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AGLI OPERAI
DELLO STABILIMENTO << F.I.A.T. » AL LINGOTTO*
/J Duce inizia il IliO dhcono rivolgendo il saluto atte maeJiranu della F.I.A.T., fra le qUali, dopo dieci anni, egli ha voluto ritornare. Afferma che neuun Governo provvede agli intereJJi degli operai come il Govemo fascista, che ha oggi il pieno, auoluto consenso d ella mana dei lavorato ri. Quindi, dopo avere osservato come la sorte degli operai Iia legata alle Jorti della nazione, così che, Je diuorde e debole è la nazione, ne risentono e ne Iojfrono le masse lavoratrici, il capo del Governo ha pro.reguito .affermando che la ma volontà è che gli operai partecipino atJivamente alla vita Iindaca/e, ed ha concluJo dichi4rando che il suo incontro con le maestranze della F.I.A.T. rimarrà indelebile nt>/ cuore loro, cos'i come rimarrà indelebile nel suo.
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AL POPOLO DI MILANO ••
Camicie nere! Popolo di Milano!
Torno dall'aver inaUgurato una delle più grandi opere del primo decennio del regime fascista, l'autostrada magnifica fra Milano e Torino, destinata a collegare sempre più intimamente le due grandi città. Torno u A Torino, il 24 ottobre 1932, dalle I l alle 12 circa, Mussolini aveva p:a.su.to in rivista le del presidio ed aveva assistito al loro sfilamento. Nel pomeriggio, aveva visitato gli stabilimenti Landa, i lavori in corso per la costruzione del nuovo mercato ortofrutticolo, quelli per la costruzione del n uovo stadio, Borgo San Paolo, l a Cassa di Risparmio, l'Istituto opere pie San Paolo, la Cassa dei sindacati, il Circolo dei nobi li. Subito dopo, era partito in auto alla volta del castello di Racconigi per rendere omagsio ai principi di Piemonte, giungendovi alle 20. I prinCipi avevano offerto un pranzo a Mussolioi, io forma strettamente privata. Alle 22.20, il Presidente del Consiglio aveva la- da Torino, che ieri, con il suo entusiasmo travolgente e incontenibile, ha sfatato per sempre uno dei più subdoli luoghi Comuni, diffuso dai nemici del regime e dai nemici della patria. Qui, o camicie nere, non vi aspetterete ancora un discorso politico. Qui nel rri.io spirito parlano in primO luogo ì ricordi! E quantunque io abbia p iuttosto la nostalgia del futuro che la nostalgia del passato, come non ricordare dinanzi alle camicie nere milanesi tutta la nostra storia, la storia che noi abbiamo vissuto?
• A Torino, il pomeriggio del 23 ottobre 1932, Mussolini aveva compiuto varie visite. La mattina del 24 ottobre, visita gli stabilimenti dell' Unica siti in Corso Francia, dove «pronuncia un b reve discorso» ( i l cui testo non venne raccolto dagli stenografi); indi si porta allo stabilimento della P l:A.T. a l Lingotto, dove, dopo il saluto rivoltogli dal senatore Giovanni Agnelli, pronuncia, davanti a venticinquemila operai, il discorso qui riportato in .riassunto. (Da Il Pbpqfq d'lldlia, N. 2H, 25 ottobre 1932, XIX; e da La S1amp11, N. 254, 25 ottobre 1932, 66").
Come non ricordare le adunate dell915, di quel maggio radioso che è stato il germe d ella nuova vita d'Italia? Come non ricordare, parlando da questo sagrato, l'anima e la voce di Filippo Corridoni, eroe del popolo italiano? acclamazione). Come non ricordare i Rabolini, i ReguzZoni, i Guerri ni, e tutta la superba gioventù, che dOpo aver fatto dell' interventismo nelle piazze, fece dell'inte rventismo sui campi di battaglia? Come non ricordare il dopoguer[a, quando eravamo nella modesta v ia Paolo da Cannobio? Attorno a me, in quel p iccolo ambiente che era onorato col nome di «Covo >>, erano le p rime camicie nere, gli arditi, i legionari, i volontari di guerra, tutti i combattenti che non erano stanchi di combattere ed erano disposti a riprendere la guerra, a scavare, come io dissi, le trincee nelle piazze delle città d ' Italia! (Nuovi applauri deiltt sterminata moltitudine).
Erano belli quei tempi, ma anche gli attuali sono belli! Vedere dopo dieci anni tutto il popolo intorno al regime e vedere soprattutto -f atto nuovo nella vita della wnanità - il popolo italiano protagonista d ella sua storia l Ma più belli saranno gli anni di domani! Noi andi amo incontro ad essi con una decisiofle fredda e ·contenuta, ma tutta vibrante di raccolte speranze. Abbiamo sentito che il destino sarà domani, come ogg i, nelle nostre mani e che esso sarà il risultato d ella nostra invin. cibile volontà: (EntuJia;tica ovazione).
Del resto basta guardarsi attorno. In tutti i paesi regnano l 'incertezza, sdato il c3.steÌio reale in auto per fare ritorno al palazzo del Governo di Torino. La. mattina del ottobre, inaugura il nuovo Panili.cio dell'Alleanza cooperativa torinese e Ja Mostra d ella meccanica. Poi presenzia una solenne manifestazione patriottica svoltasi alla «Gran Madre di Dio». Verso le 10, si porta in auto a Rocca di Verrua inaugurare l'acquedotto del Monferrato. Alle 14, lascia Torino in auto, alla testa di una colonna di cinquecento macchine, per inaugu· rare la nuova autostrad a Torino-Milano. La colonna sfila fra le genti. di cam· pagna e di città ammassate lungo il percorso. Altre settecmto vetture ven· gono incontro alla colonna e si aggregano a questa al confine lombardo Alle 17, Mussolini entra a Milano. Appena giunto in piazza del Duomo ricolma di una moltitudine sterminata, sale su un alto podio e pronundà i l discorso qui riportato. (Da lJ Popolo d'lrtrlia, Nn. 28, 29 ottobre 1932, XIX). l'inquietudine, il disagio morale che si aggiunge a quello materiale. Popoli anche di antica civiltà sembrano senza guida e sono incerti sul loro destino. Noi, no! Noi abbiamo coraggio. Andiamo innanzi decisamente. Siamo temprati da una guerra e da una rivoluzione. Possiamo affrontare tutti i compiti e li affronteremo. (App lauJi
Non è con le conferenze a getto continuo che il mondo ritroverà la sua salute. Meno conferenze e più decisioni! (ApplauJi Meno ordin( del giorno e più azioni! (Nuovi applauu). E solo l'azione che guarisce! t solo l'azione che dà la tempra alle anime.
·Quando, dieci anni fa - e sono qualche cosa nella vita di un uomo, ma un piccolo periodo nella vita di un popolo - noi movemmo all'assalto della vecchia classe politica italiana che aveva male governato, soprattutto }>er mancanza di coraggio e di volontà, c'erano degli storici, dei dottrinari, degli osservatori, i quali fecerO in quel tempo le più ridicole profezie. (Una voce: «Cinque per dodici.'»). Abbiamo superato questa cifra: Dieci per dieci, un secolo! Oggi questi si nistri profeti sono scomparsi dalla circolazione: là storia li ha abbattut i in pieno, li ha frantumati. Quando in piazza Belgioioso, io dissi che il regime fascista aveva dinanzi a sé sessanta anni, erano .i primi tempi. Oggi, con piena tranquillità di coscienza, dico a voi, moltitudine immensa, che il secolo XX sarà il secolo del fascismo (applatm) , sarà il secolo della potenza italiana (applmm), sarà il secolo durante ,il quale l'Italia tornerà per la terza volta. .ad essere la direttrice della civiltà umana (grande ovazione), poiché fuori dei nostri principi non c·è salvezza né per gli individui, né tanto meno per i popoli. (Applaust).
Fra dieci anni, lo si può dire senza fare i profeti, l'Europa sarà mod ificata. Si sono commesse delle ing iustizie, anche contro di noi, soprattutto contro di noi. (Grandi applauJJ). E niente di più triste del compito che qualche volta ci spetta, di dcver dlfcndere quello che è · stato il sacrificio magnifico di sangue di tutto il popolo italiano ! Voglio dirlo ancora una volta : l 'eroismo individuale e collettivo del popolo italiano durante la guerra è stato sublime (applauJt) e non teme confronto con. nessuno degli altri eserciti! (O vazione enlluiaJtica ed interminabile).
E se ci fosse stato un Governo che avesse imposto una severa disciplina all'interno, ·che avesse d isperso a frustate la mala genia degli imboscati (applauu), e avesse punito severamente con il necessario piombo nella schiena i disfattisti ed i traditori (grande ovazione), oggi la storia della guerra italiana avrebbe soltanto pagine luminose. Ma ora si è visto che in altri paesi, dopo le offensive sfortunate e sanguinose, i Corpi d'Armata avanzavano verso le retrovie e spesso "in sommo disordine.
Se io compio questa rivendicazione, lo faccio perché Milano è stata la città dell'intervento, perché MiJano è stata superba nell'assistenza civile, perché Milano ha dato diecimila morti alla vittoria. (Grandi ovaziom).
Tra. W1 decennio l'Europa sarà o fascistizzata ! L'antitesi in cui si divincola la civiltà contemporanea non si supera che in un modo, con la dottrina e con la saggezza di Roma! (Applausr). Ecco perché noi non contiamo g li anni, (llarità). Credo che se mi guardate attentamente, voi troverete che· io sono diventato forse più asprigno ancora di quello che non fossi. Non solo 'io respingo il dposo o la sosta, ma sono ansioso di nuove ptO\'C e di nuove fatiche! (Applausi prolungatr).
Il giorno in cui fosse necessario, io sento che tutto -il popolo italiano mi seguirà ancora più fortemente! (Il popolo grida con un urlo formida bile: «Sì! TutJi! »). Io penso che voi sarete disposti a ulte; riori sacrifici. ( « S)f Sì »). Sento che voi non misurerete il vostro sforzo .
Oggi come non mai nei suoi vcntisette secoli di storia, il popolo ita· liano è compatto, concorde, deciso! Possiamo ormai i rimas ugli nostri nemici. Qualcuno mi ha ricordato una promessa che io feci nel 1926, in quello che fu chiamato il discorso dell'Ascensione. Non escludo che alla fine delle grandi cerimonie celebrative, jl regime dia un'altra prova della sua forza, con un atto di generosità verso gli illusi, le vittime delle predicazioni altrui, gli inattuali, i ritardatari, quelli che si erano messi in testa di fermare, con mucchi di parole inutili, il moto a valanga di un popolo. Quest'atto sarà interpretato' al suo giusto valore. Non smobiliteremo i nostri apparati di difesa, fino a quando, soprattutto olt_re le frontiere, non si sia sinceramente ossequienti all'ormai irrevocabile f atto compiuto. (Grandi applauu). Tutte le mète che folgorano nel cuore .delJa gioventù italiana sono presenti al mio spirito. Nessuna è dimenticata. (Applaust).
Un g iorno non vicino - ci vogliono almeno trenta anni per tem· prare come io desidero l'anima di un popolo - un giorno no i saremo veramente fieri di consegnare i nostri gloriosi gagliardetti alla gioventù che cresce e vigoreggia splendida sotto i nostri occhi. Noi diremo allora: Questi sonO i gagliardetti della rivoluzione, consacrati dal sangue pu· rissimo degli squadristi! Portateli in alto, difendeteli, se è necessario, con la vostra vita e fate che essi nei futuri decenni siano baciati d al sole di nuove e più luminose (O vazioni, applatni f ormidabi!J).
PER L'INAUGURAZIONE DELLA NUOVA CASA DEI SINDACATI FASGISTI •
/J Duce, quando la folla si racqueta, esprime il suo compiacimento per il palazzo, sObrio, moderno e ponente e per lo stile fraterno della inaugurazione. Si compiace per il fervido 1pirito del vecchio sindacali· smo milaneJe, che fu prima torridoniano, poi j aJCÌIIa e sarà sempre italiano. Ed a tutte le mantranze egli invia il suo saluto fratemo di camerata che non dimentica. (Le brevi parole del capo vengono salutate dd una fragoroJa of.!azione, che si per oltre dieci minuti).
PER L' INAUGURAZIONE DELLA FONDAZIONE DE MAGISTRIS **
Camerati!
Da oggi il gruppo Cantore ha sede degna dei più animosi del Fascio primogenito, dedicata alla memoria di uno degli eroi più puri e più intrepidi della guerra. "e sede decorosa e solenne. 11 quartiere ha oggi una &uola çli avviamento p rofessionale, dedicata ad Arnaldo, il rui ricordo mi riempie .ancora e sempre di profOnda triste'lZa.
Camerata De Magistris!
Voi avete agito da fascista, avete costruito! l o vi abbraccio, ed ab· bracciando voi intendo abbracciare tutti i vecchi camerati fascisti di M i·
• A- Milano, alla Scala, la sera d el ottobre 1932, Mussolini aveva assi· stito ad un concerto benefico. Il 26 o ttobre, alle 9, visita i lavori in corso per la costruzione del nuovo palazzo di giustizia.-Aile 9.15, inaugura la nuova Casa dei sindacati fascisti sita in corso di Porta Vittoria. In tale occasione, dopo il saluto rivoltogli dal deputato Pie-tro Capoferri, segretario generale dell"Unione sindacati fascisti, il Presidente del Consiglio pronuncia le parole qui riportate in ri assunto. (Da Il PO'polo d'lla/ia, Nn. 2'56, 26, 27 ottobre 1932, Xl':').
