '99 ristabilì 'la situazione. I franco-inglesi mont:lrono in trince.a all'indoman i dell'ordine ;lUStriaco di sospensione di ogni operazione offensiva nel dicembre. Un mese appena dopo, nella battaglia che fu detta dei.« Tre monti», sull'altipiano di Asiago, nel gennaio 1918, si rivelava nuovamente la ripresa offensiva degli italiani. t il 19 18 l'anno sol are dellA. guerra italiana.
Nd mese di aprile, due divisioni italiane furono mandate a combattere in Francia e si copersero di g loria. E il genera le tedesco von Schultz che dà atto «che, a Bligny, la t erza divisione italiana si è battuta meravigliosamente ». Il generale francese Ma ngio così scrive ad Albricci dopo l'azione sullo Chemin des Dames :
« Fdicitate in mio nome le vostre valorose truppe, che, sotto il vost ro energico comando, hanno conqu istato la posizion e dello Chem in cles Dames su tutta la larghf'zza ddla fronte loro assegnata e d·un solo slancio raggiungonO ed a nche sorpassano l'Ailette ».
E Pétain all'atto del ritorno d egli italiani in patria:
«Quando nell'aprile d el 1918 il secondo corpo d 'armata italiano g iu nse in Francia, la sua reputazione di valore era già consacrata dai nomi gloriosi. di Plava, monte Kuk , Vod ice, monte S:m to, Ba.insizz:t, M ontello. S:tpevo che molto pote vo domandare a simili truppe. In nome dell'esercito francese io le ringrazio. L' Ita lia può essere fiera del gene rale A lbricd e d elle truppe che, al suo comando, hnnno combattuto vittorios:1m ente sul s uo lo di Francia ».
E nel1931 facendo l'elogio d i Foch, Pétain confermerà che « il corpo d'armata italiano contribuì colla sua condotta eroica a sbarrare ai tedeschi b strada di 11pernay )).
La vit toria che decise le sorti degli imperi centrali fu q uella sul Piave. Fu q uella la prova suprema della bicipite monarchia. Fu il dispe· rata tentativo di trovare una soluzione in Italia. L' ordine dato d al feldmaresciallo Borocvic, prCcisava che <d'attacco deve scatenarsi come un uragano c con una inintercotta, instancabile penetrazione durante giorno c notte e deve portarsi sino all' Adige )). II morale d elle truppe ne miche era ottimo. ll generale tedesco von Kramon racconta che egli la giornata dd 15 giug!JO si trovava a Merano, insieme con von Arz, capo di Stato Maggiore austriaco. C'era anche l'arciduca Fed erico, i l quale podava con sé un bastone da maresciallo, dono dei general i aust ri aci , da consegnare all' imperatore Carlo in Vicenza o in altro territorio ital iano, quale ricordo de lla vittoria . n pranzo.fu gaio e allegri i brindisi, quando von Arz fu chiamato al telefono. Restò ne-lla cabina alcuni minut i, che pai'vero lunghissimi ai commensali aspettanti. Tornò colla nera. la prima giornata dell'« u ragano )) si chiudeva con parziali successi austriaci, riportati con perdite sanguinosissime. Le cinquantaquattro divisioni austro-ungariche non avevano sfondato in nessuna parte il fronte tenuto da cinquanta divisioni italiane, tre inglesi, due francesi. A pagina 221 del libi"o di Alberti, è riportato il melanconico racconto delh disf atta, steso dallo generale von Arz, racconto che si chiude con queste dnmmatiche, rassegnate paro le :
« L'offensiva non era r iuscita e l'ìmpera tOI'e, triste, tornava a Vienna »
Opera Omnia Di Benito Mussolini
L'ordine di ritirata delle t ruppe austro-ungariche fu dato il 22 giugno e questa cominciò alle ore tre del 23. Per avere una esatta nozione sulla importanza terribile della battaglia del Piave bastano le cifre delle perdite nemiche. Gli austro-ungarici ebbero tra g li ufficiali 773 morti, 2684 feriti, 524 dispersi, e fra i soldat i 17.474 morti, 88.539 feriti 39.048 dispersi. Totale d elle perdite nemiche 149.042 uomini. Le perd ite italiane salirono negli ufficiali a 416 morti, 1343 feri ti, 1153 dispersi. Totale delle perdite italiane 84 .614 uomini. Le perd ite degli ing lesi furono tra g li ufficiali 26 morti, 84 feriti, 11 dispersi, e fra la truppa 244 morti, 1040 fe riti,- 354 dispersi. Le perdite dei francesi furono fra g li ufficia li 4 morti, 18 feriti, e fra la truppa 92 morti, 463 feriti, 15 dispersi Queste cifre dimostrano che Ja battagli:!. del Piave fu una delle più grandi della storia. Grande anche per Je ripercussioni che provocò. I combattenti italiani hanno il d iritto di leggere con orgoglio questa pagina dì Ludendorff dedicata alla batt:1gli:\ del Piave.
«Il com::.ndo austriaco - scrive Ludendorff - diceva sicuro della .vit· toria; il generale Arz indicava come meta la valle dd Po. J miei presagi divennero più neri quando appresi che l' offensiva austro·u!'lgarica era stata differita al 15 giugno. In quel giorno e nei seguenti tuua l'auenzione d i Hindenburg e la mia erano concentrate sulla fronte italiana. Int ui vamo che colà avveniva qualche cosa di d('( isivo, for se la decisione, per l'ultt>riorc co rw della guerra. Qua ndo ci giunse, fin da l secondo giorno della batt:1g lia, la notizia che l'offensiva era f al!ita e che le truppe austro-un.t::ariche del g ruppo di eserciti del maresciallo Conrad, sulle quali facevamo il massimo assegnamento, erano state cosi duramente provate ed avevano subito perdite così che incapaci di un nuovo sforzo, che la partil;t era perduta. la che fino allora d a attendersi sulla front e di Francia, improvvisamente si spostava, assumendo p roporzioni .assai vaste per le sue ripercussioni, sulla fwnte italiana, che fino a quel momento non potC'Ia essere considerata che un tea tro secondario di opetazioni. , Pi ù gravi notizie sulle proporz ioni della sconfi tta austriaca ci g iunsero nei g iorni successivi. L'Austria aveva riportato u na sconfitta che poteva essere decisiv:a, Non si poteva più fare assegnamento su trasporti Ji contingenti austro·ung:a rici sulla fronte tedesca. Era dubbio che l'Austria stessa potesse resistere ad un forte attacco ita liano. E se l'Austria, come avevam o ragione di temere, cadeva, la guerra era perduta. Per la prima volta avemmo b sens:uione dell a nostra sconfitta Ci sentimmo soli. Vedemmo allontanar.;i fra le brume del Piave, quella vittoria che eravamo già certi di sul fronte di Francia. Colla morte nel cuore vidi che le nostre speranze cadevano come fog lie morte
Non meno pere ntori n è il giudizio d i Hindenburg:
«La calamità del alleato - dice Hindenburg - era una disgrazia anche per noi. L'JVversario sapeva, al pari di noi, che l'Austria-Ungheria aveva con questo attacco gettato tutto il suo peso ne lla bi l3ncia della g:ucrra. Da questo momento la monarchia da nubiana aveva di essere un pericolo per l'Italia
Lo inglese Trevelyan d ice a sua volta: era salv;l. Ma non sapevamo che l'Austria-Ungheria fosse con aJ trettanta certezza spacciata. La vittoria difensiva di Diaz nd giugno 1918 può essere aggiunta al lungo elmco delle battaglie mondiali d ecisive».
Siamo a Vittorio Veneto. Una leggenda intanto deve essere immediatamente .!!fatata e che Cioè al momento del grande attacco degli italiani, l'esercito austro-ungarico fosse in stato di avanzata decomposizione. Ciò è falso .E vero, invece, che nelle g iornate del 24, 25, 26, 27, 28 ottobre g li austro- ungarici si difesero accan itamente. La conca dell' Asolane, del Pertica, del Solarolo furono dal 24 al 27 e anche ·in seguito teatro di lotte cruente. I nostri tre 'corpi d'armata del GI-appa ebbero ciascuno oltre ottomila uomini fuori combattimento. Gravissime anche le perd ite nemiche, Il generale Horsetzky assicura che la sua fanteria perdette il quara nta per cento degli effettivi. Le perdite totali degli italiani furo no di trcntaquattromila uomini , quelle ingles i millecinquecento, quelle cesi cinquecento. 11 generale Albcrti prospetta tutte le fasi della battaglia di Vittorio Vendo. ·La narrazione è appassionante. Magnifiche per aggressività le nostre brigate Como e Bisagno.
