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AUGURI E TESTIMONIAN ZE D 'AFFETTO •
In tutta la giornata d'ieri una ininterrotta processione di amici, d i compagni, di ammiratori s'è affollata ne' nost ri uffici per avere notizie su le condizioni di Benito Mussolini
Moltissimi banno d imandato notizie per telegrafo e per tele fono.
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Noi, fino al momento in cui scriviamo, non poss iamo d ir nulla. Siamo prìvi assolutamente di notizie, e questo fatto ci tiene in un ' an· g oscia indicibile.
I giornali che finora si sono occu pati del nostro Direttore danno notizie contradittorie a traverso le q ual i non è possibi le ancora orien· ta rsi
Speriamo, speriamo che Benito Mussolini guar isca compiutamente e presto ; sper iamo di poter dare, doman i, più con fo rtanti notiz ie. ( +)
• Da Il Popolo d1 {1:1lia, N. )8, 27 febbraio 1917, JV.
UNA VISITA A BENITO MUSSO LINI*
LE OIT!ME CONDIZIONI MORALI DEL FERITO
Z ona d i guerra, 28 febbrt1io.
(r. a.) La notizia che Ben.ito Mussolini e ra caduto fe ri to, in lin ea, sul Carso, per l'esplosione d i un nostro lan ciamine da trincea, si a p· prese ie ri sera tard i al Qua rti ere Genera le Stamattina, per tempo, m i sono recato in traccia dell'amico ch e trovasi ricove rato in una villetta di Ronchi, un tempo diroccata, ed ora quasi totalm ente ricostruita dai soldati della Sanità. L'ospedaletto da campo, stabilito nella pa lazzina calc inata di fresco, porta il n umero 46 e p resentemente è quasi vuoto.
11 Mussolini occupa un lettuccio, fra due sol dati fe riti della Valtellina, uno dei quali ha subito l'am putazio ne dell a gamba destra .
Con i compagni d 'a.rrni spesso scambia parole amichevoli, meravigliando i medici per la seren ità dello spirito e l'in differenza con cui sopporta il dolore delle numerose lacerazioni, una ciuarantina circa, sparse in tutto il corpo.
l ' incidente nel quale il battagl iero D irettore del Po polo d'Italia per poco non ha l asciato la vita. gen erosa è avvenuto i l 23 del corrente mese, verso il mezzodl, in una dolina nei press i di <jUOta centoqua,an·
• Da Il Secolo di Milano, N. 18258, 28 febbraio 1917, lii La cor.rispondeoza è dl Rino /dessi, taqua/lro d u rante un esperi mento d' istruzion e con i l ancia-spenon i da trincea . Compiva l'esperimento un re parto d i bersagl ieri volo ntari, a l comando di un giovane e valoroso ufficiale .
Il Musso lin i, come capo ra l maggio re e p rimo ,grad uato del n ucleo, p ire un reticolato posto a una data distanza; e g ià l'aveva colpito pa· rccchie volte quando, per l' arroventarsi del tubo di lancio, una mi na, appena in seri t a n ella p a rte ante riore del d elicato strume nto, è scoppiata, producen do all'intorno una vorag ine d i q ua lche metro di a mpiezza.
D iradat isi i fumi del tremen do scoppio .il Mussolini è stato raccolto in u na poz2.a d i sangue~ con le vesti bruciacchiate, m~lli e t rapassate da più che t r enta schegg1c le quali lo àvevano investito in t utte le parti del cor po. Anche d alla testa e dal viso gli colavano g rosse stille di sa ngue , ma fortunatamente tra ltavas i d i sempli ci f erite supe rficia li. Cosl dis parve sub lto il sospetto, dalr an imo dei compagn i e dei su periori acco r si s~I luo,go, ch e egli aves~e sofferto ag li occhi.
Adagi ato sopra una barella, per ordine del comanda nte d el suo re~imento che, tenendolo m ol to caro, ha avuto Sltbito per lui le pa role p iu affettuose di conforto, è stato trasportat o alla sezione di Sani t à di Dobcrdò e di qui , in a utocarro, a ll'ospeda letto di Ronch i.
