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UNA VISITA AL NOSTRO DIRETIORE •

Abbiamo potuto avere, ieri, un breve colloquio col nost ro Direttore d~eg~/e::~:)a,i~o:to èd~;r~·o;~od:ira: contratta (( in servizio di2i~i n~~o ciuattrn g iorni e non ho avuto ma( febbre, La parte superiore d ella carcassa è in condizioni eccellenti ; quella inferiore è un po' sciupata. Sono g li inevitabili disagi della vita in t r incea e le conseguenze di un reg ime alimentare affatto speciale. Però , in trincea, lassù, sono sta to sempre benissim o. Il mio caro amico tenente medico Musacchio faceva t alvo lta gli elogi de lla mia resistenza fisica. O ra sono stato aggredito da qualch e m icrobo insidioso nascosto in un bicchier d'acqua equivoca Ma l'ho ormai debellato. E questione di pochi g iorn i.

A Trevig lio fanno una tappa p iù o meno breve tutti i mil itari che, a mmalati o feritì, sono rcduo dal fronte. Dopo alcuni g iorni di cont umacia, \'engono smiJtati e assegnat i ad altri ospedali, dove si completa Ja cura sino alla guarigione.

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Abbiamo trovato il nost ro D irettore in p iedi, in una bella e b ianca stanzetta dell'Ospedale Collegio degli Angioli. Con lui c'è un altro bcr~glierc, il mi lanese Reali Oreste, pure malato.

M ussolin i ci è apparso quasi ckg an.te nella sua mJ!e ospedaliera.

1: s~a'.Ètoco~f ~ 0 •8ft 1~/i~;J~1~m~i~gd~0 ·quanti giorni sei ammalato?

- Dal 24 novembre. Sono sw o tredici giorni all'Ospedale di Cividale , ora sono qui.

- E com e va?

- Come sei stato trattato ?

- A Civ idale e qui in modo supe riore ad ogni elogio . Il serv izio sanitar io mi pare organizzato bene. ì con molto piacere che io facc io questa constatazio ne. L e d eficenze dei p rimi tempi - spiegabi lissimesono cessate. Or:i. si funzi ona.

- E la nostra g uerra?

- Va bene e andrà meglio Non bisog n a aver troppa fretta. La certezza della nostra vitto ria è a ssoluta cd jncrollabile nell 'animo dì tu tti i soldati; da (adorna all'ultimo fantaccino. E vinceremo. Ma di trincee ·e di guerra avrò occasione di ri parlare.

- Ora debbo guarire e presto. Ti sembrerà stravagante, ma io sento acuta la n ostalgia della trincea. Vi h o passato delle giornate indimenticabili e vi ho lasciato molti umili a m ici carissimi che mi ricordano spesso con tanta simpatia. la fratern ità d e lle a rmi è veramente profonda. Non per nulla nasce nel comune e cont in uo rischio della v ita

Una suora discreta e silen2iosa è entrata con ciuakh e medicina e ha interrotto il colloquio che poi ha rip reso e divagato su altri temi. Ac- cennando agli odierni avvenimenti parlamenta ri, il nostro amico ha espresso tutta la sua nausea per il contegno di certa parte della Camera, f~!i l~e;h;e s~dri i:p~~~r~e~7oi~ll!~~~~i;::r~.apitanate dalla figura più

A l nostro Direttore, all'amico buono augu ri :imo completa gua rig ione per riprendere ciuel le battagl ie alle quali h a dato tutto il suo entusiasmo.

Benito Mussolini

ABBANDONA IL FRONTE

E TORNA AL « POPOLO D'ITALIA » *

MILAflO, 26.

Il Direttore dt:l Popolo d' /14/ia, Ben ito Mussolini , tornerà fr a breve b 1i~~ ~ i 11:ir~rc~: m ica coll'Avanti/, che chiedeva a Mussol ini d i arruolarsi vol ontario , egli ammalava di disturbi viscerali , e ven iva ricover:i.to nell'ospedale di Trevig l io. Di lì scr iveva al suo g iornale u na l ettera c~mmossa e commovente, nella quale d eplo rava che non i l p iombo nemico ma un bicchier d'acqua inciuinata lo avesse costretto a tenersi lontano dai desiderati rischi d ella gue rra. Un'alt ra sventura lo col pi sce ora (sventura che ha il suo fa to vantagg ioso n el ~cnso che l'att uale momento politico ricupe ra un ferv ido combattente dell'i dea) e cioè possiamo an n unzia re che Benito Mussolin i è stato dichiarato inabile alle fatiche J ella guerra, e che probabilmente torne rà quindi a l gio rna lismo.

• Da l i Militino di N apoli, N. 362, 28-29 dicembre 1915, XXIV.

LA FAVOLA*

La favo l a raaontata dal M attino di Napol i (oh ! una favola tutta bionda come le pupattole letterar ie della Se rao m a a nch e tutta stracciona unti nei giornali.... cattolici, e g iun1e finalmente anche a noi, lan-

• Da Il PopC1lo d'llalia, N. ~6 1, 30 dicembre 19 15, II

« Come ricorde rete - <licono precisamente - egli fu richiamato colla classe s4 e servi per qua lche tempo come bcrsagliece; ma poco dopo veniva nominato sottotenente nella ttrritoriale e raggiungeva Brescia, ove $Cguiva il corso d i 1$truzione regolamentare. Mandato al fronte.... " ·

La creatura si gratta i capelli unti interrompendosi : il tepor ~io

« Mandato al fronte - riprffide la favo la la sua debole costituzione non resisté ai disagi ed egl i ammalava di disturbi viscerali e veniva ricoverlllO all"ospedale di Treviglio. Di lì ~rivcva al suo giorn[lle una lettera commossa e commovente, neHa qualr deplorava che non il piombo, ma un bicchiere d'acqm. inquinala lo a~·esse costretto a tcnusi lontano dalla guerra. M.i. un' altra sventura ora lo colpisce : qudla di essere stato d ichiarato inabile :dle fatiche di g uerra .. .. »

Ahimé! Quante sven ture. Mussolini ride e contempla la favol a, con i suoi grandi occhi divoratori.

Ma noi diciamo per lui : T orna a rnsa, bella pidocchiosa e mettit i ~efi~~:rr~i:iriff;,m~~ è mai stato « dichiarato inabile alle fatiche di guerra » perché ha un saldo tonce ancora, man i dure, pochi giorni di Iicenza, e non vorremmo r icevere da lui una pedata, specie quando porta i suoi scarponi fer rati da soldato. Mussolini, infine, non ha mai scritto « lettere commosse e commoventi » perché è un uomo che scri ve breve e poco si commuove, E soldato e rimane soldato. Fiero dì sé e della sua opera

Apriamo la porta alia creatura so?.za ed intirizzita, togliendola al calore e alla risata del nostro ceppo. Ma prima di metterla sul marciapiedi, la came ra da letto degli Scarfoglio, masch i e femmine, le offriamo anche un tozzo dì pane di soldato: pe rché il Mattino che infona soltanto ! crr~::u;~~a:oid~sr; ;~1,e;e e <]Ua i saldi denti Va': stracciona. Va', cara. Larga è la foglia.... di fico della Serao. Stretta la via.... nostra.

E non ti vogliamo incontrare p iù .

Motivi E Note

LU I ! *

Arros

Dopo rinque mesi di profonde riflessioni, s'è fatto animo e s'è arruolato.

2 rimasto al fronte non più di quindici giorni.

• Da La Romagna Socialista di Ravenna, settimanale di politica proletaria, N. 9}6, l ,geanaio 1916, XVHI.

Poi ha fatto doo,anda per tirarsi un po' indi etro .... a1 plotone Allievi Ufficiali.

Poi s'è ammalato.

Ora sta per essere riformato e tornerà a di rigere quel giornale che mai ebbe denaro dalla Francia.

E cosl Lu i h a « fatto » la guerra L

Motivi E Note

MUSSOLINI RITORNA BORGHESE*

1: stata una disdetta! Si è ammalato d'i ntestini. E l'hanno rimandato htf~na l1i~oor~t:!si~~~:;"~11!a ai suoi amici fa.goandosi ch e non le acm i n emkt.... ma un bi"hiere di arqua to abbia vinto.

Consiglio a chi ha con lui affinità o consuetudine: n on bere!

Vale la pena di essere un eroe se un miccobo può vincervi di sorpresa, insidiandovi gli organi più prosaici della vita in un bicchie re di acq ua ?

Ora è ritornato a casa. E scrive ~ml Popolo d'Italia Je sue imprenioni di ~11erra.

