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Scegliere, Gestire, Ottimizzare MobilitĂ smart La community di aziende di Alphabet & Co. I debuttanti Auto moto bici: chi sono i nuovi sharing player I listini di F&F Berline&Premium ‘ragionate’
Con la quinta generazione, arriva sul mercato un allestimento specifico Business per la popolare due volumi iberica. In assoluto, la vettura best-seller del marchio Seat
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Tu affronti le sfide del futuro. Noi facciamo in modo che il tuo business segua la giusta rotta. In un contesto di business in rapida evoluzione, per stare al passo sono necessarie soluzioni innovative. Alphabet ti supporta nell'elettrificazione della flotta, nell'introduzione del CarSharing aziendale e nell'adozione di strumenti che facilitano la gestione della mobilitĂ dei tuoi driver. Insieme facciamo strada alla tua azienda per proiettarla nel futuro. Guidiamo il tuo business. www.alphabet.com/it
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Flotte&finanza
Novembre 2017 - numero 45 anno 11
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9 B-Rent, piccoli noleggiatori crescono 10 Componentistica, un’eccellenza italiana 12 Alphabet & Co. presenta Smart Mobility Forum 14 Noleggio bus: è fatta 16 Quale futuro per il concessionario? 18 Tra e-commerce e digital marketing 20 Auto, moto, bici. Lo sharing è sempre più ‘multi’ 25 Da Arval il blog dei fleet manager 26 Seat Ibiza Business, una che lavora sodo 30 Berline&Premium, la scelta ragionata di F&F 34 Un vero fuoristrada? Jeep Compass 36 Trafic SpaceClass, c’era una volta un furgone...
26 Scegliere, Gestire, Ottimizzare Direttore responsabile Lucia Edvige Saronni Direttore editoriale Giuseppe Guzzardi gguzzardi@fiaccola.it flottefinanza@fiaccola.it Coordinamento editoriale Roberta Carati - rcarati@fiaccola.it Redazione Tiziana Altieri - taltieri@fiaccola.it Matthieu Colombo - mcolombo@fiaccola.it Gianluca Ventura - gventura@fiaccola.it Foto Archivio Vie&Trasporti, Archivio delle Case, John Next
Collaboratori Mauro Armelloni, Dionigi Bovolo, Giacinta Moraschi, Giorgia Rocca, Maurizio Sala Amministrazione Federica Santonocito - amministrazione@fiaccola.it
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Grafica Michela Chindamo - La Spezia Tipografia Tep Srl Strada di Cortemaggiore 50 - 29100 Piacenza Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa n.1740 vol.18 - foglio 313 - 21/11/1985
Questo periodico è associato all’Unione stampa periodica italiana. Numero di iscrizione 15132
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TANTO PER COMINCIARE TEMPO DI LETTURA: 3 minuti
Lo sharing? Fallo tu Certamente è una delle logiche del presente e del futuro. Ma nel settore trasporti e mobilità sembra, al momento, fare acqua da tutte le parti. Almeno dal punto di vista economico
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on vogliamo essere tacciati di luddismo o di essere troppo conservatori, ma non possiamo nasconderci dietro un dito e affermare che, riguardo allo sharing, “tutto va bene, madama la marchesa”. Perché non è così. Prima di tutto, lo sharing, auto o bici che siano (le moto sono già morte e sepolte), non riesce a liberarsi del cancro del vandalismo (pare che nelle acque della Darsena di Milano ci siano più bici comunali e di sharing che pantegane). Secondo, non è economicamente conveniente per il fornitore di servizio. Terzo, il
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livello di utilizzo - e quindi l’effettiva valenza in ambito di abbattimento del traffico e degli inquinanti - è troppo basso. Questo perché la maggior parte degli utilizzi viene fatta da singoli utenti, cosa che non consente di abbassare la densità dei veicoli. Cambia semmai la natura del veicolo, la sua dimensione (ed è già qualcosa), ma se un automobilista lascia la propria macchina al parcheggio di scambio e prende un’altra vettura non cambia granché. Anzi, proprio la presenza dello sharing può invogliare un utente dei mezzi pubblici a utilizzare una vettura...
Insomma, non si può essere superficiali e banali e affermare “sharing è bello”. Perché alla lunga, se il servizio non si ripaga, è destinato ad afflosciarsi miseramente. Si potrebbe prendere esempio dalla Francia, Paese nel quale lo sharing si è molto diversificato e frammentato, raggiungendo in tal modo una clientela interessata e fedele. Il problema è che di metropoli con le dimensioni di Parigi non ce ne sono tante, quindi le nostre Grandi Città devono inventarsi qualcosa per adattare il concetto della condivisione alle abitudini dei cittadini. Per le piccole, invece, siamo ancora in alto mare.
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QUOTE ROSA TEMPO DI LETTURA: 3 minuti
DONNE A BORDO
Multitasking L’auto non è un salone di bellezza, ma non toglieteci la possibilità di una veloce spazzolata o una passata di rossetto ferme al semaforo. Noi possiamo farcela a cura di Tiziana Altieri
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na vita sempre più frenetica per le donne lavoratrici alle prese con famiglia, casa e ufficio. I minuti sono sempre contati e si cerca di sfruttarli al massimo. Non è raro vederci impegnate su due fronti contemporaneamente perché, udite, udite, abbiamo imparato a essere multitasking. Ebbene sì, riusciamo a pensare e parlare nello stesso momento, a comporre un numero di telefono mentre mettiamo la lasagna nel forno, a caricare la lavatrice ascoltando i racconti dei figli. Evoluzione della specie... Ecco perché mi ha lasciata perplessa la classifica delle 5 manovre di bellezza da evitare in auto stilata da DriveNow, il servizio di car sharing frutto della joint venture 6 - Flotte&finanza - novembre 2017
Quando siamo in auto non diventiamo invisibili. Chi è dietro di noi può osservare ogni mossa tra Bmw, Mini e Sixt, e Treatwell, il portale per la prenotazione online di trattamenti per la cura del viso e del corpo. Eccola: mettersi il rossetto, pettinarsi, limarsi le unghie, fare pulizia ‘in spazi inesplorati’ pensando di non essere visti e farsi la barba.
Sicurezza prima di tutto Mettiamo le cose in chiaro. Sulla sicurezza al volante non si scherza, in gioco c’è niente meno che la vita, ma quando il semaforo è rosso o siamo
bloccate in mezzo al traffico, perché mai dovremmo rinunciare a una spazzolata ai capelli o a un velo di rossetto? Tanto più che sono operazioni che facciamo con la mano sinistra e senza nemmeno bisogno di uno specchio. Altra cosa è limarsi le unghie, perché in effetti richiedono più tempo e concentrazione, e poi ci sono delle magnifiche Spa che fanno questo lavoro molto meglio di noi. O dedicarsi alla pulizia di spazi inesplorati pensando di non essere visti. Armeggiare con le pinzette è rischioso e mostrare ad altri le nostre piccole imperfezioni non è per nulla chic... Vi rivelerò un segreto: quando siamo in auto non siamo invisibili, e chi è in coda dietro di noi attraverso lo specchietto può osservare ogni nostro gesto. Ma vogliamo parlare del farsi la barba? Al genere maschile non è mai nemmeno lontanamente balenato di concentrarsi sul proprio viso mentre è al volante e non per consapevolezza dei propri limiti. Questione di cervello, abituato a ricevere un input alla volta. Ora barba, ora guida. Speriamo non ci provino mai altrimenti sì che saranno guai... www.flottefinanzaweb.com
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IL PENSATORE TEMPO DI LETTURA: 3 minuti
ESPLORA. SOGNA. SCOPRI.
Davide Gibellini Ha fatto suo il motto di Mark Twain. In GR Advisory, 10 anni nel 2018, l’ex uomo marketing di LeasePlan può “catturare i venti dell’opportunità” nelle sue vele. Gli riesce benissimo a cura di Roberta Carati
È
la positività fatta persona e, cosa affatto scontata nel mondo competitivo in cui è cresciuto professionalmente, capace di gratitudine. Incontrare Davide Gibellini, amministratore delegato di GR Advisory, è ripensare l’idea di business.
F&F Oggi AD di GR Advisory ma ieri direttore marketing di LeasePlan. Che cosa si è portato in GR dalla società di noleggio? LeasePlan è stata un’ottima ‘palestra’. Mi ha dato cultura di prodotto, l’attitudine del leader e un capo da cui imparare tanto. Ma la cosa che più mi ha fatto ‘crescere’ è il giorno in cui l’azienda mi ha detto: nel marketing hai fatto bene, vorresti ora guidare il team di vendita? Non l’ho presa bene all’inizio, ma è una delle migliori scelte professionali di sempre.
F&F l’ha conosciuta in occasione del lancio della start-up Freekar. Quanto si sente talent scout? Negli ultimi anni abbiamo intercettato e aiutato nella loro incubazione e funding cinque start-up, quattro di queste hanno avuto successo. In aggiunta, già oggi offriamo advisory personale (a manager e imprenditori della filiera mobilità). Un segno del destino? In futuro intendo dedicarmi sempre più a infondere coraggio ed energia alle persone www.flottefinanzaweb.com
(soprattutto a chi vive un periodo di difficoltà) e alle aziende che hanno un bel sogno da sviluppare. GR Advisory è un sogno coltivato a lungo che l’anno prossimo festeggia dieci anni: Luca Amadio, Roberto Bruschi, Massimo Ghetti e Mauro Serena (soci e responsabili delle quattro aree di business) l’hanno resa un bel posto dove lavorare. Sono molto grato a loro.
F&F Che cosa bolle in pentola?
F&F Ha mai preso un granchio?
L’internazionalizzazione, la trasformazione di FlottaSemplice® in una App, un incubatore per professionisti e start-up della mobilità. In aggiunta, un progetto speciale a cui teniamo molto: aumentare le nostre quote rosa. Posso fare un annuncio? Se sei donna, hai passione e conoscenza dei temi della mobilità, e vuoi lavorare (anche part-time) in un laboratorio di idee originali, scrivimi.
Mi piace andare veloce e fare molte cose in contemporanea. Ho preso più di un granchio, ma non ho rimpianti: preferisco non essere dispiaciuto per le cose che non ho fatto.
F&F La ricerca ‘società di advisory Milano’ ha prodotto su Google 421.000 risultati. Perché un cliente dovrebbe scegliere GR?
F&F “Colmare la distanza tra la strategia e i risultati” è la mission di GR. Come si misura questa distanza? In tempo? In denaro? Abbiamo fatto una scelta di posizionamento precisa: non vendiamo nessun prodotto o servizio, siamo indipendenti e autonomi. Sappiamo fare bene tre cose: analizzare la situazione attuale in modo scientifico, misurare il valore delle possibili scelte e offrire una raccomandazione specifica per quella situazione. Ci misuriamo attraverso il valore aggiunto creato per il cliente: il nostro ROI medio di progetto (certificato) è superiore a 3:1 (il cliente investe 1 in advisory e ottiene un beneficio di 3).
Ho appena digitato in Google “advisory flotte aziendali milano”: le prime sei posizioni sono ‘a pagamento’ e spesso afferenti servizi non correlati alla flotta. Tutte le posizioni dalla sei alla dieci (non sponsorizzate) sono occupate da GR Advisory: il frutto del lavoro di molti anni.
F&F Tre bocconiani fra i quattro team manager GR. Gibellini uno dei 100.000 ‘Alumni’ nel mondo? Certamente. Ho anche avuto l’onore di essere inserito fra i migliori laureati del 1994. Oltre al mio primo lavoro come borsista, Bocconi mi ha dato una formazione impeccabile, compagni di avventura motivati, e tante attività per conoscere e fare network. novembre 2017 - Flotte&finanza - 7
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LEGALMENTE TEMPO DI LETTURA: 3 minuti
da un operatore anche pubblico, dietro pagamento di una modesta cifra di denaro. Ed è bike sharing. Sarà la modalità di spostamento del futuro, certamente è molto comodo o, come dicono gli inglesi, è più cool. È stato autorevolmente scritto che la reale posta in palio è quella di ridurre il numero di auto circolanti soprattutto nelle nostre città, facendo utilizzare a più persone la stessa vettura. Lodevole e lungimirante, ma l’altra faccia della medaglia è costituita dalla scarsità di norme giuridiche specifiche per regolamentare questo nuovo sistema di gestire il trasporto di persone. Attualmente sono disponibili solo le norme del Codice civile sulla locazione di beni mobili. nel Codice della strada si Il fenomeno sta prendendo piede, anche se limitatamente Neppure rinvengono specifiche regole in alle grandi città metropolitane, ma per regolamentarlo ci si materia... Sarà forse anche per la rifà alla locazione dei beni mobili. È la solita torre di Babele mancanza di precisi e univoci precetti in materia che, secondo gli esperti, alcuni a cura di Dionigi Bovolo* automobilisti italiani, che Il vocabolo ‘share’ notoriamente considerano indica la quota er prima cosa intendiamoci sui significa condividere con la macchina un membro di un bene comune termini. Nulla contro quelli altri utenti un bene senza della famiglia, sono contrari indivisibile quale una inglesi, naturalmente, ma spesso averne la proprietà a servirsi di questa modalità parte di un capitale essi risultano poco interpretabili per un esclusiva, si apre un di spostamento. L’offerta finanziario. italiano. Questo anche a causa del fatto mondo veramente pieno di del servizio limitata in via Come la mettiamo che il loro significato può offrire interessanti opportunità. con la condivisione? quasi esclusiva alle grandi molteplici trasposizioni. città può invece giustificare Condividiamo? È paradigmatico, infatti, l’esempio del perché soltanto circa cinque milioni verbo inglese to share, il cui significato Arrivare in una città, magari in treno o in risultano essere i contratti di car sharing principale è condividere o aereo, e trovare la disponibilità quasi stipulati in tutto il 2016. immediata di una vettura che poi si può Tra l’altro, ritornando in conclusione al compartecipare. Tuttavia, il lemma restituire alla fine del suo utilizzo - che viene spesso utilizzato con troppa discorso semantico, il vocabolo share mediamente oscilla tra una mezz’ora e disinvoltura nel nostro linguaggio nel linguaggio economico indica una le due ore di fruizione al giorno per ‘all'italiana’, premettendo cosa ben diversa: la quota di un bene singolo utente -, è certamente semplicemente alla sua forma comune indivisibile quale una parte di interessante. E questo è car sharing. coniugata sharing vocaboli, sempre un capitale finanziario. Che confusione! Per non parlare, poi, di una gita sul lago traslati dall'inglese, quali bike o car; e chi più ne ha più ne metta. dove, lasciata l’automobile, si può *L’Avvocato Dionigi Bovolo è un esperto di Accertato dunque che la parola prendere una bici messa a disposizione contrattualistica del trasporto
CHE COSA (NON) DICE IL CODICE
Sharing all’italiana P
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09_09_B_Rent 45.qxp_Layout 1 23/11/17 11:29 Pagina 9
B-RENT TEMPO DI LETTURA: 3 minuti
NUOVI PLAYER CRESCONO
Ce la giochiamo Nuova nuova non è, ma per B-Rent, azienda napoletana nata nel 2011, è questo l’anno dell’espansione. Non per nulla ha scelto il World Travel Market per annunciare gli ambiziosi piani di sviluppo
P
remessa. B-Rent nasce sei anni fa da una costola di Gruppo Brasiello e si accomoda da subito in una nicchia di mercato che la caratterizzerà anche negli anni a seguire: il luxury. “È un settore che conosciamo molto bene”, conferma il direttore commerciale, Maurizio Corvino; “rispetto ai big che fanno dei volumi il loro punto di forza, noi investiamo sulla qualità anche in termini di flotta, che spingiamo verso l’alto”. Tradotto: fra i 1.400 veicoli - tetto massimo raggiunto in estate - che compongono il “Il cliente non può parco, spiccano quelli a maraspettare un’ora e chio premium come Jaguar, mezza al banco. Audi, Land Rover. Bisogna fare Nel week end del 6-8 novemla scansione dei bre Corvino era al World Travel documenti quando Market , fiera di riferimento per è già in fila, come il turismo. “Oggi, il nostro incoda McDonald’s”. ming è per l’80 per cento dall’estero. Londra ci è sembrata la sede ideale per presentarci al mondo dei tour operator internazionali”. Operatori che hanno restituito “un feedback altissimo. In un mercato sempre più orientato alla ‘guerra sui prezzi’, gli elementi caratterizzanti della nostra proposta”, sottolinea Corvino, “sono servizi flessibili e modulabili sulla base delle reali esigenze di mobilità del cliente, con pacchetti che vanno da un giorno a oltre tre anni, e una flotta full liners che conta anche su furgoni, moto, veicoli ibridi ed elettrici”. www.flottefinanzaweb.com
Il piano di espansione, che nel 2018 vedrà “un incremento della flotta oltre i 2.300 veicoli e l’apertura di nuove postazioni rent-a-car a Bologna e Firenze nel primo trimestre e presso due aeroporti, probabilmente Fiumicino e Catania, entro la fine dell’anno”, si sviluppa lungo due direttrici: il consolidamento dell’offerta di noleggio a breve termine attraverso tour operator, agenzie di viaggi e intermediari, e l’apertura ai servizi di noleggio a lungo termine per aziende, partite Iva e privati.
