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APPENDICE

Caro*,

assente da Milano solo oggi posso rispondere alla tua lettera. Com· al fronte. E invece, debbo attendere. non~~!0

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at aJrovn~~~"~fip:;:o,~~~il~~~vfn:i~l~~ischi~1;a"~sida~~e)i:epa~

In materia militare io sono incompetente. In ogni caso, poiché la guerra sarà lunga, anche le nostre energie o presto o tardi saranno utilizzate.

Q uesta speranza mi consola . Credimi con affetto, tuo

Benito Mussouni

Saluti agli amici che ancora mi ricordano. Ciao.

• Lettera a Cesare Berti ( nt, Lmere) Fu scritta, con ogni probabiliù., nel giugno 1915 (Le lettere di Benito Mussolini. a. Cesare Berti, sono riportate da : Film 1lori11. J.luuo/ini vuo - Edito da « U-ntomila I}, Rom!, 1950, pagg. 65, 90, 91, 110).

Carissimi amici.*, non potendo essere - come era mio des iderio vivissimo - tra voi, vi mando queste poche linee che devono significare la mia adesione alla vostra adunata e la mia. grande sim patia per voi tutti. Alla vig ilia di partire per il fronte a combattere la nostra guerra, nostra perché il popolo italiano nelle meravi.gliose giornate di maggio, l'ha unanima. mente voluta e imrposta, vi a:1unga il mio fervido augurio e il mio saluto fraterno. Augurio di vittoria e la vittoria non mancherà. Duplice sarà la vittoria. Contro i nemici di fuori, contro gli Imperi barbarici che, grazie anche al concorso dell'Italia, vedono tramontare il loro sogno

• Lettera di .t.desione indirizzata .t. un gruppo di volontui sovversivi del 68 C.nteria » in putenu per il fronte, in occasione di un banchetto dei medesimi, teoutosi a Milano, nel ri!itorante « Aurora », il 3 l\l&lio 19ll. (Da Il Popolo d'ltaha, N. 184, 5 luglio 1915, JI).

19. - Vlll ài egemonia e di tirannide e contro ai nemici di dentro che cospirano ancora a i dan n i della Patria e de lla civiJtà. l o vi d ico ch e v'è g ente sozza in agguato : gente ch e si p re para a to rn are giol ittiana, vatica nista, h er• v i dico ch e le battagl ie d i dom ani n o n saran no meno tem pestose d i quelle di ieri, né m eno a.bietta 1a coa liz ion e ch e si formerà - automaticam en te - cont ro d i noi col pevoli di avere voluta e imposta la guerra, dive nta ogni acuta, i l mio turno, Ci ri vedremo alla fron • ~:; !sSifant~i ~~~!0t~~n;1raM:~n~fi~a%~~~~~:r~1feati1:bb~;~ ci inquieta

Co me è bella Giovi nezza, Ch e Ii f11gge tuttavi a.' Chi fln ol eJJer lie10, 1ia, Di doman non v'è certezza /

Lieta è la nost ra g iovi nezza, lieta anch e din nanz i al ~ ricolo; e quanto al nostro doma ni esso è certo ; le nost re oscure ind ividualità possono non avere un doman i, ma i l popol o ital iano l o av rà, ma l'umanità stessa av rà il suo doman i, qu ando i ba r~a ri saran no stati ricacciati o lt re i l Reno che n on dovranno r iva rcare mai p iù.

Cari compagni fasc isti, abbiatevi il m io abbraccio cordiale

Carissimo *, comprendo Je tue generose im pazienze, ma io ti ass icuro che n on perderai il turno. Il fronte è pletorico. Ci sono troppi soldati e la l inea sulla quale possono dist ende rsi è breve. Anch ' io ho fretta di andare

1~~~ed0du~ _i i0 f~cil~ n~~~~ec~: 11~ eserciti; è difficile schiacciare dei popoli . E questa è una gue rra di popo1i. Jntanto colla n ecessaria e doverosa guerra a lla T urchia, il campo a eIIe o perazio n i si a llarga

Saluta tanto i volo ntari di S. Pierino. M i ralleg ro con loro. C'è ancora una Ro ma~na !

Ciao, con viva a micizia, tuo

• Lettera a Cesare Berti, Fu scritta certamente tra il 22 e il 24 agosto 1915.

Carissimo*,

il YOlume io J'ho ricevuto e l'ho passato alla professoressa Regina Teruzzi che si è presa l'impegno d i farne una recensione. Finora, non l'ho vista . Se tarda molto, passerò, meglio farò passare la tua, perché da stamani sono soldato e f,ra poco me ne andrò da Milano. Saluti a Gio, a tutti e credimi

• Cartolina a Camillo Marabini . Reca il timbro postale : « Milano, 1·9-l9 I5 » (Da: C/i.àflLLO MARABINI - LA r rJHtJ avangU/i,di., Je/l'Arsrnma - Anonima Tipo Editoriale Libraria, Roma, 19:,4)

Ca rissimo*, mi trovo a 1800 metri, a poche d iecine d i passi dalle trincee austriache, dalle ultime trincee austriache i n questa zona. La mia compagnia è di rincalzo e non .i.bbiamo ancora partecipato teste. Dormiamo fra i sassi all'aria aperta. la mia tranquillità d'animo è g rande e la mia salute ottima. Saluta, a mezzo del giornale, gli amici. A te un abbraccio.

Tuo

MU SSOLINI

• lettera ad un r edattote de IJ Popolo d'Italia ( probabilmente Giuseppe De Falco) (SALUTI DAL FRONTE, da 1/ Popolo d'Italitt, N 26~, 24 settembre 1915, II}.

Giovedì, mal/ina, 23 [uttembre 191.5 J * poche centinaia di metri da noi, c i mandano qualche pallotto1a.

Carissimo, da di~i giorni mi trovo _in prima linea, ma non ho a'IUto anco ra il piacero d 1 vedere la faccia d, un austriaco. G li austriaci stanno nascosti nelle loro formidabili posizi_oni e ci aspettano, ma non assumono mai l' in iziat iva d ì un attacco o d1 un cont rattacco.

Ci troviamo in una delle pos izioni più avanzate di tutto il fronte, sul costone di una montagna alta q uasi duemila metri e ripidissima. Per salire e discendere ci aiutiamo colle corde. Di notte fa freddo, ma di giorno c'è un magnifico sole.

• lettera a Giuseppe Dc Falco. (MUSSOLlNJ Cl SCRIVI:, da li Pr;polo d'I1alitt, N . 270, 29 settembre 1951, JJ).