Curarsi gl'intestini !

• D.1. LA Romr1g1Ja Socialùta, N 937, 8 gennaio 1916, XVIIL

I «CAFONI» DI ROMAGNA.. .

Il foglietto ravennate dc' socialisti, de' neutralisti e di Nullo Bal<lini, il parroco sempre inginocchiato a' piedi di Giolitti per otte nere lavod e quattrini per le sue cooperative - ed il tramonto del muni6co astro d rnneriano potrebbe essere la ragione del neutralismo assoluto di belati della compiacente stampa clericale, favoleggiante di un Mussolini dichiarato inabile alle fatiche di guerra, ufficiale della Territoriale e t i· tornato, per sempre, qui, al giornale.

Ecco a titolo di documento il trafiletto comparso nel numero del 1,:, gennaio della Romagna JOcilMista :

« Dopo ti11q11e mt Ji di profot1.dc riflessioni s'è fatto animo e s'è arruolato.

« a rimasto aL fronte non piU di quindici giorni.

"' Da Il Popolo d 1 I1alù1, N . 10, 10 gennaio 19 16, III.

« Poi ha fatto domllnda per tirarsi un po' ... indietro al plotone Allievi Ufficiali.

«. Poi ~·è ammalato.

<1 Ora sta ptr essere ri formato e ritorncrà a dirigere quel giornale che mai ebbe dt"nato dalla Franci a

« E co~ì .. Lui .. ha fatto la g ut"rra !. .. ».

Non metterebbe conto rilevare e ribattere le stupide d emenziali insinuazioni d\m signor Bianch i, ch e di candido non ha che il nome, mentre la rn~ienza ha gravida di non poche marachelle polit ico-mas:-oniche e ch'è uno dei mcn.-enari p i ù sospettati del socialism o u ffi ciale ita liano Ma gli è che a t ra\•e rso la persona del nostro D irettore si v u ol colpire l'idea deil'intervent ismo e Jella guerra. Solo per q uesto facciamo al fogtictto ravennate J'onorc dd rilievo. Ché Mussol ini potrebbe i nfischiarsi di ~ ualsias i attacco tanto è superiore a' piccoli gnomi rossi e neri ch e gli sgambettano attorno.

Si vuole, dunque, sval utate la guerra, e non neghiamo che si po· trebbc anche dare un fiero colpo a' mot ivi che hanno t ratto a d a f fermarne la ncrcss ità tutt i co loro che pensano e c he non vivono solo di se rvì tù e di stipendio, se s ì riuscisse ad insimllre il d ubbio ch e M ussolini non compia i l suo dovere d i soldato dopo avet compi uta <] uello, non meno pc.ri~·oloso, cella tepp.tglia del sodal-ncut.talismo, d i pubblicista e di uomo di parte. f\.fa g li è che in casa no stra si è sempre coerenti nel pensiero e nell' azione, per la guerra come per Ja ri voluzione, che fu asserita <la Mussolin i quand o a Ravenna i 1:>ianchi J.al pel ma· cuhto lucubrav:1110 vilmente su b di fferenza fra sonalismo ed :i.narchia, o , pe,ggio, com'è acc:1.duto a Forlì , andavano a consegnare di notte tempo alla Questura gli ordini d el g iorno votati in riunioni segrete Da l)CÌma scrse il g iornale d i v i:1 San Dami:rno a rimprovera re che il n0$tro Direttore non t ras forma sse, p er suo U50 e con5Llmo, le di.~posizion i rego lamentari della mobil itazione Fu smentito, confuso cost ret to i~~Ìa~i!~~r~oif1iJc~}nd~0 \~ 0cr:Je~f1:e;~i~às~\~;i~~~ su pE'ra il ridicolo, cirq, il momentaneo - pul'troppo! - ritorno d i M ussolìt1i al giornale!

Smentire? C: slato già fa tto, e<l esaurienteme nte. Ma la smentita non ha valore pe r certi uomin i che vogliono disones tamen te tentare una speculazione pol itica, La smentita h a importanz a per i gala ntuom in i, non già pe r Bianchi e per gl i a ltri che non lo s~n o. Pro\'atc ad insegna re a quella gente refrattaria ad ogni st:nsjbihtà morale che Mussolini' è stato per due mesi in uno dc' punti più esposti d e lla fronte, in pericolo continuo di vita; provate a dirle ch'è tornato in licenza. brevissima, di convale~ccnz,1 dopo malattia più tosto grave contrat ta. in appena la licenza sarà 5caduta; dite et non è ufficiale della Territoriale, anche perché- non può nudo, a ppa rtenendo alla prima categoria. d'una classe de1la. milizia mobile~ ditele che è stato soltanto quattro g io rni al Plotone Allievi Ufficiali in zona d i guerra, dite tutto ciò cd a ltro

~~ita nullatenen2a morale e intcl· l ettuale, ha bisogno di fucinare ed accreditare fa menzogna; sono abiettissimi sicofanti, vilissimi giannizzeri, mi serabiJ i aggrepp1ati ad una mangiatoia proletaria, che m entiranno sempre, consapevoLnente, perd1é 1a bugiarderia è l'arma degli esseri infe riori il n~1m 1 ; :t~f~~esd~I1:icst~~~;tt~

G. D. F

IN BUON PUN TO... *

Il tenente Giraud, che era super iore di retto del nostro Mussol ini appartenendo entrambi alla stessa Compag nia, stesso plotone, e fn ~~~i:~afer~vernente accanto a Musso lin i - così gl i scrive in dirinando al 8-J.1916.

Caro Mu,solìni,

Ti ringrazio delle gentiii espressioni di sti ma e d"affetto a me dirette ne l tuo diuio d i guerra. Sempre rkordimdo l'amico caro e il mio fi ero berJagliere t'invio una cord iale stretta di mano, T"o L G!RAU D

• Da Il Popolo d'll1llia, N. IO, 10 gennaio 1916, III,

La licenza di Benito Mussol ini - troppo breve pel nostro affetto, pel nostro bisogno di sentirci scaldati dalfa sua fede immensa, di sentirci illuminati da ' lam pi del suo ingegno - troppo lunga per lui che avvinghiava la nostal~ia del reggimento, della lotta, degli amici soldati - è terminata ien. Ed il nostro Direttore, l'amico nostro car issimo ieri partiva, nel pomer iggio, pel suo reggimento.

Tacerà finalmente la. canizza vile de' detrattori, che lo vol~·ano inabile, ufficiale della Territoriale, incapace di resistere alle f atiche della

0ha 1:~~t:t:0 ~ :Ot

~~st~d~~h/t';!ri~Z~~ed:r~:o e: del suo affetto fraterno~ alle gazzette d iffamatrici il suo disprezzo più sorridente.

• Da Il Popolo d'lt~!ia, N . 17, 17 gennaio 1916, 111.

22.-VUJ.

Restiamo, però, ancora sol i. La ca~crma nostra si va man mano risfollando E mentre sentiamo t utto il peso della responsabilità che assumiamo ac(ingendoci a continuare l 'opera di Ben ito Bussoli ni, .i.ffront iamo serenamente la bella fat ica. P e rché ~ui, nella modesta casa nostra , alita una fede che tutti ne ispira, ne sohdari2za, ne sospinge con pari entusiasmo, nella lotta, verso 1a vittoria.

Il nos tro Direttore è malerial mentc lontano, è là dove l'han t-ratto il suo cuore temprato e la ferrea (Oere nza, che h a sempre arm on izzato in lui pensiero eJ azione; ma è <jLii , con noi, incitatrice, la sua i dea irettore ; cerch eremo d 'intuirne il pensiero su le vicende quotidiane e tale in terpretazione non ci costerà fatica, perché - ne siamo sicu r i - quel pensiero :-arà sempre il nost ro.

Al bersagliere nostro, dunque, il sa luto orgoglioso de' suoi co llaboratori, ed a noi l'aug urio di n o n r iuscire inferiori alla grave bi sogna. LA P. EDAZIONE

LA PARTENZA DEL NOSTRO DIRETTORE PER LA FRONTE*

Il nost ro Direttore è ri partito ieri per il fronte col t reno di Venez ia dell e ore 15,1).