•• A Milano, il 26 ottobre 1932, tra le 10 e le 11.30, Mussolini visita il nuovo edificio dell'.Asilo materno, il nuovo Orfanotrofio di La.mbrate, il palazzo delle Arti., sede della Triennale, in costruzione al parco. Poi inaugura la fondazione Emilio Magistris, sita in viale Papiniano, sede della Scuola secondaria d i avviamento professionale Arnaldo Muuolini e del gruppo rionale fascista Cll1ltf>t"l. Terminata la cerimonia inaugurale e visitato il palazzo, il Presidente del Consiglio appare sul balcone che serve da arengo e rivolge alla folla acclamante le parole qui riportate. (Da li Popolo d' /lalia, N. 256, 1.7 ot· tobre 1932, XIX).
Opera Omnia Di Benito Mussolini
lano, i sansepolcristi, i di ciannovisti , gli squadristi, tutti quelli che si sono stretti attorno a me nelle .ore dure, tutti quelli che saranno sempre intorno il me in qualsiasi cimento. (Un nuovo , irrefrenabile applauso saluta le parole del Duce).
ALLE AUTORITA E PERSONALITA DI MILANO*
State facendo di Milano una città stupenda. Ne sono molto contento.
AI GERARCHI MILANESI **
Il Du re ha espresso al console Brtua la sua viva soddiJfazione per l'imponenza, l'm!uriasmo e l'ordine delle manifestazioni milanes_i, e. hf! soggiunlo che mai come in questi tempi l'adesione po p olare al regime .ti è dimostrata ltmlo spontanea e totalitaria.
Ha approvato in particolar modo l'iJtituzione e il funzionamento di alcune tipiche org anizzazioni del Fa scio milanese e ha tracciato, in proposito, le precùe direttive. E dopo aver ricordato che l'alt() g rttd o di entusiasmo è indisprmsabile per il rag gùmgimento di qualsiasi mèta, ha pregato i dirigenti d i portdre il stw salrtto d tutJ e. le camicie n ere e al della città e della campagna .·
AL POPOLO DI VITERBO***
La ferro via che abbiamo inaugu ra ta stamane, costituisce una delle opere p iù imponent i del decennal e f ascista ed è anche la prova d ell'altezza tecnica ragg iunta dall'ingegneria italiana. Questa ferrov ia vi accosta
• A Mila no, a pal:uzo Monforte, il 26 ottobre 1932, '!-Ile 15.05 , Mussolini ! iceve le autorità e personalità cittadine, alle quali rivolge le parole qui ripor· late. (Da Il Po-polo d'llalia, N. 256, 27 ottobre 1932, XIX).
** A Milano, a-palazzo Monforte, il 26. ottobre alle 15.1 5, Mus so!ini rice-ve i gerarchi de l fascismo loule, ai quali rivolge le parole qui riportate in riassunto (Da 11 Popolo d'Italia, N. 256, 27 ottobre 1932, XIX)
""*"' A Milano, i l pomeriggio del 26 ottobre 1932, Mussolini aveva compiuto v'arie visite. Alle 18.0 5, aveva lasciato la capitale lombarda in tre no diretto a Rom a." li 27 ottobre, alle 8, in piazzale Flaminio, inaugura la· stazione della alJa capitale e farà ancora meglio conoscere ai romani e agli italiani Ja. zona pittoresca che v i ci rconda ed anche la vostra bella, storica, severa città. (Applausi; grid a di: <<Viva il Dtl(e/ »).
Quando sarà, come dovrà essere, continuata 6no a Siena ( « Bme! », «Viva il Duce!»), tutti i vostri traffici ne avranno giovamento e sviluppo. Il Governo fascista, che è venuto incontro con i fatti, come è sua ab.i· tudine, ai vostri bisogni ed ai vostri desideri, vi chiede soltanto di essere ossequienti alle "leggi («Sì! Sì!)), applarm) e fedeli soldati della rivoluzione fascista. (Una grande ovttzione accoglie le ultime parole del capo, che, ritiratosi, è coslfe/J o ad affacciarsi nuovamente, richiamato· dalle imiJtenti acclamazioni della folla).
SULLA « VIA DELL' IMPERO» *
Camerati mutilati! Camicie nere !
Roma, ne i molti secoli d ella sua storia gloriosa, ha assistito a celebrazioni memorabili.
Ma io credo che nessuna di esse sia stata cosl formidabile, impressio· nante e commovente, come l'odierna sfilata delle legi"oni mutilati camicie nere di tutta Italia.
L' Italia del sacrificio vittorioso e inob liabile è passata per prima, come era giusto, nella nuova «via dell' Impero».
Camicie nere !
verso il secondo decennio, con purissima fede, con fer rea decisione, con energia! Viva la rivoluzione fascista! (Le ultime parole si f ondono ron l'urlo unanime della follrr, rhc ri nnova al Dure la dimostrazione ardenle del suo entusiasmo e del/d sua fede) .
nuova fer rovia Roma-Viterbo. Indi sale sul t reno inaugurale, che arriva a Viterbo alle 10.25. Poco dopo, dal balcone del palazzo del Governo, al popolo che lo acclama, rivolge le parole qui riportate. (Da TI Populo Nn. 256, 257, 27, 28 ottobre 1932, XIX).
* Il 27 ottobre 1932, veno le 11, Mussolioi aveva lasciato Viterbo in auto diretto a Roma, dove era giunto alle 12. La mattina del 28 ottobre, inaugura la « via deli"lmJK·ro ». In tale occasione, il Presidente del ConsigLio assiste alla s61ata di alcuni reparti dell'Esercito e di alcune legioni della M.V.S.N. Terminata la sfilata, le legioni si concentrano in p iazza Venezia gremita di folla. Indi, dal balcone centrale del palazzo, Mussolini pronuncia le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'lt11litt, Nn. 257, 259, 28, 29 ottobre 1932, XIX).
La Missione Universale Di Roma
Già più volt e Roma si fece mediatrice ed equilibratrice di idee uni· versali antitetiche fra Oriente e Occidente. La prima volta dopo la guerra sannita, la seco nda quando Paolo si disse romano, la terza co l mento. Ogg i è la quarta volta. Oggi Roma ha una sua idea e un complesso di concezioni di carattere universalistico, nelle quali sfocia ' e si compone il travag lio sociale e umano del secolo scorso.
MUSSOLINI
Da Gerarch;a, N 10, ottobre 1932, Xli.
AL POPOLO DI FORLI*
Camicie nere dei Fasci! Camicie nere delle legioni! Popolo della mia Romagna!
Io sento che nel gr ido col quale mi avete accolto a -questa tribuna è una sfumatura sent ime nta le. Ci- sono molte cose t ra voi e ' me) t ra il vostro cuore ed il mio cuore. Ma in questo momento bisogn a passare il velo della discrezione e del silenzio su questi stati d'animo.
Oggi Forll ha assolto il suo dovere di riconoscenza verso gli eroi che combatterono per la patria ed è giusto che il monuffiento ai caduti ricord i anche i martiri della rivoluzione fascista. (Applami pì·olungatJ).
E solenne che ai piedi del monumento sia stata recata la terra arsiccia rossiccia del Carso, che bevve tanto generoso sangue dei figli di Ro· magna.
Quale poeta narrerà nei secoli le gesta dei «gialli » della Brigata CaJaJe? (Applatm). Mi piace che il monumento concili i due sentimenti che sono nel nos tro spirito: da una parte la pietà per i caduti, dall'altra l'esaltazio ne fie ra della vittor ia, Se i n altre regioni l'i nterventismo fu un fenomeno o un moto di minoranze, io affermo che l'Interventismo in Romagna fu un moto generoso di tutto un popolo. (ApplauJi prolungati e vibrant1).
* La sera del 29 ottobre 1932, Mussolini aveva las ciato Roma in trmo per compie-re un secondo ciclo di visite alle provincie in occasione del decen· naie. A Forli, il 30 ottobre, verso le 12, dopo aver presenziato l'inaugurazione del monum ento ai caduti e di altre opere, dal balcone del palazzo del Governo, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato in ria ss unto. (Da Il Popolo d'Italia, N. 260, l novembre 1932, XIX).
E si capisce, poiché - diciamolo in confidenza - noi l'abbiamo nel sangue! (Scroscianti applauJr).
A questo io pensavo vedendo sfilare le stupende legioni delJe camicie nere e i reparti magnifici e impeccabili del nostio Esercito (1i grida: . «Viva l'Esercito!»), che è veramente una nuova primavera della razza italiana. (Una f!OCe : « Tulto merito f!Oslro! »)
Merito del popolo, che aspett,ava quest'ora ! Una primavera che esplode negli spiriti, nel1e speranze e nella fede!
Trovo p ieno di significato e di altissimo auspicio che la prima manifestaz ione del secondo decennio della rivolUzione fascista abbia l uogo in questa piazza, in questa Forlì, nella te rra che porta il nome di Roma (Appltttui enlusias!icz).
In questo nuovo decennio che ·ci attende e verso il quale noi cammi- ' niamo con grande fi erezza ed ·orgoglio: realizzeremo g randi cose (Applarm). Chiameremo ancor più tutto il popolo a partecipare intimamente alla v ita dello Stato. (Applausi prolunga/t).
T aluno si chiede: è questa l'Ital ia che i caduti volevano? Con chi sarebbero essi? (La folla con grida unanimi risponde: <<Con noi.'»). Con noi, perché è questa la loro Italia. (Si Krida : «Sì.'»). L'Italia forte, ordinata, potente, tenace nei suoi sforzi e nelle sue fatiche. Con chi sono i mutilati? Con chi sono i combattenti? Con chi è tutta la generazione della guerra? ì con il reg ime, è con la rivoluzione delle camicie nere . (O vazioni entusiastiche).
Il D uce rivolge ù1{ine il 1110 salttto ai giovani, che Iaranno domani gli ttrtefici dei dutini della pr1tri:t. (li discorso è Jlttto alla fine Ittlutato da ovAzioni enlrniaJtiche, interminabili) .
AL POPOLO DI PAVIA *
Camicie nere! Fedeli legionari di Pavia!
Voi siete trop po intelligenti per aspettarvi da me un discorso poli· tico. l d iscorsi politici devono contenere argomenti di interesse parti- colare e devono soprattutto essere rari e tempestivi. mi perché sono venuto. Ve lo spiego subito: per rivedere i fascisti di Pavia e provincia (acdamazioni entuJùt.JJiche) e soprattutto le « berrette rosse», magnifici squadristi della vig ilia, che furono dovunque era da muovere all'assalto delle rocche deg li antifascisti e dei nemici della patria (appla111r); poi per visitare la vostra .Unive rsità, che deve conservare intatto ed aumentare il suo prestigio mondiale, se è, com'è vero, che essa è una delle più antiche del mondo, in quanto il suo nucleo primitivo risale al1'825 Gli Istituti policlinici che ho testé visitato sono una meraviglia: onorano l'Università, la vostra città, l'intera nazione.
• Il 31 ottobre 1932, alle 9, Mussolini arriva in tuno a Pavia. Inaugurato il Policlinico Sm: M amo, verso le 10, in piazz<a della Vittoria, dalla loggetta cinquecentesca, pronuncia il discorso qui riportato in riassunto: (Da Il Popolo d'lldlù,, N 260, l novembre 1932, XrX).
Quindi il Duce ha rilevato che la celebrazione del primo decennale della rivoluzione ha avuto un'eco mondiale e ha ricordtJtO il giudizio di Jalu ni giornali J/ranieri, secondo cui la marcia ;u R,oma non è più ;o/tanto un avvenimento italiano, ma una data che interessa la Jloria universale.
Questo -· ba aggiunto il Duce - deve tendere al massimo la nostra volontà e affinare i nostri spiriti. ·
Il capo del Governo ha quùJdi afferma/v che il mondo subisce in questo periodo, v/tre la aisi materiale, anche tma crisi morale.
L'Italia ha già superato la crisi· morale e supererà d'un balzo solo anche quella materiale, se gli altri si arrenderanno all'evidenza e alla ragione umana. Comunque, fascisti non si addolorano tròppo di vivere in qUesti tèmpi difficili, che temprano le audacie e aguzzano le energie.
Il nostro compito - ha conclustJ il Duce - è questo: superare tutti gli ostacoli che la crisi mondiale ci pone innanzi. L'Italia li supererà, perché tutto il suo popolo è raccolto unanime sotto i gagliardetti dd Lttorio.
Il Duce, tra le acclamazioni della molti1t1di11e, ha concltJJOalfumando che ai fa scùti ·spetta l'avvenire, ma spettano ancbe i maggiori doveri (L'oratoria del Duce stJscita qua;ì ad ogni frau tm tumulto di applatui, di approvazioni, a quando 4 quando di ;ano umoriuno; infine è un'eJplo;ione altiuima e prolungata che ;aiuta _ le finali con cui il D uce si rivolge alla folla lA folla delle camicie nere fedeli risponde gridando: «A chi il Duce?». Poderosùsìmo rimona l'« A noi!)) di tutta la piazza).
