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ITALIA E UNGHERIA •

Eccellenza De Pekar! Signori !

E con viva commozione che io ho ascoltato le vostre parole, &cd· lenza De Pekar, ed è con ancor più profonda che ricevo il dono che mi recate, nel compiersi di questo primo decennio della marcia su Roma, dono che ha un grande significato morale, poiché mi è grato pensare che diet ro ai due mi lion i d i ungheresi, che hanno fi rmato, tutto il popolo ungherese è firm atar io di questo indirizzo, che non raccogl ie soltanto una moltitudine di nomi, ma una moltitudine d i cuori.

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In questi cuori unghe resi vibra un sentimel;)tO d'amicizia per il popolo italiano, sentimento che eventi storici e uomi ni ins ig ni f ecero nascere e fort ificarono, e nessuno più di voi, Eccellenza De Pekar, conosce inti· mamentc questo passato.

Il popolo itali ano ricambia con moto spontaneo dell'animo questo sentimento·di a.micizi a e ne apprezza l'alto significato. Si può dire, senza cadere nell'enfasi, che tra i due paesi, l'amicizia non è soltanto direttiva di politici, ma ·patrimo nio delle masse. Come nel primo decennio del regime fascista, così anche nel secondo, non cambierà il nostro atteggiamento di fronte alle evidenti e stridenti violazioni della g iustizia, commesse ai danni dcll'Unghcri:;t Se si vuole la pace in Europa, se si vuole che la comunità europe.1 possa riprendere, è necessario riparare queste ingiustizie, poiché un popolo di alta civiltà e ricco di storia,· come il popolo - il quale una missione precisa e insostitui bile nel Bacino dan ubiano - non può essere sacrificato e ridotto aJla impossibilità d i vivere. Dissi una volta e con fermo che i trattat i di pace non sono ete rni. Oggi agg iungo che, soprattutto, no n sono eterni i trattati di pace, come quello del Triano n, che fu ispirato da calcoli politici, che l' esperienza e il tempo hanno g ià condannato.

Eccellenza Dc Pekar!

Vogliate ripetere ai vostri compatrioti che l'Italia di oggi, l'Italia lìttoria, romana e fascista non è facile alle amicizie, ma quando, ufficiale o

* A Roma, nc:lla sala Reg ia di palazzo Venezia, la sera del 17 ottobre 1932, Mussolini riceve la delegazione delle Associazioni nazionaliste ungheresi. Il ministro Giulio De Pekar, capo della delegazione, (a omaggio al Presidente del Consigli o di trecento volumi contenenti le Jirme di due milioni di cittadini u ngheresi che intendono in ta l modo esprimere la loro g ratitudine e devcnione a Mussolini. Al saluto rivoltogli dal ministro D e Pekar, il Pres idente del Con· siglio risponde con le parole qui riportate. (Da Il Pqpo/(1 d'llalia., N. 248, 18 ottobre 1932, XIX) non, un sentimento di amicizia sia sorto, su quello rimane costante, soprattutto nei difficili tempi.

Quello che voi avete chiamato « pellegrinaggio » è un atto che ha suscitato e susciterà un'eco profonda in tutto il popolo italiano. Insieme si leva dall'animo mio e dal popolo italiano, l'augurio che il secondo decennio veda tempi migliori per l'Ungheria . L'Italia opererà perché que· sti tempi spuntino all'orizzonte magiaro, convinta che, Così facendo, ser· virà simultaneamente la causa della giusti zia umana e quella della pace europea. Viva l'Ungheria l

AI;L'ASSEMBLEA STRAORDINARIADEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE CORPORAZIONI *

/J capo del Governo ha quindi d ichiarato di acceJiare l'o rdine del giorno ill:uo ed ha affermato che il Comiglio nazionale delle corporazioni, del quale ha posto in evidenza la grande importanza, è 1111 or· gano tipiramen/e ri voluzionario, che compie e compirà 11na fumionf utilùsima per il regime nel campo ermwmiw e sociale.