Il colonnello Glaise Horstenau , ora direttOre dell'archivio di g uerra di Vi en na, così parla di Vittorio Veneto: monti tra Brenta e divampò una lotta ùurata quattro giorni, che per la violenza in nulla cedette a lle g randi battaglie della gue rra mondia le e che divenne una tragedia della storia dc!la g ue rra..., Su ogni rupe, in torno ad ogni caverna, aù ogni ga lleria, si lottO con indcscrivibile accanimento».
Le conseguenze della vittoria italiana furono irreparabili per g li imperi centrali. 11 generale tedesco .von Bernhardi dichiara laconicamente :
« In Italia avvenne la de<ìsione »
Meno laconico, ma non m'eno eloquente, il pensiero di Ludendorff:
«Dopo il giugno del 1918, la cbt" avevamo perduto la diventò in noi ogn i giorno più precisa ed in amaro stato d'animo continuammo la lotta estenuante sul fronte di Francia, p erché nessun generale consentirà a dic hiarl"mi vinto fino a quando vi sia una sola speranza di poler correggere sorti clelia lotta e vi sia la possibilità di trovarsi in buone condizioni le trattative di pac('. Nell'ottobre del 1918 ancora una volta sulla fro nte italiana rin tronò il colpo mortale. A Vittorio Veneto l'Austria non aveva perduto una battaglia, ma aveva perduto la g uerra e se stessa, trascinando anche la Germania nella propria rovina. Senza la ba ttaglia distruttr.icc d i Vitto rio V eneto, in unione di a..rmi con la monarchia austro-ungarica avremmo pohllo continuare la. resistenza disperata per tutto l'inverno »
.I:: dunque l'Italia che ha evitato agli Alleati un quinto inverno in trincea e costretto la Germania a deporre le armi. :E dunque stata l'Italia uno dei massimi fattori determinanti della vittoria degli Alleati. Vittoria dovuta a1la tenacia, alla resistenza, all'eroismo dei soldati italiani. Udite, udite, o uomini di buona fede, come ne parla l'arciduca Giuseppe, comandante il settimo corpo d'armata austro-ungarico. Siamo ai 24 ottobre 191 5. L'arciduca scrive:
«La diventa. di ora in ora sempre più critica: g li italiani fa nno seguire gli assalti agli assalti e noi soltanto a pre:zzo di ehormi perdite riusci amo a contenerli. E gli italiani? Giù il cappello! Lotte selvagge e di sperate hanno luogo fra noi e loro, e soltanto la morte parla. G li italiani vengono all'assalto in masse compatte e subiscono perdite indescrivibili; si fa Me macellare in m.1ssa, ma pure con tinuano sinché pochi uomini rimangono in piedi. E questa lotta pro· segue senza posa seminando morte e sterminio».
La quinta armata ha perduto ben 36.470 uomini, di cui 18.950 del corpo d'armata dell'arciduca (settimo).
«Dopo questa ,grave battaglia - nella quale le due parti belligeranti, nono. stante gli sfon.i sovrumani compiuti, sono rimaste ai punti di partenz.a - debbo constatare che per le mie truppe il risultato rappresenta una vittoria, per il modo wme esse si sono d ifese e per la tenacia con la quale hanno conteso i l passo all'assalitore.
«Ma non posso qui non riconoscere l'immenso lavoro compiuto dagli ila· liani, i quali gettandosi quotidianamente contro il cerchio dei miei eroi, con inaudito s preno della morte e subendo perdite terribili, solt:-mto per poco l'tOn riuscirono ad aver ragione della nostra resistenza eroica. Ciò che qui hanno fatto gli italiani va scritto a caratteri immortali nel libro d 'oro della storia. Q ueste due · nazioni che, costrette 'dalla sorte, combattono con sdvaggia una lotta la vita o per la morte, meglio starebbero l'una vicina all'altra amiche. Fra gli italiani e ungheresi ben poche sono le rag ioni di dissidio».
1115 novembre 1915:
« Ikbbo riconoscere che gli italiani attaccano con incredibile tenacia e Ca. doma può essere fie ro delle sue truppe. Davanti alle mie lince, vi sono vere ecatombi di cadaveri italiani ed ungheresi, i quali nell'eroismo hanno concluso pace ed amicizia eterne ».
Il 29 novembre è sempre l'arciduca Giuseppe che parla : o: Con tutto l'animo debbo esprimere la mia meraviglia per g li italiani; una simile pazienza tenace negli att.1cchi, con simili perdite, è q ualche cosa che mai avl!Vo visto».
E sulla sesta battaglia dell'Jsonzo :
«Accanto alla tenacia nostri va rilevata la tenacia attaccanti che pau5a e in masse assaltano ct.rte giornate un numero infinito di volte. Il degli italiani è semplicemente stup<"ndo. Nonostante le perdite immense e il nostro fuoco micidiale, le loro truppe hanno attaccato con sempre maggiore energia. Una cosa simile mai è sfata osservata su altre Cronti ,.,
Nell'agosto del 1916, l'arciduca Giweppe scrive:
«Ammiro sinceramente gli italiani, che, nonostante inaudite " erdite di sangue, attaccano ripetutamente con semp re maggiore energia sotto il nostro fuoco miei· diale. Doberdò è un campo di cadaveri sul quale italiani e magiari hanno scritto <juale sia il vero patriottismo e il vero eroismo».
Nel settembre del 1916: imparzialmente - dichiara l'arciduca Giuseppe - dobbiamo notare come degni dì amm irazione il g rande ard ire e lo slancio degli italiani. U n coraggio meraviglioso che ....._ anche se nemici - si deve ricordare col piU profo ndo rispetto», ·
Novembre del 1916:
«I soldati della brigata TQuana sono stati g li eroi Jella giornata. Alle undici e die<i, allorché il fuoco di distruzione imperversava sulle nostre linee, la fanteria italiana scattava tutta contemporaneamente, a un comando magico
Davanti a queste testimonianze, noi abbiamo il diritto di g ridare «Giù il cappello! », come dice l'arciduca Giuseppe , .o ex-nemici di ieri! Prendete atto, ex-Alleati!
Questa rievocazione d ella guerì-a italiana e dell'e ro ismo degli ital iani durante la guerra, appartiene alla storia e all'onore del popolo italiano.
Il quale da lungo tempo non considera p iù nemici, e nemmeno ex-nemici , i popoli contro i quali combatté: li considera amici e pratica con essi una politica di pace, di giustizia, di collaborazione. La rievocazione è diretta contro coloro che hanno cercato di dimenticare o diminuire il sacrificio volontariamente assunto dall'Italia, dopo essere stati salvati , e, comunque, potentemente aiutati. Né questa pubblicazione ha pe! obiet· tivo di suscitare eccitazioni bellicose: le camicie nere sanno, dal discorso di Littoria, qual'è Ja guerra preferita dalla rivoluzione fascista.
Roma, marzo 1933, Xl.
143" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano p reunti le LL. EE. De Bono, Balbo, De V ecchi , Federzoni, Giuriati, De Franrisci, Jrmg, Ercole, Acerbo, Ciano, Rouoni, Arpinati, Ma rconi, R occo, Tringali, T ermzì, De Steftmi, Bollai; gli onorevoli A dinolfi, Benni, Clavmzani, Razza, T aJJinari, ed il profeuor ll1arpicati. S egretario, l'on . Achille Starace . Auente gùutijica/o S. E. G randi, 11 Duce ha fallo 1111 ampio eumu della sit11azione imemazionale, m/la quale hanno parlato Federzo ,zi, De Francisci, Balbo, D e 801101 Jor'Ca·rconi, Marpicati, T eruzzi, Tauinari, R ouoni, Rouo, Starace, Benni e jtmg.