Nell a sera mo lt i u fficial i, fra cu i il coman d ante d e lla b rìgata e molt issimi soldati del suo reggimento, sono scesi a chiede re del f erito i l q uale, non ostante Ja febbre e la s possatezza del d issanguamento, tutti a lla cui sorte nulla più a'lo·e va saputo. l e f er ite che lo fanno soffri re non sono gravi Quelle di maggior entità, compresa u na lacerazione d e i muscol i della coscia destra larga il b raccio; un" a lt ra scheggia, abbastanza volum inosa , g l i h a p ro dotto la infrazione delln clavicola destra. rurgi~a~i~i~ ic;J~f~s~;~ti~~ittt s i ha un'idea d ella te rr ibile raffica di frantu m i infuocati e laceranti ,te lo ha travolto al momento de llo scoppio Si può dire che nessu na pa rte d el corpo è rimasta illesa. M a lgrado ciò l a temperatu ra s i mantiene buona ed i medic i sperano che, salvo compl icazioni, fra cinquanta g iorni a l m assi mo il fe rito possa lasci are il letto.
Ieri il tenente dei lancier i G iannino Antona T raversi si è recato a v isita rlo. Il M ussolin i n on ama parla re d i sé per q uanto , in vece, am a
~t~:de~~e~~f~~eav;~;/d ~'ì:! ~~f~~::2 t:t1ba~: i}:e~r;~;v~ian J~omd!i
27 novembre dell'anno scorso e dove aveva part~cipato a vari e azioni
Ioca~iiitf/ff 0;f~f~~e· a cui a,ppartcneva era stato sorte iato per una nuova for mazione. Esli a vrebbe, q u indi, potuto lasc iarMa prima l inea per u n certo tempo e ristorarsi da l l o~oramento deriva n te da lla lunsa p ermanenza in una delle posiz ioni p iu d isputat eci d a l n emico. Ha p referito entrare in un repa r to ;1rdito, 9uello appunto che si eser ci - tava per le future avanzate e dal qua.le si è distaccato con profondo rammarico.
- Queste ferite sono seccantissim e - egli m'ha detto - sopra· tutto perch é mi immobilizzano qui prop rio in uno dei momenti più importanti e decisivi della nostra guerra. Avevo trovato dei compagni di un ard ime~to imparegg iabile e degli ufficiali che erano dei veri fratell i. Mussolini non è t acile alla commozione; pure nei suoi occhi ba· l enant i, nei suoi lin eamenti forti , nella sua voce un po' dura e profon da è passato quasi un tremito di pfanto.
Domani i medici, che Io curano con grandissimo amo re, gli estrar· ranno le num'"rose scheggie che t uttora gli rimangono conficcate in tutto il corpo; poi verrà inviato coi m ezzi comuni , ad un ospeda le territoriale, probabilmente a Milano.
CON MUSSOLINI SULL'ISONZO *
Scendevo da D evetak e Doherdò dopo av er as~istito al formidabile quanto va no atta cco ~elle artiglierie austriac he cont ro Dosso Faiti e cercavo ;n un'osteria di Pie ris, pres'>o il ponte dell'I sonzo, il modo di mangiare un po' umanamente.
Appena entrato in un cortile - proprietà di una signora, antica patriota che conserva preziosamente un autog rafo di Garibald i sottratto alle perqui sizioni dei gendarmi - mi sento battere su lla spalla . Mi giro: Eh?
M i sta di fronte' un soldato di media statura, bruno, angoloso, duro.
.
- Non mi riconosci.?... Mussolini. ! Gli butto le braccia al collo;
- Mussol ini!. .. il più caro incontro che io mi pote$SÌ fare! Oggi è ccrtC\ la più bella giornat;\ di quante ne ho passate a l fronte. Cento domande, cento ris poste io pochi moment i. Entriamo nell ' osteria.
I suoi superiori - un maggiore e a lt ri ufficia li - vengono a noi:
- Ha voJuto scova re il nostro imboscato, eh?