AL POPOLO DI MONZA *
Nel discor.Io pronunciato a Monza, S. E. il capo del Governo ha ricordato che qua/lordici anni fa, di queJti giorni, nel cielo delia patria ·la vittoria si librava impetuosa con le Jtte ali d'acciaio. L'Esercito mfloveva V(!TJO la definitiva vi/loria. Nelle I l/e file erano i giovani delle u ltime leve, gli adolescenti delle cla.ui del '98 e de/'99 che si batterono da leoni. Il Duce ha Joggiunto che dieci anni fa , in queSti stessi giorni, la generazione che aveva fatto la guerra e che era ancora pronta a combattere, muoveva verso Roma a rivendicare la vittoria. Furono due momenti inscind ibili nella storia del popolo italiano, due momenti che fanno vibrare ancora profondamente i cuori. O ggi tutto il popolo italiano è convinto che il reg ime fa scista è un regime di forza, ma anche soprattutto un reg ime di giustizia. (A pplauSI). Il fascismo è contrario ai poltroni, ma anche a tutti coloro i quali credono che, avendo partecipato a una rivoluzione, ci siano soltanto dei diritti da rivendicare, mentre ci sono, e sempre, . dei doveri da compiere. (ApplauJJ).
Il Duce, rivolgendo1i. poi alle 1Iumerose, abili e dùciplinate maeJtranze di Manza, ba rinnovato agli operai l'invito a entrare nelle file f4JcÙie, dichiarandoli sicuro che n el jaJcùmo, ir1 queJta Milizia che ha giuralo di matllenerJi al urvizio dello Stato, e quindi della nazione e quindi del eJ.Ii si convinceranno cbe il Partito Nazi onale FaJCista · è u n poderoJO Jlrumento Per elevare materialmente e moralmente il popolo italiano: ( ApplatiJì) Il regime intende la collaborazione di classe con spirito d i assoluta lea ltà. Non d deve essere sacrificio da una parte sola a beneficio dell'altra. Il capitale ed il la.voro sono stati messi ·sullo stesso "pia no, perché il fascismo Ii intende interdipendenti "l'uno dall'altro.
E. da lla loro fusion e armonica, dalla lo ro cooperaz içme intelligente e con- cc>JtJ fau? ", chiede il Duce. "Preghiamo - risponde padre Casolari - anche per chi non prega ". Il Duce resta un attimo pensoso: "Allortt, anrhe prr me, perch; ;o ncm ho tempa ".""Pcima di tutti " , ribatte pronto il frate. Il dialogo ha sfiorato i massimi sistemi ». Alle 12.45, Mussolini lascia Pavia in treno dalla stazione della Certosa Alle 14 30, .uti'Va a Monza, dove, poco dopo, dal balcone del Municipio, pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popola d'llltlùt, N. 260, l novembre 19}2, XIX), tinua, che. nasce e si sviluppa il benessere dei s ingoli e d ell'intera nazione.
• Il H ottobre 1932, il discorso al popolo di P avia, Mussolini compie un «giro veloce e pure sinteticamente· comprensivo di tutta la città ». Alle 12, è alla Certosa, che visita minutamente. «All'uscita, al Duce si fa in· cont ro il priore dei certosini, da poco tornati alla Certosa, ai· culto domenica scorsa da monsignor Ballerin i; e il capo del G overno lo trattiene a colloquio infonnandosi del ritorno e dei fi ni e della vita dell'Ordine.
Quindi il ha rievocato i m o rti inobliabi/i della guerra, i quali rivivono tu/ otore di tullo il popolo. Infine, Jafutando Monza, che, delle i primi un/o fucili per difesa del «Popolo d'ltttlia », ha dichiaralo che quando un altro blocco di opere Jarà compiuto, egli torn erà a visitare la rilfà. (Il discorJo è stato Jalutato da una vibrante e interminabile . or•azio n e).
AL POPOLO DI BRESCIA *
Il Duce, dopo avere rivoJJo tm elogio ai gerarchi de'Ila città per le opere co;truite, ha ricordttto che a B rescia è l egato il ricord o dei giorni in cui egli partì semplice bersagliere per .il fr onte della guerra.
Davanti agl i edifici superbi di questa piazza - ha deuo· il Duce ·che voi avete dedicato alla vittoria ed agli immortali spiriti che la conquistarono, davanti a questa piazza monumentale ed agli alti edifici, le parole sono superflue, perché parlano le opere, parlano i fatti. Quello che vi è di più confortante in questo periodo e che rivela la splendida maturità del popolo italiano, è che si può parlare francamenre alle mal· titudini; dire ad esse che la via non è facile, ammonirle che saranno necessari altri sacrifici, perché senza sacrifici non si fil la sto rla.
Il Duce dichiara poi di non avere mtti dubitalo che i l popolo italiano avrebbe manifesJdJO nel decennale la ma ade1ione Jotalitqria rtl regime fascista. In questi dieci anni si i: lavorato, ma si lavorerà d i pi ù nel secondo decennio. La divisa dell'autentico fascista è questa: non adag ia rsi mai sul f atto compiuto, non tardare se non per il necessario riposo e quindi riprendere immediatamente la marcia in avanti. (Applrtuii enluiiaJtici).
Infine il D11ce ha salutato i camerali di BreJda, incitando/i a tenere Jempre v iva la divina certezza nei destini della patria ed ha dichiarato che ciascuno, / ornando dlle ocmpazioni nelJ!induJire cilld, nelle città mi· nori, nei nella pianura ubertosa e la vora/a come un giardino, sino alla corona delle A lpi inviolabili.., por/are ovunqrte il grido della pauione faJCista ed il con vincimento fermissimo che l'avvenire dell'Italia è solidamente in potere della rivoluzione fascista. (li Duce ha parlato. L:t maua ha lasciato appena che l'ultima parola si libraue .nel silenzio, per prorompere in un'ovazione indescrivibile. Tuuo qualllo era pouibile è Jlato alzato e proteso: mani, rappetli, fazzoletti, bandiere, imegne, trombe, /ul/o è stato iJsato come al vertice sommo delt'en/usiasmo . «Duce! Duce/)). Da ogni /aro /'invow::.ione viene ripetllla) .
• 11 31 ottobre 1932, alle 16, dopo aver visitato Monza, Mussolini aveva lasciato la città in treno diretto a Milano, dove aveva pernottato. 11 1° novembre, alle ar riva in treno a Brescia. Alla stazione, «il commendatòr Rin.o p resenta al Duce un messaggio di Gabriele d'Annunzio, che ha voluto essere jl primo a porgere il saluto a l capo al suo giungere nella terra bresci ana» . Alle Mussolini giunge in piazza della Vittoria, sale sull'arengo, e pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo d' l!alid, Nn. 260, 261, l, 2 novembre 1932, XIX).
AL SEGRETARIO FEDERALE DI BRESCIA*
Dite alle camicie nere bresciane che la manifestazione non mi ha soltanto soddisfatto, ma mi ha anche altamente commosso.
AL POPOLO DI . ANCONA**
Il Duce ha rilevato. che il nuo vo palazzo delJe Poste rùponde alle necessità dell'aumentato traffico e che il palazzo dei LiUorio diverrà il cen/ ro di ·tutte le organizzazioni provinciali del regime.
• A. BreScia, alla stazione, il 1° novembre 1932, alle 11.25, in procinto di lasciare la città, Mussolini rivolge al segretario federale Innocente Dugnani le puole qui riportate. (Da Il Popolo d' Italia, N. 261, 2 novembre 1932, XIX).
•• Jl l" novembre 1932, alle 11.30 , Mussolini aveva lasdato Bresria. in treno .Alle B, era arrivato a lonato « Il capo del Gove.rno, appeha sceso dal treno, trova l' automobile inviata da Gabriele d'Annunzio che l'attende e riparte immediatamente alla volta di Gardone », dove era giunto alle 14. Portatosi al Vittoriale, si era ritirato subito a colloquio con D'Annunzio. «Alle 15, il Duce e il Comandante, accompagnati dall'architetto Maroni, escono dalla Prioria., e per_ il tortuoso sentiero deJia valle del rio Torto, si portano alla nave P11tli.z ». Circa mezz'ora dopo, i due avevano raggiunto il colle delle Arche, dove avevano sostato a lungo. Alle 17, Mussolini aveva lasciato il Vittoriale in auto diretto a. da dove era partito alle 17.25. Il 3 ·novembre, alle 10.45, arriva i n treno ad .Ancona, lnaugurato il monumento ai caduti, in piazza del Plebiscito, dal balcone del palazzo del Governo, pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo Nn. 261, 263, 2, 4 novembre 1932, XIX).
Opera Omnia Di Benito Mussoljni
Ha rivolto poi un elogio alla gente marchigiana, laborioJa e diJC,reta, falla di rurali e di marinai, che chitde allo Stato soltanto ciò che è puramente neceuario e che ba suggellato il suo pairiollismo fieriJJimo e unitario con il sangu"e dei suoi eroi e dei martiri.
Quindi, dopo avere t'icordaJo Filippo Corridoni, ·J'eroe puriJJim o della trincea delle Frasche, il tribuna irreJÌJtibìle e trauin.mte dell'i nterventismo popolare, il capo del Governo ha dichiaraJÒ-che il 1915 segna per l'Italia una grande data risolutiva.
·lA 11110va grande Jloria d'italia comincia · da queJta data. E dal maggio 19 15 cht: il popolo erompe urlla scena politica, ·caccia i mestieranti dal tempio e diventa l'artefice del proprio de.stino . La -vi/Joria fu JilaJa non già perché mancassero al popolo la cerJezza e il coraggio, ma perché la fede mancò nei governanti.
Noi abbiamo invece piena fede nel popolo italiano e sentiamo che il suo entUsiasmo è oggi più ardente di quanto non fosse 11elle giornale stesse deJ/a marcia SII Roma.
JJ capo del Governo l;a affermato che egli non c0111a le ore della ma fatica quotidiana e che il compito dei fa scisti è di essere citladini esemplari. Obbedire e servire.
Il Duce ha concluso dichiarando che il popolo italiano e il regime fascista sono oggi un'unità compaJta, infrangibile, formidabi le, che p11ò resiJtere e resisterà a tutte le prove. ·
Quando egli termina di parlare, l'entusiasmo non ha confini. La folla, di pùì di cinquantamila persone, grida: «Duce/ D uce/ Duce l» e l'evoca con 11na f ormidabile, imistente, impetuosa invocazione. Ben quatJro volte egli si ripresenta sul balcone, evidentemente soddisfatto del· l'intima comtmionq fra il capo ed il fiero e schiello popolo marchigiano. Alla quinta volta, dalla saletta interna, siccome l'invocazione insùte m idabile, muove per riaffacciarsi: si ferma . 1111 istante, ma poi, d eciso, va al balcone esclamando: «Voglio tornare fra questa brava gente!».
Ancora 11n(1. volta egli Cede alle evocazioni: si presenta al popolo sempre in delirio pe! la sesta Poi, sorridendo, Ji avt·ia per partire, menancora la piazza d el Plebiscito irrompe nell'aria l'invocazione: <<Duce! Duce! Duci/» .
332' RIU N IONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
in principio di .reduta è stato app rovalo il lesto di un d ecreto di amni-rtia e indulto, proposto a Sut1 Ma eJtà ii re dal capo del G overno e dal miniJtro GuardaJigiJ/i di concerto con gli altri miniJtri intereuati. Il duret o è Jtato inviato immediatamente a San RoJJore per euere sol: topoJ/o alla firma di Sua Ma està il re. Il provvedimento contempla anche i r"eati d i antifasciJmo, e, malgrado talune neceJ.Jarie limitazioni riguardanti i recidivi e i latitanti, è i l pik largo che Jia stato emanat o dalla proclamazione del R egno d'Italia. .
Poi, SII propost a del capo d el Governo, mù;iJtro" degli Affari EJ/eri, il Consiglio dei ministri ha approvato un diJ egno di legge l ' esecuzione nel Regno fra t'Italia e la Gran Bretagna circa i reclami dei sudditi e protetti italiani e britannici per razzie ed incidenti sul _confine anglo-italiano in . Somalia, nonché del relativo munbio di note ed alli entrambi a Bihin il 2 .retlembre 1930. in seguito, il capo del .Governo,· miniJtro degli Interni, ha all'app rovazion e del Comiglio dei ministri : l .......:... Un disegno di legge r(!(ante norme per la repreJJione della propaganda iJlecita di specialità medicinali. 11 provvedimento è direi/ o a moralizzare il commercio delle Jpecialità medicinali, colpendo, con ddegual e Janzioni penali, quelle forme di cointereuenza a favore di e farma cisti che, mentre offendono il decoro delle ct:Jtegorie projeJJionali, si risolvono, nel co11/empo, in 11n pregiudizio per la pubblica salute.
2. - Uno sch ema di decreto col quale si apportano a/cune modifiche dl!'ordinamenJo del per;onale di. Pubblica Sicurezza.
• La mattina del 3 novembre 1932, Mussolini aveva lasciato Ancona io auto. Giunto a Falconara, "era salito sul treno presidenziale, che era partito alle 12.4S alla volta di Roma, Il 5 novembre (ore 10-12), Mussolini presiede la riunione del Consiglio dei ministri della quale qui riportato il resoconto. (Da Il PopoJo à'/Ja/ia, Nn. 263, 265, 4, 6 novembre 1932, XIX).
135" RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO. DEL FASCISMO*
Erano presenti le U. EE. De Bono, Balbo, De Vecchi, ' Federzoni, Giuriati, De Francisci, Jung, Ercole, A cerbo, Ciano, Rouoni, Arpina/i, Marconi, R occo, CriJtini, G randi, T eruzzi, De Stefani, Bollai; gli otwrevoli Adiilolft. Benni, Razza, Tauinarì, ed il p,.ofessor Marpicati. ,Segretario, l'on, Acbil/e Starace.
il ugrelario del P.N.F., richiamandosi alia deliberaziqne d el Gran Comiglio del fascùmo del 3 marzo IX E.F., ba comrmicàto che le domande di ÌJ(rizioni presenlate a t ulto il 30 oitobre tJ.J. sommano a oltre mezzo milione e che 11011 è stato ancOra poHibile accertare il numero di quelle du continuano a pervenire dopo tale data, da parte di maeJJranze induJtriali e maJSe agricole.