Il futuro è già qui Il lungo termine, in realtà, è una nicchia nella nicchia. Per quanto i crescenti costi di gestione del bene auto stiano determinando una spinta verso la locazione da parte di piccole e medie imprese e partite Iva, oggi “siamo broker dei principali player internazionali”. La partita B-Rent la giocherà sul breve, “location per location, forti della nostra offerta di qualità”. A supporto, un nuovo portale - online a fine anno - progettato per fornire al driver in modo immediato e trasparente tutte le informazioni di cui necessita per prenotare la propria vettura, e un innovativo servizio di web check-in per noleggiare, ricevere indicazioni sul numero di targa e, al momento del ritiro, prelevare l’auto evitando code al desk.
Negli ultimi 3 anni, l’azienda guidata dal CEO e fondatore Vincenzo Brasiello, ha registrato un incremento del giro d’affari del 230 per cento, che la porterà a chiudere il 2017 con 6,8 milioni di euro di fatturato. Per il prossimo triennio, si stima una crescita del business del 620 per cento.
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EVENTI TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
#FORUMAUTOMOTIVE
Al CUORE dell’auto Duemila aziende e poco meno di 140mila occupati per un settore, la componentistica, che porta il Made in Italy nel mondo. Abbiamo conosciuto l’eccellenza di Roberta Carati
e modulisti, segmento questo in cui l’Italia la fa da padrona”. A caratterizzare il comparto della componentistica è la piccola e piccolissima impresa: il 58 per cento ha meno di 50 addetti e il 15 non arriva a 10, le medie aziende sono il 29 per cento, le grandi il 13. “Le microimprese”, entra iveste un’importanza strategica per l’economia nei dettagli il coordinatore dell’Ufficio Studi CGIA, “sono e per l’occupazione, ma se ne parla pochissimo. predominanti nel settore della subfornitura, il meno quaHa rimediato Pierluigi Bonora, accendendo sul- lificato; la media impresa è tipica degli specialisti mentre l’industria italiana della componentistica i riflettori del la grande dimensione connota gli integratori di sistemi suo #FORUMAutoMotive. e i modulisti”. Il problema è che “le aziende Pierluigi Bonora: A Milano, lo scorso 18 ottobre, spazio dunque di componentistica hanno spesso un unico a Paolo Zabeo, il coordinatore dell’Ufficio “La componentistica committente e quindi un potere contrattuale è un’eccellenza Studi della CGIA di Mestre che ha rassicurato limitato, subiscono modalità di pagamento del Made in Italy, la platea sullo stato di salute di un settore lunghissime (oltre i 120 giorni, contro i 30che alimenta le linee “vivo, che vede l’Italia crescere anche se in 60 dei committenti stranieri) e hanno diffidi montaggio dei più modo più contenuto rispetto ad altri Paesi coltà di accesso al credito (nel 2016 i prestiti importanti marchi europei quali Germania, Spagna e soprattutto delle 2, 4 e più ruote”. sono scesi di 19 miliardi). Se l’Industria 4.0 Regno Unito”. Che “ha chiuso il 2016 con un non coinvolgerà le piccole imprese”, confatturato complessivo di 51,8 miliardi di euro, di cui 38,8 clude Zabeo, “rischiamo un buco nell’acqua”. stimati come giro d’affari direttamente riconducibile alla produzione per il mercato auto”. Che “occupa 193.532 per- Fortissimamente Italia sone e 136.258 sono in ambito automotive”. Un settore, “L’Industria 4.0”, offre il suo punto di vista Andrea Dell’Orto, infine, estremamente frazionato, che “conta circa duemila vicepresidente esecutivo dell’omonima azienda nata nel aziende concentrate in Piemonte (Fiat) e nella Motorvalley 1933 in Brianza e passata dalla produzione di carburatori emiliana (sono qui Ferrari, Pagani, Lamborghini, Ducati...), per moto ai sistemi a iniezione fino ad arrivare alle centraline delle quali 1.040 classificabili come subfornitori, 661 spe- elettroniche, “è la sfida che può permetterci di recuperare cialisti, 167 engineering & design, 88 integratori di sistemi competenza. È importante mantenere flessibilità e località,
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EVENTI
È davvero l’ora dell’elettrico?
producendo magari su mercati di nicchia. Un passo tangibile di cosa vuol dire applicazione dell’Industria 4.0 è l’inserimento di robot collaborativi, che non significa ridurre il personale, anzi, ma una opportunità di rimanere in Europa”. “Io sono orgoglioso di essere veneto, italiano, e anche europeo”, si inserisce Massimo Calearo, presidente di Calearo Antenne. “Il nostro prodotto, che 50 anni fa era un’asta montata sul cofano ed era soggetto passivo e adesso è più tecnologico di uno smartphone ed è soggetto attivo, per il 93 per cento prende la strada dell’estero, della Germania in particolare. Abbiamo un team che io chiamo Calearo S, dove S sta per sartoriale: la concorrenza è spietata, ma siamo l’unica boutique che può mantenere il Made in Italy nel lusso”. “Siamo così ‘italiani’ che il nostro nome”, chiosa Marco Do, direttore comunicazione Michelin, “si potrebbe pronunciare come si scrive. Con 4.200 dipendenti, 14 milioni di pneumatici vettura prodotti nello stabilimento di Cuneo e un milione e più per autocarro in quello di Alessandria, Michelin è il primo fabbricante di pneumatici italiano”. Un fabbricante che investe in sicurezza, contenimento costi e riduzione delle emissioni in atmosfera.
Nuove regole, vecchio dibattito Sono proprio ‘Le nuove regole per il controllo delle emissioni’ a tenere banco nella seconda parte di #FORUMAutoMotive, con Giacomo Mori, managing director di AlixPartners (v. box a fianco), che esordisce con un “tutti i costruttori rientrano ampiamente nei termini previsti dalla normativa”. Sullo sfondo, ma nemmeno poi tanto, c’è ancora il ‘dieselgate’. “Il regolamento europeo ha aperto la strada alla manipolazione dei dati. Le emissioni reali su strada sono molto più elevate di quelle dichiarate”, sostiene Corrado Clini, docente all’Università di Pechino. “Chi è caduto dentro il dieselgate”, osserva Michele Crisci, presidente Unrae, “ha pagato per altri. Gli investimenti che le Case stavano facendo erano già importantissimi, l’attenzione del pubblico ha accelerato processi in corso”. “95 grammi CO2 nel 2021?
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La diffusione dell’auto elettrica sui mercati mondiali sta accelerando ma, nel processo di elettrificazione della propria gamma di veicoli, le Case stanno procedendo a velocità molto diverse. Secondo lo studio di AlixPartners ‘Emissioni: costruttori auto alla rincorsa delle normative europee. Intanto l’elettrico decolla’, tra la leader indiscussa Tesla (oltre dieci milioni di chilometri di autonomia elettrica venduti nel secondo trimestre del 2017 e una quota di mercato globale superiore al 22 per cento) e i produttori cinesi (ben cinque fra i primi dieci), Renault-Nissan è seconda (con sei milioni di chilometri venduti), General Motors quinta (2,64) e Hyundai decima (1,84), mentre Volkswagen, il principale produttore mondiale di automobili, è undicesima. Nel secondo trimestre del 2017, nella Grande Cina (incluse Taiwan e Hong Kong) sono stati venduti veicoli per un’autonomia elettrica totale di 22,5 milioni di chilometri, mentre in Europa lo stesso dato si è attestato a poco più della metà, intorno ai 12,6, con l’Italia sedicesima in questa speciale graduatoria con 0,20 milioni di chilometri venduti. Il Nord America segue a ruota, con circa dieci milioni di chilometri. Chiude il binomio Giappone/Corea con due milioni. “L’elettrico”, ha dichiarato il managing director, Giacomo Mori, non ucciderà il termico, non nel breve termine. Nel lungo termine il tema è ancora aperto”.
Ogni costruttore deve essere libero di raggiungere i propri target. Il settore automotive”, rimarca il direttore Anfia, Gianmarco Giorda, “è il primo investitore privato in Italia”. “Nel mondo del noleggio lo ‘scandalo’ è stato prontamente assorbito. Le flotte vengono manutenute”, sottolinea il direttore generale Aniasa, Pietro Teofilatto, “e il turn over veloce ha ridotto il problema”. “I politici si fanno belli con i limiti. Ma il CO2”, provoca come solo lui sa fare Francesco Battaglia, docente di Chimica-Fisica all’Università di Modena, “non è un inquinante, e se i livelli di PM10 fossero il doppio, staremmo lo stesso bene”. Se sullo sfondo c’è il dieselgate, all’orizzonte c’è l’elettrico. Per chi ci crede.
Giacomo Mori, managing director di AlixPartners, ha presentato lo studio ‘Emissioni: costruttori auto alla rincorsa delle normative europee. Intanto l’elettrico decolla’.
In alto, momenti dall’incontro serale che ha preceduto il Forum vero e proprio, appuntamento autunnale del movimento di opinione promosso da Pierluigi Bonora.
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COMMUNITY TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
SMART MOBILITY FORUM
Andrea Cardinali: “Cento partnership non fanno un sistema. È cruciale condividere la conoscenza tra i vari attori e contaminarsi”.
Percorso a tappe Pensata dalle aziende per le aziende. È la neonata community per una mobilità intelligente promossa da Alphabet. Dovrà affrontare diverse sfide di Giacinta Moraschi
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mart Mobility Forum, ovvero l’ultima creatura che Andrea Cardinali ha pubblicamente riconosciuto prima di rassegnare le dimissioni da presidente e amministratore delegato di Alphabet. Il 21 novembre, alla presentazione alla stampa di questa ‘community per una mobilità intelligente’, pensata dalle aziende per le aziende, è seguita una sessione pomeridiana con un centinaio di esponenti di imprese e organizzazioni. Una platea eterogenea, un incontro preliminare per raccogliere i diversi punti di vista e le necessità rispetto alla mobilità del futuro in previsione del coinvolgimento delle aziende nello sviluppo di progetti concreti.
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“Smart Mobility Forum”, spiega Cardinali, “non è un osservatorio né una vetrina ma una community aperta e in evoluzione. Il nostro approccio va oltre le partnership bilaterali, perché cento partnership non fanno un sistema. È un percorso con tante tappe, questa è la prima”. Al fianco di Alphabet tre attori: DriveNow, società di car sharing nata dalla joint venture tra BMW Group e Sixt, operativa a Milano da poco più di un anno con 500 veicoli distribuiti in un’area di 126 chilometri quadrati, che conta 85mila utenti tra cui 250 aziende che hanno scelto il servizio per gli spostamenti di lavoro; Telepass, che nel 1989 ha introdotto in Italia il sistema di riscossione automatica del pedaggio autostradale e oggi offre soluzioni di mobilità in ambito urbano ed extraurbano non solo ai possessori di auto ma, ecco la svolta, a chiunque si muova; Legambiente, associazione ecologista che si batte per un’alternativa sostenibile alla mobilità a motore.
