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ANTONIO SALANDRA *

N ella int roduzione al v olume sulla n eutralità che insieme col sue. cessivo sulJ'intervento l'onorevole Salandra scrisse in questi -ultimissimi anni (altro p rezioso servizio reso da lui alla patria) si legS:ono le seguenti parole: « Dail'altività politica alla q11ale ho dedicalo la mia esistenza, ai figli miei, per mia e per loro. volontà, n on è tferivat o alcun n é di titoli araldici, né di accresciuto- patrim_onio, né di cospicui u ffici f acilmente comeguiti; resta il nOme, ed eui hanno, -perta111o, il diritto di preJendùe dal padre loro che egli 1zon omeita per accidia o per disdegno di lasciare u ritta, u può, qztalche pagina di sto rùt, in p e_rJOJta

In questa breve notazione autobi ografica. ci appare chiara ed integra la · figura d i A nto nio Sala nd ra. Egli poteva scrivere senza peccare di vano o.rgog lio q ueste p arole non prive di so lennità. Resta il nome e resterà non solo perché legato a tutta l a vita politica e parlamentare dell'ulti mo cinq_uantennio, ma perché toccò ad Antonio Salaildra d i prendere la decisio ne più alta, più angosciosa, più imprevedibile nelle sue conseguenze, che un g rave destino possa riservare a un uomo di Stato : quella di dichiara re la g uerca, .

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Per noi delJc penultime leve l'attività di Antonio Salandra anteriormente al maggio 1915 ha un valore che rientra nella vicenda normale della politica del tempo, ma chi può pronunciare il nome di Antonio Salandra senza ri vivere nel ricordo il magg io dell'intervento, Ja ·condoHa virile e sdegnosa te nuta da "lui in quelle a rdent i g iornate, condott a che egli ha giustamente riVendicata?

Chi può non ricordare il grande, memorabile discorso del Campi· doglio, che fu il p rimo vìatico ai combattenti in marcìa i confini e d iede u na vibrazione profonda alla nazione, la quale, diradate le ultime nebbie della contesa e dell'intrigo, si stringeva in fala ngi concordi per r esistere, pe r vincere?

Antonio Saland ra, al di sopra delle fazioni raccolse la v-oce delle mOltitud-i ni, ascoltò le invocazioni degli irredenti, sentl nei protagonisti del maggio gli annunziatoci della nuova coscienza della patria e lanciò la pa rola suprema.

* Discorso pronunciato al Senato, nella tornata del 9 dicembre 1931 (ore 1616 30), in commemora zione di Alltonio Salandra ( 13 aeosto dicembre 193 1). (Dagli A ni padamrnlari dtlla Came-rati d ei senatori. Diurmioni , Ltgi· J/atura oil Seui one oit Volume IV, pag. 4338) t! nel 1915 (he Antonio Salandra ha <<fatto » la storia: quella' storia, che egli scrisse soltanto dopo quindici anni, sentendo la sua vita al crepuscolo.

Uomo di destra, nel senso nobile e austero di questa parola il '60 e il '76, Antonio Salandra simpatizzò apertamente negli anni oscuri del dopoguerra le forze nazionali e con quelle del fascismo.

Il discorso pronunciato a Milano fu un atto di fede. All'inizio 1925, egli credette che il regime fascista potesse rientrare nell'alveo della vecchia pratica costituzionale; ma, d_opo il 3 gennaio, egli comprese che la rivoluzione non poteva scendere a compromessi, poiché fin dal gen· naia 1923 la rottura fra il vecchio ed il nuovo regime si era verificata definitiva ed irrevocabile. Antonio Salandra si ritirò praticamente dalla vita politica, ma non mancò d i inanifestare la sua solidarietà al Governo fasci sta, e nella politica finanziaria ed in quella verso la Chiesa. Un alto senso del dovere ·dello Stato, particolarmente operante, guidò tutta l'attività di Antonio Salandra: nel Parlamento, negli uffici del Go· verna, nelle Università.

Signori senatori!

Il Governo si associa alle parole del vostro Presidente ed al cordoglio. dell'Assemblea·. ·

ENRICO CORRADINI *

Signori senatori l la guerra· voluta e combattuta dalb. parte migliore del popolo ita· liano veni va a consacrare i l trionfo di uilo dei pos tu lati che ave va infiam· mato nel primo decennio r animo di Enrico Corradini, cioe la di mostra. zione della capacità militare del popolo italiano, la sua res istenza a SO· stenere un lungo sforzo guerresco e quindi il naufragio totile e definitivo di tutta quella falsa letteratura, debilitante ed in missima parte importata, secondo la quale l'Italia avrebbe dovuto seguire perennemente la troppo prudcnziale e suicida politica del piede di casa.

.n con profonda commozione che, a nome del Gmrerno e mio, mi associo alla nobile ed eloquente esalti\z ione della vita e dell'opera di Enrico Corradini fatta dal Presidente della vostra Assemblea. Nessuno più e meglio del vostro Presidente ha conosciuto Enrico Corradini in tutta la sua . azione di pensatore, di pioniere, di agitatore di idee e ·di moltitudini.