A partire da oggi, 6 novembre, ;artJnno accolte le domande i l cui eJame Jia già Jtalo con eJito fav orevole in hau alle direllive del segretario del Partito.
Sul comma primo_ dell'ordine del giorno: «Relazione Part ito e modifiche da appotta re allo stai/ilo » ha riferito l'an. Starau, il quale ha annunziato che la forza totale dei P.N.F. al primo dell'anno XI è di 2.411.133.
Il Duce ha commentato alcuni punti della relazione, a coni!toione della quale il Gran Consiglio ha votato il Jegue ntc ordine 'del giOrno: « iJ Gra11 Consiglio del 'faJCiJmo, udita la re>lazio ne del Jeg retario del P.N.F. , a/l'auività Jvo/ta dali'on. Sta race e suoi collabo· del DireJiorio e rivolge m1 elogio ugretari federal i per l'opera da eJSi compiuta duratJte l'anno X>>.
Il Gran Comigl io ha quindi iniziato l'eJame dello statuto del P.N.F. Hanno preio la paro.la Rocco, Arpinati, Razza, Balbo, Fede,rzoni, Giuriati e Starace. .
• Tenutasi a palazzo Venezia il ) novembre 1932 (ore 22-1.1:5). (Da J/ P()polo d'Italia, N. 16), 6 novtmbre 1932, XIX)
136" RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Eran o presenti le LL. EE. D e Bono, Balbo, De Vecchi, Federzoni, Giuria/i, Jung, Ercole, Acerbo, Ciano, Rossoni, Arpinati, Marconi, Rocco, Cristini, Grandi, Teruzzi, De Stefani, . Bottai; gli onorevoli A dinolfi, Benni, Clavenzani, Rttzza, T auinari, ed il professar Marpicati. tario, J'o n. Starate. Asunte giuslificalo S. E. De Fran cisci.
L'on Starace in principio di seduta ha comunicato ltt 'ripartizione d.eJ/e forze inquadrate e tessera/e del Partito: Fasci _ maschili 1.007.231,' Faui f emminili 145 .210; giovani fasciste 39.314,- Pasci Giovanili Combattimento 608.663; Gruppi universitari fauisti 57 996,· Associazione jauista pubblico 191.269,- ASJociaziom f aJCista dipmdenti aziende Sia/o 68.85 4i A uociazione f asciflrl f errot'ieri 122 .096 ,- A sso · ciazione fa scùta postelegrafonici 69.3.57
E stat o poi ripreso l'esame dello stallllo, che sar4 ultimato sabato prossimo. Hanno parlato. De Bono, Balbo, De Vecchi, Marco ni, Federzoni, Giuriati, Arpinati, R occo, T emzzi, R oJJoni, Afdrpicati, A dinoifi, Starace.
137" RIU N IONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano preunti le L L. EE. De Bono, Balbo, D e 'Vecchi, Federzoni, Giuriati, De _ Francisci, Jung, Ercole, Ciano, Arpinati, M arconi, R occo, Cristini, Grandi, Teruzzi, De Stefani, B ottai; gli onorevoLi. A d inoifi, Benni, Clavenzani, Rttzza, T auinari, ed il profeuor Marpicati. Segretario, J'on. A chille Starace. Assm ti gillsJificali le U. EE. A cerbo e RoJJoni.
!t Gran Consiglio dei fascis mo ha 11/timato l'eMme deLlo siatulo d el P.N.F. ed htt approvato la discuuione sui vari articoli, che è stata riaJstmla di tJolta in volta d ai Dute.
• Tenutasi a palazzo ·Venezia i l 7 novembre 1932 (ote 22-2). (Da Il Popolo ti'1talia, N. 266, 8 novembre 1932,
** Tenutasi a palazzo Vene-zia il 12 novembre 1932 ( ore (Da I l Popolo d' llalia: N 27 1, 13 novembre 1932 , XIX).
Hann o partecipato Cim1o, Fcderzoni, De Bono, De Francùci, Arpinati, Rocco, Giurùtti, Marpirati, Teruzz!, Crùtini, Clttvenzani e Starare.
Lo statuto sarà pubblicato sul «Foglio d'Ordini del Partito»JJ Gran Comiglio ha inoltre.approvato l'accOrdo. ila/o-egiziano del 6 dicembre 1923 per la delimitazione dei confi1Ìi fra la Cirenaica e l'Egitto.
PER L'INAUGURAZIONE
DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE <i VOLTA>>*
Aaolto da rma prolungata, calorosa Ot)(tzione, si è ·levato infin'e a parlare S. E. Mtusolini, che ha portato, a nome d_el Govemo italiano e mo personale, il saluto ai convenuti, augurando che le loro dùrtm ioni siano feconde non so/lallio n el campo d elle idee, 111t1 ancbe in qucifo della politica europea.
ALLA RIUNIONE DEL COMITATO CORPORATIVO CENriALE**
11 capo d el Govemo ha sottolineato t'importanza politica . dell'allo portato dinanzi a! Comitato, ano che dimostra ancora una volta come, nel clima di co//aborazio11e tra le forze prod111tive imtattrft!o dal regime, si ponano compiere anche in momenti eco11omùi difficili importanl iuimi a/Ji concreti a favore dei lavoratori benemerili.
* A Roma, in Campidoglio, nella sala di Giulio Cesare, la mattina de l 14 novembre 1932, Mussolini presenzia la seduta inaugurale del convegno internazionale Volta pe-r le scic:me morali e storiche, indetto dalla reale Accademia d'Italia. ln ta le occa_sione, preceduto da vari oratori, il Presidente del Consiglio pronWlcia le parole qui riportate in riassunto. (Da 1/ PoJ•olo d'It.:t!id, N. 272, novembre 1932, XI X).
** A Roma, a palazzo Venezia, la mattina. del novembre 1932, Mussolini presiede la. del Comitato corporativo ccntca!e «Il Comitato corpora· tivo ha innanz.itutto dato all:l unanimità, su rehtzione di S. E. Biagi, parere fa· vorevole al riconoscimento giuridico della "Casa di riposo per g li anziani del lavoro", desti nata, mediante l'apporto delle Associazioni sindacali e del fondo per le corporazioni; a celebrare in modo tangibile il nel mondo del lavoro, assicurando ai vecchi lavoratori (con preferenza a quelli insigniti della
333" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Su propo1ta del capo del G ovemo, primo ministro, segretario di Stat o, il Consiglio dei ministri approvato il 1movo statuto del P.N.F. nel /e J/0 già deliberalo dal Gum Comiglio del fasciJmo.
Inoltre, ;u propo1ta del capo d el Go ve rno e del ministro dell'agricoltma e delle ForeJie, è stato approvato uno Jcbema di decreto che ùtituiue la dùtimione onorifica «Al merito rurale». It provvedimento mira a comacrare la nuova dignità cui il Governo fascista ha elevato la vita mrale e la particolare importanza che il regime auegna aU'agrico/tma, dando degno riconouimento alle benemerenze acquiJtale dal lavoro agricolo. Da ciò l'opportunità di istit11ire, per gli agricoltori, una di.JtìnziontJ on orifica che ne premi, con adeguala ampiezza e decoro, le be11emerenze strettamente rurali. Con lo ICbema approVato, vengono i nfine ab rogate le di! posizioni relati ve alle C011ct!JSioni degli aJJeJiati di benemerenza agricola e·Jilvana, dimoJtrateJi non pienamente adeguate
(1/J'import anza delle nuove manife;tazioni della t:ila agricola italiana.
Poi, il Consiglio dei miniltri, su proposta del capo del Governo, ministro degli Affari E1teri, ha approvato: l. - Uno Jcbema di decreto per dare esecuzione nel R eg110 al trattato di conciliazione e di regolmncnlo giudiziario del 18 _ marzo 1932 Ira
1' /Mlia e la Colombia. Il lrtt//ato riguarda le controversie di qualsiasi natura che po1sm10 Jorgere-fra l e due parti contrttenti, e stabili.Jce, per 'luelle che non siano risolte per via diplomatictt, una procedura d i con-· ciliazione, alla può f are uguilo il rego/amen/ 9 giudiziario davanti la Corte permanente d i giustizia internazionale. Es1o è analogo ai trattati del genere s!ipulati dal Governo jaJCista con altri paeJi
2. - Uno 'scbema di provvedimento per l'eumzione nel Regno del protocollo fra l'Italia e l'Austria del/' 11 not·embre .1932 per l'appUca- zione dell'accordo del 7 "luglio ·scorso, conarnente la liquidazio'ne d el saldo deJ/a stttnZtt di compensazione(« dearing ») italo-allstriaca. 11 protocollo integra gli accordi precedenti in materia con disposizioni iipirate al recip roco d ei du e paesi. ·
Stella al merito del lavoro) un tranquillante riposo negli ultimi anni della lo ro vita. La casa, cUi è st ato assegnato un patrimonio di qualtro milioni ed -ottocentomila lire, sorgerà in una sede climatica delle provincie redente». Indi il Presidente del Consiglio fa le d ichia razioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo N. 273, 16 novembre 19>2, XIX).
• T enutasi il 16 novembre 1932 (ore 10·12.30). (Da ll Popolo N. 274, 17 novembre 1932, XIX).
Succen ivamente, 111 proposta del capo del Govemo, miniiirf! dell'Interno, il Consiglio dei ministri ha approvato rm disegno di legge concernent e la ricostitflzione· del comune di Sant 1Angelo Lìmoiano (Campobauo ).
DISCORSO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI . PER IL DECENNALE*
Camerata Presidente! Camerati deputati!
Lo scadere dd ptimo decennio sui dieci preventivati e certissimi trova la rivoluzione fascista più potente che mai, perd1é dura e continua. Continua nel nostro ardore lirico e nell'entusiJ.smo della vigilia, nella n<>5tra indomabi le volontà per la quotidiana fatica, nella nostra ansia contenuta e pur tuttavia fremente dell'avvenire.
Questa stessa aula non è più grigia, da quando vi entrarono le generazion i di V ittorio Veneto e della marcia su Romà. (Vivissimi, pro/Jmgati e ri petNii applarm). Non, è più sorda da quindo v i risuonarono g li inn i ed i canti della rivoluzione ( A cclamaziom).
Il significato delle celebrazioni del d ecen(!.ale è du plice cd immen so, ed io richiamo s u di esse l a vostra intenta meditaz ione. Da u na parte il popolo italiano, in masse compatte e formidabili di milioni di uomini, ha f atto un deciso balzo in avanti; ed io, anima contro an ima, sento di averlo interpretato come non mai. (l ministri ed i deptt!ati in piedi acclamano rip etfltamente).
Dall'altra parte, le dottrine, g li istituti c le opere compiute dalla rivoluzione- de lle camicie nere, sono alrordine del g iorno in tutti i paesi di Europa. Poiché in questo mondo oscuro, tormentato e g ià vacilla nte, la salve22a non può venire che dalla verità di Roma e d a Roma verrà. . (La Camera 11nan i m e scatta in piedi e tributa al Duce nuov e, vib ranti, fervid e e prolungate acclamazioni al grido di : << DJJce! f? ua ! »).
* Discorso pronunciato alla Camera dei deputati, nella tornata d el 16 novem: bre 193 2 (ore 16-16.1 5). (D-agli Alli d el Parlam f!nJo italia11o. Came-ra dd tlepNfa ,;. 1929 '33. XXVlll L egis/aJ.ura. Dìs.tmioni. V ol ume Vlf: Jal I6 r: f)llem· bre 193 2 al 18 marzo 1933 • Roma, Tipografia della Camera dei d eputati , 19B, pagg. 7 129-7 130}.
DOPO LE COMMEMORAZIONI*
n con profondo rammarico che a nome del Governo mi associo alle parole di compianto che furono testè pronunciate dal Presidente della vostra Assemblea in memoria dei due camerati scomparsi.
COMUNICAZIONI DEL CAPO DEL GOVERNO**
Ho l'onore di partcipace alla Camera che, con decreto de l 20 luglio scorso, Sua Maestà il re ha accettato, su mia proposta, le d imissioni rasseg nate: dall'an., avvoca.to Dino Grandi, d eputato al Parlamento, dalla carica di ministro seiretario di Stato per gli Affari Esteri; dall'an., professar, avvocato Alfredo Rocco, deputato al Parlamento, dalla carica dì ministro ·segretario di Stato per la Giustizia e gli Affari di culto; · dall'an., dottor Antonio Mosconi, senatore del Regno, dalla carica dì ministro segretario di Stato per le Finanze; dall'an., professar, Balbina Giulia no, d eputato al Parlàmento, d alla carica di ministi:o segretario di Stato per l'Educazione nazionale; e da!J'on ., professar, dottor Giuseppe Botta i, d eputato al Parlamento, dalla carica di ministro segretario di Stato per le Co rporazioni.