- n una pura combinazione. E dire ch e l'altra notte, durante ciuel po' po' di bombardamento, ci trova vamo a pochi passi l'uno dalr~ ltro. Voi in li nea, io accoccolato sotto u na r occia, sopra Devetak , godendomi la cappa sibilante dei proiettili che si in crociavano sulle n ostre teste.
- Noi - mi disse Mussolini - no n potevamo aver notizie p recise che del nostro settore, ma t u certo ti sei formato un concetto sintetico dell'azione. Com'è fini ta?
- Con la resistenza miracolosa dei nost ri dopo tanto uragano Con una notte e un giorno di bomba rdamento intenso gl i austriaci pensavano di trovar le trincee piene di cadaveri e vuote di Oifensori. Uscirono
~ungue all'attacco t ranquillamente, con le mani in tasca e la sigaretta m bocca, sicuri di occuparle senza più colpo ferire. I nostri - dei calabresi tenaci che non vollero lasciar neppure Ja trincea più avanzata t ric i. Fu una fuga improvv isa disordinata, micidiale, e fu la nostra Yittoria.
- Sono soldati, tutti meravigFosi t - disse Mussolini con Ja sua voce grave striata di tonalità metalliche. - lo li amo tanto! divider; alrinferno.
- E c'è chi lo ha detto imboscato!
- E lo han no an ch e stampato!
- Mentre anche in questi ultimi due mes i sul Carso ha partecipato alle azic-ni più movimentate e pericolose
--:-- Gli è, vede-, maggiore - ho risposto - che la nostra vita politica è fatta di ipocr isie e di m enzogne. Per combattere dei princ ipi si tenta dì screditar e le persone: si vuol dimostrare che il rifo rm ismo è un errore ? Si di pingerà Bissolati come tin aspirante alla feluca Si vuol confutare il ~aterialismo? Si _dirà che i liberi pensatori sono degl i affarist i. Si vuol dimostrare che l'interventismo non era necessario? Si d irà che gli interventisti sono degli imboscati. Così l'attenzione del popolo è sempre sviata dal problema centrale e attirata sulle pe rsone che sostengono le opposte tesi.
- È pec ciucsto che le masse si orientano con molta difficoltà .
- Però - osservò M ussolini - hanno qualche volta delle intui2ion i profonde.
- Lo vede - dico al maggiore - questo bersagliere? t stato il mio pubblico ministero al congresso di Regsio Emilia. I!: stato inesorabile, ma g li volevo bene a nche allora. Sent1vo in lui l'uomo di fede, schietto e lea le, che non fa mercato della propria inl1uen2a e non pe r- seg~ iEc~htf~at;v~ebt! che ci si sarebbe trovati - do o due a nni di guerra - a stringerci la mano sullo stesso terreno, con sfl stessi entusiasmi, con le stesse speranze?
- Ed è proprio cosi! Tu seì t roppo rivoluzionario per non sentire h~\fr:~~~aar~~tutoi:~:,~ia: te ~~:i~~sedfh;r~~i~/~!:t~a~h~ ~ei i~:~t:r/;:;Jt:~t:o; dovranno conten.dere all'Europa pacificata f la vecchia tesi di ~orgari. ~t'~a iJ!~~~;/1:;~a~~~t! t~l~0 i~r:an1~et~~e:J/;u~~~~arJ~~~l.:__ noù i:t~ :ii~a~:gnese che mi hai daio le meleun 'altra volta, ma adesso l'accetto più volentieri.
- E neppur dalla Germania proletaria che sarebbe Jieta di arricchire sfruttando le conquiste dell'Impero, pur aderendo platonicamente all'lntcrnaziona le.
Uno squillo di tromba. Andirivieni e affollarsi di ufficiali e soldati nel corti le.
- E l'ora del rancio - mi dice Mussolini. - Il mio gcadoe ride - mi impone doveri speciali. Ti lascio. Ti regalo una mela che mangerai a colazione.
Gli esprimo poi il desiderio di dar notizia del nostro incontro al Popolo d'Italia e al Gfornale del Mattino.
- No, no! Scrivi dell'altro, H anno parlato abbastanza di me e sarebbero J,1g/ierini di famiJ?lid.