Si può dire di Enrico Corradini che egli appare alfa. soglia del secolo attuale come l'annunciatore di un nuovo tempo imminente. La sua atti· vi tà di scrittore politico comincia nel 1903 e continua sempre più intensa e sommovitrice e feconda .fino a quel 1915 che è l'anno della grande voltata nella storia italiana, l'anno nel quale si vide che si poteva militare· agli opposti lati e non essere lontatii.

• Discorso pronu nciato al Senato, nella tornata dell'l t dicembre 1931 (ore 17· 17.40), in commemorazione di Enrico Corradini (20 luglio 1865-10 dicembre 1931). (Dagli Atti fJMI4m,nt4ri J,J/a CtJm,a sr-nalori. Dimmioni. L,giJia· tura ciJ. Swione dt. Volume IV, pagg. 4378-4379).

M a il 1915 non si spiega senza porre tra i fattori .che determinarono gli eventi fa predicazione di Enrico Corradini, ptt.dicazionc che era nel 1910 emigrata dai cenacoli fio rentini per S<endere a battagliare più da vicino nel ·centro politico della nazione é che era uscita semplice formulazione dottrinaria per diventare attività. quotidiana di gruppi Organizzati. Era quasi nell'ordine naturale delle cose che il Partito che aveva nd suo programma la lotta contro illiberalismo; la massoneria, 1a democrazia ed il socialismo, finisse per incontrarsi con quegli evasi delle diverse scuole socialiste, i quali avevallo avuto sempre in sommo dispregio almeno t re di quelle forze, contro le quali puntava ·impetuosamente e ormai vittorios3.ffiente il nazionalismo corradiniano, e avevano combattuto anche una concezione dd socialismo: quella del pratico, ma· novratore, accomodante riformismo pàrlamentare.

Era fatale che nel 1922 si ripetessero gli incontri del 19 15 Enrico Corradini, fondatore e creatore di un movimento che tanta parte aveva avuto nel primo quarto di secolo della storia nostra, comprese che il suo movimento, r imasto sempre minoranza, doveva ormai sfociare nel vasto fium e del fa scismo, nel qui le confluivano tutte le masse dei com· 'battenti e delle nuove generazioni e quelli b:1ttezzati dalla guerra, non avevano mai conoS<iuto l.l politica e i partiti, fiume che aveva _travolto, con la rivoluzione dell'ottobre 1922 , tutt:t la vecchia classe politica italiana.

Enrico Corradini fu sostenitore e attuato.re della fusione tra .naziona· lismo e fascismo operatasi necessariamente e lealmente nel 1923. Nessuno più di lui meritava la retrodatazione della tessera. Egli non era soltanto del 1919, ma del 1896, non solo fascista della prima, bensl della pri· missima -ora

Enri"co Corradini partecipò, quindi, alla vita del Partito e del regime. Fu gerarca e gregario fedele e disciplinato, membro del Gran Consiglio, componente deJla co mmissione dei diciotto, collaboratore assiduo a tutta l'opera legislativa del regime La· Milizia Volontaria lo volle a suo ca· porale d'onore in riconoscimento solenrìe di q"uanto aveva osato e _com· piuto in d iffici li tempi.

Altri in altra sede dirà di lui come letterato, giorna lista, d ramma· turgo, uomo politico. Mi s ia concesso solo di -porre in rilievo l'importanza sua di pensatore. Pochi scrittori politici possono stargli a fianco e per solidità costruttiva delle idee e per conoscenza della storia e per la forma sempl ice e maschia della sua esposizione, doti queste che in particolare rifulgono nel suo ultimo libro, sintesi delle sue concezioni, che ha per titolo: Unità e potenza _ de/le naz;oni . In questo libro le nuove generazioni f asciste troveranno larga messe di ispirazioni all'amore . della patria e una severa norma di vita. Poco fa il nome di Enrico radini fu evocato con l'appello che il rito fascista esige. Al <<Presente», gridato dalle camicie nere di hanno fatto spiritualmente eco le camicie nere di tutta Ita lia.

DIRETTIVE AL NUOVO DIRETTORIO D EL P.N .F. *

Il nuovo Direttorio del Partito, riunito per la prima volta a palazzo Venezia sotto la presidenza del Duce, rivolge prima di tutto un cordiale saluto a S. E. Giuriati e ai membri del vecchio Direttorio che con lui collaborarono d urante quattordici 'mesi, e precisa, pf.r i prossimi mesi, nelle seguenti direttive, quella sarà l'attività pratica del Part ito in t utta l'Italia:

• A Roma, a palazzo Venezia, i l 12 dicembre 1931, alle 12, Mussolini in· sedia il nuovo DiCC"ttorio dd P.N.F., che è cosl formato: « On. Achille Sta.race, segretario; on. Matteo Adinolfi e professar Arturo Marpicati, vicesegretari; G iovanni Mari nelli, segretario ammin istrativo; Gi useppe Berotro, T omaso Bottari, ingeg ner P iero Cappello, dottor Giovanni Dilfi ni, Andrea Gastaldi, ragionier Remo Ranieri, componenti L' on Achille Starace rivolge al Presidente del ConsigÙo il seguente ind irizz.o: "Duce! Mi avete ordinato d i assumere un posto di alta responsabilità e di comando ed io ho obbedi to con piena tranquillità di spirito. Ho al mio tianco uomini della vigilia, adusati all' ardimento ed alla quotidiana fatica, che, quanto me, vi sono devoti e grati per l'onore che avete loro concesso, chiamandoli a servirvi, su mia proposta, quali componenti il Diretto· rio nnionale del Partito. So di poter contare sulla. incontaminata e salda fede delle camicie nere e sul loro cameratismo, che è sch ietto come deve essere quello. degli uomini forti e generosi. Li guiderò con cuore di squadrisla che mai ha vacillato, ma con perfetta consapevolezza dell'ora che volge, che impone operosità tenace e disciplinata; ma sopraautto incondiziona.ta certezza nell'avvenire del nostro grande paese la fiaccola ardente, alimentata in me dalla memoria sacra dei nostri martiri e la saggezza vostra, Duce, mi segneranno la strada" » Indi Mussolini parla «sulla situazione. e sui compiti del Partito, segnando le diret· tive p recisate nei termini » qui riportati. (Da 11 Popolo d' Italia, N. 296, 13 dicembre 1931, XVIII).

A. - Il Pa rti to', e tutte Je istituziOni che da diPe.n· dono, Q.eve ritenersi in stato di mobilitazione politica e morale per fr onteggiare la crisi econòmica e per alleviare, col funzionamento degli Enti e delle Opere assistenziali, la situazione deg li strati ·di popolazione che si trovano in maggior disagio. L'assistenza deve essere fatta a ch iunque. D a oggi fino a nuovo ordine tutte le sedi fasciste devono essere p ermanentemente aperte dalle 11 del mattino alle ,l1 di sera.

B. - Ogni camerata ha lo stretto dovere d i adottare uOa regola di vita corrispondente alla situazione e quello non meno stretto di combattere ogni d isfattismo, ogni p cofitti smo, ogni vociferazione e d i identifica re quanti tentassero, sotto qualsiasi Veste o motivo, di sull'attuale stato economico. Tali nemici devono cadere sotto le leggi dd reg ime ed essere eliminati dalla circolazione.

C - Il Partito deve svolgere nel contempo una intensa opera di propaganda allo scopo di specificare· quanto è . stato _ fatto in Italia per alleggerire la crisi, p redisponendo -le opere pubbliche e l' assistenza, la quale deve avere il ca rattere non di elemosina, ma quello d i un'opera di solidarietà umana, nazionale, fascista.

D. - Il Di rettorio decide d i conv9Care le assemblee regionali di tutti i Direttori, che si svolgeranno alla presenza del seg retario del Partito, e stabilisce che la prima abbia luogo a Milano domenica 20. La seconda a Torino lunedì 21 dicembre e successivamente, nel mese di gCnnaio, a Pado va Per le Tre Venezie, a Parma p"er l'Emilia, a Firenze per la Tosca na, a Perugia per l'Umbria, Marche, lazio e Abruzzi. A Napoli per tutto il resto del Regno.

Alle assemblee del Direttori potranno assistere anche le camicie nere.

Terminati questi rapporti, il 1° febbraio dell'anno X sarà convocato a Roma il Consiglio nazionale dei segretari f ederali.

Il segretario del Partito continuerà a dirigere l' Opera nazionale dopolavOro e assumerà il comando dei Fa'sci Giovanili di Combattimento. La Milizia Universitaria passa alla diretta dipendenza del Comando generale della Milizi a (Ispettorato).

Su propostà d el segretario del Partito, la direzione del C.O.N.I. sarà assunta da S. E. Arpinati.

«IL. CAMERATA VOSTRO DIRETTORE .... »*

Il camerata vostro direttore, vostro compagno di 'lavoro da dieci an ni, quello che anche voi chiamavate semplicemente e fraternamente Arnaldo, parte fra poco e non tornerà più.

Vi ringrilzio per quanto avete f atto con lui durante questi dieci anni e per quello che farete per conservare sempre alta ed immacolata questa bandiera del f ascismo.

Ringrazio anche, in particolare, le camicie nere ed il popolo di Milano, i fascis ti di tutta Italia e gli innumerevoli cittadini di ogni paese e con- . dizione che hanno voluto in questo g rave momento essermi vici ni. Quando, fra quakhe tempo, con animo meno turbato, raccoglierò in volume g li scritti di Arnaldo e specialmente i suoi ultimi discorsi, cosl significativi e presaghi, dirò di lui compiutamente e, spero, d egnamente.