Parola d’ordine: intermodalità “Nuove generazioni e nuova mentalità, nuova cultura e nuovi stili sociali, nuovi utenti e nuovi modelli di consumo, con l’auto che per la passata generazione era simbolo di emancipazione e riscatto e oggi può ancora essere un simbolo ma non necessariamente di proprietà. L’offerta”, traccia la strada l’AD di Alphabet, “deve diventare sempre più smart, quindi digitale, multicanale, connessa e condivisa (e non menziono la guida autonoma perché il nostro focus non è sul 2030, quando diventerà pratica diffusa). Le aziende più evolute sono già andate in questa direzione, passando dal TCO al Total Cost of Mobility”. www.flottefinanzaweb.com
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Generazioni a confronto
In un panorama che si sta modificando alla velocità della luce, dove molti degli attori che operano oggi, per esempio Enel o Ferrovie dello Stato, fino a qualche anno fa erano insospettabili e non erano percepiti come minacce, la legge della giungla impone di integrare o essere integrati. Mobilità intermodale. Ecco di che cosa stiamo parlando (e poi si parlerà anche di car sharing, telematica, app, Internet delle cose, Big Data...). Con un’avvertenza: “Tutte le nostre architetture sono costruite intorno a un telaio e a una targa. Bisogna andare oltre. L’operatore dell’intermodalità”, insiste Cardinali, “deve concentrarsi sul trasportato e non sul mezzo di trasporto”. Più facile a dirsi che a farsi. Perché “c’è un tema di assicurazione. Se una persona guida al mattino un’auto e al pomeriggio un’altra bisognerebbe seguire lei, ma non esiste la possibilità di assicurare la stessa persona su più veicoli”. E poi “c’è un tema fiscale, in Italia c’è sempre. Per esempio il car sharing, che non è riconosciuto come servizio di trasporto pubblico locale, non rientra nel pacchetto mobilità dei 258 euro detassati”. E ancora “c’è un tema legato ai sistemi di pagamento. Riuscire a gestire transazioni con enne provider non è facile ma nemmeno impossibile. Oggi mancano un quadro di coordinamento nazionale e l’infrastruttura fisica e normativa. Gli operatori dovrebbero lavorare per ridurre le esternalità negative”. Come entra Alphabet in tutto questo? “Abbiamo l’ambizione di essere leader in soluzioni di mobilità alternative. Il nostro è un approccio olistico, guardiamo le cose nel loro insieme. Cruciale per Smart Mobility Forum sarà condividere la conoscenza tra i vari attori e contaminarsi. Il totale sarà la somma delle contaminazioni”. www.flottefinanzaweb.com
COMMUNITY
Gli uni sono ragazzi tra i 14 e i 22 anni, la cosiddetta Generazione Z, che fra cinque o dieci lavoreranno (forse) per un’azienda. Gli altri un lavoro già ce l’hanno come professionisti della mobilità. Su di loro, un campione di 302 giovani e di 307 fleet decision maker, si è concentrata Alphabet, che lo scorso luglio ha condotto con Dentsu Aegis Network la ricerca ‘Le sfide di oggi per la mobilità di domani’. I risultati della survey, presentati a Smart Mobility Forum, rivelano che per gli under 22 la forma di mobilità auspicata è quella “intermodale, con dei limiti all’adozione come il ritardo infrastrutturale e tecnologico del Paese e il condizionamento dei modelli genitoriali” e che “il tempo è un valore da preservare ed è fondamentale personalizzare la propria mobilità”. Quanto ai professionisti, senza troppe sorprese si apprende che “in azienda l’auto è ancora un must”. Ma, per quanto si confermi il mezzo maggiormente utilizzato per gli spostamenti, si fa sempre più strada “l’esigenza di una piattaforma online dedicata, che sia flessibile e semplice a supporto della crescente richiesta di un orario flessibile, dello smart working e di soluzioni di mobilità alternative”.
Questi grafici, estrapolati dalla ricerca ‘Le sfide di oggi per la mobilità di domani’, rivelano che l’interesse dei più giovani rispetto ai possibili benefit aziendali è orientato nella stessa direzione di quello espresso dai professionisti.
GENERAZIONE Z - Interesse per possibili benefit aziendali % 1°+2° posto in ranking Orario flessibile
56%
Notebook Smatphone aziendale Car sharing aziendale
34% 35%
Assicurazione sanitaria complementare
34%
Area svago/relax aziendale Palestra aziendale
I giovani trovano più interessanti anche alcuni aspetti più “collaterali” rispetto all’ambiente di lavoro in sè
25% 17%
FLEET DECISION MAKER - Interesse per possibili benefit aziendali % 1°+2° posto in ranking Orario flessibile
60%
Notebook Smatphone aziendale
44% 39%
Car sharing aziendale Assicurazione sanitaria complementare Area svago/relax aziendale Palestra aziendale
30% 24% 13%
novembre 2017 - Flotte&finanza - 13
14_15_Noleggio bus 45.qxp_Layout 1 29/11/17 15:51 Pagina 14
CODICE DELLA STRADA TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
NOLEGGIO BUS
ERA ORA Gli effetti sulle strade ancora non si vedono ma, intanto, è legge il noleggio bus. Che cosa cambierà per il vetusto Tpl? Ci siamo informati in Aniasa... di Giorgia Rocca
F&F Crede che le prime società di noleggio a cogliere questa nuova opportunità saranno le multinazionali che già operano in Italia?
È
stata ribattezzata ‘manovrina’, termine vagamente dispregiativo, ma la Manovra Correttiva 2017 entrata in vigore lo stesso giorno della sua emana- Fermo restando le valutazioni di interesse e di opzione, il 24 aprile, ha un contenuto dirompente: modifi- portunità per le aziende, riterrei di sì, almeno in una fase cando l’articolo 84 del Codice della Strada, infatti, ha iniziale, per due ordini di motivi. Si tratta di aziende che dato il via libera al noleggio bus. “Alla fine”, possono utilizzare le esperienze delle con“Anche per il Tpl ha commentato Pietro Teofilatto, direttore sorelle estere riguardo i sempre delicati è maturata la generale Aniasa, “il lungo confronto con le aspetti del finanziamento e della manutenconsapevolezza che Istituzioni nonché i documenti illustrativi e zione. E poi, come sappiamo, hanno dietro il noleggio consente di commento sulla situazione nel importanti istituti di credito o grandi prodi focalizzare duttori di veicoli, alcuni specializzati proprio resto dell’Unione europea sono gli investimenti negli autobus. stati utili. Ora che la strada è ben sul core business tracciata, per arrivare a destiCiò non toglie che possano nascere nei aziendale”. nazione inizia l’ultimo miglio, prossimi anni piccoli operatori locali, speprevedere cioè nelle procedure concorsuali cificatamente dedicati, con maggiori conoscenze ed delle PA anche la possibilità di noleggiare mez- esperienze sul territorio, per esempio offrendo i veicoli zi per il trasporto pubblico, stabilendo con in locazione ai comuni delle Comunità montane. Saranno chiarezza gli aspetti generali”. di certo necessari test, assaggi, per vedere il funzionamento sul campo, lavorando per ridurre le inevitabili iniF&F Chi potrà noleggiare e ziali problematiche e far funzionare quindi a regime i cosa? Esistono limitazioni - meccanismi. Sarà una bella sfida.
posti a sedere, cilindrata, portata - di cui l’operatore dovrà tenere conto? La norma è chiara: i soggetti esercenti servizi pubblici di linea regionale e locale potranno utilizzare in locazione senza conducente anche i veicoli di cui all’articolo 87, comma 2 del Codice Pietro Teofilatto è direttore generale Aniasa, l’Associazione che riunisce la quasi totalità delle imprese di noleggio.
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della Strada. Si tratta dei veicoli destinati al trasporto persone, tra cui gli autobus e gli autosnodati. In pratica tutti quelli della categoria M indicati dall’articolo 47. Ci sono pure i filobus, i filosnodati, i filoarticolati e i filotreni, tutti veicoli motorizzati elettricamente, vale a dire con zero emissioni a livello locale. In molte città italiane, Roma per esempio, erano presenti fino agli ultimi decenni del secolo scorso con reti filoviarie. In vari contesti metropolitani si è riaperto il dibattito sull’eventuale ripristino che annovera, aspetto non secondario, una filiera industriale nazionale di tutto rispetto. Potrebbe essere uno scenario interessante, in particolare per la nostra salute: Tpl elettrico e a noleggio lungo termine?
F&F Quale contributo potrà dare il noleggio allo svecchiamento del nostro parco? Il dibattito sul Tpl e le necessità di disporre di veicoli nuovi, meno inquinanti, più confortevoli è in atto da tempo. Il fatto che in Italia circolino veicoli con oltre 15 anni di età, mentre la media Ue è di circa 7,2 anni, è noto da anni a tutti gli organismi pubblici che si interessano di mobilità. La problematicità della situazione del Tpl è stata costantemente sottolineata in più sedi, specialmente dall’Asstra, l’associazione delle aziende di trasporto pubblico locale, da sempre molto attiva nelle attività di informazione e sensibilizzazione. www.flottefinanzaweb.com
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CODICE DELLA STRADA
In questa logica, trovo da rivedere il fatto che il provvedimento stabilisca che le imprese di trasporto pubblico potranno ricorrere alla locazione senza conducente per veicoli di anzianità massima di dodici anni. Da cittadino utilizzatore di mezzi pubblici avrei immaginato una minor anzianità, penso a 5-7 anni, ma se il limite dei 12 anni contribuisce comunque a togliere dalla strada quelli targati il secolo scorso, ben venga! Il noleggio ovviamente può offrire solo veicoli nuovi di fabbrica.
GRAFICO 1. Età media degli autobus Italia
11,4
Spagna
8
Francia
7,8
Regno Unito
7,6 6
Germania 2
F&F Occorreranno incentivi mirati? Se di per sé il noleggio è fonte di risparmio, è da rilevare che qui non si tratta di mantenere city car o station wagon, i cui costi di gestione sono frutto di analisi e di esperienze storiche da oltre vent’anni. I conti andranno fatti attentamente da tutti. L’utilità complessiva di un Tpl ben funzionante e ben integrato con il traffico privato è ovviamente alta. Osservo che il Superammortamento ha funzionato benissimo e prodotto un ritorno alle casse erariali maggiore del valore delle agevolazioni: si potrebbe immaginare di applicarlo semmai con aliquota maggiore e strutturato per cinque anni per questa speciale tipologia di veicoli. Per l’autobus ibrido ed elettrico occorre un fortissimo interesse delle PA.
F&F Il noleggio auto contribuisce per il 25 per cento alle immatricolazioni totali. Realisticamente, quale potrebbe essere l’incidenza del noleggio sui quasi tremila bus immatricolati ogni anno?
4
6
8
10
12
Nella rilevazione, anno 2015, dell’Associazione delle aziende di trasporto pubblico, spicca l’anzianità del parco circolante italiano, tanto più se paragonata agli altri Paesi europei. Abissale - 11,4 a 6 - la differenza tra Italia e Germania.
Fonte: ASSTRA
avere un giovamento? Come si equilibrerà nel mio territorio questo nuovo tipo di utilizzo dei mezzi, considerate le percorrenze chilometriche e la durata del contratto?
F&F Dal lato conducente che cosa cambia? E da quello del trasportato? L’obiettivo generale è sviluppare un sistema di Tpl con maggiore capacità di attrazione e più sostenibile sotto gli aspetti ambientali. Guidare un mezzo dotato di sistemi di sicurezza, visto anche l’utilizzo in ambito cittadino, che sia interconnesso con la rete pubblica e collegato alle forze dell’ordine per ogni tipo di controllo, rappresenta un fattore positivo per chi lavora alla guida, operatori sottoposti a uno stress non da poco. Così come per il cittadino trasportato: salire su un mezzo che porti a destinazione con tranquillità, avere informazioni sul viaggio e su eventuali collegamenti di scalo, con confortevoli tecnologie. E l’aria meno inquinata accomuna tutti e due.
Sinceramente, è arduo fare previsioni in questa fase. Occorre inserire la possibilità del Nlt nei bandi di gara, promuovere bene il nuovo scenario e ovviamente collaborare per far sì che due mondi che non hanno ancora esperienze in comune collaborino per regole equilibrate e convenienti per tutti, aziende Tpl e di noleggio, compresi gli addetti alle attività di riferimento. Un tema complesso, ma fondamentali saranno le attività di manutenzione del parco, ricambi inclusi.
F&F Urbani, interurbani, turistici, mini, midi, scuolabus. Quali segmenti più di altri potrebbero beneficiare del provvedimento di liberalizzazione? Ogni amministratore di servizio di trasporto pubblico dovrà porsi inevitabilmente una serie di domande: posso risparmiare con il noleggio? E se sì, quanto? Le necessità operative della realtà di cui ho la responsabilità potranno www.flottefinanzaweb.com
novembre 2017 - Flotte&finanza - 15
16_17_Maurizio Sala 45.qxp_Layout 1 13/12/17 11:44 Pagina 16
PROFESSIONI TEMPO DI LETTURA: 7 minuti
VITA DA CONCESSIONARIO
Solo PAROLE Quale futuro per i dealer? La domanda è lecita in un mercato dove, i costruttori in primis, dichiarano di poterne fare a meno. Ecco perché non è vero di Maurizio Sala
C’
è fermento nell’automotive, ma solo a… parole! Generalmente gli italiani, quando si incontrano, parlano di calcio, di belle ragazze e di… automobili. Discutono con competenza di cosa avrebbe dovuto fare il selezionatore della nazionale, di attrici, di veline e della Ferrari. Di solito non sono esattamene a loro agio quando si parla di quote di mercato, di economia delle vendite, di distribuzione dell’auto, e per tutto quanto concerne l’automotive, credono a ciò che leggono sui giornali. I dati di vendita delle auto influenzano il valore delle azioni dei costruttori, i bonus dei manager e condizionano l’economia reale; così chi le auto le costruisce rilascia dichiarazioni iperboliche e proiezioni future addomesticate a proprio vantaggio. Qualche esempio. 1) Il Ceo di Volvo, Hakan Samuelsson, annuncia che la fabbrica ha sottoscritto un contratto per vendere dal 2021 senza l’ausilio dei concessionari - 24.000 auto autonome a Huber, senza dire né dove né come verranno utilizzate queste auto. Altre informazioni? No. 2) Opel annuncia la strategia PACE che, grazie alla riduzione delle proprie concessionarie, l’integrazione con la rete distributiva di Psa (che ha acquistato Opel) e lo sviluppo di auto elettriche, tornerà in utile nel 2020, dopo aver perso 20 miliardi in 15 anni. Maggiori dettagli? Niet. L’associazione dei concessionari ZDK segnala che proprio Opel - danneggiando la sua stessa rete distributiva - ha gonfiato i propri volumi di vendita: circa il 45 per cento di tutte le nuove auto Opel vendute in Germania negli ultimi dieci mesi sono state immatricolate
16 - Flotte&finanza - novembre 2017
a nome del produttore stesso. Ma in Italia non è tanto diverso, come certifica Dataforce. 3) Volkswagen ha presentato un piano per ridurre la propria rete di concessionarie in Europa e si prepara a introdurre le vendite di auto on-line attraverso un sito dedicato. La Casa tedesca cancellerà centinaia di dealer per aumentare la profittabilità e l’efficienza di quelli che sopravviveranno alle ‘purghe’, portandone gli utili dall’1 al 2 per cento. Oggi, ogni concessionaria VW ha mediamente 35 dipendenti. Con la riorganizzazione questo numero sarà tagliato di almeno quattro volte. Lo staff in eccedenza sarà assegnato altrove, ha detto Stackmann. Dove, come? Non si sa. Sembra di sentire i politici italiani che parlano, annunciano, dichiarano e mai fanno seguire un fatto alle loro parole. Viene da chiedersi: che futuro avrà chi le auto le vende e le assiste? Continueranno i dealer ad esistere?
