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VERSO LA FONDAZIONE DE « LA LOTTA DI CLASSE i. 2 5 9

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G!OVANNI GIOLITTI

G!OVANNI GIOLITTI

Scoppia uno sciopero generale grandioso e subito diffamato, ne seguono altri abortiti, p er tre volte gli elettori sono chiamati alle urne e per tre volte Giolitti ritrova la sua maggioranza sopra un prog ramma che si esprime nella cifra « negazione d ell'unità » , zero. B la volta del sindacalismo. Lo si studia, lo si pred ica, lo si attua . Risultati poco soddisfacenti. Arturo Labriola, il volgarizzatore di Sorel, dich iara dopo gli scrutini del marzo scorso, che di sindacalismo non vale la pena più di parlare, almeno per un ventennio. Guido Marangoni, d 'altra parte, rilascia un certificato di decesso regolare alla pratica sindacalista. Il sindacalismo si rifugia ncUe belle lettere e diventa un godimento da estasi insoddisfatte.

Giolitti fa assol vere i contadini parmensi alle assisi di Lucca, ptr non creare dei martiri -e accoglie quasi contemporaneamente fra le sue lunghe braccia scimmiottesche il 6.gliuol prod igo Enrico Ferri, reduce dall'America Latina e chiedente perdono dei .disturbi recati a Bettola prima della.... come dire? evoluzione, t rasformazione, involuzione na: zionalista In questo momento iJ quad ro della terza Italia dinastica, parlamentare, sovversiva, è completo,

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Giolitti al primo piano : di dietro e ai lati una « magna comitante caterva » di bloccardi, che ha assolto ormai il suo compito di r iconci. liazione nell'ambito delle istituzioni dinastiche : dal triangolo massonico è g iunta al tricorno cattolico: da Nathan a Romolo Murri.

Giuochi di clientele elettorali e bancarie ! Ecco la vicenda parla mentare giolittiana.

Né reazione, né rivoluzione, ecco il p rogramma dell'uomo di Oro· nero. Questo funambolo , q uesto irrimediab ilmente mediocre ha vinto! Il sovvers ivismo italiano è liquidato. I socialisti ufficiali si accoppiano in a mplessi infecondi con Madama Massoneria, auspice il grande Ar· chitetto dell'Universo.

Non c·è più domicilio coatto, scarseggia la galera, i socialisti scu sano col galateo e colla teoria dei risultati tangibili !'a.tassia locomotrice che li condanna all'immobilità. A ve Giolilli, mori111,i te saJ111an1!

Se il g iolittismo, fenomeno peculiare della terza Italia, ha avuto tali conseguenze, è interessante conoscere il protagonista della farsa, Giovanni Giolitti. [1 volumetto di Paolo Valcra non ci dà un G iolitti ineditò, cosa impossibile ( in questi g iorni si è pubblicata anche la tesi di laurea dell'on. Giolitti!) ma ci dà il primo ministro d'Italia quale si rivelato nel suo quarantennio di vita parlamentare. Ecco come Paolo Valera fotografa Giolitti: e .8 un uomo bl.ul. N on· è agitato da alcuna riforma. Eg li non ha mai nulla da comunicare all'elettorato e l'elettorato non ha mai bisogno di udirlo. L'uoo l indifferente all'altro. Negli uadki anni ch'i:gli t alla direzione dd-

Opera Omnia Di Benito Mussolini

l' Italia, salvo i brevi intervalli di Por tis e di Sonnino , non ha aperto bocca che due o ue volte. Giolitti cita sempre l'Jnghiltcn a, ma non ha nulla del ministro ing lc~. Egli troppo parco, troppo sobrio, troppo stitico, troppo infecondo. Un t"ditore che vole,sc far denari sulla sua pelle ministerìale, non sap rebbe dove mettere le mani per un centinaio d i pagine d i discorsi. Non ha in giro che roba slegata sen za stile, e senza pensieri , che non siano q uelli dì tutti S un materiale che si lascia andare al macero senta rimpianto. N on vi trovi una frase intdlcttualizzata o un pcrìodo materiato di vita B il !Olo presidente dei ministri d'Europa che non possa radunare un volume delle sue concezioni politiche» (psg. 17).

Mentre l'Italia sì rinnova e accelera ìl rit mo della sua attività eco• nomica e spirituale, un ministro come Giolitti è un anacronismo, è una vergogna. Forse è p rossima la saluta re ventata c.he spanerà via Giolitti, il giolitt ismo e tutta la smidollata ideolog ia socialoide, che ha vitupecato il socialismo puro dell'Internazionale. Noi aspettiamo trepidi e andiamo prepa rando il croll o di quella Bisanzio, contro alla quale l' artiere maremmano lanciò l'amara invettiva. Ognuno rit roverà poi la sua strada.

Forlì, 8 ottobre

D a Il Popolo, N. 2826, 12 ottobre 1909, X.

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