Continuando la vostra fatica, siate degni del suo esempio e fedeli alla sua memoria. (l redattori, che avevano aJco/Jato in religioso silenzio le nobili parole del rapo del Go verno, l o hanno alla fine salutato romanamente e t ra la più intensa commozione si sono allo nlanatr) **.

* Il 22 f.!icembre 19 31, alle 7, Mussolini era giunto in treno a Milano, insieme 11.i bmiliari ed al ministro Costanzo Ciano, per abbracciare il fratello Arn:tldo, scomparso improwisamente verso le 1}.30 dd giorno prima. « Il Duce si è immediatamente unto alla sede d el Popolo d'lfa/ia, ed, entrato nella u la di d irezione trasformat.1 in camera ardente, ha abbracciato ripetutamente i l fratello perduto. Poi è rimasto a lungo in silenzio. Nella camera insieme a lui erano donna Rachele, il Jìglio Vittorio e S. E. Ciano di Cortellazzo ». Trascorsa l'int(>ra notte alla sede del giornale a vegliare il morto, il 23 dicembre, alle 8, fa ri unite, nella sa la di direzione, tutti i redattori del quotidiano, e, stando in piedi davanti lo stesso tavolo da lavoro di Arnaldo, pronuncia le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'ltaNa., N n. 303, 304, 305, 22, 23, 24 dicembre 1931, XVIII).

Quindi Mussolini scende in via Moscova p er seguire il fNetro sino alla stazione, dove è p ronto il treno che trasporta.rlo a Forll. Mussolini prende posto su un vagone riservato a lui ed ai famil iari, Il convoglio funebre parte alle Al passaggio dalle stazioni si hanno commoventi manifesta2ioni di. popolo. .Alle 16.20, il mesto. convoglio arriva a Forll ed il feretro viene porIalo al palazzo Littorio. La mattina 'del 24 dic("fllbre, la salma di Arnaldo, seguita sempre dal fratello e dai familiari, lascia Porll ed è trasportata a Mercato Saraceno, dove sarà tumulata p rovvisoriamente nel duomo, Alla sera, Musw· lini rientrefà a Roma. (Da [/ Popolo d' Italia, N n. 306, 24, 25 dicembre t 931, xvno.

popoli che si avviano faticosamente, e fra inaudite miserie, a.d uscire da uno desii inverni più fermentati che la storia ricordi -:- appena paragonabile all'ultimo inverno di guerra nelle trincee - ora che la data· della conferenza di losanna è ufficialmente fissata, ·--si domand ano: Che cosa accadrà? Avremo una definizione. del problema debiti -riparazioni o sarà rinviato ancora una volta?

Una soluzione radicale avremo o una soluzione di compromesso che dilazionlndo nel tempo le difficoltà, non farà che ricomplicarle all'infinito? I Governi d' Eu ròpa daranno ancora una volta prova di quella tremenda abulia che sembra p:ualizzarli tutte Je volte che devono affcontarc un problema e che li conduce quindi a polverizzarlo nel lavori delle commissioni e nell e lugubri fatiche deg li « esperti »? I ministri che vanno a Losanna t ra l'ansiosa e si può dire angosciata aspettazione delle m_oltitudini, sì limiteranno all'esame tecnico del problema -esame perfettamente inutile perché già conosciutissimo in tutti i suoi aspettio prenderanno d elle decisioni nell'unica sede inevitabHe e necesSaria, cioè in sede politica.?

Queste ed altre doniande si affollano nel nostro spirito. Ora noi rispondiamo in una maniera. categorica e cioè che se la conferenza d i l osanna non dovesse sciogliere "il nodo, meglio sarebbe non con vocarla c prendere motivo per finirla con questa manÌ::l delle ·conferenze - ma nìa costosa e sommamente pericolosa - decidersi ad una « mot"atoria » delle conferenze .che suscitano intermittenti e ricorrenti speranze, seguite da delusioni più am:ue e profonde.

La confe renza di Losanna deve giungere a quello che o rma i si chiama il «colpo di spugna»; deve concludere con la cancellazione del dare e dell'aver<:, di quella che Mussolini, nel discorso di Napoli, chiamò la «tragica contabilità. della guerra ».

I fatti - diciamo i fatti e non le dottrine o le simpatie -che im- ' pongono questa soluzione rad icale e che perentoriamente sconsig liano soluzioni provvisorie; sono i .seguenti, Anzitutto le constatazioni e le conclusioni del rapporto del Comitato _consultivo di Basilea. fn esso è chiaramente dimostrata "fa ·intenibile situazione fin anziaria cd economica della Germania. Può darsi che la Germania non abbia mai avuto ulÌa strao rdinaria << buona volontà >> di pagare il << tributo >) guerra, imposto a Versiglia; tuttav ia pagamenti ne ha f atti, per una ragguardevol e cifra. Comunque, oggi, è nella impossibilità di pagare, Credere che dò possa mutare è illusorio anche e soprattutto perché nel frattempo la crisi della G ermania si è allargata fino a diventa re la crisi del mondo.