SOno state, altresl , accettate, su mia proposta, le dimiss ioni rassegnate : dall'an., avvocato Francesco Giunta, deputato al Parlamento, d alla carica di _sottosegreta rio di Stato alla Presidenza del Consig lio dei mi. nistri ; dall'an., avvocato Amedeo Fani, deputato a l ·Parlamento, dalla ca rica di sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri ; dall'an., avvOcato Giusep pe Morelli, deputato al Parlamento, dalla carica di sottosegretariò di Stato· per la Giustizia e g li Affari di culto; dagli onorevoli, ingegner Vincenzo Casalini ·e pr6fessor, dottor Ettore Rosboch, dep utati al Parlamento, dalla carica di sottosegretari di Stato per le Finanze; dall'an., professar Salvatore Di Marzo, deputato a l Parlamento, dalla carica di sottosegretario di Stato · per l'Educazione nazionale ; dagli onorevoli, avvocato Filippo Pennavaria, avvocato Giova nni Cao conte di San Marco e avvocato Ferdinando Pierazzi, depu ta ti al Parlamento, d alla carica di sottosegretari di Stato p er le - Comunicazioni; dagli onorevoli, avvocato Dino Alfieri e Trig ona Emanuele dci Marchesi di Canica rao, deputati al P arlamento, ·dalla ca rica di sottosegretari d i Stato per le Cor porazioni. -
* Parole pronunciate al la Camera dei deputati, nella tornata del 17 novembr e 1932 (ore ·16-17.45), dopo le commemorazioni dei deputati Ercole Gaddi Pepoli e Raffaele Pescione fatte dal dt"putato Giovanni Giuriati, Presidente (Dagli Atti del Parlamenl(l italianu , Camera dei d eputati. Ugislaturll d t. S euione d t , · Di· ;omioni. Volume Vll, pag. 7l36}. ** Fatte alla Camera dei de putati , ne ll a to rnata del 17 novembre 1932. Ri· petute al Sen ato, nella tornata d el 6 dkembre 19 32. ( Dagli ./tJti J,/ Parlanm ll o iJtJlidlto. d ei de putati Ugilla1ura àt, Seuiane d t. Diu uui(mi V olume Vll, pag . 7l 37).
Con decreto dello stesso g iorno, Sua M aestà . il re mi ha affi data la direzione dei ministeri degli Affari Este ri e delle Corporazioni
Contemporaneamente sono stati nominati, su mia p roPosta, ministri segretari di Stato: per la Grazia e Giustizia , l'on., professar Pietro De Francisci, deputato al Parlamento; per le Fina nze, J"on. Guido Jung, deputato al Parlamento; e per !"Educazione nazionale, J'on., professar Ercole, deputato al Parlamento. 1
Con decreto reale dello stesso g iorno, sono st:tti nominati, su mia proposta, sottosegretari di Stato: per la Preside nza d el Consiglio dei ministri, l'an. Edmondo Rossoni, minist ro di Stato, deputato al Parlamento; p er g li Affari Esteri, l'on., avvocato Fu lvio Suvich, deputato al Parlamento; per la Grazia e Giustizia, l'on. Anton io Albcrtini, deputato al P arlamento; per Je -Fi_nanze, l'on., professar, ingegner Umberto Puppini, deputato al Parlamento; per l'Ed ucazione nazionale, J'on., professar Arrigo Solmi, deputato al Parlamento; per le Comunicà.zioni, g li onorevoli, avvocato Ruggero Romano, ingegner G aetano Postiglione e Luigi Loiacono, deputati al P arlamento ; per le Corporazioni, gl i onorevoli, professar, avvocato Alberto Asquini e avvocato Bruno Biag i, deputati al Parlamento.
Con decreto reale, pure del 20 luglio scmso, su mia p roposta, la Direzione generale degli Affari di Cu lto e l a Direzione generale del
Fondo per il culto e del Fondo di ben eficenza e religione ne lla città di Roma sono p'assate dal ministero d elJa Giustizia a quello dell'Interno, e la denominazione del ministero della Giustizia e deg li Affari di culto è stata modificata in quella di ministero di Grazia e Giustizia.
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE *
M i onoro di .presentare alla Camera i seguent i diseg ni d i legge : conversione in legge del reg io d ecreto legge 11 giugno 1932. numero 696. concernente la istituzione di un Ente per la colonizzazione d ella Cirenaica; conversione in legge del reg io d ecreto l egge 27 ag osto 1932, nu· mero 1040, concernente la f acoltà al ministro per l'Ag ricoltura e le Foreste di sospendere l'applicazione . d elle disposizioni vige nti relative al contingentamento delle mattazioni e all'ammissio ne al consumo della carne macellata importata, fresca o refrigerata; modificazione dell'arhcolo 8 del regio decreto legg e 21 febbraio 1932, nwnero 154, concernente la pubblicità dei prezzi degli alberg hi, delle pensioni e delle locande; norme per la concessione deJI'autorizzazione a tenere congressi· in Italia e pe r l'istituzion e di una commissione consultiva . per la partecipazione ufficiale dell'Italia a congressi internazionali; inodifi.cazione alle norme per !"abil itazione nelle discipline s tat istiche ; conversione in legge del regio decre to legge 14 ottobre 19 32, numero 1438, che autorizza l'Istituto nazionale delle assicurazioni ad assumere in riassicurazione una quota pa rte dei rischi inerenti ai crediti per l'esportazione.
• Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 17 novembre 1932. . (Dagli Alli del Parlamento ili:lliano. Cam"a dei àepuwi. LegiJ/arurA àt. Sessi one cii. DimmioRi Volume V II, pag. 71 51).
138' RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
E rano presenti le U. BE. De. Bono1 Balbo1 De Veahi, Federzoni, Giuriati, De Francùci, Jurig, Ercole, Acerbo, Ciàno, Rouoni, A rpinati1 Marconi, Rocco, Criitini. Grandi, T eruzzi, De Stefani, Bollai; gli onorevoli Adinolfi, Benni, Cla ve,Jzani, Razza, Ttminari1 ed il profesiOr Marpicati. Segretario , l'on Achille Starace.
Sulla situazione interna e internazionale _ha riferito il Duce, che hq parlato per oltre due ore. ·
Al termine della relazione, hanno preso ltt parola De Stefani e Jung.
NICOLA VACCHELLI **
t con profonda tri stezza che in nome del Governo mi associo alle commossi: parole testè pronunciate dal Presidente di questa Assemblea.
L'immagi ne e la memoria del camerata VacchelJi, scienziato, soldato, camicia nera, resterà a lungo scolpita nei nostri cuori.
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE ***
Mi onoro di p resentare alla Camera il d isegno di legge: approvazione della convenzione internaziona.le per limitare la fabbricazione e regolare b distribuzione degli stupefacenti , stipulata a <;iin evra. il 13 lugl io 1931.
• Tenutasi a palazzo Venezia il 21 novembre 1932 ( ore 22-2). (Da 11 Popola d'Italia, N . 278, 22 novembre 1932, XIX}.
** Pa role p ron unciate a lla Camera dei deputati, nella tornata del 22 novembre 1932 {ore 16-18.40), dopo la commemoraUone del deputato Nicola Vacchelli latta dal Presidente dell'Assemblea. (Dagli Atti d el Parlammto italia11o. Camera dà d eputati U ghlatura cit SeJJione di. Diuuuioni. Volume V II, pag 7200).
• • • Paro le pronunciate alla Camera dci deputati, nella tornata Jel ·22 novembre 19H . (Dagli Atti del it4liano. Camera depulali. ·UKirlatura eh. Smione cii. Diuuuioni. Volume Vll, pag. 7200).
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE*
Mi onoro di presentare alla Camera i disegni di legge: disciplina della produzione e del commercio deJlo zolfo in Italia; delega al Governo dei poteri per sottoporre ad autorizzazione i nuovi impianti industriali.
Chiedo che di quest'ultimo disegno di legge sia dichiarata l'urgenza.
139" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano presenti le U. EE. D e B ono, Balbo, D e Vecchi, Federzoni, Giuria/i, De FranciHi, Jm1g, Ercole; Acerbo, Ciano, R ossoni, Arpinati, .Marconi, Cris.tini, Grandi, Teru:tzi, De Stefani, Bollai; gl i onorevoli A dinolfi, Benni, Clave11z ani, Razza,. TaJJinari, ed iJ profeuor Marpicati. Segrelttrio, l'on. Achille Starace. AISenle giustificalo S. E. Rocco, comma secondo de/l'ordine -del giorno, riguardcmte la ;ituazio1ie interna e internazionalè, ha nuovamente parlato il Duce.
RipreJa la dùcwsione, vi hanno partecipato Benni, TaHinari, Ju ng, Grandi, Bottai, Rossoni, De Stefani e Gi11riati.
PREFAZIONE A «IL GRA.J.'I CONSIGLIO NEl PRIMI DIECI ANNI DELL'ERA FASCISTA>>***
Prima di tracciare queste linee, ho vOluto rileggere attentame nte, pagina per pagina, questo volume, che dev'essere considerato fonda· mentale p er tutti coloro - fasci sti, afascisti, studiosi in i quali vogliono comprendere i motivi della rivoluzione fa scista e seguirne lo sviluppo metodico, progressivo durante questi primi cinque anni di regime.
La prima raccolta delle decisioni del Gran Consiglio si fece «per materia)> e non · fu felice; l'attuale, invece, apparentemente cronologica n ella sua d isposizione, offre, meglio della precedente, la possibilità di riabbracciare Ja storia del fascismo diventato regime e di intenderne il carattere e J'importanza. Niente d i più interessante dal punto di ·vista delia politica, e, oserei dire, niente di più drammatico, dal punto di vista umano, di questa raccolta di ordini del g io rno.
• Parole p ronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 23 novembre 1932 (ore 16-18.40). (Dagli Alli d el Parlamento italit,mo. CAmera d ei depurati, LegùlaJura dr. Senio·ne cit. Dùomioni. Volum e Vll, pag. 7297).
** Tenutasi a ·palazzo Venezia il 23 novembre: 1932 (ore 22-1). Da Il Popolo à ' ltttlia, .N. 280, 24 novembre 1932, XIX).
U* NAZIONALE FASCISTA - 1/ Gran Consi glio nei primi dieci anni Jell'èra fauista .- Editrice « Nuova Europa», Roma, 1933.
Dietro le parole sta la documentazione ormai imperitura di uno sforzo sanguinoso e formidabile, teso alla demolizione del vecchio regime c alla creaz ione dell'ordine nuovo. Questi sono ·i veri e primi annali del fascismo: CJUesto bisogna attentamente, quotidianamente studia re e consultare per comprend ere come è nata e perché si è affermata invincibile la rivoluzione delle camicie nere.
L'elaborazione dci principì dello Stato fasc ista non è stata rapida, né facile. 11 fas cismo non aveva un programma bello e prepa rato da attuare. Se lo avesse avuto, a quest'or:l il fascismo avrebbe segnato il suo fallimento completo. Niente di più rovinoso dei partiti . che ha nno ben sistemata la loro va ligia dottrina ria e si i lludono che vi· possa star dentro la grande e mutevole realtà della vita. Più che un programm:1 di frasi, il P.N.F. aveva una volontà di azione. Inoltre il programma nelle sue linee esscDziali esisteva; si tuttava d i fare riguadagna re ail'Italia rutto il tempo che essa aveva - politicamente ed economicamente - perduto. Basta leggere le decisioni del Gran Consiglio dalla prima storica riunione del gennaio 1923 all"ultima non meno storica del l <l aprile 1927, per vedere come la dottrina fascista sia u scita grado grado dal materiale storico vivente e come - in vece di veflir sigi llata in ponderosi illeggibili volumi - sia diventata immediatamente riforma concreta di istitu ti e di leggi, e quotidiana norma di vita. Questo spiega come la rivoluzione fascista sia :mcora giovane e f rcsca, dopo .cinque anni, nonché dotata del dinamismo necessa rio per sviluppi ulteriori, mentre altre rivoluzioni, che pàreva dovesse ro capovolgere l'universo, accusano segni manifest i di iiwoluzione e di Tutte le grand i istituzioni del regime sono sorte dal Gran Consiglio. In primo luogo, la Milizia . La creazione della Milizia è il fatto fondamentale, ines_orabile, che poneva il Governo sopra un piano assolutamente diverso da t utti i precedenti e ne faceva un regime. li Partito armato conduce al regime ·totalitario. La notte del. gennaio 1923, durante . fa quale fu creata la Milizia, segnò la condanna a morte del vecchio Stato demol iberale e cioè del suo gioco costituzionale, che sisteva nella vicenda dci partiti al Governo della nazione. Da allora il vecchio Stato demoliberale non f ece che attendere di essere sepolto: · il che accadde con tutti g li onori il 3 gennaio 1925 . Lo Stato liberale era ammalato da a4neno trent'anni, cioè dall'apparizione dei diversi so- ciaJismi. La sua agonia è stata relativamente breve. Oggi se ne ricorda più. n straordina riamente lonta no nelJo spazio e nel tempo.
Non . v'è - si può dire - sessione dd Gran Consiglio che non sia dedicata agli sviluppi, all'ordinamento, al perfezionamento della M.V.S.N. Ma quale progresso dalle· prime legioni del 1923 scaturite dalle formazioni squadristiche del 1922, alle odierne legioni solide, quadrate - che assolvono, fra molti compiti delicatissimi, quello della premilitare e della ·guardia al confine !