Il nuovo che avanza Io credo che le auto, come i camion, siano vendute da Persone ad altre Persone, anche se molti concessionari e alcuni costruttori sono ancora convinti che le automobili si vendano grazie all’apertura domenicale, all’architettura della showroom, o al design di una lampada. Ma il nuovo avanza: la mobilità sostenibile, l’auto elettrica, il car sharing, Internet… così alcuni costruttori ipotizzano nuove formule alternative ai dealer per distribuire i loro prodotti. Tesla Sold Out! Il costruttore californiano, alleatosi con Wells Fargo, da tempo usa con successo la soluzione “NO Dealers”, e con 50 filiali di proprietà - unitamente a un’evoluta web policy e ad un efficacissimo CRM www.flottefinanzaweb.com
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PROFESSIONI
ha costruito un fil rouge indissolubile con la comunità dei propri clienti a cui offre 1-2-1 servizi, finanziamenti, assistenza. Niente dealer!
IKEA fa scuola Il gigante mondiale Tata Motors e MDI hanno rilanciato la commercializzazione della AirPod, l’auto ad aria compressa che promette di percorrere 100 km con un euro di carburante. La rete di distribuzione Tata-MDI sarà composta solo da piccoli stabilimenti delocalizzati - all’americana - che, oltre a produrla, la venderanno. Con enormi vantaggi: chi produce vende; niente commissioni al dealer perché è la stessa fabbrica che vende la macchina. Un concetto mutuato dall’IKEA. In India, Mahindra vende direttamente REVA, la vettura elettrica più venduta al mondo (oltre 7.000 in Asia e in Europa, con un target di 100mila entro il 2018). E anche il competitor Bajaj fa a meno di migliaia di dealer vendendo con il Web una buona parte dei 18 milioni di moto che produce! Modelli che ‘potrebbero’ anche prescindere dalla presenza dei dealer, e che ‘potrebbero’ prevedere un maggior coinvolgimento delle strutture autorizzate che - perlopiù sono gestire direttamente dai costruttori. Mentre qualche costruttore cancella concessionarie ultra-efficienti solo perché non accettano di rifare la showroom adeguandosi ai nuovi standard, altri - dopo aver favorito cessioni e fusioni, e dopo la crisi di alcuni grandi gruppi - tornano a nominare piccole concessionarie a carattere familiare da dieci auto al mese, che stanno proprio dove sono i clienti: ovunque! In alcune città sono comparse agili concessionarie di quartiere che permettono l’ottimale copertura del territorio, costi ridotti per imprenditore e costruttore, e favoriscono un’ottima customer satisfaction. Altrove stanno provando ‘il dealer a domicilio’ e con pulmini attrezzati si fanno vendite e tagliandi a casa dei clienti. C’è anche chi grazie al car-sharing gestisce migliaia di veicoli. Vendere auto richiede preparazione e professionalità. Bisogna intendersi di prodotto, internet, fisco, usato, www.flottefinanzaweb.com
marketing, finanziamenti e, con alcuni clienti, anche di psicologia. Nelle concessionarie Italiane lavorano 180mila persone. Eppure, mentre esistono l’Albo dei promotori finanziari, il Registro degli intermediari assicurativi e l’Albo degli informatori scientifici (i ‘piazzisti’ di medicinali) non c’è un organo che certifichi/tuteli i professionisti dell’automobile! Ciò impatta sulla reputazione dei venditori che, nell’immaginario comune, sono spesso considerati gente da cui girare alla larga. Chi non ricorda Robert De Niro, Robin Williams che sbeffeggiano i clienti, o Pozzetto e Celentano ‘allegri’ venditori?
Tra i dealer litiganti... Nell’era di Internet alcuni analisti, molti clienti - e qualche costruttore - ritengono che i dealer siano un anacronismo residuato degli anni ‘90. Ma non è così! I dealer sono imprese indipendenti che lottano fra loro - anche in maniera esasperata - e da questa concorrenza traggono vantaggio i consumatori, che riescono a ottenere sconti, offerte e supervalutazioni delle loro carriole usate. Dell’attuale modello distributivo hanno beneficiato costruttori e clienti per mezzo secolo: 1. Chi vende e immatricola milioni di auto? 2. Chi si prende cura della sicurezza dei veicoli manutenendoli e riparando i guasti? 3. Chi effettua gratuitamente le riparazioni in garanzia? 4. Chi si occupa delle campagne di richiamo dei costruttori che coinvolgono milioni di vetture ogni anno? 5. L’acquisto di un’auto è un’esperienza complessa: burocrazia, tasse, immatricolazioni, leasing, atti di vendita e quant’altro: chi lavora nelle concessionarie rende questo processo molto più semplice, alla portata di tutti. 6. Che dire delle 180mila famiglie che vivono grazie ai posti di lavoro creati dai dealer, o delle attività sociali fatte dai concessionari nelle loro comunità? 7. Il gettito fiscale dei dealer rappresenta il 6 per cento del Pil italiano. Persino Elon Musk - che non ama, né usa concessionari per distribuire le proprie auto - dice che i dealer potranno essere necessari se Tesla continuerà a crescere. Chi pensa che concessionari e venditori non siano più necessari, non capisce nulla del mercato automotive. novembre 2017 - Flotte&finanza - 17
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INTERNET MOTORS TEMPO DI LETTURA: 7 minuti
DIGITAL AUTOMOTIVE
Confusoe felice E-commerce e digital marketing i temi centrali dell’ultima edizione di Internet Motors. Il futuro è tracciato, ma le vecchie abitudini sono dure a morire di Elena Cazzato
N
onostante gli strumenti digital siano sempre più utilizzati, l’85 per cento degli utenti, media europea, preferisce ancora un’esperienza ‘mista’, destreggiandosi tra online e offline. E la confusione causata da troppe info sul web sembra far da padrona durante tutto il processo di scelta dell’auto, seguita da paura e frustrazione post acquisto. È il quadro tratteggiato nel corso della quindicesima edizione di Internet Motors da Marco Marlia, fondatore e Ceo di MotorK, una delle aziende più importanti nello scenario digital automotive nonchè promotrice dell’evento svoltosi a Roma e, per la prima volta, in collaborazione con Iab Italia, nota società di pubblicità digitale.
Più info-commerce che e-commerce Secondo MotorK tra cinque anni crescerà il numero di clienti che si informeranno online (l’attuale 5 per cento si trasformerà in 18 per cento), sempre meno si recheranno in concessionaria (3 per cento, per ora è il 5) mentre il 79 per cento continuerà a oscillare tra i due mondi. Considerando che l’e-commerce in molti casi è già realtà (test Toyota, Suzuki e Kia sul nuovo hanno riscontrato discreto successo), il dealer si vede costretto ad adattare il proprio modello di business a questo cambiamento, sfruttando le potenzialità di strumenti come la realtà aumentata per creare valore aggiunto. “Probabilmente”, ha detto Mirko Dell’Agnola, direttore commerciale auto Suzuki Italia, “la concessionaria diventerà sempre più un luogo dove provare l’auto e scegliere servizi e prodotti complementari”. Ma difficilmente si perderà l’emo18 - Flotte&finanza - novembre 2017
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INTERNET MOTORS
zionalità dell’acquisto in store. Tranquilli, per spiccare il volo la vendita di auto online deve superare ancora qualche ostacolo: la non totale smaterializzazione del processo d’acquisto, l’ancora scarsa trasparenza e le poche garanzie sull’affidabilità del venditore, soprattutto quando si parla di auto usate. A tale scopo, Autoscout24 ha recentemente introdotto nuovi strumenti: etichette valutative sul prezzo e dealer rating, cioè recensioni degli utenti sul venditore. Va da sè che i veicoli nuovi siano più facilmente rappresentabili online perchè modelli standard, al contrario dell’usato, ambito in cui ogni mezzo è una storia a sè, più complessa da raccontare sul web. Strategico è quindi arricchire gli annunci con foto e video facendo però attenzione a non appesantire il sito: se il loading time è maggiore di 7 secondi, infatti, si rischia che l’utente abbandoni la visita. Infine, ciò che spinge a spostarsi fisicamente è la particolarità del modello: più è raro e customizzato e più si è disposti a fare strada per provarlo e acquistarlo.
Assistenza al primo posto Se una parola d’ordine è integrare, l’altra è sicuramente supportare. I clienti sembrano infatti aver bisogno di essere rassicurati e guidati durante tutto il percorso di scelta e anche dopo. Secondo Marco Marlia sarà il noleggiatore a lungo termine il player di maggior successo perchè “in grado di offrire diversi modelli, marche e allestimenti facendo pagare al cliente un canone unico all-inclusive, comprensivo di servizio assistenza post vendita semplice e completo”. Insomma, i pacchetti di mobilità integrata probabilmente avranno la meglio; intanto, per supportare il cliente, Case produttrici e dealer utilizzano sempre più strumenti come i chatbot, programmi di risposta automatica per garantire riscontro immediato a qualsiasi ora del giorno e della notte. Qualche dato: sono circa 20 milioni le pagine Facebook che sfruttano Messenger, sistema di messaggistica istantanea, per un totale di circa due miliardi di messaggi al mese. Probabilmente questi strumenti non sostituiranno il ruolo degli operatori telefonici ma serviranno di supporto al loro lavoro, fornendo preventivamente info sul cliente per meglio entrare in empatia. Alla base di tutto dev’esserci una strategia omnicanale coerente ed efficace, che consenta la fidelizzazione e un’ottima gestione di tutti i touch point con il cliente, occasioni d’oro per conoscerne i bisogni e creare nuove offerte personalizzate. www.flottefinanzaweb.com
E tu, di che pubblicità sei? Per quanto riguarda l’advertising, in Italia nel 2016 il 27,8 per cento degli investimenti ha interessato l’ambito digital, per un totale di due miliardi di euro. Il settore automotive ne ha assorbito circa il 13 per cento per complessivi 341 milioni (figura 1), spesi quasi interamente nella pubblicizzazione di auto nuove. Secondo le rilevazioni Nielsen, è il terzo settore in Italia che investe in comunicazione digital dopo alimentare e farmaceutico. Nonostante sia ancora la televisione il mezzo preferito per l’advertising automobilistico (48,7 per cento), il futuro sarà digitale: nel 2018 assisteremo infatti a un incremento dell’uso di questi strumenti pari al 9,4 per cento rispetto al 2017. Ad oggi, la maggior parte dei fondi viene investita in attività di search (51,4 per cento), pubblicità display (33,3), video (7,9) e social media (6,6 per cento), cresciuti di nove punti nel confronto con il 2015. Al primo posto svetta Facebook, leader indiscusso con il 75,3 per cento di utenti, seguito da Twitter (15,6) e altri social media (8,5 per cento). Ancora poco utilizzati LinkedIn (0,3 per cento) e Instagram (0,3) e per i video si preferisce ancora il canale televisivo. Figura 1: L’advertising media share 2016 - Settore Automotive Totale mezzi: 920 Mld€
1,4% Digital: 341 Mio€
37,1% TV Radio Stampa Digital Altri mezzi
48,7% 3,7% 9,1%
Marco Marlia, fondatore e Ceo di MotorK, una delle aziende più importanti nello scenario digital automotive che solo nel 2016 ha gestito 22 milioni di sessioni web, ricontattato più di 1.100.000 lead e venduto circa 67mila auto. MotorK è stata inserita nel 2015 e nel 2016 nella classifica Deloitte Technology Fast500 EMEA, per essere riuscita a combinare innovazione tecnologica, imprenditorialità e rapida crescita; nel 2016, inoltre, è stata inclusa nella classifica Inc. 5000 Europe, che premia le aziende con il più alto tasso di sviluppo.
Infine, sta prendendo sempre più piede l’utilizzo della geolocalizzazione per ingaggiare nuovi acquirenti. BeInToo, ad esempio, permette di inviare messaggi promozionali a chi ha recentemente visitato una concessionaria, fornendo report completi a fine campagna, vantaggio determinante di tutti i digital tools. novembre 2017 - Flotte&finanza - 19
20_23_Sharing Mobility 45.qxp_Layout 1 11/12/17 12:12 Pagina 20
SHARING MOBILITY TEMPO DI LETTURA: 10 minuti
IL NUOVO CHE AVANZA
ANDATE E MOL Auto e veicoli commerciali, moto e bici. In Italia proliferano i sostenitori della mobilità condivisa e, a dispetto delle criticità di un settore in rapido sviluppo, nuovi operatori si affacciano sul mercato. Ecco gli ultimi nati di Roberta Carati
D
ifficile monitorare lo sviluppo accelerato della sha- Miracles. È del 2015 la nascita, su impulso dello stesso ring mobility. Prova ne è che all’ultima edizione di Ministero e della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, Smart Mobility World a Torino - appuntamento di dell’Osservatorio sulla Sharing Mobility. riferimento insieme a Citytech di Milano, Genova Smart Dall’auto alla mobilità condivisa, una rivoluzione epocale Week, MobyDixit di Bari e Forum Innovazione Mobilità contenuta in una parola. Sostenibile di Rovereto (Tn) - tra le flotte conSe l’obiettivo, per dirla con l’Osservatorio, è La sharing mobility teggiate da ICS Iniziativa Car Sharing non fiquello di “facilitare la condivisione di veicoli è stata introdotta gura quella 100 per cento elettrica di Adduma e tragitti, realizzare servizi flessibili, scalabili per la prima volta Car. I dati infatti sono fermi a giugno 2016. e originali, abilitare l’interattività tra utenti/openel nostro Al di là dei numeri, comunque importanti in ratori e/o la collaborazione tra pari, massiordinamento un settore dove un anno ne vale dieci, è simizzare l’uso di risorse latenti”, il mezzo sono giuridico con il gnificativo il proliferare di nuove formule, e Decreto ministeriale servizi di trasporto multiformi. quindi di nuovi operatori, di mobilità condivisa. del 27 marzo 1998. Ecco i più diffusi, e loro declinazioni, censiti È l’aprile 2004 quando Roma ospita il primo nel primo Rapporto Nazionale 2016 ‘La Forum sul Car Sharing promosso da ICS e dal ministero Sharing Mobility in Italia: numeri, fatti e potenzialità’: dell’Ambiente e della Tutela del Territorio con la colla- Bikesharing (Low-tech, IT Dock-based, GPS-based, borazione del Progetto europeo di Mobilità sostenibile Peer-to-peer), Carsharing (Station based, Free floating, Tabella 1. Le flotte in car sharing in Italia (giugno 2016) Operatore
Il censimento dell’Osservatorio sulla SM conferma lo sviluppo del car sharing a macchia di leopardo, con un’ovvia polarizzazione nelle città metropolitane.
