9 minute read
AL DIREITORIO NAZIONALE DEL P.N.F. •
Ho riunito il Direttorio nazionale per fissare le direttive dell'azione da svolgere. Del resto, esse appaiono già nel vibrante indi.tizzo del camerata V idussonL l a noffilna di Vidussoni è stata ac~lta con grande simP.atia negli ambienti giovanili. 'In altri ambienti hanno. osservato: è molto g iovane ; taluni hanno ,detto: è troppo giovan~; veramente, per colpa di
• Il 29 dicembre 1941, quando ormai Rommel si era ar.restato con le sue fone a El Agheila (in fondo al golfo sirtico, limite estremo della s«onda come della prima ritirata dalla Cirenaica.), ove, per resistere, occorreva soprattutto rifornimenti, Mussolini aveva scritto a Hitler sempre sulla imperativa esigenza di poter utilizia.re i porti tunisini ne lla preparazione di Wla controffensiva Ricord ava che il danno di una eventuale perdita delJa Libia sarebbe stato strategicamente incalcolabile Bisognava dunque accordarsi con la Francia facendole con· c,ssioni, oppuÌe agire di forza. Proponevà anch, un'azione comune i talo-tedesca in Bakania per prevenire una rivol ta e disarmare i ribelli in Bosnia, Serbia e Monteneg ro (22 3) Questa lettera di Mussolini si era incrodata con una che il Fiihrer gli aveva scritto lo stesso 29 dicembre per inviargli auguri per l'anno nu.ovo. Quindi prospettava, con piena franchezza, il pericolo di catasllo re corso d alle armate tedesche in Russia al sopraggiungere dd tremendo inverno con tem. perature scese a quaranta gradi e _più sotto zero) che avevano bloccato anche -i motori. Le divisioni corazzate erJ no in via d i riordinamento per essere pronte al nur>vo balzo in primavera. Si diceva gratD per l'offerte di altre divisioni italiane. Era in corso la sostituzione di generali anziani allo scopo di ringiovanire i comandi. Prometteva l'invio di sottomarini t~eschi nel Mediterraneo e di carri armati per la Libia, sulla cui sorte era fiducioso. Calcolava molto sul peso dell'intervento nipponico e sosteneva che l'imperialismo americano avrebbe finito pe.r dare un colpo mortale all'Ing hilterra Ignorando le sollecitazioni contemporaneamente in~irizzategli da Mussolini, escludeva la possibil ità di fare concessioni alla Francia in cambio dell'uso dei porti tunisini, ca usa i sentimenti infi~ i di quel paese verso l'Asse (224). (In seguito, 13. Germania rifiuterà categoricamente le concessioni chieste dalla Francia e quindi non sarà possibile far transitare uomi ni, . armi e r ifornimenti attraverso i porti tunisini). li 30 dicembre, Bengasi era caduta nuovamente in inano al nemico. Il 3 gennaio 1942, era stata la volta di Bardia. Lo stesso 3 gennaio, alle 11, a Roma, a palazzo Venezia, Mussolini tiene rapporto al D irettorio nazionale del P.N.F. All'inizio del rapporto, il segretario del P.N.F. rivolge aJ capo del Governo il seguente indirizzo: « Duce! Il Direttorio nazionale viene da voi a rapporto in una storica d ata, che ricorda alle camicie nere u na grande vittoria della vostra 1ivo luzione. Il nemico che voi allora avete diSp'1SO, ha cercato rifugio fuori d'Italia e, sotto le ali protettrici della massoneria, del giudaismo e del bolscevismo, ha covato per lunghi anni il suo vile odio, at· tendendo il giorno d'una possibile r iscossa. Oggi, dopo le più ignobili alleanze, schierato in armi contro di noi. I n Russia, in Cirenaica, sµlla ten a e sul mare e nel ciclo le nosue gloriose armi sono impegnate in una dura battaglia senza Uegua. All'intemo, il popolo, comapevole deJJa lotta) che per la sua vita. e per quel pressapochismo che contraddistingue ancora qualche settore della vita jtaliana e del quale dovremo assolutamente guarirci, Vidussoni è stato·fatto anche più giovane di queUo che è. Egli ha ventotto anni e non ventisei, ma si poteva soggiungere che egli ha .da sedici ai diciotto anni di servizio 'nella M ilizia fascista.