La guerra, a queste altezze. viene fatta colle pietre e con le bombe.

L'altro giorno il tenente.... - buono e valoroso, nonché mio caro amico personale - è stato ferito a una spalla, per fortu ,ia non gravemente. Alla sera, i nemici nella tema di <JUalche nostro attacco, cominciano a ro tolare sassi e macigni. A notte alta, gettano sulla nostra posizione d ecin e e decine di bombe. Noi siamo protetti dagli alberi e cerchiamo di proteggerci, con ripari e sacchetti di terra, ma il morto e j ferit i ci cascan sempre giorni e ci si abitua anche alla voce del cannone.

Non so guanto tempo rest eremo gui e che cosa faremo doman i. Questa vita all'aria aperta di giorno e di notte, non mi dà fast idio, Nessun malato. I miei compagni sono tutti splendide fibre di combattenti, ricchi di energie, nonostante le dure prove subite in q uesti pr imi ciuatt ro m esi di guerra. G li ufficiali ci trattano con una camaraderie ve ramente fraterna. Non so se la posta fun.:tiona con ciualche regolarità Non ho ancora ricev uto un r igo dall'Italia, né una copia del giornale.

Tantissimi saluti agli amici e tu credimi, tuo

BENITO MUSSOLIN[

Carissimo * , la tua deJl'l l sett. mi è giunta ieri 6 ottobre.

Dal 13 settembre mi trovo in primissima linea nella zona d i Ple:zzo Dopo jJ battesimo « negativo » d el fuoco, attendo quello ~< positivo ». Guerra dura, soldati meravigliosi. Sto beAissimo, malg rado le pioggie, il freddo e le bombe austriache. Un abbraccio fraterno da l t uo

MUSSOLINI

XI bersaglieri, 33'° batt., 7" compagnia

• Unolioa al redattore d e Il Popolo d' Italia Ottavio D inalc, che nel 1915" prestava servizio, in qualità cli soldato semplice, p resso la 4• compagnia del 55° hntttia ( zona d i guerra). La ca rtolina reo il timbro postale: Ufficio posta militare, speciale B., 11-10·'15 ».

17 oJlobre, mt11tina *

Mio caro Rossato, stamane - con un magnifico cielo italico - gli austriaci mi hanno f atto un regalo kolout:d. Il bombardamento con cannonci ni da mon- tagna è incotrunciato all'alba. Verso le sette; il« loro t « 240 » ha unito i suoi colpi profondi alla sinfonia generale. Sei colpi in tutto, ma l'uJ. tim'L! %':Ktatfo:m!d~bil:r~ enormi e terriccio. li nostro riparo era scoperchiato: gavetta, fucile, tascapane, tronchi

• lettera ad Arturo R(>SSato. (UN <t 240 », MUSSOl.JNI SCRIVE, da Il Popolo d'fo,lia, N. 294, 2~ ottobre 19D, Il).

- Sono vivo ! - mi ha detto i l mio compagno di giaciglio, l'abruz. zese Giacobbe Petrella.

- Sono vivo! - gli ho risposto io. Abbiamo atteso un minuto e poi ci siamo alzati.

~f~e!\~od~~~Af~:o~t~~~om~o;~!~ar!it7oin~~)~~~- di terra :

I miei rommi:Jitoni hanno g ridato al miracolo!

Certo, sono stato fortunato. Pensa che si tratta di un proiettile, del ~eso ~he raq&iunge. i cento _chili _e c~e arriva con una velocità fantastica . er t .t~#ic~ali.0 ~ri1:t0C:taa sono venuti ad osserva re il luogo dove j,J ragazzino, come si dice in gergo cli guerra, è scoppiato.

Nessun fe rito, tra noi Anch e il Reggimento non ha avuto perdite sensibili . Questo episodio ha chiuso il mio primo e abbastanza accidentato mese di vita in tr incea.

Con t ranqu illità d"animo sempre uguale attendo... il r esto. Ricordami ai compagni di l avoro e agli amici.

Tuo

BENITO MUSSOLI NI

P. S. - In questo momento il Maresciallo della Sezione Mitraglia- anche gli :f'tri soldati sono tornati n ella loro abituale tranquillità e stanno - ora - al sole, divorando il rancio. Questione di abitudine, di coscienza, di fatalismo !

Cariss imi a mici, t rovo nel nostro Popolo noti2ia della geniale invenzione diffamatoria, a mio danno, fatta circola.re fia Le tribù semiaotropoidi stabiJite ndla

• lettera ai redattori de Il Popolo à'lld/i.t. B preceduta dal seguente « uppello • : o: .Ad avvalorare la nostra dichiaruio ne di ieri - c;he manteniamo parola ptr parola in atte.sa d'un muso qualsiasi o d i una Jisposla - ci. giunge proprio ogsi questa lettera, datata dal giorno 2:5. Si amo orsogliosi di poterla pubblicare. Essa è un1 valida e serena risposta indiretta, contro le favole e i sibili delle viptte ,osse

« A •oi, mercanti di ,ermi e di ·· scampoli " di fede; a voj, ciccaiuoH dd socialismo ufficiale; a voi, bulgari accoltellanti alla schiena il fratello di iefi; gran terra di Romag na, a eserc itarvi la rimunerativa « industria statale clell'a rgine )>

La cosa mi ha divertito assai. ~. infatti, di un grottesco spaventevole. Fotografia al lampo d i magnesio. Qualcuno. che si ostinava a non credere, anà - volendo - motiYo e occasione dr misurare il grado di perversion~afc~~r~f:;n;~~l\/::J::g~o mente la Romagna abbia potuto co5l a lu ngo e impunemente scroccare la mio conto - risposto. io mi trovo infatti da quaranta giorni continuamente al fuoco e sotto al fuoco di giorno e di notte; mi sono scoppiati attorno bombe, .shrap· n els, granate- e obici di varia natura e di differenti dimensioni ; non parlo delle fucilate alle quali nessuno bada più ; eppure sono an cora vivo, incolu m e e dotato di un appetito formidabile. li «mo ra le », poi, è ta le che mi rend e prepara to a qualsiasi evento Tutto va, almeno per mc, panglossianamente come nel migliore dei possibili mod i i n g ue rra.

JI Destino è cosi stravaga nte che - forse - non accorderà ai « mangiatori di cadaveri» il pasto ch'essi prediligono e attendono con tro ppo ev idente impazienza.