Al termine della discmsione, il G ra11 Consi glio, con una r•ibranl e acclamazione del D11ce, ha approz,•a/ o il seguente o rdine del g iomo:
« Il Gran Comiglio del fasc ismo plaude all'azione del capo del G ovenzo, che, con visione realistica della situazione politira, intende auicurare la pace in Euro pa e avviare l'opera di rhostmzione; affe rma cbe gli elementi jo11daflwJiali del pùwo Afmsolini Jn•ono rntare in/egri, rome i soli che posMna ue,lre le coudizio11i necessarie per la pace, nella quale tuili gli interessi sono equmnente ric onoJCÌIIIi; esprime il con vincimeulo che, mercé l'opera di ormai i niziata, le proposte del Duce tro t1eranno, neg li uomini di Go ,,em o, quella compremione cbe è gill n ell'animo dei popoli, e cbe la form azùme d i "roM nuova atmosfera polùica l"enderà possibile, mube m>/ cmnpo I!(OUom ico, mM proficua collaborazione inlernazi01Mie >>-
ITALIA E ARGENTINA**
Signor ambasciatore!
"R con vi vo compiacimento che porgo a voi , ai memb ri della missione che vi accom pagnano, al Governo e al popolo argentino il saluto mio,
• Tenutasi a pal:m:o Venezia il 5 apri le 19 33 (ore 22- 1). ( D a Il PopolO 82, G apri le 1933, XX).
•• A Roma, a palazzo VCc'nt-zi:t, ]J. sera del 9 aprile 1933, Mussolin i offre 11n pranzo i n onore J ci mr;ombri J cll'ambasceria straordinaria in viata ndla c.1pitalc del Governo fascista e della nazione italiana. Il popolo itali ano e il po· polo argentino sono leg ati da vincoli che superano i consueti rapporti diplomatici. Lo mostra la vostra presenza qui in Roma per una amba· sceria che è di cordialità e di amicizia. Voi portate alla nazione italiana l'esp ressione del sentimento che anima il popolo argentino verso l'Italia.
La storia del popolo argentino si può sinte-tizzare in una duplice m irabile lotta per l'indipendenza, e co ntro l'avversa natura per la p rt>sperità dd suo popolo. In entrambe le lotte, fianco a fianco con i vostri grandi costruttori deJI'Arg entina moderna, noi troviamo uomini della nostra stirpe.
Nella nobile schiera dei San Martin, dei Rivadavia, dei Puyrredon e d i altri a cui si riattaccano, signo r ambasciatore, le tradizioni stesse della vostra illustre famiglia, noi troviamo Manuele Belgrano, figlio di liguri cd eroe della indipenden za argcntinl. E nella più vasta schiera di costruttori, di dissodatoci, di capitani d' industria, noi troviamo un ap porto g eneroso di gente della nostra razzl .
11 sentimento di fraternità itala-argentina è, dunque, cementato da comunanza di civiltà, di cultura, di lotta e di lavoro. Manifestatosi nelle fervide accoglienze fatte dalla nazione a rgentina a Sua Altezza Reale il principe di Piemonte, esso trova piena rispondenza nelle affettuose accoglienze che il popolo italiano vi ha tributato fin dal primo momento che avete posto piede sul nostro suolo .
1l popolo italiano, dai lavoratori e navig atori agli uomini di pensiero, conosce 1a vostra nazione, la sua tradizionale ospitalità, la simpatia per la cultura italiana.
Dai tenaci agricoltori che, appro fittando della varia successione d elle stlgioni, traversavano nello stesso anno due volte l'Oceano per comp ie re un raccolto nel vecchio mondo e uno successivo nel nuovo, agli insig nì studiosi che portarono nelle vostre Università Jo spirito della civiltà italiana, agli uomini del commercio e d ell'industria, tutti conobbero l'intelligenza e la cordialità dd vostro popolo e fecero conosce re ed app rezzare il lavoro, l'ingegno, la scienza, la fede del popolo italiano. Uno dei nomi a noi più cari, quello di Giuseppe Garibaldi, divenne un nome caro . anche per voi c sulle piazze delle vostre belle città sorsero mOnu· menti in suo onore: e non per volontà di soli italiani.
Perfino l'aspetto, dirò così, vis ivo della vostra capitale, grande metropoli latina di oltre Oceano, rivela la fondamentale ident ità dei motivi s viluppatisi dal ceppo della nostra civiltà comune. L'atmode_ra architet- dalla Repubblica Argentina. Allo spumante, il Prr;:sidente del Consig lio rivolge a Sua Eccellenza Ezechiel Ramos M cjia, capo dell'ambasceria , i l . brindisi · qui riportato. (Da Il Pupolu d' l hrlia, N . 86, ll aprile 19B, XX). tonica della Buenos Aires monumentale accoglie familiarmente quelli di noi che si recano tra voi e placa loro la nostalg ia d ella lontananza Con l'aspetto accoglie nte quasi di volti ben noti Del resto, una trad izione più volte seco lare vuole giunta dall'Italia l'immagine della v ergine che don Juan De Garay consacrò nella prima chiesa di Santa Maria di Buenos Aires. la nazione italiana, che ha seguito con profonda ed affettuosa sim· patia il movimento che ha portato all'indipendenza la grande nazione a rgentina, la sua mirabile ascensione perseguita con fede, tenacia, intelligenza, è lieta e fiera dei vincoli di sincera amicizi a c he per virtù dei due popoli e per volontà dei nostri Governi sono destinati a rafforzarsi ed allargarsi in av\·enire, con reciproco vantaggio dei nostri due paesi e nell ' interesse della colbbora.zione p:tcifica fr:l tutti g li Stati. la vostra presenza qui in Roma mi offre occasio ne gradit:t d i darvene solen ne conferma, Signor ambasciatore ! t con questo a nimo che io levo il bicchiere alla s:tlute di Sua Eccellenza Justo, p rimo magistrato della vostra Repubblica, alla vostra cd a quella della vostra gentile' consorte, formulando i· voti più fe rvidi e sinceri pe r la prosperità e Ja. grandczz:t del popolo a rgentino.
ITALIA E ARGENTINA •
Ring razio per Je esp ressioni di gr:ttitu-:.iine all'indirizzo del nostro amato sovrano e per le parole di omaggio che avete voluto rivolgere a questa nostra. Roma, augusta mad re del mondo latino. Voi avete anche voluto es:dta rc l'alto signi ficato dello spirito nazionale espresso simbolicamente in queste bandiere dei nostri due paesi, che in quest i giorni vediamo affiancate, cd insieme il perenne valore ideale di quella unità spi rituale dci popoli attraverso i seco li, che ha permesso all'Italia la glori a di ininterrotte civiltà successive, Concordo pienamente con le vostre parole e credo con voi che i popoli a fo rte coscienza naz ionale, oltre che i meglio provati alle inevitabili e necessa rie lotte della vita che li rendono padroni delle proprie fortun e,·siano anche i meglio preparati ad intendersi e a stabilire fra
• A. Roma, al « Gr:md hOtel », la sera J el lO 3prile 19)3, l'ambasciatore loro una salda e virile amicizia. Così, come voi conoscete ed apprezzate la coscienza nazionale del nostro popolo, l'Italia conosce ed apprezza la coscienza nazionale del popolo argentino. La nostra amicizia riposa dunque sulla più salda base.
E:z:echiel Ramos Mejia offre Un pranzo in onore· di Mussolini. Allo spumante, in risposta :ti saluto rivoltogli dall'ambasdatore, i l Pres idente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Pop olo d'Italia, N. 86, Il aprile 1933, XX).
Signor ambasciatore! .
A nome del Governo e del popolo italiano saluto in voi la grande nazione :ugentina. PICCOLA
Intesa E Pace Europea
Da anni, nel mondo diplomatico, e ra conosciuto col nome di Piccola Intesa l'aggruppamento politico dci tre Stati danubiano-balcanici: Ceco· slovacchiil, Jugoslavia, Romania. Mentre i rapporti fra i trt; Stati portavano ad un1 linea di condotta comune davanti a determinati pro· blemi che si riassumevano e si riassumono in un solo, conservazione del bottino, i rapporti positivi nOn andavano oltre la linea del buon v icin11to, poiché questioni territoriali, politiche, economiche dividono profondamente fra di loro i tre Stati. Un bel giorno, la Piccola Intesa cambia il suo stato civile ed, attraverso un protocollo, si autodefinisce una «unità internazionale superiore » p rovvista di un «organo direttivo per la politica comune». .La Piccola Intesa si eclissa ed entra rumorosamente in scena - con accompagnamento pa rigino, a grande orchestra - la quinta grande potenza d'Europa.
Siamo dinanzi ad un avvenimento che occorre esaminare senza apriorismi e davanti ad una «inflazione » che può cadere nel grottesco.
