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COVER DI LAURA LEPRI

A COLLOQUIO CON SERGIO FABBRINI, PROFESSORE ORDINARIO DI SCIENZE POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI PRESSO LA LUISS GUIDO CARLI

ITALIA UE TRA POLITICA ED ECONOMIA

◗ Prof. Fabbrini, alla luce delle recenti elezioni europee, quali scenari di politica economica intravede per il prossimo quinquennio? Gli esiti delle recenti elezioni europee confermano la grande trasformazione in corso nella UE, una trasformazione che sta ridefinendo i termini della politica continentale. I sovranisti sono cresciuti, ma al di sotto delle aspettative. La sfida

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sovranista ha portato a un incremento di seggi dei tre maggiori raggruppamenti antieuropeisti (Conservatori e Riformisti Europei, Europa delle Nazioni e della Libertà, Europa della Libertà e della Democrazia Diretta), ma tale rafforzamento arriva a rappresentare meno di ¼ dei seggi parlamentari. Per di più, i tre raggruppamenti avranno difficoltà a coalizzarsi nel breve periodo,

viste le loro differenze di politica estera e i loro contrastanti interessi di politica economica. Nondimeno, condividendo il radicale rifiuto dell’immigrazione, tali forze sono destinate a trovare un punto di convergenza, avviando la formazione di una opposizione sovranista nel Parlamento europeo. Gli europeisti si sono frammentati, ma non si sono ridimensionati. Anzi. È vero che i due grandi partiti che hanno funzionato come baricentro del Parlamento europeo (Partito Popolare Europeo e Socialisti e Democratici) non sono più in grado di formare una maggioranza autosufficiente (il primo ha perso 35 seggi, il secondo 42). Tuttavia, il voto europeista si è trasferito sui Democratici e Liberali per l’Europa (cresciuti di 40 seggi con l’arrivo dei francesi di Renaissance di Emmanuel Macron) e i Verdi Europei (cresciuti di 20 seggi, grazie soprattutto al successo del partito tedesco). Saranno i Democratici e Liberali, e soprattutto i francesi di Macron, a funzionare come il nuovo perno di una maggioranza parlamentare europeista. Il nuovo presidente della Commissione emergerà da un negoziato tra i leader parlamentari della nuova maggioranza, oltre che, e soprattutto, tra i capi di governo che si riconoscono in quest’ultima. Così, Emmanuel Macron, battuto a Parigi, potrebbe emergere come il probabile vincitore a Bruxelles. Insomma, nella UE è in corso una grande trasformazione. Si sta formando un nuovo baricentro europeista che promette di essere più visionario e coraggioso di quello precedente. Contemporaneamente le varie opposizioni sovraniste troveranno un modo per coalizzarsi, se vogliono contare qualcosa sulle politiche che per loro contano. Tale ristrutturazione, tuttavia, lascia spazi ristretti ai partiti del governo italiano. ◗ Quali sfide economiche dovrà affrontare l’UE? Di fronte ad un contesto globale che sta cambiando l’UE deve cambiare la sua struttura e le sue politiche. Deve dotarsi degli strumenti per contrastare la globalizzazione senza regole che si sta imponendo. Non solamente accelerando il completamento del Mercato unico, ma anche promuovendo una politica industriale europea in grado di contrastare i colossi americani e asiatici. Ciò deve essere fatto

L’EUROZONA DEVE DIVENTARE PIÙ COMPATTA ED INTEGRATA, CON PROPRI STRUMENTI DI GOVERNO, A PARTIRE DA UN BUDGET DERIVANTE DA AUTENTICHE RISORSE PROPRIE.

rafforzando i diritti e le tutele sociali, oltre che «le prospettive dell'Unione politica». Seguono precise proposte di azione immediata, quali il potenziamento delle politiche di coesione; l’allargamento degli strumenti di studio e di lavoro all’estero; un Piano straordinario per gli investimenti in infrastrutture e reti; l’emissione di titoli di debito europei (Eurobond) per la crescita, rimborsati con il gettito di nuove imposte gestite a livello europeo che sostituiscano le imposte nazionali; l’esclusione della spesa nazionale per il cofinanziamento dei progetti europei dai vincoli del Patto di stabilità e crescita. Inoltre, l’UE deve avviare politiche di stabilizzazione del ciclo economico in grado di sostenere il reddito e la domanda interna dei Paesi in crisi; deve dotarsi di una politica comune dell’immigrazione; deve armonizzare (favorendone la convergenza) i sistemi fiscali nazionali; deve sviluppare un dialogo sociale per contrastare il dumping e per avviare politiche attive del lavoro adeguate alle grandi sfide tecnologiche che attraversano l’Europa e il mondo. ◗ Su quali risorse dovrà puntare l’Europa per mantenere ruolo e influenza negli affari internazionali di fronte ai colossi USA, Cina, India e Russia? L’Eurozona deve diventare più compatta ed integrata, con propri strumenti di governo, a partire da un budget derivante da autentiche risorse proprie.

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Un budget indipendente stimolerebbe una più razionale distribuzione delle responsabilità di spesa tra il livello nazionale e quello europeo. Ma soprattutto, costituirebbe la condizione necessaria per democratizzare il governo dell’Eurozona (rovesciando il motto della rivoluzione americana, si può dire che non vi è potere politico senza potere fiscale, ovvero che non c’è representation senza taxation). Allo stesso tempo, però, le responsabilità nazionali non debbono essere cancellate. Il budget dell’Eurozona non può essere utilizzato per

sostenere i Paesi che non rispettano le regole fiscali dell’Eurozona. ◗ Quali le strategie per rilanciare occupazione e crescita e aumentare il peso dell’Italia in Europa? L’Italia deve uscire dall’angolo e recuperare centralità nella discussione sul nuovo programma europeo. Occorre creare le condizioni per una politica di investimenti, ci vuole più coraggio per superare la rigidità dei bilanci. Più investimenti di denaro nella digitalizzazione, nell’innovazione, nella ricerca, nei trasporti e nelle infrastrutture.

SERGIO FABBRINI Professore ordinario di Scienza Politica e Relazioni Internazionali e Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche presso la LUISS Guido Carli, dove ha fondato e diretto la School of Government dal 2010 al 2018. E' stato Direttore della School of International Studies dell'Università degli Studi Trento dal 2006 al 2009. E' stato Direttore della “Rivista Italiana di Scienza Politica” dal 2004 al 2009, il primo direttore dopo Giovanni Sartori che l'ha fondata nel 1971. E' Recurrent Visiting Professor di Comparative and International Politics presso la University of California di Berkeley (USA). Tra gli altri, è stato Jemolo Fellow presso il Nuffield College di Oxford e Jean Monnet Chair Professor presso il Robert Schuman Center for Advanced Studies, European University Institute, Fiesole, Firenze. Ha insegnato in diverse università degli Stati Uniti, della Cina, del Giappone, dell'America Latina e dell'Europa. E' stato Fulbright Professor presso la Harvard University (USA). Ha diretto la collana editoriale su “Le istituzioni delle democrazie contemporanee” per l'Editore Laterza. Ha vinto diversi premi scientifici internazionali e nazionali. Ha pubblicato sedici volumi, è co-autore di un altro volume ed ha curato altri quindici volumi, oltre a quasi trecento saggi scientifici in sette lingue, nei campi della politica comparata ed europea, della politica americana, della politica italiana, della teoria politica e della political economy. E' editorialista del quotidiano Il Sole 24 Ore. Per i suoi editoriali, ha ricevuto il Premio 2017 Altieri Spinelli che gli è stato consegnato a Ventotene.

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