Città
Tot. veicoli car2go Milano, Roma, Firenze, Torino 1.880 Enjoy Milano, Roma, Firenze, Torino 2.080 ICS Venezia, Padova, Torino, Palermo, 594 Parma, Genova, Roma, Bologna PlayCar Cagliari 21 Share’ngo Milano, Firenze 483 Giraci o AciGlobal Milano, Firenze, Verona 198 City Roaming Napoli 10 Brescia Mobilità Brescia 6 E-Vai Milano, Bergamo, Brescia, Como, 106 Lodi, Cremona, Lecco, Pavia Mantova, Monza, Sondrio, Varese T-Per Alto Adige Alto Adige 3 Coop. Car Sharing Trento, Rovereto, Riva del Garda 14 Totale Italia 5.395
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Categoria Auto Quadricicli 100% 100% 100% 100%
Alimentazione Classi Euro Benzina Diesel Elettrici GPL/Metano E5 E6 100% 44% 56% 100% 59% 15% 8% 12% 42% 41% 67%
14%
100% 100% 100% 100% 100%
80% 100% 22%
100% 100%
64%
13%
19% 100% 8%
75%
21%
14%
76% 24% 75% 25%
3%
100% n.d. n.d.
n.d. n.d. 50% 50%
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SHARING MOBILITY
OLTIPLICATEVI Peer-to-peer, Carsharing di nicchia), Scootersharing, Ridesharing/Carpooling (con il secondo che può essere urbano, extraurbano, aziendale), Servizi a domanda o on-demand ride service (E-hail, Ridesourcing/Tnc, Ridesplitting/Taxi collettivi), Microtransit e Shuttles/ Navette, Servizi di supporto (Aggregatori/Trip o Journey Planner e Parksharing). Un’analisi puramente numerica dirà che è l’auto il veicolo più condiviso in assoluto: circa 700.000 iscritti, 5.764 vetture e 29 città interessate. In effetti, dopo un avvio timido, con la comparsa sulle piazze italiane del servizio free floating (car2go ed Enjoy nel 2013 e a seguire altri operatori privati come Share’ngo), il car sharing ha innestato un’altra marcia: tra il 2013 e il 2015 il numero di vetture condivise globalmente è quadruplicato, mentre quello degli iscritti e dei noleggi è cresciuto rispettivamente di dodici e trenta volte. La palma dello sviluppo più rapido va però al bike sharing, con oltre 200 comuni e altri enti territoriali in cui è attivo e 13.770 biciclette condivise (dato aggiornato all’estate 2016 che dunque non tiene conto delle 5.500 di Ofo, operatore new entry). A dare il la, con un’iniziativa pilota in Romagna, è il ministero dell’Ambiente, che scommette sul bike sharing nel lontanissimo 2001. In grande ascesa il car pooling, sorta di autostop tecnologico, con Blablacar che in cinque anni di attività ha sfondato il tetto dei due milioni e mezzo di utenti in Italia.
Un modello sostenibile? Fermo restando che la sharing mobility fa bene all’ambiente e quindi alla nostra salute, non altrettanto si può dire, per ora, della sua sostenibilità in termini economici. Intervenendo a Smart Mobility World, il direttore di ICS Marco Mastretta ha parlato apertamente delle criticità del car sharing: dalla “richiesta da parte di molti Comuni, anche medi e piccoli, che spesso rimane insoddisfatta” a un “servizio tendenzialmente sempre più concentrato nelle grandi aree urbane mentre si contano molti tentativi falliti nei centri minori”. Schietto anche sulle criticità economiche che “non sono ancora state superate. I grandi investimenti legati al
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free floating richiedono tempi lunghi di rientro, e la maggioranza degli operatori station based non ha raggiunto le dimensioni necessarie a garantire la sostenibilità”. Eppure, “tutte le previsioni di questi player, soggetti con capacità finanziarie importanti”, rilancia ottimisticamente Mastretta, “sono di un’ulteriore espansione del mercato e del raggiungimento della profittabilità economica complessiva”. Nell’attesa, i big player registrano un ‘rosso’ globale di 27 milioni di euro a fronte di un giro d’affari che non arriva a 50. In dettaglio: nel 2016 car2go (Daimler) ha perso 9.601.352 euro, Share’ngo (C.S. Group) 8.477.189, Enjoy (Eni) 6.380.000, la neonata DriveNow (Bmw-Sixt) 2.781.813 euro. Arriveranno tempi migliori? Una risposta sta forse nell’assieparsi di nuovi attori sul palcoscenico della mobilità condivisa. Vi presentiamo i debuttanti.
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SHARING MOBILITY
Ofo In principio è Milano (19 ottobre), ma nel giro di poche settimane si aggiungono Varese (8 novembre) e poi Peschiera Borromeo, San Donato Milanese e San Giuliano Milanese (14 novembre). Una progressione che la dice lunga sui progetti di Ofo, con il 65 per cento della quota di mercato e dieci milioni di bici in 200 città di 18 Paesi, la prima piattaforma al mondo di bike sharing free floating. Nel primo ‘mese in giallo’ nel capoluogo lombardo - dove le biciclette a disposizione dei milanesi e di coloro che transitano in città
per lavoro, studio o divertimento sono in tutto quattromila - gli ofo bikers hanno compiuto poco meno di 320mila tragitti per oltre 325mila chilometri. L’equivalente di otto volte il giro della Terra o, per rimanere in Italia, 570 volte la tratta Milano-Roma. A Varese, le bici gialle sono 300, nell’hinterland milanese 1.200 sui tre comuni. Free floating nella sua accezione più ampia, giunti a destinazione si potrà parcheggiare in un punto qualunque della città, a condizione
di non intralciare gli altri utenti della strada; si dovrà poi richiudere lo smart lock lasciando la bici a disposizione dei futuri Ofo bikers. Un avviso di fine corsa apparirà sull’app, informando l’utente sul costo della corsa e fornendo un resoconto circa i chilometri percorsi e le calorie bruciate durante il tragitto.
Gobee.bike È l’ultimo nato, alla data dell’11 dicembre, tra gli operatori del bike sharing a flusso libero, che non necessita cioè di stazioni di deposito. O meglio: Gobee.bike, così si chiama, ha fatto le prove nella natia Hong Kong e poi in Francia (Parigi e Lille) e in Belgio (Bruxelles), ma in Italia e precisamente a Torino è sbarcato soltanto il 2 novembre. Nella capitale dell’auto per antonomasia circola ora un centinaio di biciclette di colore verde. Per noleggiarle occorre registrarsi al sito (http://gobeebike.it), scaricare la app e individuarle attraverso la tecnologia GPS per la geo-localizzazione. La lettura del QR code che contrassegna ogni mezzo aprirà la ganascia che blocca la ruota. Dopo l’uso, la bici dovrà essere lasciata in un qualsiasi luogo pubblico adibito a parcheggio biciclette e bloccata manualmente. Il costo del servizio è di 50 centesimi per 30 minuti (con deposito cauzionale rimborsabile di 15 euro). Pagamenti con carte di credito, Bancomat e prepagate.
MiMoto Studenti fuori sede a Milano ai tempi dell’università̀, Alessandro Vincenti, Gianluca Iorio e Vittorio Muratore hanno voluto “creare un servizio che potesse restituire qualcosa alla città” che li ha accolti e tuttora li ospita. Ed ecco MiMoto, la start up che propone lo scooter sharing elettrico ed ecosostenibile a misura di residenti, pendolari e turisti. A disposizione degli iscritti - la trafila è quella nota di registrazione al sito e download dell’applicazione per geolocalizzare gli scooter piùvicini - sono 100 motorini, omologati per due e con due caschi custoditi nel bauletto, posizionati nell’area operativa che copre il centro di Milano e si estende a tutte le principali zone e punti d’interesse come Navigli, Città Studi, Lambrate, Morivione, Calvariate, Barona, De Angeli, San Siro e Bovisa Politecnico. Tariffe a partire da 0,23 euro, registrazione gratuita, attivazione a 9,90 euro con 60 minuti inclusi. Gli scooter sono forniti da Askoll, partner energetico è PLT Puregreen di Cesena, partner assicurativo la torinese Nobis.
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SHARING MOBILITY
Adduma Car Inizia con una gaffe la chiacchierata con Antonino Campione, amministratore delegato della start up siciliana ‘Adduma Car’ che ha scelto Firenze per promuovere il car sharing elettrico. Le tante letture di Camilleri mi spingono infatti a chiedergli se sia proprio sicuro di quell’adduma e non addruma... “In siciliano si pronuncia ‘adduma’, accendi. Accendiamo questa macchina per la prima volta a Firenze, in una città importante per ricchezza di infrastrutture e che ha sempre mostrato grande attenzione verso la mobilità elettrica”. Firenze è piccina, debuttare su Milano avrebbe significato scontrarsi subito con i top player del car sharing... I progetti di Adduma Car sono di partire bene su Firenze e di ampliare la flotta: oggi abbiamo 40 veicoli, ma entro il primo trimestre 2018 saranno 100. Milano è una città molto importante, stiamo valutando il bando attuale sul corporate car sharing, vogliamo puntarci e ci stiamo confrontando con le aziende. L’obiettivo è arrivare a Milano nei prossimi mesi. Intanto, siete a Firenze con 40 veicoli. Per quali utenti? I nativi elettrici. Siamo una società giovane e dobbiamo obbligatoriamente guardare ai giovani, che oggi la macchina non ce l’hanno e con i quali forse possiamo far nascere la cultura del veicolo elettrico. Puntando sui neopatentati possiamo centrare anche un altro obiettivo: creare efficienza in un settore molto particolare della mobilità. Facendo leva su tariffe low cost? Le nostre armi sono il prezzo e la qualità. Proponiamo un veicolo di qualità a un prezzo basso: la tariffa è di 20 centesimi al minuto per la prima ora e, successivamente, i minuti contabilizzati nella frazione che va da 61 a 480 costano nove centesimi al minuto. Oltre l’ottava ora la tariffa si azzera. Per una giornata intera non si pagheranno più di 60 euro. In macchina come ci si sale? Con un iPhone o uno smartphone. Bisogna scaricare l’app e registrarsi; poi, alla ricezione della mail di risposta si conferma e si ottiene il pin. Se l’utente è davanti al veicolo, lo aprirà nel giro di qualche minuto - il tempo di fare la prenotazione leggendo il QR code. Se è più distante, lo prenota, lo raggiunge e lo apre sempre via app. Una volta a bordo, l’applicazione lo ‘interrogherà’ sulle condizioni del mezzo: se è pulito, se non ci sono danni visibili... una specie di autocertificazione. Com’è composta la flotta Adduma Car? Di auto e di veicoli commerciali: Kangoo Z.E e NV 200. Con i furgoni vogliamo accaparrarci una clientela che fino a oggi era distante dal car sharing. Vogliamo anche uscire da Firenze città e servire l’area metropolitana: Scandicci, Sesto Fiorentino e in particolare l’area di Osmannoro che è ricca di centri commerciali. Dove si acquista i furgoni servono.
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SHARING NEWS
LA MOBILITĂ€ Ăˆ CONDIVISA
Dalle auto alle bici passando per bus e scooter (e domani gli aerei): tutte le facce della sharing mobility racchiuse in un perimetro a geometria variabile. Progetti e app, soluzioni e test. Con Sharing News condividiamo prima di tutto le idee
CI SIAMO ANCHE NOI!
CIRCOLARE E CONDIVISA
Dici sharing e pensi Milano e Roma. E le piccole e piccolissime cittĂ ? Come condividere fuori dai grandi circuiti? Ci ha pensato Blablacar, la piattaforma digitale che gestisce i passaggi in auto, con una nuova funzionalitĂ attiva sul sito e sulle app. In pratica, l’aspirante passeggero inserisce l’esatto luogo di partenza (o di arrivo): una cittĂ , un paese, un bar o persino un indirizzo; Blablacar ‘cerca’ un conducente che possa passare a prenderlo (o lasciarlo) lungo il tragitto che ha giĂ stabilito di percorrere. Accettata la deviazione, la piattaforma suggerisce un punto d’incontro comodo da raggiungere per entrambi. Per esempio: un conducente che abbia pubblicato un’offerta di passaggio da Napoli a Mestre, e che abbia solo uno o due posti prenotati per l’intera tratta, può ricevere una richiesta di prenotazione da un passeggero in partenza da Frosinone e diretto a Padova, due cittĂ che si trovano lungo il suo percorso. La nuova funzionalità è attiva nei percorsi tra Milano e Roma, Roma e Lecce, Torino e Bologna, Bergamo e Trieste, Napoli e Trieste, Milano e Reggio Calabria, Cagliari e Olbia, e Trapani e Messina.
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IONIQ, HYUNDAI CI PROVA IN OLANDA L’area metropolitana di Amsterdam banco di prova per il car sharing elettrico di Hyundai, che a ottobre ha inaugurato il suo primo servizio di veicoli EV in condivisione schierando 100 Ioniq Electric. Costo base, 0,25 euro al minuto. Con un’autonomia dichiarata fino a 280 km (ciclo Nedc) e grazie alla batteria agli ioni polimeri di litio (28 kWh), Ioniq Electric si ricarica fino all’80 per cento in 23 minuti ed è quindi in grado di offrire estrema flessibilità agli utenti del car sharing. Utenti che possono anche contare su un servizio di ricarica rapida on demand grazie a un esemplare di Ioniq Electric, equipaggiato con un sistema vehicle-to-vehicle charger in grado di ricaricare le auto ovunque si trovino.
TIASSISTO24 AGGREGA Omoove (gruppo Octo Telematics), e l’aggregatore di servizi per automobilisti e motociclisti Tiassisto24, hanno avviato una partnership win-win per offrire da un lato i servizi di ride sharing e car sharing alla community dei driver di Tiassisto24 e dall’altro distribuire i servizi di Tiassisto24 ai clienti della piattaforma Sharemine di
CON OMOOVE Omoove. La piattaforma può essere utilizzata dalle famiglie per condividere i percorsi casa-scuola o in occasione di eventi sportivi, oppure da gruppi di amici per raggiungere localitĂ
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poco accessibili con il trasporto locale, ma permette anche di calendarizzare scadenze quali tagliandi, cambi gomme, assicurazione... Un’altra novità che riguarda Tiassisto24, frutto della partnership con Avvocati Indipendenti, è Help Multe, servizio di assistenza alla contestazione di una multa via app.
INNOVAUTO VIRA SULLO SHARING ‘Connected, Electric & Shared: verso la mobilitĂ 4.0’. Ăˆ il titolo di ‘InnovAuto 2018’, una giornata dedicata al mondo Automotive & Fleet in programma a Milano il 18 febbraio. Dall’auto elettrica ai nuovi sistemi di infotainment, dalla black box alle nuove prospettive per la mobilitĂ aziendale, l’evento è strutturato in modo da fornire sia uno sguardo sul futuro, sia dati concreti sulle applicazioni delle innovazioni tecnologiche che stanno interessando il settore. Previste sessioni interattive, pranzi riservati e colazioni tematiche per offrire occasioni di networking tra colleghi.
