Capitolo terzo occupata dalla soldatesca, scassinandone la porta laterale e sui giacigli di paglia collocarono pianete e biancheria rovinandola, ed asportarono la candele di cera. Nella Chiesa Madre scassinarono la cassetta del Purgatorio, asportandone le poche elemosine. Il 31 ottobre poi furono centrati in paese dagli angloamericani alcuni colpi di cannone, che danneggiarono la tettoia e […]. Il popolo però si è mantenuto sempre buono, perché durante l’anarchia durata diversi mesi nessun fatto degno di rilievo è successo – ha frequentato la Chiesa ed i sacramenti […]”29.
3.3 Il mondo contadino e l’agricoltura, i sistemi maggiormente penalizzati In questo capitolo è doveroso prestare particolare attenzione a quello che fu il mondo economico del Molise messo il ginocchio dalla guerra: l’agricoltura. E chi più di uno storico dell’agricoltura, come Emilio Sereni, che visse in prima persona quelli avvenimenti, può introdurci, con le sue parole, quella che fu la situazione dell’Italia durante il conflitto, con un Regime, quello fascista, che «pone forti decurtazioni sui prodotti agricoli e sugli animali da allevamento e, molti contadini, per paura di non riuscire a coprire le spese con i prezzi pagati dallo Stato, rinunciavano del tutto all’allevamento. C’è da dire però che spesso il maiale, la capretta o l’agnello rappresentavano l’unica economia di autoconsumo e sostentamento di molte famiglie e la requisizione di quei prodotti, soprattutto per i contadini poveri, significava «la fame nel senso più immediato e fisiologico della parola» (E. Sereni, La questione agraria nella rinascita nazionale italiana, Einaudi, Torino, 1975, p. 48); in effetti le famiglie contadine del Molise vivevano esclusivamente del loro lavoro nei campi che, spesso, e soprattutto con la catastrofe della guerra, non riusciva a garantire il giusto sostentamento a tutti i membri lasciando, così, molte famiglie al di sotto della soglia minima vitale per la sopravvivenza. Nelle città, nei paesi, nelle campagne tutta la regolarità di un tempo era stata scombussolata dai ritmi frenetici e dalla richieste continue della guerra. Le merci scarseggiavano ovunque, molti negozi erano vuoti e il baratto e il mercato nero dominavano quasi ovunque. Il problema dell’alimentazione diventò sempre più pressante e spesso i genitori, pur di dare un pezzo di pane ai loro figli, se ne privavano personalmente. ADIS, Inventario Sommario di Venafro, b. 10 f. 87, Relazione dei parroci della Diocesi circa i danni di guerra, 27 giugno 1944.
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