Come sia stato innalzato pietra a pietra !"edificio gigantesco dello Stato fascista balza, chiaro ed 3.mmonitore, da queste pagine. Dopo il pi lastro angolare della Milizia, ecco il P.N.F., oggetto delle assidue cure da parte del Gran Consiglio. Gl i ordinamenti del Partito variano, si modific11no, si perfezionano, per trovare il loro assetto definitivo nelle norme statutarie dettate da Augusto Turati nell'autunno del 1926
Gli alti commissari politici scompaiono e i fiduciar i provinciali a n. che. Alla elez ione dei dirigenti dal basso, viene sostituita la scelta d all'alto . .E. il fascismo che prova e riprova i suoi strumenti, secondo le leggi dell'esperienza, deHe quali g li uomini saggi devono fare e fare teSoro. V'è una decisione del 13 ottobre 1923 che .fissa - q uattro anni in a nticipo sulla cii-colare famosa del 6 gennaio 1927 - il posto dei prefetti nel regime fascista :
«Le funzioni dei rappresentanti dd G ovf't"nO, i prefetti, e quelle d ci rappresentanti. del P.N .F. sono nettamente distinte e differenziate. Il prefetto è so lo responsabile verso il Governo e deve perciò agire con assoluta libertà nei lim iti segnati dall e leggi.».
Altro problema che il Gran Consiglio ha lentamente elaborato sino agli" sviluppi g r11ndiosi dello StatO corpon1tivo, è il problema dei sind acatì, dei loro rapporti, anche nei confronti dello Stato. C'è una anticipazione dello Stato corporativo in una d ichiarazione del Gran Cons ig lio del luglio 1924, nella quale si affermava la necessità di «elaborare quegli istituti mediante i quali la corporazione doveva essere riconosc iuta giuridicamente c innalzata come una fo rza dello Stato ». Due anni di tempo sono stati suffice-':lti per reali zzare in pieno questo postulato.
Nella cronistoria del Gran Consig lio, altre pagine sono dedicate alle decisioni che l'organo supremo della rivoluzione fascista ha adottato , a volta a volta, nei riguardi di problemi minori, ma non meno importanti, come i Fa·sci all'estero, la cooperaz ione, il movimento giovanile, l'attività parlamentare e amministrativa, i rapporti coi mutilati e i combattenti, le vicende del secondo semestre del 1924 e relativo Aventino. Vale la di rileggere oggi, ad eventi compiuti, le dichiarazioni di Mussolini in data 22 luglio 1924, e la sua polemica sulla« normalizzazione », nonché la certezza preannuntiata che l'antifascismo non sarebbe mai uscito dai suoi ripari cartacei per attaccare sulle p iazze il regime 11 secOndo semestre del 1924 fu un periodo di difficoltà che non bisogna esagerare e che han no ·saggiato in maniera brillante la forza dei regime. Anche allora non . inancavano gli stolti e i superficia)i che profet izzavano il crollo del regime, Vecchio gioco che si ripete monotono. Quando nell'estate del 1926 la steclina toccò la quotazione di cèntocinquantaquattro si d isse che i g iorni del regime erano contati. 1eStesse sciocche profezie s i fanno, in talun i ambienti stranieri, oggi che la sterlina è a novanta. Intanto i giorni, uno dopo l'altro, form ano già , il rispettabi le totale di cinque anni, e attorno ai profeti di sventura cresce la fama della loro monume ntale stupidità.
Un reg ime che in cinque ann i ha creato uno Stato, ed ha organizuto forze fo rmidabili a sua difesa, un regime che raccoglie milioni di aderenti, quasi tutti giovani, i quali, · nella loro enorinc maggioranza, sono stati sempre solidamente nei ranghi, pronti ad ogni appello,' un regime che ha compiuto opere e risolto problemi che le popolazioni atten devano da secoli, un regime che e sa durare, sfida impunemente il tempo e i suoi nemici di ogni luogo e di ogn i stirpe.
Coloro che scorreranno questo libro troveianno i nomi di uom in i che sono scomparsi, di altri pochi che sono passati al nemico. l loro nomi sono stati conservati per dimostrare che gli" uomini sono orma i trascurabili di fronte alla maestà dell'opera e per stabilire inoltre che la quasi totalità di coloro che impegnarono le prime battaglie fOno rimasti fedelissimi nei ranghi e meritano perciò il ti tolo glorioso di Questo è il libro della fede. Tutti i fascist i, e specialmente quelli che hanno nel regime funzioni e responsabilità di comando, devono cons iderarlo come l"insuperabile viatico della loro vita, come la bussola infall ibil mente o ricntatrice del la loro attività. Grandi compiti attendono a ncora il regime. Fortunatamente ! Ma il passato, cosl come rivive in queste pagi ne, è certezza per il futuro.
Tutto il _XX secolo in Italia non avrà altro nome che questo : fascismo!
Sono passati oltre cinque anni dal g iorno - 10 luglio 1927in cui dettai la prefaziorÌ.c alla raccolta degli atti document i del Gran Consiglio nei suoi pr imi cinque a·nn i di vita. Con la pubblicazione odierna, il ciclo che si riferiSce all'attività decennale dd Gran Consiglio è compiuto
Ne lla prefazione di allora, spiega vo come qualmente la rivoluz ione fa scista fosse ancora giovane c fresca; ogg i, dopo cinque ann i, non solo posso confermare quelle parole, ma, dopo le celeb razion i ·dell'ottob re X, potrei portarle al superlativo e dire che dopo dieci anni la rivoluzione fa· scista è giovanissima e cioè in pieno possesso di tutte le sue energie e pienamente sicura del suo domani. periodo di attività del Gran Consiglio è legato ad avveniment i storici memorabili come la soluz ione della questione romana, il plebiscito del 1929, i grandi problemi internazionali dell'eco nomia e del disarmo, la pacificazione completa delle nostre Colonie africane, l'origine e lo sviluppo della crisi mondiale. ·
Il cammino percorso in questi ultimi cinque anni - cammino di cui le tappe sono segnate dalle sessioni primaverili e autunnali del G ran Consiglio- è stato rapido e vittorioso dal '27 ad oggi.
Quale progresso, ad esempio, nella M.V.S.N., in questa potente organizzazione armata che tutte le: camicie ne: re devono amare e difendere ! Oggi. accanto alle legioni, ci sono i battaglioni di camicie nere che formano parte integrante delle divisioni di fanteria, con uomini sempre p iù selezionati dal pWlto dì vista fisico e morale, uomini che domani, sul campo di battaglia, daranno - ne sono certo - un rendimento superbo, poiché saranno infiammati dal dòvere e dalla fede.
Le vecchie norme statutarie del P.N.F. del 1927 state aggio rnate, proprio all ' inizio dell'anno Xl, in tre laboriose sedute del G ran Consiglio, durante le quali ogni articolo dello statuto fu sottoposto ad una d isamina minuta c diligente, poiché il nuovo statuto deve servire ad inquadrare ed orientare masse ancora più imponenti di _ fascisti , su· periori di gran lunga a quelle del 1926.
Nelle sessioni del Gran Consiglio del 1926 e del 1927 furono gettate le basi dello Stato corporativo, che f u pe-rfezionato negli anni suçcessivi, con il Consiglio nazionale delle corporazioni, con il Comitato corporativo centrale, con i Consigl{ provinciali d ell'economia corporativa, con il funzionamento della magistratura del lavoro, con l'elaborazione delle prime «norme » corporative fra diverse categorie di produttori, norme La cui applicazione non ha dato luogo a nessuno degli inconvenie nti· che si temevano.
Tutti questi problemi sono stati affrontati nelle sedute notturne del G ran Consiglio, unitamente a quelli di ordine interno del Partito delle organizzazioni del regime.
1:: in questo periodo Che lo stesso G ran Consiglio si dà la sua legge, cioè entra nella costituzione, assegnandosi compiti e doveri straordinariamente importanti e fondamentali. Con la sua costituzionalizzazione, il Gran Consiglio resta non solo il consesso supremo del regime, ma un organo squisitamente rivoluzionar io, che garanti sce, al disopra .degli uomini, la continuità storica della rivoluzion e.
L'opera del regime, e soprattutto, ·quindi , quella dd Gra n Consiglio, deve inflessibilmente essere diretta ad evitare che la lettera corrompa lo spirito, che..la materia mortifichi l'ideale, che i picçoli bisogni, interessi, appetiti degli individui, possano prevalere sugli interessi generali del po.
Non sarà mai abbastanza ritardato che il fascista ha una duplice somma di doveri da compiere, nel confronto deg li altri cittadi ni. In ogni seduta del Gran Consiglio non sono mancati appelll a capi e gregari perché fossero e siano degni della rivoluzione, La rivoluzione è un'idea che ha trovato delle baionette, ma le baionette sono portate dagli uomini: tutto torna agJi uomini e la rivoluzione, nel suo sviluppo, sarà leg3.ta alla capacità, alia tempra, al car3.ttere degli uomini.
Tutti coloro - italiani e stranieri - che vogliono intima.mente conoscere la storia politica dell'ltalia. fascista dal 1922 1932; tutti coloro che vogliono seguirne da vicino le fasi, devono leggere con la più g rande attenzione questo volume; vi troveranno come una rivoluzione nasce e si consolida dopo l'urto vittorioso dell'insurrezione, dappriffia g li organi e gli uomini; poi elaborando, con le istitUzioni, le dottrine; affrontando i problemi contingenti di ogni ordine e soprattutto perfezionando incessantemente il funzionamento ·di tutti gli dcrrlcnti che compongono la classe politica del regime.
La rivç>luzione fascista è- unica nella storia perché ha avuto ·uno svolgimento diverso : non è stata compromessa dalle divisioni feroci d i altre rivoluzioni che la storia cicoria! La rivoluzione fascista rimar..e unitaria nella disciplin:t, totalitar ia nell'azione. Niente processi· invo lutivi. la strada è aperta sul fuh:-1-ro, verso il quale urge tutto il popçio italiano, che ha ritrovato - consapevolmente -nei segn i del littorio, le testimonianze . della potenza antica e la certezza della nuova.
MUSSOLINl
Roma, 27 novembre, anno )p [1932iJ E F
PER L'INDUSTRIA ITALIANA*
Dopo il -diJçorro d el dottor Pirelti h a pronunziato poche parol e iJ capo del Go verno, il quale ba affermato che, come nel decennio scorso, così in quello che ha t1"{1fi/O ora inizio, il Governo .faJCÌJ/a seguirà con
• A Roma, nella sede della Compagn ia di Assicurazioni generali di T rieste e Venezia, la mattina 28 novembre 193 2, Mussolini presem:ia l'assemblea generale ordinaria dell"Associazione fra le società italiane per azioni. In tale occasione, dopo la relazione del dottor Pirelli , p residente dell'Associazione, ((sulla poderosa opera di risanamento economico intrapresa dal regime», H Presidente del Consiglio h Je dichiarazioni qui riportate in ti assunto. (Da Il Popolo
N . 284, 29 novembre 1932, XIX}. · ef/elliva e colta nte ;impatia gli sf orzi dcll'indtutria iJaliana. (Le brevi dirhiarazioni del rapo del" Governo !ono state aaolt e da vibranti aula· mazioni).
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE *
Mi onoro di presentare alla Cam_era i seguenti disegni di legge : estensione al personale degli Enti parastatali previdenza, compresi nell'a rticolo 4 del regio decreto legge 20 novembre 1930, numero 1491, delle d isposizioni dell'articolo un ico d el regio decreto legge 24 novembre 1930, nwnero 1'502, che reca norme per il trattamento dei dipendenti sta tal i in relazione ai provvedimenti disposti dal citato reg io decreto legge numero 149 1; disciplina d egli orari d i lavoro n elle aziende industri ali; modificazioni al regio decreto legge 29 novembre 1925, numero 21 46; sulfassicurazione obbligatoria contro le m alattie n elle nuove provinc ie ; garanzia del Consiglio provinciale dell'ecO nomia corporativa di Padova pel mutuo del locale Ente magazzini generali.
ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE CORPORAZIONI **
S. E. il capo' del Govern o ha ritnumt o la diJm sJione dichiarando d i essere contn1rio alla · proposta di nomind di una commissione e di dccettare l' ordine del giorno Scbeggi H*.
* Parole pronunciate alla Umera dei d eputati, nella tornata del 29 novmtbre 1932 (ore 16-17 30) Dagli .Aui d tl Pnrfn,umto italiano Camer4 dti dep urati. LegiJiarurn cit. Senion e cii. DùcJI.JJionì. V olume Vll, pag 738 1).
u A Roma, la mattina del 30 novembre 1932, Mussolini inaugu ra la nuova sede del ministero delle Corporazioni sita i n via. Vittorio Veneto c presieJe l'assemble-a generale "del Consiglio nazionale delle corporazioni. «Al suo ingresso nella sa la, S E. il capo del Governo è accolto da un vibrante ttibutatogli dall'assemblea, che in piedi. S. E. il capo del Governo dichiara inaugurata la nuova sede del ministero ed apre la seduta Si inizia la discussione del primo comma dell'o rdine del giorno, che è il seguente: Riforma della /egùlazirme w l/a Sull'argomento parlano vari oratori. Indi il Presidente dd Consig lio h. le dichiaraz..ioni qui riportate in rias$unto (Da Il Popolo d'lldlirJ, N 286, l di· cembre 1932, XIX).
·Il testo dell' ordine del giorno Sche,ggi è il seguente:
((Il Consiglio nazionale delle corpomzioni, considerato che i l reg ime, rico· nella cooper uione una alta fu nzione sociale, le dà quell'appoAAiO mo·
Egli ba che la coopel'az_ione è una ch"e migliaia di aderenti ed un movimenlo comiderevole d i capitale e che, non soltanto per la JUa i mportanza economica, ma anche .e soprattultÒ per quella morale e sociale, deve esure opportunamente ed efficace_mente comiderala e tutelata dal regime e 'quindi le l eggi cbe la riguardano devono essere aggiornate e coordinate. (ViviJiimi e prolunga/i applarui ' hanno salutato le parole del Duce).