- Anche la modestia è un pregiud izio, caro Mussolini, Tu sei assai più interessante di tanti cappellani militari ai quali si fa tanta réclame ! Però t i accontento e 1a. gioia d i averti ved uto la terrò per me !
01~r~~; 0 f~~r~bb1i~~r~rl~is~~t~~~ da campo.
LE ULTIME NOTIZIE DI MUSSOLINI*
Solo st amane ho visitato il nostro Beni to. Tutto il corpo è coperto di ferite; fortunatamente nessuna è gravissima.
Il suo morale è ottimo; <:gli si rammarica solo di non potere pel momento compiere il proprio dovere.
e fr~~t;:;jiof~6ha~a~~1\~v!:t~~o scoppio.
Le ferite sono quarantatre. . razi~~~ j~lo~~s~s~al~an;~~a r:/l:a J:~0er~~~t~a a~ci~iar:c ;fnc~ destra, gli è impossibile per ora scrivere.
Eg li è visitato dagli ufficiali del suo reggimento, dai soldati del settore, da giornalisti, dal Comando, e amorosamente curato d1i medici dell·ospedale ,
Fu vera fortuna se ha avulo salva la vita. Ricorda e saluta insieme alla fam i~lia sua tutti voi del giornale e tutti gli amici e compagni.
Manlio Morgagni
• D.1 li Popolo d'Italia, N. 60, 1 marzo 19171 IV.
0 LI ITALIANI PEL «POPOLO»*
Somma racc olta i11 cinque mesi L. 4 7. 085.80. Iniziata per imp11Jso sponlaneo il g;orno 20 lul, lio 1916,
Ringraziamo vivamente qui - da questa mbrica che 1a spontanea manifestazione d 'amore e di devozione pel Duce nostro ha in questi g iorni alimentata di nuovi gr:idit i s ig nificativi tributi cd omaggi - tuttì hJa0 coraggi:i ndo e appoggia ndo il giornal e di Benito Mussolin i,
Il gi orn ale, ch'è direttl , viva, squisi.t:unente persona le emanazione dell 'Uomo che hl a rrischiato la vita pe r le stesse superbe, generose idealità pe r cui ieri trascinava in piazza l e folle con la parola fascina- proseguirà le più vive, appassionate, promettenti
D omani, sl.
Pe rché Benito Mussolini t ornerà, con la vittoria, al suo posto che l'attende, e ci sl'l.rà ancora compagno .e duce - dal giornale, dalla t:~~n;r~i.i\~t~~;~a i )tti, sempre, sempre primo
• O ;i. Il Popolo à'llalia, N. 62, 3 marzo 19 17, IV.
AL CAPEZZALE DI BENITO MUSSOLIN I*
(Da un nostro redatlore JOldato alla f ronte)
<< Sono orgoglioso di avere arrossato col mio sangue, nell'adempimento del mio più rischioso dovere, la strada di Trieste».
Dai Carso, I marzo, noi/e.
Ho appreso il tragico incidente di guerra che per poco non costò la vita al nostro intrepido combattente, dal Popolo d'Italia. l 'altra seu., f Da li Popdo d'I1aNa, N. 64, , roano 1917, IV
La mia trepidazione, il mio doloce furono il dolore e la trepida· zione vostra. Non occorre che ve ne scriva.
Poco più tardi potevo p rocurarmi d ei giornali di Roma, Si diceva che le fe ri te di Mussolini erano molte, ma non erano gravi; m i tr:rn• idea del suo male. la bove fosse !'Ospedaletto 46 n on fu possibile sapere Non risultava che esso es istesse. Pensammo ad u n errore. Convenimmo nel crt"derc che s i trattasse del 046, in fu nzione p resso Cormons. E la mattina dopo partii.
Quali siano state la del us ione e l'amaritudine provate arrivando vi sarà facile immaginare. Trovai l'Ospedaletto, ma il fe rilo n ost ro non c·era ! Perdetti così, inutilmente, la mia /iornata, riusçendo tuttavia a sapere che il 46 era molto lontano: « a Aq uileja >).