Non basta un patto politico fra tre Stati per crea re una grande potenza. Questi tre Stati non hanno niente in comune: né la razza, poiché si compongono di slavi c di latini, né la lingua, né la storia, né la religione; né gli interessi economici. Ognuno dei tre Stati contiene mi· noranze et niche e religiose considerevoli. In Cecoslovacchia , ad esempio, i cechi rappresentano soltanto il cinquanta per cento della popolazione, gli slovacchi il quindici, i tedeschi il ventitre, i magiari il cinque, gli ucraini il tre, gli ebrei il due, i polacchi lo zero sei.
Sono dunque sei razze di,·erse. Queste sono le cifre ufficiali e può darsi che abbiano falcidiato il totale delle minoranze.
La Romania è }>iù compatta, dal punto di vista razza; accanto ai romeni, che rappresentano il settantacinque per cento della popolazione, ci sono aliquote minori di magiari , tedeschi, ucraini, ebrei, bulgari , turchi, zingari. Quanto alle religioni siamo dinnanzi allo stesso panorama: ac· canto alla maggion.nza rappresentata dal sessantanove·per cento di greco· ortodossi, c'è un trcntuno per cento rappresentato da g reci-u niti, cattolici, protestanti, ebrei, maomettani.
La Jugoslavia è ancora più mosaico. I serbi non sono che il cinquantadue cento; l'altro <JUarantotto si divide tra croati, slOvcnì, tedeschi, magiari, albanesi, romeni , italiani, ebrei. Quanto a religioni, i greco-ortodossi sono il quaranlasette per cento, i cattolici il trentanove e successi· vamente vengono i musulma ni, i protestanti, g li ebrei.
Quando la Piccola Intesa si proclama «quinta grande potenza», essa non può evitare di sottomettersi all'esame del mondo c l' esame dà. i risultati che sono venuto esponendo. Anche dal punto di vista militare, la «potenza » della ex-Piccola Intesa non deve essere sopravalutata. Mobilitare cinque o sei milioni di uomini non significa avere ancora un . esercito comune, capace di battersi e di conseguire il successo. Il panorama d elle dicci razze che esistono nei tre Stati si riverbera nella composi· zionc. delle loro fo rze armate e nel loro ipotetico rendi mento, tenuto conto che in tutti i tre Stati le razze in minoranza combattono co ntro b egC'mon ia della maggioranza. La « quinta grande potenza europea ;> non esiste quindi, se non come protocollo o tendenza politico-letteraria; vista da vicino la <<quinta grande potenza » non è che la Piccola Intesa di una volta, che è salita sopra un tavolo verde per aumentare la sua statu ra.
Glì obiettivi del protocollo sono i soliti: pace e stabilizzazione dell'Europa centro-sud-orientale. Quanto agli obiettivi spc<ifici bisogna distinguere, perché ognuno dci tre Stati ha problemi particolari. La Romania è premuta. dalla Russia per la questione della Bessar:1bia; ma può contare sulla solidarietà della Jugoslavia? E sino a qu:1 l punto?
La Jugoslavia è in rapporti di «indifferenza» con l'Italia; ma Ja RomaniJ è disposta a seguire sino in fondo una politica antitali:ma della Jugoslavia? La Cecoslovacchia ha unJ forti ss imJ minoranza tedesca nel s uo territorio e ne deve tener conto nei suoi rapporti col gcrmanes imo; ma la Romania non ha questioni che la. dividano dalla G ermania Ogni Stato ha determinati problemi coi suoi vicini e tali p roblemi non possono essere facilmente ridotti a un minimo denominatore comune
Se dai campo politico passio1mo a quello economico, i contrasti sono ancora più evidenti tra le economie dei tre Stati. L'articolo 7 del nuovo patto, nel quale si parla della costituzione di un Consiglio eco nomico degli Stati deJia Piccola Intesa, è destinato a rimanere lettera morta: l'economia dei tre Stati non può prescindere da quella degli Stati vicini, e precisamente da lla Germania e dall'Italia. Io ritengo quasi impossibile la: formazione di una unione doganale fra i t re Stati
Quali sono, dunque, i motivi e gli obiettivi del nuovo patto? Moti vi ed obiettivi si confondono; si tratta di mantenere lo staJu quo e di oppors i a qualsiasi tentativo di revisione dei t rattati.
L'Ungheria deve rimanere muti lata cd umiliata e milioni di magiari devono rimanere avulsi dalla loro patria. Poiché è l'Ungheria che ha fo rnito il grande bottino territoriale dei tre Stati, uno dei quali nato con la guerra e gli altri due gonfiati si no all'assurdo dai trattati stessi. Salvo il nucleo dei serbi e dei romeni, tutte le altre razze hanno combattuto, volenti o nolenti, contro gli alleati.
La storia, poi, ha già precisato quale sia stato l'effettivo contributo portato alla vittoria comune dai serbi e dai romeni. Davanti al crescere dell·ondata revisionista nell' Europ a e nel mondo, la Piccola Intesa ha ' 'oluto prendere posizione nettamente contraria ed ha cercato di stringere i \'Ìncoli che legano coloro che possono essere chiamati « nuovi ricchi » nella zona danubiana.
Ora l'idea revisionista è in marcia e non sarà il fragile balua.rdo d i un protocollo ad a rrestarla. .e in marcia ptrché il mondo vuole la pace, vuole un lungo periodo di pace, e sente che questo suo immenso desiderio rimarrà sterile, se la pace non sarà accompagnata dall:1 g iustizia.
A proposito dei trattati di pace e della loro revisione, io ho parlato in termini chiarissimi, sino dal g iugno 1928, in un mio discorso al Senato del Regno d'Italia. lo dissl allora:
<c Ho avuto talvolta occasione di dichiarare che ì trattati di pace non sono eterni. Ciò dissi una prima volta dal mio banco di deputato e suc· cessi vamente come capo del Governo in discorsi o interviste. Trovo per lo meno strana l'emozione che sembra imp.ldronirsi di taluni ambienti di fronte ad una dichiarazione che è così ovvia da parere lapalissi ana. Non si d i dottrina; si tratta di constatare una realtà storica. N essun trattato è mai stato eterno, poiché il mondo cammina, i popoli si costi· tuiscono, crescono, declinano, qualche volta muoiono;. l'eternità di un trattato significherebbe ch e a un dato momento, l'umanità, per un mostruoso prodig io, avrebbe subìto un processo di mwnmificazione; in altri term ini sarebbe morta.
<c Non c'è bisogno di ripercorrere le strade della storia più lontana, per affermare che i trattati di pace non sono eterni: basta limitarsi al secolo XIX. Si può anche accostarsi a tempi molto più vicini a noi, per identificare un trattato che non solo non è stato eterno, ma è - stat o breviss imo e parlo di Sèvres. Lo stesso patto della Società delle nazion i scarta quelJa che si potrebbe chiamare " l'immobilità marmorea " dei trattati di pace, quando in apposito articolo apre il varco alle possibili Sarebbe interessante ad esempio, quante clausole del trattato di Versaglia non sono state applicate e quante altre hanno avuto o avranno un'applicazione mitigata o diversa.
« I trattati di pace sono sacri in quanto conclusero uno sforzo glorioso e sanguinoso, un periodo di s.acrìfici imm ensi e di grandi dolori; ma i trattati di pace non sono il risultato di un a giust izia divina, bensì di una intemgenza wnana, sottoposta, specie sul .finir di una guerra gigante· sca, a influenze di ordine eccezionale. C'è qualcuno che oserebbe affermare che i trattati di pace, da Versaglia in poi, sono un'opera perfetta?
Opera umana, io dico, e quindi non perfetta, ma, aggiungo, sempre più perfettibile ».
E, più oltre, soggiunsi:
«Complicazioni gravi saranno evitate se, rivedendo i trattati di pace là dove meritano di essere riveduti, si darà nuovo c: più ampio respiro al1a pace)),
Queste parole non consentono equivoci e provano che Ja politica deU'ltalia -in questa delicata materia - ·è stata costante e rettilinea. Aggiungo che tale revisione - destinata ad evitlre la catastrofe uni· versate. di una nuova guerra - deve essere affrettata nell'ambito della Lega delle nazioni, come è del resto ammesso e contcmphto dallo stesso patto fondamentale della Lega delle nazioni. Coloro che respingono l'idea della revisione sono, quindi, fuori dallo spirito della lega delle nazioni, la quale non può essere ridotta al compito di semplice guardiana dei trattati del 1919, ma deve essere elevata invece a garante della giustizia· fra i popoli. Se la Lega deJie nazioni - sia pure con tutto il tempo necessario e le cautele inevitabili, data la delicatezza della materia - non oserà mai di porre sul tappeto questo problema, la sua sorte è segnata, omche se nel frattempo sarà giunto al tetto l'imponente edificio che si costruendo sulle rive del Lemano.