Spirata la brevissim~ licenza., dopo venticinque giorni, ri n fa rdellato lo zaino, Ben ito Mussolini si è r imesso con rinnovata gagliardia in camm ino verso i duri cimenti d ella guerra col suo sorriso buon o, coll a sua bella sempli cità che gl i accatti va la simpatia e l'affetto di quanti l o avvicinano lazz!m1ecr;;r;,~,:it1 capo il velo della con danna e beviamo ormai la Q uesta fer vida tena di Romagna h a partorito i g iud ici nel t ra:~i~i1Jo~t~~c~z~0d~~~c;ic~~~~er: : ~~a~~u~~aJ:~;; cfJtt~:t:n~~ez~a dannò perché le sue genti non sapreb bero vedere e se ntire oltre il venire e ,J seme. Sentenze mandate con la coda dd politicante o con la caramella del pub blicista rnob. Sentenze che l'accusavano di mcn:ata re con l'A ustr ia le g io rn ate ir regola ri della sett imana rossa. Sentenze dette « sgranando gli orc hi »

A sa lut arlo alla stazio n e, o lt re i fami g liari e i componenti la Redaz ione, erano accorsi alcuni compagn i di fede, avve rtiti della partenza all'u ltimo momento.

II nostro Diret tore - che non è ufficiale della T erritor iale e non è mai stato dichia rato inabile a lle fatiche di guerra: è bene r ipeterlo fino a lla sazietà per tappare la bocca sconcia a lla mald icen za - n ell'atto di separarsi dagli essen a l u i cari e dagli amici devot i, mentre il tren o si metteva lentamente in moto verso il suo destino, porse a noi t utti anco ra una vol ta una forte stretta d i m ano.

A Lui, interpreti sicu ri dì quanti gli vogliono bene e ne app rezzano Je altissime doti, il saluto e l'au gurio più cordiali.

Che la sua ga,t;liard&. fibra di combat.tentc sia conservata a lu ng o alle buone battaglie, pel trionfo del dintto, in nome de lla P atria e del socialismo.

• Da Il Popolo d'ltalù,, N. 17, 17 gennaio 19 16, llJ.

Ed è l'ultima ques ta, detta « sgranando gl i occhi». Poiché Mussolini sembra non possa pa rlare senza guesta es pressione fisica del nerbo de lla vista. t'. come se aprisse le fin est re del cerve llo per fa rne usc ire l' aria viziata da un int imo fe rmento di corruzione me nta le. Così a lmeno lo presenta al pubblico una interY ista da lui concessa ad un re<la.Uore de l Giornale dei Mattino « Sgranando .gli occhi J> eg l i ha sentenziato che « la sua Ro magna fu sempre, anche ai tempi papalin i, vi\·aio d i bi rr i e di spie ! »

Se ì figli d i questa t en a fossero d i cattivo gusto invochcrc:bbcro comro l'esule ost ile t utte le frecc ie d ei campanili delle loro v ille solatie Ma in Romagna, malg ra do p iù di un cittadino pa rli ed a.sisca « sgranando g l i occhi >>, in Romag na si è indulgenti assa i. E si pensa, con la sapiente esperienza di uomini sani, che mal si giuù i(ano le cose del mondo al lume di occhi offesi dalla itterizia e mal si g iud icano i rap· porti umani nella commoz ione urgente J ei visce ri addominal i infiammat i Ah! quel maledetto bicchiere a·acqua che trascinò l'e ro~ d::1.lla t ri ncea n el <<cubicolo » di Via Pao lo da Ca nnobio

La Romagn a vista col dolore d i pancia deve infatti essere detestabile.

~.fa non tutti bevono liquidi inguinatì, né p rosa sofi sticata, né vino delle vigne massoniche.

E nemmeno lui , Mussolini, nemmeno se l'acqua delle t r incee fosse quella leggendaria del Lete, nemmeno Mussolin i avrebbe dovuto d imen· ticare ben aJtre sentenze pronunciate su!Ja terra e sugli abitato ri della Romag na in t empi non t roppo ]ontani Smtenze che giud icavano del presente e del passato, ne Ua p iena coscienza. d ell'uomo che n o n è v issuto senza attingere dal passato il lume del giudizio sul presente.

« .... Vivaio di birri e di spie l ».

Oh, vostra mente obliviosa !

Non così , non cosl all'indomani della settimana rossa. Allora, quando la rnn ca delle gazzette monarchiche im precava con eccess i d i sentenze ,contro guesta terra inquieta, allora voi insorgevate contro < ( chi di ffamava sconciamente una intiera r egione ».

Ma con maggiore chiarezza d1 linguaggio, commentando i risult ati d ì una inchiesta che riabilitava i d iffamat i, voi stampavate comp iacen dov i che si rendesse giustizia « ad u na popolazione insofferente e rivoluzion aria per natura e per trad izion e».

Così invece addì le frasi corrono p:aallele n e lle li nee d e ll'antitesi li vivaio e la tMf!1r11: La tradizione, e i tempi d el papa , l e contraddizioni che C<)n~enrono l'assmdo ch e di\'iene

I 6 g en naio 1916.

Nemmeno di cinesto si domanda ragione al pubblicis ta eh.e non vuole esse re ro m ag nolo. Poiché esiste n e i suoi contrari atteggiamenti J"ideale punto di contatto che unisce gli estremi.

Ma non si convoca sul filo acrobatico delle contraddizioni anch e b tes timon ian za dei fatti vissuti. E n on si può traviare la coscienza altru i lino a violentare quello che è acq u isito alla conoscenza dei v ivi.

Le « spie » e i « birri » ap(Xlriscono talvolta nella. memoria dei vecchi e nella fantasi~ dei giovan i. Ma cosl, come furono sommariamente condannati dal!'od10 5elvaggio e talvolta dal solo sospetto: inch iod ati di coltello nella schiena!

E i r.tomo il siltn:zio.

Né birri né spie poterono mai conSl1mare vendetta né tr:ure g iust izia intorno. ad csec:uz i'oni sommarie che era no anche delitti

H anno fatto qualche volta alla Ro m agna accusa di. coltiv are J'« omertà» come virtù di uomini d i parte.

Era J'acrusa uguale e contraria a q uella del commesso di nego:>:io dc-Ha bottega anti-socialista a lla moda d 'oggi.

Ma era meno impudent e.

Noi non sappiamo se il p atriott ismo richieda oggi la diffa mazione della ltt::ria. Né ci seduce il cons.i.glio di entrare n el concerto nazionate

SC aJ[ :i~~:all~t;e~ioh~eJi~te~~:;a:~ bicolo >> ha voluto notare che questi « è :assai severo con la sua Romagna» t anch e questa una invers ione di termini La Romagna ha molti vizi , tntt i umani. Ma h a p ure una q ualche v irtù: fasa detesta i fa n- tocci impagliati che credono di regolare gli eventi e ne sono invece i P,rigionieri e le vittime. Detesta le canne che muovono la cima dove altrui di dare esse al

MUSSOLINI PARTE PER LA FRONTE*

Una Dimostrazione Di Simpatia

FERRARA.., 25, nofle.

Come sapete, il vostro Benito Mussolini è da pochi giorni a Ferrara; eg li riparte domattina pd fronte gati alla Trattoria del Caste llo; il banchetto è stato oltremodo cordiale inc!Jl!~oinla ndff~:~

Il prof. P anunzio pronunc iò un brindisi inspirato, portando a l fes teggiato il saluto aug urale a nome d i tutti i co11vitati, esaltando, fra ap· plausi, la forte 6gura dell ' uomo d isinteressato che seppe sempre suscitare im~eti s encrosi nel popolo.

~:rr~;Iraecchii cflod~~~~~\dmt più energica e rett ilinea lii Da Il Popolo d'Itrt!Ìd, N. 26, 26 gennaio 1916, III,

Grandi applausi accolsero le parole di Mussolini, cd il banchetto si sciolse fra strette di mano e abbracci.

BENITO MUSSOLINI PROMOSSO CAPORALE IN TRINCEA•

Il nostro Direttore, ch e ha passato q uesre ultime settimane nelle tirincee avan21te dd Monte Rombon (Conca di Plezzo), è stato promosso capcrale. Il Comando della Compagnia cui ap partiene il nostro bersagliere, ha cosl motivato la proposta: la promo~ione è comparsa nell'ordine del giorno reggimentale dd 1° m ano.

« Pe r l'attività. sua esemplare, l'alto spi rito btuaglieresco e la serenità d'animo.

« Primo sempre in ogni imprcs& di lavoro e di ardimento, incurante dc' disagi, zelante e scrupoloso nell' adempimento dei suoi doveri >:1.

·• Da Il Popolo d'halia, N . 67, 7 mano 191 6, III.