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE*
Mi onoro di presenta re alla Camera il seguente disegno.d i legge : approvazione dell'accordo tra la Santa Sede e il Governo del Regno d'Ita lia per la proroga del termine stabili to da ll'articolo 29, "lettera f, del concordato la Santa Sede e l'Itali a dell' Il 1929, acco rdo firmato in Roma il 6 settembre 1932.
rale e quella tutela che sono necessari Per il suo sviluppo ; considerate le nuove esigenze del movimen to cooperativo dal fascismo unitariamcnte - inquadrato, prospetta al ministero delle Co rporazioni l'opportunità di promuovere : l. - Il coordi namento delle leggi rigu:uda nti le cooperàtive in modo che chiara e completa ne risulti la di sciplina giuridica
«
2. - L'aggiorn:tmento di dette leggi, ai-monizzandole alle nuove esigenze . del movimento coopera tivo e accogliendo le seguenti direttive :
«a} mettere· p iù chiaramente e nettamente in rilievo nelle leggi i caratteri d istintivi della società cooperativa nelle fondamentali e imprescindibili o.orme del suo fun zionamento;
« b) condiZionare il riconoscimento giuridico delle <ooperative all'accert amento di detçrminati re<:juisiti economici e sociali ; sa ldare più o rganicamente le disposizioni generali a qudle special i che vanno sfrondare opportunamente J a tu tto quanto è sorpassato per le mutate situazioni e con(Ìizioni di vita delle cooperative;
«t/) completare e perfezionare l'organizzazione e la disCiplina della vigilanz.1. sulle cooperati ve;
«e) discipli nare la costituzione e il funzionamento di Enti cooperativi tra cooperative che associno fisich e e per5one giuridiche» (Da li Popolo d' llalia, N . 286, l dicemb re 1932, XIX).
* Parole p ronunciate all.1. C3mera dei deput.1.ti, nel12 torn3ta del 30 novembre 1932 (ore 16·17.55). (Ihgli Aui del Parlamento italiano. Camera d ei depu tati. L egislatura d t Stmi one cit. Diirrmioni. Volume VII, pag 7415)
Al VELITI D EL GRANO *
Il raccolto granario di questo anno, che passerà nella storia dell'agri· loltwa italiana come il raccolto del decennale, è dovuto soprattutto al coraggio, alla tenacia ed all a fede fascista dei rurali italiani.
Ad essi, uomini e donne, ri"olgo il mio caldo elogio Ad essi deve andare e va la riconoscenza di tutto il popolo italiano, (L'alto elogio del Duce ha provocato una nuova dimo1trazione dei presenti, che, commoui ed enttniasmati, ha1mo v oluto e1primere ancora una volta la loro com· plela d edizio ne ttl jaJcismo e la loro decisa volontà di uguitttre a vincere ltt battaglia)"'*· ·
DISCORSO AL SENATO PER IL DECENN ALE***
Onorevoli senatori!
Con la sua eloquente parola, il Presidente della vostra Assemblea ha dato una espressione univoca ai nostri sentimenti.
* A Roma, nel padiglione centrale della Mostra del grano presso il galop· patoio di villa Borghese, la ·mattina del 4 dicembre 1932, Mussolini p resenzia la cerimonia per la premiazione annuale dei vincitori del concorso dd grano. l o tale occasione, dopo il discorso del ministro Giacomo Acerbo, H Presidente del Consig liO pronuncia le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'Italia, N. 290, 6 dicembre XIX).· u «In· quest'atmosfera vibrante di schietto entusiasmo, si è iniziata la <Jj. stribuzione dei p remi, che si è protratta fin oltre le 11 e che è stata seguita con la pi ù viva attenzio ne dei presenti. Uno per uno i rurali vincitori sono stati chiamati e si sono presentati, salutando r omanamente, davanti al Duce. ln p iedi, sulla pedana, Mussolini personalmente ha fatto ad alta voce l'appello dei premiati, le8· gendo per ognuno di essi H numerG dei quintali prodotti in rapporto alla media locale e consegnando personalmente i diplomi e le buste contenenti g li assegni per l'importo del premio (+) Terminata la. cerimonia, il D uce, fra vivissimi applausi, ha dichiarato che la prossima premiazione nazionale della battaglia del grano avrà luogo nella prima domenica di dicembre dell'anno XII E. F. Queste parole h anno suscitato una ondata di ac-clamazioni e fra g li " alalà! " e gli applausi dei convenuti, che gli hanno tributato una nuova manifestazione di calda devozione, ii Duce ha lasciato la Mostra, ponendo fine alla bellissima cerimonia ,._. (Da 11 Popolo J'Italia, N. 290, 6 dicembre 193 2, XIX).
D iscorso pronunciato al Senato, nella tornata del 5 dicembre 1932 (ore (Dagli Atti parlamenlari della Camera dei senatori. Discussioni. Ltgislalura XXVI II. 1• Seuione 1929·'33. Volume V : dal J dicembre 1932 al 7 g;u. guo 1933 - Roma, Tipografia del Smato, 1933, pagg 5<180·,481)
Con questa solenne sedu'ta, si chiudono le manifestazioni politiche del primo decennale. 11 Senato t: degno di a questa celebrazione. Sono passati dieci anni dall'inizio della rivoluzione fascista, passati rapidi come la folgore e pur tuttavia ricchi di avven{menti memorabili. Durante questo primo decennio, il Senato è stato semPre in linea col regime ed ha fornito al Governo fascista una collaborazione preziosa. Di ciò gli do atto; per questo Io ringrazio. Sono sicuro che la .;tessa collaborazione non mancherà in questo secondo decennio da poco iniziato e che g ià si annunzia con l'orizzonte carico di interrogat ivi inquietanti e di alternative formidabili.
Io penso che gli anziani della guerra c della rivoluzione, i gioyani e i giovanissimi possano marciare insieme incontro all'avveni re, quando siano accomunati dalla stessa fede e quando, con l'animo sgombro da og ni preoccupaz ione volgare, sappiano obbedire ad un solo e supremo comandamento: quello delia patria.
140" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano preunti l e LL. EE. De Bono, Balbo, De Vecchi, Fede rzoni, GiuriaJi, D e Francisci, Jung, Ercole, Acerbo, -Ciano, Rouoni, Arpinati, Rocco, Tringali, Teruzzi, De Stefani, ' Bollai; gli onorevoli A dinol fi, Benni, ClavenZani, RAzza, TaJJinari, ed il profeJJor Marpicat i Segreta rio, l'onore vole A chille Starace. AuenJi giuitificati le LL. EE. Grtmdi MoJCOni.
E continuata la diimuione .rut comma Iecondo dell'ordine d el giorno : · « Relazi one Jttlla situazione interna ed internazionale».
Hanno parlato il Duce, Jung, Balbo, De Bono, Roao, Benni, R ouoni, De Stefani, D e Francisci, Federzoni .
Il Gran Comiglio del fascism o, dopo avere esaminate dettaglialamente, durante tre udute, la situazione internazionale e la questione particolare d ella prouima scadenza di tma rata del debito d ell'Italia verso gli Strtti Uniti; conferma il punto di vista del regùhe proclamato ·sino dal n ovembre 1922 a Londra e succeJJivamente in discorsi ed in articoli del « polo d 1lta/ia », nei quali pr!r la rip,-l!sa economica d el mondo fu J OJie· nuta la neussitd di uùa Jolttzione radicale tipo «colpo di spugna»,' riafferma ancora una 1.10/ta ne/la maniera più esplicita la COntJeSsione tra riparazioni e debiti di guerra, che ba costituito per t'Italia il presupposto di tuJti gli acco rdi conclusi in matuia di obbligazioni imerstatali; cotmeiJione indiscutibile e ind ù Joiubite m/ terreno storico e politico, poiché i debiti furono contraili per il di obiellivi comuni,· ricorda che ne.IJuna nuova f onte alluaie o potenziale di ricchezza né in Europa, né nel/e Colonie1 è sta/a. conseguita da/t'Italia per e fletlo d et/a guerra, e fa presente che l'equilibrio momtario della nazione che la politica faJCÌJta ha Iaputo aJSimrare e mantenere, non deve in neJJtm modo euere vulnerato,· invita il Governo, ove altri elementi non interve11gano ·ed affinché le discunioni ulteriori sui debiti italiani di gt1erra possano svolgerJi in una atmosfera di reciproca comprensione, a versare la rata che uade ;L 15 dicembre p.v., sommante a dollari 1.245.437, pal'i a circa ventiquattro milioni di li re; · e ad i niziare, senza indugi, le neceuarie negoziazioni perché, prima de/la scadenza del 15 giugno 1933 , si realizzi -un nuovo accordO il quale, anche in base alle recenti dichiarazioni di H oover e di Roo sevelt, tenga 'conto della Jituazione de/l'llalia, situazione di diritto e di fatto che, per ragio ni universali e ben n ote anche al Governo degli Stati Uniti1 noti è pi.rì la sJeJJa degli mmi 11e/ f u concluso il primo accordo sin • puntualmente rispettato dal Go verno italiano
• Tenutasi a palazzo Venezia il ) dicembre 1932 (ore 22·2). (Da Il Popolo d'Italia, N. 290, 6 dicembre 1932, XIX).
11 Duce, conformem ente alle leggi i!titllfive del Gran Consiglio del fa .uismo, ha poi espo sto ed illmtrat o i ug11enti capisaldi riguardanti la riforma della Cort e dei conti :
1. - I nquadramento della Corte dei conti nel regime, mant enendosi fermo il disposto dell'articolo 1 d el regio 4ecreto 5 febbraio 1930, numero 21 , per cui il preiidente riferiJce al capo del Governo e stabilmdoJi inoltre che la deliberazione di parificazione del rendiconto generale dello Stato e la relazione che l'auo m pag11a, Jaranno preuntate una delegazione della Corte al capo del Govern o e, con modalità da determinarIi con .J/10 decreto, al G ran Consiglio del fa.rr ismo.
2. - Possibilità di decentram ento dei controlli del!tt Corte
3 - Conferimento al consigliere del/tt facolià di negare il visto e la regùtrazione ai provvedimenfi riconosciuti iliegitti'!li, oltre a già avuta fino etd oggi di dare loro corso . Tale facoltà, che implica re.!pomabilità personale del magiJtrato, trova un limite n el possibile riesame da parte della sezione di controllo
4.- Atiribuzio'!e an che alla Corte della facoltà di applicare sanzioni a carico dei funzionarJ che non rùpeJJin o i termini di legge nella trasmissione dei rendiconti amminiJtMtivi, tanto se il ritardo si4Ji veri- ficato nelltJ preparttzione, quanto nella revisione a ctJraJiere fin.mzit.1rio e conseguente Jrasminionl" alla Corte. Ciò per eliminare rma delle principali cause deltd form azione di arretrato di una così impo rtante e per cifre di molli miliardi.
5. - btituzione del diritto di appello avverso a dedsione della .H ! · zione def contenzioso contabile, avviandosi con ciò ad tma defie enza molto .sentita spc-cialmeute per qudnto riguarda i gùtdizl di respofuabilità per i quali non è preNnlemente conuntito neanche il rimedio d ell'opposizione previsto per le deciJioni JIIÌ conti presi da coloro che abbiano maneggio- di pubblico denaro. .
6. - Pauaggio della liq11idazione definiti va delle pensio11i al potere eucutivo, tratta ndosi di prOvvedimenti di cartJitere Jlrettamenle amminùtrativo, la c!li allribuzione alla Corte non trova alcuna · u ria giustificazione. Spellerà alla Corte il n ormale C0 11tro1Jo · d i leg iJtìmitJ Jfli· provvedimenti di liquidazion e ed il g iudi zio in u de coni en!-ÌOi a degli eventuali ricorri.
7. - Creazione di una sezione di Ilreddo, mi 1arà affidatO il compito di procedere alla eliminazione nelle forme di legge di tulfo l'arretrato, 1ia nel campo del controllo. sia in quello giurhdizionale per liberare l'iJtiluto da una d elle· principali difficoltà che oggi ne intralciano il funzionam enio.
8.-- Riordùunnento dr:! personale dal p11nlo di t •is!tt quantitaJivo e qualitativo.
Ha n no parlttto 111 que1to argomento Balbo, Arpinati, D e St i!fani, De _Francùci, De Bono, Rocco, Fede,·zoni.
Prima di togliere la seduttt, il Duce hd t'i-volto u n ·sal11to 11l nNovo Preside"nle del Tribflùale Jpeciale, Tringali.
DOPO LE COMMEMORAZIONI*
Alla memoria degli illustri senatori scomparsi testé ricordati dal Presidente della vostra Assemblea, va reverente il mio pensiero e quello del Governo
• Parole pronunciate al Senato, nella tornata dt-1 6 dice:mhre (ore dopo le commemorazioni di alcuni senatori scomparsi fatte dal Presi· dente deii'Ass('fllb]ea. (Dagli A lli pllrlamenla-ri della Cam era d ei Jetralori. Dimn· JJ"oni. Legùlaflll·a ril. cit V olume V , pag. 5486).
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE *
Mi onoro di presentare alla Carnera il seguente disegno di legge : conversione in legge del regio decreto legge lO novembre 1932, nu· mero 1527, contenente disposizioni relative alla liquidazione dell'essenza di bergamotto già conferita al Consorzio obbligJ.torio fra i produttori di bergamotto d i Reggio Calabria.
141• RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano presenti le U. EE. De Bono, De Vecchi, Federzoni, Giuriati, De Franciscì, Jzmg, Ercole, AcerbQ 1 Cù:mo, RoJJoni, Arpinati, R occo, Tringali, Teruzzi, De Stefani,' gli onorevoli Adinolfi, Benni, Clavenzani, Razza, TaSiinari, ed il profes_sor Marpicdli . Segretario, l'an. AchilLe Starace. AJSenti le U. EE. Balbo, Marconi, Grandi e Bottai. Snl comma secondo dell'ordine dd giorno: «Relazione Jlllla situazione·interna ed internazionale», hanno parlato il Duce, Arpinati, Jung, De Stcfani, Rocco, Benni, D e Bono, Acerbo, Rouoni, Cìuriati, Ciano c Federzoni.
Il Duce ha riasumtO la diJmHione, che si è concretata nella segueiJ/e mozione:
«Il Gran Consiglio del jauiJmo, e.ramhMta la situazione, precisa le seguenti direllive:
« 1. __;_ Continuare nella politica di sviluppo rurale, m1rhe perché portando ad rm g raduale miglioramento della capacità di acquisto del mercato intemo, rinforza a sua volta tu/la l'economia del paese.
« 2. ·- Riaffermare la neceJJilà di ridurre i vincoli degli scambi internazionali attuando /uJJi i mezzi neceuari alla difna degli intereJJi nazionttli.
• Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 7 dicembre 1932 (ore 16·20.1:5). (Dagli Alli del Parlamento italiano Camera dei deputati Ugisla111ra dt. cii. Diir11JJioni Volume VII, pag. 7.583).
•• Tenutasi a palazzo Venezia il 12 dicembre 1932 ( ore 21-2.30). (Da Il Popolo d'Iralia, N . 296, 13 dicembre 1932, XIX).
« 3. - R endere l e nostre tariffe d oganali e;preuione sempre più adeguata ad u1za visione. organica delle necenità nazionali. ·
<< i - I ntensificare nelle tratJati ve commerciali la 1111ela delle condizioni di reciprocità nel volume degli intereiJÌ in gioco, senza neuun preconcetto teorico relativamente ai diversi sùtemi di politica doganale.
« ;;, - V alorizzare nei confronti dei pani prodr11Jori la ,;oJtra po;izione di grandi acquirenti di materie prime e di combuJiibili per garantirci come corrùpeJJivo tm mercato di assorbimentO _ dei nostri prodolli.
« 6 . - Segt1ire a/JenJamenle la fo rmazione d ei cart elli internazionali ed eventualmeme quei provvedim enti che ad evitare i danni che ne pouon o derivare alla nosJra economùt.
«Il Gra11 Co miglio del fa.scistno dichiara infine che si de ve procedere ad almna co1wenione forz osa del debito pubblico >> ..
I LEON I DI TRAù *
Signori senatori !
La parola eloquente e commossa del senatore Corrado Ricci ha, io credo, interpretato il sentimento che vibra nei nostri cuori Tutto quello che è accaduto a Traù, a Veglia ed in varie local ità della Jugoslavia, deve essere considerato come·il sintomo rivelatore di uno stato d'an imo, che continua a manifestare in vari ·modi, ma costantemente, la sua ostilità all'Italia.
A Traù sono stati distrutti i leoni ·· della Serenissima, ed il vandalismo ha provocato un moto di sdegno in tutti i paesi civili; a Veglia sono state consumate violenze anche mortali contro italiani ; in altre molte località· Jugoslavia si sono verifica te in questi ultimi tempi vessazioni deplorevoli contro italiani residenti in Jugos lavia o recatisi oltre i confini per 4 attivare quei traffici con l'Italia che costituiscono, ogg i, un'es4 senziale risorsa dello Stato vicino. Tutto ciò non accade per impulso irre4 sponsabile di individui o gruppi, ma risponde ad un piano preciso.
Ove sono dunque da rintracciare i responsabili organizzatori di que4 sti episodi, g li artefi ci di questa campagna? Confermo quanto ha detto il senatore Conado Ricci, ch e gli intellettuali della Croazia hanno pubblicamente d isapprovato le distruzion i di T raù. Anche durante la gue rra gli elementi croati non toccarono mai i leoni di Venezia, né gli altri monumenti dell'eredità di Roma. lo voglio supporre che qu anti sono in Jugoslavia, i quali han no assi· milato la civiltà dell'Occidente, la civiltà di Roma, d ebbono a vere sof. ferto per la vandalica.rabbia, come di fronte ad una mo rtificazione dello spirito, come di fron te ad un delitto perpetrato i monume nti di quella civ iltà romana e venezi ana che il dalmata Tommaseo in p agine immortali esaltò.
*Discorso pronunciato al Senato, nella tornata del 14 dicembre ' l932 (ore 16-16.30), d urante lo svo lg imento di alcune interpelbnze «intorno ad atti di bar· barie consumati in D almazia contro opere d'ute che recavano i segni delia civi ltà e del genio italiano lt. {Dagli Atti parlamentari della Camera ilei .renaJori. Diuuuioni . L egiJ/atura à1. S(.'.IJiune riJ. Volume V, pagg. '70}-,707).
Durante quattro secoli la Dalmazia fu difesa, incivilita da Venezia, e quando, al declinare del XVIII secolo, la Serenissima ebbe esaurito il ciclo della sua magnifica storia, g li abitanti della Dalmazia custodirOno, sotto g li altari maggiori delle loro chiese, i gloriosi vessilli di San Marco.
Gli autentici responsabili sono d a ind ividuare in t aluni elementi che guidano la cl asse politica dominante dello Stato Yicino, e per i q ual i la propaganda di odio c di calunnia contro l'Italia costituisce un ten· tativo p er stabilire una qùalsiasì coesione all'interno ed agitare ·un diver· sivo per l'estero. Ma no.n me no g ravi responsabilità ricadono sopra altri elementi che chiamerò europei ( viviu imi, gen erali applauJt), i q uali van amente sperano di turbare il nostro sangue freddo, collaudato ormai d a molte e talora durissime p rove, scatenando una damorosa camp agna di stampa, in cui il grottesco dell' ipotesi si associa perfettamente alla stu pidi tà d elle conclusioni. (Vi viuimi ap plaiiJt) t di ieri la notizia pubb licata da un g rande g iornale st ranie ro, il quale annunciava ancora u na volta propositi di aggressione da p arte del· l'Italia la Jugosl av ia, e ne fissava anche la d ata. Tutto questo ri· sponde a torbidi obiettivi ; tutto ciò è org anizzato sotto la masch era di quei fal si p acifisti, ch e ho sempre · d enunciato come .i veri pericoli per la pace. (A p provazi om). G li episodi ch e h a nno culmi nato nelle distru· zio ni di Traù e nella u ccisione di Vegl ia, sono stati oggetto di prot este diplomatiche del nostro ministro a Belgrado.
Ma, accanto alle proteste u fficiali , lo scatto dell'animosa gioventù f a· scista, l'emozione di tutto il popolo italiano ed infine la parola chè parte da questa alta Assemblea, hanno il loro profondo significato, sul quale è richia mata l'attenzione dell'Europ a. I. leoni di Traù sono stati d istrutti, ma ecco che, distrutti, sono, come non mai, diventati si mbo lo v ivo e testimonianz a certa. Solo uomini a rretrati ed incolti possono illudersi ch e demolendo le piet re, si cancelli la storia.
LA NASCITA D( LITTORIA *
Camerati!
Oggi è una g rande giornata per la delle camicfe nere, è una giornata fausta per l'Agro Pontino. una gloriosa g iorna!.:t neUa storia della nazione.
Quello che fu invano tentato durante il passato di venticinque secoli, oggi noi stiamo traducendo in una realtà vivente.
Sarebbe questo il momento per essere orgogliosi. No! Noi siamo soltanto Un poco commossi e coloro che hanno vissuto le grandi e tragiche g iornate de lla guerra vittoriosa, passando davanti ai nomi che ricordano il Grappa, il Carso, I'Isonzo, il Piave, sentono nei loro cuori tumultuare i vecchi ricordi . Noi, oggi, con l'inaugurazione ufficiale del ·nuOvo comune di littoria , consideriamo compiuta la prima tappa del nòstro cam· mino. (Appla11si viviuìmr).
Abbiamo, cioè, vinto 1a nostra prima battaglia. Ma noi s iamo fascisti, e quindi più che guarda re al passato siamo sempre intenti verso il futuro. scroscianti).
• La mattina del 18 dicembre 1932, Mussolini lascia Roma in auto per recarsi ad inaugurare il nuovo cOmune di littoria. lungo le nuove st rade, sosta nei borghi chiamati coi nomi del Carso, del Piave, dell'lsonzo, del Grappa. Giunto sulla piazza che costituisce il centro di Littoria, il Presidente del Consig lio entra nel paiano comunale. « La cerimonia ha inizio. Mentre la folla attende che Mus· app3..ia al balcone centrale del Municipio, scoppiano fragorosam ente, alle· gramente e rimbomb:tno i suon:mo le Clmpa ne, l'ari a è t.utto piena di echi, di voci e di musiche, men'tre su lla torre appare sventolante ùn immenso tricolore. P ochi minuti dopo, il Duce appare, solo, al balcone, salutato da un coro di ·· alalà ! , di evviva, di battimani, di grida di entusiasmo, e dallo sventolio dei gag liardetti, dei cappelli e dei becretti d ei contadini, di mig liaia e mig liaia di mani. I l Duce, che indossa la divisa di caporale d'onore della Milizia, sosta qualche momento a contemplare lo spettacolo. Poi.lascia la ter razza per tornarvi poco dopo, seguito dalle autorità convenute ( +). Il Duce appare sorridente, lieto, guarda la piazza, il volto del paese che è nato, il volto del suo nuovo popolo, e rispoOde ag li applausi e all e acclamazioni col saluto romano. Poi, presa la bouiglia di spumante che battezzerà la casa del comune, la rompe sul davanzale, sempre sorridendo, e indugia a raccoglierne e a melterne in disparte i frammenti di vetro. La sua contentezza è così evidente, così chiara, cosl serena! La moltitudine ne è rapita , e il suo entusiasmo vibra di un affetto filiale : è come un grande augurio che saluta così, nel 'nome del Duce, la nascita di Littoria. Cessate le acclamazioni, prende la parola il presidente dell'Opera nazionale combattenti, onorevole Ccncelli. ( +) JJ discorso dell'onorevOle è accolto da applausi vivissimi e primo ad applaudire è S. E. Mussolini. Ora la folla attende la parola dd Duce ed eleva a lui l'espressione più fervida di questo suo desiderio. Squillano i segnali d' "attenti!", si fa un Si lenzio pel"fetto ». Indi Mussolini pronuncia i l discorso qu i riportato. (Da Il Po pol o d'Irrrlia, N . 302, 20 dicembre 1932, XJX).
Finché tutte le battaglie non siano vinte, non si può dire che tutta la guecra sia vittoriosa. Solo quando accanto aUe cinquecento case oggi costruite, ne siano sorte altre quattromilacinqucento, quando accanto ai diecimila abitatori attuali vi siano i q uara nta-cinquantamila che noi ci cipromettiamo di fare vivere in quelle che furono le paludi pontine. solo allora potremo lanciare alla nazione il bollettino della vittoria definitiva. ( A ppousi prolungo").
Non saremmo fascisti se già sin da questo momen.to non precisassimo con l'esattezza che è nel nostro costwnc, con l'energia che è nel nostro temperame nto, quelle che saranno le tappe future e cioè: il 28 ottobre 1933 s'inaugureran no altre 98 1 case coloniche; il 21 aprile 1934 s'inaugurerà il nuovo comune di Sabau dia. (Applmm)
V i prego di notare queste date. Il 28 ottobre 1935 si inaugurerà il terzo comune : Pontinia. A q uell'epoca. per quelht data, noi probabi lmente avremo toccato la mèta e realizzato tutto il nostro piano di .lavoro.
Voglio elogiare in primo luogo il preside nte dell'Opera nazionale combatte"nti; poi i suoi immediati collaboratori, gli ingegneri, i tecnici tutti. Voglio elogiare gli operai venuti da t utte le p arti d'Italia e i colon i che d alle terre del Veneto e della valle del Po, san venuti qui a Javorare.
Sarà forse opportuno ricordare che una volta, per trovare lavoro, OC· correva valicare l e Alpi o traversare l'Oceano. Oggi la terra è qui, a mezz'ora solta nto di Roma. b qui che noi abbiamo co nqu istato una nuova provincia. ! qui che abbiamo condotto e condurre mo delle vere e proprie operazion i di gu erra .
! questa la g uerra ch e noi p referiamo. M a occorre che tutti ci lasci no intenti al n ostro la voro. (Applau si ed acclamaziom).
La nuova vita di Littoria comincia. Sono sicuro che i coloni qui g iunti saranno lieti di mettersi al )avaro, anche pe rch é ha nno in vista, fra qui ndici o venti anni, il possesso definitivo del loro podere.
Io dico ai contadini e ai rural i, che sono particolarmente vicini al mio spirito, ch e essi, da vecchi soldati, debbono affrontare fie ramente le difficoltà che si incontrano quando si comincia una nuova fati ca. D ebbono g uarda re a quest a torre che domi na la pianura e che è simbolo della potenza f ascista. Convergente verso di essa troveranno, quando occorra, aiuto e giustizia!