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ECONOMIA A COLLOQUIO CON DANIELE GUERRIERO, LAVANDERIA AMERICANA

L’ECONOMIA CIRCOLARE SECONDO LA LAVANDERIA AMERICANA ◗ Cos’è per voi l’Economia Circolare? L’economia circolare definisce un modello economico che si fonda sul riutilizzo di una o più materie prime per generare un modello di business virtuoso e sostenibile. Oggi sempre più si parla di risorse limitate, inquinamento, riscaldamento globale e non è più corretto valutare un’azienda o un sistema economico senza tener conto dell’impatto ambientale e sociale che questo genera. Economia circolare significa da un lato trasformare le proprie aziende o una parte di queste, e quindi un processo, dall’altro far nascere nuove attività che fondano il proprio core su questo modello di impresa. Significa però dare a queste le giuste tutele per far si che siano competitive e possano affrontare il mercato. Sforzo che devono portare avanti le istituzioni e gli organi di controllo in primis ma che poi riuscirà davvero ad imporsi solo quando ognuno di noi interiorizzerà questo concetto passando dalle parole ai fatti. ◗ Come viene applicato, nella pratica, il modello economico circolare nella vostra realtà aziendale? Con quali risultati? Tutta la nostra azienda si basa sul modello circolare. Noi ci occupiamo, da oltre 60 anni, del no-

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leggio e del lavaggio della biancheria per hotel, ristoranti e strutture sanitarie. I nostri capi vengono ritirati sporchi, lavati, stirati, piegati, sanificati e riconsegnati ai nostri clienti. Ogni capo farà il maggior numero di lavaggi possibili, nel rispetto degli standard richiesti dai nostri clienti, e quando non risulterà più utilizzabile verrà venduto come straccio. Immaginate quindi questo modello come opposto al tovagliolo o alla tovaglia/tovaglietta di carta, che fa un solo utilizzo e finisce nei rifiuti, spesso nell’indifferenziata. Ma il nostro impegno non finisce qui, ci assicuriamo che tutte le risorse utilizzate nel nostro processo vengano riutilizzate più volte, ad esempio a partire dall’acqua che viene riutilizzata in alcune fasi del lavaggio per poi essere depurata e riemessa in condotta. O ancora in recupero delle condense. ◗ Quali sono le eventuali criticità riscontrate nell'applicare il modello circolare all'interno della vostra azienda? La nostra maggiore criticità non risiede all’interno della nostra azienda, nata e cresciuta grazie a questo modello, ma piuttosto nell’attenzione che il mercato rivolge al nostro servizio rispetto alle alternative. Mi spiego meglio. Per un ristorante o una pizzeria, utilizzare la carta al posto del tovagliato può risultare più economico.

Questo perché non si considera il costo economico dello smaltimento oltre tutti i costi sociali di cui parlavamo prima. O ancora chi propone servizi simili al nostro portando delle economie che ottengono tagliando i costi che rendono virtuoso il nostro modello, ossia non depurando, acquistando materia prima prodotta in modo non sostenibile, ecc. In questo ci sarebbe davvero tanto bisogno di un intervento degli organi di controllo. ◗ Avevate già o avete sviluppato al vostro interno specifiche competenze in tema di ambiente, sostenibilità ed economia circolare? Oppure è stato necessario ricercarle all’esterno dell’azienda? Abbiamo sempre utilizzato risorse interne e valorizzato le loro competenze, in particolare a capo della nostra produzione c’è un Ing. Chimico che svolge tutti i controlli necessari e garantisce il rispetto di alcuni parametri che ci sono imposti per il mantenimento di tutte le più importanti certificazioni quindi ambientale, sicurezza, bio-contaminazione, qualità ma anche il rispetto di parametri ben più stringenti che ci siamo imposti. All’esterno ci avvaliamo di consulenze che sono poi volte ad aggiornare i nostri impianti e ad adottare il meglio delle innovazioni presenti sul mercato. ◗ Quali sono i vostri progetti futuri legati al modello economico circolare? Abbiamo tanti progetti in corso legati al modello circolare. Con Assosistema Confindustria di cui siamo soci, stiamo lavorando per coinvolgere quanto più possibile gli operatori del settore con l’iniziativa Use and Reuse. Parlando di numeri il lavaggio industriale del tessile riduce del 53% il riscaldamento globale, il 27% l’impoverimento dello strato di ozono, -50% ossidazione fotochimica (smog), -92% produzione di rifiuti. Quest’ultimo dato piuttosto significativo e impressionante. Nella nostra azienda nello specifico portiamo avanti diversi progetti, ad esempio la produzione di vapore, fondamentale per i nostri processi, in futuro avverrà tramite l’utilizzo di biomasse (scarti di lavorazione del legno ma non solo) prodotte nel nostro territorio.

LAVANDERIA AMERICANA

Lavanderia Americana nasce ad Avellino nel 1958 grazie all’iniziativa dell’imprenditore Nicola Cerullo. Negli anni ’70 l’originario network di 10 tintorie/lavanderie a secco/acqua, venne concentrato in un unico insediamento industriale in Avellino. Negli anni ’80 venne introdotto il concetto del noleggio di biancheria (idea nata in America da cui deriva il nome Lavanderia Americana) che venne proposto con successo ai ristoranti e agli alberghi della zona. Negli anni ’90 per poter soddisfare le aumentate esigenze della clientela, fu necessario costruire l’attuale stabilimento che si sviluppa su circa 5.000 mq coperti, nella zona industriale di Manocalzati. Il servizio prevede la raccolta dei capi sporchi, il lavaggio, il ricondizionamento, la stiratura professionale, l’imbustatura e la riconsegna presso la sede del Cliente. I capi possono essere personalizzati sulle base di qualsiasi esigenza specifica. Lavanderia Americana ripone una grande attenzione all'ambiente attraverso l’innovazione tecnologica, la scelta dei materiali e dei fornitori. Attraverso l’innovazione tecnologica l’azienda ottiene rilevanti risparmi energetici e idrici, ridotte emissioni in atmosfera e ridotte cariche inquinanti dei reflui industriali. A testimonianza delle tecniche e dei processi di lavorazione, L.A. ha ottenuto, e rinnova ogni anno, le più avanzate certificazioni di settore: qualità UNI EN ISO 9001, ambiente UNI EN ISO 14001, sicurezza BS OHSAS 18001, biocontaminazione UNI EN 14065. ( 29 )


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