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La questione delle diserzioni 110
42 case bruciate, donne e bambini uccisi senz'altro motivo che di vendetta e saccheggio <34>. I soldati, a ciò che si racconta, portavano bolliglie piene di materia l"omb11.rtibile, che accendevano e gettavano nelle case, passando. Es1i hanno però d11ramente pagato per qmste atrocità e gli abitanti, non trovando afc1111 modo di fermarli, si sono armati e in ttn improvviso attacco hanno ucciso 30 soldati e preso 12 prigionieri che ora si trovano in quella città. Inoltre li hanno perseguitati per tutta la strada durante la loro ritirata verso Palermo ... cosicché essi hanno perdt.tto ttttte le impedimenta, e parecchi soldati hanno persino 1;ettato via le armi e le mttnizioni pur di rimcire a raggùmgere Monr11ale.
Non ho potuto accertare qttanti napoletani .riano rimasti uccisi a Calatafami. ma 350 è il numero più probabile che mi è stato fornito. Le forze di (;ariha!di, dal rrmto loro, hanno registrato la perdita di 8 morti e 32 feriti <35>.
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Tornando a Garibaldi, ho appuralo che egli era ad Alcamo il L8 (3{,) e vi è stato accolto con immen.ro entusiasmo. Colà, come a Salemi, ha costituito 1111 governo 0 7> che t11ttt1 la popolazione riconosce ed al quale obbedisce volentieri. Lo stesso è avvenuto a Partinico, dove è gùmto più tardi. Sembra che non .ri sia ettrato di insegrlire i napoletani in fuga dopo la battt1glia di Calatafimi. 1 prù1.-i/1tt!i persu,Jar,}!,; ,h1, ,i truvano imù.:me a lui sono: Giu.re/1pe La M<J.Sa, /IT/11 d-ei capi della rivoluzione del 1848, che egli, appena sbarcato, ha inviato nell'interno del paese in missione speciale (e qui corre voce che abbia ocmpato il castello di Termini); poi Gic,cinto Carini, Calona (31\) e Orsini, 1111 colom1el10 di Artiglie1·ia che disertò dal/'eserdlo nr,poletann nel l 848; infine Coppolt.1 e parecchi altri di mi non ho appreso i nomi. Ci si attende che tm nobile siciliano, chiamato Enrico Fardella, stùi per .rban-are con armati a Sicciara o nei dintorni.
(34) Questa confusione fatta dalruffìciale inglese tra Alcamo, dove per testimonianza dello stesso Landi non accadde nulla, e Parei nico, <love~ accercaro che re;1lmente si vcrifìcarono le atrocità in parola, risponde ad una voce che in quei giorni <leve essere srara largamente diffusa in Sicilia, dal momento che se ne trovano le rracce anche in corrispondenze giornalistiche dclrepnca (cfr., a<l 1:esempio, l'Opinione del 28 maggio) e presso storici, come il cappellano borbonico Buttà, che furono testimoni degli avvenimenti. Cfr. G. BllTIÀ. Un via[;Kio d,i Bocmdiftt!co a Gaeta, 2 • ediz., Napoli 1882. (35) Cifre più indicative dei desideri e delle simpatie degli informatori che non vicine alla realtà. Effettivame111e, le perdite garibaldine a Calacafìmi, per concorde ammissione degli storici, ammontarono a 32 morti e circa 180 feriti, dei quali alcuui mortalmcnrc. Le perdite borhoniche furono invece alquanto minori. Cfr., per rutti TREVELYAN. cit. , pag. 3'10. e AGRATI, / Mille, cii., pagg. 262-63. (36) Vi era arrivno la vigilia, giovedì 17, giorno dcli' Ascensione, e ne ripartì il 18 mattina. (3 7) Forse allude all'isriruzione <ltclla Segreteria <li Stato, af'fìdaca al Crispi. (38) Nel cesto originale: «Callona». Ignazio Caluna di Palermo, uno dei componenti più an1.iani della spedizione dei Mille (65 anni), era membro dello Sra10 Maggiore di Garibaldi: evidentemente il suo nome doveva essere noco alla popola1.ione locale. Si osservi del resto che qui, tra rutti i direui collaboratori di Garibaldi, vengono segnalati al comandanre Marryatt soltanto nomi di siciliani.