Quanto al mro contegno in trincea, esso è stato oggetto di particolare e logio da parte dei miei superiori. Di più: il mio capitano mi ha pro· posto per J'avan2amento al grado di caporale, con una serie di motivazi~~Jeus~.~ff:,reh:s:~~h'fo nello zaino il bastone.... di caporale, per il momento!

Infine, qui Ia vita si vive in piena comunità di rischi e di disagi e all'aperto, per quanto lo permettono i nemici.

Ognuno di noi è osservato , controllato e ~iudicato da d edne di uffi. ciali e da centinaia di commil itoni. N o n ve n'e in realtà bisogno: perché 11111i compiamo - con serenità e con coraggio - il nostro dovere Guerra dura e vittoriosa: soldati solidi e valorosi.

Ripetetelo ancora una volta agli esilaran ti cannibali neutralisti di Romagna.

Una cordiale stretta di m ano a. tutti voi, dal vostro a vo i consegniamo l'uomo tranquillo e il soldato "semplice" che si ri vtla in questa !C'Itera; l'uomo che seconJo voi "dovrebbe piangere di paura e dj ri- u 029, 33 1).

P. S. - So che qualcuno attendeva da me le solite lettere dal fronte. Se ne ~ono scritte troppe e da gente che ha visto il fronte col.... binoccolo. Io che vivo la guerra, annoto diligentemente e quotidianamente hltto ciò che accade a me e attorno a me. A suo tempo e 5C mi piac;erà di farlo, pubblicherò sul Popolo il m io Giornale di Guerra.

« Scrive Mussolini :». (IN BUON PlJNTO. UNA LBTIERA DI MUSSOLINI, di li Pof,q/o d' lralia, N. 307, S novembre 1915, II).

Da una trincea avttnzata, 29·10·191J *

Carissimi :unici, vedo dal Po17olo che avete ricostit u ito il Comitato Centrale d ei Fasci e intendete imprimere nuova vita a un movimento che ha avuto la sua pa rte - e non trascurabile! - nelle u ltime vicende fortunose della storia italiana.

Forse, e ra meglio non interrompere completamen te In ogni caso, e ra tempo di « riprendere >) IL compito dei « Fasci » n on è fini to. Non basta aver voluto ed imposto la guerra; ora si tratta di salvarla. Salvarla nelle sue finalità ideali dal turpe sabotaggio che della nostra guerra di liberazione vorrebbero fare preti, giolittiani, socialisti ufficiali , unit i sem- disperde i dubbi e segna la via. Questa parola è: audacia. Audacia contco i nemici interni e contro quelli esterni. Le mezie misure sono le più esiziali. dì vita o di morte. Essere o non essere. Manovre oblique di politicanti, pacifismo imbelle di preti non spezzano dilemma: bisogna r ischiac tutto. Una politica « usuraia>> si concluderebbe in un disastro e in un' in-

A ltro compito dei « Fasci » può essere quello di disintegrare e d i· sorganizzare i vecchi partiti. I partiti « statici » hanno fatto il foro tempo. I partiti di domani saranno « dinamici )). Non più costruzioni r igid e, ragione di vivere.

Su ciueste prospettive potremo tornare in seguito Sono idee da elaborare.

Vigilure, rnmbattere e sospingere, fate insomma che i combattenti magnifici dell a nuova ItaJia e della ,più grande libertà umana non siano p ugna lati alle spaile.

Affi.dato alJe vostre mani, il movimento fascista tornerà rigogl ioso come p r ima.

Abbiatevi tanti fervidi saluti dal vostro

Benito Mussolini

• Lettera a.i redattori dc 1/ Popolo J'I1alta. t preceduta dal seguente « cappel lo »:

« Il Ja.voro iniziato per la ricostituzione dei Fasci, deve essere condotto con la massima energia. Il tempo e le vicende iocaliano. I nostri glov;mi amici lo sappiano Non più l'ora dell'attesa fidente o so1pettosa. Non è più l'ora di indugiare e trarre oroscopi e. l'o ra del r isveglio, l'ora del lavoro, l'ora della virtù e dd ucr.iJicio. Cittadini, che foste con noi nelle giornate di maru:;io, riunitevi e rimanete in piedi.

(( Scr ive Mussolini: » (Pl!R LA RtCOST1TUZION8 081 « fA SCl », da li Popolo d' llaHa , N. }07, , novembre 191', II).

Milano, 8 gttmaio 1916 • Caro Torquato, mi pare che mio fratello si sia già insed iato come segretario in un Comune di .:ui non ricordo il nome. A Cividale, mi accennò vagamente alla faccenda; ma mi parve poco proclive a raccogliere il tuo invito. Né io voJli insistere. Ora mi par troppo tardi. Tu mi permetterai di non mischiarmi neJl'affare.

Che a Santa Sofia si possa vivere ancora te lo credo, ma nella Bassa Romagna. il neutralismo diventa sempre più feroce. Giun,ge fino ad accoppare i volontari reduci dal fronte. Non c'è che dire: gli austriaci hanno degli ottimi alleati nella « forte e generosa » Romagna, che fu sempre in trincea. M i piace molto quella vita primitiva e anarchica. Castagnoli è qui fat. torino-capo al Popolo d'lJa/ia. Sono lieto di averlo levato da un ambiente impossibile Una fraterna stretta di mano dal tuo amico.

Mussolini

• Lettera a Torquato Nanni. (Le letter e di Benito Mussolini a T o rquato Nanni, sono riportate da: Toll.QUATo NANNI - Bolffevismo e fauismo aJ INme della uitha marxista. BmiJo Mussolini - Cappelli, Bologna, 1924, pagg. 208-209).

Cari amid *, stasera - mercoledì - sarò al mio reggimento che si trova dall' .... corr , di nuovo in prima linea.

Voi sapete che andare in prima linea sisni6.ca qualche volta - cosl

• Letter:1 :ti redattori de Il Pop()/o d ' Jtalilf , i preceduta dal seguente g cappello»; e B ritornato in trincea "'°" lo Tteuo enluii,umo 6 ron I• JfeISa frde - pi# sin,a, piiJ (érfa ,mw,11 - J elltt pri m11 t1q/Ja ". B di H. ci manda le sue impre5sio ni rapide, s«ehe, nervose sull'inrursione in Lombardia dei velivoli austriaci.

« Benito Mussolini è ritornato in trincea. Cc ne dà eBlì .stesso ooti:.ia con quella sua simpatica semplicità, che DOP attribuiS<c alcuna importanza. al sa• cri6zio, né al periglio.