SI VUOL « SABOTARE » IL CORPO D'ARMATA DI TORINO ?*

Fra pochi giorni si compiono due mesi dall'ìmprovvisa morte del ~ 0 ca rica, n essun ufficiale senerale vi fu destinato finora.

Qual è il motivo ,11 q uesto st rano indug io? ... Nelle sfere mil itari

<< rimosso >> d,d Coniando elci Corpo d' A rmata di Mila no per « io capa· cità e manca nza assoluta di tatto » - non contento della sinecura di Pre.<.idente delJa Comm issione dei P,rigionieri di suerra, che gli fo i ndc.·,gnamcnte Jarg ita, aspira OAAi a rifarsi una verginità, e briga con tutt i comando dicesi esser dovuto alla lef.Jl11711tt"trt11banza del Pres idente del Consiglio, onorevole Salandra, a p iegarsi ad una « nuova in vest itu ra e glorificazione » del .13enerale Paolo Spingardi, che farebbe tro ppo cattirn (:/ietto 11el Paese. fa

5ia!~\,ri~~~~:it:!ldi eserc ito - che il Presidente del Consiglio, il quale conosce a fon do le imperdonabili , olpe che pesano sull'ex-mini stro Spin,gardi, non ceda ai tenebrosi intrip,hi settar i e non si pieghi a sanziona re colla su a au.toritil. una novella glorifirm;i(lne d i colui che, dopo la guerra l ibica , ingant1ando la Nazione, nonostante i p:irecchi mili oni rnncess igli, fasc iò il nostro Esercito << di strutto m aterialmente e moralmente», cosicché - come scrisse Barzin i sul Corriere della Stra - « ciuando J'!t alia, allo scoppiare de]b. conflagrazione europea, senO il biiogno d el 1110 ner<ilo, dovette dolorosamente constatare che J'eu'f<ilo non esiiteva, che la mala politica l'aveva ridott o ad una apparen:za , e se in nove mesi fu fatto risorgere, lo si deve unicamente al patriottismo di Lu igi Cadorna ». con con le fiorenti c ittf di T rento e Trieste, se il proprio esercito fosse stato nella possibilità di spiegare una pronta offensiva nel momento più propi!io per la vittoria, quando cioè gli eserciti. russ i, p rossimi a dilagare dai Cupazi neJla pianura ungherese, tenevano impegnata sul loro fronte Ja massima parte d i quell 'esercito austriaco che, per contro, ha p~tuto fino ad oggi ave re tutto il tempo e l'opportunità d i affcrrnars1 ed ingag l iard irsi nelle sue formid ab ih p os izioni dell' Isonzo, della Carnia e del Trentino, renden do lunga, dura, la nost ra guerra e, ~r cont raccolp o, anche q uella dei nostri A lleati .

!ell a presente e delJe fu ture generazioni , all 'uomo cui un Governo forte e d u n Parlamento ed una Stam pa non ass er vit i avrebbero fi n da l p rimo g iorno de lla constatazione dei suo i fatti decretata la pena s pettante a i p er ottenere riv incite e nuove glorificazioni . l 'on. Salandra, iJ q ua le ha fa tto tante volte appell o a lla « concordia naziona le », non può aver d imenticat? che il 2 febb raio 19 16 , nel· l'oma,ggio resogli in T ori no dal! ' Associazio ne M ona rchica, il suo amico senatore Fetrcro Di Cambiano gl i ricordò - fra gl i applausi unan imich e « tutti auspich iamo alla concord ia degli animi , ma la c~ncord ia non suona obito né possibilità di ritorno a un paJJato d1 Jl ommi e di core ormai giudicato, e che tià troppo JContiam o, e ch e l'anima italiana, tem prata dalla ,guerra, fo tende ed anela a d una elevaz1011c m orale e pol,tira ».

Noi scontammo già e sconteremo ancora am aramente le colpe d i uomini ch e, noncuranti de i supremi inte ress i della Patria e mira nti ostinatamente ripo rtati a galla da cricche setta rie e da una mala po· litica dlsa:-t rosa per la Naz ione,

La no mina del generale Spinga rdi a comandante i l Corpo d'A rmata di T o rino - qua lora malauguratamente avvenisse -no n solo sarebb e co ndannata da tutti gli onesti , e segnatamente dai cittadìn~ to rinesi, i q uali sono fie ri del p restig io del loro paese, ma la presenza dello Spingardi , investito dal G overno del supremo potere m ilita re , alla sede stessa di associazioni, cui è affi li ato , e ment re stanno svo!g~ndosi le d i q uelle tal i associazioni, fa rebbe sospet tare nel Governo << l" intenzione » di tofforarli, nello stesso modo onde fu recent~mente soffocata la grande romm~dia del processo sul Palazzo di Giustizia.

Per do vere di pubblicisti. no i inform iamo il pubblico ed il Governo di q uanto si dice, si ripete e si condanna dall'opinione pubblica, onde - ~el. proprio interesse - non cad a in errnri ed in responsabilità grav1ss1me.

Non è ancora spenta reco delle lagnanze e delle proteste di tu tti i g io rnali - ed anche di quell i a mici del Ministero - i quali in q uesti u ltimi giorni hanno ins istentemente dovuto rilevare che i l Go;:~l~n:;a;r~::sf'~Pt:p~~~,d~(;a~:~!'it/1~~~i>Jf1::/;it~offt~1~ della (( fidu cia » e della « c:onrn rdia )> Come- ha ammonit o l'on. Rai· mondo sul M e.rs<1u<?ro ·

« Di questi timori , pr~oc,upaiioni e lagn11n2e che- conono od Paese i l Ministero non potd. aver rafjione chiud,.-ndo~i nd silenzio e nell' isolamento, i quali son fatti per logorare la fiducia e Ja roiu ordia e non psr ring:ig/iardirh i>

VERITAS IL Vl'RllALE DELLA VERTENZA

S. E. iI .generale Spingardi, avuta no tizia il giorno 11 marzo 19 16 di un articolo appar so nel n. 70 del ,giornale Il Popolo d 'Italia del 1o ma rzo, a firma V eritt1.J e nel <JUa le lo stesso generale Spingardi r i~

Dionigi Tornaghi di chiede re all 'autore dell' articolo o al D.i rettore del giornal e una ri earazione all 'offésa, accordando loro il più ampio mandato. Recatis i i clue rappresentant i del generale Spin ga rdi il g iorno J 2 marzo all e ore 14 alla Direzione del predetto g iornale vi t rovavano il

3t~i1:C~igj ~~:,s ~Jf t ~ji: ~t e J~aldetn~:: iJ: ~~ ~:~; r~~~:!~;i: dich ia rò di non poter sv elare il nome dell'autore dell'articolo e di n:lff!a~~~:1~ l~ d1s~~

c~lt :~::~td~dJ1i:;ff~:

ancbbc fatto conoscere le sue intenzio n i per mezzo di due rappresenta nti dei A1'i~i i!/rtdvei ~j!;~o(0 f fs~:er2i0n~itr~sentarono nella casa d i Via Conservatorio n. 28 i sigg. avv. Arturo R1va e dott. Pio Schin etti, i quali P.rodusseto una lettera del prof. Benito Mussolini, qui giunto in l icenza aaJ front e, nella q uale reclamava per sé come Direttore del· g ior· na le la responsabil ità dell'articolo in parola e dava ai predetti signori il Ptv::;1J;,Ì0 im:a.~!:~~~ntanti del generale Spingardi riconosciuto n el s ig. Mussolini ~uesto diritto di priorità, i quattro rappresent an ti iniziaro no la d iscussione su lla vertenza e, dopo uno scambio di idee e di apprezzamenti, si venne alla seguente con cl usione:

• Da li Popolo d'Italia, N. 74, 14 mar:r.o 1916, ~II.

I raperesentanti d el prof. Mussol ini si sentono autorizzat i a dichiar a re che il prof. Mussolini stesso come Direttore del Pop olo d ' Italra, pu r r ivendicando al suo giornale il di ritto di critica e di censura all'opera di M inistro del generale Sp ingard i ed accettando quindi la responsabilità

~:~r~~~~:~t1~:1Fool!~~~~od~~/r~cs~~on~nt!~:~~olae,;~;~nc~~s~~!~e:~ez~~e~d onorabilità d el generale Sping ardi come uomo e come cittad ino essendo <JUeste fu ori di og ni di scussion e.

I rappresentanti del generale Spingardi prendono atto di tale dich ia. ra zion e, dopo d.i che i ~uattro rappresentanti, redatto il p resente verbale, lo fi rmano e dichiar:i.no chiusa la ver tenza.