Advertisement
D el rCSto, non è la lunghezza della vita che conta. vorrei quasi dire .la lungaggine, ma l'intensità secondo la qua.le si vive. Sarebbe strano. che un regime che ha per insegna la giovinezza, debba averne o rrore proprio quando si tratta di affidarle i posti di comando.
D opo venti anni di regime, vi sono due generazio~ che si contendono il governo: quella che tramonta e quella che sorge, :P. quindi necessario saldare il ciclo delle generazion i, ognuna delle quali è fa talmente portata ad esprimere il suo disaccordo nei confronti di quella che l"ha preceduta.
Yidussoni fa rà il suo tirocinio. L'ho fatto anch'io come capo di governo, anzi oso dire che non l'ho ancora finito; ancora oggi vi sono settori della vita nazionale che io noa ho esplorato. Non è improbabHe che se io fossi interrogato sul funzionamento di taluni organismi dello Stato, mi troverei costretto a rispondere in m odo evasivo.
Io aiuterò questo tirocini~ di Vidussoni. Questo sucf apprendistato lo farà con me, poiché da oggi intendo vivere più da. vicino la vita d el Partito.
Fra sette giorni saranno conv:ocati tutti i federali della Sardegna, deUa Sicil~. della Calabria e ·della Lucania. Questi camerati esporranno, con la sincecità che deve essere propria dei gerarchi fascisti, la situazione d elle provincie,
Il problema che domina tutto e tutti è il problema della guerra; o gli uomini sono grandi :! restano nella storia, o sono piccoli e retro- il ·suo avvenire, tenacemente ttsiste e fer mamente crede io voi e nella vittoria la questa certezza e in questa ft:de, il Partito intensifica la sua opera, moltip lica i suoi sforz( e, sop rattutto, tiene a dare l'esempio nello spirito di sacrificio dei suoi organizzati, nell'instancabile opera dei suoi dirigenti, nelrofferta di sangue dei suoi gerarchi, dei quali millequattordici sono caduti, millequattrocentoquattordid sono stati feriti I volontari f_ra loro sono stati ottomilaseicentottanta; i decorati al valer m ilitare novecentosessanta. Duce! Vi confermo che lo scambio delle consegne è avvenuto come voi dt'sideravate: cameratescamente. Nell'organismo del Partito nulla si è fermato: tutto marcia e marcerà secondo i vostri o rdini. Il no,. stro p rogramma di lavoro è questo: obbedire al vostro comando, servire con tutte le nostre fone, e, se necessario, col nostro sangue, la causa della rivoluzione fascista, allo scopo supremo: vincere! Duce ! Dateci la consegna ! ». I ndi Mussolini pronunci a il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d'Italia, N . 4, 4 gennaio 1942, XXIX; e da L'Europ,o, N. ,3, 30 dicembre 1956, XII) cedono nelfa cronaca. Chi nasce im~ille, perdura tale anche se campa cent'anni.· g questo il mondo borghese. "2 onnai accertato che la parola borghese non esprime un concetto di carattere economico, bensl un concetto di carattere morale. Però si dimostrato che spesso l e insuffi.- cenze morali sono accompagnate all'abbondanza del denaro. 'E per questo che i popoli poveri fanno la guerra meglio dei popoli ricchi: perché hanno. meno bisogni. Fare attenzione anche alle notizie false e tendenziose. Per esempio: l'll dicembre fu fatta circolare la V(?CC che la. Russia aveva ceduto Je armi; la verità era invece una nuova guerra: quella contro l' America. In questi giorni si sfrutta il preteso insuccesso dei tedeschi in Russia. Ai tedeschi è capitato come a noi in Albania l'inverno scorso; contro le intemperie non si può combattere, le forze Umane nulla possono contro quelle della natura. Se le nostre truppe avessero trovato il Kalamas nel suo letto, avrebbero proceduto oltre, avrebbero occupato Janina. Prevesa. Invece c'era tale inondazione che i carri armati venivano letteralmente bevuti dal ·fango. Ormai, dalle ultime notizie per• venute, è certo che la pressione russa è stata fermata e va esaurendosi. Bisogna condurre gli italiani ad una. veduta più obiettiva. ora di finirla di dire: tutto queilo che noi facciamo non è che improvvi• sazione. Io affermo invece che il popolo che ha più facoltà di orga• nizzazione è l'italiano. Noi ci si organizza sempre ai margini. :B fa• cìle. organizzarsi in una situazione di ricchezza, nia difficile in una situazione di povertà.