• Ha. raBione Benito Musolini: tra l'eroico borgomastro di Bruxelles e il Sindaco Na.nde di Milano c'è il divario di un abisso, ci corre, cioè, tanto guanto ci vorrebbe a fu diventar Pagnacca un uomo d"ingegno e un assessore del Comune d i Milano una persona dal fegato sano.

• I tedeschi, a furia d'essere fovocati neJle giaculatorie coddi.a.ne d~ •• SO· cialisti" ufficiali, sono vcouti..., 11 fai,1 ,11,11 s u Milano, scnu turbarne l'amore• vole serenità e raggiungendo un effetto cer to e immediato : di rinsaldare la virilità per caso! - rimanerci. Torno in trincea con lo stesso entusiasmo e con la stessa fede - più sicura, più certa ancora -de Ua prima volta.

Ho avuto ieri sera fa p rima notizia dell' incursione degli ar.iion; su nemici, è misterioso. Altro misterioso fatto è quell'assicurazione totale di uno stabilimento tedesco, fatta pochi g iorni p rima.

Manifesto deJ sindaco: reticente Vi si parla t,cneri.amente di una barbarie guerresca, e non si ha il coraggio d i dire che si tratta di una barbarie t ipicamente, esclusivamente, fondamentalmente tedesca.

Ahimé: tra Marx e CaJdara ci corre! !!

Mettete in rilievo l'enorme, la tremenda responsabilità del socialismo italt ~~t i:iJ:z~~~/~t:0 inte!sl~:~~~:i~r~~;n~~ri~~~a~~}f:1fi~~~z~.~~ta in questi ult imi tempi

{i~;/;C:,idatori, i briganti aerei, contano sui loro complici che sono i sattatori ;ot:erranei delle energie della N azione.

Ben vens ano i tedeschi.... hanno detto e dicono e pensano i neut ,a· list i roui e I tedesch i arrivano .

Non è d'ieri l'a;t emione del sindaco Caldara. dall'inaugu razione del· l'ospedale francese di Milano?

Non è di ie ri un elogio Jo,;aJiJta sulla Brianza delle virtù guerriere dellQ~tf~~~ao:;Ji~:; m orale del socialismo italiano e questa complicitl morale - speriamo soltanto morale - bisogna denunciarla senza pietà e presto.

Fervidi saluti a voi tutti.

MU SSOLINI negli animi e nei propositi, di ain.are co ntro la barbarie tedesca - tedesca perché guem.•sca, fondamentalmente! - anch e i tiepidi, anche quelli che non erano entusia.sti, anche quelli - pochi, ma sicuri - che erano contrari « Restano irremovibili, amico Mu»olin i, solo i tedeschi d' Italia, i dttadini dell'A11•nli!, gli 1tffi&iali del socialismo: quelli, i nsomma, che sono ita liani per combinu.ione, nati io Italia per una stranissima ventura, ma che nel fondo dei loro cuori bruciano incensi. a franz Joseph, al Kaiser, a Re Nasone cii Ru lgaria, a tutti ì delinquenti coronati. E quell i - stanne certo! - non li p erdiamo di vi5ta •• (BENITO MUSSOLINI I! L'!NCURSIONR DBI VELIVOLI AU STRIACI su Ml· LANO, da// Pop olo d' Italia, N :n, 20 febbraio 1916, lii)

Dalla zona del R ombon , f ebbraio (1916 ] "'

Cariss imo, mi trovo - come già ti ho S<ritto - da. parecchi giorni in trincea neHa .zona del Rombon ( Alto Isonzo).

• liettera a Giuseppe D e Falco. B preced uta dal seguente «cappello • :

« Anche se ciò possa dispiacere alJ'oo. Zibordi, il q uale è giu nto ad uno

leva~~nl~ ::~1:,t~ ~c~1rt:~~:c1~~~\~~b~~~~c!:::i1i~v~:~alt~1on;

un meritato, ma bre ve r iposo - per recarsi aJla nuova posi:tione.

Sono stato accolto colle più toccanti man ifestazion i d'affetto e di

:/~tit~;u!;r~~: ~a!~:t

sì fa con un buon am ico lungamente atteso.

Ho t rovato molti ufficiali giovanissimi coi quali vivo nella più grande d imestichezza.

Lo Javorcek, sassoso e calcinoso, era duro, ma la posizione che occu· piamo attualmente è più dura assai.

Siamo a 1700 metri d'altezza e viv iamo tra la neve. Quasi tutte le notti si monta di guardia alla trincea avanzata che dista da q uella austriaca non più di 80-90 metri. La t rincea è scoperta, e di notte il fredt;et~:/:1:e;~::~1;1r~;i

9rad:a:~0 m:~~gne: l 'occhio - nei giorn i di azzurro - g iune;e sino alfa pianura dell'Alto Veneto , Lontano, laggi

0;ithr~~~~~ 1:iot~:r J:u~agt~?:c:a !1;:I~he cannonata e il fuoco

de lla fucileria. Perdite, finora, non $ravi. Q ualche morto, qualche ferito. L'al tra notte sono an~ato anch'io a portare de i reticolati o ltre Ja nostra trincea Mi ero vestito tutto di bianco; nessun incidente !

Malgrado la neve, il freddo, le fuci late, i bersaglieri n on pe rdono la loco serenità e il lorq coraggio La loro resistenza ai disagi è supe rba. i nverosim ile Mi domando spesso quali altri soldati, di quali alt ri eserciti. sa rebbero capaci di vivere e combattere 'l uassù.

Ho letto nel Popolo il necrologio che gli amici di Monza hanno dedicato al tenente Volontcri. Il maggiore iehtori, degli alpini, mi ha pa rlato di lu i, con parole commosse: « I:: morto da eroe, il povero Volonteri, mentre, impavido, sotto al fuoco austriaco, incorava gli alpini all"attacco ».

l uog~ zone, fulmin ato n ella nostra trincea dalla fu cilata di una vedetta austriaca. Altre croci solitarie, sono qua e là.

Non so se resterem o lungamente qu i, se attacc heremo o no. Siamo p ronti a t utte le eventualità Molti bersaglie ri s:ono impazient i di battersi, sta to così deplorevole d'imbecillità da attaccarsi alle fuliggini, diamo, ptt i nostri amici, una lettera di Benito Mussolini, del quale, moltissimi cotidianamente ci domandano notizie.

« Dd re5to, Mussolini costituisce tutto il nostro orgoglio e siamo sempre litti quando possiamo dar noti?ie di lui

« Ecco la l ettera : )I, (BF.NITO M USSOLINI ALLA FRONTE, da J/ Pot o/o d'lt11lia, N . 63, 3 mano 19 16, Ili).

