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Costituzione dell'Ufficio Collegamento Porti

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Tuttavia, gli Alleati non tenevano conto che - dato il momento eccezionale - erano fortissime le richieste di lavori non concernenti il naviglio, in quanto che l'assoluta impossibilità di ottenere prodotti industriali dall'Italia Settentrionale e Centrale e la deficitaria produzione dell'Italia Meridionale (ridotta a mal partito dai passati bombardamenti aerei) facevano sì che l'arsenale dovesse soddisfare anche le più pressanti necessità della Marina. Difatti esso eseguiva lavori per le difese, per alloggi, per caserme, per uffici, per panifici, per acquedotti, per campi di concentramento, per gli impianti elettrici di tutto il territorio controllato dal Governo legittimo. (10)

D'altra parte un certo numero di maestranze dell'arsenale erano tutt'altro che capaci, perché comprendevano operai assunti pù per benemerenze di guerra che per abilità professionale (mutilati e invalidi, orfani di guerra, anziani non più in perfette condizioni fisiche).

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Altre difficoltà furono in parte superate dopo molte insistenze presso il F.O.L.I. (Flag Officer Liaison Italy). Esse si possono così riassumere: a) Molti ottimi operai, che erano stati comandati nei nostri territori africani e nel Dodecaneso, vi si trovavano ancora liberi o internati civili, e pertanto bisognava ottenere il 'rimpatrio dagli Alleati. b) Parecchi buoni elementi potevano essere prelevati dalle zone industriali di Napoli e di Castellammare; occorreva però ottenere la possibilità del trasferimento, di alloggi e di vitto a Taranto. c) Molti operai si trovavano sfollati con le famiglie nei paesi intorno a Taranto e la loro presenza al lavoro era resa problematica dalla carenza di comunicazioni, dopo la requisizione (per non dire appropriazi.one arbitraria da parte del!e prime truppe britanniche sbarcate) degli automezzi esistenti nella pro-

(10) Basti ricordare che i Tedeschi avevano demolito il 9 settembre 1943 un grande sifone dell'acquedotto pugliese in una gola dell'Appennino. Esso fu ripristinato in 40 giorni di lavoro continuo con operai dell'Arsenale di Taranto affiancati al persònale dell'acquedotto. Nel frattempo il Comando M. M. di Taranto, per il territorio di sua competenza, dovette provvedere alla disciplina del consumo dell'acqua contenuta nel grande serbatoio di 12 mila metri cubi di cui disponeva la città e all'utilizzazione di altre acque per altri servizi (p.e. lavaggio delle fognature con acqua pompata dal mare).

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