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li tentativo contro il Monarca a Casrellammare di Stabia

colo. prenderò subito i provvedimenti necessari per l'imbarco a bordo di questa nave di qttelli tra essi che siano disposti ad approfittare di tm tale asilo.

L'INTRl.iPID sarà tenuto pronto a trasmettere notizia di ttttto ciò che di importante possa verificarsi, al Ministro di S. M . a Napoli, il quale fino a ieri è stato tenuto al corrente degli avvenimenti da Mr. Goodwin».

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Venuto in possesso delle relazioni di Cochran e di Marryatt, a sua volta il vice-ammiraglio Fanshawe si affrettò a crasmeccerle, il 21, a Lord Clarence E. Pagec, Segretario permanente dell'Ammiragliato a Londra, precisando<22> che le comunicazioni telegrafiche con la Sicilia erano limitate alla prima stazione, Mo<lica, e che oltre quel punto nessun dispaccio veniva più inoltrato. «Un telegramma 1·icev11to Of;Ki» così concludeva «conferma che Garibaldi con le sue forze, le quali sono salite a 15.000 uomini, Jkt attualmente marciando da CalatcJjìmi in direzione di Palermo».

13. Arrivando dinanzi alla capitale dell'isola il 20 maggio, il primo pensiero del contrammiraglio Mundy era ovviamente rivolto alla sicurezza dei sudditi britannici.

Egli diede quindi la sua approvazione alle misure preventive disposte dal «senior officer» Cochran e prese subito concarto con il console di S.M. britannica a Palermo, M r. Goodwin; questi lo imform:wa per iscritto <23> di essersi rivolco fin dal 12 maggio al governatore, su istanza dei commercianti inglesi, per la protezione delle loro persone e proprietà nel caso di eventuali complicazioni, e di aver ricevuto una risposta a firma del generale Salzano, nella quale era specifìcaco che, se un'insurrezione avesse avuto luogo, il comando borbonico non avrebbe potuto rispondere dell'azione delle eruppe impiegate a combattere larivolta. Mr. Goodwin si proponeva di porcare cale risposta a conoscenza della colonia inglese l'indomani.

Per prima cosa, il Mundy incaricò il console di confermare a curri i connazionali che egli avrebbe accolto a bordo delle sue navi da guerra chiunque di essi chiedesse asilo, e di far noto al console degli Sta ci Uniti d'America che i cicca<lini statunitensi avrebbero potuto anch'essi, qualora lo desiderassero, rifugiarsi sulle unità britanniche. Quindi l'ammiraglio diede un'occhiata alla città, la quale, egli scrive, «si trova ora in stato d'assedio, evamata dagli abitanti delle classi più elevate, con il commercio completamente fermo e tt,tti i neiozi chiusi» <24> _

(22) Appendice, IV. (23) Appendice, V . (24) MuNDY, cit., pag. 79. La descrii ione coincide alla lettera con quella <lei POLIZ7.Y, Diario. cii., «la città è in completa rivoluzione morale: botteghe cd offìcine son tutte chiuse. Gli impiegati civili non comandano più ... ». Cfr. AGRATI, I M ille, cii., pag. 384.

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