{Mdano], 12 marzo 1916"'

Carissimo J. J. >!I*, mi giunge questa cartolina e te la mando subito. Anche perché mi si offre l'occas ione di farmi vivo con te e di rallegrarmi per la t ua rip resa collaborazione al nostro P. *~*. Tu sai che avevi già un posto pubblico la nostra situazione mi sembra incerta. Si agitano correnti sotterranee che d ivengono ogni giorno più audaci. I sudekurnizzati .aprorofit- che plotone d'esecuzione. Ma da Roma Ja parola d'ordine è: lasciar fare, lasciar passare. Ci risveglieremo male. Ciao, con molto affetto

1a:~fl~ddi~c~~1fnagid~J1~i:~tttrf:s~llach;1eb~ :r1~~~.

• uttera ad Ottavio Dinale. n / ean Ja,pe, (pseudonimo di Ottavio Oinale}.

••• Popolo d'Italia.

Caro Mastri,

13 aprile 1916 * solo oggi ricevo la Sua cartolina. Ho lasciato il Rombon il 2 marzo e mi trovo da tre settimane nella zona Carnica Grazie per il ricordo Continuo e pubblicherò il mio Diario.

Mi creda con molta stima e con cord iaH saluti

MUSSOLINI

• Cartolina a Paolo Mastri. (Da: [MUSSOLINI, BENITO - U n.i (.trtolina del c.ip oMla B. M ., a cura di PMlo M a.Itri] N one Edda M1lJJOJir:i •Gafrazw Ciaru, ; R oma, 24 lf/Jrila 1930, Vlll - Gatteo, tip. dcll'ist. Fa.ndulli pover~ 1930).

Da un « Blockh,nne >> rulle Alpi Carnicht, 20 aprile 1916 *

Carissimi amici, la notizia della morte del nostro Serrani mi ha profondamente ad. dolocato. Un altro che ci 1as.cia ! Il primo, della nostra più intima famigl ia,

• Lettera a.i redattori dc 11 Popol o d'Irali.i. 13 prec~ uta dal 3cguente « cap. pello»: q; La notizi a della morte glo1iosa di G aetano Serrani ha sorpreso in trincea l'amicizia che nasce e si fortifica nella consuetudine deifo stesso lavoro, nella passione dell a stessa meta, io non so aggiungere nulla. 11 Seuani eu veramente e bravo e buono. Fu con me, abbandonando l'Avttnli!, fra q uelli d1e mi offe rsero la loro attività nel primo periodo agitato di ,,ita di questo giornale.

Att ivJtà materiale preziosa e non m eno preziosa collaborazione morale.

Ricordo una fiera e nobile lettera scritta da lui a un q uotidiano di provincia che aveva rivolto ai suoi lettori le solite stolide menzogne sul nostro conto !

Dopo essere stato al nostro fianco per molti mesi, dopo aver vissuto della nostra vita, l avorando indefessa.mente e silenziosamen te nel nostro cantiere, volle contribu ire coi fatti alla realizzazione delle nostre speranze ~it~rtr:e!tl all'orgoglio; e sarà quando i figli del nostro Serran i saranno in grado di comprendere tutta la bellezza e tu tta la g randezza del sacrificio compiuto per un ideale di libertà e di g iust izia.

Noi ch e gli fu mmo amici e compagni e gli volemmo bene, conser• veremo a lu11go la sua memoria di uomo e di soldato d 'Italia nei nost ri cuori.

Benito Mussoli Ni

Benito Mussolini, mentre sta per compiere frrvorosament e e con grande semplici1à schiva d'ogni rumore, il s uo dovere d'italiano Le brevi lince ch'egli detta pel nostro Scrrani sono veramente l'csp,cssione di un affetto fra terno, di un dolore sentito, d'un acre .rimpianto. Esse lumeggiano un pa rt icolare cui non fu dato sufficcnte rilievo: il gesto di simpatia e solidale devozione con cui G aetano Se rra.rii, non a ppena Mussoiini usçi dall'A vanti!, gli oJicrsc la p ropria collabora:tionc, vivendo il primo agitato periodo di quc.sto foglio d i battaglia, con serenità e fermezza D, ( )L COMMOS SO SALUTO 01 BENITO Mu sS OLtNI A G. Se1uv~w, da li Popolo ti'J1aUa, N 116, 26 aprile 1916, JlJ).

22 aprile [1 916 ] •

Carissimo, sono :,- non e'è quasi bisogno di dirio - comr letamente solidale con te e con g li altri amici nella campagna contro 'ignobilissimo Ma.rangoni. Bisognerà fargliela pagare a q ualunque costo. Oggi o domani

• Lettera al sindacalista Dino Ro~rto. t preceduta dal seguente « cappello,.:

« Benito Mussolini così scrive a Dino Roberto a p roposito delle sonurli lezioni ind.itte dai sllldaca listi .... "convertiti alla gucrn dai fond i segreti" all'o o Anguilla di Coma.cehio : :t (LA SOLIDARIETÀ O! BENITO MUSSOLINI NBLLA

CAMPAGNA CONTRO L' IGNOBILISSIMO MM!.NGONI, da li Popolo d'llalia, N. 121 , 1 ma8$io 19 16, lii), o dopo, non importa: l'essenziale è che - more italico -,. non si diment1~i tro~ro sollecitamente il sanguinoso affronto. Qui lavo rano Ì can'u~' abb~a~ci!0d~r:~ MUSSOLINI

Dal Fronte Carnico [maggio 1916} *

Carissimo, strat~f;~~~a.di considerarmi presente - a lmeno in ispirito - alla 0 o.

Aueurio di buono e proficuo lavoro contro i tedeschi rimasti dentro.

Vostro con fede e fraternità

• Lettera a Miche le Bianchi, promotore del congresso deg li intervcntis1i italiani 1enutosi a Milano il 2 1 maggio 191 6 (Da I/ Popolo d'Italia, N 141, 22 maggio 19 16, Ili)

5 gh,gno 1916 ·"'

Carissimo, grazie del saluto e del ricordo. Io mi trovo in una 2:ona, dove, come dice il Comunicato, « nulla di importante accade». Stiamo organizzandoci e dentro l'estate parteciperemo a battaglie decisive. la vit• toria sarà nostta, a qualunque costo.

T uo

" Ldten a Torquat() Nana.i.