M ilan o, 13 marzo 1916.

Pll!TRO M AR IN I

DIONIGI TORNAGHI R I C O*

R l VA PIO SCHINETIJ

Ad ogni tanto un o sb~rleffo G l i sberleffi. sono i baffi sottili della cronaca, vecchia gatta on esta che fa le fusa colla Storia, vecchia g atta ladra. Ricò Ricò non è il nome di un galletto che scrolli le penne, come un 'a rmatura, e affondi nella terra calda gli speroni novelli - ca· valicre del pollaio - ma è il nome di un paesello in quel d i Meldola nelle terre generos e di ForH. Una bra ncata di case sparpagliate come un s~:a ~ff;c~i:i11~ 1ft:::;d:tìe ~:1~:~~ea1l·:~ci~i~e s~:~anc!li:O?ne~ cd una sacrestia in ve rde come u na ranocchietta in croce con l e q uatt ro zam~; ;:iR!;th: ; i~c i~~.te~i ~~n~n:d:ii~ :~a~d~tea~l~~!al~ i~aÒ. Ci sono - un pa ' dal far macista e un po' nella sacr es tia che deve odora re un poco d 'mccnso -degli sdegnos i bardi deHa Libe rtà a Ricò. Ricò ! Candid a, tonda, come un av o appena scivolato dal grembo materno,

1:1~a d~a1~e!~!if:t~~ la ~~!/!~cf:~::!erèe l~i ct:st:i t~G::::a rd~j~ tolleranza degli sf':"ttat i; è l'affermazione tangibile, in mattoni e in l eg name, dello squillante versetto del Co rano ri belle; « la prnprietà è un fu r to » e nessuno può mai immaginare quale gigantesco passo - SO· nito di sproni, rumori di picche e bafenii di ferro - verso la ri voluzione

• Da 11 Popolo d' Italia, N 82, 22 marzo 1916, lii socia le s ia l'inaug ur azion e d i una casa socialista, in un paese come Ricò. E<l eao iJ g iorno solenne. Sulla casa si mura una lap ide. Ma a Ricò i social isti sono rigidi in fatto di o rn ate parole Si manda q uindi una commissione al prete don G iuseppe Bale lli , che con poca baldan~a rimaneva in dis.pa.rte senza intromettersi all a festa o a parlamen to ; il p rete accetta l'alto onore di d ettar~ l'epis rafe gloriosa , e al sole, al ,,ento, mentre le campane g ioca no a n m piatt1110 sul campani le cantando, fa incid ere sul marmo i seguent i versi.

Parla casa:

Glorio sa sttrri ed ogwmo mi applaude.

Lflngi da me l'ipoairùr e l,t f ramù:.

Ch, di m i a f.CJla vuol .ug,tir iti 1/'t.ccia

A borra i l M 11JJolin i d/è ,m 110 /tafrtrria.

Noi non vogl iamo nemmeno le\•are quel i per mettere in pi ed i yuItimo verso: si di rebbe che mettia mo i pu nti sugli i . No. Sorrid iamo c he a Musso l in i non s i può tag ~re la.. .. testa, i socia list i ed i pret i d i Ricò....

La rivoluzione è alle oorte con un endecasillabo di dodici si llabe.

Sig nori ! B la volta *· i Lacuna d el k"!òlo.

Arros

Be nito Mussolini ha mandato una lette ra alla sig nora Battisti. Il n ostro Diwttorc, meglio che og ni altro, conosceva l'~roe che l'A ustria volle dannare all 'ignominia del capestro, non riuscendo ch e ad eleva rlo su l'altare de' m artiri into mo aJ qu ale aliteranno etern ame n te la ricon oscenza e la veneraz ione de' venturi . Mussolini fu, con Cesare Battisti,

0 tr~~tT::0 ~i~s~ i, !ue:a t repidanze, le spe ranze. s'impone per evitare la postuma ing iu r ia , perché il martirio n on subisca la diminuzion e d'essere sfruttato da u na parte politica che il m artire intese forse a metà, fors'anche non l a intese g13 n1111;1.i, Però, ripetiamo, italiano e socia li st a , Cesar~ Battisti è: nostro!

Ed è questa un.' alt ra ragione che s'aggiunge alle mille, onde ci sentiamo nel diritto dt gridare a' 1ivend icatori t ard ivi della proprietà ideale di Cesare Battisti le pa ro le orgogliose; è nostro! Ben ito Mussolini , i n questo foglio, ha cont inuato l'opera c he aveva iniziato - in p iena fratern ità di amicizia e d 'ideali con Cesa te Battisti - a Trento. l i Popolo d ' / t(llia è, in certo modo, una filiazione del vecchio g lorioso Popolo del la città irredenta 1·Austr ia espelleva Benito Mussolini precisamente come faceva... il Partito Socialista I tali:tno - un pezzo d 'Austria trasmigrato in Italia.

• Da Ii Popolo d'Italia, N . 202, 2} luglio 1916, III.

Anche P.c-r quest'identità di trattamento , anche per questa insoluta co~tinuità ai vicen d a, ma sopratutto pet la unicità del })l:nsiero n essun art,fizio dialettico po trà strap parci la gloria che p romana Ja fossa di Cesare Battist i. N on già, non già pe r una meschi ~a ga ra di pri orità, che d isdegnarno. Non B,ià, non già pe r una specuJaz1one ch e non ci lus ing hereb be e che non è n ell e.' abitudini nostre; solo per sottrarre la memoria del M artire d alla s'lo·alutaz:ione, solo perc h é il SAcrifiz10 nob ilissimo non venga d eturpato da postumi rimpianti , da !anime insincere, dal la bava san· g uigna di sciacalli fruganti fra le t ombe.