Mussolini
Da Il Popolo N. s8, 13 aprile 1933, XX. anche sui giorn&li del gruppo Universdl Ser"'ire.
ALLA CONFERENZA DEL COMMERCIO*
Maestà.! Eccellenze! Signori!
Sono lieto di poter inaugurare la presente sesSione, la diciottesima, della conferenza interparlamentare del commercio, che per la terza volta :si riunisce a Roma. In questo primo ventennio di esistenza essa ha sa· puto most ra re la sua vitalit à e l' efficacia dell a sua funz ione, acquistando reali benemerenze nd campo dei trallici internazionali t di buon augurio la constatazio ne che si va dovunque sempre più rafforzando il convincimento che non sia possibile p.1gare i debiti inte r· nazionali con soli trasferimenti in moneta, ma che i debiti stessi debbano essere soprattutto pagati con scambi di merci e di servizi.
• A Roma, in Ca.mpidoslio, nrlla sala di Giulio" Cesare, la matti na del 19 iprile 19H, Mussolini inaugura, aJia presenza del sovrano, la dicioltesima conferenza interparlamtntare dtl commercio. In tale il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popol o d' l t alits, N. 94, 20 aprile 1933, XX).
Gli argomenti posti all'ordine del giorno dell' attuale riu nione i nvestono alcuni tra i principali problemi creat i dalla situazione presente.
H primo punto dell'ordine del giorno è quello del conti ngentamento e delle restrizioni dei cambi . Adottati a scopo di difesa della propria cronç>mia e delle proprie riserve di va lute estere, i due provved imenti hanno avuto l'effetto di suscitare un cumulo di intralci al movimento commerciale. contraendone notevolmente il volume e creando un dannoso squilibrio tra i prezzi interni e q uelli esterni.
L'Italia ha, in via normale, rifuggito dall'adozione di ta li mi sure e se un qualche provvedimento restrittivo essa ha dovuto suo malgrado adot tarc, lo ha fatto nei più modest i limiti possibili, soprattutto per ristabili re nei confcont i di alcuni paesi una reciprocità di trattamento.
Il secondo punto all'ordine del giorno è quello del trasferimento. dì oro e di m<:rci da paese a paese, senza contropartita di merci e servizi. Tale questione è forse una delle più .:omplcsse c ddicate, in quanto essa investe p roblemi di natura economica e .finanzi aria non soltanto dei paesi debitori, m a àltrcsì dei paesi creditori.
Terza questione importante: quella della disparità tra i prezzi a ll'in· grosso e quelli al minuto. Il ribasso continuo e progressivo dci prezzi d isorg.1nizza la produzione e conco rre a sua volta a ridurre" il potere di acquisto dei vari paesi.
Ogni riduzione di vend ite è un passo avanti ve rso l'arresto delle attività produttive, e quindi uno stimolo maggiore ali;;. disoccupazione, mentre pone d'altra parte i paes i debitori nella condizione di trovare sempre maggiori difficoltà per soddisfare ai loro impegni.
Noi riteniamo che per uscire dal ci rco lo vizioso in cui ci t roviamo, occorra operare contemporaneaffiente in diversi campi e cioè nel campo del. credito e in quello della produzione e del commercio.
Infine siete chiamati a discutere il grave problema per la ricostruzione economica e finanziaria dei paes i de ll' Europa centrale ed 6rientale, che h a formato oggetto di esame di apposite conferenze internazionali, nelle quali è stata universalmente riconosciuta la necessità di portare degli aiuti completi ai paesi stessi, per poter determinare una ripresa del loro potere di acquisto.
In part icolar modo è stata esami nata la questione di agevolaie il collocamento a ll' estero di talune produzioni agrarie, che avevano maggior- mente risentito della caduta dei prezzi e gravano con tutto il loro peso sulle economie dei paesi. le numerose difficoltà di ogni genere che si seno inco ntrate non h.inno consentito di addivenire a concrete soluzioni atte a risolvere le sorti dei paesi in questione L'ultima confer'enza tenutasi a Stresa. nel settembre del 1932 ha portato alla formulaz ione di akuni progetti, ma tali progetti hanno incontrato seri ostacoli per Ili loro p rat ica at· tuazione.
L'ItaJ ia si è ispirata al principio che per risanare' la situaz ione dei paesi in pa rola occorre anzitutto provvedere ad un'adeguata liquidazione del passato sul terrenO al risanamento monetario dei paes i stessi ed a ll'assistenza sul terreno economico-:t.g r:uio.
Come applre da questi rapidi accenni, la soluzione dei problemi economici che siete chiamati a d iscutere è condizionata da l raggiungimento di una migliore atmosfera politica, a lla quale si volgono da ogni parte del mondo tutti g li uomini dì Stato , c d:tl raggiu.ngimento di una pro· fonda comprensione dei problemi e delle difficoltà altrui da parte degli uomini che dirigo no le sorti delle economie dei vari paesi.
Ciò p recisato, dichiaro aperto, in nome di Su:t Maestà il re, il diciot· tesimo congresso internazionale parlamentare del commercio.
339' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Su proposta del rapo d el Got. erno, prim o mi11h1ro e ministro degli A ffari Es/eri, il Consiglio dei ministri ba app rovato:
1. - Uno Jch ema di decrelo per dare esemzione nel R egno alla convenzio11e, allo · .rlttlfllo e al protocollo di firma, sul reg i me iutemazionale delle strade ferrate , stipulati a G im ::ra da/1'/lalia e d(t alt ri Stati il 9 Jicem bre 1923
2. - Uno schema di de creto per dat'e e.rctuzione nel Regno alla convenzione e allo .J/atulo .IIII regime inlemazion(/le dei corpi marittimi1 nonché del relativo protocollo di firma, atti stipulati in Ginet•ra fra /'Ita/it:J ed altri StaJi i l 9 dicembre 1923.
3 - Uno .rcbema di decreto per dare eucuzione uel R egno al/a con venzione concernente l'ùzdicazione del peso Jui g rossi colli trttJpo'(· tali per via d'acqua, n ei t ermini del adottato a Ginevra il 21 .giugno 1929 daJ/a conferenza generale d eJJ'organizzazion e internazionale del lavoro.
• Tenutasi il 19 aprile 1933 (ore 10-1 3.30). (Da TI Popolo d'Italia, N. 94, 20 aprile 1933, XX).
4. - Uno Jchema di decreto per dare eumzione nel Regno afJ'accordo ila/o-germanico concemente la reCiproca ammiJJione di lavoratori che intendono perfezionare le loro conoJcenze profeuiona/i e JingNistirbc>, accordo firmato a B erlino il 1° marzo 1933.
5. - /1 verbale della commissione italo -svizzera iJtituita nel 1928 per la d efinizione delle contro versie di confine tra l'Italia e la S vizzera, fir mato in .Milano il 15 gemwio 1933
11 Comiglio dei minùtri, ;u propo;ta del rapo del Governo, minùtro de/!'111femo, ba approt-·ato: .
1.- Uno ;cbema di provvedimento con il qual e ;i ;tabilisce di prorogare JÙto alla fine del correnlt ann()- il term ine di venti anni, previJto d all'articolo 30 della legge 22 maggio 19131 mmuro 468, per /' eurciz io delle f armacie di dirillo lramitorio romemplate nelfarticolo ;te;so.
2.. - U n o srbema di decreto recante norme integrative d egli articoli 303, 307, 308, 309, 31 1, 314 e aiJ del leJio unico della Fi11t1nza locale. Si tratta di a/ome lievi modificazioni .del te;to unico predetto, direi/ e a stabilire tma maggiore vigilauza dell'autorità govemariva ;ull'andamento finallziario amminùtrazioni provinciali e comunali ( +)
PAROLE Al GIOVANI*
Il Duce, uandendo neJJamenle le fraJi, ha t:tffermat o che nella rivoluzion e fasrùla non vi Jono umili g regari. Tutti i gregari ;ono egu ali e Ji dùtinguono solo 'rell'intemiJà della pasJicme con CIIi urvo110 la rivoluzione
Egli ba rilevato poi ch e la rivoluzione dei/e camicie nere ba fallo per i lavoratori {jlte!lo che le demagogie di q11a/Jiasi colore non aveva110 mai realizzato.