16 giugno 1916 *

Carissimi amici, gettate, per me, i ga rofani rossi del mio più amaro rimpianto sulla salma del povero mio e nostro amico Emidio Castagnoli. lo lo conoscevo da tanto tempo! Ricordo che negli anni lontani clella mia giovinezza, un po' deserta, egli veniva spesso a casa mia ed io seguivo, con atten- zione, i discorsi politjcj che teneva con mio padre. Era quello il periodo d'oro del sow .lisrno ital iano. C'era della fede i n a lto e i n basso; d el disinteresse nei grandi e nei piccoli uomini; del coraggio civile nelle città e nelle boreate so lita rie; dovunque un vivo e diffuso spir ito di fra. magna T oscana; seminatore e pungolatore di quelle masse, ch e, dopo al primo fiammeggiare dell' Internai:ionale, si erano nuovamente chinatein atto di rassegnazione - verso la terra Scioperi economici e polit ici, battaglia e di responsabi lità.

• kttt:ra ai redattori de li Popolo d' Italia. (IL NOSTRO O ra.ETTORE PER LA UORTB 01 E. CASTAGNOLI, da 1/ Po pol o d'llnli,r, N . 168,' 18 giugno 1916, lii).

Autodidatta, scritto re semplice, ma dot ato di chiarezza; oratore efficacissimo ·come possono testimoniare quanti ebbero occasione d i udirlo ne,gli innumerevoli comizi di Ro magna, egli a veva tutte le . q ualità per cammina re per le strade che vanno Jontano. Ma egli non volle. Non vo lle muoversi. Restò umile fra g li umili. Operai~ fra gli operai.

Nelle ultime elezioni amministrative, i socialisti conquistarono j J Comune ed egli fu eletto Sindaco.

Venne la guerra, Emìdìo Castagnoli non nascose il suo interventi· smo. Le ire neutraliste gli si scatenarono contro. La congiura di poche canaglie e di molti incoscienti bastò a creargli un ambiente irrespi rabile. Sorvolo - per carità del natio loco - certi tristi episodi eh egli mi. raccontava nelle sue lettere, Finalmente, decise di venire a Milano. D ella. sua modesta, ma non meno necessaria e volonterosa attività in osa no· slra, voi, carissimi amici del giornale, siete stati testimoni durante dieci mesi. Ora ch'è morto, il paese che aveva dovuto abbandonare reclama Ja sa ln:,a per t ri butarle deg ne onoranze.

Ah, le postume riparazioni!

Vostro

IIENITO M USSOLINI

Dal D , 20 giugno 1916

Caro Bìssolati, t ra le espressioni del più alto compiacimento per la vostra assun• zione al Governo annoverate 1a m ia di Jtaliano, di soldato, di socialista. So Che non vi perverrà sgradita. invece di avvicinare la vittoria, la rendeva improbabile o comunque Jon tana.

Gli elementi interventisti che si trovano sotto le armi confidano che il nuovo Governo. del guale siete membro eminente, darà eresto alla nonché insidioso e pericoloso parifonda isrno ed eliminando - senza remiss ione - tutti coloro che - per convinzioni o incapacità - non sono all'altezza della situazione. som~!:a~e

• Lettera a Leonida Bissols.ti, in occasione della sua nomina a ministro ~ nza portafoglio nel n uovo minis tero Bosclli (BENITO M USSOLINI A Ll!ONIDA BISSOLATJ, da li Popolo d' Italia, N 174, 24 giu.sno 1916, Ili).

id~:::~f,ti~:Ìla1·!~~~fitt~e~:;jpf:p;J1~~n~:!~.iap{lt}~~n;

più g rande - e non soltanto di territori - guarda fidente in voi. L'attesa non può andare delusa. Il vostro passato costituisce la nostra migl iore garanzia per l'oggi e per i l d omani.

Saluti cordiali. Vostro B

Si,g. Silvio Lombardini *,

pad1~a:~: i:t1Q!~~~~oa:lid~~s~!!~:r ;~~:J:!:t~,~r?: !~~:g;:r

r ibile resa dei conti. Non bisognerà avere pietà per quelli rossi e neri che hanno t ramato contro i nostri combattenti. Salute e fraternità . Viva l'Italia! MUSSOLINI

• Cartolina di risposta :l diversi cittadini di Forll, firmatari di un mt'SSaggio aug wale a BenitD Mu ssol ini. ( UN SALUTO I)f BENITO Mu s sOl lNl, da li Pen!Ùro Rom11gnolo (I, 184), N. 27, 1 luglio 19 16, XXIV).

18 lug/;o 1916 *

Caro De Falco.

Torno in questo momento da un' « azione» contro P .... nella :zona d ell'Alto Fella, che mi ha tenuto in movimeoto due giorni e una i:i,otte, inslem e colla mia pattug lia di volontari esploratori.

T utto è andato bene. ll nostro fuoco cominc iò alJe 15 di domenica scorsa. La fucil eria nemica si fece appena sentire. Chi lavorò, fu, c ome al solito, il nostro e il « loro » cannone. Quando gli austriaci si avvidero

• Questa Jetteu. pr~duta dal seguente « cappeJlo >J:

« Cera un soldato - tempo,ib,u iJ/ù - che aveva la mania innocente d i grid.are la parola: ··camorra! ··. Noo ho ma i capito s'egli conoscesie interamente il significato di quella parola; ma è positivo che ogni mattina, prima che sanasse la "sveglia", sentivamo la voce sonno lenta del commilitone, che tra uno stiracchiamento cd uno sbadiglio, urlava: " a mo rra ! ".

«Conseguenza: tutte le scarpe della compagnia s'abbattevano su lo S<iagurato. Allor che il poveretto non poteva, perché alle scarpe, una sera, tennero d ella nostra p resenza in un certo bosco che fronteggia immediatamente le loro posizioni, comincia rono a bombardarci in piena regola. Non e rano g rossi calibri (credo fossero bocche da 75, 105, 120 e qualche 15 5), ma le granate t>iovevano - letteralmente -a quattro a ciuattro, con

~asso. Una g ranata da 120, scoppiata f ra me e un alpino, ferl quest'ultnno, ma non $ ravemente, a un bracoo.

E il pomeriggio finl in una relativa calma, che fu di breve durata. A notte più alta, alcune fucilate di pattug lie richiamar ono al fuoco l'art iglieria nemi(a. Ricominciò il bombardamento a shrapnels. Spettacolo fantastico, sinfonia in ~ra nde sti le. Noi e ravamo all'addiaccio sotto una f.~~fc~ si lavorava furiosamente di piccozzino e di mani pe r scavarci la buca semprepiù profonda. II col po di partenza ci metteva sull'avviso. L'orecch io « abituato » distingueva in ~uale direzione filava il proiettile e quando si dice"·a: - Questo è per noi ! - g iù colla testa ....