I social neLJtrali sti ita li ani s'a llo n ta narono da L'.lì una pr ima volt.t a llor ch e tentarono d'impedire a ll'Italia l'interven to nella grande (On· flagrazione per collaborare alla restau razione del diritto nel mondo e per ottenere insieme il conseg uimento delle natural i ashirazioni. Si al lo n - omuncoli inca,paci dementi che pretendevano, ne' piccoli sined ri , impedire che la fatalità s:i com pisse! Quante srnmuniche! Quanti ostracismi! Ft~ro~o ~s pulsi dal P artito sin coloro che dettero opera e attività a' comitati d 1 a:Ssìstenza civile; furono inginriati i volontari ; fu consentito a un forlunato mer-

~~~~:0dic~f:r~i

Se C~are Battisti fosse i;tato insc ritto nel Pa rtito Socialista l taliano, t ava i suo i imcr itti e d il proletariato - come se il prol etariato fosse u n feudo socialneutralistico - a d ise rtare J'apoteosi ::he oge i Milano deCiete rà pd M a rtire, perché quell'a poteosi - n elle intenzioni d eg li i n i:1:iatori - vorrà dire g lorificazione della guer ra! gue!a·ft~r:: ~u~:~;ae: ~i~ti~i dalla glorificazione della gesta che gli h a. dato martirio ed immortalità . Che cosa, dunque, vorreste glorificare se non l'eroismo e l'eroe, l'u omo e !'.evento? Vorreste forse foggiare un'imag ine scialha senz'an ima senza fedi; un martirio offerto « per pura accidentalità»?

1d~·a~~cl~t;a;:~;,'.~:i, ~e~~~~r~u\J;n~uf1~\l's~~ la~~it~ ha compiuto per conquistar la gloria d i annoverare fra i suoi i l M a rtire immorul e ?

V ia, r ispettate almeno i morti ; alm eno q uei morti a to rno de' quali. sì stringono l'affetto e il dolore d ella N azion e intera!

D' altra parte la Sezione Socialista ha fatto bene 11 suo intervento sarebbe stato ipocrita Avrebbe indignato. Cosl l'apoteosi del Martire sarà pura. non soffrirà inquinamenti. Saranno le donne, i bimbi d i Milano che recheranno fiori al mon umento g lorificante tutti i martiri, del passalo- e del presente. Recate molti fiori, donne, birnl:.i. Recatene a fasci; fate che la colonna ranune~ morante le giornate gloriose di Milano barricadiera scompaia sotto il carminio ed il bianco de' fiori. Fate che la piazza aulisca come un giardino; popolo gentile, intendi l' omaggio ,gen tile al .Martire!

Ed anche il corteo - ch e s·~ voluto spoglio d'ogni carattere uffic iale perché più verace riesca l' espressione del sentimento - sarà uno di ciuei grandi trion~ che Milano s1 appresta re nelle gra ndi ore della storia. Di tutti, anzi, il maggiore

- belva insaziabile che tan to sangue purissimo italiano ha bevuto, amore amore immenso per questa nostra terra gentile e feconda, mad re di geni, madre di eroi, che sarà domani, libera di catene, madre be- nedetta d i più vasti eventi.

Sarà un giuramento che si rin nove rà, un rinsaldarsi di energ ie, l'espress ione di un pro posito ; quello dell a vittor ia compiuta, fino allo schiacciamento del nemico od iatiss imo .

M il anesi, oggi non abbiam tempo per lacrimare su i nostri mort i! ?o1re;/f~~::~nt~t~~l~~~r1~

0 ~ come biascicano g li zelatori. del generale rammollìmento. t invece il proposito d ' un popolo forte, che domanda la sua parie di sacrificio e di g loria e che all'Idea le consacra i l suo sangue più vermig lio, sacrifica la sua più gagliarda giovinezza.

Tutta M ilano al rito, a ll 'altare!

I L POPOLO D' ITALI,\

L'ENNESIMA CANAGLIATA DE' PRETI•

G li scagnozzi di Bologna, che depositano le loro amaritudini ter,l• p o ra!istiche su L'A vt!enire d' /111/ia, stampano una lettera ribalda di non sappiamo q ual cappellano militare , trasfo rmatosi in bersagliere, per l'oc· cas1one.

Anzitutto riJ<:vi amo, perché la censura bolognese ne prenda nota, che in quella l ettera si danno notiz ie mili tari la mi divulgazione è vietata da tassative disposizioni luogotenenziali E si sa come si tratta di preti,

• Da li Popolo d'Italia, N. 325, 22 novemb1c 1916, III.

%c~jt~/af~er~~Uà'.a sfe:;t r'!S;~s~~nif:::; ~ffae~~t~1~rJ;;

Austria informandola de' nostri spostamenti mil itari, Perché la pubblicazione dell'A vvenire è cosi animalescamente diffamatoria da determinar;; il dubbio legittimo che nasconda un trucco di altro gene re.

L'epistolografo insinua che Mussolin i sarebbe « il volontario delle retrovie» ; ma a questa turpitudine pretina rispondono t rionfalmente i 23 1 giorni oltre quelli passati sul Rombon e sull 'Alto honzo, che il nostro Direttore ha passato in trincee di prjmissima linea, oltre le quali c'è.... il signor nemico, i suoi fu cili, i suoi cannon i; risponde trionfalmente una carta del lugl io 1916 pe r la quale Mus~lini è autorizzato a fr~iarsi del distintivo di guerra, istituito con r. decreto 1 mag- b perché nulla ha mai çhiesto e fa il soldato al fuoco, nella t rincea o col badile - come tutt i s ii altri - a scavare e a sistema re tr incee.

Ma poiché a que1 chiercuti mascalzoni occone assolutamente sapere dove sia precisamente l'uomo ch'essi temono perché anche con loro vorrà fa re i suoi conti, un g io rno, diciamo loro - e lo d iciamo a tutti: amici e nemici - che Mussol ini, dopo lunghi mesi di trincea, è a Milano, in licenza inverna le, ch' è cominciata il 12 novembre e che finiti ~~~~ ;i,vo~;b:h:c~~i~ic~c~i~~~i rosso del q uale è provvist o - « è partito da l Reggimen to soddisfatto d'ogni sua competenza , di una scatoletta d i carne e di una razione d i pane, provvisto d"unl t~~nz~3 te~~~~~~a~i~fo~isotl~:f~~:ni~ ~·I

T utto ciò è noto ad ogni persona in buona fede; a' pret i no. Perch é i preti sono una massa di mascalzoni, vi li per tendenza congenita, che vono a' loro stipendi sono concime naturale brulicante di \·ermi lutulenti, ch e non concepiS<ono cosa ala.ma fuori della -perfida dilfa. mazione.

Contro la loro malafede ogn i p ietà sarebbe colpevole e noi indu rremo Benito Mussoli ni a consegnarli al Tribunale Senza di la2ionc e senza rinunziare al gusto di rom per loro il muso porcino alla p rima occasione.

DOV'E IL CAPORAL FRACASSA ?

Un bersagliere compagno d ' a rmi del fam oso Professor Benito Mussolin i, il Caporal Fracassa del Popolo d'Italid, quello che gridava: « guerra, guerra » e poi se ne stette tranquillamente a casa, aspettando che fosse chiamata la sua classe, scrisse all'Av venire d'ltt1lia una gustosissima lettera, di cui non vogliamo pri vare i nostri lettori.

• O.a Il Popolo di Si.-11a, Ptriodico settimanale cattolico per la Provincia Senese, N. 51, 16 dccembre 191 6, XIX.

Sapresti tu dirmi, <aro Avvmirr , ove attualmente trovasi il signor Benito Mu»olini , il di rettore dello spudorato giorna le Ii Popolo d'llalia? B divenut'> come rAraba FcnifC. Tutti sanno che il terribile B<:nito si trova in zona d i guerra, rn a dove es!i veramente sia, n essuno lo sa. Che si s ia imboscato?!... Inc01porato in un reggimento d i bersag lieri, col grado di capon i maggiore, mentre i suoi commi litoni dalla Carnia pittor~a sono ,11ati di~locati sull'aspro e insanguinato Cuso, egli, il terribile fbgellatore degli imboscali, l'eroe volontario di:-lle retrovie, il coraggioso pr«ursore dei destini della Patria, è putito due giorni prima per destina:zione ignota Sapresti tu, caro A.1wenir1, darmi qualche indka:zione precisa del luogo in cui attualmente trovasi i l capora l maggiore M u5sol ini? P erchè di una <u~a si amo cer ti : in prima li nea, coi bersaglieri del la sua squadra, n on c'è

H professor Mussolin i d1c dalla sera alla mattina passò da neu trali sta furioso che era nell' A vanlil a interventista non meno furioso nel Popolo d' ltalù,, giornale nato per incanto anch'esso d all a sera alla mattin a, dice vamo, è stato difeso con le solite insolenze dalla ciu rma del che il Mmsolini di questi g iorni era i n l icenza a Milano Pce;,;iosa notizi a, che il Corriere non h a mai data di n essun alt ro ~iornalista e dfr;i;:todic:1 screte domande deJ giornale milanese. Ma bisogna che il Capora le si rassegn i. Perché quando ci si ch iama Benito Mussolini, si hanno molti dove ri ol t re guello di rispondere come si vive alla fronte, essendo ben n oto che vi si p uò vivere l ontan i da ogni pericolo di morire. Ta nt'è ve ro che Benito Mussolin i può essere da 18 mesi alla fronte, scma essersi b uscata una. scalfittura. Con que sto n on vogliamo concludere che quando r i si chi.1ma Benito :Mm.solini sia proprio indispensabile di far b fine di Filippo Corridoni e di tanti alt ri; ma - oh D io! - una graffiatura, appena così, come Bissolati p . e., dopo 18 me si di ardimenti a ll a fronte, è assolutamente necessaria. Se no si p resta il 6anco alle punzecchiature d ei bersaglieri dell' Avvenire... l e quali non fasciano gloriose cicatrici

·BENITO MUSSOLINI FERITO SUL CARSO

L'ATTESA ANGOSC!OSA - I PRIMI VAGHI PARTICOLARI -

LA NOTIZIA* leri mattina ci è g iunto il seguente telegramma :

Beni10 Mussolini feri to.

Tenente 0,\NBSI

Reage ndo a l primo sentimento d'angoscia, abbiamo subito c:h iesto ansiosamente noti.zie. Queste ci pervensono all'i.iltimo momento.

Dtnito M ussolini comandava in pnma l in ea un plotone di lanc:iatorpedini Ce ne aveva scritto quakhe giorno fa, di,endosi fi ero <ielle sue nuove funzioni e soddisfatto de l cont ributo q uotidiano recato dalla sua va l ida squadra a lla dist ruzione delle di fese nemiche. Come in ogni sua cosa , Musso!in i po neva un grande entusiasmo nell'adempimento delle pericolose mansioni affidategli.

Ieri, mentre da una trincea di prima linea sul Carso, eg li stava addestra ndo gl i uomini del suo plotorie al Jancio de lle micidialissime torp ed ini, una di queste - non si sa come né perché - scoppiava in partenza, ferendolo in varie parti del corpo Raccolto p remurosamente

1i~c:~~:r:~mJi~,~~;e ep:~f!°J!a}~ri~eual1f~~~~it aj ei1!~a:~:Jf;, ~\:eb;::,~~ e al capo.

P(estatig li i primi urgenti soccors i, veniva poi avviato ad un ospeda le i:of:t~r,, Bc~~i~o i c:on uno stoicismo euna fermezza d ' animo \'e ramente ammirevol i Dalla sua bocca non uscì un lamento, né un ' imp recazione. Egli conservò fin o all'ultimo la su a magnifica serenità. Akuni alt ri proiettili sono ancora c:onfic:c:ati nelle sue carni, il che imporrà la necessità, a breve sadenza, di n uove operazioni.

~~:arael :~on:~t;~zz~l~ e confortandolo nelle form e più affettuose Jl suo stato genera le è ora abbastanza sodd isfacente. La guarigione - a meno di complicazioni - sarà però lunga e laboriosa.

Lo spirito del nostro ferito è elevatissimo. Egli non ha avuto per sé u na parola di rimpianto e non ha fatto che e sprimere, con chiunq ue l 'abbia avv icinato, il suo dolore 1;>er la sciagu ra toccah :ii suoi c:ompagni ai quali era legato da teneri vincoli di amicizia e di fraternità e il proprio rincresci mento di ave r dovu to abbandonare la tr lncca prop rio quando si prcsumr:va non lontana l'ora della riscossa La notizia sarà certamente ac:colta con vivo dolore da quanti, fra it a::cr:ioi; i, siero ed azione, lo spirito sconfinato di sacrificio che g li faceva acc:ettare con gioia le più dute soffetenzc e le più atroci privazioni.

Qualche an ima malnata g ioirà in segreto, dolendosi soltanto che un1 pallottola « provvidenzi:de » non l'abbia liberata definitivamente dall'avversario formidabile, Qua lche sciagura to socialneu tral ista o prete o ~iolitt ia no si fregherà di nascosto le mani, sperando ch e il luttuoso j~c~e~!:ss~~~~a,J/~a;fonnipd~r:~te:v~~f:~:~ l'attività o sminu irne la magnifica e suggestiva opera d i propulsore e di an imatore

Vana speranza 1 Benito Mu ssolini, compiuto per quasi due anni il suo duro cfovere all a fro nte, ritornerà alle batta.glie civili d1e l o aspe(· tano, all'affetto deg li ami ci che lo idolatrano, alle cure sollecite della sua compagna e alle carezze dei suoi bimbi. Benito Mussolin i. è d i

~:pl~eesf:~~1l~itba~!~~11~;cer~st0t:~tja1;0~~us~0:~bi1i ~~~gc~'ì

cessare dc!J'ultimo rcspito, Del suo stato d'animo, alla vigil ia de lla sciagura, sta a test imonianza questa lettera che egli ci spediva dal Carso:

« Carissimo De Falco.

« I ,giornali del tmst cler icale, q uelli stessi ch e due o tre mesi fa - con un esempio di malafede squisit:amente pretina - inscenarono tivano sapendo di mentire, adesso pretendono di, mandarmi a messa, semplicemente perché ho plandito a un discorso "1taliano" pronunciato da u n cappellano militare. Grazi e, ma non accetto ....

« 1'utte le volte che mi llccadd di ascoltare - spc<::it fra queste dol ine tragiche - un discorso ant i- tcdcsco, uno cli gu ~i discorsi d 1e non deprimo no, ma tendono le energ ie dei combattenti, io iride1ò "bravo" all o ratore, senza guardare a lla veste che indossa o alfa sua fede re• Jigiosa. Pur troppo, di tali diocorsi, io ne h o sentiti por hissimi, e se il morale dei soldati è ancora buono, lo si deve alle virtù della razza, non certo all'opera di propaganda persuasiva ed esaltatrice ch e è stata deplorevolmente trascurata.

« Comprendo ch1.: i clerical i s i aggrappino ad un episodio singolo per giungere a una generalizzazio ne, ma come una rond ineHa non fa p rimavera, così un cappellano militare patriotta non giova che a met~ t ere in luce i troppi altri che patrioth non sono o lo sono in una maniera assa:.i equivoca.

« S.1h1tissimi a tutti.

IL DUCE•

BENITO MUSSOLINI »

A Benito Mussolini, n t ll'ora in cui la sua idea sì riconsacra n el sangue, il nostro saluto di amici, di fratelli, di discepol i!

E scrivendo queste parole è in no i una. commozione infinita, è in co:f:Cf!~J~ ~~;a~~:troV~:fceZ:~o~0 ):er1~0:r/~:m1fl~ zione;· vorremmo esprimergli tutta 1a gratitudine d'Italia, di ·coloro che fa guerra concepirono come fatto r ivoluzionario, di coloro che la torb ida utilitaria prdirazione socialista hanno visto vivificata dal sacrificio, hanno v ista ab bellita dalla purissima austerità del sangue.

E scrivendo c:iue.ste parole noi vorremmo che le folle, le grandi folle italiche che ascoltarono ed intesero la parola del Duce sentissero il fremito che ci pervade, sentissero I'impazienia che ci assi!Ia, com,prcndessero tutta la bellezza ch'è nel sangue puro sgocciolato sul Carso, come comprendessero la promessa e la minaccia ch'è nei fumi di quel sangue.

• Da li Popolo d'Italia, N H 26 fcbb nio 1917, IV.

Co nfessiamo: il carnevaletto inscenato da' microcefali e da' microcardiaci sospiranti la morte del Nostro non ci aveva mai allettato, non l'Incitatore, ci fosse tornat o in t egro dall a t rincea insanguinata. Ce rte

Benito Mussolini ha dato alla sua, alla n ostra Idea il cont ributo del anche i ndu lgere a' malvagi, ag l' idioti che lo caJunniarono, a colorn che a' boto li ringhianti all e sue calcagna, perché j! suo san,guc tulio san· t i.fica, perché il suo dolore tanto d eva t utt i noi - che lo seguinuno, ch e ne percepimmo l'idea - da tog lierci lo sd egno, d a soffoca rci il blasfema su le labbra, d a ingenti l irci questa nostra anima ad usata a lla battaglia , al colpo rude, a lla botta ch e massacra . ... Ora sa ran con tenti i cianciatori avversi, che tendeva no ad insi d ia re lema.5SC' con la ca lunnia cauta, con la d iffamazione v irtuosa. O ra nulla ass iste rà !"insinuazione loro. La fer ita , la ferita occorrente P"! d imost ra re che il N ostro combatte, che il Nost ro è nelle prime linee è g iunta per soddisfa re le cann ibalesche aspirazioni. Ferita mul t;pla çhe piaga t utto il co rpo; ma che ~ia,ga sopratutto il nost ro affetto, che fa è o• lora;: r~ar;~:a fer ita probatoria, sarà lieta la immonda g eld ra de' com pagni di ieri, che anch e oggi speravano in u n imboscam ento che sarebbe stato tanto ut ile alle loro interessatissime specula1:ion i.

Silenzio, progenie d i v ipere! Benito M ussolini ave\'a d imost rato, sem pre, come si concili il pensiero con l' azione, Allorché imperversava in I talia lo sc iopero g enerale contro la guerra di Libia, il N ostro era in piazza e sfid ava la galera che lo avv inghiava per molt i mesi, ma