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Questa crisi - secondo elemento che impone di «decidersi >> - non risparmia più nessuno, nemmeno coloro che credevano di salvarsi, attraverso l'accumUlazione dell'oro: parliamo della Francia. Di più. La crisi non accenna a miglioramenti, malgrado le notizie ottimistiche che di quando in quando giungono da oltre Oceano. Si sono, cioè, acutizzati quei tipici feilomeni denunciatori della crisi, che Mussolini elencò ed illustrò, tredici mesi or sono, nel suo discorso al Senato .

Bisogna mettersi in mente che è assolutamente necessario che la situazione economica del mondo si avvii a un miglioramento entro il 1932.

Non bisogna credere che gli uomini sopporte ranno senza disordini di una imprevedibile portata un inverno 1932-1933 che sia arlcora più crudele di quello che attrave rsiamo. Un punto interrog at ivo è sospeso dinanzi alla coscienza dei Governi e a quella dci popoli. .

Proya d i quest'ansia che sta prendendo g li u o mini pensosi, non delle .sortì di un determinato paese, ma di tutto C]Uel complesso di istituzioni, costumi, fedi, interessi che imprimono il carattere alla civiltà dell'Occidente, è un diScorso pronunciato dal deputato inglese Alessandro Shaw a Liverpool. Giova aggiungere che lo Shaw non è solta nto un uomo politico, 'ma è l'amministratore delegato della Compagnia peninsulare e orientale e direttore della Banca d'Inghiltèrra. .Un personaggio, dunque, di primO piano.

«Non è affatto esagerato affermare - cosi ha" detto l"on. Aless:l.ndro Shaw - che la struttura economica e sociale dell'Europa si avvicina di giorno in gio rno al p recipiz.io; la verità cruda è che se le co-se vanno avanti cosi come vanno, la scelta è semplicemente fra il ripudipo dei debiti e il caos. Invece di una libera partecipazione con uomini e mezzi alla causa, gli Alleati hanno tracciato la più strana, illogica, antistorica distinzione Quando un pro ietti le americano era sparato da un artigliere americano, con un cannone americano, gli Stati Uniti non hanno imposto ag li Alleati d i pagare né l'uomo, né il costo del proiettile; ma quando il proiettile americano era sparato da soldati alleati per · il medesimo scopo, per la causa comune, nello stesso comune interesse, creava un debito .in o ro da pagarsi agli Stati Uniti. Mai p rima d 'ora nella storia era stato cosl male a proposito applicato un mercantilismo cosi ingiusto. Il messag· gio salutare che tutto il mondo aspetta è: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimetti:;mo ai nost ri debitori " ».

Fin qui il deputato inglese. Dobbiamo pensare che questa sia anche l'opinione di MacDonald, iniziatore della conferen za di Losanna. Due altre formidabili ragioni vi sono per applicare - non .p iù tardi del gennaio in corso - il p recetto evangelico contenuto nella più semplice e più universale delle preghiere cristiane. Il debito di guerra è nato cosi. l Governi ing lese e .americano h anno anticipato agli industriali l'am- mo ntare del costo delle forniture --:- in viveri, mate rie prime, armipassate agli A lleati. -.Ma questa somma è già recuperata, a esempio, daH'[ng hilterra, attra,•erso una tassazione sui soprapro6tti di g uerra, che è giunta a una percentuale altissima. Il denaro è già rientrato e quello che i paesi debitori vèrsano è un vero e proprio tributo forzato. D 'allora ad oggi, un altro fenomeno ha reso insopportabile il fa rdello delle riparazioni. Quale conseguenza della caduta dei prezzi, oggi, bisogna -for· nii-e doppio lavoro, doppio quantìtativo di merce, doppi servizi per pa· gare 1a stessa immutabile quantità di debiti stipulati in qrO.

Tutta l'arfn;:.tura sociale soffre pattrosamente di questa usura. l e orecchie abituate a percepire non soltanto i rombi delle tempeste, ma anche i rumor i sordi l ime sotterra nee, sentono ch e qualche cosa scr icchiola; che molti vincoli si sono allentati; che talun i postulati t rad izionali e basHari come il rispetto della vita, della casa, della proprietà ialtru ì - franano; ch e la sfiducia nel domani conduce a teori zzare il larp e ' diem e la d isperazione sbocca da una parte nell'avarizia e daJI'altra nella dissipazione. Se a questi, aggiungete altr i sintomi che ricordano, con u na analogia più che singolare, quanto accadde nelle epoche di decadenza di altre civiltà, sintomi che van no, ad esempio, dall a efferatezza e dalla frequenza di certi delitti all a stupidità di certe ga re, voi. in tuirete che non solo un determinato aspe tto della nostra civiltà è in gioco, ma che tutta la civiltà d ella r azza bianca può disintegrarsi , indeboli.rsi, oscurarsi n el disordine senza scopo, nella miseria senza domani. Come si vede, il nostro punto di vista sul problema prescinde complet am ente da quelle che potranno esser e le conseguenze - temute o sperate - neJia politica ·interna della G erman ia. Solo d ei democratici possono vedere il problema sotto lo stretto punto qi vista d e lia sper anza che un frègo sulle ripar az ioni allontani nel tempo o f accia add irittura scorilparire dall'orizzonte lo spettro di Hit le r Per noi, altri va lori costituiscono la posta del g ioco.