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BLOG
MY ARVAL COMMUNITY
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Parla con noi
Qualità del servizio e soddisfazione dei clienti sono tra gli asset principali della strategia Arval. La piattaforma che li mette in contatto è “un tassello in più del percorso di ascolto”. Siamo andati online con Emmanuel Lufray
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i impegniamo ad ascoltare la loro voce”. Il direttore Business Engineering & Organization di Arval Italia, Emmanuel Lufray, spiega com’è nata la piattaforma web ‘My Arval Community’, l’ultima iniziativa in ordine di tempo di una strategia basata sulla qualità del servizio e la soddisfazione dei clienti. “Un esempio concreto è rappresentato dal GSI - Global Satisfaction Insight, il report annuale che raccoglie il grado di soddisfazione di tutti i nostri stakeholder, clienti, driver, partner e collaboratori, analizzato attraverso survey periodiche. My Arval Community”, entra nel merito Lufray, “si sviluppa in questo contesto, aggiungendo un ulteriore tassello al percorso di ascolto di Arval Italia, che verso i propri clienti vuole porsi non solo come un fornitore di servizi ma come un vero e proprio partner”.
del loro lancio ufficiale, consentendoci così di ridurre il time to market dei nostri processi e dello studio e innovazione dell’offerta, rendendoci più reattivi.
F&F 300 iscritti sono un buon punto di partenza? È un numero che ci ha sorpreso, anche perché abbiamo avviato una fase pilota con un gruppo selezionato di gestori di flotta; in molti hanno già preso parte attivamente ai forum, il che dimostra la validità dell’iniziativa. L’obiettivo è quello di estendere sempre di più la partecipazione dei nostri clienti che, ci auguriamo, possono trovare in My Arval Community risposte e un ambiente di confronto aperto. Ricordiamo che la piattaforma è moderata da personale esterno a garanzia della neutralità della piazza virtuale.
Lanciata in Francia, la piattaforma web ha attecchito da subito anche in Italia, dove sono già 300 i gestori di flotta iscritti e attivi. L’implementazione di questa attività web-based nelle filiali Arval degli altri Paesi europei è prevista nei prossimi mesi.
F&F Di che cosa si scrive? F&F Possiamo definirlo il blog dei fleet manager? My Arval Community non è solo un blog: è sicuramente un luogo di confronto in cui i fleet manager possono parlare e condividere opinioni ed esperienze sui principali temi relativi alla mobilità aziendale. Inoltre, ci dà la possibilità di ascoltare la voce dei nostri clienti recependone le esigenze, e di presentare in anteprima prodotti e servizi allo studio di Arval, quindi prima www.flottefinanzaweb.com
Gli argomenti sono ovviamente quelli della mobilità aziendale: auto con alimentazione alternativa, veicoli commerciali, soluzioni ad hoc per i driver... My Arval Community ci permette di raccogliere feedback su temi specifici in diversi Paesi contemporaneamente, per avere un benchmark immediato sull’evoluzione dei bisogni nelle diverse realtà locali e capire similitudini/differenze da considerare nella composizione dell’offerta. novembre 2017 - Flotte&finanza - 25
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SEAT IBIZA BUSINESS
LAVORA SODO Arriva anche nel mondo delle flotte la quinta generazione della due volumi ispanica. Offerta con un allestimento specifico e un’interessante motorizzazione alternativa di Gianluca Ventura
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osì versatile da vederla spesso vestire anche la divisa delle nostrane Forze dell’Ordine. È la due volumi Ibiza, un classico della Casa iberica e ormai giunta alla sua quinta generazione. Introdotta nel 1984, è diventata un’icona per la Seat, tanto da essere la sua vettura da più tempo sul mercato e in assoluto il modello più venduto, con oltre 5,4 milioni di esemplari consegnati. Ora, un altro cambio epocale
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per questa vettura, che nel nuovo layout lanciato quest’anno abbandona le carrozzeria tre porte e familiare in favore solo di una cinque porte che la catapulta di diritto nel mondo del fleet aziendale.
Migliora l’abitabilità Prima vettura sviluppata sull’inedita piattaforma MQB A0 del Gruppo Volkswagen, su cui saranno realizzate le
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LA SCELTA DI Flotte&finanza INTERNI All’estrema sinistra, linee pulite per la plancia, che nell’allestimento Business offre al centro il sistema d’infotainment con schermo tattile da 8 pollici a comando vocale, completo di navigatore, bluetooth, slot Sd e collegato a ben sei altoparlanti. Nelle due foto al centro, la selleria posteriore (ad abbattimento frazionato) e anteriore. Qui a lato, l’ampio baule da 355 litri che, sotto il piano d’appoggio, ospita il ruotino di scorta, offerto come dotazione di serie dell’allestimento in questione.
nuove generazioni della Vw Polo e dell’Audi A1, è di due millimetri più corta della precedente generazione, ma più larga di 87 e col passo allungato di 95. Per offrire più spazio nell’abitacolo rispetto alla progenitrice e consentendo così (grazie anche all’ampio bagagliaio) di fare a meno di una station wagon. Per chi vuole ancora più spazio, c’è il pacchetto ‘Storage’, che con 350 euro aggiuntivi ti offre il bracciolo centrale anteriore, un porta-
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Cognome e nome Seat Ibiza Business Luogo di nascita Spagna Versione 1.6 Tdi Alimentazione gasolio Cilindrata cm3 1.598 Potenza kW (Cv)/giri 59 (80)/2.700-4.800 Coppia Nm/giri 230/1.400-2.400 Omologazione Euro 6b Cambio/n° marce manuale/5 Consumo combinato l/100 3,8 Emissioni CO2 g/km 99 Capacità serbatoio l 40 Capacità bagagliaio dm3 355 Lunghezza mm 4.059 Passo mm 2.564 Larghezza mm 1.780 Altezza mm 1.444 Massa vettura kg 1.247 Prezzo (chiavi in mano) € 19.050 On line www.seat-italia
oggetti sotto i sedili anteriori e il doppio fondo nel baule. Completamente rivista la line-up motori, tutti Euro 6 e con stop/start di serie. Tanto per sottolineare la nuova vocazione professionale dell’Ibiza 2017, sono disponibili subito due turbodiesel millesei da 59 e 70 kW (80 e 95 Cv), per rispettivamente 230 e 250 Nm di coppia, con la prima taratura consentita ai neopatentati: se nel weekend volete condividere la vostra Ibiza coi figli freschi di pa-
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TECNOLOGIA Grazie al transponder del sistema opzionale Kessy, è possibile avviare o spegnere l’auto senza inserire le chiavi nel quadro (all’estrema sinistra). Di serie le luci diurne a led: i fari full led (al centro) si pagano a parte. Nel tunnel centrale, sotto il controller clima (a lato) si può avere il Connectivity box per ricaricare induttivamente lo smartphone o sfruttare un amplificatore del segnale Gsm.
MECCANICA Per un uso professionale, la motorizzazione regina è senza dubbio quella a gasolio del quadricilindro 1,6 litri Tdi, offerto in due tarature, 59 e 70 kW (80 e 95 Cv). Ma la scelta più sostenibile potrebbe essere quella del nuovo tre cilindri a gas Tgi (raffigurato qui a lato), un 999 centimetri cubi da comunque 66 kW (90 Cv). Funziona a metano stoccato in una bombola toroidale da 13 chili di capacità piazzata nel vano ruota di scorta, che quindi è sostituita dal kit di riparazione tyre fit.
La nuova Ibiza porta al debutto un allestimento tagliato apposta per il settore professionale, battezzato Business. Che nel prezzo include le vernici metallizzate, gli interni
rivestiti nel pratico tessuto tecnico Orgad grigio antracite, quattro cerchi in lega da 15 pollici ‘Enjoy’ con pneumatici 185/65 e ruotino di scorta sottobaule (assente però nel caso della motorizzazione Cng, che richiede una bombola aggiuntiva), nonché fari fendinebbia completi d’assistenza alla svolta. Ma soprattutto c’è compreso un media center con schermo tattile da 8 pollici, dotato di navigatore e molto altro. Secondo noi ormai irrinunciabili alcuni accessori offerti con un minimo sovrapprezzo, come il Connectivity box (vedi riquadro in alto) e la radio digitale Dab, entrambi a 200 euro l’uno. Ne servono invece 600 per i fari full led, 50 in meno per l’utilissimo Parking pack, che abbina ai sensori di parcheggio anteriori/posterori una retrocamera, e altri 50 in meno per il cruise control adattivo. Quanto ai pacchetti manutenzione, con 700 euro non ci si pensa più per cinque anni o 75mila chilometri.
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carrozzeria tre porte e alla station wagon, rimpiazzate da altri modelli del marchio. L’Ibiza atto quinto viene offerta solo a cinque porte e sostanzialmente inalterata nella lunghezza di pochissimo oltre i quattro metri - rispetto alla serie precedente.
tente, allora questa è un’ottima soluzione. Ma un’alternativa molto valida per i globetrotter dall’animo ecologico - o semplicemente per ovviare ai ticket in quelle Ztl che concedono ancora esenzioni a tali motorizzazioni - può essere l’innovativo tricilindro benzina turbo Tgi da un litro scarso, alimentabile anche a gas metano, i cui consumi dichiarati s’attestano sui 4,9 chili per 100 chilometri e l’anidiride carbonica emessa non va oltre gli 88 grammi/chilometro. Tra 4.500 e 5.800 giri eroga 66 kW (90 Cv) di potenza, fornendo 160 Nm di coppia a 1.500 giri. Manuale a cinque marce il cambio per Tdi e Tgi.
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INGOMBRI Addio alla
SISTEMI DI SICUREZZA La quinta generazione dell’Ibiza non lesina sul fronte sicurezza. Offre, di serie, airbag anteriori frontali (quello passeggero disinseribile) e laterali a tendina, Abs, Esp, Front assist (con sistema di frenata d’emergenza automatico e riconoscimento pedoni), limitatore di velocità e il sistema antiarretramento per le partenze in salita.
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NEWS ATTUALITĂ€
A PROPOSITO DI FLOTTE&FINANZA
‘Pillole’ dall’Italia e dal mondo. Dall’andamento del mercato del renting all’attuale offerta di servizi, fino ai consigli per gli automobilisti. Cos’è cambiato e cosa cambierĂ per i gestori e gli utenti di auto aziendali
ALLESTIMENTI A LUNGO TERMINE
CARDINALI LASCIA ALPHABET
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Il tempo di presentare Smart Mobility Forum ed ecco l’annuncio che avrĂ ripercussioni anche fuori dalla ‘sua’ Alphabet: Andrea Cardinali, presidente e amministratore delegato della filiale italiana da ottobre 2011, ha rassegnato le dimissioni. “Lascio al mio successore un’azienda sana e ben posizionata nel merPassaggio di cato, pronta a superare le sfide future, con una crescita a due testimone tra Andrea Cardinali, a sinistra, e Andrea Castronovo. cifre, una redditivitĂ solida e sostenibile, riconosciuta in ambito digitale. Desidero ringraziare la mia squadra e augurarle un futuro pieno di successiâ€?. Replica Norbert van den Eijnden, CEO di Alphabet International: “Ringrazio sinceramente Andrea per l’ottimo lavoro svolto in questi sei anni: dall’integrazione di ING Car Lease ai lanci di AlphaElectric e AlphaCity, fino agli eccellenti risultati di business, in continua crescitaâ€?. Dal primo febbraio subentrerĂ a Cardinali Andrea Castronovo, attualmente head of customer centric sales strategy, MPM, process management presso BMW Group.
SUPERAMMORTAMENTO VERSO IL BIS? Consentire a chi acquista vetture nuove come beni strumentali di usufruire del Superammortamento anche nel 2018. Ăˆ questa, in estrema sintesi, la richiesta di Aniasa, Anfia, Assilea, Federauto e Unrae in rappresentanza dell’intero settore automobilistico nazionale. Il Disegno di Legge di Bilancio 2018 prevede infatti la proroga dell’agevolazione, che scende dal 140 al 130 per cento, ma esclude le autovetture. Le associazioni parlano di “discriminazione settoriale, che rischia di incidere molto negativamente su tutto il comparto a danno del sistema economico italiano, in esplicita controtendenza con la Strategia Energetica Nazionale 2017 e gli impegni internazionali presi dal nostro Paese in termini di rinnovo del parco auto circolante, di maggiore sicurezza stradale e di sostenibilitĂ ambientaleâ€?.
BUSINESS SERVICE PROGRAM Ăˆ il servizio dedicato da CercaOfficina.it, il portale web che consente di individuare l’officina meccanica a cui affidarsi per la riparazione della vettura, alle aziende con parchi auto di proprietĂ . Attraverso ‘Business Service Program’ il gestore della flotta riceverò i preventivi per gli interventi da eseguire e, dopo aver valutato la proposta migliore, porterĂ la vettura presso il centro di assistenza selezionato. Sopra i 150 veicoli è disponibile la versione Premium, che garantisce costi di intervento uniformati su tutto il territorio nazionale e un unico centro di fatturazione. SarĂ il cliente a decidere se utilizzare ricambi originali o di qualitĂ equivalente.
L’EDIZIONE PIĂ™ BELLA Lo hanno decretato, unanimi, commercianti, collezionisti, Case automobilistiche, pubblico e, ovviamente, gli organizzatori. Stiamo parlando di ‘Auto e Moto d’Epoca 2017’, 34esima edizione della kermesse padovana che ha registrato la presenza di 115.000 visitatori dentro i padiglioni della fiera e di 30.000 nel Future Hub, l’area espositiva esterna
DI SEMPRE sulla mobilitĂ del futuro. A testimoniare la qualitĂ di collezionisti e compratori, la vendita di automobili sopra i 100mila euro; trend positivo anche per le auto tra i 5.000 e i 20.000 euro, a conferma
dell’interesse soprattutto da parte dei piÚ giovani. Soddisfazione infine dei responsabili di Bonhams, la prestigiosa casa d’aste inglese tornata in Italia dopo piÚ di 35 anni, per un’asta che ha totalizzato tre milioni di euro, con in testa la Mercedes 300 SL Roadster del 1957 venduta a 897mila. Prossimo appuntamento, dal 25 al 28 ottobre 2018.