La fiamma dello scop pio incend iava il bosco per u n attimo e poi e ra il solito v asto sc rosc iare di pallette, d i ramaglie. Certe spolette ave• v:mo nel s ibilo qualche cosa di u mano.

Sette shrapncls si abbatterono su l solo nostro albero en on ci fe rirono. Alcune pallette vennero a schiacòa rsi contro il nostro «elmo» o rat.110,n, come diciamo noi, nel ,gergo di guerra. Alia mattina, spostand oci altrove, gettammo u n'occhiata d 'addio a ll 'albero che ci aveva salvato e che ora profila - m elanconico - il suo tronco spo~liato.

Con tutto ciò, le nostre pèrdi te furono insigniE.cantl, Intanto, nessun d ietro gli zaini, le gavet te, le borracce e qualche altro arnese più tosto contundente, griù,1.re la parola, si isolava in un angolo e con una voce cui d ava tutlc le inBessioni d'una romJn2a d 'amore antica, ri peteva, in sordina : " camorra !".

« Una man ia come un'altra; fort unatamente innocua cc Per un certo tempo, nel Panito Socialista l taliano, Enrico Ferri era il " flagel lato, e delle camorre ·· Il grido " abbasso la camorra" e Ferri procedevano insieme. M'è accaduto di assistere ad un discorso feniano, molto lirico, imaginoso, ma senza invettive. Il pubblico, entusiasmato, gridò: "abbasso la camorra ! " , Non c'entrava : ma non importa. Ferri richiamava la mmia del grido. Le leggi· dell'affinità !

« Ora nel Partito Socialista ! in uso un .t.ltro luogo comune : " gli eroi del fronte interno! ". E ciascun scrittore dì giornaletti di provincia scrive l a fza:ie con un -compiacimento tra il cattivo e l'idiota ; a proposito, raramcotc; a sproposito, quasi sempre.

« Una mania anche questa! D ella guale è affetto anche il Grande Gaetano Zitardini, il guale ha trattato Bt nito Mussolini da "eroe del fronte interno•·, ci: Ora M ussolini mi invia una ktter:11 p ersonale, non destinata alla pubblicazione. Ed io - anche a rischio d'una rt primenda - la sta.mpo. Non gil per Zirardioi, che n on conta; ma per i non pochi Zirardini più grossi e pi ù piccoli ond'è popo la ta l'Italia! · morto. Ci sono dei morti abbandonati , nel bosco, ma si tratta di austriaci. Uno d i ess i, del quale bo raccolto i l berretto, è nato nel 1898 , come r isulta dal piastrino di riconoscimento. 8 molto confortante constatare che l'Austria ha g jà al fronte , e in p rima lin ea, uomini del 1898, m entre noi dobbiamo chiamare la classe del '97 e ab biamo quella del '96, per grandissima parte, intatta o quasi, senza contare tutti i riformati dall'82 al ·9~.

« Purché si sappia su quale fronte combatte Benito Mussolini. G. D. F. lt, (IL Nosn.o D1R?TJ'ORB ALL/1 FRONT! INTU.NA, da J/ Popolo d'Italit, N 20,, 23 luglio 1916, III).

Ho l'imp ressione - auditiva, visiva e morale - che si avv ic inano giomj sempre più movimentati, ma ormai la partita è d.ccisa: gli Imperi Centrali sono votati alla disfatta. Questo sicuro presag10 mi riempie di gioia, qualunque possa essere il destino che mi attende domani.

Cordiali saluti a te e agli amici che mi ricordano.

* Poche n ovità qui, Appena una Staman i, una granata nemica, mi ~i:r!i%.it~o~0

Figaro delJa compagnia, tal Ciucchi Profeta, di Orte. la granata ci è scoppiata sopra. Ha schiantato due grossi travi come due fuscelli di paglta; ha buttato all'aria tutto quanto e io niente. E il mio commilitone, niente. Pare che m l cerchino, quei signori, ma fino ra. non sono r iusciti a trovarmi.

Dirai all 'ottimo Nar ** che Wickham Steed non può, né deve esse re considerato un « amico » dell'Italia.

Steet11:h~ajg~~1a:~i ~?ùSla s~!~t:i st:/:nii s~~:le~~e!id:i~ti~!~1;i~a0ch~d!n~

0 ~ diventare un lago militarmente italiano, e u n mare italo-.serbo da l punto di vista economico.

Ma noi abbiarno g ià parlato chiaro ed è - a desso -inutil e ripeterci.

Tant i cordia li saluti agli amici di fede e di lavoro.

T uo

BENJTO MUSSOLINI di professione ,poi/11

• Lettera ad Arturo Russato. Fu s<:ritt:a, con ogni probabilità, il 6 agosto 1916. (UNA GRANATA IN PIENO, da I/ Popolo d'lla/ia, N 222, 11 agosto 1916, Jlij

•• Pseudonimo di Gaetano Polverelli.

20.• Vlll

Sera delJ'8 ago.sto 1916 *

Staser:1 sono giunti i primi bollettini dell'offensiva carsica. Noi qui teniamo il fronte e forse il nostro turno vie=rrà c:iuando spunteranno gli elmi a chiodo.

Le notizie ci hanno elettriuato. Su l più alto picco è stata issata una band iera tricolore, in tutti i ricoveri si canta e s1 inneggia alla vittoria. Odo: è un coro solenne:

E non pianget e, o madri

O cdri gemtori.

Che noi, d'Au.stria e Germania, Saremo i vinciJori, E avanti, Italia!

Da una vetta all'altra si $rida.

Poco fa, un grande fuoco e apparso su una delle vette dietro il M , e ha incendiato l'orizzonte, nella notte.

Gli alpini cantano : capa~tdtt~mb:~d~~~ ~= ~i~~/e/J:t~---~ nostri cori, saranno anche • Cordialissimi saluti.

Le bomhe, le bombe all'Or1ini.

MUSSOLINI

* Letteu ai redattori de [/ Popolo d'ltali11 (SONO GIUNTE IN TP.INCB/1. LE PAI.Mll NOTIZIJI DELLA VITTO!tlA, da li Popolc d'Italia, N. 224, 13 agosto 1916, lii).

Carnia, 2 rmembre 1916 • Carissimo,

MUSSOLI NI

• Cartolina ad Ottavio Dinale.