I tempi sono o rmai maturi. Per tutti, da oggi . Per noi, fascisti, . da un decennio.

Da Il PQpQ/Q d'lt<tlùr, - N. 10, 1932, XIX (g, 7).

DISCORSO ALL'AMERICA

La catena de lle riparnioni ha i seguenti anelli : la G ermania deve a tutti, secondo le percentuali di Spa; l'Italia e la F rancia devono all'Ing hilterra l'Italia, la· Francia, l'Ing h ilterr a devono agli Stati Un iti. Trascuriamo i minori Stati e l 'a ltro settore degli Stati ex nemici, {'he non hanno pagato, né pag heranno, perché sono semplicemt nte per terra. Non v'è dunque che un solo Stato che non deve niente a nessuno ed è· creditore di tutti:· gli Stati Uniti Questa situazione non complica, m a·semplifica il problema. Cb.e si dovesse - prima o poiarrivare alla cancellazione delle riparazil?ni tedesche. era ormai nella coscìenza universale. Si faceva da taluni soltanto una questione di procedura: «prima di canceiiare le riparazion i tedèsChe, occorre - si diceva - che Inghilterra e Stati Uniti rinuncino ai loro crediti ; oppure prima si cancellino le riparazioni e poi Stati Uniti e In,ihilterra abboneranno i loro crediti ». Tutto ciò è finito. La q!festiOne. del prima o del poi non esiste più. Il Governo tedesco ha fatto sapere al mondo, per mezzo dei suoi ambasciatori, che la Germania non può pagare, oggi, né domani, né mai. C'è il fatto nuovo. Più che nuOYO, c'è il fatto compiuto. Come tale irrevocabile, poiché non può supporsi che la Germania non abbia preventivato tutte le conseguenze del suo atto. L'Jng hilterra, a mezzo d el suo primo min istro, fa sapere a sua volta che non è aliena dall'accog liere soluzioni radicali. La Francia trova nell'atteggiamento non ancora definito d e,gli Stati Uniti un motivo di intransigenza. La chiave di volta della situazione è, dunque, nelle mani degli Stati Uniti. Che fa[e? Prendere· delle misure di «forza » per costringere la _Germania a pagare? E quali misure? Con quale risultato? Il tempo delle occupazioni tipo Ruhr è passato. E ammessa, p er dannata ipotesi, una operazione del genere, alla quale l'Italia si rifiuterebbe di partecipare in qualsiasi guisa, che cosa accadrebbe di Locarno e più ancora quale sarebbe iJ destino della Società delle nazioni ?

Ora non v'è che un modo per uscire da quest a situazione di st aticità, che ta nte rovine accwnula nel mondo: cominciare con l'abbuono, fra g li Statf europei, d elle loro reciproche posizion i d ebitorie e ereditarie. Com· piuto questo primo passo, presentare il fronte unico dei debitori ·europei all'America. Rinunciando ai lo ro crediti , i d ebitori europei avrebbero la coscienza perfettamente tranquilla per chiedere l'annullamento dci loro debiti da parte del Governo degli Stati Uniti. Voi pensate che gli Stati · Uniti avrebbero il coraggio di reclamare ancora il pagamento dei loro crediti da parte degli Stati europei che avessero fatto la stessa conces· sione alJa Germania? Voi credete che gli Stati Uniti costringerebbero · gli europei a ricostruire il circolo vizioso che la conferenza di I:osanna deve finalm ente spezzare-? Ecco l'interrogativo inquietante. Ma davanti ad un atto di volontà finalmente consapevole di tutta l'Europa, che attraverso il reciproco Condono dei d ebiti dimostrerebbe di aver superato la distinzìo!le dei vincitori· e dei .vinti e creato quindi un nuovo ambiente propizio ad ulteriori più larg he e più feconde intese, gli Stati Uniti non avrebbero certamente il Coraggi<? -di insistere. Non solo per rag ioni di ordine morale; quantunque anche queste abbiano il loro influsso sul· l'an ima americana. E. un errore il credere che g li americani siano insen· sibili a suggestioni di siffcl.tta nahlra: v'è in essì un fondo d i idealismo e di disintèresse che ha avuto manifestazioni imponenti e pratiche in tutti i paesi del mondo. Essi si rifiuterebbero di apparire nella storia d ell'umanità come g li un ici, i soli, i duraturi, i secolari profittatori della guerra; di essi vorrebbe essere paragonnto a Shylock, che pretendeva brandelli di carne dal cOrpo del suo debitore. Noi pensiamo che in America, un movimento formidabile di opinione finirebbé per travolgere tutte le resistenze di coloro che credono ancora - non diciamo alla moralità- ma alla utilità di questa situazione. Accanto -a questi motivi di ordine morale, vi sono quelli ____: non meno d ecisivi - ·di ordine materi 3.Je che sollecitano gli americani a chiudere anche essi b. contabilità del Voi ricordate che cosa accadde per la moratoria Hoover del lug lio scorso. Si trattava solo di un anno, ma pure )JO sollievo immenso degli spiriti :1ndò d all' uno all'altro deg li .orizzonti della terra. Gli uomini ripresero per un momento anìmo ed ardimento e c'erano i segni evidenti di una ripresa, prima che il tutto, di lì a poco, si spegnesse sotto g li abbondanti getti d'acqua di quei meticolosi artisti della procedura che sono i g iuristi francesi, consiglieri della finanza dello Stato, Ora, se la moratoria di un anno aveva potuto rianimare il mondo, Come si può dubitare della ripresa, qualora b strada sia sbarazzata una volta per tutte da questo ostacolo, il maggiore, forse, che immobilizza oggi i popoli e proietta le sue sinistre conseguenze per quasi tutto il secolo attuale ? :t. nello stesso interesse degli Stati Uniti compiere il gesto d i _ una rinuncia, che torna in d efinitiva a loro vantaggio. Non non perdono Oulla, ma guadagnano per altra via, quanto formalmente ca ncellano.

