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La gestione del Bilancio e il Governo Militare
17. Maricommi e problemi logistico-amministrativi.
La funzione direttiva della Direzione Generale di Commissariato, se da un lato doveva attendere a minori esigenze per la diminuzione del naviglio e per la grande riduzione dell'estensione costiera, d'altro lato dovette svolgersi tra enormi difficoltà e complicazioni amministrative come ad esempio: - necessità di superare sollecitamente la fase iniziale di rimessa in movimento del sistema amministrativo, nonostante i mezzi ridottissimi e la necessità di personale e'sperto; - enormi perdite di materiali, essendo venute meno le disponibilità dei magazzini rimasti nel Nord e nella zona di Napoli; - impossibilità di ricostituire le scorte e di provvedere ai crescenti bisogni con le disponibilità dei mercati del Sud, allora quasi nulle e difficilmente aumentabili per le precarie condizioni in cui versavano gli impianti industriali dell'Italia meridionale e per la mancanza di materie prime; - difficoltà delle comunicazioni; - soggezione alle norme di controllo e di vigilanza stabilite dalla M.M.I.A. (Military Mission Italy Army).
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In questa situazione Maricommi dovette escogitare provvedi· menti eccezionali, adottare misure restrittive analoghe a quelle in vigore per la popolazione civile, dosare la distribuzione delle scorte in modo che durassero il più a lungo possibile, ricercare mezzi di ripiego per soddisfare esigenze inderogabili.
Magazzini efficienti erano rimasti quelli della Direzione di Commissariato di Taranto, delle Sezioni di Commissariato di Brindisi e del Comando Marina di Bari.
Su Napoli non si poté contare nemmeno dopo la sua liberazione, perché i magazzini colà esistenti furono trovati saccheggiati; la Sicilia era in totale possesso degli Alleati; con la Sardegna non si poté per vario tempo comunicare, e perciò gli Enti della Marina in Sardegna dovettero vivere a spese delle disponibilità residue e delle risorse locali.
Furono stabiliti stretti rapporti col Ministero della Guerra (l'attuale Difesa-Esercito) residente a Lecce, presso il quale era costituita la M.M.I.A. che provvedeva al vettovagliamento e all'equipaggiamento delle Forze Armate, imponendo però minuziose e draconiane disposizioni restrittive e di controllo.