Torna i alla città redenta nella ~ uale risiede il mio Ospeda letto con l'anima in pena, sconfortato, avvi lito. Mi restava .una sola speranza : q uella di avere un secondo permesso. E lo ebbi, mfatti.
Ripartito stamane pe r tem po, autorizzato a fruire d'og ni mezzo di trasporto, mi diressi amiosamente alla mèta. Marciai in tutti i m odi, con c;1mions, con carri d'artiglieria, con carretti carichi d i materiale, in molti tratti .... pedibus calamJibm . Ma marciai sempre. Alle quattro del pomeriggio, a Sagrado, mi imbattei in M anlio Morg agni - il direttore amministrativo d el nostro giornale -e nel ma a Ronchi.
Da Sag raèo a Ronchi. - sei o sette chilometri - n on trovai alcun meuo di trasporto. Giuns i lo stesso, però. E giunsi presto !
All'ing resso dell'Ospedaktto - situato in un:1 bella palazz ina rimessa a nuovo dopo le « ing iurie » della guerra passatale accanto - si precluse il passagg.io.
Il sottufficia le d' ispez ione aveva una conseg na precisa e non era disposto ad infrangerfa, a nessu n costo.
-I medici hanno proibito ogni visita. Ce ne sono state troppe Il ferjto è molto sofferente. Ha la febbre a 40, stasera. Egli stesso desidera di essere lasciato in pace. Mi dispiace tanto, ma è impos· sibile
Declinai la mia qualità di redattore t!el Popolo, dissi la m ia angoscia per l e sorti di lui, parlai del mio affetto fratern o per il mio Direttore e Maestro Nulla!
D o mandai d i parlare con il D isettore dell'Ospedale, con qualche medico..,. Fui accompag nato dal tenente dottor Scipioni. Ripetei l'esser mio, lo scopo del mio viaggio ; domandai se era solo concepibile chi: foss i venuto da tanto lontano per.... tornarmene via senza aver veèuto Mussolini.
L'ufficiale comprese.
- Aspetti, l 'annuncerò. Ma le raccomando: visita breve, Promis i e .... non mantenni, men'?eu~o:i;~~~o~ora rise lievemen te. I suoi occhi lum inosi tenevano il posto della parola, Appari va chiaro, da essi, che la mia apparizione inattesa era mo lto gradita Per un poco tacemm o . L ui soffriva. Io n o n sapevo com e CO· minciare....
Come Fu Ferito
- Come state?
- Sto bene!
- Avete molta febbre.
- Passerà.
l a cartella termografica seg n ava 39.9. Gli manifestai i miei SCll• timenti migliori, i voti dei comp:as ni, d~gli runici, degli estimatori suoi, di tutti _i::li onesti , di tutti 1 buoni perché la ,guarigione sia sollecita e compiuta .
- Guarirò perfettamente e -presto.
L'a iuta i insieme ad u n infermiere, a cambiar posizione nel letto. Lo interrogai sulle cause dello scoppio.
- - Non le so bene - egli rispose. Poi raccontò come avve nn e :
- Nel pomeriggio del 23, verso le 13, si eseguivano a quota 144 J ei tiri d ' aggiustamen to con un lanciabom be da trincea. Erano attorno a me venti uomini , compresi ak11ni uffic iali. La sguadra era composta dai soldati più arditi della m ia compagnia. Il tiro si era svolto senza il mi n imo in~tdente sino a l penulti mo proiettile . Questo, invece - e n e a vevamo g ià spedile due casse - scopp iò nel lanciabombe. Fui investilo da una . ra ffi~a d i scheggie e proietta to parecchi metri lontano, Non posso òre d1 più. So che venni raccolto quas i subito da altri bersaglieri accorsi; adagiato in una barella, trasportato a Doberdò per le prime cure, portato più tardi in quest' O spe daletto dove trovai un 'assistenza affct!uosa, premuros issima. Il capitano medico dottor Gaspare Piccagnoni, Direttore dell'Ospedale d1 Busto Arsìzio, ed i do ttori, tutti e due te nmt:i, Egidio Calvini èi S. Remo, e Luig i &ipioni di Rosoli ni (Siracusa) mi curano come se fo ssi un fratello.