Ma il primo passo essere compiuto in Europa. Non si può pretendere che gli Stati Uniti assumano essi l'iniziativa: è l'Euro p3. che deve farli trovare .dina nzi al fatto compiuto, che fin iranno per accettare, anche perché non potranno in a lcun modo revoca rlo. Cosl come i creditori europei -della Germania accettano il·« fatto compiuto» della sua dichiarazione di insolvenza. t:: forse pensabile che gli americani possa no ricorrere ad atti ostili sul terreno eèonomico e valutario? No. L'econom ia del mondo è solidale; chi Ja ferisce in qualsiasi parte del globo, ferisce se stesso; le rappresaglie doganali chiamano le contro-rappresaglie; una valuta che crolli mette in pericolo immediato di rovina tutte le monete, dalle più vicine alle più lontane; il_ mondo ha bisogno degli Stati Uniti, n1a gli Stati Uniti hannò bisogno, come non mai , dell'Europa e dd mondo. La grande campana della realtà suona a martello fra le due ri ve dell'Atlantico,

D a Il Popolo N. 12, 14 gennaio 1932, XIX ( g, 13).

321" ·RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEl MINISTRI*

Su proposta del capo del Governo, ministro delL'Interno, il Comiglio ba approvato :

I. - Uno scbenw di provvedimento legislativo col q"ale si stabilisce di affidare all'lftitulo poligrafico dello Stttto l'amministrazione, la sta1npa e la vendita del «foglio annunzi legali della provincia di Roma ». Il pro vvedimento è dire/lo ad abbinare, come già in panato, per ragioni di economia ed anche ,u/l'intereJSe del pubblico, ia gestione del «Foglio anmmzi legali della pro vincia di Roma)> f1 quei/a d ella <<Gazzella Uffidale del Regno d'ltalia ».

2 . - Uno schema di provvedimenJo l egislativo concernente la costituzione del comune di « lJo/ e Tremiti». Il gruppo delle T remiti, comprende!Jie le isole di San Donnino, Sa11 N icola Capperaia, Pianosa e Cretanio, e sede di 11n'importante colonia di confino, rappresentava, fi110ra, in virtt'l del regio decreto- 13 dicembre 1863, numero 1858, una anomalia nell'ordinamento anuninùtrativo d el Regno, in quanto non costituiva comune autonomo, né faceva parte d i nessun comune, ed era amministralo direllamenlf! dallo StaJo, a mezzo del direttore della colo4 nia. A quei/a Jituazionf! anormale, protrai/asi pe1· circa setlant'anni , pone termine il provvedimento appro vato oggi dal Consiglio dei ministri, con la el'ezione in comune di d ell e l!o l e ( +) '

PREFAZIONE ALL'« ALBO D'ORO

Questo è un libro che nobilita il fascismo e consacra la rivoluzione delle camicie 11 sacrificio liberameq.te accettato innalza gli uomini sino ai culmini dell'eroismo. Queste pagine vanno lette e profonda· mente meditate. Il fas cismo può già allineare sugli orizzonti della nuova storia d'Jtalia i suoi martiri, i suoi caduti, i suoi valorosi.

* Tenutasi il 16 gennaio 1932 (ore 10·1 1.30). ( Da 11 Popolo d' ltnlia, N. 15, 17 gennaio 1932, XIX).

** Albo d'qro dà deco rati della M.V.S .N.- Edito a cura d ell'Ufficio storico del Comandi) generale della M.V.S.N.,· Roma, 1932.