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GUIDA ALLA SCELTA di Matthieu Colombo
Piace alla gente che piace Era lo slogan dello spot Y10, utilitaria di classe quanto l’indiscutibile Lancia Thema. Ai tempi, anche i calciatori o i cantanti, testimonial della Y10, potevano essere eleganti. Oggi l’auto ha perso per strada quell’aria austera e compita, non provocatrice. Ma chi può guidare ‘premium’, magari non vuole dare nell’occhio. La soluzione sono le berline. Ecco la nostra scelta anti superbollo con motori potenti. In coda, elettriche ‘ecos symbol’ Alfa Romeo Giulia Super Q4 AWD
Audi A4 Quattro S.tr Bus. Sport
2.2 diesel 132 kW (180 Cv) da 46.050 a 58.000 euro iva inclusa
2.0 diesel 140 kW (190 Cv) da 48.670 a 59.010 euro iva inclusa
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 98%) • Optional da prendere: navi 3D da 8.8” 1.100 euro • Differenza per versione Veloce 154 kW 5.000 euro • Volume bagagliaio 480 litri • La Giulia di F&F costa 50.950 euro con iva
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 89%) • Optional da prendere: virtual cockpit 600 euro • Differenza per carrozzeria sw Avant 1.600 euro • Volume bagagliaio 480 (505 per la sw) litri • La A4 quattro di F&F costa 54.035 euro con iva
Con una Alfa non si lesina sui cavalli, siamo d’accordo, ma la differenza economica per passare da 180 a 210 Cv secondo noi non vale le prestazioni. La nostra è una 180 Cv, cambio auto, cerchi 18 (in foto), metallizzato, pelle, navi 3D da 8.8”, palette al volante e 4x4. Si perchè conserva il piacere della trazione posteriore e aggiunge l’anteriore solo se in crisi.
È uscita da poco più di un anno ed è un concentrato del savoir faire Audi. Noi la scegliamo ricca, ma senza pacchetti estetici inutili. Motore 2.0 Tdi da 190 Cv, trazione integrale quattro, cambio auto a doppia frizione Stronic, metallizzato, cerchi da 18”, fari led Evo, alcantara, navi Mmi plus (touch) e volante sport. La frenata automatica pedoni vale 850 euro.
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FLEET CONFIGURATOR
BMW 325d M Sport
Jaguar XE 25d AWD Aut. R-Sport
2.0 diesel 165 kW (224 Cv) da 51.800 a 58.520 euro iva inclusa
2.0 diesel 177 kW (241 Cv) da 51.212 a 63.001 euro iva inclusa
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 95%) • Optional da prendere: navi Professional 980 euro • Differenza per carrozzeria sw Touring 2.550 euro • Volume bagagliaio 480 (495 per la sw) litri • La Serie 3 di F&F costa 54.429 euro con iva
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 92%) • Optional ‘obbligatorio’ e caro: navigatore 2.388 euro • Il pacchetto smart con frenata pedoni 1.603 euro • Volume bagagliaio 455 litri • La XE di F&F costa 58.558 euro con iva
La M Sport non è solo estetica, ma anche telaio. Noi la scegliamo a trazione posteriore con il 2.0 diesel biturbo, cambio auto sport, metallizzato Individual e navi Pro. Se la volete xDrive (4x4 non permanente) passate alla 320d (190 Cv), optando per la Luxury, rinunciando a 110 litri di bagagliaio e aggiungendo mille euro. Una nuova Serie 3 è attesa entro il prossimo anno.
La consigliamo a chi vuole un’auto diversa, poco diffusa. Le Jaguar di oggi hanno una qualità ben superiore a quelle degli anni 2000. A conti fatti, con le opzioni il prezzo decolla rapidamente e vien subito da pensare alla sorella maggiore XF, esteticamente più filante ed equilibrata. Resta il fatto che è una delle due litri diesel 4x4 più potenti del mercato.
Mercedes C 250d 4 Mat. Business
Volkswagen Arteon Sport
2.2 diesel 150 kW (204 Cv) da 48.091 a 59.763 euro iva inclusa
2.0 diesel 176 kW (240 Cv) da 55.300 a 60.460 euro iva inclusa
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 92%) • Scegliete gli interni in pelle basici da 3.000 euro • Differenza per sw (pari allestimento) 1.708 euro • Volume bagagliaio 480 (435 se 4 Matic) litri • La Classe C di F&F costa 52.028 Euro con iva
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 96%) • Optional da valutare: navi pro 900 euro • Risparmio con trazione anteriore (190 Cv) 5.200 euro • Volume bagagliaio 563 litri • La Arteon di F&F costa 57.610 Euro con iva
Il listino piace perché puoi scegliere una macchina tecnicamente di sostanza, completa, senza esagerare. A volte è però difficile capire le logiche. La nostra è una 250d con cerchi da 18”, metallizzato, fari led e vetri atermici. Per aggiungere gli interni in pelle abbiamo dovuto fare attenzione perché alcuni innescano l’AMG Line e il prezzo sale di settemila euro.
È l’ultima arrivata del Gruppo, ma non certo per contenuti. La Volkswagen Arteon è un esempio di eleganza tecnologica. Sotto al cofano il due litri biturbo da 240 Cv collaudato dalla Passat e l’irrinunciabile cambio Dsg. Noi l’abbiamo scelta Sport con metallizzato, cerchi da 20”, ruota di scorta e airbag laterali posteriori. Potete aggiungere il navi professionale.
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4 Mot. DSG
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FLEET CONFIGURATOR
Volvo S90 D4 AWD Busin. Plus
Jaguar XF 20d AWD Aut. Prestige
2.0 disel 140 kW (190 Cv) da 56.840 a 64.560 euro iva inclusa
2.0 diesel 177 kW (241 Cv) da 54.190 a 69.600 euro iva inclusa
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 95%) • Senza trazione integrale si rispariamiano 2.500 euro • Differenza per carrozzeria sw (V90) 2.960 euro • Volume bagagliaio 500 (560 per la V90) litri • La S90 di F&F costa 59.460 euro con iva
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 92%) • Optional da prendere: navigatore base 2.779 Euro • Differenza per carrozzeria sw 2.500 euro • Volume bagagliaio 540 litri • La XF di F&F costa 61.738 euro con iva
La proprietà cinese ha dato uno slancio al marchio. Ora le Volvo oltre che sicure sono belle, moderne, tecnologiche. La S90 è un’alternativa ai nuovi suv e maxiwagon di Casa. Noi l’abbiamo allestita quanto basta (la Business Puls ha già un bell’impianto infotainment con navi): metalizzato, cerchi da 18”, ruotino di scorta e telecamera posteriore.
Sembra impossibile che una berlina di questo livello in allestimento Prestige (non base) non abbia il navigatore e che oltretutto l’opzione costi 2.779 euro. A questo noi abbiamo aggiunto solo il metallizzato, i sensori e la telecamera per il parcheggio e abbiamo oltrepassato i sessantamila euro nonostante il motore da 180 Cv. Con il 240 Cv sono 65.440 euro.
BMW 520d xDrive Business
Audi A6 Quattro S.tr Business
2.0 diesel 140 kW 190 Cv da 56.500 a 67.385 euro iva inclusa
2.0 diesel 140 kW (190 Cv) da 58.580 a 65.635 euro iva inclusa
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 91%) • Senza trazione integrale si risparmiano 4.900 euro • Differenza per carrozzeria sw Touring 2.600 euro • Volume bagagliaio 530 (570 per sw) litri • La Serie 5 di F&F costa 61.980 euro con iva
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 91%) • Senza trazione integrale si risparmiano 3.150 euro • Differenza per carrozzeria sw Avant 2.400 euro • Volume bagagliaio 530 (565 per sw) litri • La Audi A6 di F&F costa 58.730 euro con iva
Già con il solo 2 litri da 190 Cv la nuova Serie 5 è allegra. Anche con xDrive (4x4 non permanente). Il navigatore è di serie. Noi scegliamo la Business con metallizzato, cerchi da 18”, navi più grande (10,25”), Real time traffic, telecamera posteriore e quattro ruote sterzanti. Rispetto al modello precedente ha un design più filante e un comfort superiore.
La facilità di guida di questa A6 è stupefacente. Anche se nel 2018 dovrebbe uscire una di nuova generazione, resta una scelta razionale. Noi scegliamo l’allestimento Business plus (non scimmiottate la RS6...) che inlude la pelle, metallizzato e volante sportivo. La vettura si può arricchire oltre il ragionevole. Citiamo ad esempio l’impianto audio B&O da 7.215 euro.
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FLEET CONFIGURATOR
Mercedes E220d 4 Mat. Busi. 2.0 diesel 143 kW (194 Cv) da 59.178 a 70.673 euro iva inclusa
Un aiuto per la scelta • Sicurezza 5 stelle Euro NCAP (protezione 95%) • Senza trazione integrale si risparmiano 2.806 euro • Differenza per carrozzeria sw 2.254 euro • Volume bagagliaio 540 (640 per la sw) litri • La Classe E di F&F costa 63.240 euro con iva
Tesla Model 3 full electric da 29.494 euro (35.000 US Dollar) a circa 45.000
Un aiuto per la scelta • Sicurezza stelle Euro NCAP - test non effettuato • Allestimento molto completo - autonomia 350 km • Touchscreen da 15” con mappe e navigatore di serie • Volume bagagliaio 424 litri • La Model 3 di F&F dovrebbe costare 40.000 euro “Prenota subito la tua Model 3 per riceverla tra 12-18 mesi (con 1.000 euro via carta di credito). Quando sarà necessario effettuare l'ordine, invieremo un'e-mail ai titolari della prenotazione”. Così recita il sito del costruttore dell’auto elettrica cinque posti più sognata. Più 7.000 euro per la versione con 500 km d’autonomia.
Ecos symbol
L’allestimento Business Sport include il navi da 12,3”. Noi aggiungiamo il mantenimento di corsia, l’Active Distance Assist Distronic, metallizzato, cerchi da 18” e la connessione avanzata smartphone. Il nuovo motore 2.0 manda in pensione il 2.2.
Renault Zoe Life Q90 41kWh
BMW i3 94Ah
Smart E drive 60 kWh
full electric da 26.300 (batteria a noleggio) a 34.300 euro (proprietà)
full electric da 39.150 (batteria a noleggio) a 45.389 euro (proprietà)
full electric da 23.920 a 25.608 euro iva inclusa
Le auto elettriche sono praticamente prive di manutenzione (pneumatici e freni) ma una sostituzione batterie costa una fortuna. Meglio noleggiarle da Renault, che in base al vostro utilizzo le può mantenere sempre efficienti.
Noi scegliamo la versione ‘base’ con navi Pro, metallizzato e pompa di calore per un totale di 42.790 euro. La pompa di calore riscalda l’abitacolo anche ad auto ferma e mantiene le batterie alla giusta temperatura (autonomia).
La smart è completa e se non si vuole l’estetica che la caratterizza come elettrica basta aggiungere radio digitale e cavo supplementare per presa domestica e si arriva a 24.535 euro. Il navigatore non è al momento disponibile.
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LE PROVE DI F&F TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
LA SCELTA DI Flotte&finanza
JEEP COMPASS
RICALCOLATA
Addio all’anonima progenitrice, ora si fa sul serio con un vero fuoristrada ispirato direttamente all’ammiraglia Grand Chereokee, da cui riprende molte soluzioni. Motori esclusi di Gianluca Ventura
Cognome e nome Jeep Compass Luogo di nascita Messico Versione 2.0 Multijet II 4x4 Business Alimentazione gasolio Cilindrata cm3 1.956 Potenza kW (Cv)/giri 103 (140)/3.750 Coppia Nm/giri 350/1.750 Omologazione Euro 6b (senza Scr) Cambio/n° marce meccanico/6 Consumo combinato l/100 5,2 Emissioni CO2 g/km 138 Capacità serbatoio l 60 Capacità bagagliaio dm3 438 (1.251*) Lunghezza mm 4.394 Passo mm 2.636 Larghezza mm 1.819 Altezza mm 1.638 (1.644 con barre) Massa vettura kg 1.615 Prezzo (chiavi in mano) € 34.000 On line www.jeep-official.it (*) Con sedili posteriori abbattuti.
Sopra, in primo piano, la nuova Compass in allestimento Limited e, sul fondo, la Trailhawk, studiata per l’off-road duro e capace di arrivare pressoché ovunque.
T
utta nuova, completamente ricalcolata. Un taglio netto col passato e con l’anonimo Suv che era per diventare una sorta di piccola Grand Cherokee. Questa la nuova Jeep Compass, uno sport utility compatto che strizza l’occhio - come sempre succede con il brand americano - all’off-road duro, testimoniato dalla
prova sugli impegnativi sterrati portoghesi nei dintorni di Cascais. Almeno optando per quella con trazione 4x4. Perché, così come la piccola Renegade, anche la Compass c’è pure con la sola trazione anteriore, dotata di due motorizzazioni della famiglia’ Multi’ by Fiat, ossia il millequattro Air benzina da 140 Cv e il millesei Jet turbodiesel da 120, entrambi disponibili con la sola trasmissione manuale esarapporto.
Integrale solo quando serve Chi vuole l’integrale Active Drive a inserimento automatico deve invece tassativamente puntare sul 2 litri turbodiesel Multijet II da 140 o 170 Cv, entrambi offerti anche col raffinato cambio automatico nove rapporti Zf dotato di convertitore (il 140 si può avere anche manua34 - Flotte&finanza - novembre 2017
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LE PROVE DI F&F INTERNI La nuova Compass è progettata negli Stati Uniti d’America, ma la costruzione per l’Europa si fa in Messico. Sono sei i livelli di allestimento previsti: (in ordine di ‘ricchezza’) Sport, Longitude, Business, Limited, Trailhawk e Opening Edition, con dei delta di prezzo che si aggirano sui 2.000 euro circa. Da sinistra, la plancia col sistema d’infotainment che sfrutta uno schermo tattile da 7 o 8,4 pollici in base alle versioni, completo di CarPlay e Android Auto. Tra gli optional anche l’ampio tetto apribile vetrato.
le). Si possono selezionare le modalità di funzionamento della trazione tra quattro programmi (Auto, Neve, Sabbia e Fango) e in fase d’acquisto scegliere se avere o meno anche le ridotte, utili a chi ama la guida in fuoristrada, per la quale Jeep offre pure l’Hill Descent Control, il sistema attivabile con un pulsante che controlla automaticamente la velocità in discesa agendo sui freni. Quanto alle sospensioni, tutte a ruote indipendenti con molle elicoidali, si abbina un’anteriore di tipo MacPherson alla posteriore di tipo Chapman e c’è una valvola Fsd (Frequency Selective Damping) che filtra in modo attivo gli scossoni ad alta frequenza trasmessi dal selciato. Sul fronte allestimenti, per il mondo del noleggio a lungo termine Jeep propone una versione Business. Include cruise control, climatizzatore automatico bi-zona, cerchi in lega da 17 pollici, sedili in ecopelle più tessuto, sistema d’infotainment Uconnect con schermo tattile da 8,4 pollici, dotato di radio Dab digitale, navigatore e connessione CarPlay Apple/Android Auto, nonché retrocamera abbinata ai sensori di parcheggio posteriori. Comprese nell’allestimento anche le barre portatutto sul tetto.
