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Maripers
Fino al dicembre. 1943 la Marina-si resse alla meglio colle proprie risorse ed anzi poté sovvenire a qualche impellente necessità dell'Esercito in cambio di qualche aiuto.
A metà dicembre l'Esercito cominciò a ricevere dagli Alleati il rifornimento alimentare sulla base di un tipo di razione prescritto dalla M.M.LA. La Mari _ na, rimasta « dimenticata », poté ottenere eguale trattamento a partire dal te gennaio 1944, mercé l'intervento della Marina britannica presso il Quartier Generale di Algeri . . Per le scorte di vestiario e di equipaggiamento, all'Esercito pensò la M.M.LA. ed alla Marina provvide quella britannica; ma soltanto nel 1945 si ebbero le prime somministrazioni di vestiario, che furono concentrate presso Maricommi Taranto.
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Ricordiamo alcuni provvedimenti e ripieghi caratteristici adottati da Maricommi: · - riattamento di indumenti usati; - confezione nelle sartorie di Maricommi, o appaltate, di biancheria utilizzando cotonina neutra esistente nei magazzini della Direzione dipartimentale del munizionamento; - fabbricazione di posate in legno, ricorrendo all'officina falegnami dell'arsenale; - fabbricazione di scarpe di tela con suole di corda a Taranto e a Castellammare di Stabia; - fornitura di stoviglie di terracotta smaltata da parte di una ditta di Grottaglie; - utilizzazione di latte vuote di derrate alimentari americane per costruire gamelle di ripiego; - raccolta di rottami di alluminio per la produzione di piatti, gamellini, bicchieri, posate, affidata ad una fabbrica di Catania; - confezione di fodere per materassi, utilizzando tele per bersagli esistenti nei magazzini dell'arsenale di Taranto e raccogliendo, per il loro riempimento, crine vegetale reperita in Sicilia e lana trovata in Sardegna; - incetta di bottiglioni di vetro in sostituzione dei bidoni metallici regolamentari.
La situazione migliorò decisamente dapprima con l'arrivo dall'Inghilterra nell'autunno-inverno 1944-45 di vestiario confezionato, di stoffa, tele, calzature, etc. e poi con la liberazione della Toscana.