Il passato più non può ritornare e l'avvenire è MUSSOLINI

Roma, 25 gennaio X {1932}.

322" RIUNIONE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*

Su proposta dei capo del Govemo, primo ministro, segretario di Stato, il ComigJio dei niinistri ha approvato i Jeguenli provvedim e111i:

1. - Un · dùegno di legge col q si apportano · modifitaz.ioni. all'ordinamento del Co nsiglio nazionale delle in dipendenza delle mtove eJigenze sorte con lo sviluppo deJI'lstituto ·

2. -·Un dùeg no · di legge concemente l 'ordinamento dei servizi di .regreteria del Consiglio di Stato. .

J, - Un disegno di legge che apporta alcune modifiche e chia· rimeitti alle disposizioni che disciplinano il funzionamento del/'Istiluto poligrafico dello Stato, modifiche e chiarimmii addimostrdtisi neceuari nei primo funzionamento di detto istituto.

4. - Un di;egno di legge che chiarisce la · portata dell'articolo 4 del regio decreto legge 7 gennaio 1926, numeto 87, per quanto riguarda la.ude deJJa reale Accademia d'Italia

.5. - Un diJegno di legge col quale .Ji di.Jciplina la conceuione di motti araldici ai reggimenti e c.orpi del regio Esercito, nell'ùtlenlo di m_ellerne in gi11JIO valore il rarallrre tradizionale e di Jtabilire norme precise circa l' adozione e l'u.Jo dei molli steui.

6. - Uno uhema di pro f.!vedimenti co11cernenJi la pubblicità dei prezzi degli alberghi. IJ conce/lo iondammtale del provvedimento è sempre que/Jo deJJa pubblicità dei prezzi, di cui aJ/a legge 3 aprile 1926, numero 613, Jatta ·però mediante il JÙtema già utilmente Jeguito dal · l'Ente nazionale industrie turistiche con· la pubblicazione «Gli alberghi in Italia». Per effe/lo del nuo_f.!o provvedimento, la della pubblicazione· dell'E.N.I.T. auumerà veste ufficiale e sarà compilat_a in ba.re ai dati che gli albergatori saranno obbligati a fomire al commissariato per il TuriJmo ed ai rispettivi prefetti.

• Tenutasi il 15 febbraio 1932 (ore 10·13) (Da /1 Popolo d' llalia, N 40, 16 19}2, XIX).

7. - Uno schema di decreto concernente l'organico del Trih1male spedale per la difesa Stato.

8. Uno schema di decreto' relativo dell'lstitlllo del dramma antico neli'IItituto. fauiJta di cultura, al fitie precipuo di realizzare· le possibili economie_ nell e spese di rara!lere generale e di permei/ere ali'Istiluto del dramma a_ntico di avvalersi degli organi dell'Istituto fauùta di mlt11ra per fare meglio conoJcere all'ntero l'importanza delle rappresentazioni daJJiche da euo promosu. Infine, il Comiglio dei minist ri, su proposta del capo del Governo, in auordo coi ministri dell'Educazione nazionale e dette Finanze, ha approvata la costituzione di un Consorzio, con il contributo degli Enti locali, per la · in!egra/e sistemazione edilizia dell'Università di Roma.

PER L' EDIZIONE NAZIONALE DEGLI SCRITTI DI · GARIBALDI **

Voi dovete. dare all'Italia, in pochi succosi volumi, l'anima e il cuore di Garibaldi, quali risultano da ciò che_ egli medesimo ha scritto; non già dai volumi di dotti studiosi intorno a lui, Garibaldi è stato sempre più vicino di ogni altro al popolo nelle sue azioni meravigliose; tutto ciò che emana da lui non può che essere profondamente sentito dal popolo che lo predilige e sempre· ne subirà il fascino profondo. Per il 2 giugno 1932, cinquantenario della morte di Garibaldi, dev<: essere pronto un degno primo _volume di questa edizione nazionale garibaldina.

• Nella 32}L riunione, tenutasi il 16 febbraio 19}2 (ore 10-12.30), il Consiglio dei ministri approverà «un disegno di legge contenente provvedimenti per la tutela del patrimonio artistico ed archeologico nazionale», uno «schema di disegno di legge recante i provvedimenti per l'istruzione professionalé dei con· tadini », uno ((schema di provvedimento per la creazione in Sardegna di un Ente per la bonifica .integrale e la colonizzazione», ed altri schemi ·di decreto legge. (Da Il Popolo d'!Jalia, N. 41, 17 febbraio 1932, XIX}.

u A Roma, a palazzo Venetia, il 10 marzo 193 2, Mussolini riceve la reale :ammissione p er l'edizione nazionale degli scritti editi e inediti di Giuseppe Gaibaldi. Alla commissione, il Presidente del Consiglio rivolge le paÌole qui ri>ortate. (Da 11 Popolo tfCJalia, N. 60, 10 marzo 1932, XIX).

6•• xxv.

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