Il Partito farà la grande politica, Io Stato farà la grande polizia. Sarà forse necessario liberare il Partito da funzioni che non sono di sua diretta competenza, cosl se ne alleggerirà l'organismo. C~mpito Jel Partito è educare e _disciplinare, cioè fare la politica. Più sarà alta e profonda l'azione politica e meno avrà da .fare "la Polizia.
Il popolo italiano nella sua massa è sano e forte e comincia ad avere sempre più ferma la sensazione delJ~: gravità della partita . accesa tra le nazioni; la contesa che si allarga nello spazio si allunga nel tempo.
Vi sono però delle aliquote n ocive e deleterie sulle quali bisogna fermare la nostra attenzione. Corcenti del mondo cattolico osteggiano l'Asse. Non si è ancora levata una voce di simpatia dall'alto clero a favore di questo popolo che combatte g li anglicani dell'Inghilterra e dell'America, i bolscevichi e i senza Dio di Russia. ' Jnoltre si predica il pacifismo : fare la guerra senza odiare il nemico.
Si vorrebbero tutté brillanti battaglie e bril~anti _ vittorie: ciò è pretendere l'impossibile. Jl nemico merita di essere odiato e l'odio deve diventue così profondo da connaturarsi con l'indole del popolo ita• liano.
L'Inghilterra finora non ha fatto la guerra che contro di noi. vero che per noi conta soprattutto la vittoria, ma per noi è anche molto importante saper combattere. I nost ri soldati si sono battuti molto bene. Essi sono quello che sono i capi. Questo spiega quanto avvenne l'altra volta iri Africa per l'indecisione, potrei dire per il « vac.camè », se mi è permessa la parola, dei capi di allora.
Noi siamo decisi a raggiungere la vittoria con ftUore disperato. L'I08,hilterra deve essere odfata, altrimenti può capitare di vedere cadere le armi dalle mani dei nostri soldati.
C'è poi il settore degli « interessi lesi», di coloro cioè che sono stati scomodati nelle loro abitudini, perché è stata soppressa la circolazione automobilistica., si sono imposte le tessere, è stato ordinato l't'.>&curamento, i caffè devono chiudere alle· ore ventidue. Vi sono quelli che non riescono più a ·guadagnare come UOa volta. Taluni però guadagnano d i più; li richiameremo all'ovile e li toseremo. Cosl perderanno tutta, la lana locupletata.
Tutte queste tendenze al pacifismo, alla vociferazione, a.Ila den igra• zione degli alleati ( con i quali, sia detto ancora una volta, maréeremo insieme fino in fondo, costi quel che costi, perché noi non siamo un popol~ ballerino, o balJerina, che sarebbe peggio), devono essere iden• tinca.te, isolate e denunziate dal P:trtito. la Polizia penserà al resto.
Questa guerra sarà lunga e, da un certo punto di vista, non sarà. u.'"l male. Ci costringerà a scavare in noi stessi moralmente, pe;ché non dobbiamo dimenticare che !"umanità di domani sarà diversa da q uella di oggi. Ci costringerà anche a ricorrere a tutte le nostre ricchezze finora ignorate. le ricchezze italiane non sono soltanto artistiche.