Esemplare Ardimento E Magnifico Orgoglio
Domandai a Mussolini come avvenne la sua assegnazione a d una squadra di lanciatorped in i.
- Nel modo più semplice - eg li rispose con altrettanti sem· plKità - : Il primo di febbraio potevo andare in ]talia per un pe riodo d i tempo più o meno lungo. Ho preferito - e l'ho fatto d i mia volontà - di passare al comando di una ~ezione lanciatorpedini, agli ordini di un ufficia le Alla guarniBione italiana ho prefento le Doline del Cacsoj sulla quota più tragica. Ecco tutto nen~~o ~r~i:i~ta1lin~~~t:'!~~a b; io~c~S:e~~ ~I
<;osl dicendo Egli scrollava l.ievemente la testa sul guanciale. G li occht si spalanca rono.... a nche d1 p iù.
~r~~/f P~rl~~;~rii~·:
Me ne accorsi. Glielo dissi. Lo esort ai
- Darò notizie di questa mia visita a. i nostri compagni, agli amici.
- Sì, fatdo. E dite chiaro e /ort e che per il trionfo detJi ideali
J; g;uJtizia che g11idano gli ner cìt i d ella Qu(td_ruplice, avrei accettal o, Jrmza rimpianti, anche un più duro destino . Dite che sono orgoglioso di ,wer4 arrossato col mio Jan?,ue, nell'ad empimento del mio più ,.;. ;chio,o dovere, la strada di Trie1te !
Plebiscito Di Affetto
Parliamo d' altro per akun poco. Poi in c!·uco il valoroso al silenzio affondando le man i in enormi fasci di telegrammi e di lette re che sono sul comodino, su una sedia, a i piedi de l fetta.
Uno spoglio - se il tem po lo p.:rmettesse e se il farlo nella stan· :zetta biahca nella quale giacciono altri cinque o sei feriti, fosse opportuno - sarebbe interessantissimo.
Tra ì primi dispacci che mi capitano tra 1e ,mani, ne trovo uno assai p remuroso e cordiale del mìmstro Comandini. Ne vedo 9uindi è,i gente d i ogni condizione sociale, dal nob il e Guido Notari dei Duchi della Ro\'ere ai più modesti ed umili opcra.i.
Il min istro Comandini ha telegrafato cosl : l'eroica madre di Fi li ppo Corridonl telegrafa da Pausula poche parole:
VivJ mt"ntt commosso per il bautsimo glorioso che ti ha piegato e forti fo:ato, ti m;rndo i. più ft:rvidi .,·oci d.i s uaris ione so llecita e completa.
La mia fami glia è estremamente commossa e le vic:na.
N elle poche parole è tutta l'anima della donna semplice e stupenda. Margherita e Cesare Sarfatti si esprjmono così:
Salutiamo il caro runico, l'eroi(O combattente, ammiranti, trepidanti, a.ugu· ranli.
E il dottor Rjsi :
&aiuto le tue gloriO!e feri te che fo idealità nobilissima leniscono e g uari ranno.
E l'on. Boss i, da Genova :
Personalmente e per il com itato nazionale antitedesco, auguro fe rvidamente di r ivederti presto più che mai va lida guida nelle lotte del fron te interno, mm meno impo1tante dd fron te esterno, do ve ti temprasti ed emergesti tanto,
Ma uno spoglio comrleto, ri peto, è impossibile.
Vedo, t ra g li altri, è,1spacci assai affettuosi del tenente medico dottor Alber to Mostari - ferito assieme a Mussol ini nel tragico accidente di guerra - ; del collega Uccelli del Corriere dellt1 Sera; deU'avv. Ermanno J arach Jj Milano; del com pagno Galassi; di Giampaolo Manfredi da Castel di Sangro; dì un nu meroso gruppo di amici 2-i Roma ;
Milano; di giornali sti romani e mi lanes i; della « Fratel\anza Fratti», d i Forlì; della << Stamp:1 Periodica»; de i « Fascisti Mtlancsi »; dclJ'ing. Valsen.:hi e di Cle mente Pinti; d el Comitato ~elle Federaz ion i dei Gruppi Autonomi di M ilano; del Comitato di propaganda patriottica pu re da Milnno; de ll' cx-consi8liere comunale Lmg i Bonomelli e di m oltissimi moltissimi altri.