Egli ba rileva/o che la 10/a indicazione mtmerica delle adunanze e 4elle sessioni d ei vari organi del Comiglio . dimosJra il lavoro compiuto. In fjJiesto periodo, infatti, il Comitato corpo rativo centrale ha t.m/111) tren!Jmo sedute, la corporazione dell'Agricoltura ventisei, quella dell' In·

• A Roma, nella sala della vittoria d.i palazzo . Venezia, la matti na del 19 ottobre 1932, Mussolini presiede l'assemblea straordinaria d el Consiglio nazionale delle corporazioni. Il de-putato Emilio Bodrero, presidente della razione nazionale fascista dei profession isti ed artisti, presenta ed illustra il seguente ordine dei giorno approvato per acclamazione: <<Il Consiglio n azionale delle corporazioni, riunito· in assemblea generale straordinaria nel primo decennale della rivoluzione, interprete di tutti coloro che nei vari rami dell"attività cronomica nazionale concorrono a creare la potenza italiana, · esprime al suo presidente capo del Governo e Duce del fascismo la sua incrollabile fede nell'avvenire della nazione e . del regime; afferma che l'ordinamento corporativo C(eato dal Duce ed attuato, nei suo i istituti e nel suo spirito, dall'azione di capi e di gregari, nella sua funzione di sintesi armonica e di forze e di interessi sociali, pietra angolare dd sistema politico fascista; dichiara di volere essere semp.re più efficace strumento della I (voluzione, sia ne-l campo sociale che nel campo economico, tutte le forze p rod uttive collaborino, sotto la guida de l Duce, alle fortune della patria». Indi iJ Pre-s idente· del Consig.lio fa le dichiarazioni q ui riportate in riassunto. (Da l/ Popolo d'Jidlia, N. 250, 20 ottobre 1932, XJX) · dNstria. ;edici, quella del Commercio undici, queJla dei mariJtimi undici, quella dei Tra;porti terreJtri dieci, quella dei Profeuionisti ed artisti cinque, e quella del Credito e delle assicurazioni tre. Si sono, inoltre, tenute otto sedute delle corporazioni riunite.

Il rapo del Governo ha dichiarato quindi che il popolo italiano, nell'aspra crisi, ha mantenuto e mantie11e un contegno ed una disciplina mirabili, tali da .meritare il più alto elogio.

Il Duce, che qJJando si è alzato a parlare, .è stato accolto da lunghi applausi, che si sono ripetuti entiiJiaJtici durante il discorso, è stato alla fi ne salutato da una grande ovazione.

D opo aver dichiarata chirna la seduttt, rinvia11do i lavori della sessione al 30 novembre, nel nuo vo palazzo del mini!tero delle Corporazio;ti, che s.trà inaugurato in via Villorio Ven et o, egli. ha saiNidiO romd1Mmmte /' assem blea e si è allontanalo dall'dtda ancora echeggiante di applausi e di grida enltuiastiche.

.331' RIUNIONE

DEL CONSIGUO DEI MINISTRI *

In principio di sedttta, il minùtro De Bono, 11elia ricorrenza del primo decennale della rivoluzion e fascÌJta, ha rivolto a S. E. il capo del Governo il saluto dei mùtisiJ·i, dire/li tertimoni quotididni della ma ammirabile opera vivificatrice di tutte le energie nazionali, rendendosi a/tres) i nterpret e dell'unanime certezza dei ministri cbe il secondo decennio ugnerà nuo vi e maggiori succeSJi per la grandezza dell'Italia fascista Su proposta del capo del Go verno, primo ministro, ugretario di Stato, il Consiglio d ei minùtri h a appro vato uno JCbema di provvedimento concemenle i poteri del commissario straordinario del« R eale automobile club d ' Italia». Il provvedim ento ha lo scopo di .realizzare la completrJ sistemazione dell'Ente e di aJJicurare il profimo funzionamento di tutti i JIIOÌ sen•izi in relazione alle finalità statutarie.

Successivamente, il Comiglio dci ministri, su proposta del capo del G overno, ministro per_gli Affari Esteri, ha approvato: .

l. - Un diseg110 di legge che dà esecuzione nel Regno alla convenzione consolare Ira /'Italia e la LeJJonia.

• 'fenutasi il 20 ottobÌ:e 1932 (ore 10-12.45). (Da Il Popolo d'Italia, N. 2}1, 21 ottobre 1932, XIX).

2. - Uno Jchema di provvedimento che dà .esecuzione all'acco rdo ila/o-belga, stipulato in Roma il 18 agosto 1932 .per regolare il regime dei artificati di origine e delle fa.lfure commeniali jr11 i due paesi.

3. - Uno !rhema di provvedimento che dà esecrJZione nel Regno al pro/ocql/o ItipPiato fra la Santa Sede e lo Stato il 6 Jellembre 1932 in applicazione dell'articolo 10 del t rallato Laterano.