* A Roma, nella sala Regia di palaZ2o Venezia, il 22 aprile 1933, .alle 19, alla presenza delle più alte dello Stato, Mussolini premia i l dopolavorista Battista Taiocchi, «vincitore del concorso bandito dall'Opera nazionale dopolavoro in seguito alla seconda adunata nuionale delle staffette ciclistiche». Poi i due giovani fnscisti Matteo Seici, contad ino, dell a provincia di Palermo, e Virginio Molinari, ope-raio, della provincia di Milano, « h a,nno pronunciato indirizzi d i omaggio al Duce e gli hanno, a nome dei camerati, rivo lto un saluto di devozione ». Indi il Presidente del Consiglio pronuncia le. parole qui ripor·tate in riassunto. (Da Il Popola J'Ihrlia, N. 96, 2} aprile 1933)
11 D11ce ha aggùmlo cbe i giozwti de z•ono tiiJdlll"e iuconlro al/'avt•enire e crearlo, coutin!ltmdo l a ri voluzi one, e dando all'l tt1/ia i l 11/IOt' O clima spiril11ale. (Soveme interrotto da applaw i e da ovazioni entusùwiche, il diJcorso del Duce è tenninalo Ira acclamazioni alliJJime, che JÌ sono prolungate ùnistentemmle, anebe dopo__ che egli ba /ascialo la .sala Regia, tanto cbe S. E. i\fm!olini ha dovuto I Oflltlr e a1tcom rma t'Olia Jra la moltit/fdùre, '" non Ii stanca z•a di gridargli la STia fede ed ilmo en1r11iasmo).
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE*
onoro di presentare alla Camera il seguente disegno di legge: conversione in legge del regio decreto legge 20 aprile 1933, numero 332, concernente agevolazioni tributarie per g li acquisti di. beni immobili c!Tcttuati da Istituti di credito.
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE**
Mi onoro di presentare alla Camera il disegno di legge: conversione in legge dd regio decreto legge 20 a pri le 1933, numero 346, concernente nuove concessioni in materia di importnioni ed esportazioni temporanee.
AI LITTORI ***
Salu!ttlo da dcr/amttzioni enJUJiasJirbe e prolu11g.11e, il D!lfe ha qttindi prommriaJo bre t.·i parole rile "/i(tlldo l'allo Jigllijic,/lo della comegna dei premi ai vùuilori dei LiJtoriali d elltt cullu ra e dei Liuorittli dello sporJ, u Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 4 maggio 1933 {ore 16-18.10). (Dagli Atti del Parlamento ilaliat/O . dei dtpuJati. UgiiiaJura cit. Seuione dt. Volume VIII, pag. 8642).
* Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 3 mag· gio 1933 '(ore 16-lSAO). (Dagli Atti del ildiiano. Cam rra d ri deputati. XXVIII /egislaJUra. SeHione 1929·'34. DiuuJJioni, Volume V Il i: dal 27 aprile 1933 al 18 gennaio 1934 - Roma, Tipografia della Camera dei deputali, 19 33, pag. 8579).
••• A Roma, sala Regia di palazzo Venezia, jJ Pomeriggio del 20 magg io 1933, Mussolini premia i vincitori dei Littoriali. Ter minata la d ei premi, il Presidente de l Consiglio rivolge ai littori le pa role qui r iportate in riassunto. (Da Il Popolo d'Italia, N 1 20, 2 1 mau io 1933, XX) e rivolgendo tm elogio al podnJà di Torino ed ai dirigenli di quella Federazio 11e fa scista per l'opera organizzaliva da nsi ;volla.
S. E.lHII!solini ba (Onlinua/o facendo nolttre in quale altiuimo conio t•enga lmttla la cultura dal regime f auista, che vu ole i gio vani goliardi, cni è affidato l'avz•enire spirituale della patria, forti e sani. Egli ha an· mmcialo, infine, che l'istituzioue dei Lilforiali dh•errà permanente e che i Lillorittli dell'anno XII si Jerranno a Milano . (Una imponente, pro/un· gala manife.Jf(lzione ha le parole di S. E. AluS.Jo!inì ed i goliardi banno poi !!fJ(Ìalo la sala R egia al canto de/ loro inno)
144• RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Er.mo pre;enli l e LL. EE. De Bono, Balbo, De V eahi, Federzoni, Gìuriati, De FtwJcisd, Jung, Acerbo, Ciano, Rossoni, Guidi BuJJarini, M a fco ni, Rocco, Trìngali, Tcmzzi, Bollai; gli onorevoli Adinolfi, Benni, Clavenzani, Razza, T,minari, ed il profenor jlfrtrpicali l'on. Achille Slarace. Anenli gitiStificati le LL. EE Ercole, Gr,zndi e De Sle· fani.
Ht1 riferito l'an. Jtmg mila miuione compima in Americd, per la quale il ct1p o d el Governo ba manifeJiato il Juo compiacimenlo, condi· t•Ì!o d al Gran Comiglio.
Ltt d iJcu u ione .Jfl qflttlcb e punlo della relazione Jtmg, che è durattl o/Ire due o re, Jttrà ripreJa lu nedì 22 corrente, RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
EraJlo preunli le LL. EE. De B ono, ·Balbo, De Vecchi, Federzoni, Giuriati, Dc Francùci, [1mg, Ercole , Acerb o, Cùmo, Rossoni, G uidi
Bll flarìui, R occo, Tringali, Temzzi, D e Stefani, BoJtai,· g li on orevoli
A d i nolfi, Benni, Clavenzttni, Razza, T aninari, ed il professar Marpi ·
• Tenutasi a palazzo Venezia il 20 ma#:giu 1933· (ore 22 1). (Da Il Po· polo d' l talitt, N 120, 21 masgio t9H, XX} ctJtì. Segrtlario, l'an. Achille Staraa. Auenti gitutificali S. E. G randi e Marconi.
•• a palazzo il 22 magsio 193> (ore 22- l ). (Da li"Popol o d'llalia, N 12 1, 23 maggio 1933, XX).
E ;lata ripresa la diuuuio11e sulla relazione Jung.
Hanno parlato "Jmzg, Rocco, De Stefani, Balbo, De Veuh i, Benni, Marpicati, FederzOni, R o1wni, Guidi Buffarini, Bollai, ·reruzzi, De Francùci e Starace.
La dùcuuio1u è stata rùusrmta e dal Duce
Il Duce ha fatto quindi una ampia e deuagliata relazione Jlllla silftazione internazio nale, con particolare riferimento alle Jlle u ltime faJÌ e cioè: del disanno, conferenza dì Landra, Patto delle quaflro p otenze occidentali, destinalo ad aJSimrare m1 lung o periodo di pace all'Em·opa Ha sottolineato che l'atmosfera gener.1le europea è notevolmente migliorata in seguito al meuaggio di R ooset'elt d al diuono di Hitler ed ha co mtmicato i parlicolt:ri mi riwlltlti dei più rtcmti goziati svoflisi a Rom a sul Palio a quaflro .
Circa !tJ conferenza di Londra t stata z:oJ,Ila la ug11ente mozione ;
« JJ Gran Comiglio del fascismo, riaffemlll h idee che in materia econonìictt finanziaria fur ono fiuale in precedt'nti deliberazioni, idee che dovranno essere sostenute dedla delegazione italiana n/la conferenza di Londra,·
« dicbùmt cbe la potrd eu •ere utili rimi!ati re sap rJ affrontare e risolvere i problemi eJSenziali per s11perare le al/uali diffi coltà;
« in vita il popolo italiano, inq11mlrato tulle organizzazioni del regime, a fare auegname uto in primo l11ogo sulle me forz e, pronto sem pre ttd agire ai/Cbe m/ pùwo di tJna effeJJiVa e pratica .(ol/a borazione imernazionale )).
146' RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
EranO presenti le LL. EE. De Bono, Balbo, De Vucbi, Fed erzoni, De Francisci, Jung, Erco le, Acerbo, Ciano, R oJJoni, Guidi B11JJarhzi, Tringali, T emzzi, Bottai; gli onorevoli Adùiolfi, Benni, Clavenzani, Rttzz11, TaJJÙMrì, ed il profeSJor Marpicati. Segretario, l'on. A chille Starare . AJJenti giustificati le LL. EE. Mar coni, R occo, Grandi e De Stefani
• a palazm Venezia il 2) maggio 1933 ( o re iz-2). (Da 11 Popolo d'Italia, N. 27 maggio 19H, XX)
L'on. St::rare ba f atto la relazione sulla situazione del P:N.F. nelle diverse provincie, riferendosi (mclu ai rc:pp orti coi t.:ari rami d ell'ammini· l/razione d ello Stato e con le organizzazioni Jinda cali.
H d riferito ml funzionamenla d egli Enti opere auì.stenziali, su ft'inquadramenlo e l'allività delle giot!anili e mlle operazioni d el t eueramento, tuttora in wrJo lteuerati nei Fasci di Comballim enlo, n ei Gmppi tmivenitari f auiJti, rui Fasci giovanili, mi Fasci femmin ili e 11elle Associazioni fauiJt e sommauo a 2.045.792, con rma differenza in più in confronto del maggio dello scorso mmo di 575.162 unità, m entre il numero delle nuove domande d'i.rrrizìone, per le quali vengono eseguili i prescritti accertamenti, ; di oltre cinquecentomila.
Alla diJmssione, che è staltt rùwunta dai Duce, banno partecipat o De Bono , Federzoni, Acerbo, Rouoni, Cia no.
Il Dflrf ha poi parlato ampiamente Sfllla iitttazione int erna dal pu11to di vista politico ed economico
Cia110' e Jung hanno preso la parolrt.
340" RI UNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Su proposta del capo del G o v emo, primo miniJtro, segretario di St111o, il Comiglio dei winiJlfi ba approwto il segumJe provvedime11to :
«Articol o 1. - 11 fatt o di vieto alle mmninistrazioni indicate nel· l'articolo 6 di asstunere al pro prio servizio in qualità di av venJizio, con· tra/lista, collimista, giomaliero, ov vero di operaio giornaliero o t empo· raneo, e in genere in q11alità di personale 110 /l di ruolo comtmque de· nominato, chiunq11e sùt fornito di auegni vitalizi e annessi aJJegni di caroviveri - escl11si q11elli di guerra e le pensioni privilegiate deli'A e· ronautica .....,.... a carico dello Stato, Jet/e provincie, dei comuni o di altri Enli pubblici, oppure di C:me p emioni coJiituite con conlrih111i d e/te accennale ammi11istrazioni, in mist1ra s11periore alfe lire seicent o 'memi/i (al netto di ritenute erariali). Quuto limit e è però ridott o a lire qual· Jrocento memili, pure al mito delle ritmute erariali, quando il trttttanunlo di quiescenza sia Jldlo liquidato in rdazi otl.: a servizi preslati in qJia/iJJ di JO!tufficiale o graduato o milite delle Forze Arm_aJe o di Co.rpi
• nnutasi il 27 maggio 1933 (ore 10·13). (Da Il Popolo d'llaha, N . 126, 28 maggio 1933, XX} organizzati militarmente, ovvuo ÙJ qualità di ageute subalterno o di salariato o in altra assimilabile a queste ultime. Agli effetti dell'applicazione del precedente comma sono equiparati agli assegni vitalizi e anneJSi caroviveri i traJ/amenJ i allribuiti in dipendenza delle posiziotJÌ di ausiliaria e di congedo prov:;ùorio.
« 2. - l pensionati di cui all'articolo precedente, attualmente in servizio in qualità di avve111izi, collimisti, giornalieri, ovt•ero di operai giornalieri o temporanei, e in genere in di personale non di molo, comunque de11ominato, dovranno euere esonerali dal se rvizio steJJo entro il 30 giugno p. v. Per quei pemionati asstmli mediante contrailo a termine, t'esonero dal servizio avverrà alla mulenza fiJJala d"al rispeuivo contratto. Restano salve le indenniJà eventualmente spettanti nei singoli casi per cessazioni dal senùio.
«Articolo 3. - Le disposizioni di mi ai precedenli .nticoli l e 2 non sono applicabili al personale collocato anliciptttamente in quiescenza in base a disposizioni speciali che 11e ammettano la riasumzione a posti non di ruolo della stessa am ministrazione per ullribuzioni già esercitate durante il servizio di ruolo o per aJJribuzioni analoghe.
«Articolo 4. -E fallo dit,ieto (tlfe ttmministrazioni indicate nd/'ar" tirolo 6. di conferire incarichi trmporanà, retribliiti, di qualJiasi natura, a chiunque sia fornito di auegni vitalizi e anneui aJiegni di caroviveri - esclusi quelli di guemr e le pemioni privilegiate dell'Aeronauticaa carico dello Stato, delle prolfincie, dei comuni e di allri Enti pubblici, oppme di Casse pemioni costitt1Ùe con contributi delle accennate amministrazioni, in milura mperiore a quelle 11el primo comma dell'articolo l. Agli effe/li dell'applicazione d el precedente comma, sono eq11iparati agli aJSegni vitalizi e mmeui carovillt:ri, i trai/amen/i attribuiti in dipefzde11za delle posizioni di amiliaria c di congedo provvisorio. l pensionati di mi è cenno nel presente articolo, a/tua/mente investiti di imaricbi temporanei retribuiti, dor-·ranno eJJere eso,zerati dagli ùua"ricbi stessi .t!la rùpelliva loro scadenza o, in mtiJuanz..J di termini, entro il 30 p. v. .
«Articolo. J. - Non so no ammesse deroghe alle dùpo sizion i del presente decreto, se non in casi assolutamente eccezionali e comrmque per mansioni di raraJJere non contin11ativo, che saranno sollo poste dal ministro o dalle amministrazioni competenti alla decisione della Presidenza dei Consigli(),
«Articolo 6'. - Sono lenii/e all'oJJerwmza del preJenle decreto:
« I. - Le amministrazioni statali, comprese quelle avmti ordùzamento at1f0110111o o dipenden ti da Enti od Istituzioni mante1wte con concorsi dello Stato.
« 2. - Le amministrazioni. delle provincie, d ei cormmi, delle Istitu-
DAL XIT ANN. FOND, DEl }'ASCI AL PATIO A QUATTRO 233 z ioni di auùtenza e di beneficenza e degli Enti, Istituti e .A ziende, comprese quelle df trasporto in gestione diretJa, amminùtrate o mantenute col concorso drfle provi11cìe, dei comuni e delle l!tiluzio11Ì di auistenza e beneficenza o dei Consorzi.
« 3. - Le amministrazioni del/e Aziende municipalizzate.
« 4.- Le ammìniJtrazioni degli Enti comunque coJtituite e de11ominate, delle Opere 'Mzionalì, d elle Associazioni sùzdacali e l oro htituti collaterali e, in genne, di IIItli gli Emi ed l!tituti di diritto pubblico, anche con ordinamento autonomo, sottoposti a vigilanza o a tutela dello Stato, o al mi mamenimento lo Stato co1uorr<1 con contributi di continuatit•o.
« 5. - Le amministrazioni delle A ziende anneJSe o direttamente dipendenti dftgli Enti dì mi ttl precedenJe numero 4 o che altù:gano ad eui, in modo prevftlente, i mezzi mceJJarl per il raggiungimtnlo dei propri fini,- n onché d elle Società il cui capitale sia coJiituito, almeno' per metà del suo importo, con la partecipazione dello SJflto )).
!uoltre, Jempre SII proposta del capo. del Governo, primo mìnislro, ugretario di Stato, il Comiglio dei ministri ba approllalo il Jegrrenle pro vvedimento:
«Articolo I. - /11 aggùmta ai requisiti prescritti dagli ordinamenti ù: vigore per l'ammiJJione ad impieghi preJio gli Enti eli mi colo 2, è ricbie;ta la iscrizione al P.N.F.
«Articolo 2. - Sono tenule all' o.uervanza dell'artìrolo l:
« l. - L e amministrazioni delle provincie, dei comuni, delle !JtiJJrz ioni p11bbliche di auistenza e beneficenza e degli Istituti ed Aziende, compreu quelle di trasporto in ge;t ione dire/la, ammini.rtrate o mantenute col concorso delle provincie, dei comuni e delle Istituzioni pubblicbe di aJJistenza e beneficenza o dei relativi Comorzi.
« 2 - Le amministrdzioni delle Aziende municip.di.