Il maggio re dei bersaglieri R. D. dello stesso reggi mento del n ostr o valoroso soldato, scrive così:
Caro Mussolini, non ti raccomando di fa rti animo Ti offenderei perché ti conosco mio fiero bersagliere. Ti auguro di cuore pronta guarigione per avert i ancora tra: i m·iei e presto. Arrivederci, mio buon camerata de!Ja tri ncea, e vin !"Italia.
Alfonso Vaiana dice : le idee sopravvivono ag lì uomini : però quando le idee hanno asserto,i delta vostra tempra, d iventano a ltari sui qua li gli uomini si immo lano vo lentieri Per questo vi auguro la vira e la ~al ute.
E il dottore Ambrogio Binda, capitano medico, da Milano:
Fervidissimi auguri e un abbraccio. Ti aspetto qui
Vedo poi lett.Jre e telegrammi bcneauguranti di D ante Dini, di Giovanni Capodivacca, cli Giselda Brebbia, Ida Bacchi, da Milano; Cam ilJo ed. Erminia Guaitani da Cassano d'A dda, Luig i Bon i da Fodl, l'editore Fem an~o Zappi da Verona, un g ruppo di operai da T o ri no, p rof. G. C. Ferrari, da Imola, soldato G. B. Ronconi, Pietro Montani i:la Reggio Emilia ecc. con 11; rr::ri~lo~il~t~~~ate~~a~;;stt~
1·:ure::ar~~lti a caso
Eg regio, come posso augurare bene a mio figlio, co mbattente sul Carso, auguro a Voi, so ldlllo itali ano soci alista, una pront a guarigione. Vostro À.NG6LINl
GIOVANNI, umile lavoratore, tuat~ t: ; rre.u:e~~ii~n~tt:Ùm~~::t0 1ia èfctb::· a~!~n~~·a~a
Quanta nobiltà. e ciuan to cuore in queste poch e righe plebee?
Gli sussurro qualche parola, Apre gli occhi , mi tende la mano, sorride l ievissimamente.
- Che ~ovizia di affetti in questi telegramm i, in queste lettere !
- Veramente ! - risponde il nostro e ro ico bersagli ere. -· Vera-
Silivf:_icf.I~l~afono stati con me in q uest'ora. Rin·
Jl volto f1 Mussolini, incorniciato dalle bende che g li fasciano la testa, mi appare anche più pallido, ora. Pure la fronte scotta.
Mi chino su Lui. Ci scambiamo un bacio. Mi allontano volsendomi verso il suo letto, quando arrivo alla porta. I suoi occhi mnt illant i s~ns:gie~\i~in~r~oi~t~:;~~o~~nd~~n~~obi1i~o~e~~ stupen~a mente sereni.
All'uscita mi intrattengo con i do ttori Sc ipioni e G.lvin i.
- Le cond izio ni di Mussolini - essi mi d icon o - non sono molto jnfer ìor i, Una d i esse, alla cox:ia destra, è vasta circa dieci centimet ri. Altre ferite interessano il capo , la spa lla destra (c'è rottura della clav icola) e, più gravemente, nella mano des t ra, nella 9uale si riscontra. la lesione <lei carpo. Le scheggie t rovate sul suo corpo, in seguito ad esami radiografici, sommano a ci rca q u1ranta. Sono state estratte quas i tutte in due successiv i tempi ( o~razioni). la febbre alta che lo ha
In ogn i mJo, salvo ogni complicazione, Mussolini ne avrà per almeno una cinquantina di giorni. Se scompare la febbre potrà lasciare questo ospedaletto t ra circa una settimana Ho raccolto que.>te notizie per gli am ici Mi sono conged ato con l'anima t riste e solle vala insieme , A notte alta - splende la luna e tuona il cannone - butto giù queste note affrettate. Fa freddo.