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G L'ultima volata

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Q Vittorio

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l.918

Gli aerei italiani lasciano cadere sulla riva casse di viveri e munizioni

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bersagliati da ogni dove, verso la strada che porta a Vittoriò, alla vittoria! Complice il buio, hanno già preso possesso delle ignare prime linee austriache, mentre dall'alto gli aerei italiani lasciano cadere sulla riva casse di viveri e munizioni che permetteranno ai sopravvissuti della divisione d'assalto di resistere e difenç.ere quella porzione di terreno appena conquistata, fino all'arrivo dei rinforzi.

Cosa accadde dopo

Quella sera stessa, a svariati chilometri di distanza, l'Imperatore Carlo prese la sua decisione ultima: chiedere l'armistizio ed una pace separata. Dopo aver scritto una lettera all'imperatore alleato Guglielmo in cui gli comunicava della sua risoluzione, nonostante il generale Arz non fosse d'accordo, scrisse una seconda missiva al presidente statunitense Wilson in cui prometteva di riconoscere l'indipendenza cecoslovacca e jugoslava nonché di rompere la sua alleanza con la Germania in cambio della fine dei combattimenti su tutti i fronti. Nel frattempo, sui campi di battaglia, i soldati continuavano a combattere. Presso le rive del Piave, la piena ed il fuoco dell'artiglieria costrinsero gli arditi di Zoppi a difendere da soli la posizione raggiunta, di fronte ad un nemico preponderante per numero e armi, per un intero giorno. La trasmissione degli ordini da parte di Vaccari ai propri arditi isolati sull'altra riva del fiume avveniva grazie ai piccioni viaggiatori oppure attraverso i "Caimani del Piave", truppe composte da nuotatori provetti che si erano allenati a tale scopo nelle gelide acque del Brenta. Finalmente, la sera del 28, il Generale si lanciò con i suoi uomini in attraversamento sull'unico ponte costruito e rimasto integro, con grande coraggio e periglio, giacché la passerella fu completamente distrutta soltanto pochi istanti dopo. Vaccari riuscì dunque a portare aiuto ai suoi arditi, ampliando la testa di ponte di Sernaglia e creando solide basi per la conquista della riva sinistra del Piave, che portò in seguito al ripiegamento delle truppe austro-ungariche.

CONTESTO STORICO

entre avveniva la conquista della piana della Semaglia, la 10• Armata di Lord Cavan conduceva il definitivo assalto alle postazioni austriache al di là del Piave, muovendo dalle isole delle Grave di Papadopoli appena conquistate. La notte del 27, dopo aver martellato le linee nemiche con il bombardamento dell'artiglieria, il XIV Corpo d'Armata britannico e l'XI italiano riuscirono finalmente a sopraffare i soldati della 7a e 29• Divisione austro-ungarica. Agli scontri durissimi, vennero a sommarsi le molte perdite, di ambo le parti, per annegamento nei canali della zona. L'ago della bilancia si era finalmente spostato a favore degli italiani: sfruttando la posizione conquistata sulla sponda sinistra del Piave, gli italiani comandati dal Generale Basso iniziarono a risalire le rive del Piave verso nord, liberandole dalla presenza austriaca e permettendo così il gittamento dei ponti da parte delle truppe italiane rimaste sull'altra sponda. Da parte loro, gli avversari stavano sempre più perdendo il controllo della situazione: ai comandi arrivavano rapporti contraddittori ed i combattimenti si sviluppavano tanto velocemente da risultare già ingovernabili quando la loro notizia riusciva a giungere alle orecchie dei

generali. Boroevic inviava messaggi preoccupati all'imperatore: si doveva

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