4. - Un dùegno di legge per l'eJecuzione nel Reguo dell'accordo Jtipulato tra la Santa S ede e Ntalia il 6 settembre 1932 per la prorqga del lermine stabilito dall'articolo 29, leJtera F, riguardo a/la presentazione d elle domande inteJe ad o//enere il- riconouimento da parte delt'Italia degli alli compiuti da Enti ecde;ùtstici o religiosi prima del conc01dato.

5 . - Un diugno di legge per l ' esemzione nel Regno della convenzione stipulata in Roma fra la San,ta Sede e l'Italia il 6 setlembre 1932 per la notificazione d egli affi in m ateria civile e commerciale.

6. - Uno schema di regio d ec reto ,.;guardante l'emiJJio ne dì speciali francobolli commemorativi del vente.rimo anniversario d,e/Jlocmpa- · zione delle ùole italiane nell'Egeo .

7. - Uno ubema di regio decret o che modifica la composizione della coinmissi011e di disciplina del ministerO d egli Affari Esteri.

In seguito, JU propiJsla del capo Governo, ministro dei/'Intemo, sono stati app,.ovati dal Consiglio dei ministri:

1. - Uno schema di provt•edimmlo concernente i'ùtituzione dell ' « Ente autonomo Tirrenia » per la valo riz zazione della zona lungomare ceduta dal ·Demanio al comune di Pisa. Il provvedimento è diretto ad assicmare la più rapida utilizzazione di q11ella zona, desiÌIJa/a a diveliuna stazione balneare e c/itJMtica di prim'ordine, fa vorita dalla po· sizione geografica, dal clima e da/Ja prouimita a grandi cen tri u rbani.

2. - Uno schema Ji pro vvedimento diretto a dare una pùì razionale disciplina al/'im piego d elle somme i bisogni ordiuari dei comuni e delle pro vincie.

3. - Uno JCbema di decreto, col quale, ad integrazione dell'articolo 31 4 dd "testo unico per la Finanza locale, si dettano norme per la contrattazione dei prestiti da parte d elle amminiJtrazioni provinciali che hanno già d elegata la sovrimposla compre sa nel limite normale.

4. - Uno ubema di decret o con mi si approva la delibera2ione del governatore ·Ji Roma in data 2 luglio 1932, concernente tm'aperlnra di credit o col Monte d ei Paschi di Siena per l'esecuzione di opere del piano regola/ore. ( + )

AL POPOLO DI TORINO •

Camicie nere ! Popolo di Torino!

Avevo promesso che non sarebbe trascorso l'anno decimo del f ascismo, senza ch e io avessi visitato la vostra città. Ecco che io mantengo la promessa. Sono fiero di. essere tra voi e vi dichiaro, con tutta schiettezza, che la vostra accoglienza ardente ed entusiastica ha superato la mia aspettativa. Il popola: di Torino, che appartiene ad una razza di guer rieri e di lavoratori, mi è venuto incontro con tutti i palpiti di una f ede veramente e profondamente sent ita

Se nove anni or sono il nost ro contatto fu vibrante, la molt itudine, che oggi è dinanzi a me, mi permette di a fferma re, in f acc ia all'Italia e "in faccia al mondo, ·che il Piemonte sta per mettersi all'avanguardia del movimento f ascista ital iano. (Acclamazioni entusiaJtiche).

Come. potrebbe essere altr imenti ? Torino è una città romana, non g ià e non soltanto p erché fu ricostruita da G iulio Cesare, ma è romana per la sua tenacia, è romana per il valore che ha dimostrato durante i secoli, in assed i e battag lie memorabili, è romana perché ha dato la fiamma e il sangue al risorgimento della patria. (Grande ovaziom).

Qui a T orino lo squadrismo animoso non ha conosciuto limiti al suo sacrificio. Torino ha dato al fasc ismo una figura di asceta. P arlo di Mario Giada. (Si grida: «Presente !»). Ha dato un ministro ed un q uadrumvi ro, ch e in pace ed in g uerra me rita, e non per enf asi re torica , l'appellativo di eroe. (Applausi. Si grida: «Viva Dt Vecchi.' »).

Pe r disperdere ogn i dubbio vi annuncio che, d'ora innanzi, i contatti fra voi e mc sa ra nno più frequenti, anch e se meno solenni. (A plausi vivissimi e prolrmgaJ1). B contatto mo rale e la comunione degli spiriti ci sono stati sempre, e posso di re con tranquilla coscien za che nessuno dei problemi che interessano la vostra città mi ha lasciato indifferente. lo intendo che Torino, città cara al mio cuore, città cara al cuore di tutti gli italiani che non dimenticano, conservi il suo . posto, il suo prestigio, il suo rango d! g rande, industriosa, laboriosa città. (Ovazioni entusi.:utiche).