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SPAZIO Nelle due foto a sinistra, il baule con e senza schienale abbattuto (in modalità 2/3 + 1/3): misura 1.069 millimetri in larghezza, 691 in altezza e 605 in profondità. Acquistando ruotino o ruota di scorta (extra), la capacità del bagagliaio scende a 368 decimetri cubi, foto al centro. Nelle due immagini a destra, dall’alto, i due porta bicchieri/bottigliette ricavati nei pressi del cambio e il portaoggetti celato sotto il bracciolo centrale tra i sedili anteriori.
Validi invece per tutte le Compass 4x4, una capacità di guado che supera i 400 millimetri, angoli d’attacco/ uscita pari a 16,8/31,7 gradi e un’altezza minima da terra di 215 millimetri. I progettisti americani hanno infine prestato molta attenzione alla ‘salute’ dei passeggeri, installando settanta funzionalità di sicurezza o protezione e offrendone molte anche di serie, come il Front Collision e il Lane Departure Warning. Utili ai più distratti. MECCANICA Offre il cambio manuale a 6 rapporti o l’automatico a 9 (in foto) e la trazione 4x4 a inserimento automatico. Col selettore al tunnel settato su ‘auto’ si viaggia con tutta la trazione sull’anteriore, ma quando l’aderenza viene meno l’elettronica ne trasferisce il 50 per cento dietro. Agendo sul rotore, si può bloccare il 4x4, così come lasciare scegliere al computer come ripartire la coppia tra le ruote in base alla tipologia di terreno impostata. Sotto, da sinistra, il differenziale posteriore, il sistema d’infotainment che mostra anche come viene ripartita la trazione e il 2 litri diesel Multijet Fiat a 140 e 170 Cv.
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LE AUTO DI F&F TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
Carta d’identità Cognome e nome Luogo di nascita Versione Motore marca e modello Cilindrata cc PotenzakW(Cv)@giri Coppia Nm@giri Inquinanti omol/sistema Cambio tipo/marce Lunghezza mm Altezza mm Passo mm Larghezza mm Altezza interna mm Altezza da terra mm Larg. tra passaruota mm Lung. vano di carico 7-8 posti mm Lung. vano di carico 4-5 posti mm Lung. vano di carico 2-3 posti mm Volume massimo di carico dm3 Peso totale a terra kg Carico utile massimo kg On line
Renault Trafic Space Class Francia L1 L2 Renault Energu dCi 1.598 92 (125 )@3.500 107 (145)@3.500 320@1.500 340@1.500 Euro 6b/Fap manuale/6 4.999 5.399 1.971 1.971 3.098 3.498 1.956 1.956 1.300 1.300 3.320 3.670 160 160 693 908 1.583/1.601 1.908/1.926 2.514 2.914 5.200 6.000 2.890-2.995 2.970-3.030 744-1.039 761-1.044 www.renault.it
RENAULT TRAFIC SPACECLASS
Navetta spaziale La Losanga si lancia in un nuovo segmento trasformando il suo commerciale di punta in un’auto fino a otto posti molto confortevoli di Tiziana Altieri
L
avorare comodamente anche durante gli spostamenti per non perdere minuti preziosi: con Trafic SpaceClass si può. Il veicolo commerciale della Losanga si trasforma, infatti, in una vettura confortevole per il trasporto di un massimo di otto persone. Dedicata prevalentemente alla clientela business (alberghi e aziende), è disponibile dal mese di novembre in due lunghezze (5 e 5,4 metri), a partire da 39.900 euro Iva inclusa. A caratterizzare il veicolo esternamente sono i fari a led a forma di L, i vetri oscurati e gli esclusivi dettagli nero
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lucido che ritroviamo nei retrovisori, nelle maniglie delle porte, nelle protezioni laterali inferiori, nella maniglia del portellone posteriore e nella fascia porta-targa. Curati nei particolari gli interni, che adottano rivestimenti rinnovati, sedili in pelle e dettagli in alluminio per regalare un’atmosfera da first class.
Modularità al top Con più di 50 configurazioni possibili da 2 a 8 posti, Trafic SpaceClass offre notevoli possibilità di personalizzazione,
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LE AUTO DI F&F
INTERNI CONFORTEVOLI, progettati per una clientela business quelli di Trafic SpaceClass. Da sinistra, la plancia in nero carbonio con i dettagli in alluminio e il volante in pelle, il navigatore, la configurazione 8 posti con funzionalità ‘easy-entry’ che consente di accedere con estrema facilità anche alla terza fila di sedili, la versione Signature con tavolino centrale scorrevole ed estraibile e quella con sedili contrapposti, l’accesso al veicolo e la riunione a bordo.
grazie a divanetti e sedili scorrevoli, retrattili e girevoli disposti su binari. Nella configurazione ‘Signature’, la new entry francese si trasforma in una vera e propria sala riunioni in movimento, grazie al tavolino centrale scorrevole ed estraibile, alle luci a led di cortesia, alle prese Usb e a quelle da 220V/300W per ricaricare ogni dispositivo mobile al seguito. I numerosi vani portaoggetti e i sedili individuali girevoli permettono di lavorare a bordo come in ufficio. Generose anche le misure del vano bagagli, con un volume che va da 550 a 1.000 de-
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cimetri cubi per la versione più corta e da 890 a 1.800 decimetri cubi per la long. Attesa nel 2018, invece, la configurazione ‘Escapade’, (da 2 a 7 posti) con sedili convertibili in posti letto lunghi fino a 1,90 metri. Sotto il cofano si nasconde il motore Twin-Turbo diesel Energy 1,6 dCi da 92 e 107 kW (125 o 145 Cv), conforme alle norme Euro 6C. In abbinamento il cambio manuale a 6 marce, ma i vertici hanno fatto sapere che starebbero già lavorando all’introduzione di un automatico.
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ECO NEWS
IL NOLEGGIO Ăˆ ECOCOMPATIBILE
Elettrico e ibrido, metano e idrogeno... Gli orizzonti ‘verdi’ del renting a lungo e breve termine appaiono sempre piĂš sconfinati. Flotte&finanza li mette a fuoco per voi, riferendo di accordi, novitĂ , progetti. Anche decisamente futuribili...
IONITY, LA GRANDE ALLEANZA
ALTOATESINO? DRIVE DIFFERENT!
Bmw, Daimler, Ford e Volkswagen Group con Audi e Porsche, hanno dato vita a una joint venture per la costruzione di 400 stazioni di ricarica rapida sul territorio europeo da qui al 2020. Le prime venti, collocate a circa 120 chilometri di distanza l’una dall’altra, saranno realizzate lungo le autostrade e le principali arterie in Germania, Norvegia e Austria entro la fine dell’anno. Grazie alle migliaia di punti di ricarica Hpc, gli utenti dell’alimentazione elettrica, a prescindere dal marchio e dalla potenza del veicolo, potranno contare su una rete capillare ed efficiente.
Dall’Emilia Romagna all’Alto Adige per offrire, a privati e aziende, il noleggio a lungo termine di vetture elettriche. Grazie alla collaborazione con i partner locali Alperia e Raiffeisen, Car Server propone il pacchetto tutto compreso ‘Drive Different’, ovvero noleggio, assicurazione, gestione amministrativa, manutenzione, soccorso stradale, tassa di proprietĂ in rate mensili (opzionale il servizio Roomy Car, che permette di usufruire di un’auto di cortesia tradizionale per quando si parte per le ferie). Tra i modelli a disposizione, Audi A3 e-tron, Audi Q7 e-tron e Renault Zoe Z.E, ed è in fase di sviluppo, insieme al brand Jaguar Land Rover, una ulteriore offerta stagionale per gli operatori turistici. Il provider energetico Alperia sta ampliando la rete di colonnine di ricarica pubbliche alimentate da energia verde proveniente al 100 per cento da risorse idroelettriche altoatesine, e proponendo tariffe su misura per clienti privati e aziende. Da parte sua la Cassa Centrale Raiffeisen garantisce soluzioni complete per il finanziamento delle auto, che si tratti di un prestito rateale, di un leasing o, appunto, di un noleggio a lungo termine.
PIĂ™ METANO CON ENI-SNAM
O IBRIDA O ELETTRICA
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Difficile crederlo, con un misero 2,3 per cento di automobilisti che oggi guida un veicolo ecologico, eppure un italiano su tre è pronto ad acquistare un ibrido (il 27 per cento) o un elettrico (il 9). La svolta ‘verde’ della mobilità è stata fotografata dall’Osservatorio mensile di Findomestic. Tra gli altri elementi d’interesse si profila un netto calo delle auto a gasolio (che passeranno dall’attuale 44 al 24 per cento), mentre sono destinate a crescere le vetture a metano (dal 4 all’8 per cento) e a Gpl (dal 10 al 12).
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Inoltre, nonostante il 69 per cento degli intervistati utilizzi l’auto privata per i propri spostamenti, tre su quattro sarebbero disposti a lasciarla in garage se ci fossero mezzi pubblici frequenti ed efficienti (52 per cento), se muoversi in bici non fosse pericoloso (15) e se la mobilità condivisa fosse piÚ comoda e funzionale (8 per cento).
L’IDROGENO DOMANI Un potenziale giro di affari di due miliardi e mezzo di dollari, 1015 milioni di auto e circa 500.000 autocarri entro il 2030, 30 nuovi milioni di posti di lavoro entro il 2050. Ăˆ la ‘vision’ sul ruolo dell’idrogeno nei trasporti emersa dalla ricerca presentata al COP 23 di Bonn durante la tavola rotonda
dell’Hydrogen Council, che raccoglie i leader dell’industria di settore. Secondo lo studio, l’idrogeno potrĂ coprire un quinto dei consumi energetici entro il 2050. Tra i costruttori Toyota è in prima linea: “Il mondo del 21esimo secoloâ€?, ha dichiarato il presidente del CdA Takeshi Uchiyamada, “ha bisogno di questa transizioneâ€?.
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AFTERMARKET
POST VENDITA
La produzione di componenti e ricambi, il riciclo, la distribuzione, la rivendita e l’installazione di tutte le parti dei veicoli, la manutenzione, i prodotti chimici, le attrezzature, gli equipaggiamenti e gli accessori. L’aftermarket automobilistico è servito
SOLUZIONI CLOUD-BASED C’è ‘WebFleet’ tra le soluzioni cloud-based per il fleet management e le connected car che LeasePlan può offrire ai propri clienti grazie all’accordo siglato con TomTom Telematics. Per i fleet manager vuol dire disporre di dati in tempo reale sulle metriche chiave della flotta, per i conducenti migliorare l’esperienza di guida incrementando l’efficienza su strada. La societĂ di noleggio, la cui mission si riassume in “qualsiasi veicolo, in qualunque momento e in qualsiasi postoâ€?, farĂ anche leva sulla Service Platform cloudbased di TomTom, permettendo all’azienda cliente di ottimizzare le performance in aree chiave quali la manutenzione dei veicoli e la gestione dei contratti.
UN SIGILLO E UN’INSEGNA 03168 %%817,515!74278508(74124'8708 #8,618.6234 -678&63178/6*,168-7/,427 70782678 8.623178-7) /04.53787283+3358 35075'8+2872-7.68-7815..4*52) -5 7073 8-600" %8,618.6234868-78/4--7/$5!7426 -608 '8+28,+236((748*6-748-78 '#8/+8+28*5/) /7*48-78 8/36006843362+348-58 *705816.62) /74278&617$7.536 8 " 83+3348 +6/348-763148708-4,) ,74817.424/.7*6234853317 +734858 51 05// 870 7(70048 148 7(074178728 350758)8 5*,74278-60 61&7!7482608/63341685+3486817,515!74268,5) 15 16!!5"'8680" 2/6(258-600" 2248 350758 % #) % 8)8.536(41758 +348 8 434" 8
GARMIN TUTTOFARE
AUTO IN PANNE? DILLO CON UN OLOGRAMMA “Oggi con il cellulare è possibile accendere i termosifoni di una casa in montagna lontana 300 chilometri, eppure per posizionare un triangolo di emergenza di notte bisogna rischiare la vitaâ€?. Con queste parole Fabio Lettieri ha presentato sulla piattaforma di crowfunding Ulule ‘Holo’, il triangolo di tipo olografico in grado di proiettare un segnale di pericolo della dimensione di un metro a una distanza di 30 - 50 metri dal veicolo in panne. Il dispositivo è facilmente posizionabile sul tetto. Ăˆ alto poco piĂš di cinque centimetri, pesa 150 grammi, ha un involucro impermeabile e una batteria della durata di cinque ore.
TECNOLOGIA SALVAFLOTTA O guidi o chatti. Di fronte ai 36mila crash (il 16,2 per cento del totale) causati dalla distrazione dei conducenti, spesso a causa di un uso improprio dello smartphone, Top Thousand è corso ai ripari. Al workshop ‘Fleet Safety - Soluzioni a confronto per la sicurezza delle flotte aziendali’, l’Osservatorio composto da fleet e mobility manager di grandi aziende ha presentato ‘SafeDrivePod’, innovativa applicazione dell’Internet delle cose per aumentare la sicurezza dei
58,4.48/+08*61.534878/53600735178 51*728-6005 /61768 0663'8260068&51752378##%'8# %868# %'8/3+) -75378,61872.4231516806826.6//73 8-678$06638*5) 25(618.4*6852. 68-6(0785+37/378-78&67.407 .4**61.7507 8 158068&51768$+2!74278-7/,42) (424872$53378-78+258*5.. 7258$434(15$7.58. 6 ,61*63368-78(6/371680"72&62351748-678,5.. 7 /37&537858 41-486805804148.42/6(25 8 3315&61/48.4226//74278 0+63443 '8 7) 786 '87831685,,516.. 78,4//42486//6168.40) 06(5378728*4-5073 8wireless 58+258/.5340582615 -78 41-48485-8503168,617$617. 6 88
driver e far dormire sonni tranquilli ai gestori di flotta. La tecnologia, brevettata in Olanda e portata in Italia da Evolvea, è composta da una app che si può scaricre gratuitamente, un sito dove l’utente si registra, e un pod dalle dimensioni di una moneta di 5 centesimi che, in
combinazione, inibiscono lo schermo dello smartphone mentre si guida. Il display e la funzione touch torneranno a funzionare pochi secondi dopo che il veicolo si è fermato o, nei casi di emergenza, attivando un bottone di SOS. Il driver potrà continuare a fare o ricevere chiamate mentre è alla guida solo attraverso strumenti che non impegnano le mani (comandi vocali, viva voce, auricolari...). SafeDrivePod costa, incluso software e garanzia, 35 euro all’anno per veicolo.
novembre 2017 - Flotte&finanza - 39
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Casa Editrice la fiaccola srl
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I debuttanti Auto moto bici: chi sono i nuovi sharing player
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