~~~~: a,J'J;e{!tt!~a~~ 0 ~o~a~ t~~!~li~I ~!1a?n° i~~fd~:

;:r8: i~~~tac~e 1fo v~~li;:~o d~ :as~~;J iz;ri~;: ~! rea 1~l~~r~~~;a, ;af ~)l~ proletarie reclamavano un aiuto, Benito M us solini , tra il di scettar de' cauti e dc' vili, affrontava la Corte d ì Assise ed affermava di amare il suo uimine, e d affermava che l' avrebbe riperpctrato !

Altri tempi, altre cure! Allot che la g uerra reclamava il suo braccio, Benito Mussoli ni abbandonava b pen na ed imbracc iava il fu cile. E nessuna t ra.scurava d elle fat iche guerresche. L'intellettuale, l o scritto re, il g iornalista, che n on era poi J'ultimo venuto nel campo del pensiero e dell'intelligenza , italian i, aveva r ifiutato con olim pi ca se renità o g n i privilegio. Invitato a scrivere la stor ia del suo reggimento - generoso sped iente per sottrarlo a' maggi ori p erico li - aveva ri fiutato ; invitato ad aver cura della sua salute non sald issima, av eva r ifiutato colla fierezza magnifica del rivoluzionario e d el romagnolo: aveva scd to il fu 23. • \'lll, cile, la trincea, il rischio. E la vita della trincea visse come un umile soldato. << Dopo h. guerra - ci s.<riveva ultimament e - avrò ac(]uistato un' altra competenza: quella d i riempire sacchi di sabbia. Sono d iventato un perfetto bracciante!». Nessuna ama rezza in queste sue parole. Solo un compiacimento, l a fierezza sublime di chi sa di inte· ramcnte assoh,cre la sua missione q ue mr sereno, scriveva ancora; « l asciateli peraere, ·io r iconosco per me u n giudice soltanto: la mia coscienza ».