• Il 22 ottobre 1932, Musso lini aveva lasciato Roma in treno per com· piere un primo ciclo di visi te all e provincie in occasione del de-cennale. A Torino, in piazza Castello, la mattina del 23 ottobre, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d'Italia, N· 254, ottobre 19l2, XI X).

Or è un anno1 a Napoli, io le linee di quella che doveva essere l'azione fascista. Da allora la storia di -Europa ha avuto degli avvenimenti di molto rilievo. Parlai allora della tragica contabilità della guerra ed in due articoli non dimenticati del P<J{'olo d'/Jalia afferma i successivamente che su questa contabilità era tempo di ,passare la spugna La conferenza di Losanna è una delle poche che hanno avuto una conclusione.· Pilotata energicamente dal primo ministro inglese, la na· vicella delle riparazioni edei debiti è oggi nel porto di l osanna. Vorrà il grande popolo della Repubblica stellata ricacciare in alto mare questa navicella, . dove è la speranza e l'ansia di tanti popoli ? (Si grida : «No!»).

Io vorrei che questo «No »,. che voi avete con voce di tuono, valicasse l'Atlantico e giungesse a toccare il generoso cuore di quel popolo.

Una che ha interessato tutte te genti del mondo dvile, è que lla del disarmo. Taluno ha pensato che le nostre proposte e concrett fossero" ispirilte da calcoli di machiavellismo. Niente di più falso C'era un mezzo molto semplice per saggiare la nostra sincerità:. metterei alla prova. («Bene/»). Ora gli uomini in buona· fede devono aprire l e orecchie, e sovrattutto devono spalancarle quelli che sono in malafede. ( <c Bme! »). Da questa città di frontiera, che non ha mai temuto la guerra ( si grida :« 110! »), io dichiaro, perché tutti intendano, che l'Italia segue una politica di pace, di vera pace, che non può essere dissOciata dalla giustizia, di quella pace che deve ridare l'equi librio all'Europa, di quella pace che deve scendere nel cuore, come una speranza ed una fede!

Eppure, oltre le fronti ere, ci sono dei farneticanti, i quali non perdo· nano all'Italia fascista di essere in piedi. (Applatni vivissimi e prolunga/ t). Per questi residui o residuati di tutte le logge, è veramente uno scandalo inaudito che ci sia l 'Italia fascista, perché essa rappresenta un'ir· risione documentata ai loro principi, che il tempo ha superato.

Essi hanno inventato il popolo, non già pc[ andargli incontro alla nostra fran ca maniera, ma Io hanno inventato per mistificarlo, per dargli dci biSogni immaginari e dei diritti illusori. Costoro non sarebbero alieni dal considerare quella che si potrebbe chiamare una guerra di dottrina tra principi opposti, poiché nessuno è nemico peggiore della pace di colui che fa di p rofessione il panciafichista od il pacifondaio. (App!atni1 ilarità).

Ebbene, se questa ipotesi dovesse verifica rsi, la part ita è decisa sin dall'inizio, poiché tra i principi che sorgono c si ·affermano ed i principi che declinano, la vittoria è per i primi, è per noi! (Fragoro;; applauJI).

Un voto del Gran Consiglio ha suscitato l'interesse di tutti i paesi : rimanere ancora ne.lla Società delle na.zioni? Ora io vi dichiaro che noi rimarremo ancora nella Società delle nazioni; specialmente oggi, che essa è straordinariamente malata, non bisogna abbandonarne il capezzale Alla Società delle nazioni troppo universalistica, accade che le sue istruzioni perdono di efficacia con l'aumen tare d elle distanze. E se essa può avere qualche efficacia nelle vicende eu ropee, quando siamo nell'Estremo oriente e nell'America meridionale, le pa'role restano parole, senza senso e senza significato.

Vi sono stati dei tentativi per d isincagliare l'Europa da questa costruzione troppo universalistica. Ma io penso che, se domani, sulla base della giustizia, sulla base del riconoscimento d ei ,nostri sacrosanti diritti , consacrati dal sangue di tante giovani generazioni italiane, si realizzassero le premesse necessarie e sufficenti per una Collaborazione delle quattro grandi potenze occidentali, l' Europa sarebbe trariqu illa dal punto di vista politico e forse la crisi economica, che ci attanaglia, andrebbe verso la fine .

Vi è un'altra questione, quella che concerne la domanda tedesca di pa rità. Anche qui il fascismo ha avuto delle idee e delle di rettive precise. La domanda tedesca della parità giuridica è pienamente giustifi.cata .