Autarchia. Oggi si misura l'importanza della battaglia autar~hica, la quale fu iniziata nel 1935, quando l'Inghilterra tentò di prenderci alla gola con le sanzioni. Nell'agricoltura la battaglia era già stata ini· ziatà. nel 1925 e mi rammarico di non averla cominciata allora. anche nel càmpo industriale.
Riassumiamo: questo è il momento fo rui il Partito deve intensifi• care ed accelerare tutte le forme della sua attività; prima di tuÙo, quelle di carattere politico e spirituale. Per questo ho dato la conseg na al camerata Ravasio di Milano, che conosco da venti anni. Egli deve es• sere il sovrintendente dell'ortodossia politica ·e morale del Partito. Se, attraverso questa opera di selezione e di discriminazione individuale, anche trécento-quattrocentomila uniti dei quattro milioni che sono iscritti al Partito ,dovessero andare perdute, la cosa nofl avrebbe importanza. L'importanza è di non perdere gli otto milioni di giovani ch~appartengono alle generazioni nuove.
Bisogna lavorare in profondità. La scuola deve ,dare la mano al Partito. Per questo la nomina di Bottai a componente ·di diritto ha un suo significato. Occorre che i compiti siano ben definiti e le· responsabilità altrettanto. In passato si sono creati dè) doppioni.
Le funzioni dei componenti il Direttorio ·fono state già fissate: Venturi conserva il settore sindacale ed ha in mano la intricata questione dei pre-zzi. In un certo momentò, dopo che lo Stato avrà dato le opportune lezioni, non credo che sarà più compito del Partito ispezionare i mercati.
Il camerata M ezza.soma resta nel Direttorio e i,assa alla disciplina. Che cosa deve essere la discipli na, l'ho già detto. Noi non concepiamo la disciplina come una cosa formale. Non bisogna fare come i contadini che fingono di sentire la Messa sulla porta della chiesa, ma, in verità, parlano dei loro affari. Bisogna andare a vedere come si crede e che cosa si fa per questa fede che ci anima tutti. Non . basta avere pagato l~ tessera e partecipare alle a.dunate. Ci vuole anche qualche altra cosa. ·
Oggi è il 3 gennaio. Abbiamo dinanzi un Aventino di p roporzioni ingrandite, pantografiche. Come allora. lo compongono gli stessi elementi, anche i capitalisti. Si va da M osca a Washington. L'ideale del bolscevismo, infatti, è sempre stato il grattacielo, le grandi officine, la produzione in serie. In mezzo c'è l'Inghilterra. Oggi si comincia a mordere nella sua carne viva ; prima essa è stata risparmiata, ma da quando il Giappone è entrato in guerra, essa comincia a sentire intaccato il suo impero.
Ora, come· abbiamo sgominato l'Aventino del 1925, è certo che sgomineremo all.che questo. Dobbiamo sentirci degni di vivere in questa ora: ora unica della nostra vita nella vita del pop<?lo italiano e nella storia del mondo. Nemmeno gli antichi romani hanno vissuto ore conìe queste.
· Il D11ce domanda se qualcuno dei presenti desidera prendere /,1 parola. Neuuno ri!ponde. Allora Mus;o/ini rontinua:
Il giorno 10 si riuniranno qui i federali della Sicilia, della Sardegna, della Calabria e .della Lucania.
A queJto p_unto~ il minùtro.. della C11JJ11ra pop_olar,. legge 11n indi· rizzo àèi ve1covi anglicani tJl Preiidente R oouvelt. Il D11ce ,ommenltJ {OIÌ."
Questo indirizzo conferma quanto vi ho detto prima. Questo Vaticano finirà per ridursi come alt'epoca di Celestino V. Già ha perduto molte ~ssibilità politiche. Esse sono in parte recuperabili, ma perderà anche quelle morali, che non lo sono facilmente. Un conto è la politica del popolo italiano, un conto è quella del Vaticano. Ho finito.