« 3 . - Le ammiui.ftrrtzùmi degli Enti pard.t/tt tali, comunque COJIÌ· t11ite e de11omhldle, delle Opere delle A;sociazioni sindacali e loro I stituti collaterali, e in genere di 1111/Ì gli Emi ed l.rtituti di dirillo prrbblico, anche co11 ordinamento autonomo, Jollopo!lì a vigilanu o a tutela dello Stato, o al mi mantenimento lo Stato concorra con conHibllti di cara!/ ere comimtativo.
« 4. - Le amministrazioni del/e Aziende annesse o dire!Jamente dipendenti dagli Enti di mi al precedente numero 3 o che attingtwo trd eui, in modo i mezzi n euuarf per il 1·aggiungimento dei propri fini,- 11011Ché delle Società il cui capitale Jia coJJitrrito, alm eno per metà del ;uo importo, con la partecipazione dello Stato>>.
Infin e, eg!lftlmenle 111 proposta del capo del Governo, sono stati ttpprovati: ·
1. - Uno schema di provvedimento con il quale vmgo,J o esteu agli Enti locali e parastatali le norme stabilite per le amminioni agli impieghi nelle amministr,azioni dello Stato, circa l'm1mento di quattro · anni sul limite mauimo di età, limitatamente al primo concorso da bandirli, P" gli avventizi in servizio da almeno d11e anni.
2. - Uno Hhema di prot•r,edmtento il q11ale vengono apportate varianti alla legge 26 maggio 1932, twmero 627, J/1/ credito al berghiero, allo scopo di facilitare la conceJsione del concono dello Stato 11el pagamento degli inte re.JJi stli mutui contratti dalle fl zimde alberghiere.
3. - Un diugno di legge com:ernente modifiche al ucoudo comma dell'articolo l del regio decreto legge 6 febbraio 1927, numero 68, nel .sem o che il capo di Stato Mttggiore ·generttle può eJJere JCelto, o/Ire che t ra i mttrncialli d ' Italia1 i grandi ammiragli, i generali d'Armata (o generali comandanti deJignari d'Armata) , gli ammirt:gli d'Armtth: ( o ammiragli di Jquadra deJignttli d'Armata), muhe Ira i g merali di Corpo d ' Armata, gli ammiragli di Jquadm ed i generali di J']fladra delia regia Aeronautica
Poi il Consiglio dei minùtri, Jll propo!la del capo del Gor-•emo, minÌJtro d egli A ffari EJJeri, ha af'provalo: l. - Uno sduma di f"ovvedimento che dlr eumzione alia convmzione doganale fra l'Italia e l'Unione delle RepJJbblicbe IOt' Ìeliche Jociaiiste, nonché ai protocollo finale rel11tivo alia conrenzioue sleJJa, ani stipulati entrambi in Roma ii 6 maggio 1933.
2. - Uno .JChema di provvedimento che approva la convenzione ilalo-france.se del 3 ollobre 1932 per et1i!are, all' impor/azione, l e doppie impo1izioni Ùl materitt di tassa di ;cambio e di imposta su/l'am mmJtare degli 'affari.
3.- U11o schema di provvedimemo che approva la proroga al 1° diambre 1933 del <( modus vivendi » di Jtabilinieuto provviJorio italofrancese.
4. - Uno schem11 di decreto che dà nemzione ai p rotocollo italo/edeJco dell' 8 maggio 1933, concemente il traffico turùtico.
5. - Ù no scbt!ma di decreto per l'ammiJJiOJie delle aziende agri· cole del/e iJole italiane deli'Egeo al concorso nazionale per In vhto ria del grano.
Successivammle, dal Comiglio dei ministri Jtmo stati approvali , su propoJ/a capo del Gm•erno1 miniJJro d e/l'lntemo, i Jeguenti provvedimenti : l . - Un disegno di legge rec11nte modifica·zioni alfe vigenti ,10rme Jfllle stazioni di mra, Jo?,giomo e turiJmo. TI pro v vedimento è dire/lo, in modo particolare, a limitare le dicbiamzioni di rironouimento delle JJazioni dì cura, Joggiomo e turismo alle locttlilà cbe presentino idonea al/rezza/11ra riceJiiva e curatù•a. e disp ongano di adeguati mezzi finanziari. A la/ fine, con disposizi one di caral/ere tramito rio, è riconosciuto al Gov"no la facoltà di revocttre i riconoscim enti di quelle stazioni di cura, soggiorno e turismo che non prese'lfÌflO i requisiti richiesti dalle nuove n orme
2. - Un dùegno di legg e col quale, allo scopo di animrare u na miglio re e pùJ organica ttltrezzatu ra turistica nel comune di Grado, si stabiliJce di sopprimere Nstillllo autonomo d egli stabilimmti b11lneari, i vi nislmti, attribuendone ìt patrimonio ed i servizi alla locale A zimda t1111onoma di cura.
3. - UfJO schema di provvedi mento legislativo rec11nte modificazioni agli articoli 220, 227, e 234 del u nico d ella Finanztt locale 14 sett embre 1931, numero 1175. Si lrtttla di lievi modifiche, dirette ad elila possibilità di ronl esl ttzio ni circa i cttsi di esenzione della ta ua di circolazione P" i veicoli a trazione aflimale, nonché ad age Miare le operazioni d ì acce rtamento dd contributo integrati vo di utenza stradale.
4.- Uno schema di regolamento p er i regi Istituti fisioJerapici ospita/ieri di Roma (Istituto ospetaliero dermo sifilopatico di Santa Maria e Sangallicano ed Istituto per lo studio e la wra del ctlncro).
5 . - U11o schema di decreto ron cui si approva la deliberazione del 9 feb braio 1933 del governatore di R oma, concernente la concessione di un contributo di lire cinquecentomila a favo re d el comune di Rieti, per la costruzione della strada di accesso al monte Terminillo. ( +)
DOPO LE COMMEMORAZIONI •
Il Governo si associa alle parole di. cordoglio pronunciate dal Presidente. della vostra Assemblea.
• Parole: pronunciate al Senato, nella tornata del 29 maggio 19.B (ore 1620 0)), dopo ·le commemorazioni di aiC\mi senatori scompau i fatte dal Presidente: dc:II"Assc:mblc:a. (Dagli A ttì p(ZT/amenlari d ella Cam ttra tiei JtnaJori. DiJCJmio ni. UgiJldlllrA ril. Smione d t. Volume V , pag. 6H3).
VARIAZIONI NELLA COMPOSIZIONE DEL GOVERNO*
Ho l'ono re di partecipare al Senato che, con d ecreto dell' 8 corrente, Sua Maestà il re ha, su mia proposta, accettato le dimi ssioni rassegnate dall'onorevole leandro Arpinati, deputato al Parlamento, dalb carica di sottosegretario di Stato per l'Interno, ed ha nominato, in sua vece, l'onorevole, avvocato Guido Guidi Buffarini, deputato al Parlam ento.
147" RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano preunti le IL. EE. De Bono, Balbo, De Veubi, Federzoni, Giuriati, De Fftmcii,·i, Jtmg, Efcole, Acerbo, Ciano, Rouoni, Guidi Buffarin i, R occo, Tringali, T emzzi, De Slefani, Bollai,· gli onorevoli Adinolfi, Bmni, Cltrvmzani, Rttzza, T aJJinari, ed il profeJsor Afarpirati, Segretario, l'on. Starare, A;.rwti girntificali le LL. EE. J\f arc011Ì e Grandi. Sono Jlati e!flminati a/e rmi problemi della politica uouomica imema ed intunazionale.
H anno padato frmg, Acerbo, Giuriati, Tauinari, De Stefani, Clavenzrmi , Razz11, Benni, Cùwo, Balbo, De Vucbi, De Bon o, D e Fr'a71CÌ!ci, R oSJoni, Starace, Bolltti.
Il D11ce htt rùwm11o la dism.uione, cbe farJ rìpreJa il 12 gi11gno . corrMte, alle ore 22.
pronunciate :t! Senato, nella tornata del 29 19}). (Dagli Ani parlamentari d el/,, Camua dei UlliiiMi DiJ(uJJioni. UgiJ iat llrll rit. Jione d t. Volume V, pag.
u Tenutasi a palazzo Venezia il 31 maggio 1933 (ore 22-1 ?). (Da Il PoJio!G i'lt11lia, N, 129, l giugno 1933, XX).