Ah , no, fratello nostro d'armi tre volte nobilitato nel sangue, nel sacrificio, nel seren o eroismo, il p ubblico deve sapere ! Jl pubblJCo deve saeere che il Direttore di CJUCStO fog lio ~ j b~ttaglia fu, è soldato nel senso piu squis ito di questa parola; il pubblico, 11 gran pubblico d ' Italia deve f~)J~e il~~~o;~n~e~ladf:~~\ n<~di~r~~ t:a st~~~r!o~~ fu là, sul Carso insanguinato, ad assume re tutte le sue responsabi lità, a r ispondere di persona ! .

Oggi stesso, mentre giunge va a noi il t clegranuna che ci faceva sangui~:Qu\1 a1Fa\~!iu:i~r~~alche combattimento. I m ie i lanciatorpedini sono a posto ed anche i cannoncini con i quali do il buon giorno e la buona se ra ai boches.

« Speriamo bene. Fa bel tempo. Il Carso in febbraio è stato delizioso.

Semf:~;~~e;;J~! E che altro Egli ha mai cercato fuo ri del sole? Sole pel pensiero, sole che l'abb,ubaglias.se e gli desse la visione dell'Ideale. Che importano le cannonate austriache? C'è sole nel Carso! Che importa il rischio di o~ni ora, di ogni minuto? C'è luce su la linea del fuoco ! Sempre cos i! Innamorato della bellezza, di fronte all'ideale ogni alt ra visione :si annulla! stra pericoli scampati e descritti nel suo « diario» - pagine suggestive di vita bell ica, nelle guali il giornalista si fonde mirabilmente cOJ letterato che possiede squisitam ente l a leggerezza di tocco, nelle q ual i il psico log o vince l'uomo politico e n'è vinto, l'osservatore si abbraccia col soldatonoi. avevamo acqui stato la superstiziosa convinzione ch'egli fosse invulnerabile! Noi ca rezzavamo l a secreta speranza ch' egli c i ritornasse integ ro per l 'oggi, per il domani de' n ostri ideali

Invece, egli è fer ito, lassù, a lla fron te!

A t orno a lui è tutta l'anima degli amici d'Italia, a torno al suo l etto di dolore hltta l'anima nostra.

Ch e invia al Diretto re, al Maest ro , all'amico, al fratello, i suoi voti beneauguranti e la manifestazione del suo affetto senza limitazioni, senza confini!

ED ORA RAG ION IAMO *

Mentre siamo in attesa di notizie p iù confortevo li del nost ro D irettore, forse per abitudine professionale, forse per ché dobbiamo con isfoczi tff:~~ti~diri:~~;ol\;l~:~J~th:o~i di r~:::t~:: ~:~1f,°f~teci~i:ro°;~~rin:iiv::~:id~:~:v1::~a r~.n'im superiore al valor loro, ch'è zero; ma unicamenteperc hé quelk gente senza scrupoli sia messa al mu ro, s ia costretta, cioè, a spifferare nuove eh~ s i a.bbiano ,gli elementi esatti per una valutazione mora le che a noi Ati f":h!e~:~ito Mussolini era in attesa di esser chiamato alle armi, fu accusato di non esse rs i presentato volontario Chi lancia va l'accusa era in compiuta mala f ede perché non poteva, né doveva ignorare - non foss'altro p erché e ra stato pubblicato sul man ifesto di mob ilitariooe - come gli aventi obbligo di leva fos sero esclusi tassativa

%1 è~:~~~ad!a1~, g iis:rr~;~ed~1/,:~o:rr,::t.itzi~~l~rl~ì g rado tutti i divieti! Come se la fron te non fosse guardata un pochino meglio delle bottiglie di Lambrusco, ch e sono negli scant inati di Reggio ....

Più tardi il nostro Direttore fu chiamat o sotto le armi. Entrò subito in trincea, la canizza doveva attendere e tacere. Nossignori! Cominciarono i sottovoce, le caute insinuazion i. Mu ssoli ni in t rincea! Siete matti ?.

Egli era a Bologna, a Roma, per tutto meno che nella .zona del fuoco. Di queste cattive sc.imunitaggini si s.arsarizzarono a lungo i neu· t ralisti d'ogni colore. Persm Barberis d i 1ormo - tanto nominiassicurav;1, con l'aria di. chi la sa ,lunga , che Mussolini era tranquilla· mente imboscato .a .... Brescia.!

Ed anche - ma l ontano di qui - gli amici, qualche volta doman• d avano con aria mi steriosa : « Ma è proprio vero? :B alla fron te Mus• sol ini? »

S i capisce: le diffamazioni si confezionano a Roma o a Torino, poi si lasciano scivolare lungo le sez ioni , per i c ircoli , /::r i ci rcoletti, doke-

;;~te,ii:n~es:~~zepts:~~l:;e fi:e~: ct:i 1~:;a~;:?a e~re~~:· ;r~v 1 : q uale r/oi comprendemmo subito che quelle piccole calunnie erano più il r isultato di un desiderio che altro: ché Mussolini imboscato sarebbe stato un a vera fortuna per la socialneutraJistagl ia teutono-italica! Si scherza! Chi sa come avrebbero s fruttato la faccenda Quell'imboscamento forse ayrcbbe f atto con quistare qualche sta llo di deputato nelle prossime el ezioni !

• Oa li f'opolo d'Italia, N . ,s, 27 feòbnio 1917, IV.

Finché un giornale di Bologna - una cosa sconcia che non nomin iamo per ovvie ragioni i-s;ien iche -, mentre il nostro D irectore er a in licenza invernale, sotto Ji velo del dubbio, con arte tartuffesca , free crede re che Mussolini e ra imboscato.

Acciuffammo per l'adipe del collo il t urpe chiercuto e g li battemmo n on è, invece di riconoscere il suo torto insisté con una sfrontatezza d i femmina da conio.

Come .non bastas se, giunse, buon ultimo, un chi«?satore to rinese R1:t:e~~\;1!i51:~,~:~at\!~~r~;~n%5t~~ f erita era giu nta a provare c:he il nostro D i rettore fosse in trincea. Come, d iceva, neanche una fer ita? Neanche una piccola ferita ? Come se le

H anno alt ro da aggiungere ? Q ua le nuo\•a profonda sconcezza diranno ora? Comprend iamo il !oro disap punto: morto ra vrebbero voluto ; ma si vede che non devono aver pregato con tro ppo fervoce il lo ro dio! Non sono stati esauditi.

Abbiamo già scritto ch e noi avremmo voluto che Benito M ussolini s:E:%ti~o:ni~~~,~c s!;p1:1!::er~vc~p~;~, i!01 rodio fe roce di quei bastardi d'ogni i dea ch e sono i suoi nemici. Essi fan:~:sif1~g~~sci~n;, 0r<l~ ~:r: 3a9°~~if apt 1~~r:ic~~r~ trovato d i sterili22a2ione

Ma il Nost ro ha combattuto per ben altro. ~st!,t:àèch:~Ji

, ,ag i, dungue , eg li è stato sed ici mesi in t ri ncea. H a combattuto perché crede nella bontà della sua causa. E sl come è di quelli che pensano ed ag iscono, dopo la battaglia per l'intervento, intervenne.

Ora è ferito. L'ansia con la quale da ogni parte d' Italia ci vengono domandate sue notizie, rafT.:tto per lui, che sentiamo alitare intorno, ci rendono così superbi, cosi fie11 da farci sprezzare, profondamente, i vig liacchi d'ogni specie,

Ed un so lo voto formuliamo ; q uesto: che Musso!ini ci venga reso. Tutti li far emo i conti, in seguito. E coloro che diffamarono ristntiranno su la cotenna il sapore di sferzate, che trasformano certe larve umane in cenci irriconoscibili.

Per ora ci li mitiamo a coprirli del nostro più tranquillo disprezzo. Fin che non avran me ri tato qualcosa d i meglio!

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