Bisogna riconoscerlo, quanto più presto, tanto meglio! N ello stesso t empo, finché dura la conferenza del disarmo, la Germania non può chiedere di riarmarsi in nessuna misura, ma quando la conferenza del disarmo sa rà finita e se avrà dato un risultato negativo, allora la Germania non potrà rimanere nelJa Società delle nazioni se questo divario che l'ha diminuita sin qui non viene annullato. (Applauu).

Non vogliamo egemonie in Europa. (« Bem! »). Noi saremo contro l'affermazione di qualsias i egemonia, specialmente se essa vuole éristallizzare una posizione d i patente ingiustizia.

Quanto alla politica interna, voi sapete che il Partito ha riaperto le sue porte. Il bravo Castaldi mi dice che le domande d ei torines i ammontano alla cifra importa nte di ventim ila. Supe rbo ! Ma a costoro ed a tutti debbo ricordare che l'organizzazione politica del regime si chiama Partito, perché è il Part ito che ha fatto la rivoluzione. Tuttavia, questa parola non h a niente di comune con il concetto dei vecchi partiti. Il Partito N azionale Fascista è un esercito, o, se volete, è un Ordine. In esso si entra soltanto per servire e . per obbedi re.

Altra bussola che ci guida nel caffimi no: la collaborazione d elle classi. In questa città, che h:1 così nwnerose maestranze, mi piace di so· lennemente affermare· che le classi lavoratrici h1nno compiuto il ioro dovere dinn anzi :dla crisi e si sono caricate te spalle dell'inevitabile fardello. Debbo anco ra aggiungé ce che le classi industriali italiane si muovono in quest'atmosfera di concordia: tengono duro nell'attesa di tempi migl iori. la collaboraz ione è necessaria nei tempi facili, è indispensabile n ei tempi difficili, quando ogni dispersione di energia, ogni controversia è un vero c proprio tradimento consumato ai danni patria. (Applarm). veramente magnifica comunione d i spiriti, per cui noi in questo momento siamo un solo cuore ed una sola anima (si grida : « JÌ ))), non potrebbe chiudersi senza rivolgere un pensiero pieno di profonda devozione alla Maestà del re (scroscianti applatm), che rappresenta la continuità, la vitalità, la santità della patria ( G"rtmde Ol'azione).

Torino è stata meravigliosa nell'opera di assistenza. Ci siamo già sganciati dal concetto troppo limitato di filantropia, per a rrivare al concetto più vasto e più profondo di assistenza. Dobbiamo fare ancora un passo innanzi: dall'assistenza dobbiamo arrivare all'attuazione piena della solidarietà nazionale. (Vivi app!mm).

Siamo contrari al sistema dci sussidi. Coloro che leggono le cronache di questi giorni, vedono ·che essi non risolvono nulla. Si<tmo anche trari a tutte le misure oblique, a tutti i suggerimenti di alterare il valore della moneta, che io considero b. bandiera intang ibile d e lla naz ione. applarm). Là dove essa è stata tosata, non si sono migliorate affatto le condizioni del popolo, se è Vero che proprio in questo giorno, mentre siamo riuniti in questa piazza, da molti punti de lla Gran Bretagna muovono verso Londra l e masse aumentate dei disoccupati.

·Finalmente Torino deve avere lavoro per le sue maestran ze.· E tutto quello che .è stato creato dal coraggio, da!Ja tenaci1 c dalla genialità dei torinesi, deve rimanere a . Torino! (Viviuimi, entusiaslici e prolrmgati applmw).

Qualcuno pensa che noi ci preoccupiamo dell"inverno dal punto di vista politico. B. f.tlso. Dal punto di vista politico PC?trebbero passa re anche cinquanta inve rni grigi, senza che nulla tanto più che, dopo gli inverni grigi, vcrunno - a premiare il nostro coraggiole primavere del benessere e della g lor ia. Ma è dal punto d i vista umano che io mi preoccupo, perché il solo pensie ro di una famiglia senza il necessario pe r vivere, mi dà un'acuta sofferenza fisica. l o so , p er averlo provato, che cosa vuoi dire la casa deserta cd il desco nudo. (Grande ovazione).

Camerati torinesi!

Quale dunque è la parola d'ordine per il nuovo decennio, verso il quale noi andiamo incontro con l' an ima dei vent' anni? La p3.rola . è questa:« Camminare, costruire e, se è necessario, combattere e vincere ! ».

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