Caro Berti"'· il primo. dovere d.eI soldato è quello di ubbidire e di stare dove ti mettono. Un passo e importantissimo l ' hai già compiuto. Io non

• ltllera a Cesare Berti. Fu. !CriUa, con ogni probabilità, il 29 ~cttem· bre 1916 credo che il Ministeco della Guerra vorrà ut il izza rvi, escl usivamen te e continuamente in servizi territoriali. Verrà anche il vostro turno e avrete a nche voi il battesimo del fuo co. Bisogna sapere attendere. Lo scombussolamento fisico di cui ti lagni è effetto del cambiamento improvv iso di clima e di abitudini. Ma passerà e ti indflrirà come ho fatta io, vecch io poilù, che ho o rmai a l mio attivo dod ici mesi di trincea. Del resto, se i disturbi non accennassero a fin ire, marca visita. i! un tuo dovere. ep~:f~~~/~;!~ertr~~}aa/ìfJ.;r~l~eN:nc~~~~~, remo tanto t empo in questa zona alpina e tranguilla.

D ammi tue notizie, perché io dimentico 1'i ndi rizzo e attendi fiducioso lo svolgersi degli avvenimenti.

Cordialissim i saluti e auguri da l tuo

Caro commilitone *

MU SSOLINI g ra:iie del ricordo che h ai avuto dì me. Dirai ai tuoi amici di Colle Val d 'Elsa che ho sempre cer cato di mettere in armonia le parole coi fatti,

Questo spiace ai preti i quali - pur sapendo che ho tredici e più mesi di t rincea - hanno cercato di gabellarmi per un imboscato.... 0

Qui mi hai visto e puoi dire in quale bosco io mi .trovi. Ma basta di queste miserie, Porgi i miei saluti a Meoni e g lì alt n. Qui niente di nuovo. Piove sempre.

Auguri di buona vacanza e saluti

MU SSOUN(

• 1~1.tcra al bersagliere Silvio Filippi, :a preced uta. dal seguente , cappello i,: <e Dal N110110 Giornale, edizione d i Siena, tolgo la lettera che il nostro Di· rettore ha#ioviato ad un suo commi litone di Colle Val d'Elu che g li aveva fatto pervenire copie dd settimana le ckricale cittadino li Popolo di Siena, organo dd più. lurido settari smo sagri?Stano , (UNA UTI'ERA DI MU SSO LINI, da li Pr,, po/a d'llalit1, N. 253, 27 dicembre 19l6, lll).

•• On).

21 dicembre 191 6 *

D a una trincea avanzata del Carso, mi unisco al vostro vi vo rim. pianto furr la morte di Giuseppe V idali. Egli appartiene alla schiera, f;:J:~eìtfd~al~~io~:~: ~~~ocfae s~:n::i~~~{fae~tde~~~~~~:;c~ ~:a~d~ avremo issato il tricolore dell' Ita lia vittoriosa su San Giusto. Sul Carso,

• Lctten ai redattori de 1J Pop<;/o d'Italia. ( IL NOSTRO DIRETTORE Pfll G1US1!PP1l VU>ALI, da /I Popolo d'Italia, N. 353, 27 dicembrt 1916, III).

La v;it~~reremo sino alla meta.

23 gennaio 1917

Egregio commilitone, la sfacciataggine bugiarda di quel prete imboscat o, non mi sorprende. Si trat~a di gente che vive da venti secoli nella e per 1a menzogna . Io sono sufficenternente difeso dai miei 17 mesi di t,rincea. Se vieni sul Basso Isonzo, io credo che pottcmo facilmente incontrarci, perché la tua Briga ta fa pa rte della mia Divisione. Non solo, ma siamo noi della 21. Brigata Bers. ch e fo diamo il cambio di prima linea. Non so se tu sei stato Sià al fronte. Ad ogni modo sappi che il Carso

(ac~ssero nentralisticamentc dell 'a llarmismo. Ricordami ai giovani soldati milanesi che, ne sono sicuro, terranno alto l'onore di Milano e cato <jUCsto compito duro e sublime: ricacciare e punire i nu()IVi barbari e predoni d i Germania.

Saluti cari e cordiali B. MUSSOLJNI

• Cartolina al soldato Pietro Rossi dc-I 2S ° Fanteria, VI Compagnia, Castelnuovo Val Tidone (Piacenza).

* Non ti allarmare se non vedi la mia scrittura. Al giungerti della presente sarai già in possesso del mio telegramma rol quale ti annunciavo il fatto. Sono ferito in diverse parti de l corpo; ma nessuna d elle fe ri te è grave. Non ti scrivo io stesso, per~hé sono ferito anche alle mani.

"' Brani di una lettera a Rachele Mussolini, dettata in data 24 febbraio 1917. (Da Il Pop<,/o d'I1aHa, N. S9, 28 febbraio 1917, IV).

Presid . Congresso Socialist a Rifo rmista

Piazza Trevi Roma * bari:our~;t 0c:~i~~lf~ : lotta re con ,•oi in questo tragico culminante periodo della storia u mana pe r il trionfo dei comuni ideali socialisti, dngraziovi fraternamente ,•ostra attestazione simpatia ** .

BENITO M USSOLINI

• Telegramma spedito il 16 ap rile !9 17. ( Da Il Pof,olo d' Italia, N. 106, 17 aprile 1917, IV)

•• ( 38'1).

Egregio ecaro amico*,

vi prego di reca re la mia f ervi<la adesione alla manifestazione commemorativa di >'tase ra .

Un anno è ormai passato dal g iorno in cui Cesare Battisti volle del iberatamente consacrare col suo ma rtirio l'italianità delle terre che f~r~ne~·z; 0 a 0 s' innalza e grandeggia nel cuore di nost r:1 gente. rinn~ffri~

Central i che vollero e scatenarono la guerra non siano fiacca ti; sino a piuto. AJlora, softanto allora, la pace sarà non una tregua, ma uno. liberazione.

In vista di questo idea!e supremo, Cesare Battisti, che fu internazionalista e patriota, socialista e soldato , affroutò sereno la morte e porse, senza fremere, il coilo a] laccio del g rande impiccatore. foss~

M USSOLINI

• Ltltera diretta - indata 16 giugno 1917 - all'o n Adolfo Zerboglio, per ader ire alla rommemorazinne di Cesare Battisti tenu ta da ! Zerbog[io a M ilan o, nel sa lone dd Const'rvatoi::io, la st'ra de llo s1csso giorno. (03 I/ Popolo d' l:alia, N . 166, 17 giugno 1917, IV).

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